Una possibile geografia dell’abitare contemporaneo L’Aquila 2009-2017
Libro II
Indice Prefazione
I
Proposizioni di valore
1
Lo spazio dell’abitare
9
Il ri-assemblaggio residenziale
23
Considerazioni finali
43
Fonti in ordine alfabetico
47
Riferimenti immagini
49
Prefazione
Le fasi di una ricerca, orientata alla
possibilità di costruire una proposta vera e
decantazione di un presente complicato,
propria per l’abitare e intende preparare il
meritano spesso di essere contestualizzate
terreno per tale operazione, gettare delle
nel tempo e nello spazio. I contenuti di
possibili basi d’indagine senza le quali
questo secondo libro di tesi, dedicato alla
la cattura del contemporaneo rischia di
produzione di una differente lettura del
divagare, dissolversi e vanificarsi.
tessuto abitativo contemporaneo a L’Aquila, impongono di essere commentati a partire dal modus operandi che li ha generati, dai passaggi, dai luoghi e dai criteri con i quali lo spazio residenziale del territorio è stato riletto, rielaborato e sul quale si è riflettuto. L’impianto grafico che si avrà modo di esporre
nelle
pagine
seguenti
assume
delle acquisizioni e delle rielaborazioni del materiale. Queste risultano fondamentali per quelli che sono gli esiti sulla carta e le proposizioni meta-progettuali che coinvolgono la rilettura della condizione residenziale aquilana.
quindi un significato implicito relativo alla
La fase più ricca e pregnante della
propria storia e la conformazione attuale
costruzione dei contenuti ha visto come
dell’apparato potrebbe risultare differente
proprio palinsesto il centro storico di
se le acquisizioni quotidiane non fossero
L’Aquila; in particolare, una piccola stanza
state rielaborate, come di fatto è avvenuto,
da letto al piano terra di un fabbricato
sul campo, immersi nella realtà abitativa
plurifamiliare su due livelli, situato a
aquilana.
ridosso della cinta muraria antica sul lato
Lunghe camminate, campagne fotografiche, disegni dal vero, schizzi schematici, appunti annotati sul taccuino, visite in biblioteca, spostamenti in automobile, chiacchierate con i residenti, riprese audiovisive d’istanti di vita urbana, sopralluoghi mondani e notturni costituiscono il ventaglio operativo che
ha
condotto
all’acquisizione
del
materiale progettuale.
- è arrivato il momento dei chiarimenti - come mezzo d’indagine del presente. Più nel dettaglio, il progetto qui proposto non
rappresenta
uno
strumento
la
valutazione
affatto per
dei
Est della città, circondato da un rigoglioso giardino privato. Una scrivania ha accolto ogni giorno le forme digitali e materiche d’informazione raccolte di volta in volta, le quali consistono perlopiù di fotografie e ragionamenti in forma di schizzi e appunti su carta. Ogni immagine tratta dallo scenario abitativo ha assunto dunque concretezza alla conclusione di una specifica giornata evenemenziale,
L’accezione progettuale è da intendere
un
fine
l’interrogazione patrimoni
ma e
culturali
contemporanei. In questa chiave di lettura
II
Si è accennato alle forme, ai tempi e ai luoghi
all’interno
della
quale
ogni direzione presa dalle campagne di sopralluogo ha oscillato tra la finalizzazione di un pensiero, figlio d’intuizioni e ipotesi precedenti, e la comunicazione casuale e diretta con il costruito e con il paesaggio. In questo rimbalzo ciò che si è raccolto sono impressioni di luoghi vissuti, la forza inanimata di uno spazio attivo.
si può ammettere che ciò che contiene il
A fianco dell’ambiente chiuso ci si è avvalsi
presente volume non risulti nemmeno un
di una spaziosa e luminosa terrazza. La
vero e proprio progetto quanto, invece,
possibilità di riflettere, da un punto di
una ricerca attraverso un progetto non
vista sopraelevato, di fronte a uno scenario
indirizzata all’immaginazione futura ma alla
residenziale
materializzazione presente. Ecco, perciò,
da palazzi e abitazioni circostanti, ha
che questa ricerca si pone su uno scalino
probabilmente
immediatamente precedente rispetto alla
profondità di elaborazione dei dati, una
Libro II
in
attività garantito
rappresentato una
maggiore
rilettura
continuamente
consapevole,
territoriali, delle osservazioni urbane e del
inesorabilmente immersa nelle dinamiche
contatto con l’architettura e gli abitanti,
abitative delle persone.
potrebbe quindi riformularsi con: come
L’attività del camminare è centrale nella presentazione
dell’operatività:
non
sempre focalizzato su una precisa meta, l’attraversamento dello spazio urbano e non (se la distinzione è ancora lecita) appare come un continuo divenire che è esso stesso materia d’interrogazione. In altre parole, la mancanza di un preciso e definitivo luogo
si usa lo spazio ai fini residenziali? Come rientra il territorio nelle dinamiche abitative urbane di L’Aquila? Dove abitano le persone? Dove potrebbero abitare le stesse? Come e dove L’Aquila, intesa come luogo dell’abitare, potrebbe reinventare il proprio patrimonio? Come e dove la forma suggerisce l’abitabilità del luogo? Come e dove potrebbe farlo?
da raggiungere e studiare rappresenta forse
L’intensificazione
l’elemento più caratteristico e determinante
interrogativa
della ricerca e la scoperta, accompagnata
squisitamente analitici; eppure, quella che
da una buona dose di viva curiosità, ha
sembra una pura connotazione di ricerca,
modificato progressivamente i confini e le
serve
istanze stesse delle prospettive di lettura,
vocabolario
determinando, in un’analisi a posteriori,
fattuale
indirizzi propositivi non di rado esportabili. La permanenza aquilana è durata dal 3 al 27 settembre 2017 (con un precedente soggiorno estivo di una settimana). Un mese non costituisce certamente un periodo sufficiente per una conoscenza esaustiva di un luogo, qualunque esso sia. Tuttavia, la direzione assunta gradualmente dal lavoro e le modifiche in corso d’opera della ricerca hanno plasmato una forma d’indagine estremamente focalizzata, non su un luogo (come si è appena detto) ma su un tema, ossia
quello
che
dovrebbe
rispondere
all’incerta e spaziosa domanda: come e dove si abita L’Aquila? In questa sede non si crede di aver fornito una risposta, contenuto intimo di un progetto, ma di aver complicato la domanda stessa, fornendo spunti alla ricerca per una formulazione successiva e fomentando l’ipotesi propositiva. Ciò che si evince dai risultati dello studio è, infatti, un quadro abitativo urbano in potenza, per il quale i presupposti di una riappropriazione e una ri-abitazione contemporanee esistono, ma necessitano di essere concretamente attivati, oltre che da un progetto sistemico, da un programma operativo socio-politico. La questione, a seguito delle ispezioni
della
componente
nasconde
semplicemente necessario dell’abitare
molti
ad alla
aspetti
arricchire
il
conoscenza
contemporaneo,
aggiungendo tasselli per quanto riguarda il caso del capoluogo abruzzese. La curiosità della ricerca si è rigenerata su sé stessa, tentando di rifuggire dalla facilità delle risposte ovvie e credendo fermamente che dietro al fatto fisico si celi un preziosa lezione di conoscenza, afferrabile solo attraverso l’attenta indagine percettiva e il rilievo fisico. Si tratta di una sperimentazione qualitativa che vede le proprie ragioni non tanto nei metri quadrati calpestabili delle abitazioni quanto nella forma degli spazi e nella possibilità di un loro utilizzo da parte dell’utenza. Nella totalità dei centri abitati, e dei relativi scenari residenziali che la ricerca del primo libro si è proposta di indagare, le campagne osservative si sono gradualmente costruite una sull’altra, giorno per giorno, giungendo al focus sul centro storico della città e alle immagini residenziali dello stesso. Queste ultime, volutamente eterogenee, mirano a rendere un presente complicato ma ricco di possibilità, nel quale gli scenari della residenza contemporanea trovano l’occasione di riconfigurarsi a partire da una condizione attuale nella quale è già attivo, in potenza, il seme della ri-abitazione della città storica. L’estrapolazione delle sfaccettature e le
Prefazione
III
astrazioni del reale sono prodotte, e quindi qui motivate, dall’osservazione diretta dei fatti,
dall’interpretazione
necessariamente
personale e dalla riflessione sull’osservato, immaginando un nuovo modo di vedere la sfera residenziale aquilana attuale e, quindi, una possibile forma di abitare contemporaneo, per nulla esaustiva ma pur sempre attuabile.
IV
Libro II
Proposizioni di valore
Il centro storico di L’Aquila si presta, per
funzionali, ci si può riferire al tessuto edilizio
chiarezza di delineazione e indicatività delle
che chiude Piazza Chiarino (a Nord-Ovest),
soluzioni formali, ad accogliere il concetto
nel quale le interconnessioni sistemiche
di un ri-assemblaggio abitativo. Il primo
con altri spazi pubblici di dimensioni
passo verso la definizione degli interventi
contenute, la permeabilità fisica del tessuto
e delle aree urbane nei quali verificare
edilizio vario e coerente e la presenza di
e sperimentare come il costruito sia esso
una diffusa (o potenzialmente tale) rete di
stesso una forma di ri-abitazione urbana,
attività commerciali, rendono l’ambiente
consiste nella distribuzione delle cosiddette
eccezionalmente abitabile.
proposizioni o proposte di valore.
Una vera e propria mappa cartografica delle
Il termine deriva dall’economia strategica
proposizioni di valore risulterebbe riduttiva,
aziendale e, nel proprio uso ufficiale, indica
perché incapace di cogliere l’inevitabile
una forma di promessa e di individuazione
mescolanza di confini, la negazione delle
delle
quindi
nette suture e la reale peculiarità locale.
attrattive) di una certa forma organizzativa
caratteristiche
positive
(e
Si predilige, dunque, una catalogazione
nelle dinamiche competitive e affaristiche
su scale di valore (qui ipotizzate da 0 a 2)
del mercato.
seguita da un diretto utilizzo in elaborazione
Non necessitando, in questa fase e in questa sede, di rendere alcun prodotto attraente agli occhi degli ipotetici utilizzatori futuri, in fase meta-progettuale, le proposizioni di valore possono mutare in termini peculiari capaci di rendere potenzialmente migliore l’abitabilità del brano urbano o della porzione di città. I valori si distinguono in funzione dello spazio verde, della panoramicità,
dell’aggregazione
sociale,
della coesione di tessuto e della funzionalità urbana. L’assegnazione dei termini avviene a seguito di sopralluoghi conoscitivi e analisi dell’area interessata e si dispone su gradi differenti d’intensità a seconda del
visiva dei protocolli abitativi. La conoscenza delle sfumature d’intensità confluisce nel progetto come una traccia fondamentale per il riconoscimento delle potenzialità, talvolta celate, del tessuto residenziale storico e denso o di quello immediatamente extra muros. Attribuire a un’area specifica un certo livello della tale proposta di valore non assume un grande significato ai fini della ricerca; piuttosto, l’assunzione a fertile sedime del telaio interpretativo che i termini offrono, può determinare scelte diverse in fase operativa, quando cioè le potenzialità spaziali si palesano nell’accoglienza dei dispositivi di ri-assemblaggio.
punto nel quale ci si trovi; per questo è bene elencare alcuni riferimenti concreti per fissare le caratteristiche essenziali. Per
Struttura delle schede
il verde e la qualità panoramica, un caso
2
esemplare è lo spazio di fronte alla Basilica
Ogni proposizione di valore si riferisce a un
di San Bernardino (a Nord-Est del centro).
ambito urbano (e in esso, residenziale) ben
In questo caso, infatti, i residenti hanno
preciso. Le caratteristiche esprimono delle
modo di accedere alle qualità concesse
potenzialità che il centro storico aquilano,
dal verde urbano in stretta connessione
e l’immediata espansione successiva, offre
con l’ambiente domestico e, sulla sommità
al progetto di abitazione contemporanea.
della grande scalinata (e quindi anche
La necessaria comparabilità e la descrizione
dalle abitazioni nei paraggi), di accedere
qualitativa del tessuto costruito, impongono
direttamente a piacevoli vedute verso Sud.
il
Per le questioni aggregative, coesive e
quantitativa, in grado di collocare ciascuna
Libro II
riferimento
a
una
reiterata
scala
proposizione sul proprio livello d’intensità. I gradi proposti sono: 0, 1 e 2. Con 0 si intende negare una determinata caratteristica (e quindi il valore che essa implica) nel luogo in analisi. 1 corrisponde in genere a una media presenza delle peculiarità, sebbene queste non siano completamente attuate e non pienamente osservabili; in altre parole si assiste a condizioni dall’aspetto transitorio che presentano una serie di ostacoli al raggiungimento della pienezza
1
di valore. Infine, 2 individua un completo raggiungimento della caratteristica e, vien da sé, una maggiore incisione sulle scelte abitative.
Verde pubblico come infrastruttura Il Jardí del Turia è un caso di parco ottenuto dal prosciugamento del letto dell’omonimo fiume a Valencia e rappresenta una vera e propria infrastruttura verde che connette tra loro gli spazi della città1. Le aree verdi e i parchi pubblici sul suolo storico aquilano definiscono una 2
cospicua porzione di spazio urbano. Il dato quantitativo si arricchisce quando si precisa che questi luoghi della città si concentrano principalmente in quattro zone piantumate mediamente estese (il parco della Fortezza spagnola a Nord-Est, quello della Villa Comunale a Sud-Est, l’area verde che termina con la Fontana delle Novantanove Cannelle a Sud-Ovest e quella lineare che si sviluppa sul polo universitario umanistico a Nord). Queste ultime si circondano a
e il tempo libero. La salubrità della città contemporanea è spesso nelle mani, come noto, della componente vegetale esistente. Nell’ottica della struttura urbana residenziale, l’infrastruttura verde della città garantisce non solo la possibilità di un accesso spesso diretto al servizio ma può addirittura determinare direzioni inedite nello sviluppo dell’organismo abitativo.
loro volta di una varietà di minute porzioni
I livelli d’intensità del verde pubblico si
interstiziali nelle quali si può godere di
distinguono come segue:
angoli d’ossigeno e dell’ombra di un platano. La qualità degli spazi verdi è da rintracciare
1. Verde pubblico come infrastruttura 2. Accesso a viste panoramiche
0: totale assenza di verde urbano;
nella disponibilità di una rete organica e
1: cluster autonomi di spazio verde, privi
interconnessa di spazi per lo svago, il riposo
d’interconnessione sistemica;
1 Carlo GIAMMARCO, Aimaro ISOLA, Disegnare le periferie. Il progetto del limite, Carocci Editore, Roma 1993, p. 52.
2: spazi di verde tra loro collegati, a costruzione di una rete infrastrutturale di parco pubblico.
Proposizioni di valore
3
un’opportunità simile. Le tre gradazioni del valore di accessibilità ai panorami sono: 0: visibilità negata dal tessuto edilizio o da altri ostacoli fisici; 1: visibilità indiretta e mediata da dispositivi (se, per esempio, è necessario raggiungere terrazze o luoghi specifici, non precisamente parte della propria abitazione); 3
2: percezione diffusa, ossia possibilità di 3. Presenza di spazi aggregativi diffusi
vedere il panorama in forma diretta e non
Accesso a viste panoramiche
mediata.
Nel 1 923 Harvey W. Corbett, professore alla Columbia School of Architecture, propose di strutturare la crescente e caotica Manhattan
Presenza di spazi aggregativi diffusi
secondo livelli funzionali, nei quali la viabilità pedonale risultasse sopraelevata e,
Nella Terni ricostruita da Mario Ridolfi
si potrebbe dire, a contatto visivo diretto con
secondo il modello della cosiddetta urbanistica
l’emergente skyline della città2.
dei 500 metri, gli spazi pubblici permettono
Una chiara peculiarità del territorio aquilano è quella di impostarsi su un altopiano circondato da catene appenniniche. Tale conformazione
geografica
garantisce
a
fruizione
dei
luoghi
variabile
e
continuamente interconnessa, evidenziando le tracce materiali dell'aggregazione3. Piazze,
piazzette,
slarghi
e
spiazzi
buona parte degli abitanti del centro storico,
rappresentano le potenzialità dello spazio
trovandosi quest’ultimo sulla sommità di un
urbano a L'Aquila che offre all’abitare
rilievo centrale, la disponibilità di un fattore
un’estensione
ameno legato alla visibilità dei paesaggi
domestiche. L’aggregazione nello spazio
montani. Nello specifico, chi abita i confini
pubblico è un fenomeno che la città dichiara
esterni del tessuto edilizio e chi alloggia ai
in ogni dove: la preziosa quantità di luoghi
piani più alti dei fabbricati, ha a disposizione
tanto intimi quanto dispersivi, nei quali gli
gli ambienti domestici privilegiati, da questo
abitanti possono incontrarsi, socializzare,
punto di vista. I vantaggi che la panoramicità
discutere e litigare, è lo scheletro della
imprime sull’abitazione contemporanea sono
struttura urbana aquilana (già Giovanni
ritrovabili nella quotidianità residenziale.
D’Alessandro, nel suo Primo notturno, lo ha
L’affaccio, diretto o meno, verso il Gran
fatto narrativamente notare)4. A questa lista
Sasso, le vette limitrofe e il patrimonio
(generalmente simboleggiata dalla maggiore
boschivo e naturale di alta quota, ha come
Piazza del Duomo) vanno aggiunti tutti quegli
conseguenza una qualità dell’abitare che
interstizi interni agli aggregati residenziali,
coinvolge elementi prettamente psicologici
nei quali ha luogo quell’eterno divenire di
e, conseguentemente, legati al tenore di vita. L’Aquila, in questo senso, è uno dei pochi capoluoghi di regione italiani con 2 Salvatore SETTIS, Se Venezia muore, Einaudi, 2014, pp. 129-130.
4
una
al
di
fuori
delle
mura
3 Gilberto BONACCORSO, Le affinità elettive. Le trasformazioni di Terni rilette attraverso il lavoro di Mario Ridolfi, in: Il Giornale dell’Architettura, n. 39, aprile 2006, p. 37. 4 Giovanni D’ALESSANDRO, Tre notturni per L’Aquila. E una lettera, Ianieri Edizioni, Pescara 2015, pp. 11-39.
Libro II
flussi, luoghi al confine tra il privato e il pubblico, anch’essi frutto della stratificazione secolare e risorsa fondamentale in chiave sociale. Il vantaggio che la proposta di valore aggregativa apporta all’abitare è nella pura esperienza spaziale, in forma comune e condivisa: affiancata da una struttura interconnessa di ambienti pubblici o privati nei quali è la forma dell’architettura e della città a favorire un incontro, uno scambio e una condivisione spaziale, la casa si amplia 4
tanto nel significato quanto nella funzione, smussando da sé i propri limiti fisici e invadendo la città o venendo da essa invasa. Di seguito si elencano i tre livelli proposti della diffusione di spazi aggregativi: 0: assenza di spazi aggregativi diffusi e tendenza alla centralizzazione di grandi piazze monumentali (come la citata Piazza del Duomo); 1: presenza di una rete di spazi aggregativi diffusi priva di funzionalizzazione, nella quale, cioè, la verifica d’uso spaziale non ha luogo e resta sospesa nella potenzialità del valore;
5
2: disponibilità di spazi aggregativi diffusi che coinvolgano gli abitanti tanto nelle attività su suolo pubblico, quanto nei flussi inter-domestici.
Si tratta, forse, della proposizione più mappabile sul piano cartografico. Per coesione del tessuto urbano s’intende un’omogeneità dei
4. Coesione del tessuto urbano 5. Raggiungibilità di spazi funzionalizzati
caratteri dimensionali del quartiere e delle caratteristiche formali che compongono la Coesione del tessuto urbano
città. In altre parole, quando, ad esempio, il pattern della palazzina è predominante
Il Corviale di Roma rappresenta una
in una certa area, si osservano dei modelli
netta cesura nel paesaggio costruito e,
specifici
più in generale, nel territorio circostante.
(illustrati schematicamente nel primo libro
Con
a pagina 152) e una ripetizione delle forme
la
propria
impermeabile,
mole,
strutturale
abitative della città, dei propri elementi,
elemento di incoerenza formale del tessuto
dei flussi e degli utilizzi. La varietà delle
determinando
costituisce
composizione
un
urbano,
l'edificio
rigidamente
di
difficoltà
d'uso
nell'attraversamento spaziale5.
dimensioni e dei modelli abitativi (vedere sotto-capitolo Elementi, libro 1) rappresenta
5 Lucio Valerio BARBERA, Elogio della follia, in: Anna DEL MONACO (a cura di), Corviale Accomplished. Function and Disfunction of Social Housing, Casa Editrice La Sapienza, Roma 2009, pp. 18-31.
un valore sul piano metodologico. Le scelte progettuali negli scenari abitativi esistenti possono trarre vantaggio dalla
Proposizioni di valore
5
ripetizione di modelli operativi applicabili
abitativa
a strutture spaziali variopinte frequentate
attività, dei servizi e delle strutture che
e utilizzate dai residenti. Così, se anche
rendono realmente abitabile un luogo è
la
assume
un elemento da misurare sull’impronta
sembianze stratificate e non univoche, con
d’espansione nella città. Le vie commerciali
un unico programma attuativo è possibile
o gli spazi del mercato assumono, quindi, un
realizzare un ri-assemblaggio della città
ruolo centrale, sebbene esterno al tema della
abitata. Inoltre, la proposta di valore si fonda
residenza urbana. Senza l’accesso ai luoghi
sul ruolo dell’abitazione nelle parti della
del commercio una città non è una città e
città e sull’equivalenza per la quale a una
vien da sé che non può essere abitata. Ecco
zona corrisponde un’identità, arricchita,
quindi descritto il valore che la prossimità e
traccia
residenziale
attuale
quest’ultima, anche dalla forma del tessuto costruito.
esistente.
diffusione
delle
la diffusione degli spazi funzionali, vertebre dell’organismo
I gradi della coerenza nella morfologia
La
sociale,
assumono
nei
confronti della domesticità aquilana. Nel
urbana sono:
caso specifico, infatti, la limitata dimensione
0: tessuto incoerente con una varietà di
di moltissimi centri abitativi minori, rende
del capoluogo e la dispersione territoriale
disegno del tutto sconnessa e priva di parti omogenee;
anche per i residenti periferici, quelli delle
1: tessuto dimensionalmente coerente ma qualitativamente (modelli abitativi e formali) incoerente; 2:
L’Aquila punto di scambio e d’interesse
tessuto
dimensionalmente
qualitativamente
coerente,
con
e palese
omogeneità urbana.
frazioni e delle città limitrofe. La struttura potenziale del processo di assegnazione dei valori si evidenzia con forza in questo quinto
punto:
sebbene
la
condizione
attuale non rappresenti uno stato ottimale di funzionalizzazione urbana diffusa, la città propone soluzioni quale agente attivo cosicché scenari e visioni plausibili nel quadro del commercio e dell’economia cittadina - che ricompariranno in fase
Raggiungibilità di spazi funzionalizzati
di
scenario
immaginifico
-
emergano
L’unesco annovera, nella lista del proprio
direttamente dall’assegnazione delle proposte di
patrimonio, la Medina di Marrakech. Nel
valore.
quinto criterio valutativo si può apprezzare che una delle motivazioni di assegnazione sia l’enorme vitalità del quartiere, ricco in ogni
I
livelli
di
raggiungibilità
degli
spazi
funzionalizzati si riassumono in:
dove di attività commerciali e di tradizionali
0: concentrazione funzionale (raggiungibilità
mercati di ogni tipo6. Questo modello
non eguale nell’area urbana);
culturale e urbano definisce un’esaustiva risposta
alla
domanda
di
funzionalità
urbana.
sistema
funzionale
gerarchizzato
in
struttura principale e secondaria (intensità del fenomeno variabili da zona a zona);
La quinta proposizione illustra gli usi della città abitata, la funzionalità degli spazi urbani
1:
in
relazione
alla
componente
2:
funzionalità
diffusa
e
democratica
accessibilità agli spazi delle funzioni urbane. L’elemento comune che sottende le cinque
unesco, Medina of Marrakech, in: UNESCO/ list, [http://whc.unesco.org/en/list/331], ultima cons. 28 novembre 2017. 6
6
proposizioni di valore appena esposte ha a che fare con la fruizione comune dello
Libro II
funzionalizzati
RaggiungibilitĂ di spazi
Coesione del tessuto urbano aggregativi diffusi
Presenza di spazi Accesso a viste panoramiche come infrastruttura
Verde pubblico
0 1 2
spazio. Che si tratti di un impiego visivo o fisico, le immagini evocate rimandano alla possibilità di generare reti di spazi, interconnesse con l’ambiente più domestico e intimo dell’abitare e parte di esso. Si tratta di luoghi con accesso diretto dalla propria casa, luoghi che rendano giustizia alla forma del tessuto edilizio residenziale, alla prossimità con le risorse chiave del territorio urbano, alla direzione di un programma sulla città integrale quale esperimento cognitivo di ri-abitazione e ri-assemblaggio sociale. Il tentativo assume una forma di concretezza attuativa a causa della condizione potenziale del tessuto costruito della città, pregno di opportunità e occasioni per una reinvenzione del concetto stesso di abitare in città.
8
Libro II
Lo spazio dell‘’abitare
Prima di avanzare con la costruzione degli
dalle volontà pianificatrici e una continua
scenari abitativi aquilani, è utile porre
modificazione
l’accento sulla relazione che intercorre
forma di continua mutazione ciò che resta
tra abitante e abitazione. In questo senso
dell’architettura non è sempre la residenza
i sei elementi, individuati nel primo libro
intesa come funzione (cambi di destinazione,
(sotto-capitolo
Elementi,
che
ibridazioni, demolizioni, eccetera) quanto
compongono
lo
residenziale
il luogo dell’abitare nella sua struttura
formale del territorio aquilano, tornano utili
antropica, ovvero come spazio stabile sul
come strumenti di misurazione del citato
quale poter eventualmente ricostruire la
rapporto.
propria casa, il quartiere o l’intera città. La
libro
scenario
Quest’ultimo,
in
1),
particolare,
tempo.
In
questa
spazi
sperimentazione s’interroga quindi sulla
distributivi, comuni, di transito, di passaggio
responsabilità degli spazi che raggiungono
e d’incontro che costituiscono la controparte
gli interni privati delle abitazioni e cede
del fenomeno residenziale più tipicamente
il passo a una mappatura della loro rete
osservato (quello intimo ed esclusivamente
interna ai fabbricati o agli aggregati.
è
osservato
precisamente
negli
privato del modulo abitativo vero e proprio).
Di
seguito
sono
descritte
brevemente
In questa tesi si intende predisporre un
dimensione e qualità della quota distributiva
piano analitico e operativo su questo
e comune nei sei gruppi abitativi aquilani;
genere di luoghi dell’abitare, ambienti
l’ordine adottato si muove dal modello
senza i quali sarebbe impossibili ottenere
con minore inter-spazio a quello più ricco
una struttura e un telaio per le residenze
dello stesso (in senso qualitativo e non
vere e proprie. Inoltre, l’interesse per
dimensionale).
questi inter-spazi abitativi, trova ragione anche
nella
riconoscibilità
degli
stessi
all’interno di un tessuto costruito più o meno denso e nella loro vocazione (termine inflazionato ma qui appropriato) a non averne apparentemente alcuna, se non quella meramente di passaggio. In queste pagine si invoca un’inversione temporanea nella lettura e, anziché osservare la massa distributiva come un semplice mezzo atto al raggiungimento del focolare domestico, si crede utile immaginare che i luoghi comuni interni o esterni ai fabbricati residenziali si approprino concettualmente dello spazio. Questa forma di appropriazione va letta in termini di dignità culturale e di complessità fisica e trova una possibile giustificazione nella prova del tempo: le stratificazioni e le progressive aggiunte materiali registrate, per esempio, da Paolo Carlotti a Centocelle1, dichiarano una libertà del tessuto urbano 1 Paolo CARLOTTI, La periferia orientale di Roma: criteri e strumenti per lo studio e la progettazione dei luoghi urbani, in: Giuseppe STRAPPA (a cura di), Studi sulla periferia est di Roma, Franco Angeli, Milano 2012, p. 43.
10
nel
La villetta isolata è del tutto priva di spazi comuni, trattandosi di un singolo fabbricato abitato da una sola famiglia. Una lettura della distribuzione interna tipica (per quanto difficile da individuare) sarebbe del tutto inutile in questa sede perché si riferirebbe a flussi antropici di un gruppo d’individui per i quali l’intero apparato distributivo e di servizio è inglobato all’interno del volume privato dell’abitazione, o modulo abitativo. Leggermente differente è la riflessione sulla variante a schiera. In questa forma, infatti, il modello si avvicina all’abitazione plurifamilare isolata e lo spazio abitativo comune si limita generalmente a corpi distributivi tra un blocco abitativo e l’altro e al viale perimetrale per gli accessi ai piani terra. Lo spazio abitativo esterno genera quindi una forma di quartiere, nel quale gli individui riconoscono la comune appartenenza a modelli affini. L’abitazione plurifamiliare isolata include una serie di spazi abbastanza archetipi (in forma prevalentemente di blocchi scale verticali e
Libro II
ballatoi) che riflettono il rigore progettuale
a dettare le regole implicite dello scambio
alla radice del fabbricato. Gli spazi comuni
tra l’inanimato e l’essere umano, quanto il
sono
la
fatto che le abitazioni lineari si susseguano in
propria funzione e anche i pianerottoli di
strettamente
un rapporto diretto con lo spazio della città,
accesso diventano difficilmente occasioni
anche quando le dinamiche distributive
per generare una riconnessione sociale tra i
si complicano e l’accesso non è diretto al
residenti e la città, incapaci di rappresentare
modulo abitativo ma mediato da corpi scale
più
comuni e non di rado passanti.
di
un
identificabili
semplice
con
riferimento
di
appartenenza all’edificio specifico.
Il palazzo urbano dispone spesso di un
La palazzina, grazie alla sua dimensione di
cortile centrale che distribuisce gli ambienti
esteso organismo abitativo modulare, offre una
dell’intero fabbricato. Quando la corte
sorta di sviluppo degli spazi interstiziali del
non è presente si ha a che fare con luoghi
gruppo appena descritto. Gli stessi ambienti
comunque centralizzanti ma coperti. In
del corpo scale, del ballatoio e dell’ingresso
entrambi i casi, lo spazio adibito al transito
(per
seppur
e al passaggio non è più solamente una
rigidamente ripetuti e privi del dinamismo
forma relazionale meccanica e rigida ma
che riflette le forme urbane dell’abitare,
sembra assumere quasi più importanza delle
offrono una certa dose di identità spaziale e,
abitazioni stesse (indicativa è la cura del
in alcuni casi si prestano a modeste forme di
dettaglio e la decorazione di rappresentanza
arredamento che rendono di fatto abitabile
anche nelle parti che non si affacciano su
lo spazio. Sebbene questo possa accadere
strada). Tanto nella corte quanto sui corridoi/
anche nel modello precedente, l’aspetto
ballatoi distributivi al contorno, l’architettura
dimensionale della palazzina la rende una
si attiva per i residenti e diventa spazio
grande struttura urbana la quale, per motivi
espositivo,
quantitativi e di vivibilità interna (nel tragitto
vestendo i panni di una vera e propria protesi
verso la porta del proprio appartamento),
dei luoghi intimi dell’abitare. Ad acuire
ha qualche possibilità in più di presentare
tale prezioso aspetto dei palazzi urbani è
tali addomesticamenti dell’inter-spazio.
sicuramente la componente quantitativa e
limitarsi
L’abitazione
ai
più
diffusi),
plurifamiliare
lineare
è
un
interessante caso di distribuzione e di condivisione
spaziale
longilinea,
lungo
d’incontro
e
socializzazione,
la dimensione non indifferente che gli interspazi occupano. L’aggregato
consiste
plurifamiliare
in
il lato strada (e più di rado sulla parte
un concettuale accostamento di tutti i
interna dell’isolato). In questa zona (che
modelli
di
fatto
si
sovrappone
coincide
il
marciapiede)
stratificazione
luogo
precedentemente.
storica,
la
La
costruzione
precisamente
progressiva e, in un certo senso, non
pubblico con uno di natura semi-privata.
intenzionale, si riversano sulla distribuzione,
Se,
attraversare
conferendole una varietà impossibile da
lo spazio in questione, solo i residenti
restituire senza un lungo elenco e una
hanno interesse a soffermarsi di fronte
meticolosa descrizione dei casi registrati
all’uscio di casa, salutare un dirimpettaio,
e catalogati. L’incrocio, la mescolanza e
entrare nel negozio letteralmente sotto
l’unione dei modelli abitativi aquilani ha
casa. Questa forma di rapporto spazio-
come esito una forma aggregata, un gruppo
abitante è ovviamente una maschera di
più che un singolo oggetto univocamente
natura pubblica e urbana apposta al tema
identificabile. Una chiara immagine, affine a
dell’abitare. Tuttavia sembra lecito notare
ciò che qui è descritto per il caso aquilano,
come non sia la dimensione della proprietà
viene fornita da Fumihiko Maki sotto al
infatti,
un
con
descritti
chiunque
può
Lo spazio dell’abitare
11
nome di group form2. La ricchezza di modelli
quanto simile ai molti aggregati del tessuto
abitativi si riscontra anche nella varietà dei
storico.
modi che lo spazio propone per raggiugerli:
essere illustrato come segue. Accedendo
così al corridoio d’ingresso può seguire
da Via Poggio Picenze si attraversa un
un piccolo cortiletto che si biforca in uno
corridoio che distribuisce, sulla sinistra, a
stretto passaggio coperto e in una scala a
un’abitazione. In seguito si passa per un
chiocciola, a loro volta connessi a corridoi,
interstizio longilineo non coperto, dal quale
ballatoi, altri cortili, passaggi, vicoli ciechi e
si può accedere a una seconda residenza
così via. La natura frattale che lo spazio tra
(parallela alla precedente) oppure passare
i moduli abitativi assume, diventa la reale
per un nuovo corridoio coperto (questa
potenzialità del modello e ne garantisce il
volta più spazioso e meno regolare) che
successo nell’utilizzo dei luoghi. Come le vie
conduce all’ingresso di due ulteriori nuclei
di una piccola città, gli ambienti di transito
abitativi. Alla conclusione del vano ci si trova
si trasformano in occasioni di riconnessione
in una bussola che biforca il percorso in
residenziale e l’architettura muta in uno
direzione del secondo piano (attualmente ci
strumento sociale esteso all’intera città.
si trova al primo) e di un cortile aperto. Le
Di tutte le possibili soluzioni spaziali, quella dell’aggregato rappresenta senza dubbio il punto di svolta nella pratica abitativa urbana. Essa è infatti in grado di proporre modelli d’abitare del tutto eterogenei, all’interno di un tessuto denso e storicamente dinamico. Abitare l’aggregato composto significa abitare la varietà urbana, all’interno della quale un co-housing può accostarsi senza fatica a un’abitazione unifamiliare con cortile e giardinetto. Il percorso all’interno dell’isolato p. 13. Spaccato assonometrico di abitazione unifamiliare isolata e complesso plurifamiliare puntuale con 'interspazi' p. 14. Spaccato assonometrico di palazzo plurifamiliare puntuale complesso plurifamiliare lineare con 'interspazi' p. 15. Spaccato assonometrico di palazzo plurifamiliare urbano e aggregato plurifamiliare composto con 'interspazi' pp. 16-19. Disegni tecnici dell'aggregato di studio con 'interspazi' pp. 20-21. Spaccato assonometrico dell'aggregato di studio con 'interspazi'
12
si trasforma, all’interno di un tessuto ri-
Il
percorso
specifico
potrebbe
due abitazioni al secondo livello sono servite da una scala che approda a un pianerottolo a L, illuminato da un lucernario. Il cortile è invece raggiungibile superando due scalini e un’apertura nel setto murario portante: lo spazio è di pertinenza di un solo nucleo residenziale ed è diviso da una barriera che circoscrive il perimetro di un cortile del tutto privato. In totale si contano sei abitazioni e il piano terra vero e proprio (con accesso da Corso Vittorio Emanuele) è adibito a locali di natura commerciale.
assemblato, da mero passaggio funzionale
Le questioni formali, quasi tipologiche,
a esperienza quotidiana, all’interno della
che affiorano dall’analisi non sono poche.
quale i gruppi sociali si aggregano e si
In un solo spazio di distribuzione (perché
confondono, in virtù di una conformazione
percorribile interamente senza barriere
spaziale implicitamente scomposta. La quota
invalicabili) compaiono il corridoio coperto,
distributiva dell’isolato è, dunque, il cuore
quello a cielo aperto, l’elemento a bussola,
di questo passaggio operativo e dimostra
il corpo scale con pianerottolo e il cortile,
resilienza e adattabilità, pur rappresentando
a fine percorso. L’attraversamento di tali
lo schema rigido sul quale si impronta la
luoghi è un’esperienza affatto banale che
domesticità più intima.
porta con sé, tra l’altro, la possibilità di
Fondamentale per la comprensione e le riflessioni su questo tipo di spazio, è stato un caso studio aquilano concreto, situato nel centro storico. Attraverso i dettagliati rilievi e le indagini percettive sul campo si è potuto conoscere un’architettura esemplare, per
esplorare e di conoscere l’architettura, e con essa la città, nella quale si abita. Lo spazio diventa condivisione tra residenti anche in questo senso: la città si fa tramite di cultura condivisa, una cultura che deriva dalla conoscenza diretta e dall’esperienza dei fatti spaziali.
2 Fumihiko MAKI, Investigation in collective form, Washington University, St. Louis 1964, pp. 14-23.
Libro II
Scala 1:200
0
2
4
0,00
6
8
10
m
0,34
0,12
0,19 3,81
0,17
7,9
3,95
7,79
-2,75
13,62
8,29
-0,97
1-1 3,61
4,91
0,17
3,24
3,52
-0,59
12,3
-0,59
14,93
3,21 5,37
3,47
-0,59 4,49
2-2
2 1
2 1
Piante piano interrato e piano terra
3,64
3,22
8,92
6,51
8,03
6,22 3,62
2,94
10,25
6,22 7,53
3,52
8,51
2,94
4,19
3,98 6,22
2,94 3,22
4,27
6,04
2,94
6,22 3,65
4,06 6,18
6,22 8,40
6,22
2,94 2,94
4,3
3,98
2,94
3,40
2,89
10,85
2,95
2,89
1,46
2,23
3-3
2,84
4-4
Piante piano primo e piano secondo
4
4
3
3
0,00
B-B
2,08
2,86
3,46
A-A
6,22
3,00
2,97
6,22
3,52
3,52 2,94
3,46
0,17
0,19
2,64
2,64
2,43
2,94
0,17
-0,97
C-C
3,64
3,64
3,52
2,64
2,64
3,52
0,17
0,17
F-F
E-E
A
D
C
F
F
A
B
E
E
D
C
B
2,62
2,97
2,95
3,9
3,88
D-D
Prospetti e sezioni trasversali
0,12
1,79
-2,75
2,94
0,19
2,94
2,87
-0,59
2,89
0,00
1,77
6
-0,97
-0,59
2,94
6,22
4 8
H-H
0,00
3,22
6,22
2,32 2,94
2,95
6,22
2,67 2,48
Sezione longitudinale 2
3,22
0
3,09
Scala 1:200 10 m
H
H
3,12
3,02
2,16
2,43
2,97
2,71
2,69
22
Libro II
Il ri-assemblaggio residenziale
La rappresentazione del tessuto abitativo
Ciò che si tenta di evidenziare come
contemporaneo
elemento
nel
centro
storico
di
è
in
realtà
solo
un’emersione di un fenomeno già presente.
differenti. Le proposizioni di valore, matrice
L’impiantamento
qualitativa della residenzialità nel caso
capaci di riconnettere tessuti residenziali e di
urbano, incontrano la fisicità sintetizzata
accentuare le permeabilità dell’architettura
dai sei gruppi abitativi o modelli riscontrati
abitata, consiste di un protocollo urbano, un
sul territorio. A queste due traiettorie va
registro di condizioni abitative materiali rese
aggiunta l’assimilazione delle peculiarità
palesi attraverso lo studio e l’interpretazione
che i diciassette casi studio del primo libro
delle caratteristiche di attraversamento e
indicano quale elemento determinante del
di raggiungibilità interne ed esterne agli
complicato fenomeno abitativo attuale. Il
isolati. La possibilità di tracciare geografie
tutto, si inserisce, come lettura sperimentale
dell’abitare a partire dagli spazi della
di un presente fisico e plausibile, nella
distribuzione e del passaggio, concede
cornice urbana reale, qui rappresentata da
un rovesciamento delle convenzioni e un
tre siti specifici.
orizzonte ritessuto che vede tra il vuoto e il
Si tratta di tre luoghi contraddistinti da livelli di valore differenti (le proposizioni si riscontrano diffusamente sul territorio)
24
aggiunto
L’Aquila ha come premessa l’incrocio di temi
di
elementi
protesici,
pieno, tra il fuori e il dentro, quella massa fluida e dinamica in grado di rigenerare l’abitabilità dei luoghi aquilani.
e con modelli abitativi misti. L’inclusione
Come si può immaginare, il riferimento
di segmenti architettonici non residenziali
meta-progettuale si nasconde nel modello
all’interno delle visioni si rivela elemento
abitativo dell’aggregato. Esso, come si ha
necessario, dal momento che la residenza
avuto modo di comprendere, si costruisce,
urbana assume valore se relazionata ad
in negativo, sul proprio sistema distributivo
altro. Gli scenari proposti ricorrono a tre
il quale, fungendo da scheletro regolatore
metodi rappresentativi (ciascuno legato
dell’organismo
a una tecnica di rifermento distinta).
ruolo
Le piante a sezioni variabili (digitale) si
dell’abitare l’architettura. In questo senso, la
avvalgono di un linguaggio tecnico per la
ridefinizione di parti del centro di L’Aquila
narrazione di un percorso tra le abitazioni,
(nel caso qui presentato) ha valore come
fatto di elementi pieni e di spazi vuoti,
ipotesi esemplare nell’arco di una rilettura
attraversando passaggi che si fondano su
dell’intera città, con le proprie periferie e
schemi esistenti e su condizioni materiali
il proprio territorio (categorie obsolete?). A
favorevoli a una concettuale erosione del
partire dall’aggregato plurifamiliare composto
tessuto architettonico. Le viste acquerellate
la città è in grado di ritrovare, nel proprio
(pittura) propongono istati tridimensionali
vocabolario fisico, le condizioni protocollari
della condizione architettonica residenziale,
di una revisione totale della residenza e del
evidenziando
gli
elementi
costruito,
fondamentale
assume
nella
un
definizione
della
territorio come spazio da abitare: se i luoghi
contemporaneità, come piccoli innesti o
di passaggio acquisiscono tale responsabilità,
accostamenti invasivi, che arricchiscono
il concetto stesso di architettura residenziale
il vocabolario urbano della complessità
merita forse di essere revisionato, per
residenziale. Le fotografie interne verosimili
tentarne una decostruzione seguita da
(modellismo) offrono un punto di vista
un ri-assemblaggio, capace non tanto di
dell’utenza, leggendo gli spazi dall’abitare
cogliere ma di assecondare le gradazioni e
attraverso
esperienza
le sfumature che la contemporaneità offre
ad altezza uomo e diretta che evidenza le
all’abitante. Questo è possibile ammettendo
permeabilità e gli usi dello spazio.
un’a-scalarità
un’immaginifica
Libro II
dell’abitare,
che
richiama,
in una versione operativa sulla città e sul
così univocamente identificabile, intende
territorio,
pattern
affermare un protocollo unico e generale
di Alexander1. Così la domesticità può
che genera scenari affini e presuppone esiti
estendersi al di fuori del puro privato e
simili (nella sintassi dell’essenza più che
incrociarsi con altre forme, in un campo di
dell’aspetto).
la
componibilità
dei
confronto che è luogo dell’abitare proprio perché spazio instabile e indefinito, o meglio continuamente ri-definibile.
In definitiva, l’immagine dell’abitare come di un collegamento, o meglio come la materializzazione di un collegamento, rende
Gli effetti delle condizioni di ri-assemblaggio
l’intuizione molto vicina al linkage di Maki2. In
sul tessuto abitativo non sono strettamente
questo senso la concezione stessa dell’abitare
connessi all’intimità residenziale. Quella
può apparire scheggiata dall’azione di
lama temporale tra l’uscita o l’ingresso
progetto e ricerca, avvicinandosi alla forma
dalla propria abitazione per andare a
spaziale transitoria, in perfetto allineamento
lavoro, a scuola, all’università, a spasso
con le dinamiche antropiche del terzo
col cane, in palestra, e così via, si fa più
millennio.
ampia e ricca, determinando nuovi spazi da vivere per i residenti, nuovi incontri e nuove esperienze fortemente sensoriali (si vedano le proposizioni di valore). Quelle che diventano delle sorte di protesi abitative possono estendere la parentesi residenziale oltre il normale, mischiandola e
sovrapponendola
ad
altre
attività
quotidiane. Questo comporta, in termini pratici, forme di relazione spaziale molto più flessibili, attraverso le quali la malleabilità dell’abitazione facilita l’allacciamento con i ritmi e gli eventi della città, in maggiore sintonia con le strutture sociali e le abitudini di oggi. La materializzazione delle riconnessioni residenziali ha la doppia natura del pieno e del vuoto. La prevalenza della configurazione vuota determina la presenza di tessuti edilizi densi, nei quali i canali di permeabilità vanno scavati nella materia. Al contrario, il pieno si delinea nella misura in cui si assiste a un ri-assemblaggio in positivo e quindi al ricorso a elementi protesici veri e propri, necessari per l’estensione dell’abitare oltre le proprie tradizionali condizioni. Tuttavia, la distinzione è vaga e poco utile ai fini della ricerca in quanto, oltre a non poter essere 1 Christopher ALEXANDER, Sara ISHIKAWA, Murray SILVERSTEIN, A pattern language. Towns. Buildings. Construction, Oxford University Press, New York 1977, pp. XXXV-XL.
2 Fumihiko MAKI, Investigation in collective form, Washington University, St. Louis 1964, pp. 25-41.
Il ri-assemblaggio residenziale
pp. 20-21. Planimetria generale di L'Aquila con indicazione aree indagate pp. 22-23. Pianta di tessuto urbano denso prima e dopo l'individuazione del protocollo di riassemblaggio pp. 24-25. Pianta di tessuto urbano con piazza prima e dopo l'individuazione del protocollo di riassemblaggio pp. 26-27. Pianta di tessuto urbano più rarefatto prima e dopo l'individuazione del protocollo di riassemblaggio
25
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0
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m
6. Acquerello di tessuto urbano denso con protocollo di ri-assemblaggio L’emersione delle riconnessioni sulla scala dell’isolato si palesa attraverso elementi dal linguaggio grafico differente. Piccoli interventi s’insinuano tra gli spazi vuoti dell’abitare aggregato, permettendo un grado di permeabilità ulteriore, mentre elementi aggiuntivi stabiliscono vere e proprie determinazione spaziali dai caratteri propri, addizioni al tessuto residenziale attuale.
7. Acquerello di tessuto urbano con piazza e protocollo di ri-assemblaggio Analogamente a quanto accade per il tessuto a isolato unico precedente, i ri-assemblaggi s’impongono sulla scala del quartiere come un protocollo dalla dimensione suturale. In questo caso, lo spazio libero della piazza si fa infrastruttura attiva nella determinazione dello spazio residenziale. Il senso di attraversabilità è richiamato anche da protesi che collegano due isolati differenti, emulando strutture a ponte già esistenti nella stratificazione urbana.
8. Acquerello di tessuto urbano rarefatto con protocollo di ri-assemblaggio In assenza della densità tipica degli aggregati residenziali, il protocollo di ri-assemblaggio residenziale opera principalmente in positivo, attraverso strutture connettive con i fabbricati e i punti di valore, nell’ottica della qualità abitativa. Gli apparati addizionali sono, inoltre, utili alla riproposizione di uno spazio composto, completamente permeabile ed estesamente abitabile.
9. Cortile interno a un aggregato con elemento distributivo meccanico inedito
10. Spazio residenziale interstiziale da portale inedito
11. Portico di fabbricato residenziale con vista di spazio verde attrvaerso elemento ri-connettivo inedito
Considerazioni finali
Le
immagini
protocollari
esposte
in
questo libro chiudono il ciclo immaginifico
L’applicazione
relativo alla residenza aquilana. Il valore
potenzialità spaziali del tessuto urbano
di lettura del presente, che il vocabolario
residenziale, sono operazioni teoricamente
progettuale ha rammentato, è utile a
espandibili all’infinito e, in questo processo,
comprendere come la ricerca e l’analisi
l’unico vero risultato sarebbe l’allargamento
siano già progetto e come il progetto
illimitato
altro non sia che una lettura tematica
Globalmente, dunque, si potrebbe parlare
di una condizione critica. La differenza
di un mondo ri-connesso, nel quale ogni
tradizionale si trova negli strumenti: in
barriera d’uso, ogni soglia invalicabile,
fase operativa una campagna analitica è
ogni ostacolo all’abitare contemporaneo
diversa da un’imposizione progettuale, a
troverebbe una propria scorciatoia fisica,
causa dei mezzi di comunicazione dei quali
attraverso la quale potersi rinnovare, oltre
ci si avvale. Questo secondo libro dichiara
che nell’utilizzo materiale, nel proprio
un ribaltamento dell’impianto tradizionale
intimo significato, sovrascrivendo una storia
e
dell’abitare tramite tanti piccoli racconti
una
mescolanza
delle
tecniche.
In
particolare, la comunicazione di un’indagine sul presente e sulle potenzialità della forma attraverso i metodi della progettazione e
dell’immaginazione
programmatica,
confonde le acque e ricorda il senso ambivalente dell’operare sui contesti.
è stato trattato come una descrizione fatta di vocabolari e scenari pseudo-progettuali, diretti alla definizione di glossari d’indagine di una condizione mutata. La dicotomia tra l’attuale e il plausibile viene superata sospendendo
ogni
immagine
proposta
come un istante di possibile abitare, per nulla
lontano
dalle
condizioni
attuali
(anzi, presente nella forma), ma nemmeno completamente
esperibile
perché
e
delle
l’individuazione
ri-connessioni
delle
abitative.
messi a sistema. Tornando al caso specifico aquilano, la scelta del trittico casistico è atta a verificare le possibilità dell’esperimento. In prima battuta, si può dimostrare la
Il tema dell’abitare tra le mura di L’Aquila
non
flessibilità del sistema: operando, come detto, sia in positivo sia in negativo, il tessuto inedito è in grado di inserirsi in qualsiasi contesto, definendo da sé i propri limiti e le proprie vie di sviluppo e collocandosi convenientemente in determinati punti strategici.
L’alto
grado
di
adattabilità
rappresenta elemento di resilienza del sistema, intendendo con esso la spazialità dell’abitazione aquilana. In seconda analisi, il protocollo è un
attivo. L’attivazione del costruito è dunque
meccanismo
lo scopo che il modello di materializzazione
riconnessioni non mutano solo il sistema
dell’abitare aquilano si prefigge. In questo
dei flussi umani ma, con essi, anche il grado
senso, la veste con la quale questo libro
di abitabilità della città. Applicando le
ha affrontato la questione residenziale è
condizioni meta-progettuali, si configurano,
sintomatica di un progetto implicito, rivolto
dunque, scenari nei quali le caratteristiche
alla sperimentazione della ricerca.
si diffondono e dagli elementi puntuali si
Pur non trattandosi di un esperimento finalistico -per il quale, cioè, non si è operato
44
determinata, non univoca e non finita.
riflessivo
e
proiettivo.
Le
diramano alle traiettorie principali, per poi, da esse, espandersi in tutta la città.
prefiggendosi una condizione specifica
A una terza lettura, la sperimentazione offre
e conclusiva- gli esiti dell’applicazione
alla città abitata nuovi spazi mai esistiti prima.
protocollare qui descritta rappresentano,
Affiancando la componente residenziale
di fatto, una condizione possibile ma non
più intima, questi luoghi (corridoi, spiazzi,
Libro II
piazzette, altane, scale, ascensori, punti di
sperimentale della ricerca assume, nelle
sosta, e così via) la arricchiscono, generando
circostanze di un progetto analitico e di
una rete urbana non solo distributiva ma
un’analisi progettuale, i connotati di un
anche abitabile, nel senso comunitario,
tentativo non esaustivo e che successive
collettivo e condiviso del termine, senza,
verifiche, nuovi test e ulteriori immagini
tuttavia, intaccare la quota residenziale
debbano essere prodotti e approfonditi
perfettamente privata.
per quanto concerne l’intricato tema della
In ultimo, pur non trattandosi di un vero e
residenza aquilana.
proprio progetto ma di una resa possibile del presente, gli scenari proposti suggeriscono un ampliamento del panorama architettonico urbano: nuovi linguaggi possono inserirsi tra
quelli
consolidati,
generando
una
forma a-progettuale stratificata, identica (per dinamiche processuali) a quella che caratterizza gli aggregati della città. Si tratta quindi di una semplice aggiunta in linea con tutte quelle susseguitesi in precedenza negli
stessi
luoghi.
Quest’addizione
è
specchio delle necessità attuali, le quali sono differenti rispetto al passato (ecco il perché dei nuovi elementi) ma su di esso si fondano (e quindi la stratificazione urbana è la reale protagonista operativa). Per avvalorare la tesi è però necessario un contributo ulteriore. I protocolli sono solo una possibile risposta a una condizione e le analisi del primo libro rendono imperativi dei punti di vista terzi sul tema, ponendo nuove
e
autorevoli
complicazioni
alla
questione dell’abitare contemporaneo. Il terzo e ultimo libro si occuperà proprio di dare voce a questi apporti, per arricchire il messaggio della ricerca. Le materializzazioni delle analisi appena osservate andranno quindi comparate (esercizio che si consiglia di tentare) con le opinioni del prossimo testo. In questo modo, le divergenze e le similitudini tra le varie osservazioni diventeranno possibili metri di paragone, forme di giudizio da applicare - a posteriori - alla proposta di lettura ricaduta su L’Aquila (ma
operabile
anche
in
altri
contesti
costruiti, con gli stessi presupposti e con esiti ovviamente differenti). In conclusione, si ricorda che la struttura
Conclusioni
45
46
Libro II
Fonti in ordine alfabetico
Articoli sul web
Gilberto BONACCORSO, Le affinità elettive. Le trasformazioni di Terni rilette attraverso il lavoro di Mario Ridolfi, in: Il Giornale dell’Architettura, n. 39, aprile 2006. MIT Media Lab, Knotty Objects, in: Media MIT, Events, [https://www.media.mit.edu/events/ knotty/overview], ultima cons. 22 novembre 2017.
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Fonti dal web
Sito web UNESCO, [http://whc.unesco.org/], ultima cons. 28 novembre 2017.
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Riferimenti immagini Dove non specificato le immagini sono prodotte dall'autore.
Copertine
p. I. Spazio di lavoro a L'Aquila. p. 1. Mappa di L'Aquila per sopralluoghi. p. 11. Assonometria con acquerello di aggregato residenziale. p. 19. Acquerello di studio. Dispositivo nel verde. p. 39. Veduta di L'Aquila da Viale Papa Giovanni XXIII.
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