V EDIZIONE SUMMER SCHOOL
attualità
VIII edizione premio - MONZA BRIANZA
Giovani e politica
“Scuola: è giusto cambiare. Oggi si deve imparare dal lavoro”
Non profit: segno positivo a cui guardare
L’evento è andato in scena a Sorrento dal 25 al 27 settembre. Tra i relatori, Tony Capuozzo, Paolo Del Debbio e Beatrice Lorenzin.
Gabriele Toccafondi, Sottosegretario all’Istruzione, ci spiega l’importanza dell’alternanza istruzione - lavoro introdotta dalla nuova riforma.
I vincitori del Premio Costruiamo il Futuro. Premiate 16 associazioni e due volontari.
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Costruiamo il Futuro News - Supplemento a Mediastore Italia - Anno 17 - n.11 Novembre 2015 - Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 - Conv. in L. 46/2004 - Art.1 Comma 1 - LO/MI Registrazione al Trib. di Milano n.536 del 12 agosto 1999 - Editore: Frimedia S.r.l. - Stampa: Bellavite - (Missaglia) - Redazione: Palazzo di Vetro, C.so della Resistenza, 23, 20821 Meda (MB) -Tel. 0362/600463-4 - Fax 0362/600616
ANNO 6 - N.3 /2015 - periodico della fondazione costruiamo il futuro - DIRETTORE RESPONSABILE: ANGELO FRIGERIO
Il presepe: simbolo di libertà
“Il preside di Rozzano dice che la scuola è laica? La scuola è pubblica e nella nostra vita pubblica c’è Natale, il presepe e i nostri canti”. Ho commentato con questo tweet l’assurda vicenda, purtroppo non isolata, di un dirigente scolastico che dice di voler tutelare i non cattolici vietando che tra le pareti di una scuola possano vedere un Presepe o ascoltare parole come “Astro del ciel, pargol divin…” oppure “Tu scendi dalle stelle…”. La scuola è laica è argomento, oltretutto, ipocrita, perché fintamente imbevuto di neutralità e invece impregnato di laicismo, di un preciso orientamento culturale che l’Europa conosce da almeno due secoli. Non sto qui a spiegare che se non ci fosse il cristianesimo non esisterebbe neanche il con-
cetto di laicità, né che la sua versione francese è carica di un anticlericalismo che, ad esempio, non c’è nella sua applicazione americana (chi volesse approfondire può rileggere il bellissimo “Discorso alla città di Milano” del nostro arcivescovo, il cardinale Angelo Scola, del 6 dicembre 2012). Io voglio sottolineare due cose: primo, perché ho usato l’aggettivo “pubblica” e, secondo, perché non sono andato a manifestare davanti a quella scuola, come invece altri politici hanno fatto. La scuola è pubblica e il cristianesimo è un fatto pubblico, intimamente personale ma non privato, pubblico proprio perché risponde alla domanda più vera di una persona: che senso ha vivere? Il cristianesimo, come diceva Benedetto
XVI ai deputati inglesi, ha il diritto, se non il dovere, di stare sulla scena pubblica con tutta la ricchezza della sua tradizione, della storia del suo contributo a una convivenza più umana. Diceva Papa Ratzinger: “Senza il correttivo fornito dalla religione, infatti, anche la ragione può cadere preda di distorsioni, come avviene quando essa è manipolata dall’ideologia, o applicata in un modo parziale, che non tiene conto pienamente della dignità della persona umana. Fu questo uso distorto della ragione, in fin dei conti, che diede origine al commercio degli schiavi e poi a molti altri mali sociali, non da ultimo le ideologie totalitarie del ventesimo secolo. Per questo vorrei suggerire che il mondo della ragione e il mondo della fede – il
mondo della secolarità razionale e il mondo del credo religioso – hanno bisogno l’uno dell’altro e non dovrebbero avere timore di entrare in un profondo e continuo dialogo, per il bene della nostra civiltà”. Per questo ho difeso il diritto di fare il presepe in quella scuola. Per questo stesso motivo non accetto che il Presepe diventi una bandiera, né di una parte politica, né una nuova armata militare o culturale che sia. Il Natale è una possibilità di incontro offerta a ciascuno di noi, una proposta alla libertà di ogni uomo che ha la sua credibilità nella vita di chi lo accoglie. Buon Natale! MAURIZIO LUPI
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Costruiamo il Futuro Magazine - N.3/2015
2 l’intervista al socio
“Le nostre porte sono come un abito sartoriale. Il segreto? Puntare all’eccellenza” Alberto Sandrinelli, titolare della SA.PO Legno, racconta la storia e la filosofia della sua azienda. Che non ha dipendenti, ma collaboratori di valore. Presente sul mercato dal 1973, prima con il padre Giorgio Sandrinelli e con il suo socio Aldo Pozzi, la SA.PO Legno, oggi rappresentata dai fratelli Alberto e Fabrizio Sandrinelli, è una piccola realtà imprenditoriale della provincia di Varese che pone al centro del suo mondo la commercializzazione di prodotti di eccellenza del Made in Italy nel campo edile, quali porte da interni e serramenti in legno, pvc e alluminio. Alberto Sandrinelli, titolare dell’azienda e nuovo socio della Fondazione Costruiamo il Futuro, ci ha aperto le porte, nel vero senso della parola, della sua azienda. “La passione e l’esperienza che abbiamo maturato nel corso degli anni in cui abbiamo affiancato nostro padre sono i cardini e la filosofia che ci accompagnano tutti i giorni nello svolgere al meglio la nostra funzione di imprenditori sul territorio, in un periodo di grandi cambiamenti nell’attuale visione di un mercato globalizzato. I prodotti che ci rappresentano coprono il mercato medio, ma soprattutto quella fascia alta le cui aspettative sono di avere un “abito sartoriale” unico e non replicabile. Qui nascono le nostre esperienze con i maggiori studi di architettura e progettazione. Oggi più che mai lavorare nel settore dell’edilizia richiede che le persone come individui, e le aziende, cambino con estrema velocità i propri modi e stili affinché entrambi siano parte preminente di rapidi cambiamenti. Parola d’ordine e focalizzazione di impresa nella nostra vita lavorativa è valorizzare al massimo, nel rispetto delle regole reciproche, le “risorse umane” nella molteplicità delle funzioni e mansioni all’interno dell’azienda. Dato per ovvio che il prodotto finale del ciclo lavorativo dell’insieme delle aziende presenti sul mercato fornisce al mercato stesso una qualità con un valore intermedio alto (in funzione anche delle certificazioni richieste in ambito nazionale ed internazionale),
Alberto Sandrinelli
sono il metodo di lavoro e gli individui che lo attuano che danno quel valore aggiunto fonte di differenza tra i vari generi merceologici. Nella nostra azienda, e lo dico con un certo orgoglio, non esiste la figura del dipendente fine a se stesso con mansione preordinata. Mi piace invece pensare, e attuare in
fase pratica, che siano tutti collaboratori finalizzati all’esecuzione di un unico progetto. Detto ciò, persone estremamente motivate e adeguatamente formate rappresentano un’officina di idee innovative sotto il profilo tecnico e del design. Come conseguenza di ciò si riscontra anche una migliore organizzazione lavorativa in termine di tempo e di comunicazione interna aziendale, con la possibilità di applicare la filosofia del lavoro in team. Piccole realtà satellitari di zona che gravitano intorno alla provincia di Varese sarebbero viste, altrimenti, solo come artigiani locali invece che come piccole eccellenze del Made in Italy, cosa che avviene quando hanno la possibilità di lavorare in simbiosi. Questo sarà il nostro scopo nei prossimi anni. Un punto su cui non accetto compromessi è che dalla nostra azienda esca un prodotto senza un trattamento ecologico certificato. Sono anche fiero che alla SA.PO Legno non venga trascurato l’aspetto di impegno nel sociale e morale nell’esercizio dell’impresa, fattori indispensabili per non dimenticare che siamo una piccola particella di un mondo che ha bisogno di piccole cose e non di massimi sistemi poco attuabili. Ci sono tante persone che ci hanno dato molto in questi anni non facili, a livello imprenditoriale, aiutandoci a migliorare e a sviluppare progetti che da soli non saremmo stati in grado di eseguire. A tutte queste persone va il mio ringraziamento. Sembra poco un grazie, ma è sinonimo di un’immensa riconoscenza che non verrà mai dimenticata e ci accompagnerà nel Dna aziendale. Oggi, alla soglia dei miei cinquant’anni anni, non me la sento di dare consigli, ma un pacato suggerimento a un giovane che potrebbe essere anche uno dei miei figli sì. Nella mia vita lavorativa, a contatto con le persone, ho imparato ad essere fiducioso verso il futuro. è fondamentale però che alla base ci sia umiltà di imparare e lungimiranza di progettazione”.
A cena CON IL MINISTRO GALLETTI
aforismi brianzoli
Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è stato gradito ospite della tradizionale cena soci estiva della Fondazione Costruiamo il Futuro che si è svolta lunedì 13 luglio presso il ristorante Pierino Penati di Viganò.
Chi non prega Gesù, prega il diavolo. Essere ricchi, permette di sbagliare. Da poveri, non bisogna sbagliare mai! La paura è il primo passo verso la servitù. Compromesso = che è sceso a patti, che ha collaborato con chi è moralmente screditato. Compromesso = cedimento morale in vista di un vantaggio pratico. Se a ciascun l’interno affanno si leggesse in fronte scritto, quanti mai, che invidia fanno, ci farebbero pietà! Metti il tuo denaro a garanzia delle tue parole. Chi deve generare la nostra retribuzione ? Rettitudine, coerenza, razionalità. La verità fa male per poco, una bugia per sempre. La miseria non dà autorità Sine sole sileo Parva jed apta mihi. Hic manebimus optime Chi di gallina nasce, convien che razzoli. Esperienza : è il vocabolo con il quale gli uomini battezzano i propri errori. Il divorzio è il sacramento dell’adulterio. Le persone oneste ed intelligenti, difficilmente fanno una rivoluzione , perché sono sempre in minoranza. Se paghi le persone per non lavorare ed invece le tassi quando lavorano, non sorprenderti se c’è la disoccupazione. Una nazione che si tassa nella speranza di diventare prospera è come un uomo con i piedi nel secchio che cerca di sollevarsi tirando il manico. Il governo non è la soluzione, è il problema. Funzione propria del genio, è fornire idee ai cretini vent’anni dopo. giuseppe machiavelli
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Costruiamo il Futuro Magazine - N.3/2015 V edizione Summer School
I giovani e la politica Dal 25 al 27 settembre, a Sorrento, si è svolta la V edizione dell’evento. Tony Capuozzo, Paolo Del Debbio, Beatrice Lorenzin, Michele Valensise e Antonio Brugnaro, i relatori. “Le sfide di un mondo in movimento”, questo il titolo della quinta edizione della Summer School organizzata dalla Fondazione Costruiamo il futuro”, che si è svolta, come da tradizione, all’Hotel Hilton di Sorrento dal 25 al 27 settembre. Il filosofo/conduttore televisivo Paolo Del Debbio, il segretario generale della Farnesina Michele Valensise, il vescovo di Noto monsignor Antonio Staglianò, il giornalista Toni Capuozzo, il sindaco di Venezia Antonio Brugnaro e il ministro della Salute Beatrice Lorenzin si sono confrontati con 250 giovani provenienti da tutta Italia e con numerosi esponenti politici. Il sottotitolo della Summer School era una frase di Alexis Carrel, il grande chirurgo e biologo francese premio Nobel per la medicina che disse: “Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità, molto ragionamento e poca osservazione conducono all’errore”. Le sfide di un mondo in movimento chiedono di essere guardate senza paraocchi ideologici (ragionamento in questo contesto è sinonimo di schema pregiudiziale) o tornaconti politici che precludono la vera conoscenza della realtà. Perché è questa conoscenza che va promossa e invogliata in chi, giovane o meno, decide di impegnarsi in politica in forza di un impeto ideale. A guidare il primo momento di incontro è stato un
famoso giornalista italiano, reporter in tutti gli scenari di guerra e di crisi internazionale, Toni Capuozzo, a cui è stato chiesto di raccontare guerre e terrore. Paolo Del Debbio, docente universitario e conduttore di un noto talk show televisivo, è intervenuto con una lezione su “Etica, economia e politica, il difficile equilibrio”. A Michele Valensise, ambasciatore e segretario generale del ministero degli Affari esteri italiano, è stato affidato un titolo provocatorio, suggerito da una riflessione di papa Francesco sulla situazione internazionale: “La terza guerra mondiale a pezzi, le armi della diplomazia”; dopo il suo intervento Giovanni La Via, presidente della commissione Ambiente del Parlamento europeo e Fabrizio Cicchitto, presidente della commissione Esteri della Camera, si sono confrontati con le domande dei ragazzi. Papa Francesco e la sua enciclica “Laudato sii” hanno dettato anche il tema dell’incontro con il vescovo di Noto, mons. Antonio Staglianò: “Impresa, sviluppo e lavoro - sfruttare il mondo senza depredarlo”. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, infine, è intervenuta, con l’assessore regionale Mario Melazzini su un tema decisivo per il futuro dei sistemi di welfare: “È ancora possibile prendersi cura?”. La Summer School si è conclusa la mattina del 27 settembre con la celebrazione della Messa e l’intervento del Ministro Angelino Alfano.
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VIII edizione premio
I PREMI VINCITORI SOCIAle Cooperativa sociale LA GRANDE CASA premio di 5.000 euro Motivazione: Per sostenere il Centro Polifunzionale per la Famiglia, realtà fondamentale per giovani, bambini e famiglie del Comune di Macherio
in collaborazione con ENEL CUORE ONLUS
Associazione NATURE di SEVESO premio di 5.000 euro Motivazione: Per sostenere il progetto di accoglienza di mamme con bambini all’interno delle case seguite dall’associazione
in collaborazione con ENEL CUORE ONLUS
Cooperativa Sociale EOS di BESANA IN BRIANZA premio di 2.500 euro
Motivazione: Perché rappresentano un importante punto di riferimento per le famiglie che affrontano l’adozione e tutti i problemi legati all’adolescenza.
ASSOCIAZIONE MANO NELLA MANO di CAVENAGO DI BRIANZA premio di 2.000 euro
Motivazione: Per l’eccezionale lavoro di assistenza ai poveri del comune, attraverso la compagnia, il sostegno economico, la fornitura di alimenti ed altri servizi essenziali.
Associazione AMICI DI NINO BAMBINA di Monza premio di 1.000 euro
Motivazione: Perché offrono un supporto ed una compagnia unica ai tanti ragazzi disabili che frequentano la Cooperativa l’Iride di Monza
ASSOCIAZIONE AMICI DI LOLLO premio di 1.000 euro
Motivazione: Perché in seguito ad una difficile avventura personale hanno deciso con entusiasmo di mettersi insieme per aiutare tanti bambini
ASSOCIAZIONE CAV di Vimercate Premio di 1.000 euro
Motivazione: Perché difendono la vita affiancando e accompagnando le madri in difficoltà
Non profit: segno positivo a cui guardare Ecco i vincitori del Premio Costruiamo il Futuro/provincia di Monza e Brianza Tanti volontari e innumerevoli storie di solidarietà. E’ questo quello che si trova alla consegna dei riconoscimenti di ogni edizione del Premio Costruiamo il Futuro. Domenica 15 novembre è stata la volta dell’edizione della provincia di Monza e Brianza, l’ottava per la precisione, durante la quale sono state premiate 16 associazioni e due volontari. La cerimonia di consegna dei riconoscimenti, svoltasi all’interno dell’auditorium dell’Istituto Omnicomprensivo di Vimercate, è stata presentata da Maurizio Lupi: “Come diceva Madre Teresa di Calcutta questa è una goccia nel mare ma è ugualmente importante. Fondamentale raccontare e premiare queste associazioni, un segno positivo a cui guardare”. Partner di questa edizione del Premio è stata Enel Cuore Onlus che ha donato 10.000 a due associazioni per lavori di ristrutturazione. Il premio per le realtà di volontariato è una delle attività più longeve di Costruiamo il Futuro che, nei primi anni da associazione e poi da Fondazione, ha già raggiunto la tredicesima edizione a Lecco e l’ottava in Brianza. Il suo valore principale è di sostenere con contributi in denaro i progetti e le necessità che riscontrano quotidianamente le realtà legate al mondo del non profit. In altri modi poi, cerchiamo di diffondere il loro operato ad esempio con la pubblicazione di articoli sui giornali locali. Il nostro approccio è più possibile personale per conoscere direttamente e sul posto le persone che sono la struttura di questo sistema. Con un certo orgoglio desideriamo rendere noto che, sommando le due province, sono stati elargiti ben 535.000 euro in premi in denaro, premiando 226 realtà e assegnando 81 medaglie d’oro oltre a 71 forniture complete di materiale sportivo e alcuni premi ai volontari più giovani.
Associazione Amici di Lollo, con Lino Iemi e Concettina Monguzzi, sindaco di Lissone
Associazione Comitato Genitori Giovanni XVIII di Nova Milanese con Savina Frontino e Walter Bonalumi, responsabile del Giornale di Vimercate
Associazione L’ANZIANO PER L’ANZIANO Premio di 1.000 euro Motivazione: Perché assistono ogni giorno gli anziani del Centro Arcobaleno di Desio, organizzando per loro feste, uscite e momenti di divertimento
ASSOCIAZIONE IL MOSAICO di Giussano Premio di 1.000 euro Motivazione: Per l’importante opera di trasformazione e rivalutazione di un immobile confiscato alla mafia con un progetto che coinvolga tutta la cittadinanza.
Forniture Sport Ad Basket San Rocco di Seregno, Asd Rugby di Monza, Asd Oratorio San Giovanni Battista di Desio
ASSOCIAZIONE COMITATO GENITORI GIOVANNI XXIII di Nova Milanese Premio: un defibrillatore Motivazione: Per l’opera svolta all’interno dell’Istituto Giovanni XXIII per migliorare l’educazione dei propri bambini e ragazzi
VOLONTARI MERITEVOLI Motivazione: Per la straordinaria gratuità con cui da anni si dedicano ogni giorno agli altri
MARISA BOATI
dell’AssociazioneItaliana Parkinsoniani per il grande e assiduo sostegno ai malati
CAROLA CASTOLDI
del Centro per la Famiglia di Macherio per la passione e l’amore con il quale si dedica agli adolescenti che frequentano il Centro
Il pubblico presente alla manifestazione
Associazione Nature di Seveso con Ezio Cesana di Bcc di Carate Brian
I due testimonial: Danilo Goffi e Maurizio Lupi. Nella foto sotto: sindaci e amministratori locali durante il minuto di silenzio per le vittime dell’attentato a Parigi
I volontari meritevoli Marisa Boati, dell’Associazione Italiana Parkinso del Cpf di Macherio, insieme a Cherubina Bertola e Maurizio Lupi
PREMIO CONCORSO FOTOGRAFICO “SCATTA LA SOLIDARIETA” ASSOCIAZIONE SUB SENZA FRONTIERE di MONZA Premio: buono da 500 euro offerto da Sport Specialist Motivazione: Per l’energia con cui desiderano coinvolgere i ragazzi disabili nell’affascinante attività sportiva della subacquea
VINCITORI - SPORT Associazione sportiva dilettantistica DOWN ARCOBALENO ONLUS di MONZA premio di 1.000 euro Motivazione: Perché portano avanti con gioia ed entusiasmo una squadra di calcio per disabili
Associazione sportiva ORATORIO SAN GIOVANNI BOSCO di RENATE Premio: un defibrillatore
Motivazione: Perché offrono a tutti i ragazzi di Renate un posto dove poter svolgere attività sportiva, sempre attenti all’educazione ed alla crescita dei giovani
forniture sport 1. ASD BASKET SAN ROCCO di Seregno 2. ASD RUGBY MONZA 3. ASD ORATORIO SAN GIOVANNI BATTISTA di Desio
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Costruiamo il Futuro Magazine - N.3/2015
o - MONZA BRIANZA
nza
Associazione Amici di Nino Bambina di Monza, con Davide Oriani, Giuseppe Guarini e Marta Petenzi della Fondazione Comunità di Monza e Brianza
Associazione Cav di Vimercate con Corrado Boccoli, vicesindaco di Vimercate e Giuseppe Pagani del Csv di Monza e Brianza
Associazione Sportiva Dilettantistica Down Arcobaleno Onlus di Monza, con Cherubina Betola, Silvia Siboni della Fondazione Costruiamo il Futuro, e Danilo Goffi
Cooperativa Sociale Eos di Besana Brianza con Fabrizio Villa del comune di Besana Brianza e Umberto Frigerio di Bcc di Carate Brianza
Associazione Il Mosaico di Giussano con Stefano Viganò del comune di Giussano e Gianfranco Mattavelli di Costruiamo il Futuro
Associazione L’anziano per l’anziano con Assunta Betti, presidente della Casa del Volontariato e Martino Cervo, direttore del Cittadino
Si ringrazia
I NUmeRI DEL PREMIO Cooperativa Sociale La Grande Casa insieme a Maria Rosa Associazione Sportiva Oratorio San Giovanni Bosco di Renate con Redaelli del comune di Macherio, e Roberto Invernizzi, Luigi Pelucchi, vicesindaco di Renate vicepresidente della provincia di Monza e Brianza
oniani, e Carola Castoldi
13a edizione
8a EDIZIONE
provincia di lecco
Provincia di Monza e Brianza
In tutte le edizionI Abbiamo donato
535
Associazione Mano nella Mano di Cavenago, con Davide Oriani di Ricoh e Giacomo Biffi, assessore del comune di Cavenago
mila euro
226 71 Associazioni premiate
Associazione Sub Senza Frontiere di Monza con Roberto Invernizzi, vicepresidente della provincia di Monza e Brianza
Forniture sportive
81
Medaglie d’oro.
Costruiamo il Futuro Magazine - N.3/2015
6 attualità
“Scuola: è giusto cambiare. Oggi si deve imparare dal lavoro” Gabriele Toccafondi, Sottosegretario all’Istruzione, ci spiega l’importanza dell’alternanza istruzione - lavoro introdotta dalla nuova riforma. Ragazzi ragionate con la vostra testa. Basta slogan vuoti e buoni solo per qualche nostalgico, alla scuola serve imparare anche dal lavoro, anche dentro una azienda, anche provando a ‘fare’ e non solo a ‘teorizzare’; senza per questo “svendere” un bel niente. Chi manifesta è libero di farlo ma prima di lanciare slogan buoni solo per qualche striscione in bianco e nero dovrebbe sapere di cosa sta parlando. Ragionate con la vostra testa. La disoccupazione giovanile in Italia è circa del 40%, con punte del 60% in alcune zone. La dispersione scolastica viaggia intorno al 17% e nei tecnici o professionali, che dovrebbero avere un maggiore contatto con il mondo del lavoro, si hanno punte del 30%. Ci sono 2 milioni di ragazzi che dopo il diploma aspettano che qualcuno li chiami ma senza cercare perché scoraggiati. A fronte di questi dati che già da soli ci dimostrano che dobbiamo cambiare l’approccio tra scuola e lavoro, c’è un altro dato che conferma la necessità di cambiamento: oggi, solo in Italia, ci sono 40.000 posti di lavoro che le aziende non riescono ad occupare per mancanza di competenze e qualifiche. Se le cose non cambiano siamo al paradosso, ci sono molti ragazzi che scelgono scuole che per DNA dovrebbero avere un contatto vero tra scuola e lavoro, ma non trovandolo tanti lasciano, chi arriva in fondo scopre che le competenze imparate a scuola sono parziali e si ingrossa il 40% dei disoccupati
Gabriele Toccafondi
giovanili. Intanto però le aziende cercano ma non trovano ciò che serve ovvero qualifiche specifiche, competenze nuove e persone che sappiano stare nel luogo di lavoro. Questo vogliamo fare senza snaturare la scuola, l’istruzione il sapere e la conoscenza. Vogliamo far fare anche (e sottolineo anche) esperienza reale ai ragazzi di cosa sia il lavoro, delle regole e delle sue norme, di come si fa impresa, come si usa un programma Cad, una stampante 3D, un tornio o una tagliatrice laser senza averlo visto solo in un libro. Cosa voglia dire parlare inglese in pubblico, in un museo, di fronte ad un cliente in
azienda senza averlo solo parlato in classe. Cosa significhi fare azienda vedendolo nelle imprese insieme ad imprenditori veri o a ragazzi fondatori di nuove start-up e non solo studiando la storia o guardando le fiction sugli imprenditori italiani. Per questo dentro la Buona Scuola rendiamo obbligatoria l’alternanza nel triennio per 400 ore nei tecnici e professionali e 200 ore nei licei, ci sono 100 milioni per organizzare corsi di formazione per la sicurezza sui luoghi di lavoro rivolto ai ragazzi, per la formazione dei tutor che seguiranno i ragazzi, 45 milioni per i laboratori per l’innovazione,
nuovi laboratori aperti e legati al territorio, luoghi dove i nostri ragazzi potranno scoprire i loro talenti e le loro vocazioni attraverso l’acquisizione di competenze trasversali. Cari studenti, guardate a queste novità senza ideologia e preconcetti ma con estremo realismo, verificate voi direttamente nella scuola, con i vostri compagni e professori l’utilità di un contatto tra scuola e mondo del lavoro senza seguire slogan in bianco e nero che non hanno mai cambiato nulla. Gabriele Toccafondi Sottosegretario all’Istruzione
focus on
Insegnanti, politici e studenti: confronto sulla riforma della Buona Scuola Incontro di approfondimento con il sottosegretario Gabriele Toccafondi, l’onorevole Simona Malpezzi e l’imprenditore Giovanni Anzani. In un momento storico in cui diventa d’obbligo da parte dei giovani prendere in mano il proprio futuro la scuola si interroga e si propone come nuova guida. Per parlarne la Fondazione Costruiamo il Futuro ha organizzato un incontro con Gabriele Toccafondi, sottosegretario del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Simona Malpezzi, membro della VII commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati e Giovanni Anzani, imprenditore e presidente di Assarredo. “La Buona Scuola esiste già e voi ne siete la prova, il nostro compito ora è portarla su tutto il territorio nazionale – ha detto il sottosegretario Toccafondi – La cooperativa InPresa è un modello riconosciuto e indiscusso di quell’alternanza scuola-lavoro fulcro della riforma. Non dobbiamo avere paura di affiancare il sapere al saper fare, si fa esperienza sui libri ma anche stare in azienda è una scuola a tutti gli effetti. Il nostro problema è soprattutto culturale, ma i giovani hanno capito la strada e sempre di più cercano
istituti che siano a contatto con il mondo del lavoro. Anche per questo abbiamo l’obbligo di cambiare”. Il sottosegretario ha poi parlato del merito, e della necessità, ora realtà, che soltanto gli istituti risultati migliori ricevano contributi in base ad una valutazione oggettiva: “E’ fondamentale che avvenga un cambio di mentalità, altrimenti tutte le riforme del mondo possono fare poco. Io sono molto fiducioso”. L’onorevole Malpezzi ha invece sottolineato l’importanza di sapere cosa serve al territorio, dando anche più autonomia e fiducia ai dirigenti: “Il merito io lo chiamo premialità. Dovremmo introdurre la valutazione esterna dei docenti come accade, ad esempio, in Francia”. Il noto imprenditore Giovanni Anzani, sostenitore dell’alternanza scuola-lavoro, testimoniato anche dal suo diretto coinvolgimento nel polo formativo Legnoarredo di Lentate sul Seveso, ha evidenziato come non ci sia più il passaggio generazione di padre in figlio di un mestiere, ma come sia comunque
necessario che i ragazzi entrino in azienda preparati. Requisito importantissima per il loro futuro personale e all’interno della ditta. “L’alternanza scuola-lavoro funziona, noi lo sperimentiamo da anni – ha detto Davide Bartesaghi, amministratore delegato della cooperativa In-Presa, dove si è svolto anche l’incontro – Lo abbiamo fatto per necessità, cerchiamo di rimediare alla dispersione scolastica, cerchiamo di sostituire il fallimento Da sinistra: Simona Malpezzi, Gabriele Toccafondi, Giovanni Anzani e scolastico con il successo. Insegnan- Giovanni Santambrogio do un mestiere ai ragazzi trovano subito un lavoro”. L’incontro, svoltosi giovedì 22 ottobre, è stato moderato dal giornalista Giovanni Santambrogio. La serata è realizzata con il patrocinio di: Cooperativa sociale InPresa, Istituto scolastico Don Carlo Gnocchi, Fondazione Il Cavallo Rosso, Scuola La Traccia e Scuola San Carlo Borromeo. Si ringrazia FederlegnoArredo Eventi e il Polo Formativo Legnoarredo – Fondazione Rosario Messina.
Il pubblico di insegnanti e studenti che hanno partecipato all’incontro a
Mara Baiguini Carate Brianza
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primo piano
Cento giorni in prigione da innocente. La storia del manager Mario Rossetti “Giustizia è (s)fatta” è il titolo dell’incontro con un uomo che ha trascorso quattro mesi in carcere, tra San Vittore e Rebibbia. E altri otto ai domiciliari, prima di essere assolto.
Da sinistra: Sergio Luciano, Mario Rossetti, Maurizio Lupi e Piero Tony
Mario Rossetti è un manager, Piero Tony un magistrato in pensione. Non hanno nulla in comune. Giovedì 2 luglio hanno partecipato all’incontro “Giustizia è (s)fatta”, moderato da Maurizio Lupi e promosso dalla Fondazione Costruiamo il Futuro, per presentare i propri libri: “Io non avevo l’avvocato” e “Io non posso tacere”. Fatto singolare, i tre relatori – oltre a loro c’era Sergio Luciano, co-autore di Rossetti – si intendevano su tutto, tanto che Tony ha buttato lì la battuta più bella della serata: «Non c’eravamo mai visti prima, eppure siamo d’accordo su ogni cosa. Un pm non crederebbe mai che non abbiamo concordato prima le nostre versioni». 23 febbraio 2010, Milano. Alle cinque di mattina la Guardia di Finanza si presenta a casa di Mario Rossetti, ad di Cobra At, e lo arresta. Il capo d’imputazione è associazione a delinquere transnazionale. Gli consegnano l’ordinanza di 1.700 pagine dove dovrebbe essere spiegato perché lo arrestano, perché lo strappano alla sua famiglia, perché lo portano nel carcere di San Vittore imponendogli cinque giorni di isolamento giudiziario. Dovrebbe, ma nei fogli che Rossetti compulsa nervosamente non c’è il suo nome. In 1.700 pagine il suo nome non compare. Capisce solo che l’accusa c’entra
Il numeroso pubblico che ha partecipato all’incontro nella sala della BCC di Carate
qualcosa con la sua precedente occupazione in Fastweb, azienda che nel 1999 contribuì a fondare, e in cui non lavora più da anni. Assieme a lui sono coinvolti altri manager dell’azienda, tra cui l’ad Silvio Scaglia, che dall’estero si precipiterà con un volo privato per chiarire tutto e finirà in gattabuia senza troppi complimenti. «Perché mi arrestano?», si chiede Rossetti. Cinque anni dopo, quattro mesi in carcere e otto ai domiciliari, lo sputtanamento mediatico, il sequestro dei beni, centoquarantasette udienze, la risposta è: «Non lo so. Non ho ancora capito». È la risposta più assurda e, al tempo stesso, la più adeguata che si possa dare. «Quando sono arrivato quella sera a San Vittore – ha raccontato al convegno – ho visto su una televisione del carcere il Tg2 che dava come prima notizia l’arresto di 56 persone per il “caso Fastweb”. L’allora procuratore antimafia Piero Grasso parlava di una “delle più grandi truffe mai scoperte”. È stato in quel momento che ho capito che l’inchiesta era ormai mediatica. È stato in quel momento che ho compreso, scusate la parola, di essere fottuto». Per Rossetti si aprono le porte della cella 326, collocata nel sesto raggio – il più duro – di San Vittore. «Amo correre e passavo spesso accanto alle mura del penitenziario.
Vedevo la gente in fila davanti ai portoni e proseguivo sulla mia strada. Ora, dopo tutto quel che mi è capitato, non posso più fare così». E qui sta la tragedia del sistema giudiziario italiano, dove si è “colpevoli fino a prova contraria”.Niente dice che Rossetti sia implicato, eppure finisce dietro le sbarre. Non ci sono nemmeno gli elementi per la custodia cautelare (rischio di reiterazione reato, di inquinamento delle prove o di fuga. Il resto della storia di Rossetti è un labirinto, con i mesi passati in cella, poi ai domiciliari («un carcere per la tua famiglia»), il sequestro dei beni e dei conti correnti con la conseguente e umiliante necessità di dover elemosinare un aiuto fra amici e parenti (e per fortuna di Rossetti, lui ne ha avuti di straordinari) per poter mangiare un piatto di minestra. Il 15 febbraio 2013 la procura ha chiesto la condanna a sette anni di reclusione. Il 17 ottobre Rossetti è stato assolto per non aver commesso il fatto. Il 6 novembre la procura della Repubblica di Roma ha presentato appello. Ad oggi, non tutti i beni patrimoniali sequestrati dallo Stato gli sono stati restituiti. Quando Rossetti ha terminato di raccontare la sua vicenda al convegno, Tony ha confermato che tutto quanto era accaduto
al malcapitato è l’esatta descrizione di quel che è oggi la giustizia in Italia: «Dopo 45 anni in magistratura, dico che in Italia non esiste il processo, ma solo una prassi più o meno sapiente delle misure cautelari. È triste dirlo, ma è così. E continuerà ad essere così finché non cambierà qualcosa». ”Il libro di Tony, nato dopo un dialogo con l’attuale direttore del Foglio Claudio Cerasa, Io non posso tacere è, a suo modo, «un atto d’amore» verso la professione del magistrato: quel che dovrebbe essere, e quel che invece è diventata. Lo ha scritto un «magistrato certificato e autocertificato di sinistra», che nel 1996, da procuratore generale, in base alle prove che aveva in mano e non alle sensazioni che gli tambureggiavano in testa, chiese l’assoluzione per Pietro Pacciani, il Mostro di Firenze. Oggi, di fronte all’abuso della carcerazione preventiva, la discrezionalità dei pm, la politicizzazione delle correnti, il giacobinismo di certe procure, i “processi gogna”, Piero Tony ha deciso che non poteva più stare zitto. E così ha scritto un libro per mettere «nero su bianco» quello in cui crede. Ci fossero più Tony e meno casi Rossetti, potremmo pure fare a meno di quella riforma della giustizia che ci promettono da vent’anni.
START UP INNOVATIVE Criteri, agevolazioni fiscali e normative E’ stato introdotto in Italia, con il D.L. 179/2012, un quadro di riferimento per favorire la nascita e la crescita di start up innovative. Si tratta quindi una società costituita sotto forma di S.r.l., S.r.l.s., S.p.a., S.a.p.a. e Società Cooperativa che possieda i seguenti requisiti: maggioranza del capitale, sociale e dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria, detenuto da persone fisiche al momento della costituzione e per i successivi 24 mesi; costituita e operante da non più di 60 mesi; residente in Italia o in uno degli stati membri dell’Unione Europea o in Stati aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo; totale del valore della produzione annua, a partire dal secondo anno di attività, non superiore a 5 milioni di euro; non deve distribuire o aver distribuito utili; oggetto sociale esclusivo o prevalente, lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico; non costituita per effetto di una fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda. La società deve inoltre soddisfare almeno uno tra i seguenti criteri: sostenere spese in ricerca e sviluppo in misura pari o superiore al 15% del maggiore importo tra il costo e il valore della produzione; impiegare personale altamente qualificato per almeno un terzo della propria forza lavoro ovvero in percentuale uguale o superiore a due terzi della forza lavoro
complessiva di personale in possesso di laurea magistrale; essere titolare o depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale relativa ad una invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una varietà vegetale ovvero sia titolare dei diritti relativi ad un programma per elaboratore originario registrato presso il Registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore, purché tali privative siano direttamente afferenti all’oggetto so- Maurizio Dal Mas ciale e all’attività di impresa. Quello che contraddistingue queste nuove realtà è la possibilità di usufruire di agevolazioni normative e fiscali, in particolare hanno facoltà: di estendere di ulteriori dodici mesi il periodo di rinvio a nuovo delle perdite; di differire la decisione sulla ricapitalizzazione alla chiusura dell’esercizio successivo; di utilizzare, anche se costituite in forma di S.r.l., degli istituti civilistici ammessi solo nelle Spa; di offrire al pubblico quote di partecipazione anche se costituite in forma di S.r.l.; di derogare al divieto di operazioni
sulle proprie partecipazioni; di emettere strumenti finanziari forniti di diritti patrimoniali o anche di diritti amministrativi, escluso il diritto di voto nelle decisioni dei soci. Oltre alle facilitazioni normative ci sono poi anche agevolazioni di carattere fiscale quali: esonero dal pagamento dell’imposta di bollo e dei diritti di segreteria dovuti per gli adempimenti relativi alle iscrizioni nel registro delle imprese; esenzione da tassazione (e contribuzione) per i redditi derivanti dalla attribuzione a amministratori, dipendenti, collaboratori e fornitori delle imprese start up innovative di azioni, quote o titoli similari (si incentiva in questo modo la partecipazione diretta al rischio di impresa); deduzione o detrazione dal proprio reddito per gli anni 2013, 2014 e 2015 per le persone fisiche e giuridiche di una parte delle somme investite in imprese start up innovative, sia direttamente che attraverso fondi specializzati; possibilità di accedere gratuitamente e in modo semplificato al Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese.
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