Congiuntura Economica Abruzzese PRIMO TRIMESTRE 2014 N. 1
Spedizione in a.p. 70% Div. Corr. D.C.I. AQ
SEGNALI POSITIVI ALLA VIGILIA DI UNA NUOVA STAGIONE DI PROGRAMMAZIONE
D
opo quasi un biennio declinante, nei primi mesi del 2014 la produzione industriale in Abruzzo torna a mostrare un segno positivo. La buona performance dei livelli produttivi, accompagnata dai risultati positivi di tutti gli altri indicatori congiunturali - inclusi, per la prima volta dopo un lungo periodo negativo, gli ordinativi interni – è associata al miglioramento del clima di fiducia delle imprese. I dati del primo trimestre 2014 seguono un quadro congiunturale di costante, seppur lento, riequilibrio: a partire dai primi mesi del 2013 le nostre imprese avevano cominciato a “rimontare” dalla seconda, pesante, ondata di crisi del 2012, in un quadro di progressiva attenuazione degli orientamenti più inclini al pessimismo. La percezione diffusa di un miglioramento delle prospettive è, in effetti, il primo vero aspetto da sottolineare. Senza eccedere negli entusiasmi, l’arresto di una tendenza negativa che durava da circa due anni mostra come il tessuto economico abruzzese abbia probabilmente intrapreso un cammino, se non di vera e propria ripresa, almeno di stabilizzazione. Questo esito consentirà agli operatori regionali di tirare un po’ il fiato, perfezionare la propria riorganizzazione interna e guardare con più fiducia al futuro. Tuttavia, non va trascurato un contesto macroeconomico, attuale e in prospettiva, sfavorevole. I più recenti dati Prometeia, per il 2013
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> pag. 6 Congiuntura manifatturiera Serie storiche 2009/2014 > pag. 10 I servizi innovativi e tecnologici in Abruzzo Sintesi della ricerca Confindustria
CRESA
CONGIUNTURA ECONOMICA ABRUZZESE
indicano una contrazione del Pil dell’Italia pari a -1,9% rispetto all’anno precedente. La flessione delle attività in Abruzzo è stata più ampia della media nazionale di 1 punto percentuale (-2,9%), superiore a quella media delle regioni del Mezzogiorno (-2,7%). Nel solo 2013 l’Italia ha subito una perdita di quasi 500 mila posti di lavoro rispetto al 2012, che si è concentrata in due regioni del Nord (Veneto e Piemonte hanno assorbito rispettivamente l’11% ed il 9,5% del saldo negativo totale) e due del Mezzogiorno (Puglia e Sicilia con, rispettivamente, il 17% ed il 15,4% del saldo negativo totale). L’Abruzzo ha fatto registrare una perdita di 18 mila unità, un numero considerevole non solo in valore assoluto ma anche in termini procapite (cioè rapportato alle dimensioni della popolazione regionale). Le prospettive per l’anno in corso - contenute nell’ultimo aggiornamento degli Scenari per le economie locali curati da Prometeia – disegnano una evoluzione del Pil intorno all’1% nel 2014 per le regioni del Centro Nord ed una sostanziale stabilità per quelle del Sud. Il minor dinamismo previsto per il Mezzogiorno deriva da una persistente stagnazione della domanda interna, a cui si accompagnerà ancora una caduta dell’export, anche se più contenuta di quella dello scorso anno. Soprattutto, sono le prospettive sull’occupazione a restare ancorate a dinamiche negative. In questo percorso i dati ci aiutano a focalizzare con più chiarezza i punti sui quali bisogna agire: oltre ai diversi segnali incoraggianti, l’indagine evidenzia infatti alcune criticità sulle quali soffermarci. È significativo, in particolare, il dato sulla performance delle imprese per classe dimensionale. Assistiamo ad una crescita industriale spinta da un “motore e mezzo”, per così dire. Da una parte, infatti, le piccole imprese appaiono ancora in forte difficoltà a causa della stagnazione del mercato interno e della minore capacità di sfruttare i mercati esteri. Dall’altra parte, le imprese di maggiori dimensioni, in particolare quelle
che in Abruzzo realizzano mezzi di trasporto, che trainano il sistema regionale soprattutto grazie alla loro maggiore apertura internazionale. In mezzo ci sono le medie imprese che registrano performance positive ma non particolarmente esaltanti: il dato sulle medie imprese è particolarmente indicativo poiché si tratta del segmento in cui si sviluppano tecnologie intermedie spesso dentro i confini stessi dell’impresa e grazie al rapporto con clienti e fornitori. Le dinamiche interne ed esterne di questo corpo intermedio di imprese andrebbero monitorate con maggiore attenzione e capacità analitica di quanto sia stato fatto finora. Ulteriore aspetto su cui richiamare l’attenzione sono le politiche di sostegno al tessuto produttivo locale. Siamo infatti alla vigilia di importanti decisioni che tracceranno la direzione di marcia della regione nel prossimo decennio. Ci riferiamo in particolare alla programmazione delle risorse comunitarie per lo sviluppo e la coesione territoriale i cui contenuti saranno resi noti nelle loro linee definitive nei prossimi mesi. I risultati della programmazione 2007-2013 non sono stati esaltanti. Alla fine del 2013 la spesa certificata dell’Abruzzo risulta pari a meno di due terzi della dotazione totale, in linea con la media nazionale. Un risultato ritenuto da molte parti insoddisfacente soprattutto con riferimento al metodo con il quale le risorse sono state erogate. Le nuove risorse che saranno stanziate per il periodo 2014-2020, ed il relativo cofinanziamento nazionale, dovranno essere utilizzate in modo più tempestivo ed efficace di quanto avvenuto per il bilancio europeo che si è appena chiuso. Ciò è reso indispensabile dall’urgenza di rilanciare lo sviluppo e la coesione territoriale ma, soprattutto, dalla necessità di contribuire, mediante un riscatto della qualità dell’azione pubblica, alla ripresa della produttività in tutte le aree della regione. FRANCESCO PROSPEROCOCCO
Presidente: LORENZO SANTILLI
Congiuntura Economica Abruzzese Periodico trimestrale Direttore responsabile: Francesco Prosperococco Editore CRESA - Corso Vittorio Emanulele II, 86 - 67100 L’Aquila Tel. 0862.25335 - Fax 0862.419951 - E-mail:info@cresa.it Grafica: Studio Grafico Pierpaolo Ceccarelli Stampa: Tipolito 95 Via Madonna Fore, 17 - L’Aquila - Tel. 0862.312959 Reg. Cancelleria Tribunale dell’Aquila n. 163 Reg. Giornali del 17 marzo 1976 ISSN 1721 - 1840
CRESA
Consiglio di Amministrazione: LORENZO SANTILLI GIUSTINO DI CARLANTONIO DANIELE BECCI SILVIO DI LORENZO Direttore: FRANCESCO PROSPEROCOCCO Comitato Scientifico: LUCIANO FRATOCCHI PASQUALE LELIO IAPADRE NICOLA MATTOSCIO
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PRIMO TRIMESTRE 2014 - N. 1
LA CONGIUNTURA MANIFATTURIERA NEL I TRIMESTRE 2014 di Alberto BAZZUCCHI Ricercatore CRESA
L’
analisi congiunturale del primo trimestre 2014 sull’industria manifatturiera - realizzata dalla società Questlab su incarico del Cresa - è stata effettuata su un campione di 453 imprese con almeno 10 addetti. I risultati del primo trimestre segnalano un potenziale di svolta del ciclo industriale regionale coerente con il miglioramento del profilo congiunturale registrato nell’ultima parte dell’anno scorso. Il primo trimestre del 2014 ha fatto registrare un incremento tendenziale della produzione industriale del 2,9% e del 3,7% rispetto all’ultimo trimestre dell’anno precedente. La ripresa della produzione è confermata anche dall’indicatore del grado di utilizzo degli impianti che si è attestato al 65% della piena capacità produttiva, ad un livello superiore a quello registrato in media nei trimestri precedenti. L’analisi per classe dimensionale fa emergere una dinamica particolarmente positiva della produzione per le grandi imprese (7,9%), seguite dalle medie (1,6%), mentre le microimprese hanno fatto registrare ancora un calo tendenziale del -1,7%. Se ne trova riscontro nell’analisi delle variazioni relative al fatturato sia interno, che nelle imprese di maggiori dimensioni mostra un aumento tendenziale del 7,5% (+15% sul trimestre precedente), sia estero cresciuto del 3%. Sotto il profilo settoriale, il primo trimestre del 2014 è stato caratterizzato da andamenti generalmente positivi, con l’unica eccezione per il settore della metalmeccanica. Su tutti, risalta la performance dei mezzi di trasporto che hanno fatto registrare un incremento del 10,5% su base annuale e di circa il 20% rispetto all’ultimo trimestre dell’anno scorso. Sotto il profilo territoriale questo andamento spiega il positivo risultato della provincia di Chieti che ha trainato il resto della regione, compensando, in particolare il negativo andamento della provincia aquilana. An-
che il comparto della farmaceutica ha fatto registrare un risultato positivo con una crescita tendenziale del 5% circa. La ripresa congiunturale in questo settore trova conferma anche dall’indicatore del grado di utilizzo degli impianti che si è attestato ad un livello superiore a quello di tutti gli altri settori (73%). Il raggruppamento dei beni alimentari ha confermato un trend positivo, pur continuando a scontare tuttavia una leggera perdita in termini occupazionali. Anche nel comparto delle lavorazioni tradizionali la situazione di difficoltà sembra essersi sensibilmente attenuata: nonostante le dinamiche congiunturali appaiano ancora negative in termini di produzione, l’andamento tendenziale ha mutato segno dopo due anni particolarmente critici. In particolare, sono da accogliere favorevolmente i segnali provenienti dalla domanda internazionale, che è aumentata più intensamente rispetto a quella interna, seppure a fronte di ordini esteri che mostrano un calo tendenziale del 4%. Nel tessile-abbigliamento l’occupazione continua a mostrare un andamento negativo, meno intenso sia rispetto agli altri settori sia rispetto a quanto registrato nei trimestri precedenti. Tuttavia, occorrerà attendere che questi segnali si stabilizzino in qualche misura per poter osservare e valutare in maniera meno approssimativa la direzione e l’intensità dei cambiamenti che hanno interessato l’industria regionale negli ultimi mesi. Il fatturato totale è cresciuto, in media, allo stesso ritmo di quello derivante dalle sole vendite estere ma sottende andamenti settoriali molto differenziati. Sotto il profilo dimensionale, la crescita del fatturato totale è stata particolarmente significativa nelle imprese con oltre 250 addetti, 7,5% il tendenziale, che sembrerebbe rivelare una maggiore rilevanza della componente interna rispetto a quella estera. Il risultato ottenuto dalle imprese di maggiori dimensioni ha in questo caso compensato quello delle imprese
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CONGIUNTURA ECONOMICA ABRUZZESE
più piccole. Dal lato delle vendite estere, i risultati tendenziali mostrano una crescita meno intensa ma distribuita in maniera omogenea tra tutte le classi dimensionali. A livello settoriale, le vendite all’estero sono risultate in crescita in quasi tutti i settori (in particolare mezzi di trasporto, chimica, ed alimentare) con l’eccezione dell’elettronica e dei prodotti della lavorazione dei minerali non metalliferi. Le dinamiche congiunturali sono apparse ancor più sostenute; variazioni positive si riscontrano quasi dappertutto , con l’eccezione della chimico-farmaceutica. L’andamento della domanda interna è probabilmente l’elemento che suscita le maggiori attenzioni. Nel biennio 2012-2013 gli ordini provenienti dal mercato nazionale avevano subito una forte battuta d’arresto, facendo registrare una flessione complessiva del 5% (molto più accentuata di quella riferita agli ordinativi esteri). Il risultato del primo trimestre 2014 è per lo attribuibile ad un unico settore, quello dei mezzi di trasporto (+15% tendenziale; +29% rispetto all’ultimo trimestre dell’anno scorso). Anche altri comparti industriali hanno mostrato dinamiche positive (tessile-abbigliamen-
to, elettronica) ma di entità non comparabile con quella dell’automotive. Gli ordinativi esteri restano sostanzialmente stabili su base annua, riflettendo in particolare il ruolo dalle imprese di grandi dimensioni. I risultati delle medie imprese (metalmeccanica, elettronica) sono positivi ma andrebbero letti congiuntamente a quelli non particolarmente brillanti dei mesi precedenti. Permane un contesto di calo occupazionale, che tocca in maniera simile soprattutto le piccole imprese e quelle di maggiori dimensioni. Notizie positive sembrano invece pervenire dalle opinioni degli imprenditori per i prossimi sei mesi. È un dato rilevante, da interpretare con cautela in quanto limitato ad un solo trimestre, ma positivo considerato il ruolo che le aspettative hanno come precondizione e fattore di sviluppo. Dalle informazioni raccolte nel primo trimestre del 2014 risultano particolarmente positivi i saldi delle risposte ottenute dagli operatori di media e grande dimensione con riferimento a produzione e fatturato. Resta d’altra parte improntato ad un certo pessimismo il clima d’opinione legato agli andamenti futuri dell’occupazione e della domanda interna.
ANDAMENTO DELLA PRODUZIONE E DEL FATTURATO - I trimestre 2014 Produzione
SETTORE
variaz. % rispetto al trim. precedente
variaz. % rispetto stesso trim. anno prec.
7,2 -1,5 -4,0 -4,4 -4,0 -0,5 18,9 2,0 0,1
1,9 2,1 0,5 0,8 -3,4 1,3 10,5 4,9 2,3
3,7
PROVINCIA Chieti L’Aquila Pescara Teramo CLASSE DIMENSIONALE 10-49 addetti 50-249 addetti oltre 250 addetti
DI ATTIVITÀ
Alimentare bevande e tabacco Tessile abbigliamento e calzature Legno e mobili Lavoraz. minerali non metalliferi Metalmeccanica Elettromeccanica ed elettronica Mezzi di trasporto Chimico-farmaceutico Altre imprese manifatturiere TOTALE
Fonte: CRESA - Congiuntura Economica Abruzzese
4
Utilizzo impianti %
Fatturato
Fatturato Estero
variaz. % rispetto al trim. precedente
variaz. % rispetto stesso trim. anno prec.
variaz. % rispetto al trim. precedente
variaz. % rispetto stesso trim. anno prec.
64,4 70,1 55,6 52,9 62,7 69,3 68,7 72,6 66,6
7,6 -0,9 -4,3 1,9 -4,5 1,0 20,5 -5,8 -1,1
0,4 1,8 -0,6 -2,1 -2,8 -0,4 11,1 3,4 2,8
7,3 -0,1 2,1 21,3 6,4 1,8 11,2 -8,6 -12,0
4,2 2,8 0,0 -1,2 0,6 -2,9 8,5 5,5 -2,7
2,9
65,2
4,1
2,6
4,5
2,8
10,0 -5,9 -0,4 -1,5
6,1 -3,8 0,7 0,6
64,8 58,6 66,0 67,5
10,5 -7,4 3,6 -1,2
5,5 -3,9 4,7 -0,2
7,2 -6,3 21,3 1,9
3,2 -6,6 26,5 3,6
-3,9 2,1 11,8
-1,7 1,6 7,9
63,6 69,8 85,1
-3,7 0,6 14,8
-1,3 0,8 7,5
-1,6 4,2 6,6
3,3 2,4 3,0
PRIMO TRIMESTRE 2014 - N. 1
ANDAMENTO DEGLI ORDINATIVI E DELL’OCCUPAZIONE - I trimestre 2014 Ordini interni
SETTORE
Ordini esteri
variaz. % rispetto al trim. precedente
variaz. % rispetto stesso trim. anno prec.
-2,8 3,4 -4,4 -0,5 -4,4 3,3 29,0 1,6 6,8
-2,5 1,9 0,2 -1,1 -3,8 1,6 15,1 1,4 11,7
2,7 4,4 2,2 20,9 -0,9 -2,0 1,1 -4,4 -14,9
2,2 -4,1 2,6 -1,3 3,4 2,2 2,7 0,8 -11,9
6,8
4,3
0,3
PROVINCIA Chieti L’Aquila Pescara Teramo
17,1 -0,6 1,5 -1,5
9,4 -2,4 2,7 -0,3
CLASSE DIMENSIONALE 10-49 add. 50-249 add. 250 add. e più
-2,8 -0,3 29,7
-1,4 0,7 15,7
DI ATTIVITÀ
Alimentare bevande e tabacco Tessile abbigliamento e calzature Legno e mobili Lavoraz. minerali non metalliferi Metalmeccanica Elettromeccanica ed elettronica Mezzi di trasporto Chimico-farmaceutico Altre imprese manifatturiere TOTALE
Occupazione variaz. % rispetto al trim. precedente
variaz. % rispetto stesso trim. anno prec.
73,7 67,5 39,9 53,9 53,4 73,0 57,8 84,5 36,2
1,7 0,9 0,4 -0,8 -0,5 0,6 -0,3 1,1 -1,6
-1,6 -0,3 -0,6 -2,0 -2,8 -0,5 -0,8 0,4 -3,3
0,3
58,8
0,1
-1,5
3,1 -10,3 -6,6 1,5
-0,1 -7,9 42,7 0,9
56,3 52,1 42,6 70,7
0,2 -1,6 0,2 0,5
-0,5 -4,2 -1,1 -1,5
-2,1 3,8 -1,1
-1,3 1,4 0,2
57,2 64,1 79,5
0,6 -0,2 -0,3
-2,6 -0,3 -1,7
variaz. % rispetto al trim. precedente
variaz. % rispetto stesso trim. anno prec.
Giorni di produzione assicurati dagli ordini
Fonte: CRESA - Congiuntura Economica Abruzzese
PREVISIONI A SEI MESI DEI PRINCIPALI INDICATORI CONGIUNTURALI (saldi % delle risposte) - I trimestre 2014
SETTORE
DI ATTIVITÀ
Alimentari bevande e tabacco Tessile abbigliamento e calzature Legno e Mobili Lavoraz. minerali non metalliferi Metalmeccanica Elettromeccanica ed elettronica Mezzi di trasporto Chimico-farmaceutica Altre imprese manifatturiere
Produzione
Fatturato
Occupazione
Ordinativi Interni
Esterni
2,1 8,2 12,4 5,0 3,4 5,6 17,4 30,0 -3,2
1,8 5,2 23,3 11,4 7,9 15,3 27,9 48,2 1,6
0,0 0,9 -18,0 -11,9 -19,4 1,4 6,9 17,1 -7,6
-7,3 -3,9 10,0 -3,6 -1,6 1,9 -4,4 7,6 -5,8
2,0 -1,0 -14,3 8,1 16,4 14,7 11,0 19,3 8,5
5,8
9,1
-6,8
-2,3
6,4
PROVINCIA Chieti L’Aquila Pescara Teramo
8,8 9,9 11,5 -0,7
13,3 19,1 11,9 0,7
-9,8 -16,0 -5,9 -1,1
-0,9 5,6 -2,5 -6,3
10,6 12,0 -0,6 4,0
CLASSE DIMENSIONALE 10 - 49 addetti 50 - 249 addetti oltre 250 addetti
2,1 23,6 11,4
4,3 32,9 14,3
-9,4 2,7 28,6
-4,4 7,6 3,3
0,3 29,0 6,5
TOTALE
Fonte: CRESA - Congiuntura Economica Abruzzese
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CONGIUNTURA ECONOMICA ABRUZZESE
LA CONGIUNTURA MANIFATTURIERA SERIE STORICHE 2009/2014
Produzione e Occupazione manifatturiera in Abruzzo (variazioni %)
Produzione dell’industria manifatturiera in Abruzzo per dimensione d’impresa (variazioni %)
Fatturato dell’industria manifatturiera in Abruzzo (variazioni %)
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PRIMO TRIMESTRE 2014 - N. 1
Ordini interni ed esteri dell’industria manifatturiera in Abruzzo (variazioni %)
Previsioni a sei mesi su Produzione e Occupazione in Abruzzo (variazioni %)
Congiuntura manifatturiera in Abruzzo: alimentare, bevande, tabacco (variazioni %)
Congiuntura manifatturiera in Abruzzo: tessile, abbigliamento, calzature (variazioni %)
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CONGIUNTURA ECONOMICA ABRUZZESE
Congiuntura manifatturiera in Abruzzo: legno, mobili (variazioni %)
Congiuntura manifatturiera in Abruzzo: lavorazione minerali non metalliferi (variazioni %)
Congiuntura manifatturiera in Abruzzo: metalmeccanica (variazioni %)
Congiuntura manifatturiera in Abruzzo: elettromeccanica ed elettronica (variazioni %)
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PRIMO TRIMESTRE 2014 - N. 1
Congiuntura manifatturiera in Abruzzo: mezzi di trasporto (variazioni %)
Congiuntura manifatturiera in Abruzzo: chimico-farmaceutica (variazioni %)
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CONGIUNTURA ECONOMICA ABRUZZESE
I SERVIZI INNOVATIVI E TECNOLOGICI IN ABRUZZO. SINTESI DELLA RICERCA Confindustria
CRESA
Grafico 1 - Valore aggiunto manifatturiero
1. La “terziarizzazione” dell’economia in Europa, Italia e Abruzzo La crescita del ruolo dei servizi innovativi nell’economia europea è testimoniata dal loro peso sempre più consistente sia in termini di valore aggiunto sia di addetti1. Questo fenomeno è stato più intenso nelle economie di più antica industrializzazione: nel Regno Unito la quota di addetti impegnati nel manifatturiero, che nel 1970 era pari a poco più del 31%, scende al 20% nel 1990 per poi contrarsi ulteriormente negli anni successivi fino ad arrivare al 10% nel 2010. Parallelamente, il peso dei servizi ha conosciuto una notevole espansione passando dal 53% del 1970 a quasi il 78% nel 2010. In Francia in termini di valore aggiunto i servizi rivolti alle imprese valevano intorno al 16% nel 1970 per salire al 22% nel 2010; per l’occupazione, invece, il dato passa nel medesimo periodo dal 12% circa al 22%. Nei paesi di più recente industrializzazione il processo di trasformazione economica si sviluppa in tempi leggermente successivi ma è comunque molto vivace. In Italia, il peso degli addetti nei servizi si è portato dal 42% del 1970 al 69% del 2010; nonostante l’intensità di questo progresso sia stata più elevata che altrove, lo sviluppo dei servizi nel nostro paese è ancora inferiore a quello presente nelle altre economie analizzate. Il grafico 1 illustra come siano stati soprattutto i servizi connessi all’industria2 a sperimentare un’espansione non trascurabile e ad incrementare significativamente il loro ruolo nelle economie avanzate. In Abruzzo l’evoluzione dell’occupazione e del valore aggiunto nei servizi presenta andamenti analoghi a quelli del resto del paese in termini di tendenza ma dif-
(in % sul totale economia)
Grafico 2 Valore aggiunto dei servizi all’industria (in % sul totale economia)
ferenti come intensità. Nell’arco del decennio che si colloca all’incirca tra gli ultimi due censimenti ufficiali, il valore aggiunto manifatturiero si è ridotto meno che nel resto del paese (dal 22,5% al 20,2%) attestandosi nel 2010 su una quota sensibilmente superiore alla
I dati utilizzati in questo paragrafo sono estratti da EU KLEMS, un data base creato nell’ambito di un progetto della Commissione Europea contenente diversi indicatori macroeconomici (crescita, produttività, occupazione, formazione di capitale e cambiamenti tecnologici) a livello settoriale per tutti i paesi membri dell’Unione Europea a partire dal 1970. 2 Comprendono: comunicazioni, R&S, informatica; trasporti e “altri servizi alle imprese”, che includono le attività legali, la contabilità, la consulenza fiscale e societaria, gli studi di mercato e i sondaggi di opinione, la consulenza commerciale e gestionale, gli studi di architettura e ingegneria. È da sotto-lineare che i dati disponibili non consentono di quantificare quante parte degli occupati in attività di trasporto, delle comunicazioni e tecnicoprofessionali siano effettivamente “al servizio” delle imprese manifatturiere piuttosto che delle famiglie. 1
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PRIMO TRIMESTRE 2014 - N. 1
media nazionale3. Corrispondentemente, i servizi rappresentano in media per l’Abruzzo una quota più contenuta del valore aggiunto totale. È da sottolineare, tuttavia, che la frazione di questi ultimi assorbita specificamente dai servizi all’industria4 è rimasta sostanzialmente stabile nel corso del decennio considerato attestandosi su valori inferiori a quelli medi nazionali. Grafico 3 - Addetti per settore in Abruzzo 2001-2011 (quote %)
2. Servizi Innovativi e Tecnologici: questioni di identificazione e classificazione Nelle statistiche internazionali le attività manifatturiere e quelle di servizio sono aggregate per intensità di conoscenza impiegata nei rispettivi processi produttivi (misurata attraverso la quota di spesa in ricerca e sviluppo sul valore aggiunto). In prima battuta, pertanto, sarebbe possibile definire i servizi innovativi (da qui SIT) a partire dai codici di attività economica rinvenibili nelle classificazioni statistiche vigenti che individuano l’insieme delle imprese che offrono servizi con elevato contenuto di conoscenza. Tuttavia, la specifica funzione espletata dal committente della ricerca ha indotto ad adottare come punto di partenza dell’analisi le aree di rappresentanza che contraddistinguono la stessa struttura organizzativa di CSIT. Il lavoro ha
pertanto seguito una logica di tipo “circolare”, organizzata intorno a tre momenti analitici principali visualizzati nello schema in alto. Nell’elenco desunto dallo Statuto di CSIT del 2009 sono comprese una serie di attività caratterizzate da forte interdipendenza e legami funzionali particolarmente intensi - quando non da vere e proprie sovrapposizioni tra una tipologia funzionale e l’altra - tali da rendere possibile (ed opportuna) una rielaborazione ed un riadattamento al fine di circoscrivere raggruppamenti omogenei di attività. In ragione di queste considerazioni, l’originale articolazione è stata ricomposta in 6 aree primarie, nel rispetto degli assetti organizzativi e funzionali di CSIT. Se ne fornisce qui di seguito l’elenco con l’indicazione, per ciascuna area, delle attività più rilevanti che la compongono: 1. Informazione e comunicazione (ICT): attività editoriali, attività di programmazione e trasmissione, telecomunicazioni, produzione di software e consulenza informatica, attività dei servizi d’informazione. 2. Contabilità e consulenza gestionale: attività legali e contabilità, attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale. 3. Architettura, ingegneria e consulenza tecnica: attività degli studi di architettura e d’ingegneria, collaudi ed analisi tecniche. 4. Ricerca & Sviluppo 5. Marketing e ricerche di mercato 6. Altri servizi di supporto alle imprese: attività di design specializzate, attività di gestione di risorse
La banca dati EUKLEMS non dispone di dati a livello regionale. Per tale ragione, in questa sezione, i dati sul valore aggiunto dell’Abruzzo e dell’Italia sono stati estratti dalle serie dei Conti Economici Regionali dell’Istat, 1995-2011, elaborati in base alla nuova classificazione delle attività economiche (Ateco 2007, versione italiana della Nace Rev. 2). 4 In questo paragrafo i cosiddetti servizi all’industria sono approssimati dalla somma dei seguenti settori: servizi di trasporto, informazione e comunicazione, attività professionali, scientifiche e tecniche. 3
11
CONGIUNTURA ECONOMICA ABRUZZESE
umane, attività di supporto per le funzioni d’ufficio, attività dei call center. Avuto riguardo a ciascuna voce di ogni singolo raggruppamento funzionale il passaggio successivo è stato quello di identificare i corrispondenti codici di attività economica, con un livello di dettaglio fino alla quarta cifra della classificazione Ateco 20075. In questo modo è stato possibile rispettare, da un lato, il vincolo di tipo funzionale/organizzativo associato alla natura rappresentativa dell’associazione imprenditoriale committente e, dall’altro, il necessario collegamento con la tassonomia standard delle attività economiche contemplate nello studio, ottemperando, nella massima misura possibile, alla logica di circolarità che ci si era posti come premessa metodologica.
3. Caratteristiche strutturali dei SIT in Abruzzo La tabella 1 mostra la distribuzione per regione degli addetti nei SIT e la variazione avvenuta nel decennio 2001-2011, un periodo sufficientemente lungo per cogliere un primo elemento dinamico che interessa il
comparto nel suo complesso. Dalla tabella emerge come la distribuzione territoriale dei SIT abbia un elevato grado di concentrazione se si tiene conto che quasi il 40% di tutti gli addetti del settore risultano presenti in due sole regioni - rispettivamente Lombardia (25,4%) e Lazio (14,2%). Nelle regioni del Mezzogiorno, sebbene i SIT rappresentino una quota non trascurabile dell’intero sistema economico, opera circa un quinto degli addetti totali. Nel decennio intercensuario il settore si è sviluppato in maniera diffusa su tutto il territorio nazionale. È facile riscontrare come tassi di crescita superiori alla media nazionale si riscontrano in diverse regioni del Sud; tuttavia, nel valutare queste dinamiche occorre tener conto dei bassi valori di partenza in termini assoluti. Spiccano le performance di piccole regioni come la Liguria (+52%), l’Umbria (+24%), lo stesso Abruzzo (+22%) e quella di regioni già particolarmente dotate in termini di servizi. Come effetto di questa espansione, le aree leader - Lazio, Lombardia e Liguria – arrivano oggi a fornire una quota di addetti che varia tra il 15,5% e il 20% circa del totale degli addetti delle rispettive regioni a fronte di una media nazionale del 13%. In base ai dati dell’archivio Asia in Abruzzo risultano
Tab. 1 - Distribuzione regionale degli addetti ai Servizi Innovativi e Tecnologici 2001-2011 (valori assoluti e %)
SETTORE
dei SIT in Abruzzo
2001
DI ATTIVITÀ
Piemonte Valle d’Aosta Liguria Lombardia T. A. Adige Veneto F. V. Giulia Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA
Addetti
165.698 4.184 46.375 446.846 27.565 144.272 37.016 151.494 108.489 21.903 39.867 243.773 29.155 6.086 96.981 68.360 10.625 28.825 72.066 30.142 1.779.722
2011 % sul totale addetti
Addetti
11,0 10,0 10,0 13,0 8,0 8,0 9,0 10,0 9,0 9,0 8,0 18,0 8,0 9,0 10,0 9,0 9,0 11,0 10,0 9,0 11,0
183.970 4.828 70.681 542.416 33.625 172.542 39.799 168.007 127.757 27.197 46.294 304.642 35.601 7.109 115.739 84.601 12.205 37.798 85.852 38.913 2.139.576
% sul totale addetti
variazione % 2001-20011
13,0 11,0 15,0 15,0 9,0 10,0 10,0 11,0 11,0 10,0 9,0 19,0 10,0 11,0 11,0 10,0 11,0 12,0 10,0 11,0 13,0
11,0 15,4 52,4 21,4 22,0 19,6 7,5 10,9 17,8 24,2 16,1 25,0 22,1 16,8 19,3 23,8 14,9 31,1 19,1 29,1 20,2
composizione % per regione
8,6 0,2 3,3 25,4 1,6 8,1 1,9 7,9 6,0 1,3 2,2 14,2 1,7 0,3 5,4 4,0 0,6 1,8 4,0 1,8 100
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Censimento Industria e Servizi 2011
5 L’Ateco 2007 è la versione nazionale della Nomenclatura Europea delle Attività Economiche (Nace Rev. 2:) approvata con regolamento della Commissione Europea n.1893/2006. A sua volta, tale classificazione deriva da quella definita a livello Onu (Isic Rev. 4). La classificazione Ateco 2007 presenta le varie attività economiche raggruppate, dal generale al particolare, in sezioni, divisioni, gruppi, classi, categorie e sottocategorie. Le sezioni sono contraddistinte da un codice alfabetico costituito da una lettera maiuscola. Le divisioni, i gruppi, le classi, le categorie e le sottocategorie di attività economica sono contraddistinti da un codice numerico.
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PRIMO TRIMESTRE 2014 - N. 1
Grafico 4a - Addetti nei SIT in Italia 2011 (valori %)
Grafico 4a - Addetti nei SIT in Abruzzo 2011 (valori %)
presenti circa 18.961 unità locali appartenenti ai SIT per un totale di 35.601 addetti. I settori più consistenti sono quelli che comprendono le attività di consulenza legale e gestionale e, in generale, le attività di tipo tecnico. Questi servizi hanno una presenza in regione relativamente più elevata che nel resto del paese, rappresentando oltre due terzi del totale in termini di imprese e quasi il 50% in termini di addetti. Inoltre, essi rappresentano, rispettivamente, l’1,7% ed il 2,3% dei medesimi comparti a livello nazionale. Il grafico 2 mostra una misura del grado di “specializzazione” relativa dell’Abruzzo rispetto alla media nazionale. Nel grafico, l’indicatore di specializzazione è definito lungo l’asse orizzontale e mostra valori compresi tra 0 e 1 ottenuti nel seguente modo: il peso del settore i-esimo in Abruzzo sul totale regionale dei SIT è rapportato al peso che lo stesso settore ha in Italia sul totale nazionale6. Inoltre, sull’asse verticale è indicata la variazione che il singolo
raggruppamento ha sperimentato nel decennio intercensuario espressa in termini percentuali ma come rapporto semplice (per esigenze di omogeneità con la variabile specializzazione). In questo caso valori inferiori ad 1 lungo l’asse verticale indicano una flessione degli addetti nel settore considerato, variazioni superiori all’unità un incremento. Osservando il grafico risalta, in particolare, la maggiore presenza relativa in Abruzzo di imprese che svolgono attività di ricerca e sviluppo, una delle due componenti dei servizi a più elevato contenuto di conoscenza e di tecnologia. D’altra parte, la nostra regione risulta despecializzata nell’altro importante segmento dell’ICT, che presenta dimensioni inferiori a quelle medie nazionali. Nei servizi a medio contenuto di tecnologia la regione si presenta sostanzialmente in linea col dato nazionale facendo, invece, rilevare una differenza relativa favorevole con riferimento ai servizi di consulenza tecnica. Al 2011 gli addetti nelle attività dei servizi di informazione e comunicazione risultano 5.934, pari all’1,7% del totale addetti in Abruzzo. L’ICT assorbe circa un quarto degli addetti complessivamente considerati nella ricerca (25% in Italia). In particolare, all’interno di questo raggruppamento, è possibile distinguere una presenza rilevante delle attività legate alla produzione di software ed alla elaborazione di dati e di servizi applicativi, che insieme assorbono quasi il 60% dell’occupazione dell’intero comparto. Una quota significativa è rappresentata dalle imprese che si occupano della predisposizione delle strutture necessarie alle telecomunicazioni fisse7. È l’unico settore all’interno dei SIT in cui il numero di addetti ha subito una flessione rispetto al 2001. Sotto il profilo territoriale
Grafico 5 - Caratteristiche del modello
di specializzazione abruzzese nei SIT (variazioni 2001-2011; le bolle rappresentano la dimensione del settore)
L’indice che si ricava assume valori compresi tra 0 e 1; valori dell’indice superiori a 1 indicano una specializzazione relativa della regione rispetto al resto del paese e, analogamente, valori inferiori a 1 una despecializzazione. La classe 63.10 del codice Ateco include le attività di gestione, manutenzione o fornitura di accesso a strutture per la trasmissione di voce, dati, testi, suoni e video, utilizzando infrastrutture per le tele-comunicazioni fisse. 6
7
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CONGIUNTURA ECONOMICA ABRUZZESE
Grafico 6 - Addetti nei servizi ICT in Abruzzo 2011
Grafico 8 - Addetti nei servizi ICT in Abruzzo 2011
(valori %)
(valori %)
circa un terzo delle imprese ICT ha sede in provincia di Pescara. Ogni impresa operante in tale settore risulta avere in media 3,1 addetti. Il settore della consulenza legale e gestionale presenta in Abruzzo oltre 7 mila unità locali per un totale di 10.500 addetti (con un aumento del 24% rispetto al 2001). Il settore è più o meno equamente suddiviso tra attività legali in senso stretto ed attività di consulenza fiscale e di revisione contabile. Il peso di queste attività sul totale di quelle abruzzesi è pari al 3,1%. I servizi di consulenza tecnica sono quasi raddoppiati tra il 2001 ed il 2011 in termini sia di unità locali che di addetti. Al 2011 rappresentano il 14% circa dell’occupazione totale nei SIT, concentrata soprattutto negli studi di ingegneria e in altri studi tecnici (cartografia, analisi geologiche). Sotto il profilo territoriale queste imprese risultano omogeneamente presenti nelle quattro province ed hanno una dimensione media piuttosto ridotta rispetto a quella di tutti gli altri settori. Il raggruppamento della Ricerca & sviluppo rappresenta una quota residuale delle attività considerate. Esse sono localizzate prevalentemente nei principali centri urbani regionali (con l’eccezione del comune di Santa Maria Imbaro, in provincia di Chieti), mentre sono marginali nelle aree più periferiche (il loro peso in termini di addetti è pari ad appena lo 0,2%
del totale). In questo caso la distribuzione territoriale è piuttosto differenziata: oltre il 60% degli addetti risulta operante nella sola provincia dell’Aquila. Si tratta di unità che hanno una dimensione media leggermente superiore rispetto a quelle che operano negli altri servizi. A dispetto dell’esiguo peso sul totale delle attività economiche le attività di R&S rappresentano un settore di specializzazione rispetto al contesto nazionale. Diversi, infatti, sono i centri di ricerca che hanno sede nella nostra regione che si occupano di analisi tecniche relative allo stato del suolo e del sottosuolo o piuttosto di applicazioni della biotecnologia e delle scienze della terra. Le realtà dimensionalmente più significative operano sul territorio regionale da due/tre decenni, considerando le informazioni disponibili presso il Registro imprese. Il raggruppamento Marketing e ricerche di mercato è costituito per lo più da agenzie pubblicitarie (93% degli addetti). Il loro peso sul totale regionale è dello 0,2%. Le attività sono concentrate in larga parte nella provincia di Pescara (60% circa degli addetti del settore) e per la parte restante risultano equamente ripartite tra le altre province. In ultimo, è stato considerato il raggruppamento degli “altri servizi di supporto alle imprese” (3,2% degli addetti totali in Abruzzo) che comprende un insie-
Grafico 7 - Addetti nei servizi ICT in Abruzzo 2011
Grafico 9 - Addetti nei servizi ICT in Abruzzo 2011
(valori %)
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(valori %)
PRIMO TRIMESTRE 2014 - N. 1
Grafico 10 - Addetti nei SIT in Italia 2011
Grafico 11 - Addetti nei SIT in Abruzzo 2011
(valori %)
(valori %)
me piuttosto variegato di imprese ed operatori. Al di là del residuale e generico gruppo dei “servizi non classificati altrove”8, qui considerato solo per completezza di analisi nonostante la discreta numerosità, appare evidente la prevalenza di addetti nei servizi che selezionano e gestiscono risorse umane (26% del raggruppamento) e nei call center (13%). Nell’ultima sezione della ricerca si forniscono informazioni, riferite al 2013, sulle imprese appartenenti ai SIT desunte dal Registro delle imprese delle Camere di Commercio in cui figurano solo quelle attività che sono svolte sotto forma di impresa. Ciò ha consentito di pervenire ad una rappresentazione dei settori osservati non solo più aggiornata ma anche più aderente alla realtà sia considerando la specifica configurazione giuridica delle imprese tenute alla registrazione presso le Camere di Commercio sia in quanto gli archivi camerali forniscono informazioni più puntuali sull’occupazione.
Ai fini della definizione dei sei raggruppamenti in cui si articola CSIT sono stati considerati i medesimi codici della classificazione Ateco utilizzati nella parte iniziale della ricerca, fino al livello di “divisione” di attività economica. Sono state poi selezionate unicamente le imprese risultanti “attive” e con addetti alla data del 31 dicembre 2013. Come ultimo passaggio, le imprese sono state classificate in base alla forma giuridica. Dalle informazioni così raccolte in Abruzzo risultano attive 3.272 imprese per un totale di circa 14.700 addetti. Circa la metà delle imprese presenti in regione sono ditte individuali, mentre le società di capitali rappresentano poco più del 32%. Se osserviamo il complesso dei SIT in termini di addetti, al contrario, quasi l’80% dell’occupazione è concentrata nelle imprese maggiormente strutturate. Tale quota raggiunge la punta massima nelle imprese che svolgono attività di ricerca e sviluppo (dove il 96% dell’occupazione è assorbito da società di capitale).
Tab. 2 - Numero e addetti delle imprese dei SIT in Abruzzo per raggruppamento di attività e forma giuridica Imprese (dati al 31/12/2013) (valori assoluti e %) ICT
ATTIVITÀ LEGALI, ARCH., CONTABILITÀ INGEGNERIA E E CONS. CONSULENZA GESTIONALE TECNICA
RICERCA & SVILUPPO
MARKETING E RICERCHE DI MERCATO
ALTRI SERVIZI DI SUPPORTO ALLE IMPRESE
TOTALE
Imprese
Ditte individuali Soc Capitali Soc.Persone Altro TOTALE
636 451 285 1 1.373
144 251 127 10 532
Ditte individuali Soc Capitali Soc.Persone Altro TOTALE
765 2.562 612 7 3.946
164 1.362 257 70 1.853
27 148 43
3 23 4 30
238 85 70 1 394
502 105 117 1 725
1.550 1.063 646 13 3.272
218
3 160 4 0 167
279 1.137 124 6 1.546
610 1.219 249 6 2.084
1.857 7.446 1.348 89 10.740
Addetti
36 1.006 102 0 1.144
Fonte: elaborazioni su dati Registro Imprese
Il gruppo dei “servizi di supporto alle imprese nca” è associato al codice 82.9 della classificazione Ateco e comprende: attività di recupero crediti, agenzie di informazioni commerciali, attività di imballaggio, agenzie di distribuzione di libri etc., servizi di gestione di pubblici mercati, richiesta di certificati.
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Congiuntura Economica Abruzzese
CENTRO REGIONALE DI STUDI E RICERCHE ECONOMICO SOCIALI Istituito dalle Camere di Commercio d’Abruzzo Sede Legale: L’Aquila - Corso Vittorio Emanulele II, 86 Sede Provvisoria: L’Aquila - Via Portici di San Bernardino, 2 Tel. 0862.25335 - Fax 0862.419951 - E-mail:info@cresa.it www.cresa.it - www.abruzzo.congiuntura.it