Magazine Giugno 2010

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PREMIO COSTRUIAMO IL FUTURO

L’INTERVENTO DEL MINISTRO ALL’ISTRUZIONE

Sabato 15 maggio la consegna alla Fiera “Manifesta”

Mariastella Gelmini illustra la Riforma dell’Università: “Un progetto coraggioso, una proposta riformatrice elaborata sulla base di due parole chiave: merito e valutazione”

I riconoscimenti alle associazioni

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COSTRUIAMO IL FUTURO GIUGNO 2010

EDITORIALE

Costruiamo il futuro News - Supplemento a Mediastore Italia - Anno 12 - n. 5 - 15 Aprile 2010 - Poste Italiane SpA - Spediz. in Abb. Postale D.L. 353/2003 (Conv. in Legge 27/02/2004 n°46) Art.1 Comma 1 D.C.B. Milano - Registrazione al Tribunale di Milano n. 536 del 12 agosto 1999. Direttore Responsabile: Angelo Frigerio - Editore: Frimedia S.r.l. - Stampa: Bellavite - (Missaglia) - Redazione: Palazzo di Vetro, C.so della Resistenza, 23,20036 Meda (MB) -Tel. 0362/600463-4-5 - Fax 0362/344535

Non di solo Pil vive l’uomo

L'approccio con il quale mi sono sempre mosso nasce dalla consapevolezza che il nostro è un grande paese, capace (nella storia come oggi) di grande creatività, di grande personalità e quindi di grande capitale umano. Sono particolarmente convinto del fatto che la politica abbia infatti come primo compito proprio quello di riconoscere e valorizzare ciò che c'è nella società. Questo è il significato primo di un termine a me particolarmente caro, la sussidiarietà. Il Pil è un indicatore importante ma non sufficiente a misurare lo stato di salute di un paese, di una economia. Ho letto un interessante articolo dell'Herald Tribune (challenging the king of economic statistic) nel quale viene affermato con forza che non vi è una equivalenza tra la crescita del GDP (Gross Domestic Product = PIL) e lo sviluppo di un paese. E' lo stesso assunto evidenziato dalla Commissione delle Comunità Europee, che in una comunicazione al Consiglio ed al Parlamento Europeo sottopone un documento dal titolo "Non solo il PIL - misurare il progresso in un mondo in cambiamento". "Vista la sua natura ed il suo scopo, il PIL non può costituire la chiave di lettura di tutte le questioni oggetto del dibattito politico. in particolare, il PIL non misura la sostenibilità ambientale o l'inclusione sociale ed occorre tenere conto di questi limiti quando se ne fa uso nelle analisi o nei dibattiti politici". Autorevoli personalità del mondo accademico, sostengono questo assunto da tempo ed oggi sembra arrivato il momento di una consapevolezza internazionale. Il nostro Paese deve essere "analizzato" tenendo conto non solamente del

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Ritratto di Sant’Agostino PERIODICO DELLA FONDAZIONE COSTRUIAMO IL FUTURO

INCONTRO A CASSAGO BRIANZA

Più di 600 presenti hanno ascoltato le testimonianze di Monsignor Rino Fisichella e dell’attore Alessandro Preziosi

Da sinistra: Monsignor Rino Fisichella, l’onorevole Maurizio Lupi e Uno scorcio della chiesa parrocchiale di Cassago che ha ospitato l’attore Alessandro Preziosi. l’incontro.

La Fondazione “Costruiamo il futuro” in collaborazione con l’associazione storico culturale “Sant’Agostino” ha allestito la mostra “Sant’Agostino - Si conosce solo ciò che si ama”, presso l’oratorio di Cassago, l’esposizione è stata presentata con un importante incontro dedicato alla figura del Santo di Ippona che si è svolto venerdì 9 aprile nella chiesa parrocchiale. Una chiesa gremita di fedeli ha accolto con un lungo applauso Monsignor Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense, Alessandro Preziosi, attore che ha interpretato Sant’Agostino nella fiction di Raiuno andata in onda a fine gennaio, e Maurizio Lupi, presidente della fondazione “Costruiamo il futuro”. I 600 presenti hanno ascoltato in religioso silenzio le testimonianze e le esperienze dei relatori. L’attore ha inoltre raccontato di aver mosso i suoi primi

passi nel campo della drammaturgia proprio tra i vari teatri della Brianza, portando più volte in scena l’Amleto di Shakespeare, personaggio che ha accompagnato il suo debutto nel mondo del teatro. “Non ho fatto altro che guardarmi dentro con sincerità – ha risposto Preziosi quando Lupi gli ha chiesto se fosse stato difficile “entrare nel personaggio” - Ho cercato di ricordare in ogni momento le mie incoerenze, i contraccolpi della Provvidenza, del destino di un uomo che scorre in un'altra direzione. Agostino — al di là del facile inscatolarlo dentro i massimali della vanità, del narcisismo — è figlio della società in cui vive che è simile alla nostra. Nella consapevolezza delle sue mancanze io mi ci sono ritrovato. Lui sa di poter fare tantissimo e di fare troppo poco. E' consapevole che la sua avvenenza gli gioca a favore, le sue capacità dialettiche gli per-

Occasione da non perdere

Opportunità di lavoro, interventi infrastrutturali e innovazione. PAGINA 6

MAGAZINE

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“Giovani e formazione: il futuro del nostro Paese”

EXPO 2015

mettono di superare gli sbarramenti. Ma sa di poter andare ancora oltre”. Intensa anche la testimonianza di Monsignor Fisichella che ha detto di aver “incontrato” Sant’Agostino il 27 agosto 1968, alla giovane età di diciassette anni: “Non passa giorno senza che io consulti Sant’Agostino. E’ una necessità, un’esigenza poiché trovo le sue Confessioni piacevoli, vissute ed attuali. Per capire Agostino non dobbiamo uscire da noi stessi, la Verità abita nell’uomo interiore. Non siamo più abituati al silenzio per rispondere ad interrogativi profondi che accompagnano la nostra vita quotidiana”. L’esposizione, allestita dal 10 al 18 aprile, ha riscosso un grande successo, è stata infatti visitata da numerose scolaresche, da universitari e da adulti interessati ad avvicinarsi a scoprire Sant’Agostino e la sua esperienza di vita. MARA BAIGUINI

www.costruiamoilfuturo.it

L’EVENTO

Grande successo per la mostra sul Santo d’Ippona

L’esposizione, allestita dal 10 al 18 aprile, ha riscosso un grande successo, è stata infatti visitata da una ventina di scolaresche, da universitari e da adulti, (circa 2.500 visitatori) interessati ad avvicinarsi a scoprire Sant’Agostino e la sua esperienza di vita. E’ da riconoscere inoltre l’importante contributo delle 15 guide volontarie che hanno offerto la possibilità ad ogni visitatore di effettuare una visita guidata della mostra, adeguando la spiegazione al tipo di “spettatore” che si trovavano di fronte, dando quindi la possibilità a tutti di fruire dei contenuti in modo adeguato. Durante il periodo di esposizione della mostra, oltre all’incontro di presentazione è stata organizzata sabato 10 aprile 2010 l’inaugurazione ufficiale a cui hanno partecipato le tre classi terze della scuola primaria di secondo grado e un centinaio di persone. Sono intervenuti in qualità di relatori Renato Farina, parlamentare e socio della fondazione, l’ing. Lino Iemi, vicepresidente di Costruiamo il futuro, il professor Luigi Beretta, presidente dell’associazione storico culturale Sant’Agostino, Renato Ornaghi, autore del libro “Il cammino di Sant’Agostino” e Gian Mario Fragomeli, sindaco di Cassago Brianza. Nei giorni di esposizione sono stati organizzati anche altri due importanti eventi: mercoledì 14 aprile 2010 nel salone del nuovo Municipio di Cassago è stata portata in scena una rappresentazione scenica in cinque atti dal titolo “Scintille d’Africa”, a cui hanno assistito un centinaio di persone, mentre venerdì 16 aprile 2010 è stata la volta dell’esibizione del coro di adolescenti “Adeodato”, presso la Chiesa di Cassago, a cui hanno assistito circa 250 persone. M.B.


I riconoscimenti alle associazioni della provincia di Lecco 2

COSTRUIAMO IL FUTURO MAGAZINE

OTTAVA EDIZIONE PREMIO COSTRUIAMO IL FUTURO

GIUGNO 2010

Sabato 15 maggio, la consegna alla Fiera “Manifesta”. Quest’anno si sono segnalate più di 90 associazioni e sono stati elargiti contributi economici per 21mila euro. Mentre, complessivamente in otto anni, sono stati donati ben 170 mila euro

Il bilancio dell’ottava edizione del premio Costruiamo il Futuro nella provincia di Lecco è anche quest’anno più che mai positivo: lo stupore che otto anni fa avviò questa iniziativa non è mai venuto meno e da tante edizioni riscontriamo quella straordinaria vitalità del territorio che non finisce mai di sorprenderci, sempre ricco di tante realtà nate per aiutare la società ad affrontare i problemi quotidiani. Non è necessario ricordare che molto probabilmente le amministrazioni pubbliche non riuscirebbero a far fronte a queste esigenze e comunque a fornire servizi di tal genere con grande qualità e impegno. Dopo la presentazione avvenuta a Monticello Brianza il 6 febbraio, per tre mesi abbiamo incontrato le associazioni del territorio così che il Comitato d’Onore ha potuto vagliare numerose segnalazioni. Anche per il settore del volontariato sportivo si può essere ampiamente soddisfatti, dal momento che sono state individuate tante realtà non ancora aiutate che si trovano in situazioni di bisogno legate a difficoltà nell’individuare luoghi adeguati per svolgere i loro allenamenti o alla povertà di forniture di materiale sportivo. Lo sport sopravvive nel contesto dei piccoli comuni della provincia come uno dei più potenti fattori di aggregazione e socializzazione giovanile, oltre al fondamentale contenuto educativo che trasmette. In cifre, il Premio ha incontrato numerosissime adesioni e davvero diversi ambiti di assistenza: associazioni individuate: 90; associazioni contattate: 150; associazioni incontrate: 70; Sponsor: 5; Patrocini: 12; Media coinvolti: 4. Ha assegnato 21.000 euro e complessivamente in otto anni ben 170.000 euro. Sono state ritenute meritevoli di ricevere il Premio Costruiamo il Futuro nella categoria del sociale le seguenti realtà: 5.000euro ad Una

EDITORIALE

segue dalla prima

Non di solo Pil vive l’uomo

PIL, ma di altri fattori come il risparmio, la ricchezza o l'indebitamento delle famiglie. Tabelle comparative ci consentono di evidenziare come la nostra economia, alla luce di fattori ponderati, si trovi in posizioni ben più di rilievo rispetto ad una semplice valutazione del PIL. Ad esempio le famiglie italiane sono le meno indebitate in una comparazione con Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti e Giappone. Questo approccio è fondamentale in un momento di crisi in cui gli stati nazionali sono impegnati nel costruire un nuovo modello di sviluppo economico che rimetta al centro la persona. Per questo credo che un contributo importante arrivi dalle parole di Benedetto XVI che lo scorso 30 aprile, parlando ai membri della pontificia accademia delle scienze sociali ha detto: "Piuttosto che una spirale di produzione e consumo, la vita economica dovrebbe più giustamente essere considerata come un esercizio di umana responsabilità, intrinsecamente orientata verso la promozione della dignità della persona, del conseguimento del bene comune e dello sviluppo integrale – politico, culturale e spirituale – degli individui, delle famiglie e delle società”. Maurizio Lupi

Lanterna per la Speranza di Molteno, 2.500 euro a Genitori e Amici degli Handicappati di Barzanò, 5.000 euro in collaborazione con la Fondazione della Provincia di Lecco ONLUS ad A.M.A.S. di Monticello, 2.000 euro a Mano Amica di Barzanò, 2.000 euro a Vita Insieme Autogestita di Mandello del Lario, 2.000 euro in collaborazione con Compagnia delle Opere Lecco a Semplicemente Noi di Valmadrera e il nuovo sito internet per Culture Popolari e Tradizioni della Lombardia di Calco. Inoltre sono stati anche premiati i seguenti volontari: medaglie d’oro a Mariangela Regazzoni della Casa di Riposo La Madoninna di Vendrogno, a Geoffroy Yabre della Croce Bianca di Merate e Mathieu Zouri Bia della Croce Rossa di Casatenovo, il premio per il volontario giovane a Magni Mattia della Croce Bianca di Merate e la targa d’onore della Camera dei Deputati ad Angelo Colombo dell’associazione amici della paraplegia di Bulciago. Nella sezione sportiva invece: 2.500 euro al Merate Volley, 2.500 euro e fornitura sportiva al G.S.O. Cibrone e altre forniture sportive alla S. Egidio di Lecco, al G.S.C.P. Missaglia e alla S. Vito di Civate. Targa d’onore della Camera anche alla Luciano Manara di Barzanò. Per quanto riguarda i volontari sono stati assegnati riconoscimenti a Umberto Crippa dell’Associazione Rovagnate Sport di Rovagnate, Roberto Vergani dell’associazione sportiva dilettantistica Casatesport di Casatenovo. La premiazione si è svolta come tradizione durante la Fiera di Manifesta ad Osnago, e un grande pubblico ha accompagnato Ilaria d’Amico presentatrice TV e Pierluigi Casiraghi C.T. Nazionale Under 21 di calcio, durante tutta la cerimonia. CARLO CAZZANIGA

PREMIO MONZA E BRIANZA

Segnalazioni aperte fino al 30 settembre

Il Premio Costruiamo il Futuro per la provincia di Monza e Brianza è giunto alla sua terza edizione e ha distribuito in questi anni ben 66.500 euro incontrando oltre 170 realtà operanti nel territorio. Al di là del contributo economico, il valore di questa iniziativa consiste soprattutto nel lavoro di riconoscimento di queste attività spesso piccole e legate al contesto locale. Inoltre abbiamo assistito alla nascita di collaborazioni tra associazioni diverse su progetti comuni legati ad esigenze specifiche, che hanno contribuito alla creazione di una rete e di contatti preziosi per portare avanti il loro impegno quotidiano. L’edizione dell’anno 2010 è stata presentata il 6 febbraio a Monticello Brianza congiuntamente con il Premio di Lecco e rappresenta sempre una possibilità di aiuto concreto per ricevere numerosi finanziamenti per progetti utili suddivisi in 6 premi da 5.000 euro, 1 premio da 2.500 in collaborazione con la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza Onlus, 1 premio da 2.000 euro del Comune di Monza e 1 premio della Croce Bianca. Inoltre, nonostante tutti i volontari siano meritevoli, è prevista l’assegnazione di 3 medaglie d’oro e un premio speciale per il volontario giovane, destinati a chi si distingue in modo particolare per impegno o qualità della sua azione. Il momento conclusivo si terrà in Brianza ad ottobre dopo la chiusura delle segnalazioni, prevista per il 30 settembre. È importante il contributo di tutti perché sicuramente potrete segnalarci delle realtà non ancora incontrate che svolgono importanti funzioni di aiuto al territorio.

Microentità: per l’Unione Europea non è più obbligatorio il bilancio L’INTERVENTO DELL’EUROPARLAMENTARE LARA COMI

Le piccole e medie imprese sono, da tempo, sotto i riflettori dell'Unione Europea. Si è considerato che l'imprenditorialità è un valore da tutelare, e che la flessibilità del lavoro di un imprenditore comporta notevoli vantaggi per la crescita e lo sviluppo, anche in un periodo di crisi. Un'economia con più imprenditori e meno lavoratori dipendenti è più dinamica di una con lo stesso livello occupazionale ma dominato da poche grandi imprese. In secondo luogo, l'imprenditore ha un incentivo diretto alla produzione di ricchezza che avvantaggia il merito e permette una distribuzione del reddito socialmente più sostenibile. Infine, la flessibilità del piccolo e medio imprenditore permette di rispondere alle crisi in tempi più brevi e in misura più efficace. Per questi motivi, la Commissione Europea è da tempo al fianco delle Piccole e Medie Imprese (PMI), come ha dimostrato attraverso lo Small Business Act. Ultimamente ha individuato dei criteri specifici per classificare le pmi: un

fatturato annuo inferiore al milione di euro, uno stato patrimoniale il cui totale non supera le cinquecentomila euro, e un numero di dipendenti medio nell'arco dell'anno inferiore ai dieci. Ebbene, per quelle imprese che rispettano almeno due di questi tre criteri, la Commissione ha proposto, e il Parlamento ha approvato (durante la seduta dello scorso 10 marzo), la semplificazione degli obblighi contabili. Per incentivare la micro-imprenditorialità e per premiare gli artigiani e commercianti che hanno permesso all'economia europea di non implodere, le istituzioni europee hanno deciso che le microentità non sono obbligate a presentare il bilancio civilistico. A causa delle differenze tra gli Stati, la norma verrà adattata ad

ogni economia nazionale, ed è per questo che si è usufruito di una direttiva. Ed è altrettanto ovvio che le imprese abbiano interesse sia a misurare i risultati di gestione sia a dotarsi di uno strumento di sintesi capace di fornire informazioni sulla solidità e solvibilità aziendale, per i potenziali creditori ma anche per lo Stato che ha bisogno di alcuni dati obbligatori a fini fiscali e statistici. Nonostante questo la rilevanza del provvedimento è elevata, visto che il piccolo imprenditore risparmierà in bolli, spese notarili e adempimenti che tendono a distrarlo dalla sua attività principale, svolta solitamente in maniera magistrale. Basti pensare alle imprese turistiche, all'artigianato, alle imprese familiari, a tutti quei soggetti giuridici di dimensioni piccole e piccolissime che ogni giorno si bar-

camenano fra il loro lavoro e gli oneri burocratici che, specie nel nostro Paese, sono sempre più asfissianti. Il ruolo del Parlamento, soprattutto nel caso italiano, non è affatto banale: se da un lato lo Stato ha interesse ad acquisire informazioni anche in ottica di lotta all'evasione, dall'altro lato dovrà bilanciare questa esigenza con la possibilità che i piccoli imprenditori si concentrino sul proprio lavoro. Finalmente l'imprenditore avrà a disposizione tempo e risorse che potranno gratificarlo per il suo duro lavoro, e che potranno in parte tornare nell'economia sotto forma di investimenti in innovazione o per l'ampliamento delle aziende. E' questa la strada maestra per creare il circolo virtuoso verso una crescita stabile e duratura.

LARA COMI Europarlamentare PDL Vicepresidente Commissione Mercato Interno e Protezione Consumatori


“Giovani e formazione: il futuro del nostro Paese” GIUGNO 2010

COSTRUIAMO IL FUTURO MAGAZINE

L’INTERVENTO DEL MINISTRO ALL’ISTRUZIONE

Mariastella Gelmini illustra la Riforma dell’Università: “Un progetto coraggioso, una proposta riformatrice elaborata sulla base di due parole chiave: merito e valutazione”

Il valore di alcune riforme non deriva soltanto dalle misure specifiche che contengono e neanche dalla quantità delle risorse previste per attuarle. Ci sono riforme infatti che assumono un’importanza particolare per il momento storico nel quale un governo decide di realizzarle. Nei primi due anni di questa legislatura il nostro Paese è stato coinvolto in una crisi di origine finanziaria che man mano ha dispiegato i suoi effetti nell’economia reale mettendo a dura prova la tenuta dei conti pubblici degli Stati, finiti successivamente nel mirino della speculazione internazionale. Una crisi complessa quindi, che l’esecutivo ha affrontato stanziando risorse importanti per la cassa integrazione, contenendo la spesa pubblica, tagliando quella improduttiva e i costi della politica, aumentando gli sforzi per combattere in modo ancora più efficace l’evasione fiscale. Si tratta di misure che hanno permesso al Paese di reggere meglio di altri l’urto della crisi ed incamminarsi, seppur lentamente, sulla strada della ripresa. Senza aumentare le tasse o mettere in altri modi le mani nelle tasche degli italiani. Ma in un momento cruciale come quello che stiamo vivendo, una fase che giustamente è stata definita un “tornante della storia”, un governo responsabile non può

limitarsi a gestire il presente. Il mondo che uscirà da questa crisi sarà completamente diverso da quello che avevamo conosciuto prima e il nostro Paese sarà capace di affrontare le sfide della competizione internazionale solo se avrà il coraggio di scommettere sul proprio futuro. In altre parole, sui giovani e sulla loro formazione. E’ proprio questo l’obiettivo della riforma dell’università attualmente all’esame del Parlamento. Un progetto coraggioso che interviene su tutti gli aspetti della vita degli atenei. Una proposta riformatrice elaborata sulla base di due parole chiave: merito e valutazione. Le università continuano ad essere autonome ma, con la riforma, dovranno dar conto del loro operato, dall’uso che viene fatto delle risorse finanziarie ai risultati della ricerca scientifica e dell’attività didattica. Le risorse infatti non verranno più distribuite a pioggia ma una quota consistente sarà riservata agli atenei che raggiungeranno i risultati migliori, nella didattica e nella ricerca. Allo stesso modo la progressione di carriera dei docenti, per i quali cambia radicalmente anche il reclutamento, non sarà legata esclusivamente all’anzianità di servizio ma dipenderà in buona parte dagli obiettivi raggiunti. E’ evidente quindi che il merito e la valutazione diventeranno i veri assi di un

sistema che cambierà anche per quanto riguarda la governance. Il ddl infatti riorganizza per la prima volta il sistema di governo degli atenei, distinguendo finalmente le competenze tra Cda e Senato e fissando a due il limite dei mandati di ciascun rettore. Sarà costituito un fondo per il merito per gli studenti, in modo da erogare borse di studio e gestire con tassi molto bassi i prestiti d’onore. Per i ricercatori si prevedono contratti a tempo determinato di tre anni, rinnovabili di altri tre. Al termine dei sei anni complessivi, se il ricercatore sarà ritenuto valido, sarà confermato come associato. Invertire la rotta è indispensabile, basta scorrere alcuni numeri per rendersene conto. Oltre trecento sedi, migliaia di corsi di laurea, oltre duemila corsi di dottorato. Un’espansione dell’offerta formativa che, oltre a determinare un aumento dei costi ormai insostenibile, non sempre ha seguito criteri di qualità. Ripensare complessivamente la struttura, l’organizzazione e l’offerta didattica dell’università italiana è quanto mai necessario. Ce lo chiedono i nostri ragazzi. Saranno loro a dover affrontare le sfide di un mondo che, passata la crisi, non sarà più lo stesso.

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LEGGE FAMIGLIA

Quoziente familiare e welfare community

Il “suicidio demografico” del nostro continente. Così Giovanni Paolo II denominò, nel 1985, quel drammatico declino delle nascite che ha stravolto la fisionomia di molti stati europei. Un fenomeno silenzioso, vissuto alla stregua di un dato ineluttabile e relegato per decenni ai margini del dibattito politico. Per questo, affrontare la questione demografica diventa una priorità ineludibile e impone una svolta programmatica non solo di carattere politico ma anche e soprattutto culturale. Ciò vuol dire scardinare quella mentalità, consolidatasi nei decenni, che ha ridotto le funzioni familiari ad un fatto meramente privato e senza alcun valore sociale, tutto fondato sull’investimento – ideale, affettivo e materiale – dei singoli. Solo partendo da una nuova considerazione della famiglia come destinatario centrale delle politiche sociali, solo riconoscendone il ruolo pubblico di risorsa vitale per la società, sarà possibile creare un ambiente favorevole alla specificità delle funzioni che le sono proprie. Sul versante fiscale, è di tutta evidenza che un sistema corretto non possa basarsi solo sull’equità verticale ma debba tendere anche a realizzare una vera equità orizzontale. Ciò vuol dire che, a parità di reddito, chi ha figli da mantenere o persone a carico non può essere chiamato a contribuire nella stessa misura di chi non ne ha. Un’incongruenza più volte sottolineata anche dalla stessa Corte Costituzionale (si veda, in proposito, la sentenza n. 358/1995). Di qui l’importanza di quella profonda rivoluzione fiscale che si chiama quoziente familiare, in quanto strumento demografico e di giustizia fiscale teso a premiare i nuclei familiari più numerosi. Uno strumento, peraltro, la cui introduzione è prevista nel programma elettorale del Popolo della Libertà. L’altro grande versante da affrontare riguarda le politiche sociali. L’obiettivo è il passaggio da un “welfare state” ad una “welfare community” finalmente improntata ai concetti di solidarietà e sussidiarietà. L’idea è che la famiglia possa entrare nelle relazioni contrattuali, al fine di individuare nuovi e più pratici modelli di partecipazione al mercato del lavoro. Modelli che prevedano una rimodulazione degli orari di lavoro, lo sviluppo di nuove forme di flessibilità, come il part-time o il telelavoro, un migliore utilizzo dei congedi parentali basato sul principio della pari responsabilità di cura e strumenti normativi che non penalizzino il compito dei genitori rispetto alle aspettative di crescita professionale. Fondamentale anche l’aumento dei servizi pubblici di assistenza all’infanzia e alla terza età così come l’implementazione dei nidi aziendali e quella delle tagesmutter, già avviata dall’Esecutivo con un grande piano di conciliazione finanziato con 40 milioni di euro. E’dunque sul piano innanzitutto educativo che si gioca il futuro delle nuove generazioni. A questo riguardo, non può non sottolinearsi la necessità di tutelare l’unità familiare dinnanzi alla riduzione del rapporto coniugale a mero bene di consumo. Diritto alla casa e lotta al precariato rappresentano infine i pilastri su cui costruire una nuova rete di sicurezza per restituire opportunità alle giovani coppie.

MARIASTELLA GELMINI

LA PROPOSTA DELL’ONOREVOLE ALESSIA MOSCA, DEPUTATO DEL PD

On. Barbara Saltamartini

“Apriamo una corsia preferenziale per il rientro dei talenti”

Un investimento sui giovani, una scommessa su quanti hanno dovuto lasciare l’Italia senza volerlo e ora possono tornare per dare il loro contributo per invertire la rotta del declino. Il voto favorevole della Camera al ddl contro la fuga dei cervelli, sostenuto da tutto l’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà e dal suo fondatore l’onorevole Maurizio Lupi, è un fatto storico per questa legislatura: nonostante le tensioni che animano il Parlamento, il provvedimento ha ricevuto il via libera da parlamentari di tutti gli schieramenti (solo sei astenuti e nessun voto contrario), a dimostrazione che su un tema centrale per il nostro paese è possibile trovare convergenze tra diverse sensibilità politiche. Secondo l’ultima indagine sulla forza lavoro realizzata da Eurostat, il 2,3% degli italiani è occupato all’estero, lo 0,6% della Germania, l’1,1% della

Francia, lo 0,9% del Regno Unito, lo 0,8% della Spagna. In un’epoca di globalizzazione non ci sarebbe nulla di male se l’esperienza oltreconfine fosse una scelta individuale e se, in linea con le uscite, ci fosse un’analoga capacità attrattiva da parte del nostro paese. Invece le storie di ogni giorno raccontano di giovani che imboccano controvoglia la strada estera, dopo mesi o anni passati tra stage e contratti atipici, mentre i laureati internazionali che arrivano in Italia sono lo 0,3%. L’approvazione del ddl da parte della Camera non è la soluzione definitiva a questi problemi, ma di certo rappresenta un’inversione di tendenza. Per la prima volta il Parlamento ha preso di petto la situazione e deciso di intervenire. Gli under 40 residenti all’estero da almeno due anni potranno contare su una fiscalità agevolate se decideranno di rientrare in Italia per intraprendere un’attività d’impresa o

di lavoro autonomo o per essere assunti come dipendenti. In particolare, i redditi saranno imponibili in misura diversificata: 20% per le donne che rientrano e sono assunte come dipendenti e 30% per tutti gli altri soggetti. Ora il ddl passa al vaglio del Senato e il suo percorso si prospetta senza particolari intoppi, considerata l’unità di intenti raggiunta a Montecitorio. Si tratta del primo passo, al quale presto seguiranno altri. Il pacchetto Controesodo (www.controesodo.it), che abbiamo messo a punto all’interno dell’Associazione Trecentosessanta, prevede altre tre proposte di legge per favorire il rientro dei cervelli. Presto sbarcheranno in Parlamento. Intanto, è da accogliere con soddisfazione l’avvio di un nuovo percorso per restituire ai giovani la speranza di far crescere al paese e al paese risorse preziose per il suo riscatto.


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COSTRUIAMO IL FUTURO MAGAZINE

“Lealtà e buoni collaboratori: la ricetta del mio successo” INTERVISTA A GIUSEPPE SACCHI

Parola d’ordine: ottimismo. “Dopo un periodo di crisi di sicuro verrà la ripresa. E quindi è necessario essere pronti”

Ha 81 anni, la sua azienda ha 27 punti vendita e 700 dipendenti, una realtà costruita grazie “alle tante ore di lavoro, a degli ottimi collaboratori e anche ad un po’ di fortuna che è sempre necessaria, il tutto con onestà e senza accettare compromessi”. Stiamo parlando di Giuseppe Sacchi, fondatore della “Sacchi Giuseppe spa”, nota azienda di elettroforniture e non solo, con punti vendita distribuiti tra Lombardia e Piemonte . Un’altra dote che gli ha permesso di avere successo è l’ottimismo, tanto che da imprenditore dice: “Dopo un periodo di crisi di sicuro verrà la ripresa e quindi è necessario essere pronti”. Proprio come negli anni ‘70 quando il signor Sacchi stava costruendo la nuova sede di Barzanò ( quella attuale ma ancora senza lo Show Room , aggiunto solo successivamente), un progetto molto ambizioso per le dimensioni della azienda a quel tempo mentre il nostro Paese stava attraversando un momento di forte congiuntura negativa . “ Il titolare dell’ impresa edile mi chiese se fossi sicuro di voler realizzare un edificio così grande con quella crisi e anche se ne avessi i soldi necessari, io ho risposto che di soldi non ne avevo e che comunque Dio avrebbe visto e Dio avrebbe provveduto. Ero certo che dopo un periodo di crisi ci sarebbe stata la ripresa , io volevo essere pronto e così è stato. La stessa regola a mio parere vale anche adesso. Bisogna aver pazienza ed essere cauti però la ripresa ci sarà”. Il signor Sacchi , nato ad Olginate nel 1929, è cresciuto a Monza con la sua famiglia, aveva

cinque fratelli e suo padre era modellista aereo alla Breda di Sesto S. Giovanni. ”Frequentavo i corsi di avviamento al lavoro e un giorno a 14 anni tornando da scuola ho visto la scritta ‘cercasi garzone’ sulla porta di un prestino; dato che in casa c’era solo mio padre che lavorava e con la guerra in corso non si trovava nemmeno il pane per sfamare otto bocche, sono entrato e ho chiesto se il posto fosse ancora disponibile, così mi hanno assunto”; quando poi l’ho detto a mia madre lei si è messa a piangere perché, se da un lato avendomi fatto studiare sperava che potessi svolgere un lavoro magari di tipo impiegatizio, dall’ altro sapeva che così avrei risolto quello che era un problema per la nostra famiglia. Giuseppe Sacchi ha fatto il prestinaio fino a 23 anni; dopo il servizio militare svolto nella aviazione a Catania ( “ l’ anno più bello della mia vita…” ) il suo principale aprì un nuovo negozio in via Cavallotti, di cui gli affidò interamente la gestione. A Barzanò però lavorava suo fratello Angelo, che aveva un piccolo ne-

gozio di materiale elettrico ed elettrodomestici in via Garibaldi. “Un giorno mia madre mi disse che Angelo aveva bisogno di una mano , io mi sono trasferito a Barzanò ( era il 1952 ) e così ho iniziato a lavorare nel materiale elettrico: da lì è partita l’avventura, una bella avventura”. Importante dote di un grande imprenditore è certamente l’umiltà: “Sono arrivato dove sono arrivato grazie soprattutto all’aiuto di tante persone che mi hanno seguito, mi hanno appoggiato, mi hanno voluto bene e hanno creduto con me in questa azienda. I miei collaboratori fanno parte della storia della ditta, si sentono parte della nostra famiglia. Anche alla cena di Natale, che solitamente organizziamo al PalaCandy di Monza, perché non ci sono ristoranti che ospitino 700 persone, sono invitati i collaboratori di tutte le filiali e, nonostante il grande numero di persone, si respira un’atmosfera di famiglia. Se ho fatto qualcosa di meritevole devo dire grazie a loro, ho avuto la fortuna di incontrare dei collaboratori eccezionali, io ho avuto il merito di saperli riconoscere e

valorizzare”. Da circa due anni il signor Giuseppe Sacchi, dopo 65 anni di lavoro e con 79 anni sulle spalle, ha diminuito la presenza in azienda. Non ha mai avuto hobby particolari perché la sua grande passione è stato il lavoro con sveglia alle 4,45 tutte le mattine. Quello che invece è riuscito a concedersi sono stati dei viaggi e una casa a Laigueglia che dice essere “il posto più bello del mondo”. Una vita dedicata al lavoro e alla famiglia; la moglie Francesca è sempre stata un punto di riferimento e un supporto costante nel tempo : “Una grande dote di mio marito è di sicuro l’intuito e la capacità di vedere lontano, è vero che ha saputo riconoscere e valorizzare le persone valide che gli sono passate vicino. Tutti i suoi collaboratori gli hanno sempre voluto molto bene e gli sono affezionati; anche nei periodi in cui ha avuto dei problemi di salute gli sono sempre stati vicini e si preoccupavano per lui. Non che fosse un tipo tranquillo o accomodante tra l’altro, ho provato a chiedere il perché di questo attaccamento così speciale e mi hanno risposto che è sempre stato una persona “giusta”: una risposta che è un raro attestato di stima”. Alla domanda: che consiglio si sente di dare agli imprenditori, il signor Sacchi risponde: “E’ necessario trattare con lealtà sia la clientela che i fornitori e i collaboratori, averne rispetto, e non lavorare per arricchirsi. Se uno lavora con intelligenza il guadagno arriva per conseguenza”. MARA BAIGUINI

Consegnato l’assegno da 20mila euro IL CDA DELLA FONDAZIONE PER CASA AMICA

Lo scorso 17 aprile, l’onorevole Maurizio Lupi, insieme ai responsabili di Costruiamo il futuro, ha donato il contributo al presidente della cooperativa sociale

Durante il consiglio d’amministrazione della Fondazione, che si è svolto sabato 17 aprile, l’onorevole Maurizio Lupi ha consegnato l’assegno da 20 mila euro al presidente della cooperativa sociale “Casa Amica”, Virginio Panzeri. Lo scorso febbraio infatti, Costruiamo il futuro aveva organizzato una cena di beneficenza per raccogliere fondi in favore della cooperativa sociale di Merate che, a causa della crisi economica, stava attraversando un momento piuttosto difficile. Alla serata era intervenuto anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. “Quando Enrico Sangiorgio, durante una cena tra amici, mi ha raccontato delle difficoltà di Casa Amica, mi sono detto: perché una volta non ci assumiamo noi la responsabilità e invitiamo l’amico Roberto? – ha raccontato l’onorevole Lupi – Dimostriamo che la politica, così come noi la intendiamo e l’abbiamo sempre fatta, è attenzione, presenza, servizio al bene comune. Casa amica è il frutto della qualità e creatività della nostra terra, è una realtà in cui ciascuno ha messo del proprio. Siamo qui per dire che noi ci siamo e che la forza dell’Italia sta nella gratuità, nella responsabilità e nella capacità di giocare la nostra sfida”. Maurizio Lupi, insieme al CDA al completo, consegna l’assegno a M.B. Virginio Panzeri.

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GIOVANNI BARZAGHI, PRESIDENTE DI APA CONFARTIGIANATO IMPRESE

C’è una gran voglia di resistere alla crisi

È di questi giorni la firma del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che recepisce, quale primo Paese dell’Europa, la direttiva a favore delle piccole e piccolissime imprese. L’importante provvedimento non può che vederci soddisfatti. L’Italia infatti è il Paese con la più alta densità imprenditoriale al mondo, il primo in Europa a recepire i principi dello “Small Business Act”, una sorta di carta dei diritti delle piccole imprese nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni e del Sistema Economico. Un’attenzione dovuta, se si considera che il 98,2% delle imprese sono micro e piccole aziende che danno lavoro al 59,3% degli addetti. A questo riguardo, le recenti indagini congiunturali sulle Province di Milano, Monza e Brianza condotte dal nostro centro studi e ricerche, l’Istituto Luigi Gatti,fanno emergere che le piccole imprese stanno lavorando per lasciare alle spalle la fatica degli scorsi anni, tanto che il 58% degli intervistati non taglia i budget destinati agli investimenti. Per incentivare gli acquisti e non perdere le commesse, i prezzi si ancorano sui listini del 2009 (spesso i medesimi del 2008 e del 2007), e in generale la produzione si assesta su un -1,15%, risultato ancora purtroppo negativo ma incoraggiante se paragonato alle flessioni a doppie cifre registrate dalle scorse rilevazioni. Il dato dice sì di una miglior tenuta nelle realtà tra i 5 e i 10 dipendenti, ma più critica risulta la situazione nelle microaziende (da 1 a 4 addetti) che stentano a superare l’empasse. Preoccupa soprattutto l’unanimità della risposta circa le nuove assunzioni: oltre il 99% delle aziende dichiara di non avere mezzi sufficienti per offrire lavoro ai giovani né compiti da attribuire agli apprendisti. Altra questione ineludibile riguarda l’accesso ai finanziamenti. È questa la seconda preoccupazione degli imprenditori lombardi dopo la semplificazione burocratica. Da una parte investitori e banche sono spesso restii a finanziare le piccole imprese che non possono fornire garanzie pari a quelle delle grandi multinazionali (ma non espongono nemmeno ai medesimi rischi), dall’altra gli imprenditori andrebbero informati e orientati sui vantaggi e gli svantaggi delle varie forme creditizie. Ad aggravare la situazione l’annoso problema dei pagamenti procrastinati che, a livello europeo, provocano un’insolvenza su quattro. Alle volte sono proprio le Pubbliche Amministrazioni, spesso “costrette” dall’ingiustificata rigidità del Patto di stabilità, a pagare con ritardo i propri fornitori. Per questo guardiamo con estremo favore a quei Comuni, anche brianzoli, che hanno sottoscritto con gli Istituti bancari concessioni di linee di credito agevolate a favore dei fornitori. Sulla stessa lunghezza d’onda l’accordo firmato da Camera di Commercio e Provincia di Monza e Brianza che impegna gli stessi Istituti ad anticipare le competenze di Cassa Integrazione in ritardo da parte dell’INPS. Piccoli fatti, che però rappresentano segnali importanti per il mondo dell’artigianato e delle piccole imprese. GIOVANNI BARZAGHI


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COSTRUIAMO IL FUTURO MAGAZINE

NANDO SANVITO E MARCO PLATANIA HANNO PRESENTATO LA MOSTRA ALLESTITA A MERATE

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“In gioco sul serio - L’avventura dello sport”, vero strumento educativo

La mostra, “In gioco sul serio – L’avventura dello sport”, allestita a Merate presso l’ex spazio “Informagiovani”, è stata inaugurata martedì 18 maggio, durante la serata sono state proiettate alcune immagini della storia dello sport: filmati d’epoca (anche della Brianza) e dell’attualità nell’intreccio tra agonismo e vita sociale, tra performance sportiva e vocazione umana. All’incontro hanno partecipato: Marco Platania, ex giocatore della nazionale di rugby e curatore della mostra, e Nando Sanvito, giornalista sportivo Mediaset e autore dei video. “Come ogni fenomeno umano lo sport riflette un punto di vista, una concezione della realtà che in

AMBROGIO BERTOGLIO

esso si esplicita nel modo di affrontare gli elementi che lo compongono: corpo, gioco, lotta – ha spiegato Sanvito - La mostra propone una precisa, ben definita concezione di questi ed illustra le conseguenze che sull’umano si vengono a determinare se lo sport xx xxx viene usato come strumento educativo in funzione della crescita totale della persona”. “Bellezza, passione, sacrificio, appartenenza, autorità, disciplina, senso del li-

mite, lealtà – ha detto Platania - prendono corpo solo in un clima che afferma che il corpo, il gioco e la lotta sono straordinarie occasioni per far scoprire l’io a se stesso, la stoffa di cui è fatto, esaltare la persona nella sua unicità ed autenticità”. “L’enorme forza dello sport moderno sta nell’essersi saputo accreditare nella mentalità comune come fenomeno positivo – ha detto Francesco Sangiorgio, vicepresidente

della fondazione Costruiamo il futuro e moderatore della serata - Ma lì sta anche la sua debolezza, perché i sempre più gravi problemi che lo travagliano non riescono ad essere seriamente affrontati. Dietro mura che ostentano immagini di passione, gloria, salute, amicizia, lo sport coltiva una concezione autarchica di sé, che pretende di porsi fuori dalla storia e i suoi drammi, libera da vincoli di appartenenza che non siano i suoi propri”. La mostra, ad ingresso gratuito, ha riscosso un buon successo ed è stata aperta fino a domenica 30 maggio. TIZIANA COLLA

“Ospedale di Lecco, una grande impresa”

Tremila dipendenti circa (tra medici, infermieri, operatori tecnico-sanitari, amministrativi); tre presidi ospedalieri (il Manzoni di Lecco, il Mandic di Merate, l’Umberto I di Bellano) con 1.130 posti accreditati; diverse sedi territoriali, tra poliambulatori e presidi per la salute mentale; una organizzazione sanitaria articolata in 14 dipartimenti, cui fanno capo 45 unità operative complesse, strutture ambulatoriali, servizi diagnostici e riabilitativi. Questa, per sommi capi, la carta d’identità dell’Azienda Ospedaliera di Lecco.Una grande azienda, quindi: la più grande e più importante “fabbrica” , per numeri e dimensione economica, del territorio, con un bilancio annuale di circa 250 milioni di euro. “Siamo una grande realtà che produce, consuma, mobilita beni e valori , alimenta indotto – dice Ambrogio Bertoglio, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera – una realtà che è risorsa e patrimonio per il territorio e le sue comunità”. Una azienda che “produce” salute . In un anno , 40.000 ricoveri per 350.000 giornate di degenza; quasi 15.000 interventi chirurgici e oltre 3.000.000 di prestazioni ambulatoriali; quasi 100.000 accessi in Pronto Soccorso; 2.700 parti ; oltre 10.000 trattamenti (semiresidenziali) psichiatrici. Un’azienda che investe: oltre 40 i milioni di euro spesi, nell’ultimo quinquennio, in beni strutturali e tecnologici. Recentemente sono stati completamente rinnovate le istallazioni tecnologiche in campo radioterapico e diagnostico con l’acquisizione di sistemi di ultimissima generazione e introdotto il robot nell’attività chirurgica Un’azienda che consuma: con ben oltre la decina di milioni di euro spesi all’anno per la manutenzione delle 5.500 apparecchiature elettromedicali dei tre presidi ospedalieri e per servizi di lavanderia, pulizie e ristorazione. Un’azienda che è un punto di riferimento per la sua vocazione all’eccellenza, ad esempio, in campo materno-infantile, cardiovascolare (nel dicembre dello scorso anno è stata avviata ex novo l’attività cardiochirurhgica) , delle neuroscienze . “E’ una dimensione – spiega Bertoglio – che ci conferisce una responsabilità forte: quella di trasformare le risorse che i cittadini ci assegnano, attraverso la fiscalità generale, in valore pubblico; in prestazioni, appunto, percorsi di cura, opportunità di salute attestate ai massimi livelli di qualità. Il tutto senza sprechi e inefficienze”. “Forse, proprio per questo, la nostra Azienda – chiosa Ambrogio Bertoglio – non può e non deve fermarsi; deve crescere o , meglio, deve essere un laboratorio in crescita. Un’impresa che sa di non essere arrivata e che si pone costantemente alla ricerca di qualcosa di più”.

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Expo 2015, occasione da non perdere COSTRUIAMO IL FUTURO MAGAZINE

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APERTE LE PORTE DELLA FONDAZIONE COSTRUIAMO IL FUTURO

Opportunità di lavoro, interventi infrastrutturali attesi da anni, riqualificazioni di quartieri e innovazione. Gli interventi dell'ingegner Renzo Gorini, Direttore Infrastrutture e dell'architetto Matteo Gatto, direttore del settore tecnico del progetto

“L’Expo 2015 va inteso in due modi – ha spiegato l’ingegnere Gorini - Una serie di opere che verranno realizzate da altre società nel tavolo Lombardia presieduto dalla Regione e sono: le opere di viabilità e di rete ferroviaria che comportano un investimento di 12 miliardi di euro tutte da realizzare entro il 2015 e solo in parte funzionali all’esposizione. Quest’ultima è stata l’occasione per accelerare dei processi e dei finanziamenti per opere che storicamente nel territorio della Lombardia dovevano essere realizzate tra le quali due interessano direttamente questo territorio, una è la realizzazione della Pedemontana che consentirà a tutte le zone nord della Lombardia di transitare in direzione ovest senza dover soffrire più il collo di bottiglia attuale e il completamento della direttrice Rho – Monza. Entrambe le opere porteranno a questa zona un beneficio in termini infrastrutturali. Ci sono in oltre tutte le altre opere che dovranno essere realizzate dalla Expo 2015, che si possono vedere sul sito e comportano interventi in realizzazione di opere e arredi. Il lavoro più difficile coincide con le progettazioni esecutive, l’organizzazione degli appalti e la realizzazione delle opere in cinque anni di tempo. Nei primi due: realizzare e organizzare progettazioni e appalti. Gli altri tre per la realizzazione

Da sinistra: ing. Lino Iemi, ing. Renzo Gorini, Soci e amici della fondazione che hanno partecidr. Stefano Carugo (moderatore), arch. Matteo Gatto. pato alla serata.

delle opere che comportano una cantierizzazione molto grossa. L’orientamento adottato prevede la realizzazione di diversi lotti sull’ordine 50 60-70 miliardi di euro in modo che possano concorrere a queste opere anche imprese di taglio medio, è interessante il fatto che possano essere imprese locali a realizzarle ma che non potranno essere favorite a livello legislativo”. L’architetto Gatto ha invece presentato le opere che vedono impegnata la società Expo 2015 attraverso: “Sono tre la opere che la società deve realizzare: sito espositivo un milione di metri quadri molto infrastrutturato, parco dell’expo – via dell’acqua, percorso all’interno

della città. L’obbiettivo è creare un expo molto innovativo, diverso dal passato, non deve essere solo luogo d’innovazione e fiera campionaria, ma portare al centro del dibattito un tema d’interesse centrale al livello mondiale e sarà: nutrire il pianeta. Energia per la vita (tema sul cibo e sulla nutrizione: problemi, cultura, tradizione, educazione). Sarà un expo non monumentale ma di celebrazione del tema in tutte le sue parti. Cinque architetti importanti realizzano un contenitore adatto al contenuto, l’esperienza vissuta in tutte le direzioni, esperienza tattile e coinvolgente, immersiva. Geometria molto semplice, quella romana del cardo e del decumano, intorno

ai quali saranno posizionate l’acqua con i navigli ed elementi paesaggistici molto forti. La squadra è formata da ragazzi molti giovani (segnale di novità). Protagonismo dei paesi del mondo (130-140) che potranno portare i loro contributi, tutti su un unico percorso (punto di novità) con le stesse possibilità di rappresentatività. Alcuni padiglioni saranno realizzati direttamente dai paesi esponenti, altri invece dovremo costruirli noi per i paesi medi a cui li affitteremo e per i paesi poveri a cui li regaleremo. Al mercato rivolgiamo una gara per costruire un catalogo che valorizzi l’eccellenza brianzola e lombarda che poi viene dato ai paesi e sceglieranno i loro arredi etc. all’interno del budget stabilito con materiali innovativi e competitivi e riciclabili. I paesi avranno anche un spazio all’aperto e apriranno anche una cucina tipica. Sul cardo si snoderà il percorso dell’italia. In testa al percorso ci sarà il palazzo per le cerimonie e l’accoglienza delle autorità. Ci sarà molta attenzione al comfort e all’ospitalità nel percorso. Però è un progetto molto spostato sull’ovest che taglia un po’ fuori il Lambro. Importanza anche alla valorizzazione e al recupero del territorio circostante a Milano”. ARIANNA VIMERCATI


L’uomo che visse due volte

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INTERVISTA A SERGIO LONGONI

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Sergio Longoni può essere considerato un archetipo di quella particolare tipologia che è l'imprenditore. Capace di dar vita a un’importante azienda, di venderla e di farne nascere un'altra di paragonabile valore

Articolo tratto da “In Europa” del gruppo Netweek in data 26/01/2009 a firma Giuseppe Pozzi Tutto nasce nell'ormai lontano 1972. È allora che rileva il negozio di calzature di papà Ambrogio... Sì, anche se non lo avrei mai pensato. Perché? Fino ad allora mi ero dedicato ad altro. Qual è stato il suo primo lavoro? Ho cominciato da un elettrauto. Ma sono durato solo un anno. Non le piaceva? Diciamo che non ero un buon cliente per le scuole: ero un po' ribelle. E non le ho nemmeno finite. Quindi? Ho provato il lavoro in fabbrica, come attrezzista, fino a quando sono partito a militare. Poi mi sono dedicato all'attività commerciale. Ma non con mio padre. Andavo in giro per l'Italia a vendere calzature per i negozi. Il settore è lo stesso. Il passaggio non deve essere stato difficile. Mah, dico la verità: avevo davvero un po' di paura a rilevare l'attività di mio padre. Fino ai primi anni Cinquanta si lavorava bene, ma poi le cose erano cambiate: si era in continua difficoltà. Ai miei genitori dicevo sempre: questo mestiere non lo farò mai. Invece... Non avendo alternative, mi sono dovuto adattare. Con i soldi messi insieme negli anni prece-

denti ho ristrutturato il negozio e ho inserito sci, scarponi e altri attrezzi per andare in montagna, la mia passione. E sono partito. Quanto ha giocato la passione e quanto la razionalità? La passione è stata importante. Però inserire gli articoli sportivi si è rivelata anche un'opportunità. Poi mi ha aiutato molto quello che avevo imparato, in termini di marketing e pubblicità, negli anni precedenti. Diciamo che qualche innovazione non è mancata, compreso l'andare in giro con l'auto a lanciare i volantini. Ma avevate qualche segreto particolare? Diciamo che il nostro punto forte erano i prezzi concorrenziali. Potevo anche acquistare grandi quantità e riuscivo a venderle. Ricordo i primi sci che ho comprato in un negozio di Barzio, in Valsassina. Li vendetti tutti. O quando ho ritirato in blocco 8.000 paia di sci "Lamborghini". In negozio non ne è rimasto uno. A Barzanò, nel 1991, prima di aprire gli altri punti vendita, abbiamo venduto 18.500 paia di sci. La gente arrivava da tutta italia a comprare da noi». Ma perché allora cedette l'attività? (Ci pensa un attimo). Non lo so... Forse avevo bisogno di riposarmi... Avrei fatto meglio a pren-

Quella passione per il Bene Comune SUSSIDIARIETÀ

Gli interventi di Gabriele Toccafondi e Ugo Sposetti

L’Intergruppo Parlasta caratterizzando in mentare per la Sussidiauna produzione legislarietà è forse il gruppo più tiva che ci auguriamo longevo all’interno del possa concludere il perParlamento Italiano. corso in tempi brevi. Nasce nel 2003, due Prima fra tutte le proLegislature prima di queposte, la stabilizzazione sta, ad opera di una dedel “5x1000” (provvecina di Parlamentari (la dimento sostenuto sin maggioranza oggi ancora dall’inizio – 2006 – dalin carica) tra i quali Lupi, l’Intergruppo), che ha Casero, Volontè, Readimostrato tutta la sua Da sinistra: Gabriele Toccafondi e Ugo Sposetti. lacci, Bersani, Letta E. importanza sia in terL’idea è originale, individuare spazi di lavoro mini di partecipazione dei cittadini sia di uticomune tra diversi schieramenti per affermare lizzo da parte di enti non profit. e sostenere la sussidiarietà nell’attività legiPoi a valorizzazione di piccoli comuni, faslativa. cilitazioni fiscali per il rientro di talenti dalIl termine sussidiarietà è certo cacofonico, l’estero, agevolazioni fiscali in favore di ma molto importante: riguarda il tasso di li- cooperative di lavoro nelle carceri, facilitabertà della società civile nei confronti dello zioni e de burocratizzazione per favorire il lastato in tutte le sue articolazioni territoriali e voro di disabili, la responsabilità sociale di funzionali. impresa. I promotori dell’Intergruppo hanno invitato Ciascuno di questi “temi” è seguito e porad aderire tutti i colleghi (oggi se ne contano tato avanti con passione dai Promotori, in un oltre 300 tra Deputati e Senatori). La segrete- coinvolgimento fattivo dei Colleghi e delle ria scientifica è affidata sin dalla costituzione parti sociali. L’augurio che in conclusione alla Fondazione per la Sussidiarietà. facciamo a noi stessi ed alla politica tutta è di Nelle precedenti legislature l’Intergruppo si non perdere mai la passione per il Bene Coè distinto per numerosissimi momenti di ap- mune, unica che possa consentire una politica profondimento sulle tematiche di attualità e di non urlata ed una vera costruzione anche parlegislazione. tendo e militando in schieramenti differenti e Entrambi i sottoscritti si sono impegnati in spesso contrapposti. prima persona per rendere sempre più efficace e approfondito il lavoro dell’Intergruppo. In GABRIELE TOCCAFONDI effetti in questa ultima legislatura l’attività si UGO SPOSETTI

dermi un mese di vacanza sull'Himalaya, in giro per trekking. Era da circa due anni che ci seguivano. All'inizio un po' per curiosità e un po', dal mio punto di vista, per capire quanto valevamo. Li avevate contattati voi? No, ci avevano cercato loro... Stavano cambiando le cose. Anch'io mi chiedevo spesso se ero in grado di mantenere in piedi una struttura del genere: eravamo arrivati a una ventina di punti vendita. Non so, credo di aver ceduto più per stanchezza che per convinzione. Forse bastava mettere qualche persona giusta al posto giusto. Mi sembra ci sia un po' di rimpianto... Sì, avrei dovuto aspettare un po' e ragionare a mente fredda. Comunque, allora mi è sembrato giusto così. In realtà nel 1999 non ha venduto tutto: si era tenuto il 25% della società. Ed ero pure presidente e amministratore delegato con alcune deleghe specifiche: commercio, sviluppo e marketing. Fino a quando ha resistito? Nel luglio 2001 ho aperto il 23° negozio, poi a

novembre ho lasciato la carica di presidente e amministratore delegato e nel successivo febbraio sono uscito completamente dal Consiglio della società. A luglio 2002 la "Longoni Sport" veniva venduta alla "Giacomelli" senza che nessuno mi chiedesse nulla e io, il mese dopo, finito il mio patto di concorrenza che avevo sottoscritto, sono ripartito con la mia nuova società. È tornata la voglia? Sì. Ma non mi chieda come, perché non glielo dico. Spirito di vendetta? No. Nessuno mi ha detto di andare via. Anzi, si sono stupiti che lasciassi i miei interessi nelle mani di altri. Però, un po' di desiderio di rivincita c'era. Ma sì, forse un po' di spirito di rivalsa... La verità, però, è che mi mancava questo mondo. Una mancanza che mi è risultata evidente appena ho deciso di lasciare. Quanti punti vendita avete? Una dozzina col marchio "DF Sport Specialist" (D e F stanno per i nomi delle figlie, Daniela e Francesca, ndr.), tre col marchio "Blufrida" e due come "Bicimania". Certo ritrovarsi il proprio marchio come concorrente... Non fa un po' male? Adesso no, visto che stanno cercando di valorizzarlo. Certo è un concorrente ancor più temibile. Me lo dimostra la gente che incontro.

GIUSEPPE POZZI


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COSTRUIAMO IL FUTURO MAGAZINE

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Infrastrutture: risorsa vitale per il territorio IL PRIMO STUDIO REALIZZATO DALLA FONDAZIONE

Il progetto consiste nell’esaminare la realtà delle province di Lecco e Monza Brianza. Una zona di grande intensità imprenditoriale, ma che presenta ancora alcune carenze. Abbiamo chiesto il parere a due nostri soci, Marino Sesana e Giovanni Beretta

Un paesaggio della Brianza.

GIOVANNI BERETTA

Le nostre merci sono dirette in Lombardia e solo su strada perché altre alternative non ci sono. Soffriamo come gli altri di tanti problemi assurdi legati alle infrastrutture: partendo dal meratese chi deve andare a Milano verso la tangenziale nord deve per forza transitare da Monza mentre sarebbe più facile andare ad Agrate; soltanto che lì si è costretti ad attraversare il paese per entrare al casello quando avanti a cento metri passiamo sopra l'autostrada Milano Brescia, basterebbe fare un raccordo per cui si possa entrare in tangenziale e si possa uscire direttamente a Milano. Un altro collegamento critico è tra la tangenziale che arriva ad Usmate e la Valassina al-

«Una regione ben dotata di infrastrutture avrà un vantaggio comparato rispetto ad una meno dotata e questo si tradurrà in un più elevato Pil regionale pro-capite o per persona occupata e/o anche in un più elevato livello di occupazione. Da ciò consegue che la produttività, i redditi e l’occupazione regionale sono funzione crescente della dotazione di infrastrutture». Il progetto che si vuole elaborare, consiste nell’esaminare la realtà delle province di Lecco e Monza Brianza, area unica nel panorama italiano in quanto zona con grande intensità imprendito-

l’altezza di Nibionno. Si aggiunga anche l’ottocentesco ponte S. Michele di collegamento tra le province di Lecco e Bergamo che ti costringe a passare da Brivio o da Agrate. In ogni caso il traffico in pochi anni è davvero cambiato: il peggiore è quello che sta fermo perché genera inquinamento e deprezza il valore delle case circostanti. Il paesaggio non risentirebbe delle nuove infrastrutture se si mantenesse l'intangibilità del verde agricolo e si interrassero tratti di queste strade. Non si può obbligare nessuno a caricarsi più persone in una macchina per andare a lavorare insieme perché ci sono esigenze diverse soprattutto in un territorio come il nostro di piccole aziende. Questa non è una soluzione, sono idee “verdi”, belle ma che non servono a nulla.

Un progetto di viabilità per le arterie stradali di Monza e Brianza.

riale ma che denota carenze nell’ambito delle infrastrutture. Lo studio intende far emergere che questo territorio proprio per le sue peculiarità risulterebbe adatto per sperimen-

tare nuove forme di sviluppo infrastrutturale. L’obiettivo è quello di tradurre gli spunti ricevuti in azioni concrete, legislative e culturali, volte a contribuire fattivamente al miglioramento del quadro infrastrutturale esistente, valutando la possibilità di costituire nell’area presa in esame una sorta di “incubatore” sperimentale dove testare possibili soluzioni innovative. Abbiamo chiesto un parere sulla situazione attuale a due soci della Fondazione: Marino Sesana di BetonVilla (Merate) e Giovanni Beretta dei Salumi Bermis (Missaglia).

MARINO SESANA

Le infrastrutture a lungo promesse e oggi in cantiere sono fondamentali sia per gli utenti che come opportunità di lavoro, in particolare la Pedemontana. Rappresentano degli appalti significativi per qualsiasi impresa di costruzioni: questi cantieri ci interessano, vorremo possibilmente realizzarne delle parti non come subappaltatori ma i ribassi eccessivi lasciano poche prospettive. Grazie a queste realizzazioni si potranno ampliare le zone di lavoro in altre province, ad esempio quella di Varese. Principalmente il nostro raggio è la Lombardia ma abbiamo commesse in tanti altri territori che ci costringono ad attraversare

CARLO CAZZANIGA

Milano, è impensabile partire con i mezzi dopo le sei di mattina. Il treno lo utilizziamo per viaggiare verso Roma ma tutte le nostre merci transitano su gomma con circa cento autocarri costretti a partire alle quattro di mattina per evitare il traffico e rifornire gli stabilimenti di calcestruzzo a Lecco, nel Milanese ma anche nella Bergamasca: partono dalla cava di produzione degli inerti per arrivare agli stabilimenti di confezionamento del calcestruzzo da cui in seguito si muovono le betoniere. La Pedemontana è stata troppo ostacolata, ora è più che mai necessaria e per questo sono anche favorevole al pagamento di pedaggi adeguati.

A.G. BELLAVITE: CULTURA E TRADIZIONE, VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO, TUTELA DELL’AMBIENTE La vocazione territoriale è insita nella filosofia aziendale di A.G. Bellavite di Missaglia, come per la Fondazione Costruiamo il Futuro, a cui è affiliata. Dal 2003, anno della sua fondazione, l’Associazione è attiva nella valorizzazione dei beni culturali, naturalistici e ambientali e nella riscoperta delle tradizioni locali: così, nella sua evoluzione da piccola tipografia a impresa di qualità nel mercato italiano della stampa, A.G. Bellavite non ha rinunciato alla propria identità di azienda radicata nel territorio, attenta alle esigenze della comunità e dell’ambiente in cui opera. Consapevole della responsabilità economica, sociale e ambientale di cui è investita ogni azienda indipendentemente dal livello in cui agisce – locale o nazionale –, A.G. Bellavite da sempre include nella propria strategia imprenditoriale il rispetto del territorio, che conosce a fondo e al quale è capillarmente legata da più di cento anni. Ciò si traduce nella promozione e nel sostegno di iniziative benefiche e culturali, nel finanziamento di borse di studio e nell’attenzione alle attività svolte dalla comunità locale. A.G. Bellavite sostiene, tra gli altri, l’Associazione Fabio Sassi, il Comitato Maria Letizia Verga Onlus per lo studio e la cura della leucemia del bambino; nel 2007, inoltre, ha istituito il “Fondo A.G. Bellavite per i minori con problematiche” in collaborazione con la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza. A partire dagli anni Ottanta, sotto la guida di Paolo Bellavite, attuale presidente e direttore generale, l’impresa ha avviato una radicale ristrutturazione tecnica e qualitativa, passando dal sistema artigianale tipo-

Paolo Bellavite

grafico a quello industriale litografico e avvalendosi dei supporti tecnologici più avanzati. L’ampliamento della struttura produttiva ha portato la superficie utile complessiva a circa 4000 metri quadrati, consentendo l’installazione di nuove macchine per soddisfare ogni esigenza in modo rapido ed efficace: stampa offset a 5 e 10 colori con verniciature – e digitale – di cataloghi, brochure, riviste, libri, e più in genere, materiale di comunicazione. Completano il ciclo produttivo i reparti di prestampa e dopostampa. L’acquisizione della Tipografica Sociale, storica azienda monzese, ha inoltre ampliato l’offerta con l’inclusione della stampa offset a bobina. Nel 1990 A.G. Bellavite entra nel mondo dell’editoria: l’azienda brianzola si impegna

ancor più attivamente nella diffusione della cultura e della tradizione, pubblicando volumi di storia locale ma anche di respiro nazionale, per scoprire o “riscoprire” il territorio con occhi nuovi. In quest’ottica, nel 2004 nasce Vivere, Monza Lecco e Brianza, un periodico d’informazione, approfondimento, attualità, cultura e tempo libero, rivolto a chi desidera vivere da protagonista il territorio. A.G. Bellavite è anche l’editore della rivista Stile Alpino, fondata e diretta dal Gruppo Ragni di Lecco, e collabora con Brianze, periodico di cultura locale, pubblicato dalla Cooperativa Aretè. Contemporaneamente, si propone come partner competente e affidabile per la realizzazione di pubblicazioni monografiche e istituzionali, in collaborazione con enti, aziende, associazioni.

Rispetto del territorio è anche sensibilità ecologica, quindi ambiente sostenibile. Per A.G. Bellavite è la filosofia GreenPrinting: dal 2008 l’azienda di Missaglia è impegnata in una politica di sostegno della ricerca e concentra gli sforzi nella prevenzione dell’inquinamento e la mitigazione dell’impatto ambientale del proprio processo produttivo. Attua quindi scelte operative che comportano l’utilizzo di materiali – lastre, carta, inchiostri, imballi – a basso impatto ambientale, l’uso di mezzi di trasporto a bassa emissione inquinante e l’installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia rinnovabile. Questo si traduce nella scelta di carte TCF o ECF (totalmente o parzialmente prive di cloro) e FSC (Forest Stewardship Council, marchio che identifica prodotti provenienti da foreste gestite in maniera corretta e responsabile, secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici). Nel 2009 A.G. Bellavite ha deciso di andare oltre: Vivere, Monza Lecco e Brianza è diventata a Impatto Zero, compensando le emissioni di CO2 con la creazione di nuove foreste, insieme alle riviste Stile Alpino e Brianze. È un percorso innovativo in continua crescita, che interpreta e anticipa le esigenze del territorio con soluzioni efficaci e intelligenti. A.G. Bellavite è quindi un’azienda al servizio della sua comunità, perché ne promuove lo sviluppo economico e culturale nel rispetto dell’ambiente e delle sue risorse, valori che da sempre costituiscono l’anima della Fondazione Costruiamo il Futuro.


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