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Il mandarino giapponese

a cura di

Aty Lenzo

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Il mandarino del Giappone, conosciuto anche come fortunella o più frequentemente come "kumkuat" , secondo la terminologia cinese, si differenzia nettamente dagli altri agumi più comuni compresi nel genere Citrus. Le due specie più interessanti sono la Fortunella japonica, il kumkuat rotondo, e soprattutto la Fortunella microcarpa (sin. F. margarita), il kumkuat ovale, che di recente si è diffuso nelle nostre coltivazioni. Tutte le specie hanno crescita estremamente lenta e portamento raccolto, quasi nano, ma sono abbastanza rustiche e molto fruttifere fin dai primi anni; si prestano benissimo anche alla coltivazione in vasi ma, come sempre, solo in condizioni climatiche favorevoli. Il mandario del Giappone si differenzia nettamente dagli altri agrumi per le foglie assai minute, coriacee e arrotondate all'apice. È inconfondibile per i frutti piuttosto piccoli, tondeggianti o ovoidali; la scorza è piuttosto sottile, ricca di essenza aderente alla polpa, che è succosa e di sapore gradevolissimo al palato.

QUANDO SI RACCOGLIE

I frutti si colgono gradualmente nella stagione invernale, quando sono perfettamente maturi.

COME SI UTILIZZA

renza degli altri agrumi, si mangiano interi; se sono ben maturi e turgidi, hanno un sapore delizioso, in quanto l'aroma della scorza si mescola al sapore della polpa. Questi frutti si prestano inoltre per preparare canditi o per uso di pasticceria.

COME SI PREPARA PER LA CONSERVAZIONE

Si essiccano le parti all'aria e si conservano in sacchi di carta o di tela.

Per stimolare l'appetito: togliere la scorza a due frutti e farla bollire in una tazza da tè di acqua calda per 5 minuti. Filtrare e bere mezz'ora prima dei pasti principali, continuado la cura per almeno 15 giorni. Contro il singhiozzo: far bollire in una tazza da tè di acqua calda un frutto per 10 minuti. Filtrare e bere caldo senza zuccherare.

C'è una coincidenza riguardo l'origine del nome “fortunella”: esso deriva dal botanico Robert Fortune che per prima li portò in Europa ma, casualmente, la traduzione del nome cantonese del frutto è “buona fortuna dorata” .

Contro l'infiammazione della boc

ca: far bollire in un quarto di acqua fredda 2 frutti per 10 minuti. Filtrare e fare sciacqui più volte durante il giorno.

Per l'infiammazione degli occhi: La Cattedrale togliere la scorza a un frutto e farla bollire per 5 minuti in una tazzina da caffè di acqua calda. Filtrare e fare impacchi tiepidi con batuffoli di cotone imbevuti nel liquido così ottenuto.

Un tonico per la pelle: far bollire in mezzo litro di acqua fredda 4 frutti per 15 minuti. Filtrare ed usare mattina e sera dopo la normale pulizia del viso. Non contenendo conservanti è consigliabile tenere in frigorifero.

I CONSIGLI DELL'ERBORISTA

Per un antipasto diverso dal so

lito: presentare i frutti con olive verdi e cipolline sott'aceto o conservate in agrodolce.

In casa: alcuni piccoli frutti disseminati tra la biancheria la mantengono profumata ed allontanano le tarme.

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