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Alternanza scuola-lavoro: il vissuto di una organizzazione di volontariato, il vissuto degli studenti
from Opera 28 Fiera di esserci! Volontari per il cambiamento – Meeting del Volontariato settembre 2018
15.9.2018 • Fiera del Levante, Nuova Hall di via Verdi Intervengono: Giacomo Pellegrino, presidente dell’associazione Aios Protezione Civile; Ferruccio Aloè, medico anestesista della Rianimazione e dell’Emergenza – Direttore Sanitario Aios Protezione Civile; Teresa Inchingolo, docente presso il Liceo linguistico “Marco Polo” di Bari – Tutor ASL 2017-2018; Tamara Tarricone, dottore commercialista esperto ASL Modera: Giovanni Montanaro, direttore del CSV San Nicola (Bari).
Giovanni Montanaro
Buonasera. Saluto tutti i partecipanti a questo incontro sull’alternanza scuola-lavoro. Ringrazio per questo l’associazione Aios e il suo presidente Angelo Pellegrino. Siamo contenti di questo convegno su questo tema, perché sappiamo quanto importante sia per i ragazzi. Noi del CSV ci stiamo impegnando per mettere a punto, insieme a tutti i CSV d’Italia, un sistema di simulazione di impresa per le imprese sociali, e in particolare i servizi alla persona, in modo che nell’alternanza possano rientrare queste attività guidate dai CSV. Passo la parola, che ringrazio, al presidente Giacomo Pellegrino.
Giacomo Pellegrino
Ringrazio il dottor Montanaro, direttore generale del CSV San Nicola. Vi saluto e vi do il benvenuto. Ringrazio anche la presidente del CSV, Rosa Franco, e ringrazio tutti i relatori che porteranno la loro esperienza, e in particolare gli studenti del Liceo Linguistico “Marco Polo” di Bari e la loro tutor, la professoressa Inchingolo. Ovviamente ringrazio anche gli altri relatori: la dottoressa Tamara Tarricone e il dottor Ferruccio Aloè, per la loro presenza.
Quest’anno abbiamo donato sei defibrillatori, una parte acquistata con l’aiuto dei ragazzi. Sin dal 2015 realizziamo con gli studenti l’alternanza scuola-lavoro, perché la nuova frontiera riguarda tutta la comunità della scuola. Gli studenti stanno sperimentando percorsi che gli fanno toccare con mano la realtà lavorativa. Ci sono ragazzi che vanno nelle aziende e le aziende che vengono nelle scuole. A Bari, gli istituti partecipanti hanno
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fornito all’Aios, in tutti gli anni dell’alternanza, oltre 700 alunni. La gran parte dei ragazzi è liceale e l’alternanza li rende parte dell’ingranaggio del mondo del lavoro. A livello nazionale sono stati più di 800.000 i ragazzi che hanno aderito all’alternanza.
L’alternanza non è l’addestramento ma la formazione integrale della persona, è un metodo didattico che forma a livello personale. Questo approccio può cambiare profondamente il mondo della scuola e può orientare meglio i ragazzi a scegliere il proprio futuro. L’alternanza è obbligatoria per le scuole, ma non per le imprese. Molte scuole già da tempo utilizzavano questo programma che serve agli studenti ad apprendere muovendosi in un ambiente aziendale. Se l’alternanza è appiccicata e non modifica il modello di apprendimento deduttivo tradizionale, non serve. Progettare tutto questo è faticoso e scegliere l’azienda giusta è una responsabilità, ma serve la cooperazione dell’impresa per far crescere lo studente.
Il lavoro è un valore educativo è deve essere nelle scuole, ed è grave non riconoscere questo valore. L’alternanza deve essere meglio organizzata nella formazione dei docenti, che sono stati trascurati. Anche nei documenti ministeriali vi è una ambiguità: c’è un tutor interno all’azienda e uno esterno della scuola, creando una separazione non vera, poiché scuola e lavoro devono essere parte integrante della formazione dello studente. Molti ragazzi hanno messo in luce la scarsa formazione anche degli stessi tutor aziendali e che molte imprese sfruttano gli studenti come manodopera. Le imprese poco etiche esistono, ma la responsabilità sta proprio nello scegliere il giusto luogo dove mandare gli studenti. A voi ragazzi dico che vige la parola “meritocrazia”; sono un volontario da anni e la strada mi ha sempre insegnato a saper fare. Nell’epoca in cui la solidarietà avanza, l’alternanza dovrebbe essere l’officina per migliorare la società di domani. Grazie. Passo la parola a Ferruccio Aloè, il nostro direttore sanitario.
Ferruccio Aloè
Buonasera. Sono un medico ed è forte la tentazione di entrare nello specifico sul tema delle emergenze sanitarie, ma, riflettendo sulla sede di questo incontro, che è una rappresentanza del mondo del volontariato, ho cercato di fare una riflessione sul significato del volontariato. L’iniziativa che abbiamo portato avanti sul primo soccorso è stata un vanto per noi. Mi piace pensare al volontariato come cittadinanza attiva, essere davvero cittadini che accrescono il senso di partecipazione alla società. Il volontariato fonda la sua attività sulla gratuità del gesto ed è una pratica di libertà rispetto alle logiche del mercato. Il volontariato è condivisione e ha una funzione culturale. Noi cerchiamo, così, di combattere l’individualismo e la società fonda-
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ta sull’avere. Quando fai volontariato – io l’ho fatto per anni anche in Africa e in situazioni difficili – ricevi sempre di più rispetto a quanto dai: sono tornato dalle mie esperienze arricchito. Se sapeste quanto è emozionante ascoltare le storie; ad esempio – io sono un medico – è molto emozionante sapere la storia di ogni mio paziente. Mi interesso, purtroppo, anche di pazienti terminali, ma se si sanno sfruttare al meglio le possibilità che ci fornisce il volontariato, non sapete quanto è emozionante stare accanto ad una persona che, seppure stia morendo, ti dice: «Grazie dottore».
Noi non dobbiamo supplire alle inadempienze del pubblico, il volontariato deve pretendere che lo Stato funzioni, ma al tempo stesso deve integrarlo. Ogni volontario che agisce in una associazione non scarica le proprie responsabilità, deve essere d’esempio per gli altri. Non riusciremo a cambiare la società, ma probabilmente possiamo cambiare le persone intorno a noi, e cambiare anche una sola persona rende questo impegno degno di essere vissuto. Grazie.
Teresa Inchingolo
Ringrazio i ragazzi, quelli che sono venuti e tutti i relatori. È vero, l’alternanza scuola-lavoro ha colto impreparati i professori. Noi però abbiamo creduto fin dall’inizio in questo progetto. Questo è il secondo anno che, come scuola, lavoriamo con l’Aios e devo dire che, a parte la fase iniziale in cui qualche alunno ha avuto un po’ di scetticismo, non cogliendo il nesso di questo progetto con il loro percorso formativo, stiamo lavorando molto bene insieme. Ai ragazzi dico che le esperienze vissute qui, a livello territoriale, devono servire loro, soprattutto se il Terzo settore può accoglierli a livello professionale; e che la conoscenza delle lingue può lanciarli a livello internazionale. Tempo fa dei nostri ragazzi, mandati all’estero, sono andati a fare l’alternanza in dei “charity shop”, che sono negozi in cui le persone donano vestiti per gente meno fortunata. Questa esperienza ha fatto capire ai ragazzi il valore del “donare”. Questa esperienza mi ha fatto aprire gli occhi e mi ha fatto scegliere questo mondo per le alternanze successive. Le difficoltà ci sono, i fondi sono pochi, noi docenti dedichiamo molto tempo ad organizzare il tutto ma spesso le associazioni e le aziende spendono soldi e tempo senza un rientro. Vorrei che intervenisse qualcuno dei miei studenti perché sono loro i protagonisti del progetto.
Angela (studentessa) Buon pomeriggio. Innanzitutto, vorrei ringraziare il nostro tutor, la professoressa e i nostri referenti dell’associazione che ci hanno aiutato e hanno
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instaurato con noi un rapporto di amicizia. Io appartengo alla Azione Cattolica Italiana con cui organizziamo dei percorsi estivi per bambini. In uno di questi, grazie alla formazione al primo soccorso fatta grazie all’alternanza, ho aiutato uno dei bambini, e inoltre con i bambini di quinta elementare ho potuto toccare con mano l’interesse degli stessi su come si può salvare una persona. Tutto questo mi ha aiutato tantissimo. Noi abbiamo imparato tanto su come essere persone più civili per la nostra società, e perciò dobbiamo solo ringraziarvi.
Martina (studentessa) È stata una esperienza bellissima che mi ha donato maggiore consapevolezza di me stessa. È stata bellissima anche l’esperienza sull’autodifesa, che al giorno d’oggi mi sembra fondamentale.
Teresa Inchingolo
Parlo in qualità di tutor, di docente e di insegnante: bisognerebbe far capire che occorre superare il pregiudizio che l’apprendimento sia legato solamente al sistema produttivo. Nel volontariato, invece, non solo si fa del bene ma si fa anche della ottima imprenditorialità. Grazie.
Tamara Tarricone
Buonasera a tutti. Io ho impegnato i ragazzi, durante le lezioni di alternanza, massacrandoli con tutte le normative che le associazioni di volontariato devono seguire. Dico ai ragazzi di non sottovalutare questo settore. Durante la mia lezione, mi ha affiancato un avvocato che ha informato gli studenti su tutti gli aspetti legali, fiscali e di normativa della privacy che un volontario deve rispettare. Per questo settore c’è bisogno di imprenditorialità: per entrare a fare parte di questo mondo, grazie alla riforma del Terzo settore, la prospettiva è al 100% imprenditoriale. Ai docenti dico di non limitarsi all’insegnamento della materia didattica, bisogna insegnare ai ragazzi com’è il mondo là fuori. Non bisogna solo insegnare le materie del programma, perché questi ragazzi, quando saranno fuori, dovranno affrontare il mondo esterno e dovranno sapersi ambientare. Grazie
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