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La rubrica di Mauro Trentini Vogliamo vivere più tranquilli?

a cura di

Mauro Trentini

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avvocato mail: trentinilegal@bluewin.ch

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A Allllo orra a d diiv vo orrz ziia am mo o!!

l titolo di questo mio contributo non è uno scherzo ma, purtroppo e sempre più, una triste realtà. Negli ultimi mesi, complici la difficile situazione economica, gli aumenti dei prezzi e l’inflazione, molte coppie, per niente in crisi, stanno optando, complici pure alcune imperfezioni del nostro apparato legislativo, per il divorzio. È risaputo che la soluzione estrema del divorzio viene generalmente perseguita quando nella coppia le cose non vanno più, quando aumentano le incomprensioni o quando vi sono dei tradimenti. Le rendite AVS, però, non sono mai state, almeno sino a ieri, un motivo per divorziare. Purtroppo lo sono diventate. Ma perché? Beh, il motivo è relativamente semplice; due rendite singole AVS sono quasi sempre superiori ad una rendita AVS di coppia. Questo ce lo dice la stessa legge federale sull’AVS che prevede espressamente che “il massimo di una rendita AVS di coppia non può superare il 150% della rendita massima individuale, ossia fr. 2'390. ” . Facciamo un esempio: Pino e Gina sono sposati. Entrambi, per via della loro carriera professionale, avrebbero diritto alla rendita massima AVS, ossia a fr. 2'390. (Pino) + fr. 2'390. (Gina) = fr. 4780.00. Poiché sono sposati, la loro rendita di coppia viene plafonata a fr. 2'390. + 50% di fr. 2'390. = fr. 3'585.00. Quindi, per il solo fatto di essere sposati, Pino e Gina percepisco mensilmente ben fr. 1'195.00 in meno di quello che percepirebbero se non fossero sposati. Un divorzio vale quindi fr. 1'195. mensili o fr. 14'340. annui? Beh, se si vive di sola AVS, il famoso santo vale effettivamente la candela. Assurdo. in tutto questo. è che la politica è a conoscenza di questa disparità di trattamento presente nella legge federale ma non interviene. Non interviene con la solita scusa, analoga a quella invocata per la recente proposta di tredicesima AVS. Il tutto costerebbe troppo!. Ma chi vogliamo prendere in giro?! La “confederella” ogni anno spende miliardi per sostenere o aiutare altri paesi. Se ne spendesse uno o anche due per mettere a posto le cose in casa propria forse sarebbe meglio! (tengo a precisare che l’opinione appena espressa è propria del sottoscritto e non necessariamente anche della linea editoriale per il quale oggi mi esprimo). Attenzione però, poiché nel ragionamento, ci conviene divorziare perché cosi riceviamo di più ogni mese, entrano altre considerazioni che non vanno per niente prese alla leggera. Se è vero che, oggigiono, per divorziare la colpa di uno dei due coniugi o di entrami è ininfluente, bastando in parole povere la sola volontà di mettere un termine al matrimonio, vi sono altre considerazioni e conseguenze non da poco. Con il divorzio bisogna liquidare il regime matrimoniale e quindi molti beni (mobili e immobili) acquisiti in costanza di matrimonio devono essere divisi tra gli ex coniugi. Le casse pensioni dei coniugi, se esistono, vanno divise pure

Iquelle bilità . Con il divorzio cessa di ereditare dall’altro la possiconiuge, ecc…, ecc… Se quindi l’opzione divorzio può essere conveniente per alcune coppie, non necessariamente questa soluzione radicale merita di assurgere a soluzione standard per risolvere problemi di liquidità dettati da scarse rendite AVS. D’altro canto è triste che una crisi economica, che nessuno del popolo ha voluto, debba avere simili conseguenze nei confronti di un istituto, il matrimonio, che all’inizio veniva visto dagli sposini come il culmine della felicità e che oggi, invece, viene facilmente sacrificato da alcuni per poche migliaia di franchi. Poche migliaia di franchi che, però, possono, eccome, fare la differenza. Non so voi, ma io da questo mondo malato voglio scendere. Continuare cosi il viaggio è molto ma molto triste. Non vi nascondo che mi sento impotente nei confronti di imperfezioni legislative che con della semplice buona volontà potrebbero essere corrette in un battibaleno. Lo so, oggi sono polemico, forse anche troppo, segno che è giunto il momento di dire basta e di pensare solo al nuovo anno, con la speranza, che è comunque sempre l’ultima a morire, che l'uomo si ravveda ed inizi a cambiare questo nostro mondo che va sempre più a rotoli. Con un pensiero rivolto alle festività di fine anno, auguro a tutti voi, cari lettori, e alle vostre famiglie tanta pace e tanta serenità.

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