Congiuntura Economica Abruzzese SUPPLEMENTO AL N. 2 - 2014
Spedizione in a.p. 70% Div. Corr. D.C.I. AQ
L'ARTIGIANATO IN ABRUZZO
N
ell’attuale fase di crisi l’artigianato è stato colpito in maniera particolare. Nel biennio 2012-2013 vi sono state, in media,3.250 cessazioni pari al 9% delle imprese rispetto allo stock del 2011, a fronte del 7,8% registrato negli altri settori. Le chiusure non sono state compensate dalla nascita di nuove attività imprenditoriali. La combinazione di questi due effetti (elevata mortalità e bassa natalità) si è tradotta in una riduzione del numero delle imprese artigiane del 3% rispetto al 2011, mentre il numero di imprese non artigiane è rimasto sostanzialmente invariato. La crisi si sta diffondendo in quasi tutti i settori, dopo avere investito le imprese meno strutturate sta ora mettendo in difficoltà quelle più solide ed organizzate, in particolare nei comparti manifatturieri del Made in Italy e quelle delle costruzioni. Si tratta di aspetti messi in evidenza in molteplici pubblicazioni realizzate nel corso degli ultimi anni dagli uffici studio della CNA e della Confartigianato. Principali caratteristiche strutturali L’artigianato rappresenta una realtà estremamente importante e dinamica nel nostro paese: nel 2013 si contano, infatti, circa 1.400.000 imprese artigiane attive (ovvero il 27% del totale delle imprese italiane totali), concentrate in particolare in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, regioni queste dove è presente comunque un articolato tessuto produttivo.
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L'artigianato in Abruzzo di Alberto BAZZUCCHI
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L'artigianato nel I semestre 2014 di Concettina PASCETTA
CONGIUNTURA ECONOMICA ABRUZZESE
TAB. 1 NUMERO DELLE IMPRESE ARTIGIANE E RELATIVI ADDETTI 2008-2013 Regione ABRUZZO BASILICATA CALABRIA CAMPANIA E. ROMAGNA F. V. GIULIA LAZIO LIGURIA LOMBARDIA MARCHE MOLISE PIEMONTE PUGLIA SARDEGNA SICILIA TOSCANA T.A. ADIGE UMBRIA V. D’AOSTA VENETO
Imprese 2008
2013
Addetti var. %
2008
36.319 33.820 -6,9 12.159 11.278 -7,2 37.591 34.610 -7,9 75.656 73.116 -3,4 147.566 136.674 -7,4 30.970 29.366 -5,2 101.685 100.272 -1,4 46.784 45.566 -2,6 271.354 255.861 -5,7 52.499 48.790 -7,1 7.761 7.122 -8,2 136.911 128.997 -5,8 79.169 74.110 -6,4 43.018 38.430 -10,7 85.386 78.953 -7,5 118.963 110.649 -7,0 27.351 26.505 -3,1 24.662 22.679 -8,0 4.230 4.044 -4,4 146.525 135.209 -7,7
Al fine di eliminare l’effetto distorsivo dovuto al differente peso economico delle regioni il fenomeno dell’imprenditorialità artigiana può essere analizzato prendendo in esame degli indicatori che rapportano la numerosità alla popolazione residente ed al totale delle imprese. Con riferimento al primo indicatore, in Italia si attesta su un valore medio di 24,7 imprese ogni 1.000 abitanti, ma risulta particolarmente elevato in alcune regioni, in primis l’Emilia Romagna, le Marche, la Valle d’Aosta e la Toscana, ma anche il Veneto ed il Piemonte, tutte al di sopra della soglia delle 30 imprese artigiane per mille abitanti. È il caso di notare che nella prima graduatoria compaiono quasi esclusivamente realtà territoriali dell’Italia centro-settentrionale
Presidente: Lorenzo Santilli
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Grafica: Studio Grafico Pierpaolo Ceccarelli Stampa: Tipolito 95 Via Madonna Fore, 17 - L’Aquila - Tel. 0862.312959 Reg. Cancelleria Tribunale dell’Aquila n. 163 Reg. Giornali del 17 marzo 1976 ISSN 1721 - 1840
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var. %
(tra le quali l’Abruzzo con una media di 26 artigiani per mille abitanti). Per contro, le regioni caratterizzate da una densità di imprese artigiane rispetto alla popolazione locale inferiore alla media nazionale si concentrano quasi tutte nel Meridione: Molise, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Campania. Fa eccezione soltanto il Lazio, che si distingue tradizionalmente per una scarsa diffusione dell’imprenditorialità artigiana soprattutto in ragione della struttura economica della Capitale, incentrata sul terziario avanzato e sulla pubblica amministrazione. Un secondo indicatore capace di rendere conto del peso reale dell’artigianato nelle diverse regioni italiane è rappresentato dall’incidenza delle imprese artigiane
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2013
71.794 73.273 2,1 23.986 23.719 -1,1 68.619 65.846 -4,0 948.046 251.623 -73,5 324.154 323.972 -0,1 67.930 70.910 4,4 169.618 179.526 5,8 84.198 92.394 9,7 554.340 590.838 6,6 127.910 134.233 4,9 15.834 15.155 -4,3 262.832 269.932 2,7 162.774 162.341 -0,3 88.299 82.017 -7,1 170.245 166.137 -2,4 245.596 268.326 9,3 67.318 76.914 14,3 57.150 58.100 1,7 8.120 8.594 5,8 301.625 356.916 18,3
SUPPLEMENTO AL N. 2 - 2014
Media Italia 23,4 Grafico 1 Imprese artigiane per mille abitanti 2013
Media Italia 26,9 Grafico 2 Imprese artigiane sul totale delle imprese 2013 (%)
Grafico 3 Imprese e addetti nell’artigianato nelle regioni italiane 2013 (peso % su Italia)
sul totale delle imprese extra-agricole attive. In media, in Italia, le imprese artigiane rappresentano, nel 2013, oltre un quarto del totale con una presenza particolarmente significativa in aree quali Valle d’Aosta, Liguria, Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia. Le imprese artigiane attive nell’industria e nei servizi erano nel 2013 in Abruzzo circa 34 mila, il 2,4% del
totale nazionale, e occupavano poco più di 73 mila addetti (2,2% del totale). All’interno di questa struttura è netta la prevalenza delle microimprese: il 98% di esse occupa meno di 10 addetti mentre il 2% ricade nel segmento delle piccole imprese (da 10 a 49 addetti). Di rilievo è inoltre il peso delle imprese con un solo addetto: oltre la metà delle
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CONGIUNTURA ECONOMICA ABRUZZESE
TAB. 2 IMPRESE E ADDETTI PER CLASSE DI ADDETTI IN ABRUZZO ANNO 2013 Attive
Classe di addetti
0 addetti 1 addetto 2-5 addetti 6-9 addetti 10-19 addetti 20-49 addetti 50-99 addetti Totale 0 addetti 1 addetto 2-5 addetti 6-9 addetti 10-19 addetti 20-49 addetti 50-99 addetti Totale 0 addetti 1 addetto 2-5 addetti 6-9 addetti 10-19 addetti 20-49 addetti 50-99 addetti
Addetti
valori assoluti 648 - 19.323 19.472 11.671 32.724 1.449 10.304 638 8.210 89 2.449 2 114 33.820 73.273 composizione % 1,9 - 57,1 26,6 34,5 44,7 4,3 14,1 1,9 11,2 0,3 3,3 0,0 0,2 100 100 incidenza sul totale Abruzzo (%) 3,1 - 29,5 28,0 35,3 32,4 29,0 25,1 21,2 17,6 7,3 5,4 0,8 0,5
Numero medio addetti
1,0 2,8 7,1 12,9 27,5 57,0 2,2
TAB. 3 IMPRESE E ADDETTI DELL’ARTIGIANATO PER MACRO SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA IN ABRUZZO ANNO 2013
Manifatturiero Costruzioni Commercio Servizi di alloggio e ristorazione Altri servizi Totale Manifatturiero Costruzioni Commercio Servizi di alloggio e ristorazione Altri servizi Totale
imprese 7.664 12.641 2.403 1.206 9.519 33.820 addetti 20.804 25.535 5.212 3.532 17.372 73.273
imprese artigiane è costituita da imprese individuali. Sul totale Abruzzo più di una impresa individuale su quattro è artigiana. Una minore polarizzazione si rileva considerando la distribuzione dell’occupazione artigiana. L’85% degli addetti occupati nell’artigianato lavora in imprese con meno di 10 addetti (il peso delle imprese individuali è in questo caso prossimo al 27%); il restante 15% è occupato in piccole imprese (da 10 a 49 addetti). La composizione dell’artigianato per settori di attività
4
Composizione %
Peso % su totale Abruzzo
22,7 37,4 7,1 3,6 28,1 100
61,9 65,3 7,3 12,7 36,3 26,1
28,4 34,8 7,1 4,8 23,7 100
17,6 48,7 7,5 9,2 20,0 18,0
Valori assoluti
Settore
economica rivela una forte concentrazione delle attività produttive nel settore delle costruzioni nel quale, complessivamente, opera il 37% delle imprese artigiane e nei settori del manifatturiero (23%). La quota rimanente opera nei settori dei servizi, in particolare nel commercio per una quota pari al 7% e in quello degli altri servizi (3,6%). Il peso delle imprese artigiane operanti nei settori industriali è assai rilevante anche nel complesso del sistema produttivo regionale: in Abruzzo le imprese artigiane
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Grafico 4 Distribuzione dell’occupazione per settori in Abruzzo Anno 2013 (peso %)
attive nei settori dell’industria in senso stretto e delle costruzioni sono, rispettivamente il 62% e il 65% del totale. La struttura occupazionale delle imprese per settore di attività economica presenta una più forte concentrazione nel settore delle costruzioni (35% dell’occupazione artigiana complessiva). La vocazione industriale del sistema dell’artigianato risalta in maniera ancor più evidente dal confronto della composizione dell’occupazione con quella dell’intero sistema produttivo regionale. Il grafico 4 mostra come la composizione settoriale dell’occupazione dell’artigianato si differenzi rispetto a quella regionale con particolare riferimento alle attività legate all’edilizia e, con minore intensità, al commercio.
All’interno del settore manifatturiero la specializzazione delle imprese artigiane, misurata in termini di quota di addetti occupati, è mostrata nella tabella seguente. L’industria alimentare e la fabbricazione di prodotti in metallo assorbono le quote maggiori di addetti (rispettivamente, 21% e 19% del totale). Significativa risulta anche la quota di addetti nei settori più tradizionali come l’abbigliamento (13%) e il legno (7%). La dimensione aziendale delle imprese artigiane si riflette nei modelli organizzativi e gestionali (tabella 5). Sotto questo profilo le imprese artigiane sono rappresentate per lo più da imprese individuali (80% circa) e società di persone (16%).
TAB. 4 IMPRESE ARTIGIANE ATTIVE E ADDETTI NEL COMPARTO MANIFATTURIERO IN ABRUZZO ANNO 2013 Divisione
Attive
C 10 Industrie alimentari Fabbricazione di prodotti in metallo C 14 Confezione di articoli di abbigliamento C 16 Industria del legno C 32 Altre industrie manifatturiere C 15 Fabbricazione di articoli in pelle e simili C 23 Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali C 33 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine C 28 Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca C 18 Stampa e riproduzione di supporti registrati C 31 Fabbricazione di mobili C 13 Industrie tessili C 26 Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica C 22 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche C 27 Fabbricazione di apparecchiature elettriche ed apparecchi C 17 Fabbricazione di carta e di prodotti di carta C 20 Fabbricazione di prodotti chimici C 29 Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi C 11 Industria delle bevande C 30 Fabbricazione di altri mezzi di trasporto C 24 Metallurgia C 19 Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione Totale manifatturiero
1.349 1.368 733 741 914 348 405 379 215 295 230 235 97 80 87 41 49 29 28 22 18 1 7.664
Addetti
4.423 4.014 2.684 1.456 1.398 1.068 1.049 735 700 660 639 619 294 264 248 136 128 87 83 63 52 4 20.804
5
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TAB. 5 IMPRESE E ADDETTI NELL’ARTIGIANATO PER FORMA GIURIDICA 2013 Forma giuridica Società di capitale Anni di vita Società di persone Imprese individuali Cooperative Consorzi Altre forme Persona fisica TOTALE
Imprese attive 1.428 5.458 26.830 84 16 3 1 33.820
Numero
N° medio addetti
Addetti
4,2 % 16,1 79,3 0,2 - - - 100
8.457 18.978 45.195 574 50 18 1 73.273
Numero
11,5 25,9 61,7 0,8 0,1 - - 100
%
5,9 3,5 1,7 6,8 3,1 6,0 1,0 2,2
TAB. 6 ADDETTI NELL’ARTIGIANATO PER MACRO SETTORE E PROVINCIA 2013 Settore
Chieti
L’Aquila
Pescara
Teramo
Abruzzo
valori assoluti C. Attività manifatturiere 5.536 3.495 4.595 7.178 20.804 F. Costruzioni 6.503 7.284 5.115 6.633 25.535 G. Commercio 1.668 1.087 1.187 1.270 5.212 I. Servizi di alloggio e di ristorazione 1.069 612 956 895 3.532 Altri servizi 5.185 3.369 4.732 4.086 17.372 Totale 20.139 16.044 16.697 20.393 73.273 composizione % su totale Abruzzo C. Attività manifatturiere 26,6 16,8 22,1 34,5 100 F. Costruzioni 25,5 28,5 20,0 26,0 100 G. Commercio 32,0 20,9 22,8 24,4 100 I. Servizi di alloggio e di ristorazione 30,3 17,3 27,1 25,3 100 Altri servizi 29,8 19,4 27,2 23,5 100 Totale 27,5 21,9 22,8 27,8 100 composizione % per settore C. Attività manifatturiere 27,5 21,8 27,5 35,2 28,4 F. Costruzioni 32,3 45,4 30,6 32,5 34,8 G. Commercio 8,3 6,8 7,1 6,2 7,1 I. Servizi di alloggio e di ristorazione 5,3 3,8 5,7 4,4 4,8 Altri servizi 25,7 21,0 28,3 20,0 23,7 Totale 100 100 100 100 100
In termini di localizzazione geografica Chieti e Teramo assorbono quote molto simili di addetti nell’artigianato (28% circa in entrambe le province). Diversa è, tuttavia, la distribuzione settoriale all’interno di ciascuna area. A Chieti e Pescara la quota di addetti assorbita dal manifatturiero e dalle costruzioni è sostanzialmen-
te simile (intorno al 27% nel manifatturiero e al 31% nell’edilizia). In provincia dell’Aquila gli addetti nelle costruzioni sono quasi la metà del totale a fronte della quota più bassa in regione nel manifatturiero (22%) mentre a Teramo gli addetti nei due medesimi settori si distribuiscono in maniera più equilibrata.
Le dinamiche della crisi L’artigianato ha sofferto in maniera piuttosto accentuata l’ondata recessiva degli ultimi anni. Dal 2008 al 2013, l’artigianato abruzzese ha sperimentato un calo di 2.500 imprese, pari, in termini relativi, ad una variazione del -7% (superiore alla media nazionale pari al -6,1%). Analizzando i dati relativi alla demografia delle imprese emergono abbastanza chiaramente le seguenti
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indicazioni: a) le cessazioni hanno colpito le imprese artigiane in misura più intensa rispetto a quelle non artigiane; b) nel biennio 2012-2013 il numero delle imprese artigiane iscritte nei registri delle Camere di Commercio si è ridotto in termini assoluti mentre quello delle imprese non artigiane ha sostanzialmente tenuto.
SUPPLEMENTO AL N. 2 - 2014
Grafico 5 Evoluzione delle imprese artigiane in Abruzzo e Italia (2008 = 100)
TAB. 7 MORTALITÀ E CRESCITA NELLE IMPRESE ARTIGIANE IN ABRUZZO Cessazioni (media 2012-2013)
Imprese artigiane Imprese non artigiane Totale imprese
3.250 7.553 10.803
Quanto sostenuto nei punti a) e b) è rappresentato nei dati riportati nella tabella 7 nella quale sono riportati il numero delle cessazioni, i tassi di cessazione (definiti come rapporto tra numero medio di chiusure 20122013 e numero di imprese attive nel 2011) e i tassi di crescita (rapporto tra la differenza media di iscrizioni e cessazioni nel biennio 2012-2013 e le imprese attive nel 2011). In sintesi: - nel biennio 2012-2013 l’artigianato, che rappresenta mediamente il 36% del sistema produttivo regionale, è stato interessato dal 30% delle cessazioni registrate dal sistema economico nel suo complesso (3.250 chiusure su un totale di 10.800); - nello stesso periodo ha cessato il 9% delle imprese artigiane risultanti attive nel 2011 a fronte del 7,8% delle imprese non artigiane; - le chiusure delle imprese artigiane non sono state compensate dalle nascita di nuove imprese: a fine 2013 lo stock di imprese artigiane si è infatti ridotto del 3% rispetto al 2011 mentre per le imprese non artigiane si registra una sostanziale tenuta rispetto allo stesso anno (tasso di crescita pari a 0,1%). Il calo comples-sivo della consistenza dell’intero sistema produttivo (-0,7%) riflette dunque una crisi che ha colpito in particolare le imprese artigiane. Inoltre, in analogia ad un recente lavoro svolto dall’Ufficio studio dalla CNA, sono stati messi in relazione i tassi di mortalità con quelli di sviluppo delle imprese artigiane abruzzesi. In tal modo è stato possibile attribuire i diversi settori artigianali, al
Tasso di cessazione
Tasso di crescita
9,0 7,8 8,1
-2,9 0,1 -0,7
livello di divisione di attività economica, a quattro differenti profili che consentono una visione in chiave prospettica, per così dire, dei comparti esaminati (tabella 8). 1. Settori a maggior rischio: presentano tassi di cessazione superiori alla media e tassi di crescita negativi e superiori al -2%. Sono i settori che rischiano di uscire fortemente ridimensionati dalla crisi; presentano tassi di cessazione superiori alla media generale non compensati dalla nascita di nuove iniziative imprenditoriali. In altri termini, in questi settori elevata mortalità e bassa natalità determinano una diminuzione, in alcuni casi anche molto consistente, delle imprese attive. Sono comprese in questo profilo, in particolare, le imprese del commercio al dettaglio (al netto di quelle che svolgono riparazione e manutenzione di veicoli), quelle edili e diversi comparti del manifatturiero tradizionale (confezione di articoli di abbigliamento e di articoli tessili). Tra i servizi, le attività di consulenza informatica. 2. Settori in crisi ma con possibilità di ripresa: presentano tassi di cessazione superiori alla media e tassi di crescita positivi (o lievemente negativi). Per questi settori i tassi di mortalità restano elevati ma la base produttiva (data dal numero di imprese attive) tende comunque ad aumentare (ovvero a ridursi ma in misura lieve) grazie ad un significativo numero di nuove nascite. La presenza di tassi di apertura superiori a
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CONGIUNTURA ECONOMICA ABRUZZESE
TAB. 8 PROFILI DELLE IMPRESE ARTIGIANE NEGLI ANNI DELLA CRISI (MEDIA 2012-2013) Divisioni di attività economica
Cessazioni (numero)
Tasso di cessazione
SETTORI A MAGGIOR RISCHIO G 47 Commercio al dettaglio (esclusi veicoli) 33 15,3 C 14 Confezione di articoli di abbigliamento 117 14,1 C 13 Fabbricazione di articoli tessili (non abbigliamento) 25 10,5 F 43 Lavori di costruzione specializzati 946 10,3 J 63 Consulenza informatica 22 10,3 F 41 Costruzione di edifici 471 10,3 C 27 Fabbricazione di apparecchiature per illuminazione 10 9,7 C 16 Falegnami, carpentieri 80 9,5 IN CRISI MA CON POSSIBILITÁ DI RIPRESA I 56 Attività dei servizi di ristorazione 142 11,8 N 81 Attività di pulizia 102 10,9 M 74 Fotografia, design 43 9,7 C 33 Riparazione e manutenzione di macchinari 40 11,5 C 15 Fabbricazione di articoli in pelle 44 12,2 IN LENTO DECLINO G 45 Riparazione autoveicoli 150 6,5 H 49 Trasporto merci su strada 138 7,3 C 25 Fabbricazione porte, finestre e altri prodotti in metallo 120 8,1 C 32 Forniture medico-dentistiche, gioielleria 62 6,4 S 95 Riparazione di computer 85 8,9 C 31 Fabbricazione di mobili 19 7,7 C 26 Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica 7 5,9 APPARENTEMENTE IN BUONA SALUTE S 96 Centri estetici, acconciatori, lavanderie 235 5,1 C 10 Panetterie, pasticcerie, paste alimentari 82 6,0 C 20 Fabbricazione di prodotti chimici 3 5,1 TOTALE ARTIGIANATO 3.250 9,0
8
Tasso di crescita
-13,8 -5,4 -2,3 -3,5 -2,4 -5,4 -4,6 -5,8 -0,5 1,8 0,9 2,7 -0,4 -2,5 -3,3 -3,8 -2,8 -3,8 -2,8 -3,6 -0,4 -0,6 0,0 -2,9
SUPPLEMENTO AL N. 2 - 2014
quelli di cessazione potrebbe significare l’aspettativa di un ritorno alla profittabilità nel medio periodo. In questo raggruppamento rientrano soprattutto le imprese artigiane che operano nei settori dei servizi (attività di ristorazione e di pulizia). 3. Settori in lento declino: presentano tassi di cessazione inferiori alla media e tassi di crescita negativi e superiori al -2%. Si tratta di quei settori nei quali il tasso di cessazione è risultato inferiore alla media e che, nonostante ciò, hanno subito una erosione della base produttiva (superiore al 2%) a causa del modesto numero di iscrizioni. Diversamente dai precedenti, caratterizzati da turn over molto elevati, sono probabilmente da considerarsi per certi aspetti settori “maturi”, nei quali le opportunità di sviluppo sono state colte pienamente negli anni passati e per i quali le difficoltà cicliche più recenti non hanno fatto altro che accentuare una tendenza innescatasi precedentemente. Sono compresi in questo profilo molti
settori manifatturieri connessi con l’edilizia ma anche la fabbricazione di computer e prodotti dell’elettronica. 4. Settori apparentemente in buona salute: presentano tassi di cessazione inferiori alla media e tassi di crescita positivi (o negativi ma inferiori al -1%). Si tratta di settori da tenere particolarmente sotto osservazione, in cui la mortalità non è elevata e la crescita positiva (ovvero oscillanti intorno allo zero). In questi settori le imprese hanno mostrato una certa capacità di resistenza espresso da un maggior equilibrio tra nuove iscrizioni e cessazioni. Tra di essi vi è la chimica (settore che comprende la produzione di materie plastiche, di fertilizzanti, profumi, cosmetici e saponi) e una serie di attività tradizionali legate alla ristorazione, tipicamente un settore di natura anticiclica, e infine l’insieme dei servizi per la persona, quali i centri estetici, gli acconciatori e le tinto-lavanderie. Si tratta di imprese che operano in attività per le quali vi è una domanda incomprimibile e la cui dimensione è tipicamente quella del negozio.
Grafico 6 Profili delle imprese artigiane abruzzesi negli anni della crisi
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CONGIUNTURA ECONOMICA ABRUZZESE
L'ARTIGIANATO
NEL I SEMESTRE 2014 di Concettina PASCETTA Ricercatrice CRESA
I
n questo numero di Congiuntura Economica Abruzzese vengono pubblicati i risultati dell’indagine congiunturale sulle imprese dell’artigianato svolta per la prima volta dal CRESA. L’artigianato è un settore molto importante nell’economia regionale, considerando che al 30 giugno 2014 ad esso appartengono 33.070 imprese, cioè circa un quarto di quelle attive nella regione. Il settore, inoltre, sta attraversando un difficile momento congiunturale irto di pesanti difficoltà che hanno causato una dinamica imprenditoriale negativa, evidenziata dalle 1.181 iscrizioni e 1.927 cancellazioni nel I semestre 2014, delle quali il comparto edile rappresenta rispettivamente circa il 35% e il 45%. Oltretutto la dinamica imprenditoriale artigiana risulta peggiore di quella osservata tra le imprese totali, come dimostrato dai peg-
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giori andamenti rilevati nella demografia di impresa secondo i dati Infocamere-Movimprese (-2,2% imprese artigiane attive rispetto a -0,8% imprese totali; -2,3% tasso di sviluppo imprese artigiane rispetto a -0,6% per le imprese totali). La rilevazione relativa al primo semestre del 2014 è stata svolta dalla società Questlab di Mestre nei mesi di luglio, agosto e settembre 2014 contattando le imprese artigiane aventi almeno 3 addetti ed escludendo, così, quelle piccolissime. E’ stato ottenuto un feedback di 595 risposte complete, fornite da imprese che per il 38,3% svolgono attività manifatturiere, per il 27,9% attività edilizia, per il 22,4% fornitura di servizi alle persone e per l’11,4% fornitura di servizi alle imprese. Non sono state monitorate le imprese che si occupano di artigianato artistico, settore di grande rilievo qualita-
SUPPLEMENTO AL N. 2 - 2014
tivo, del quale il CRESA si riserva di occuparsi in seguito, anche in collaborazione con le più rappresentative Associazioni di categoria regionali. La raccolta delle informazioni è stata effettuata utilizzando le tecniche CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) e CAWI (Computer Assisted Web Interview). Questa prima rilevazione ha carattere sperimentale e
si propone l’obiettivo di breve termine di iniziare ad analizzare le caratteristiche strutturali e l’andamento di questo settore tanto rilevante nel sistema economico regionale, ritenendo comunque necessaria, come solitamente accade in ogni fase di avvio, la validazione dei criteri di stratificazione del campione e delle modalità operative di indagine.
L’andamento nel I semestre 2014 I risultati del primo semestre 2014 sono tutti pesantemente negativi sia dal punto di vista congiunturale che tendenziale. Alla diminuzione annua riscontrata per il fatturato (-5,0%), per gli ordini totali (-6,4%) e per l’occupazione (-3,2%), si accompagnano cali semestrali ancora peggiori per il fatturato (-8,4%) e gli ordini totali (-8,1%). L’unico segnale positivo è fornito dall’occupazione che è aumentata dell’1% rispetto al semestre precedente.
A confermare il clima negativo è il forte pessimismo cui sono improntate le aspettative (misurate come differenza percentuale tra le previsioni di crescita e di decremento) per l’andamento nei prossimi sei mesi del fatturato (-31,8%) e, anche se in misura meno diffusa, dell’occupazione (-14,5%). Anche i prezzi di vendita sono previsti in calo. Le imprese artigiane manifatturiere hanno fatto rilevare andamenti sia congiunturali che tendenziali negativi
ANDAMENTO DEI PRINCIPALI INDICATORI DELL’ARTIGIANATO IN ABRUZZO I SEMESTRE 2014 Fatturato
Ordini totali
Occupazione
var.% rispetto al semestre precedente SETTORE Manifattura -7,7 -9,5 0,4 Edilizia -9,8 -9,0 5,0 Servizi alle imprese -4,8 -4,5 -2,7 Servizi alle persone -6,1 -3,8 -2,1 CLASSE DIMENSIONALE ADDETTI fino a 5 add. -10,6 -9,2 0,8 più di 5 add. -1,5 -3,9 1,6 PROVINCIA Chieti -6,6 -6,5 1,7 L’Aquila -8,7 -7,0 2,1 Pescara -14,0 -14,1 -1,0 Teramo -6,2 -6,2 1,3 TOTALE -8,4 -8,1 1,0 var.% rispetto stesso semestre anno precedente SETTORE Manifattura -5,3 -6,6 -4,9 Edilizia -5,4 -7,1 -3,8 Servizi alle imprese -1,0 -4,9 -0,8 Servizi alle persone -5,8 -4,8 -1,3 CLASSE DIMENSIONALE ADDETTI fino a 5 add. -7,7 -8,2 -4,4 più di 5 add. 2,2 -0,7 -0,3 PROVINCIA Chieti -3,9 -4,1 -1,5 L’Aquila -4,6 -7,5 -3,4 Pescara -8,1 -9,9 -4,8 Teramo -4,2 -5,0 -3,3 TOTALE -5,0 -6,4 -3,2 Fonte: CRESA
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CONGIUNTURA ECONOMICA ABRUZZESE
PREVISIONI A SEI MESI DEI PRINCIPALI INDICATORI DELL’ARTIGIANATO IN ABRUZZO I SEMESTRE 2014 (saldi % delle risposte) Fatturato
Prezzi di vendita
Occupazione
Settore Manifattura
-48,8
nd
-18,9
Edilizia
-34,4
-14,0
-17,3
Servizi alle imprese
-23,3
-15,5
-17,8
Servizi alle persone
-20,3
-4,3
-6,8
Classe dimensionale addetti fino a 5 add.
-33,8
-10,3
-13,8
più di 5 add.
-8,6
-7,0
-22,6
Provincia Chieti
-33,8
-12,7
-13,4
L’Aquila
-30,7
-9,0
-12,9
Pescara
-35,7
-18,1
-16,2
Teramo
-26,9
-0,5
-15,9
TOTALE
-31,8 -10,1 -14,5
Fonte: CRESA
di fatturato, ordini totali e occupazione generalmente peggiori della media del settore artigiano. Emergono i peggiori andamenti su entrambi gli orizzonti temporali delle imprese della carta e stampa per il fatturato e del marmo, vetro, ceramica per gli ordini. Come rilevato a livello generale, l’unica eccezione è costituita dal lieve incremento dell’occupazione rispetto al semestre precedente (+0,4%). Le previsioni relative ai prossimi sei mesi sono negative e peggiori degli altri settori. Anche le imprese edili sono colpite da diminuzioni sia su base semestrale che annua di fatturato, ordini e occupazioni peggiori della media del settore artigiano. Anche in questo caso l’unica eccezione è data dal sensibile aumento congiunturale dell’occupazione (+5,0%), presumibilmente legato alle attività di ricostruzione post sisma. Tali risultati molto negativi hanno influenzato il clima di opinione, caratterizzato da diffuse preoccupazioni per l’andamento del fatturato, dei prezzi di vendita e dell’occupazione. Anche gli artigiani che forniscono servizi alle imprese mostrano flessioni congiunturali e tendenziali di fatturato e ordini totali, ma meno pesanti della media del settore. Anche l’occupazione risulta in calo su entrambi gli orizzonti temporali, ottenendo rispetto al semestre precedente il peggior risultato tra i comparti artigiani. Come per gli altri comparti le previsioni per l’andamento dell’attività nei prossimi sei mesi sono negative, migliori della media regionale solo per quanto riguarda il fatturato. Gli artigiani che forniscono servizi alle persone fanno pure registrare diminuzioni di breve e di lungo periodo per tutti gli indicatori considerati, con risultati generalmente migliori della media regionale. Le previsioni sono tutte negative, anche in questo caso migliori della media regionale. Considerando le classi dimensionali si osserva che le imprese artigiane di minori dimensioni (fino a 5 addetti)
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sono quelle che hanno affrontato le maggiori difficoltà con andamenti degli indicatori considerati molto negativi e peggiori della media. Dal punto di vista territoriale si osserva che i peggiori andamenti sia congiunturali che tendenziali sono stati registrati nella provincia di Pescara che ha fatto rilevare le diminuzioni più consistenti di fatturato, ordini e occupazione. Rispetto al semestre precedente le variazioni sono generalmente negative ma migliori della media regionale nella provincia di Teramo, mentre rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente emergono i risultati sì negativi ma migliori della media di Chieti. Gli operatori di tutto il territorio regionale nutrono forti timori per il prossimo futuro: particolarmente pessimistiche le previsioni degli artigiani di Pescara per la tenuta degli attuali livelli di fatturato (-35,7%), prezzi di vendita (-18,1%) e occupazione (-16,2%).
SUPPLEMENTO AL N. 2 - 2014
FATTURATO artigianato abruzzese I semestre 2014
ORDINI artigianato abruzzese I semestre 2014
OCCUPAZIONE artigianato abruzzese I semestre 2014
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CONGIUNTURA ECONOMICA ABRUZZESE
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SUPPLEMENTO AL N. 2 - 2014
FATTURATO artigianato province abruzzesi I semestre 2014
ORDINI artigianato province abruzzesi I semestre 2014
OCCUPAZIONE artigianato province abruzzesi I semestre 2014
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Congiuntura Economica Abruzzese
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