Magazine Maggio 2014

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Hilton Sorrento Palace 12 - 14 LUGLIO 2014

ANNO 5 - N.3 - mAGGIO/GIUGNO 2014 - periodico della fondazione costruiamo il futuro - DIRETTORE RESPONSABILE: ANGELO FRIGERIO

Costruiamo il Futuro News - Supplemento a Mediastore Italia - Anno 16 - n.6 - Giugno 2014 - Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 - Conv. in L. 46/2004 - Art.1 Comma 1 - LO/MI Registrazione al Trib. di Milano n.536 del 12 agosto 1999 - Editore: Frimedia S.r.l. - Stampa: Bellavite - (Missaglia) - Redazione: Palazzo di Vetro, C.so della Resistenza, 23, 20821 Meda (MB) -Tel. 0362/600463-4-5 - Fax 0362/600616

SUMMER SCHOOL 2014

PRIMO PIANO

Formiamo i nuovi politici

“Vado in Europa... come ministro” Maurizio Lupi spiega le ragioni della sua scelta: “Avverto una grande responsabilità nei confronti dei miei elettori”. A pagina 2

SPECIALE PREMIO

LO SOLIDARIETà CAMBIA IL MONDO

Angelino Alfano

Una tre giorni in cui i giovani, under 35, potranno contribuire a stendere l’Agenda del Nuovo Centrodestra. Ad ascoltarli i big del partito. La Fondazione Costruiamo il Futuro promuove anche quest’anno la Summer School, giunta alla quarta edizione. L’iniziativa si terrà a Sorrento dal 12 al 14 luglio nella splendida cornice dell’Hotel Hilton ed è rivolta a tutti i giovani under 35 appassionati di politica e agli amministratori locali. Workshop tematici, testimonianze, gruppi di discussione e approfondimento con personaggi d’eccezione del mondo dell’imprenditoria e della cultura, professori, tecnici e politici animeranno l’evento. Titolo dell’edizione la frase di Adenauer: “Ciò che ci unisce è più grande di ciò che ci divide” a testimoniare come la politica sia da intendersi come la cura del bene pubblico al di là di sterili ideologie e facili stereotipi. “Sin dall’inizio del mio impegno in politica ho considerato la formazione come un elemento decisivo – ha detto Angelino Alfano – La politica si ‘im-

para’ sul campo, ma di questa fa parte anche lo studio, l’approfondimento, il dibattito. Per questi motivi il Nuovo Centrodestra intende sostenere quelle iniziative finalizzate alla formazione, con particolare riguardo ai giovani. La Summer School di Sorrento, promossa dalla Fondazione Costruiamo, è stata una di queste iniziative dedicata a quanti si stanno impegnando nella affascinante sfida della politica, a partire dal livello più vicino al cittadino (dai quartieri fino al Parlamento)”. Negli scorsi anni la Summer School ha richiamato oltre 500 giovani provenienti da tutto il territorio nazionale, riscuotendo grande entusiasmo da parte dei partecipanti. “In un momento di crisi politica e ideale – ha proseguito il Alfano – nel quale ai nostri giovani sembra proibito coltivare la speranza in un futuro migliore e invece proprio il futuro e la speranza sono il motore che può

Maurizio Lupi, Alessia Mancini, Matteo Riva ed Elena Bonfanti hanno consegnato i premi.

rimettere in moto il nostro Paese, un’iniziativa di confronto e approfondimento ci sembra la risposta più concreta per testimoniare con i fatti che le cose possono cambiare, che con il coraggio e la passione si può contribuire al bene comune. Vogliamo investire nelle giovani generazioni e fare dell’identità e della responsabilità il pilastro della nostra azione politica”. La Summer School sarà impostata in modo da poter consentire a tutti i partecipanti di portare il proprio contributo, di salire in cattedra e proporre una Agenda del Nuovo Centrodestra. “Sono lieto di partecipare e di raccogliere quanto emergerà dal nostro lavoro, facendone la priorità della nostra azione nei prossimi mesi – ha concluso il ministro – La scuola è per quei ragazzi che amano il nostro Paese e vogliono costruire il loro futuro”. Chiara Marchioro

Alle pagine 4 e 5

ATTUALITà

Eugenio Corti: un premio letterario per le scuole superiori Un omaggio allo scrittore brianzolo, recentemente scomparso, per far conoscere anche ai più giovani le sue grandi opere. A pagina 3

il socio

Pratorosso: una vera passione per la birra. Ma non solo Intervista ad Ambrogio De Ponti, imprenditore agricolo e presidente di UnaProa. A pagina 6


Costruiamo il Futuro Magazine - Maggio/Giugno 2014

2 primo piano

“SAN MARTELLO”

“Vado in Europa... come ministro” Maurizio Lupi spiega le ragioni della sua scelta: “Avverto una grande responsabilità nei confronti dei miei elettori”. Resta al governo o va in Europa? Mi hanno chiesto in tanti in questo mese. Vado in Europa.... Ma solo per sei mesi, come ministro del governo italiano a presiedere il Consiglio dei ministri dei Trasporti. Vado a spiegare a chi sta tentando di usare l’Europa ad esempio per bloccare la libera concorrenza nel trasporto aereo che l’Italia sta tornando protagonista anche in quel settore, che sta rispettando tutte le regole ma vuole che le rispettino tutti. Lufthansa si rassegni, la concorrenza di una grande Alitalia farà bene innanzitutto ai cittadini europei, a chi viaggia. Basta chiedere regole per gli altri e opportunità solo per sé. Sento tutta la responsabilità nei confronti dei quasi 50.000 elettori che mi hanno dato fiducia e ho valutato seriamente l’ipotesi di fare l’europarlamentare e contemporaneamente di lavorare al consolidamento del partito che abbiamo fondato solo sette mesi fa, il Nuovo Centrodestra. Ci ho pensato a lungo, poi mi sono convinto che la credibilità assunta dal nostro governo con il voto vada giocata fino in fondo, in Italia e in Europa. Non è una credibilità solo di Matteo Renzi. Sento anche la responsabilità nei confronti degli italiani che nelle urne tra la rabbia e la speranza hanno scelto la speranza, votando per chi con coraggio ha deciso di lavorare per cambiare l’Italia. Tra questi il milione e duecentomila italiani che hanno visto nel Nuovo Centrodestra la possibilità che le

Nella foto in alto: Maurizio Lupi Qui sopra: Maurizio Lupi al Quirinale per il giuramento dei ministri al Governo Renzi

battaglie per valori come la libertà, la responsabilità, la famiglia, la sussidiarietà e l’imprenditorialità non vengano dimenticate. Con il loro voto gli italiani ci chiedono di andare avanti, anzi, di rafforzare l’azione del governo, di cambiare davvero il paese, di fare

concretamente, e non solo di annunciare, le riforme. Non la gente in genere, gli imprenditori, le famiglie, i liberi professionisti, chi mette in piedi una scuola, chi fa ricerca scientifica... queste persone che hanno un nome e cognome ci chiedono di semplificare, di sburocratizzare, di permettergli di fare, di intraprendere di creare occupazione. Per far queste battaglie il ruolo del Nuovo Centrodestra è decisivo, perché rappresenta i moderati e intende rappresentarli con sempre più forza nell’azione di governo. Proprio perché siamo alternativi al centrosinistra e a Renzi possiamo lavorare senza ambiguità perché questo governo, che è e resta un esecutivo di ricostruzione e di cambiamento, faccia riforme condivise che non abbiano coloriture ideologiche ma la sola caratteristica di essere utili alle famiglie, alle imprese, a chi si adopera per creare lavoro, soprattutto per i giovani. Questo governo non è un monocolore del Pd. Senza il Nuovo Centrodestra, ricordiamolo, non ci sarebbe. La responsabilità che avverto ha un altro punto di forte impegno: io non mi rassegno al fatto che la cultura maggioritaria in Italia, quella dei moderati, non abbia rappresentanza adeguata. Per questo dobbiamo lavorare tutti insieme nell’area del centrodestra, per ricostruire un luogo che dia degna espressione politica di una comunità ideale e operativa concretamente presente nel tessuto economico e sociale del nostro popolo. Maurizio Lupi

Nei nobili tempi dei meccanici sopraffini, il martello era un attrezzo ovviamente nobile. Ottenuta la maturità meccanica nel 1954, trovai di fare l’istruttore di Scuola Guida, tramite un caro amico. Ottima professione, che mi si attagliava, perché corrispondeva agli studi svolti alle superiori. In quel periodo fu fatta legge che imponeva alle Scuole Guida, istruttori almeno diplomati. Ero lì come “precario”, quindi quando arrivò l’OK dalla Raffineria Italia per una assunzione vera, a malincuore, passai là, come addetto al montaggio degli impianti. Di Raffineria di petrolio, ricordo. Si trattava di corso per perito industriale a ben 20.000 Lire il mese, per 240 ore di presenza , sviluppate così: dalla ore 07.00 alle 19.00, dalle 19.00 del giorno successivo, fino alle 07.00 del mattino dopo. Sette giorni su sette, totale come dicevo 240 ore il mese, per ben 20.000 Lire. Prolissa premessa, per inquadrare le varie sfaccettature del periodo storico. Mettiamoci all’opera. Si tratta, con regolare tuta blu di proprietà, nostra, di montare a terra una Colonna di Distillazione, sempre siamo in raffineria di petrolio, che sarebbe diventata lunga 50 (dico cinquanta) metri e poi avremmo dovuto metterla in piedi, verso il cielo, per quei 50 metri. Mi state seguendo ? Eravamo una ventina, a imbullonare, avvitare, stringere, mettere guarnizioni, controllare posizionamenti, segnalati dai debiti riferimenti, ecc. ecc. Il ventunesimo, il “Capo”, un Capo Capo, il Signor Romani. Sapienza ed esperienza uscite da un “Cubilotto” (altoforno di dimenzioni umane). Genio, ma intransigente. Per noi neofiti un tremendo Hitler (1955). Martello in mano, botta sapiente qua, sgridata là, … muoversi, muoversi ! Finito il montaggio a terra, pronti per alzare al cielo il proietto. Fermo alla base, perché non scivolasse, due grù ad argano, siamo nel 1955, agganciamenti vari, imbragature debite, ecc. ecc., pronti ? Si parte. Due all’argano di destra, due a quello di sinistra, con ricambi, per fatica, spettatori alla larga e due di noi a sentinelle nelle zone d’ombra per il Signor Romani. Lui, su un piedestallo per gli ordini di rito. Avviso ai naviganti: alle due sentinelle, “voi due trasmettete a “segnali” gli avvenimenti che non posso vedere … e nessuno , ripeto nessuno parli, altrimenti gli arriva “questo” sulla testa.” “Questo” era la mazza da dieci chili che lui teneva sempre con sé. Eravamo all’aperto, vicino al Po’, a Cremona, d’estate, eppure, non volava una mosca. La Colonna, di distillazione frazionata, termine completo, si raddrizzò verso il cielo. Filò tutto liscio, non usava gli applausi, però, che liberazione ! Tutto questo per dire che dopo sei anni capitò di dover dirigere a me una scena simile. Mi son ricordato di Mister Hitler Romani, che là maledissi e che qua benedissi, per avermi allora insegnato un mucchietto di concetti pret-a-portet per eseguire bene ed al sicuro opere importanti e difficili, se avvicinate senza tutti i crismi che il Signor Romani conosceva e, ruvidamente applicava. Grazie Signor Romani, per una volta Hitler è stato per me riferimento positivo … postumo. Giuseppe Machiavelli


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Costruiamo il Futuro Magazine - Maggio/Giugno 2014 attualità

Eugenio Corti: un premio letterario per le scuole superiori Un omaggio allo scrittore brianzolo, recentemente scomparso, per far conoscere, anche ai più giovani, le sue grandi opere.

Eugenio Corti

La Fondazione Costruiamo il Futuro promuove la prima edizione del Premio Letterario “Eugenio Corti”, che si rivolge ai ragazzi delle scuole superiori delle provincie di Lecco, Como e Monza e Brianza per l’anno scolastico 2014/2015. L’iniziativa si pone all’interno delle attività della Fondazione, da sempre impegnata nella valorizzazione del territorio anche attraverso attività culturali divulgative, in particolare rivolte a giovani e studenti. Il Premio vuole essere un omaggio a Eugenio Corti, da poco scomparso all’età di 92 anni, autore del romanzo “Il Cavallo Rosso” e di numerose altre opere di narrativa e di saggistica. L’iniziativa trae spunto dall’ importante progetto culturale promosso dalla Fondazione nel 2011 dal titolo “Dalla Brianza al mondo: lo scrittore Eugenio Corti”. Il cuore dell’iniziativa è costituito da una mostra itinerante, che ha percorso l’intero territorio nazionale, passando anche dalla Camera dei Deputati. Inoltre il 21 gennaio 2011, giorno del novantesimo compleanno dello scrittore, si è tenuto un grande convegno a lui dedicato. Lo stesso anno è stata messa in scena la tragedia Processo e morte di Stalin dalla compagnia degli Incamminati, con l’interpretazione di Franco Branciaroli. Il concorso letterario si propone di far conoscere la figura di Eugenio Corti e il suo valore artistico e storico, oltre a incentivare la lettura e la passione per la scrittura nei giovani studenti e sostenere con dei contributi economici le scuole del territorio. A settembre il premio “Eugenio Corti” sarà presentato e illustrato con una conferenza stampa. A seguire, tra ottobre e novembre, è previsto per tutti i partecipanti un seminario sulle tecniche di scrittura, di lettura e di produzione narrativa e letteraria. Una parte del seminario sarà dedicata a una lezione sull’opera dello scrittore brianzolo. Successivamente gli studenti dovranno realizzare gli elaborati, divisi in due categorie: di gruppo (ideazione di una mostra fotografica o di un cortometraggio) o singoli (stesura di una poesia o di un racconto breve). Una giuria esaminerà gli elaborati e nel mese di dicembre si terrà la premiazione alla presenza eccezionale della moglie di Eugenio Corti, Vanda. Le scuole vincitrici riceveranno dei premi in denaro e forniture di materiale didattico, mentre agli studenti più meritevoli sarà consegnato un particolare riconoscimento e i loro racconti saranno pubblicati dalla casa editrice Ares. Chiara Marchioro

Concorso fotografico

“Scatta la solidarietà” Mostraci l’impegno della tua associazione o dei suoi volontari attraverso una fotografia e diventa testimonial della VII edizione del Premio Costruiamo il Futuro in Provincia di Monza e Brianza. La Fondazione Costruiamo il Futuro ha indetto un concorso per scegliere l’immagine della sesta edizione del Premio Costruiamo il Futuro in provincia di Monza e Brianza. Partecipare è molto semplice, basta inviare una foto (in alta risoluzione) che mostri il gesto, o le persone che meglio rappresenta l’essenza dell’opera di solidarietà che compie la propria associazione non profit o i suoi volontari. Allo scatto migliore, selezionato dalla Fondazione, sarà assegnato un premio speciale. “Quest’anno abbiamo voluto coinvolgere ancora di più le associazioni – ha spiegato Carlotta Borghesi, responsabile dell’area non profit della Fondazione – I volontari, o chi si appoggia ai servizi di una associazione non profit, sono di sicuro le persone più indicate per “immortalare” la solidarietà. Siamo molto curiosi di capire, attraverso le loro fotografie, come vedono il mondo del volontariato. Inviandoci la loro immagine parteciperanno al concorso che gli permetterà di diventare ‘testimonial’ della campagna di comunicazione della prossima edizione in provincia di Monza e Brianza e di vincere un premio speciale che verrà consegnato durante la grande e tradizionale festa di chiusura che, solitamente, si tiene a novembre”. Per partecipare al concorso basta inviare la fotografia all’indirizzo mail premio@costruiamoilfuturo.it entro il 31 agosto. Sul sito www.costruiamoilfuturo.it è disponibile il regolamento del concorso. Le associazioni che partecipano al concorso devono operare in provincia di Monza e Brianza. Per informazioni contattare la Fondazione chiamando il numero 039.5969259 Il bando della settima edizione del Premio Costruiamo il Futuro in provincia di Monza e Brianza aprirà il 1° settembre 2014.

appuntamento al Meeting di Rimini Torna l’appuntamento con il Meeting dell’Amicizia tra i Popoli, giunto quest’anno alla sua trentacinquesima edizione. La kermesse si svolgerà dal 24 al 30 agosto al polo fieristico di Rimini. Il titolo di quest’anno, “Verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Il destino non ha lasciato solo l’uomo”, richiama in modo esplicito un tema al centro del magistero di Papa Francesco. “La realtà si capisce meglio dalle periferie”, ha affermato il Papa in una delle sue prime visite in una parrocchia di Roma, e gli organizzatori del Meeting di Rimini sembrano dello stesso parere. L’uomo è oggi posto davanti a sfide e problematiche molte complesse, dalla crisi della cultura occidentale alla migrazione di interi popoli in cerca di speranza, ma proprio in questa situazione appare con evidenza che a qualsiasi latitudine e in qualsiasi condizione nel cuore dell’uomo non vengono

mai meno le grandi domande di bellezza, giustizia e amore. Presentare la storia di chi si lascia interrogare dalla realtà come occasione di bene e come modalità con cui il destino si fa presente: questo lo scopo della kermesse riminese. Quella del prossimo Meeting sarà l’esperienza di un viaggio verso le periferie del mondo e dell’esistenza, in cui paragonarsi con le sfide che la realtà pone. Il periodo storico in cui ci troviamo è estremamente complesso; problemi irrisolti e nuove sfide riempiono l’orizzon-

te di ogni uomo. La crisi della cultura occidentale e l’evidente incapacità degli adulti di assumersi responsabilità e di educare, lo smarrimento del senso della vita e l’inquietante solitudine di tanti, l’insicurezza dell’economia globalizzata e lo spettro di nuove speculazioni finanziarie, la migrazione di interi popoli alla ricerca di una ultima speranza, il futuro lavorativo incerto di milioni di giovani e meno giovani, il dramma di paesi alla ricerca della libertà, la violenza sofferta

sempre più tragicamente dalle comunità cristiane nel mondo. C’è qualcosa che permette di vivere in queste periferie? Le grandi domande di felicità di giustizia di amore e di bellezza fanno vibrare il cuore dell’uomo a qualsiasi latitudine geografica o in qualsiasi condizione o periferia esistenziale egli si trovi. Questa può essere la risorsa. Incontri con personalità del mondo della politica, della scienza, dello sport, spettacoli e mostre animeranno il Meeting dell’Amicizia tra i Popoli. Il programma completo è sul sito www.meetingrimini.org. Segnaliamo l’incontro “Viaggio nell’Italia che riparte. Gruppo interparlamentare per la sussidiarietà”, che si terrà mercoledì 27 agosto, ore 19,00, sala 3D. Parteciperanno Guglielmo Vaccaro e Raffaello Vignali, deputati del Parlamento italiano.


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XII PREMIO COSTRUIAMO IL FUTURO provincia di lecco e erba

La solidarietà cambia il mondo

I NUMERI

DEL PREMIO

Il Premio Costruiamo il Futuro è giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione, che si è svolta il 18 maggio presso il Palataurus di Lecco all’interno di Manifesta, fiera dedicata al mondo del volontariato. L’iniziativa dà un sostegno economico alle numerose associazioni no profit del territorio, in particolare alle piccole realtà impossibilitate a partecipare a bandi regionali o provinciali. “Il premio realizza ciò per cui è nata la Fondazione: servire il bene comune può diventare un’astrazione se non parte dal riconoscimento di un bene presente”, ha detto Francesco Sangiorgio, vicepresidente della Fondazione. Il premio è dunque un aiuto concreto alle realtà che operano nell’ambito del sociale, della cultura e dello sport: in questi anni sono stati donati oltre 460 mila euro a 137 associazioni e 70 forniture sportive. L’evento ha richiamato numerosissimi partecipanti, anche grazie ai testimonial d’eccezione, la showgirl Alessia Mancini, l’atleta Matteo Riva del Volley Cantù e la campionessa di atletica Elena Bonfanti che, con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, hanno consegnato i riconoscimenti. Sono stati donati oltre 20mila euro di contributi in denaro a 16 associazioni, suddivise in 4 categorie: sociale, sport, cultura, erbese. Inoltre sono state consegnate 3 forniture e 2 medaglie d’oro, oltre ad un particolare riconoscimento a 3 giovani volontari, che si sono distinti per il loro entusiasmo e il loro impegno. I contributi saranno utilizzati per sostenere nuovi progetti, come l’accompagnamento psicologico per le madri in difficoltà promosso dal CAV di Lecco o l’allestimento di nuovi spazi gioco all’interno dell’Oratorio San Luigi di Cremella. Ciò che colpisce ogni anno è la straordinarietà delle persone incontrate che con semplicità e gratuità prendono a cuore il bisogno di chi gli sta accanto, mettendo a disposizione il loro tempo e il loro impegno. Tutto ciò testimonia che un modo di guardare all’altro più umano è possibile, anzi è ultimamente più conveniente: “La solidarietà cambia il mondo”, ne siamo convinti. Chiara Marchioro

Gli animatori dell’Oratorio San Luigi di Cremella

L’Associazione Auser di Olgiate

L’Associazione Corimbo di Rovagnate

I ragazzi dell’Associazione spo

CONTRIBUTI

3 e 20

oltre

mila euro

forniture

5 12 edizioni 16 90 15 4 7 460 e 70

Medaglia d’oro a Luigi Beretta (Associazione storico culturale Sant’Agostino) e Giovanni Brambilla (Fondazione Giuseppina Prina) L’Associazione Meglio Insieme di Erba

Da sinistra: i testimonial Elena Bonfanti e Matteo Riva, la showgirl Alessia Mancini e Maurizio Lupi

L’Associazione culturale Il Portico degli Amici di Nibionno

Volontari premiati Associazioni premiate

MEDIA COINVOLTI

spons0r

Associazioni incontrate patrocini

totale DONAZIONI di tutte le edizioni forniture mila sportive euro

L’Associazione Prima i Bambini


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e

ortiva Cherif Fofana Sanogo

Il CAV di Lecco

La Cooperativa Sociale Le Grigne di Primaluna

L’Associazione Lavoro Over 40

L’Associazione Volontari Pensionati di Lecco

L’Associazione Links di Erba

L’Associazione sportiva San Michele di Cortenuova

Le 3 forniture sportive: CAI Missaglia, Olimpiagrenta ASD e Oratorio di Perego

Premio Volontari Giovani a Anna Bolis (ABIO Lecco), Andrea Gariboldi e Ravasi Claudio (OSGB Merate)


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6 IL SOCIO

Un uomo impegnato in attività apparentemente molto diverse tra loro ma che ruotano tutte attorno al mondo dell’agricoltura per il quale, Ambrogio De Ponti, nutre una passione da sempre, tramandata di generazione in generazione. Ha un’azienda agricola, un birrificio e incarichi istituzionali importanti e impegnativi a livello regionale e nazionale. “Le mie attività sono l’azienda agricola, che non vedo quasi mai e il birrificio ma prevalentemente sono impegnato nel compito istituzionale che rivesto: sono presidente di Aop Unolombardia, l’Associazione delle Organizzazioni di Produttori Ortofrutticoli con sede in Lombardia e da quattro anni presidente di Unaproa, (Unione Nazionale tra le Organizzazioni di Produttori Ortofrutticoli, Agrumari e di Frutta in Guscio)”. E’ un sistema molto interessante che fa ben capire quanto una buona legge può cambiare le cose. “L’ortofrutta è un mercato con un’organizzazione originale perché il premio per l’ortofrutta da parte della Comunità Europea è dato solo alle aziende che riescono a mettersi insieme e il valore è deciso in base a quanto viene prodotto – ha spiegato De Ponti - Secondo aspetto positivo, il contributo viene assegnato dopo la realizzazione dell’intervento e non prima quindi è difficile che uno faccia un intervento che non gli serve. In Lombardia abbiamo unito 13 organizzazioni di produttori, che rappresentano un volume d’affari del 70%. In questo modo riusciamo a gestire le misure comunitarie in maniera unitaria e con un’economia di scala importante e garantire anche una rappresentanza politica rilevante”. L’Associazione negli ultimi anni ha anche intrapreso collaborazioni con alcune università per poter offrire ai propri associati delle importanti informazioni dal punto di vista delle risorse e dell’innovazione. “Sosteniamo dei progetti di ricerca, l’ultimo è uno studio sull’utilizzo degli scarti della lavorazione, su come valorizzarli dal punto di vista nutraceutico e per la cosmesi. Tempo fa stavo guardando la televisione e durante una sfilata di moda ho visto una bellissima ragazza vestita di frutta e verdura. Mi sono quindi chiesto: i nostri prodotti possono avere un’altra destinazione, oltre a quella alimentare? Stiamo facendo una ricerca molto interessante con l’Università di Pavia sulle sostanze presenti nei nostri prodotti, in particolare sulle sostanze contenute negli scarti. Nel nostro paese esiste già uno sbocco industriale perché, ci sono già multinazionali che lo fanno, ad esempio Crema è il distretto della cosmesi. I nostri studi mirano ad individuare quei principi attivi utili ed estrarli dagli scarti prima di buttarli. Questa è una delle tante iniziative che un sistema aggregato permette di promuovere. Anche per questo, ho scelto di togliere del tempo alla mia azienda, per potermi concentrare su progetti a più ampio respiro”. La lettura e l’analisi dei dati è un altro ambito in cui De Ponti crede molto, sapere cosa accade oggi ti permette di fare scelte più oculate per il futuro. “Stiamo lavorando anche sull’elaborazione dei dati, capire cosa accade oggi, è fondamentale. Collaborando con alcune Università e servendoci di sistemi informatici non complessi possiamo ricavare delle previsioni di mercato fondamentali per noi produttori, dati acquisiti in tempo reale. Facciamo un esempio. Ci sono tanti produttori di rucola, ognuno sa quello che accade nel suo ‘orto’, ma nessuno sa cosa succede a casa dell’altro, invece è molto importante saperlo. Abbiamo quindi messo a punto un sistema che legge

Ambrogio De Ponti

Pratorosso: una vera passione per la birra. Ma non solo Intervista ad Ambrogio De Ponti, imprenditore agricolo e presidente di UnaProa.

in modo automatico alcuni dati ed estrapola informazioni fondamentali per i produttori. Grazie a questo sistema è possibile prevedere che tra 10 giorni avremo un eccesso di produzione e quindi programmare con largo anticipo delle promozioni, prima che le eccedenze si verifichino sul mercato e quindi sia troppo tardi”. La particolarità dell’ortofrutta lombarda è data dalla IV Gamma, cioè le insalate pronte all’uso, l’80% delle quali vengono prodotte in Lombardia, con una leadership sia a livello nazionale che comunitario. “Quel che ha funzionato in questo caso è stata la capacità di vedere in un’insalata qualcosa di diverso, proponendola come un risparmio di tempo e di lavoro in cucina, come una scelta sana, pratica e moderna. Rinnovare l’immagine dei prodotti ortofrutticoli è possibile, ma solo se saremo in grado di attirare talenti da altri settori, che ci portino una ventata di freschezza e di novità, scardinando luoghi comuni e aiutandoci a non dare tutto per scontato. La filiera è molto ben organizzata e controllata nei vari passaggi: le insalate, subiscono una fase di selezione e di mondatura, il taglio, diversi lavaggi, l’asciugatura e il confezionamento, con un prodotto finale che dal punto di vista qualitativo è eccellente”. Questo è quello che occupa De Ponti quando è a Milano, poi parte del suo tempo poi è dedicato alla presidenza dell’associazione nazionale dove tutto è un po’ più complicato... “Sono presidente di Unaproa da 4 anni, è una carica istituzionale: tengo i rapporti col Ministero e con la Comunità Europea, abbiamo una comunicazione costante con i nostri associati tenendoli aggiornati su quello che accade. Abbiamo anche dei progetti a valenza nazionale, ad esempio siamo titolari del marchio “I 5 colori del benessere”, un marchio collettivo che garantisce la qualità, la

provenienza e la rintracciabilità della frutta e della verdura italiana secondo un disciplinare d’uso, per un consumo salutare, naturale e variato. Quest’ultimo tema si è sviluppato molto soprattutto negli Stati Uniti ed è partito intelligentemente dall’Istituto Oncologico di Boston, che ha identificato nei diversi colori della frutta e della verdura sostanze specifiche con azione preventiva dei tumori e delle malattie cardiovascolari. Noi stiamo investendo molte risorse su questo progetto perché siamo convinti di aver in mano un prodotto unico, l’ortofrutta, di cui tutti parlano bene ma che di fatto non riusciamo a rivestire di valori. Si lavora sul packaging, sulla forma, sui colori, invece bisogna che passi chiaramente il messaggio che consumare ortofrutta fa bene alla salute” Da dove nascono tutte le sue competenze? “La mia famiglia è da secoli una famiglia di agricoltori. Sono nato qui a Settala, poi mi sono laureato in agraria e nel frattempo lavoravo con mio padre nell’azienda agricola di famiglia. Ho poi iniziato a fare un po’ di consulenze e ho creato, con un gruppo di amici colleghi di corso, una realtà che si occupava di ricerca e sviluppo in agricoltura che esiste tutt’ora. Poi, morto mio padre, le cose sono cambiate. Erano gli anni in cui si iniziava a parlare di liberalizzazione dei mercati, io e mio fratello Achille ci siamo chiesti se fosse possibile stare su un mercato mondiale in modo competitivo con i costi di produzione italiani. La risposta fu negativa, era vero però che se il mais poteva arrivare con un prezzo più competitivo dagli Stati Uniti, era più difficile che ciò avvenisse con l’insalata. Quindi, nel 1992, abbiamo trasformato l’azienda di famiglia da cerealicola in ortofrutticola. Abbiamo subito capito che da soli non saremmo andati da nessuna parte, perciò abbiamo iniziato a lavorare con alcuni amici unendoci in

una cooperativa”. La storia è quindi quella di una azienda di tradizione agricola classica che ha avuto la capacità e la forza di trasformarsi. “Le difficoltà non sono state poche. Le condizioni agronomiche non erano ideali per la produzione ortofrutticola, ma con fatica e con l’aiuto della tecnologia e dell’esperienza siamo riusciti a realizzare i nostri progetti. Oggi qui a Settala c’è l’azienda agricola, la sede dei produttori e la piattaforma logistica dove arrivano i prodotti. Abbiamo creato un modello di organizzazione interessante atto a rispondere ad una grande disponibilità di offerta e ad una scarsezza di domanda, è stato quindi fondamentale trovare delle forme per mettersi insieme. La cooperazione è la forma classica, noi abbiamo immaginato una forma in cui giuridicamente siamo cooperativa ma dal punto di vista operativo è sostanzialmente una società. Abbiamo invertito il modello della cooperazione, stabiliti i fabbisogni, la copertura dei costi è garantita da una trattenuta ai soci in proporzione al loro fatturato conferito. E poi un’altra ottima intuizione, il birrificio agricolo artigianale Pratorosso. “L’idea è stata di mio fratello, io non ero molto d’accordo. L’inizio è stato faticoso ma ora l’azienda va molto bene. È stata un giusta intuizione perché anni fa la produzione di vino e uva era considerata attività agricola, mentre quella di orzo e della birra no. Poi si è aperto uno spiraglio nella normativa e abbiamo colto al balzo la possibilità di fare un birrificio in area agricola e non industriale. Ci siamo messi sul mercato quando i microbirrifici artigianali erano 150, oggi sono 650. Ma ciò che caratterizza la birra Pratorosso è che siamo un birrificio agricolo, mentre i birrifici italiani sono nati in prevalenza dai pub”. Ha dei costi alti la produzione di birra? “I costi di produzione sono bassi, il vero costo è la struttura per creare una birra di qualità. Questo ha comportato un grosso investimento iniziale, servono gli impianti per produrre e stabilizzarne la qualità. Fare la birra non è difficile, ma devi avere sotto controllo tutti i processi, e gli impianti perfetti. Il secondo costo è l’energia, che incide molto, per ammortizzare abbiamo realizzato un impianto solare con un circuito chiuso dal punto di vista energetico. Non conoscevo questo mondo e ora mi sto appassionando”. A quanto ammonta la vostra produzione di birra? “La potenzialità dell’impianto è di 300 mila bottiglie all’anno, come micro birrificio è una produzione abbastanza notevole. E’ l’unica birra italiana che può vantare l’intero ciclo produttivo all’interno della stessa azienda, dalla preparazione dei campi, alla semina dell’orzo distico fino alla raccolta e successiva maltazione. Per il canale di vendita, siamo partiti proponendoci ai ristoranti stellati. Esselunga ha creduto nel nostro prodotto e gli abbiamo concesso l’esclusiva. Ora stiamo lavorando sui ristoratori ma al contrario: loro cercano noi. Con Coldiretti siamo entrati nel circuito “Campagna Amica” che va molto bene, raggiungendo così numerosi agriturismi della Lombardia. Da quest’anno ci siamo lanciati anche con lo ‘Street Food’, ora siamo al Castello Sforzesco di Milano. Abbiamo allestito 7 Ape Car e stiamo pensando anche ad un abbinamento gastronomico oltre alle centrifughe fresche di frutta”. Ambrogio De Ponti a giugno è stato insignito del prestigioso “Ambrogino alle Imprese Piazza Mercanti” dal Presidente della Camera di Commercio Carlo Sangalli in un gremito Teatro alla Scala. Mara Baiguini


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Costruiamo il Futuro Magazine - Maggio/Giugno 2014 Intervista a Silvano Petrosino

L’economia non si riduce al business Per il professore un vero imprenditore non deve pensare solo al profitto. Ma anche al benessere sociale.

La copertina del libro di Silvano Petrosino

Silvano Petrosino è uno dei maggiori filosofi italiani e gode di fama internazionale per i suoi studi su Jacques Derrida e Emmanuel Lévinas. Docente di Filosofia Morale, Filosofia del Linguaggio e Teoria della Comunicazione presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Piacenza, è autore del saggio Elogio dell’uomo economico (Vita e Pensiero, 2013), vincitore del premio Capri San Michele 2013 per l’economia. In questo momento di forte crisi economica, pare interessante e necessario fermarsi a riflettere sul significato e sulle origini dell’economia. Nel suo libro parla della “deriva distruttiva del business” a cui opporre “un’economia all’altezza del suo nome”: che cosa intende? Definisco business quella ricerca del profitto che mira solo al profitto. Quando ci si occupa e preoccupa solo di quest’ultimo allora si abbandona la strada dell’economia e si devia lungo il sentiero (cieco) del business. Evidentemente il profitto non è affatto un male ma lo diventa quando viene concepito in modo astratto, vale a dire come estraneo ad ogni altro fattore, ad ogni altra dimensione del vivere sociale. In questo modo il business alla fine arriva ad incantare il soggetto distraendolo da ogni altro fattore e da ogni altro attore presente nella «casa» (ricordo che il termine “economia” è formato dalla parola oikos, casa, e nomos, legge, amministrazione). In verità - come negarlo? - se qualcuno fa un affare qualcun’altro lo subisce: è cer-

Silvano Petrosino

tamente un affare pagare il lavoro in nero, prestare il denaro a tassi usurai, sfruttare l’attività minorile, retribuire meno la manodopera degli extracomunitari. Nel suo libro afferma che l’economia deve procedere secondo una ratio, ma è destinata a “misurarsi con l’incalcolabile”. Perché? In verità un simile paradosso è un’esperienza del tutto quotidiana. All’interno di una «casa» si è sempre a contatto con l’incalcolabile, con quell’incalcolabile che è l’altro, che è ogni altro. Ogni altro è unico e non c’è nulla di più incalcolabile dell’unico. «Fare economia», come si dice, è per l’appunto amministrare le ricchezze tenendo conto dell’altro, dei figli, ma anche dell’anziano, dell’ammalato, del disoccupato o del depresso. L’incalcolabile non è solo l’infinito o Dio ma ogni altro quando viene riconosciuto e apprezzato nel suo essere unico. Da questo punto di vista l’economia è quel dividere ed amministrare che si sforza di tener conto dell’altro. Riguardo l’etimologia del termine “economia”, lei parla del tema dell’abitare, argomento a lei molto caro. Può spiegarci questo collegamento e perché secondo lei è fondamentale? A mio avviso la più seria e profonda definizione del concetto dell’ “abitare” si trova nella Bibbia e precisamente nel libro del Genesi. Nel versetto 2, 15 si afferma che Dio, dopo aver creato l’Eden, pose l’uomo nel Giardino affinché lo “coltivasse e custodisse”. Abitare significa precisamente “colti-

vare-e-custodire”. Ora, il “coltivare” è il produrre ricchezza, è il creare profitto, ma questa produzione, questa costruzione deve sempre tener conto dell’altro, degli altri, precisamente di ciò e di coloro che non si possono costruire, che non si possono produrre. Ritorna così il tema dell’incalcolabile: quando il costruire non tiene conto dell’altro, quando non custodisce l’incalcolabilità dell’altro, alla fine si rivela un distruggere. Siamo in presenza di un aspetto sorprendete e terribile dell’agire umano: l’uomo è capace di un costruire che distrugge, e il costruire distrugge proprio quando, ubriacandosi di se stesso, dimentica di custodire. Potremmo anche dire che non ogni costruire umano costruisce poiché per costruire veramente bisogna anche sapere custodire: per l’appunto, abitare da uomini significa coltivare-ecustodire. Che consiglio si sente di dare ad un imprenditore? Abbiamo bisogno di imprenditori che siano all’altezza del loro compito. Ora un vero imprenditore non è mai un mero businessman poiché egli certamente pensa al profitto, pensa a produrre ricchezza, ma non pensa solo a questo ma anche ai suoi dipendenti, all’ambiente, alle condizioni di lavoro, in una parola al benessere sociale. Qui non si tratta di fare beneficenza ma precisamente economia, e quest’ultima, se mi permette di insistere, non si risolve mai nel semplice business. Chiara Marchioro

IL RATING DI LEGALITÀ CHE PREMIA LE AZIENDE L’articolo 5-ter del D.L. n.1/12 ha introdotto nel nostro sistema l’istituto del rating di legalità che, oltre a porsi come ostacolo alla diffusione dei comportamenti illeciti nelle imprese determina, oltre ad un vantaggio in termini di riconoscimento pubblico, un regime premiale in sede di concessione di finanziamenti da parte delle P.A. (per finanziamenti si intendono anche: crediti di imposta, bonus fiscali, concessioni di garanzia, contributi in conto capitale, contributi in conto interessi, finanziamenti agevolati) e di accesso al credito bancario. La disciplina, che si completa a mezzo del decreto n.57 del 20 febbraio 2014 e della delibera dell’AGCM (Autorità garante della concorrenza e del mercato) n.24075 del 14 novembre 2012, non dovrebbe esplicare invece alcun effetto nel settore degli appalti pubblici, posto che gli strumenti preposti ad assicurare il rispetto della legalità e l’eticità dei comportamenti d’impresa sono specifici e distinti rispetto al rating. In merito agli effetti “benefici” va detto che, i medesimi, si riverbereranno sicuramente in sede di concessione di finanziamenti da parte delle PA (il decreto attuativo è entrato in vigore l’8 aprile 2014 e la PA dovrà darne applicazione entro centoventi giorni dalla sua entrata in vigore, quindi entro il 6 agosto 2014). Sono interessati alla tematica le imprese operanti nel territorio nazionale che raggiungano un fatturato minimo di due milioni di

za i quali non è possibile ottenere il rating e le condizioni ulteriori, di natura migliorativa, che permettono il conseguimento di un punteggio più elevato.

Maurizio Dal Mas

euro, riferito alla singola impresa o al gruppo di appartenenza. Al riguardo, vanno specificati tre ulteriori concetti: l’impresa deve essere intesa quale soggetto individuale o collettivo, avente almeno una sede operativa, intesa quale luogo ove materialmente viene svolta l’attività produttiva di beni o quella di scambio di beni e/o servizi, nel territorio nazionale; per quanto attiene il fatturato minimo, esso deve risultate dall’ultimo esercizio chiuso nell’anno precedente a quello in cui viene richiesto il rating di legalità; è necessaria l’iscrizione da almeno un biennio nel Registro delle Imprese. Il rating assegnato alle imprese viene espresso con delle “stellette”, che variano da un minimo di una ad un massimo di tre. Per l’ottenimento del rating si rilevano: i requisiti indispensabili, quelli cioè imprescindibili, sen-

Il primo gruppo di requisiti (quelli imprescindibili) è costituito da: 1) assenza di condanne penali a carico dell’imprenditore e dei vertici 2) assenza di condanne a carico dell’impresa ex D.Lgs. n.231/01 3) assenza di condanne definitive per gravi illeciti in materia antitrust; 4) assenza di accertamenti definitivi di maggior reddito; 5) assenza di accertamenti definitivi per violazioni in tema di salute e di diritti dei lavoratori; 6) effettuazione di pagamenti e transazioni finanziarie di ammontare superiore alla soglia di € 1.000 esclusivamente tramite strumenti di pagamento tracciabili; 7) assenza di provvedimenti di revoca di finanziamenti pubblici di cui il soggetto richiedente è o è stato beneficiario e per i quali non siano stati assolti gli obblighi di restituzione, diventati inoppugnabili o confermati con una sentenza passata in giudicato nel biennio precedente la richiesta di rating; 8) assenza di comunicazioni o informazioni antimafia interdittive in corso di validità. Rispettati questi requisiti, l’impresa ot-

tiene una stelletta, mentre per poter arrivare al massimo previsto di 3, devono essere rispettati ulteriori parametri così individuati: rispetto del protocollo di legalità di Confindustria; tracciabilità dei pagamenti anche per importi inferiori ai € 1.000; sistemi di compliance aziendale; processi di Corporate Social Responsability; iscrizione in uno degli elenchi di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa; adesione a un codice di autodisciplina. Nello specifico, ogni tre ulteriori requisiti rispettati si ottiene una stelletta aggiuntiva. Il rating di legalità è soggetto a un particolare sistema di pubblicità basato su un elenco on-line liberamente accessibile in un’apposita sezione del sito internet dell’Autorità. Nell’elenco sono indicate le imprese cui il rating è stato attribuito, sospeso o revocato e la decorrenza di ciascun provvedimento. Questo sistema assicura la trasparenza nei confronti del mercato circa il possesso del rating e le possibili vicende modificative. La pubblicazione di un’eventuale sospensione o revoca del rating ha evidentemente un impatto negativo sull’immagine dell’impresa interessata. Maurizio Dal Mas



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