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Più di una regina di Onofrio Pagone. Presentazione del libro
from Opera 28 Fiera di esserci! Volontari per il cambiamento – Meeting del Volontariato settembre 2018
Più di una regina di Onofrio Pagone
Presentazione del libro
14.9.2018 • Fiera del Levante, Nuova Hall di via Verdi Intervengono: Maria Elena Barile Damiani, protagonista del libro; Enzo Del Vecchio, vicepresidente associazione Agorà 2.0 di Corato; Onofrio Pagone, giornalista; Lino De Venuto, attore e regista. Modera: Giovanni Montanaro, direttore del CSV San Nicola (Bari).
Giovanni Montanaro
Buonasera a tutti. Siamo particolarmente lieti di presentare e di parlare di questo libro Più di una regina scritto da Onofrio Pagone, noto giornalista de «La Gazzetta del Mezzogiorno», e un grazie particolare alla protagonista di questo libro, Maria Elena Barile Damiani, qui presente con noi. A lei chiederei: come stai?
Maria Elena Barile Damiani
Un capolavoro.
Giovanni Montanaro
Certo è difficile rispondere «un capolavoro» quando si vive in una situazione che molti definirebbero difficile. La bellezza di questo libro è il fatto di raccontare la storia di una donna. Il protagonista di questo libro non è la malattia, è invece la storia di una donna. È il racconto di alcuni elementi essenziali che caratterizzano la sua vita e che probabilmente le danno una marcia in più. Io ho individuato questi elementi nella reciprocità, nella resilienza, nella fede e nell’amore. Avremo modo di parlare di questo con Enzo Del Vecchio, vicepresidente dell’associazione Agorà di Corato, e poi con Lino Devenuto, artista, attore e regista. Adesso passo la parola a Enzo che introduce il libro.
Enzo Del Vecchio
A tutti voi benvenuti a questo incontro che sarà sicuramente gradevole per i contenuti e per la sostanza. Onofrio Pagone e Maria Elena: due soggetti
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che hanno dato vita ad un capolavoro. Onofrio ha dato vita a ciò che normalmente viene visto come un dramma o come qualcosa che dovrà essere combattuto con la disperazione e con il dolore. Al netto del dolore, che difatti ci può essere – e c’è dolore nella vita di Maria Elena –, questo dolore viene completamente annientato dalla joie de vivre che Maria Elena non smette mai di sprizzare da tutti i pori della sua pelle. Onofrio è riuscito a dare voce a Maria Elena in tutta la sua bellezza, che non è solo quella estetica che noi tutti possiamo ammirare ma è la bellezza dell’anima. Onofrio è stato un grande campione, davvero. Io ritengo che questo libro debba essere letto con molta attenzione, perché si presta ad un ossimoro: “con leggerezza va in profondità”. La leggerezza che ci consente di affrontare un tema così delicato, come è la sclerosi, in maniera leggera, quasi come se si parlasse di un romanzo, di un racconto, richiamando anche i grandi della letteratura, poiché vi è spesso il ricorso a prolessi e analessi. Adesso cedo la parola ad Onofrio, ringraziandolo ancora di introdurci a questa sua grandissima e bella amica che è Maria Elena. Grazie Onofrio.
Onofrio Pagone
Grazie. Vi devo confessare una cosa: quando sono stato invitato dal direttore Montanaro a venire qui stasera mi sono detto «Ti piace vincere facile», perché è inevitabile che davanti ad una platea di persone impegnate nel volontariato, abituate a vivere a contatto con le realtà della vita, raccontare un’altra storia significa avere facilità di ascolto. Invece vi devo confessare che ritengo questa di stasera la più difficile delle presentazioni, proprio perché parlo a persone che sanno di ciò di cui io scrivo. Sono io che parlo stasera, ma vorrei continuare ad ascoltare voi esattamente come ho fatto con Maria Elena, con suo marito e con le loro figlie. Questo libro nasce dall’ascolto della loro testimonianza.
Tutto nasce da un appello accorato ripetuto insistentemente da Maria Elena per almeno due mesi: «Aiutami a dire quello che voglio dire. Aiutami a testimoniare come è possibile vivere con il sorriso nonostante tutto». Questa spinta nasce sotto il profilo letterario perché una mattina in cui sono andato a trovare Maria Elena a casa sua e mi sono presentato con due libri, lei era alle prese con un altro libro. Un libro scritto da una giornalista che, nel momento in cui ha scoperto di avere una malattia simile a quella di Maria Elena, ha dovuto lasciare il lavoro e ha scritto questo libro fatto di imprecazioni contro la vita e contro la malattia. Ed era un libro che stava, in quei giorni, disturbando Maria Elena, perché lei ha rispetto alla vita e alla malattia un approccio completamente diverso. Maria Elena ha iniziato a dirmi: «Questo libro fa schifo, non è possibile vivere così. Mi devi aiutare
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a raccontare la mia verità, l’altra faccia della realtà». Il caso ha voluto che proprio quel giorno mi fossi presentato a lei con due libri a tema. Uno dei due ha per titolo Nessuno può volare, scritto dalla famosa scrittrice Simonetta Agnello Hornby, pubblicato da Feltrinelli, e che racconta la storia della sua famiglia e di suo figlio che a 30 anni ha scoperto la SLA. Ma Maria Elena, prima ancora di conoscere i contenuti del libro, soltanto vedendo la copertina, ha avuto da eccepire dicendomi: «Come è possibile dire nessuno può volare? Io posso volare!». Da lì, inevitabilmente, è nata una zuffa tra me e lei, così come lo è tutto il libro.
Io non ho lo stesso approccio alla vita ed alla malattia che ha lei. Io mi sento molto più vicino a chi manifesta rabbia, a chi porta addosso le cicatrici interiori che lascia una malattia, piuttosto che l’incanto per ciò che la malattia risparmia. C’è un passaggio, che probabilmente dopo leggeremo, in cui io raccontando apprezzo il fatto che Maria Elena non maledice per ciò che non ha; Maria Elena benedice per ciò che ha. È un capovolgimento di una visione esistenziale ed è intorno a tutto questo che nasce questo libro e si fortifica il rapporto tra me e lei.
Ogni volta che vado a trovarla torno a casa in crisi. La stessa cosa mi succede quando vedo qualcuno di voi che si dedica a chi ha bisogno. Io mi sono deciso a scrivere quando Maria Elena ha usato due espressioni: «Da quando sto seduta – cioè, da quando sta seduta, in quella posizione – la prospettiva cambia». Io ho provato a fare mente locale, a vedere il mondo con gli occhi di un bambino, e tutto ha dimensioni diverse. Come ho scritto nel libro: «Persino le ombre sono meno lunghe». Cambia tutto, eppure il respiro della vita è lo stesso. Inoltre, lei mi ha detto: «Tu mi devi aiutare a testimoniare quello che vivo e vedo, perché noi che stiamo seduti siamo invisibili». Voi che vi dedicate al volontariato sociale e che avete la frequentazione continua con il disagio, dovete dare atto che, per strada, chi gira con la sedia a rotelle è come se non esistesse. Però, attenzione. Lei mi ha dato una giustificazione: «Invisibile, non perché la gente non ci veda ma perché non fa comodo vederci». Allora io mi sono convinto a scrivere perché ho ritenuto che, in effetti, facesse parte del mio percorso culturale e professionale di scrittura un contributo, una testimonianza per un salto di qualità culturale.
Se voi ci fate attenzione, fino a qualche anno fa c’era su tutto il mondo del volontariato una cortina di silenzio incredibile. Non se ne parlava proprio. La disabilità in quanto tale coincideva con la vergogna di chi ne era toccato e della rispettiva famiglia. Ci si vergognava di avere un figlio down, di avere un figlio sulla sedia a rotelle. Adesso, per fortuna, anche la nostra società italiana – perché negli altri paesi europei o in America questo non è uguale – un piccolo passo in avanti lo ha fatto. Tanto è vero che persino la
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Fiera del Levante accetta di consegnare, nel contesto di una campionaria che dovrebbe favorire un’esposizione del meglio delle risorse dell’economia, le risorse del volontariato. La società poggia non più soltanto su una produzione materiale ma anche su una produzione immateriale, quale quella dei valori del volontariato. È su questi pilastri che si può anche costruire il successo economico. Il fatto che la Fiera del Levante riservi uno spazio alle associazioni – che però espongono a rotazione le proprie iniziative per mancanza di spazio – è da apprezzare sicuramente. Mi fermo qui.
Lino De Venuto
[Legge dei brani del libro]
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