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2.2. People raising
re l’assetto istituzionale originario, mentre potranno sorgere problemi per quanto concerne il mantenimento e lo sviluppo delle risorse necessarie per la normale gestione, appare diversa e più complessa la questione per le associazioni di media dimensione, in cui si manifestano esigenze di razionalizzazione organizzativa riconducibili alla maggior complessità gestionale e all’ampiezza della gamma di attività svolte.
In tal caso, potrebbe ravvisarsi l’opportunità di scorporare, laddove presenti, le attività commerciali svolte non in sintonia con i requisiti della marginalità e di dotarsi di una struttura imprenditoriale di riferimento. Tale riorganizzazione potrebbe passare attraverso la costituzione di una o più società di capitali partecipate, valutando di volta in volta la possibilità e l’opportunità di adottare la veste giuridica di impresa sociale.
Da ultimo, l’associazione di grande dimensione si trova di fronte a una riflessione di più ampio respiro: l’impossibilità, da una parte, di gestire attività diverse, e spesso a profilo commerciale puro, attraverso la veste giuridica associativa e dall’altra il bisogno di contemperare alle esigenze di efficienza ed efficacia gestionale, determinano la necessità di pensare l’ente oltre i confini dell’assetto dell’ODV,dando luogo a strutture composite corrispondenti ad un gruppo non profit. In altri termini, alla necessità di rientrare nei limiti della marginalità, presente anche nelle realtà medio-piccole, si affianca la ricerca di un assetto istituzionale-organizzativo dai confini ampi.
2.2. People raising
Un aspetto rilevante e da non sottovalutare per un’associazione che voglia efficacemente organizzarsi e gestire al meglio le proprie attività è rappresentato dall’incessante ricerca di nuovi volontari, il cosiddetto people raising.
Questa ricerca costituisce uno dei principali bisogni delle associazioni per un duplice ordine di ragioni: a) essendo strutture dinamiche, molte sono le persone che vi entrano a far parte per alcuni mesi o anni per poi decidere di andare via cosicché si rende necessario provvedere tempestivamente alla ricerca di nuovi volontari che sostituiscano gli uscenti in modo da garantire con continuità il regolare svolgimento delle attività effettuate; b) il nuovo sistema di Welfare e l’affermazione del principio di sussidiarietà orizzontale da un lato ha esaltato il ruolo delle ODV consentendo alle stesse di divenire sempre più protagoniste dell’azione sociale, dall’altro il fatto di essere in prima linea nel rispondere ai bisogni della comunità ha comportato per le associazioni il faticoso compito di garantire qualità ed ef-
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ficienza delle prestazioni e, di conseguenza, un apporto costante e continuativo di un consistente numero di persone.
Se si vuole rispondere in modo appropriato alla sfida e crescere, non è più possibile contare semplicemente sull’apporto saltuario, sebbene generoso, di pochi volontari.
Diventa, al contrario, essenziale motivare i volontari che decidono di entrare a far parte dell’associazione (per gratitudine, per stima verso particolari persone, per amicizia, per informazione indiretta attraverso articoli, volantini, per contatto da parte dell’associazione, per iniziativa personale verso organizzazioni molto conosciute), approfondendo le ragioni del loro impegno e coinvolgendoli nel perseguimento delle finalità associative.
Se si considera che la prestazione del volontario e la sua adesione all’organizzazione si fonda sulla gratuità, l’obiettivo è tutt’altro che semplice e agevole; tanto più che nell’attuale contesto economico e sociale, da un lato è diventato sempre più difficile ritagliarsi del tempo tra i vari impegni professionali e familiari da dedicare all’attività di volontariato, dall’altro, soprattutto per i più giovani, le energie sono tutte convogliate nella difficile impresa di trovare un’occupazione lavorativa retribuita.
Pertanto, quando si parla di “people raising” si intende far riferimento a un nuovo compito per le ODV: quello di individuare strategie che rendano possibile il reperimento di risorse umane necessarie a raggiungere gli scopi di una organizzazione, senza mai dimenticare che il fine ultimo di ogni programmazione e strategia, persino della più perfetta, deve essere sempre la testimonianza della bellezza e dell’utilità per la propria vita di rispondere, almeno come tentativo, al bisogno di un altro uomo.
In questo modo la ricerca di nuovi volontari costituirà sì un impegno in quanto indispensabile per lo sviluppo dell’associazione, ma allo stesso tempo rappresenterà sicuramente un’opportunità per la stessa associazione di valorizzare il capitale umano presente al proprio interno e di riscoprire l’intrinseca bellezza della propria esperienza di carità.
Occorre ora analizzare le modalità pratiche attraverso le quali reperire nuovi volontari.
Innanzitutto è possibile effettuare un’indagine relativa alla stima nei confronti delle attività dell’associazione attraverso dei questionari da proporre sia a coloro che già fanno parte dell’associazione sia a estranei. Contemporaneamente, sarebbe utile sensibilizzare la comunità e il territorio in cui si opera mediante la costruzione di un sito web, la distribuzione di volantini e opuscoli nei quali sinteticamente si mettano in luce alcune informazioni riguardanti l’associazione. Da ultimo è importante l’impegno che l’associazione decide di profondere nella fase in cui si entra in contatto con
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