NUMERO 63 ctrlmagazine.it
ANNO VII Vi siamo gratis
Romanzo provinciale Latte alle ginocchia - L'Europa è morta a Sarajevo - Eventi fino al 31 Gennaio
CTRL MAGAZINE
#63 — INDICE
PARTI PER GIOCO
GIOCO DELLE PARTI
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Controeditoriale
La guerra in ex Jugoslavia è finita 20 anni fa: e quindi?
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Cover story
Quando esci sei un altro
35
Da Bergamo a Bergamo
Mucche e sirene - Dalla crisi del latte allo sbarco di Starbucks
42
Intervista impossibile
Uluç Alì
48
RIPadvisor - Rubrica di recensione di cimiteri
Requiem vista lago
50
Interessanto
San Nicola, che protegge dai ladri
52
Cinema e altre eresie Cinema e altre autopsie
Abacuc Dio esiste e vive a Bruxelles
54
Spoiler - Serie Tv
Wayward Pines
56
Urban Sound – Cose da trovatori
Inverso - Inverso
58
Fart
Una rubrica inesplicabile
61
Saporismi
Tre regali di Natale per voi
63
Exp0.init()
Sword reference
65
Meteorologeria - Rubrica di previsioni applicate
Il tempo previsto per gennaio
67
CGCD (&S)
C'è gente che dicono (e scrivono)
80
DisAstrologia
Piove, oroscopo ladro!
82
Fumetti e non arrosti
Il Principe e il Principe
Controeditoriale a cura di Nicola Feninno
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La guerra in ex Jugoslavia è finita 20 anni fa: e quindi?
“Il clima di Sarajevo è continentale, con estati brevi e calde; le notti restano fresche a causa delle brezze che soffiano costanti dai colli che la circondano. In inverno abbondano le nevicate, da novembre fino ad aprile. La neve è stata registrata anche in agosto e giugno – un fatto che può essere rintracciato nelle vecchie cronache sarajevite. La guerra finora non ha cambiato il clima. La luna continua a splendere, il sole sorge, la pioggia cade, e nevica anche.” (Estratto tradotto dalla Sarajevo Survival Guide, scritta in inglese e pubblicata con mezzi di fortuna da alcuni sarajeviti durante l’assedio della città. La struttura e lo stile fanno il verso alle guide turistiche Michelin. Dalla sezione “Climate”, a pag 7.)
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Baljvine, Republika Srpska, Bosnia-Erzegovina, poco più di 400 abitanti, una moschea e una chiesa ortodossa, poco distante scorre il fiume Vrbas, che si tuffa nella Sava. I musulmani hanno offerto la loro manovalanza per la costruzione della chiesa, e i serbobosniaci, ortodossi, hanno aiutato a costruire la moschea. Baljvine è l’unico luogo della Bosnia-Erzegovina in cui non si sono registrati combattimenti durante la guerra del 1992-1995. Nessun morto. Il problema principale, tutt’oggi, è l’assenza della rete idrica; si sfrutta l’acqua piovana. Brčko, distretto autonomo di Brčko, Bosnia-Erzegovina. La città sorge sulla riva destra della Sava. C’è un ponte: dall’altra parte c’è la Croazia. Il ponte è stato bombardato dai serbi il 30 aprile 1992: in quel momento due bus con più di 80 rifugiati croatobosniaci e musulmani lo stavano attraversando. La Sava si tuffa nel Danubio, in corrispondenza di Belgrado. Liberland, micro-nazione autoproclamata il 13 aprile 2015 su una terra di nessuno al confine tra Serbia e Croazia. Il motto della nazione è “To live and let live”. Il Danubio costituisce il confine tra Croazia e Serbia da quando le due nazioni erano dominate dall’impero austro-ungarico: a destra del fiume la Croazia, a sinistra la Serbia. Il corso del Danubio alla fine del XIX secolo fu deviato: il fiume procedeva per anse, e per renderlo navigabile era necessaria una raddrizzatina qua e là; l’idea è venuta a István Szécheniy, ungherese, quello del Ponte Szécheniy, il primo che collegava Buda e Pest. Liberland si trova oggi alla destra del Danubio: Croazia. Prima della raddrizzatina si trovava alla sinistra: Serbia. Quindi è territorio serbo o croato? I due stati non si sono ancora accordati. Dayton, Ohio, USA. Fondata il 1 aprile 1796: quel giorno 12 nuovi americani percorrono il Great Miami River e parcheggiano la loro piroga qui. Il territorio era occupato da due insediamenti di nativi americani. Poi arrivano altri nuovi americani e il territorio viene annesso ai nuovi Stati Uniti d’America. Qui a Dayton, dal 1 novembre al 21 novembre 1995, l’Europa ha finito di morire (per ora). L’Europa ha iniziato a morire (suicidio assistito) a Sarajevo sul “Ponte Latino”, che attraversa la Miljacka. Qui il 28 giugno staziona il giovane nazionalista serbo-bosniaco Gavrilo Princip che spara due colpi e uccide l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria-Ungheria: scoppia la prima guerra mondiale. Nel 1917 entrano in guerra gli USA del presidente T. W. Wilson: il loro ruolo sarà fondamentale. Alla fine della guerra, nel 1919 viene fondata la Società delle Nazioni, “prima organizzazione intergovernativa avente come scopo quello di accrescere il benessere e la qualità della vita degli uomini” (Wikipedia); lo stesso anno al presidente viene assegnato il Nobel per la pace. Nel 1939 scoppia la seconda guerra mondiale; nel 1941 intervengono gli USA del presidente
F. D. Roosevelt: il loro ruolo sarà fondamentale. Nel 1946 viene sciolta la Società delle Nazioni e viene sostituita dall’ONU. Nel 1995 esce il libro L’ONU è morta a Sarajevo, di Gigi Riva e Zlatko Dizdarevic, giornalista del quotidiano sarajevita “Oslobodjenje”. Durante la guerra in ex Jugoslavia si registrò il primo genocidio dopo la seconda guerra mondiale, ad opera dei serbo-bosniaci, a Srebrenica (1995), “zona protetta” controllata dalle forze ONU. L’assedio di Sarajevo (5 aprile 1992 – 29 febbraio 1996) è il più lungo della storia moderna: anche Sarajevo era “zona protetta” dall’ONU.
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PICCOLO INTERMEZZO PER CURIOSI Gli Stati Uniti d’America non possiedono uno scudo araldico propriamente detto. I documenti ufficiali del Governo Federale sono perciò marchiati con uno stemma recante un’aquila che negli artigli della zampa sinistra ha delle frecce e negli artigli della zampa destra ha un ramo d’ulivo; presente anche la scritta latina “E pluribus unum”, “Da molti, uno”.
Proseguendo sulla riva sinistra della Miljacka, dopo il “Ponte Latino” s’incontra il “Ponte Suada e Olga”: Suada Diliberović, studentessa musulmana, e Olga Sučić, pacifista croata, vennero uccise su questo ponte da un cecchino; le prime vittime dell’assedio, il 6 aprile 1992. La redazione di “Oslobodjenje”, a Sarajevo, era composta da musulmani, croati e serbi. Il quotidiano non interruppe mai le pubblicazioni durante l’assedio, eccetto un giorno. Secondo il censimento del 1991 la popolazione della BosniaErzegovina era costituita per il 39,2% da bosniaci-musulmani, per il32,2% da serbo-bosniaci, per il 18,4% da croati, per il 6% da persone che si dichiaravano jugoslave, per il 4,2% da altro. A Sarajevo i matrimoni misti erano assai diffusi. A Mostar, il 9 novembre 1993 – quarto anniversario della caduta del muro di Berlino – le forze croato-bosniache bombardarono l’antico ponte commissionato da Solimano il Magnifico. A Mostar i matrimoni misti prima della guerra erano il 60 per cento. Sotto il ponte di Mostar scorre la Neretva, che sfocia nel mare Adriatico. Otto giorni prima della distruzione del ponte entra in vigore il Trattato di Maastricht, che sancisce la creazione dell’Unione Europea (precedentemente CE). Il nome Maastricht deriva dal fiume Mosa (Maas) e dal latino traiectum, che indica un passaggio sul fiume. Le divisioni e le indecisioni tra gli stati europei saranno decisive per la non-risoluzione del conflitto jugoslavo. I piani di pace si susseguirono nella loro totale inefficacia, fino al 1995. Questa guerra – che non è semplificabile sotto le etichette di guerra inter-etnica, guerra civile, guerra d’aggressione di uno stato contro un altro, guerra quasi-tribale tra quasi-selvaggi in costante lotta quasi-atavica – sarà al centro della campagna elettorale di Bill Clinton. Il ruolo degli USA sarà fondamentale per la fine della guerra. E qui torniamo a Dayton.
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Dayton, Ohio, USA, novembre 1995. Si tratta la pace. Mediatore: lo statunitense R. Holbrooke. Al tavolo dei contendenti: Slobodan Milosevic, presidente della Serbia, morirà nel 2006 all’Aia, in carcere, accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Alla sua sinistra: Franjo Tuđman, presidente croato (da Gli orrori della guerra, sua opera del 1989: “Il genocidio non è solo permesso, è raccomandato, perfino ordinato dalla parola dell'Onnipotente, tutte le volte che sia utile per la sopravvivenza o il ripristino del dominio della nazione prescelta”). Alla sua sinistra, Alija Izetbegović, presidente bosniaco (accusato negli anni prima della guerra di fomentare un islam fondamentalista). La vulgata più diffusa vuole la Bosnia come vittima sacrificale, la Serbia e i serbo-bosniaci come aggressori inumani, la Croazia un po’ di qua un po’ di là: ma si tratta di semplificazioni. Sono documentati molti massacri e deportazioni di civili serbi inermi da parte di truppe bosniache musulmane. Molte centinaia (per alcune fonti alcune migliaia) di mujahideen provenienti da paesi arabo-musulmani sono stati fatti entrare in Bosnia per combattere a fianco delle truppe di Izetbegović. Gli stupri etnici perpetrati dalle milizie serbe sono noti, meno noti quelli operati dalle truppe croate. E sono solo alcuni esempi; è compito della storiografia lucida e imparziale analizzare le responsabilità delle parti in campo, valutarne la complessità, non sfumarne i differenti pesi: mille morti non sono uguali a cento morti, ma cento morti non scompaiono per questo. Gli accordi di Dayton, per quanto concerne la BosniaErzegovina, prevedono: uno Stato federale unitario, suddiviso in due entità separate (la Federazione croato-musulmana, 51% del territorio, e la Repubblica Serba di Bosnia, 48% del territorio; l’1% mancante è costituito dal Distretto di Brčko). Lo Stato a sua volta è diviso in 10 cantoni. La carica di presidente è ricoperta, a turni regolari di 8 mesi, da un serbo-bosniaco, da un croato-bosniaco, da un musulmano bosniaco. La costituzione della Bosnia-Erzegovina è scritta in inglese, e costituisce l’annesso degli accordi di Dayton. Le firme sugli accordi vengono apposte a Parigi, il 14 dicembre 1995. Vent’anni fa. La Bosnia è stata riconosciuta come potenziale paese candidato per l’ingresso nell’UE nel 2003. Dodici anni fa. Il 19 luglio 2011 a Sarajevo, nella centralissima via dedicata al Maresciallo Tito, ha aperto il primo McDonald della Bosnia-Erzegovina: alla cerimonia presenti il presidente bosniaco e l’ambasciatore americano. L’11 luglio scorso a Srebrenica, nel ventennale del massacro, si è recato in visita il primo ministro serbo Vučić, che nel 1995 affermò in Parlamento: «Per ogni serbo che verrà ucciso, ammazzeremo cento musulmani». È stato accolto da Hatidza Mehmedovic, delle “Madri di Srebrenica”; la donna gli ha appuntato un “fiore di Srebrenica” dicendogli: «Sei giovane, noi abbiamo bisogno di tolleranza». In seguito altri convenuti gli hanno lanciato sassi e bottiglie.
PICCOLA STORIELLA CONCLUSIVA PER CURIOSI “Europa” sembra derivare dal greco antico eu-rope: ben irrigata. Il mito narra che Europa era la figlia del re di Tiro (88 km a sud dell’attuale Beirut). Quel mattacchione di Zeus se ne innamorò. La vide raccogliere dei fiori su una spiaggia. Si trasformò in toro e le si accovacciò ai piedi. L’ignara gli saltò in groppa. Il toro prese il volo e atterrò sull’isola di Creta. Atterrato, il toro si rivelò per quello che era: il dio Zeus. Il dio tentò di stuprare Europa. Quella riuscì a resistere. Ma il dio, che ne sapeva una più del diavolo, decise a quel punto di trasformarsi in aquila. E da aquila riuscì finalmente a stuprare Europa, in un ridente boschetto di salici, non si sa se piangenti.
Fernando Botero, Ratto di Europa, 1995
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I Lo scambio a Fresnes «Quell’odore di chiuso già lo conoscevo, non era la prima volta che andavo a trovare mio fratello in carcere. Avevo ancora in mente il profumo di due signore sedute poco lontano da me in una pasticceria di Parigi in cui ero stato giusto una mezz'ora prima: avrei capito presto che in carcere la prima cosa che ti manca è la donna, la libertà viene dopo. E di quei profumi non ne avrei più sentiti per un po’. In testa mi girava il pensiero che se si fossero accorti dello scambio avrei preso una bella scarica di botte: è andato tutto liscio poi, ma le botte le ho prese lo stesso. Mio fratello Pierluigi non lo voleva fare, non era convinto, non voleva approfittare del suo fratellino. Ma era già la quinta volta che dovevamo farlo, e fino ad allora ero sempre ritornato a Trescore, a dire alla morosa che la partenza per il militare era stata rimandata. A lei l’avevo raccontata così, mentendo. Quella volta però non ritornai, si era deciso finalmente, e l’abbiamo fatto». Ascoltando Emiliano è davvero difficile non pensare a quanto la sua storia sembri uscita dritta dritta dalla sceneggiatura di un film, come Fuga da Alcatraz o Papillon. Ma la Val Cavallina non è Hollywood, non c’è nessun Clint Eastwood o Steve McQueen, nessun divo e nessuna celebrità. Una grande fuga c’è davvero stata però. «Avevamo iniziato a pensarci fin da subito, da quando l’avevano beccato a Parigi e rinchiuso per l’ennesima volta. A quel giro l’avevano messo nel penitenziario di Fresnes, a pochi chilometri dalla capitale. Era il 28 ottobre 1984, avrebbe dovuto scontare 17 anni. [Emiliano si ferma, mi offre dell'acqua]
Ogni volta che salivo per andare a trovarlo, il personale del carcere mi consegnava la tessera d’ingresso dell’altro mio fratello, Daniele, che somigliava molto a Pierluigi; come me del resto, nonostante fossi di otto anni più piccolo. Capii che in fin dei conti lì dentro non è che fossero molto attenti alle facce delle persone. Ma c’era di più. Spesso prima e dopo le visite andavo al Louvre a vedere un po’ di quadri e di sculture. Lì, avevo notato che i controlli li facevano all’uscita e non all’entrata, mentre in carcere succedeva esattamente il contrario: ti controllavano quando entravi e non quando uscivi. Anche a Fresnes era così, all’uscita non controllavano nessuno. Perché avrebbero dovuto farlo? Non c’era niente da portare fuori. L’idea di sostituirmi a lui è nata da lì. C’era solo qualche problemino da risolvere. Primo. All’ingresso del parlatorio, al detenuto mettevano un timbro fluorescente sul palmo della mano, come quello delle discoteche: se lo scambio fosse riuscito, avrei dovuto esibirlo a mia volta. Così ne avevo fatti preparare due, suddividendo sull’uno e sull’altro le lettere e il logo che avrei poi usato per ricostruire il timbro della prigione. Secondo. L’andamento alternato delle guardie di sorveglianza. Quando una se ne andava, arrivavano le altre, senza lasciare il tempo di fare nulla, figurati di scambiarsi di posto. Con uno stratagemma però siamo riusciti a ritardarne una, a rompere l’alternanza e quindi allinearle. Ripartendo ci hanno lasciato il tempo per lo scambio e abbiamo saltato il muretto che ci divideva. Io di là, lui di qua. Terzo. A quel punto per me il problema poteva sorgere all’interno. In cella, gli altri detenuti avrebbero potuto scoprirmi e fare denuncia alle guardie, magari mentre mio fratello si trovava ancora nel carcere. Il colloquio allora l’abbiamo fatto durante l’ora d’aria, quando tutti erano in cortile. Alla fine sono entrato indisturbato, spinto da un secondino che abbaiava in francese. Arrivato in cella, mi
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sono sentito stranamente bene: ce l’avevamo fatta. Sono salito sul letto a castello e ho aspettato: sarei sceso due giorni dopo, solo perché avevo una gran fame. Pierluigi, nel frattempo, era uscito senza problemi. Quel giorno, al mio arrivo, come tutte le volte, avevo cercato di rendermi riconoscibile: avevo un cappello, dei grossi occhiali da vista e facevo finta di zoppicare. Uscendo, lui si era messo il cappello, i grossi occhiali da vista e aveva zoppicato. I vestiti erano gli stessi: due maglioni uguali, due paia di scarpe uguali, due jeans. Ha preso la mia giacca ed è uscito come nulla fosse. Non poteva che essere me, e io non potevo che essere lui. Era il 28 maggio 1985». Pochi giorni dopo, il 5 giugno, Pierluigi avrebbe dovuto essere in tribunale, a Parigi. A presentarsi di fronte al giudice è invece Emiliano, ancora sotto mentite spoglie: «In aula ho spiegato tutto, chi ero e cosa avevamo fatto, perché nessuno si era accorto di niente in quei giorni. Il giudice è diventato paonazzo; io sono scoppiato a ridere. Quella risata mi è costata un oltraggio a pubblico ufficiale, e mi hanno dato anche “falso in scrittura” per aver firmato dei documenti col nome di mio fratello. Insomma, dai tre mesi che avevo preventivato per la complicità in evasione, mi sono preso due anni e mezzo. Certo, comunque meglio dei diciassette a mio fratello». In quel momento, Pierluigi si trova già a casa, a Trescore. Di lì a poco costituirà, in latitanza con altri tre amici della Val Cavallina, una delle bande di rapinatori più attive e temute tra Francia e Svizzera nel biennio 1985-’87. Le Figaro parlerà di lui come l’ennemi public numéro un en Europe, stampa e polizia internazionale cominceranno a riferirsi ai quattro con l’appellativo di “banda Facchinetti”, poi divenuta nota anche come “banda della Val Cavallina”.
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In alto: il logo della prigione di Fresnes camuffato nel timbro di una fantomatica “contrada della torre“. In basso: il finto logo per la pasticceria di famiglia, contenente parte delle lettere poi usate per riprodurre la scritta “Prison de Fresnes”.
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II Juba e Jubino Non è cambiato nulla, eppure è cambiato tutto. Il bar c’è ancora, affacciato sul viale alberato. Con Emiliano ci diamo appuntamento proprio lì, luogo d’infanzia, giovinezza e maturità, dove un tempo lui, sua sorella e i suoi fratelli (chi più chi meno) aiutavano il padre nell’attività di famiglia, bar con laboratorio di pasticceria al piano inferiore. Ora quel laboratorio non esiste più, Emiliano l’ha convertito a luogo in cui lavorare alle sue sculture: ai profumi di brioches fresche e pasticcini si sono sostituiti gli odori del legno scolpito e della vernice. Il bar invece non è più di sua proprietà dal 2000. Un tempo l’insegna all’esterno recitava “Bar Juba”: «Mio fratello Pierluigi lo chiamavano “Juba” in paese, io ero il “Jubino”» dice, con quegli occhi sorridenti che brillano ogniqualvolta nomina il suo fratellone. Davanti a un caffè mi racconta, con malcelata nostalgia, come siano cambiate le cose da quando, da ragazzino, saltava di là dal bancone per togliere le mille lire dal registratore di cassa. Dove ora ci sono le slot machine un tempo c’era il flipper, che di soldi ne mangiava altrettanti, dice lui. Poi il biliardo, con le stecche e il segnapunti attaccati al muro, là dove ora troneggia l’icona patinata di Marilyn Monroe. Non è difficile immaginarsi gli arredi in legno, l’ambiente fumoso e i Pooh o Lucio Battisti che suonano dal jukebox. «Giravano tanti ragazzi qui al bar, tanti giovani che andavano a far rapine alle banche o alle poste. Al tempo era quasi una cosa normale. Mi ricordo che da piccolo li vedevo partire in macchina la mattina e tornare il pomeriggio a contare i soldi.
Era una sorta di moda generazionale, un modo per andare contro le istituzioni, per avere qualcosa di più, per essere indipendenti e acquisire anche un certo fascino tra le ragazze. Si diceva che bisognava essere “uno buono” per partecipare: non fare la spia, non avere paura, non fregare gli amici. Rispettando quelle regole ci si faceva una fama, si acquisiva rispetto tra gli altri rapinatori e si poteva essere invitati, o ascoltati se si aveva qualcosa da proporre. Non ti dico quante proposte di rapina ho poi ricevuto io: “si è fatto il carcere”, “ha fatto scappare il fratello”, “non ha mai fatto la spia”; ero uno che andava bene insomma, di cui ci si poteva fidare. E ti dirò la verità: se non sono mai andato l’ho fatto solo per i miei genitori, che già ne stavano passando di tutti i colori per mio fratello Pierluigi. Ma è stato davvero difficile, anche perché se il giorno dopo vedi quello che ti ha fatto la proposta girare con la Porsche nuova, ci pensi su davvero. Nella Val Cavallina i gruppi di rapinatori erano sostanzialmente due: quelli di Trescore - tra i quali c’era Pierluigi - e quelli di Casazza e della media valle in generale. I primi erano più fighetti, volevano divertirsi e basta; i secondi erano un po’ rissosi, attaccavano briga volentieri. I banditi bergamaschi in generale erano comunque molto rispettati, si facevano valere, erano tutti anarchici che non volevano essere comandati, e anche per questo la mafia non riusciva a mettere radici in zona: loro, per certi versi, sono stati degli anticorpi. Non erano dei cattivi, dei gangsters o simili. Quelli che conoscevo io erano davvero dei bravi ragazzi, in realtà molti di loro non erano tagliati per fare quel lavoro. Alcuni sono diventati cattivi dopo, una volta entrati in prigione. Pierluigi era davvero un bravo ragazzo, e non lo dico per difendere la memoria di chi non c’è più. Non ha più creduto nelle istituzioni da quando ha preso una manica di botte dai carabinieri – e
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mia mamma insieme a lui – senza motivo praticamente. Da lì è iniziato tutto. Poi, se devo dirti che mio fratello era un bandito, che ha ammazzato delle persone, sono il primo a dirlo: era un bandito, ha sparato. Ma non è sempre tutto così semplice. La prima volta che l’hanno arrestato è stato durante una rapina all’ufficio postale in viale Giulio Cesare, a Bergamo. Era il marzo del ’78. Si era addirittura fermato ad aiutare a rialzarsi una signora che aveva avuto un malore. I giornali ovviamente queste cose non le dicevano, scrivevano un sacco di balle e di cattiverie, hanno sempre fatto così. Quella tentata rapina gli era costata solo qualche mese di carcere, il periodo era quello delle Brigate Rosse e i giudici evidentemente avevano altre gatte da pelare. Dopodiché ha cominciato ad andare in Svizzera a rapinare. Era fissato con le banche svizzere, lì giravano più soldi e un colpo fruttava tre volte di più rispetto a uno fatto in una banca italiana. Oltretutto era più sicuro, nell’Italia di quegli anni la polizia non si faceva problemi a sparare. Anni dopo poi, con la banda, avrebbe fatto un notevole salto di qualità: a vederli in giro sembravano dei principini, dei figli di papà pieni di soldi, più che dei rapinatori. Facevano una vita veramente dispendiosa, macchine e oggetti di lusso, appartamenti-rifugi un po’ in tutta Europa: Parigi, Amsterdam, Rotterdam, Londra, Perpignan, Montecampione. Avevano la mentalità del vivere al massimo, finché avessero potuto. “Dai che an ciama i carabinieri osti! Dai che an ga’ dis che to sèt ché!” gli aveva detto mio padre, un inverno dell’ ’86, quando – latitante – si era fermato a casa una settimana. Pierluigi pensava spesso a costituirsi, ma le cose poi sono andate peggiorando, ci sono state sparatorie, morti, e non ha più pensato di farlo. Sapere di non poter più tornare indietro fa una grande differenza.»
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Fasi dell’assemblaggio del timbro, con l’aggiunta delle lettere mancanti.
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III La Santé «Dopo il processo per la scarcerazione ho passato un’altra notte in carcere, sono uscito nel tardo pomeriggio del giorno dopo. Fuori, ad aspettarmi, c’era mia madre. Non ero più abituato a vedere la distanza: per troppo tempo avevo visto solo muri. Quella sera abbiamo dormito da suor Attilia, una suora che veniva in carcere a trovare i detenuti e che a Parigi gestiva un ricovero in cui ospitava dei bambini malati di leucemia e i genitori che non potevano permettersi un albergo. Quando ripenso alla mattina dopo mi emoziono sempre: mi sono svegliato, ho aperto gli occhi e ho visto la finestra senza sbarre, la luce che entrava, la camera pulita, mia madre nel letto accanto. Dio bono che bello! Non ci credevo. Dopo che ti abitui a svegliarti di sobbalzo, a colpi sul ferro della porta, magari mentre stai sognando cose belle, un momento così ti rimane impresso. Sono cose che restano dentro. Ancora oggi, nonostante siano passati trent’anni, penso a quanto sia bello andare a mangiare al ristorante, andare al lago e vedere Montisola con il sole. Sono cose normali, lo so, ma me le godo di più». Tredici mesi in attesa di giudizio, tanto è durata la reclusione di Emiliano: la condizionale gli ha permesso di scontare poco meno della metà della pena prevista, e di tornare in libertà subito dopo il processo, il 6 luglio del 1986. L’anno precedente, dopo il suo annuncio all’interno del tribunale, le autorità francesi l’avevano trasferito dal carcere di Fresnes a “La Santé”. «La prima impressione è stata bruttissima. Mio fratello mi aveva raccontato come fosse il carcere. Quando era detenuto in Svizzera le aree aperte ai visitatori erano bellissime, pulitissime, ordinatissime: dentro poi era tutta un’altra sto-
ria. Io le celle non le avevo mai viste. Quella in cui mi hanno messo sarà stata lunga quattro metri, strettissima, spazio per mangiare minimo, completamente chiusa, niente sbarre, porta in ferro, finestra sprangata e coperta da una rete: guardavo giù, un’altra rete; sotto, i detenuti a pascolare. Il lavandino non c’era, solo un water con un rubinetto sopra: lì ci si lavava denti, capelli, piedi, culo, piatti; tutto lì. Il detersivo era unico, chi poteva ne comprava un altro, altrimenti si usava quello dei piatti per pavimento, panni, corpo e capelli. La doccia era due volte a settimana, martedì e venerdì. Io ero stato catalogato come DPS, Détenu Particulièrment Surveillé. Non so chi pensavano che fossi. Non ho potuto ricevere posta e soldi né avere alcun contatto con la famiglia per cinque mesi. Anche sotto la doccia avevo una guardia vicino che mi sorvegliava. Non potevo nemmeno farmi una sega in pace. I DPS poi non li voleva nessuno in cella, ogni quindici minuti controllavano dallo spioncino e un giorno sì e l’altro no perquisivano tutta la cella. D’altra parte però ero anche fortunato a esserlo, su duemila detenuti eravamo in trenta e, normalmente, il DPS è molto pericoloso, quindi nessuno gli rompe le palle. Così è successo a me, sarà stato anche l’essere italiano che era sinonimo di mafioso. Avevano tutti un po’ paura degli italiani. Poi dentro la mentalità cambia, per forza. Da mangiare, ad esempio, ci si poteva comprare cose tipo bistecca e patatine, ma se i compagni di cella non potevano permetterselo non era il caso. Difficilmente si prendeva il pasto buono lasciando gli altri a mangiare la sbobba schifosa. Si mangiava bene tutti insieme, quando possibile. Era abbastanza naturale fare così, ti fai rispettare ma cerchi anche di rispettare. Certe cose erano automatiche, e se non le capivi, te le facevano capire. Il carcere era diviso in blocchi. All’inizio ero nel Bloc D, con banditi, rapinatori e spacciatori. Era il peggiore, ma almeno dalla finestra riuscivo a vedere oltre il muro di cinta:
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i movimenti di un gatto, una signora che stendeva i panni. Un po’ come nella canzone di Lucio Dalla: Dalla sua cella lui vedeva solo il mare ed una casa bianca in mezzo al blu, una donna si affacciava, Maria è il nome che le dava lui... Dentro le piccole cose diventano importanti. Un detenuto aveva un colombo addestrato che lo seguiva ovunque, una cosa incredibile: scendeva all’aria e il colombo gli arrivava sulla spalla; tornava in cella e il colombo si metteva alla finestra. Poi sono stato trasferito nel Bloc A, lì stavo meglio solo perché potevo svolgere dei lavoretti fuori dalla cella. Il direttore sapeva che ero bravo a disegnare e mi faceva tenere dei corsi agli altri detenuti. Facevamo disegni grattando degli specchi, che poi davamo a suor Attilia da regalare ai bambini. Così nasceva, anche tra i detenuti più duri e cattivi, una certa sensibilità, la voglia di fare anche del bene: si riusciva a trovare umanità in tutti, in fin dei conti. In base alla mia esperienza lì dentro, avevano meno umanità le guardie dei detenuti. Poi certo, non è sempre così. Posso dirti che il carcere non è mai servito a niente, e non servirà mai a niente». Il 7 luglio ‘86 Emiliano torna a Trescore. Un anno prima, un mese dopo la sua incarcerazione, un grave incidente aveva coinvolto il fratello Daniele e la sua ragazza: «Mi avevano detto che aveva fatto un incidente in moto, che la sua ragazza era morta e che lui non riusciva bene a guarire. Arrivato al bar, c’erano degli amici ad aspettarmi e ho notato subito che qualcosa non andava. Quando sono salito in casa ho visto la foto di mio fratello e della sua ragazza sul pianoforte e ho capito tutto. Non me l’avevano detto prima per non turbarmi, per paura che combinassi qualcosa di stupido in carcere. Ripensandoci hanno fatto bene. Sta di fatto che la prima sera, tornato a casa dal carcere, l’ho passata al cimitero sulla tomba di Daniele.»
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Smembrando gli elementi dei due timbri Emiliano ha potuto fabbricarne un terzo, identico all’originale della prigione in cui era rinchiuso il fratello. Una volta finito, non ho fatto altro che comprare del liquido fluorescente e timbrarmi la mano un attimo prima di entrare nel carcere. Il timbro si sarebbe notato solo sotto la lampada UV in dotazione alle guardie.
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Una specie di cronologia
5 giugno 1956 Berna. nasce Pierluigi Facchinetti. 25 novembre 1957 Trescore. nasce Daniele Facchinetti. 16 novembre 1964 Trescore. nasce emiliano Facchinetti. 6 febbraio 1977 Renato Vallanzasca uccide due poliziotti in uno scontro a fuoco al casello autostradale di Dalmine, Bergamo. 17 giugno 1977 Pierluigi e la madre si recano alla stazione dei Carabinieri di Treviglio, devono recuperare gli oggetti rubati dal loro appartamento pochi giorni prima. Pierluigi sa che qualcuno tra gli appuntati ha trattenuto parte del maltolto. a seguito di una discussione, la madre viene strattonata e spinta in fondo alla scala d’ingresso. Reagendo per difenderla, Pierluigi sarà malmenato dagli uf ciali presenti. 16 marzo 1978 il presidente della DC, aldo moro, è rapito a Roma dalle Brigate Rosse. 29 marzo 1978 Primo arresto di Pierluigi durante un tentativo di rapina all’ufficio postale di viale giulio Cesare, Bergamo. Ottobre 1978 Pierluigi viene scarcerato a Bergamo, beneficiando della condizionale sconta solo 6 mesi su 42. 7 marzo 1979 Un ordigno esplode davanti all’ingresso del cinema a luci rosse “Ritz”, in via Verdi, Bergamo. il volantino di
rivendicazione è firmato “naCT, nuclei armati per il Contropotere Territoriale” e recita: “Fuoco ai bordelli della borghesia, distruggeremo la pornografia”. 18 ottobre 1979 Primo arresto in Svizzera per Pierluigi, fermato a zurigo con altri 5 bergamaschi. 15 marzo 1980 Svizzera. Primo tentativo di fuga di Pierluigi dal carcere di Pfafikon. gennaio 1981 Pierluigi viene trasferito nel carcere di massima sicurezza di Regensdorf, nella periferia di zurigo. estate 1981 Pierluigi tenta un primo tentativo di evasione da Regensdorf. Sarà catturato poco dopo in un bosco non lontano. 9 ottobre 1981 È abolita la pena di morte in Francia. 17 dicembre 1981 Le Brigate Rosse sequestrano il generale James Lee Dozier, comandante naTO per l’europa meridionale. 17 dicembre 1981 Secondo tentativo di evasione di Pierluigi dal carcere di Regensdorf. Con lui anche altri cinque detenuti, tra cui due bergamaschi. Durante la fuga rimarrà uccisa una guardia carceraria. Pierluigi sarà ripreso la sera stessa. giugno 1982 Pierluigi viene trasferito nel carcere di Bochuz, Svizzera.
30 novembre 1982 Silvio Berlusconi acquista dall’editore edilio Rusconi la rete televisiva italia 1.
Pierluigi Facchinetti e m.n. i due fuggiranno in taxi. Bottino: circa 173.000 franchi svizzeri.
26 giugno 1984 inizia il processo a Pierluigi, al tempo detenuto nel carcere di Winthertur, Svizzera.
29 novembre 1985 Ore 17:45. Pierluigi Facchinetti e m.n. tentano una rapina a mano armata all’ufficio postale di Commugny (Svizzera). il colpo non riesce per resistenza degli impiegati.
6 luglio 1984 Pierluigi viene condannato a 17 anni. 24 ottobre 1984 Pierluigi fugge dal carcere di Bochuz, Svizzera. 28 novembre 1984 Pierluigi viene preso a Parigi.
28 maggio 1985 emiliano sostituisce Pierluigi nel carcere di Fresnes, Parigi. 29 giugno 1985 Prima rapina della banda. Ore 9:10 circa: Pierluigi Facchinetti, m.n. e g.P. irrompono nell’ufficio cambio valute della stazione di Lugano (Svizzera) armati di una Beretta e una Luger P38 calibro 9. Bottino: 155.910 franchi svizzeri, per un valore di circa 86.000 euro attuali. 30 settembre 1985 Ore 21:07. Rapina a mano armata all’ufficio cambio valuta della stazione di nyon (Svizzera), ad opera di
20 febbraio 1986 Silvio Berlusconi lancia il primo canale televisivo privato francese, “Le Cinq”. 21 aprile 1986 Rapina a mano armata nella villa di un noto commerciante di Vlaardingen, Olanda. Pierluigi Facchinetti, m.n. svaligiano la cassaforte dopo aver chiuso l’uomo, la moglie, un amico e due idraulici nel bagno. Bottino: 220.000 fiorini olandesi tra contanti e assegni. Circa 90.000 euro. 26 maggio 1986 Durante l’ora d’aria, michel Vaujour evade dal carcere “La Santé” di Parigi recuperato dalla moglie alla guida di un elicottero. Quel giorno emiliano assiste alla scena dalla finestra della sua cella. 29 maggio 1986 Sequestro di un direttore di banca a fini di estorsione ad opera di Pierluigi Facchinetti, m.n., a.B. e altri due esterni alla banda, n.P. e C.P. Bottino: 1.400.000 fiorini olandesi, poco più di 589.000 euro. agosto 1986 emiliano riceve in dono dal fratello latitante una Jaguar XJ Spyder cabrio blu metallizzata come segno di gratitudine per lo scambio. Settembre 1986 Pierluigi acquista un ristorante italiano a Rotterdam, La Bella Italia.
25 gennaio gennaio 1987 25 1987 Ore 21:20. 21:20.Sparatoria Sparatoriacon con la polizia la polizia nei nei pressi di Bex, Svizzera. Pierluigi pressi di Bex, Svizzera. Pierluigi FacFacchinetti, e M.N. fuggono sechinetti, a.B.A.B. e m.n. riescono a fuggire questrando sequestrandoi veicoli i veicolididi due due automobilisti. 30 gennaio gennaio 1987 30 1987 Tra le 7:45 e le 8:20. 8:20. Pierluigi Pierluigi Facchinetti, M.N. la la SBSfiliale (Som.n. eeA.B. a.B.rapinano rapinano ciété de Banque di Zermatt, della SBS (SociétéSuisse) de Banque Suisse) Svizzera. di zermatt, Svizzera. Bottino: circa 536.550 536.550 franchi franchi svizzeri. in banCirca 309.000 conote svizzereeuro. e straniere. Circa 309.000 euro. Febbraio 1987 Febbraio 1987 Londra. Pierluigi Facchinetti, M.N. e A.B. in sinergia altri tre individui Londra. Pierluigicon Facchinetti, m.n. e di origine araba facenti di un’ora.B. in sinergia con altriparte tre individui ganizzazione criminale con ambigui di origine araba facenti parte di un’orrapporti con lecriminale autorità inglesi, sequeganizzazione con ambigui strano commerciante di diamanti a rapportiuncon le autorità inglesi, sequefini di estorsione. strano un commerciante di diamanti a Bottino: poche decine di milioni di fini di estorsione. lire. Bottino: poche decine di milioni di lire. 30 marzo marzo 1987 30 1987 Ore 5:30. Pierluigi Facchinetti e M.N. m.n. assaltano, armati di pistola e mitraglietta, l’ufficio l’ufficiocambio cambio valute valute delladella stastazione di Morges (Svizzera). Arrivazione di morges (Svizzera). arrivano e no e fuggono inlasciato taxi, lasciato in fuggono in taxi, fuori infuori attesa attesa durante durante il colpo.il colpo. Bottino: 96.000 franchi svizzeri. Quasi 55.500 euro attuali. attuali. 19 giugno giugno 1987 19 1987 Prima rapina della banda della “Uno bianca”. 27 luglio luglio 1987 27 1987 Ore 6:00. Tentata rapina e sequestro di una guardia di sicurezza all’UBS di Thonex, Svizzera. Svizzera. Pierluigi Dopo essere giunFacchinetti, ti in Svizzera vestitida dafrati, frati,rapiscono Pierluigi m.n. e a.B., vestiti Facchinetti, A.B. rapiscono una una guardiaM.N. di e sicurezza all’esterno guardia all’esterno dell’istituto, spodell’istituto, spogliandola dei vestiti gliandola dei vestiti lasciandola e lasciandola prima eall’interno di priun ma all’interno un tombino poi rintombino e poi di rinchiusa in unefurgone. chiusa in un furgone. Tentativo fallito. Tentativo fallito.
28 luglio luglio 1987 28 1987 Ore 7:30 circa. Secondo tentativo di Secondo tentativo di rapina all’UBS rapina all’UBS di Thonex. Pierluigi e di Thonex. Pierluigi e m.n. si ripreM.N. si ripresentano alla filiale finsentano alla filiale fingendo di essegendo di essere rispettivamente re rispettivamente una guardia euna un guardia e della un ispettore della poliziagli di ispettore polizia di Lugano. Lugano. Gli impiegati però non aproimpiegati però non aprono le porte. no le porte. agosto 1987 29 lugliomalavitosa 1987 Un’organizzazione franConflitto a fuoco una Facchinetti guardia di cese ingaggia la con banda frontiera nei pressiedel “cheminSilvio de la per sequestrare uccidere Graz”, a Thonex (Francia). M.N. Berlusconi. Consegnano 350spara mialla gamba guardia promettene i due rilioni di lire della sull’unghia, esconoaltrettanti a passarea illavoro confine verso la done compiuto. Francia. non essendo sicari, i tre della banda coinvolti nell’affare, prendono i Agostosenza 1987 effettuare il soldi e scappano Un’organizzazione della malavita rapimento. francese ingaggia la banda Facchiagosto 1987 netti per il26sequestro e l’uccisione di un importante itaOre 13:30. Pierluigiimprenditore Facchinetti, m.n. liano, Silvio Berlusconi. Consegnae a.B. compiono una rapina alla filianoSBS trecentocinquanta milioni di Lire le di Carouge, Svizzera. sull’unghia, promettendone Bottino: 590.971 franchi svizzeri.altretOggi tanti a lavoro compiuto. Non essenequivarrebbero a circa 346.000 euro. do sicari, i tre dei quattro della banda 26coinvolti settembre 1987 Facchinetti nell’affare, prendono i soldi e scappano effetTriplice omicidio al night senza club “Le Totuare ildi rapimento. pless” Parigi. Ore 20. Dopo una lite per un conto particolarmente salato, agosto 1987 nel locale, Pierluigi e 26 m.n. rientrano Ore 13:30.alla Pierluigi M.N. sparano rinfusaFacchinetti, non pensando e A.B. compiono rapina a mano che dietro alcune una tende ci sarebbero armataessere alla filiale di Carouge, potuti clienti SBS e ragazze. Sarà la Svizzera. TV a fargli scoprire di aver ucciso tre Bottino: 590.971 franchi svizzeri. Oggi persone e ferito una quarta. equivarrebbero a circa 346.000 euro. 16 ottobre 1987 26Pierluigi settembre 1987 Ore 12:30. Facchinetti, m.n. Triplice omicidio al “Le Toe a.B. rapinano a night manoclub armata la pless” Parigi. Ore 20 circa. Dopo SBS di di Carouge. una lite per un conto particolarmenBottino: 771.340 franchi svizzeri, pari tecirca salato, Pierluigi a 450.000 euro.e M.N. rientrano nel locale: sparano alla rinfusa non 18 ottobre pensando che dietro 1987 alcune tende ci sarebbero potuti essere clientia eViry, raSparatoria e duplice omicidio gazze. Sarà TV a fargli scoprire di Francia. Orela15:15. nel tentativo aver ucciso tre persone e ferito una liberare l’amico m.n., bloccato e scoquarta. perto al confine svizzero.
616novembre 1987 ottobre 1987 12:30.i trePierluigi Facchinetti, Ore 17:25. della banda della Val M.N. e A.B. rapinano a mano armaCavallina rapinano a mano armata a ta la SBS diportavalori Carouge. a Lugano. Botun furgone Bottino: 771.340 franchi svizzeri, tino: 182.800 franchi svizzeri, pari a pari apiù circa 450.000euro euro. poco di 108.500 attuali. 718novembre 1987 ottobre 1987 Sparatoria e duplice omicidio a Viry, arresto di g.P . a Birsfelden, Svizzera. Francia. Ore circa. Nel tentatiSorpreso da 15:15 due agenti mentre sovo di liberare l’amico M.N., bloccato stava in auto a motore acceso, come scoperto al confine svizzero, Pierportamento vietato in Svizzera. luigi torna verso la frontiera da lui 20 novembre già superata e spara a1987 tre ufficiali: un doganiere e un gendarme rimanPierluigi Facchinetti e m.n. vengono gono uccisi. intercettati a Polaveno (BS) dalla polizia che spara immediatamente sen2 novembre 1987raggiunto za identificarsi. Pierluigi, Tra tre le 9:30 9:45. Pierluigi Facchida colpie le alla schiena, si schianta netti, M.N. e G.P.erapinano a mano contro un edificio sarà lasciato agoarmata fino la Banca di credito nizzare alla morte; m.n.e comverrà mercio di Lugano. raggiunto da una scarica di colpi che Bottino:non 203.269 franchi nell’auto svizzeri. tuttavia lo uccideranno. Poco meno di 121.000 euro. la polizia rinverrà pistola erma, fucile semi-automatico Winchester, fucile 6 novembre 1987 a pompa automatico Beretta, fucile Ore 17:25.mitragliatore I tre della banda della Val Franchi, Franchi, reCavallina rapinano a mano armata a volver Smith & Wesson, pistola Sig un furgone portavalori via PessiSauer, pistola Browning,in pistola Colt, na 16, Lugano. trecento proiettili, una carta geografiBottino: 182.800otto franchi ca della Svizzera, milioni svizzeri, e mezzo pari a monete poco più di 108.500 eurovari atdi lire, svizzere e francesi, tuali. tra cui vestiti, guanti e borse. effetti agosto 1988 7 17 novembre 1987 Arresto di G.P. a Birsfelden, Svizzea.B., ultimo componente della banra. ancora Sorpreso da duesiagenti mentre da in libertà, consegna alle sostava ainDarfo autoBoario, a motore acceso, autorità Brescia. Sarà comportamento allora vietato in stranamente scarcerato nel luglio Svizzera. 1991, nonostante tutte le accuse a suo carico.
Luglio 19911987 20 novembre Pierluigi Facchinetti M.N. vengoPochi giorni dopo lae scarcerazione, no intercettati a Polaveno (Brescia) a.B. muore colpito alle spalle da un da un auto civetta poliziadella che proiettile esploso dadella un cliente apre ilinfuoco immediatamente banca cui stava compiendo unasenraza identificarsi. Pierluigi, raggiunto pina. da tre colpi alla schiena, andrà poi a ottobre schiantarsi 31 contro un1991 edificio e sarà lasciato agonizzare alla un morte; g.P . riesce a fuggire fino durante traM.N., dopoinaver risposto fuoco, sferimento treno verso ilal carcere verrà raggiunto da una scaricaindiitalia, coldi Bochuz, Svizzera. Rientrato pi costituirà che tuttavia non lo uccideranno. si poco dopo, riuscendo a All’interno dell’auto la polizia scontare una pena modesta e arinverrifarsi rà: pistola una vita. Erma, fucile semi-automatico Winchester, fucile automatico 10 febbraio 1998 Beretta, fucile a pompa Franchi, mitragliatore Franchi, & Dopo un paio di annirevolver di libertàSmith vigilata, Wesson magnum, pistolainSig Sauer, m.n. si ridà alla macchia seguito al pistola Browning, pistola ritrovamento, da parte della Colt, polizia,tredi cento proiettili, una cartaingeografica numerose armi nascoste un box da della Svizzera, otto e mezzo di lui affittato in via g. milioni Paglia, Bergamo. Lire, monete svizzere e francesi, vari effetti tra cui marzo vestiti,1998 guanti e borse. m.n. catturato a Lugano. Pochi giorni 17 agosto 1988 ministero prima spedisce al pubblico A.B., ultimo banda un dossier incomponente cui fornisce ladella sua versioancora in libertà, si consegna alle aune rispetto al ritrovamento delle armi. toritàsia Darfo non seppeBoario, mai seBrescia. effettivamente fossero sue. agli avvocati continuò a 31 ottobre ripetere di essere stato1991 incastrato. G.P. riesce a fuggire durante un tra20 giugno 1999 sferimento in treno verso il carcere di Bochuz, Svizzera. in Italia, m.n. viene trovatoRientrato morto “suicida” si costituirà poco dopo, al riuscendo a nella sua cella, impiccato cavo della scontare unai tratti penadella modesta e a risulrifarTV. Tutt’oggi vicenda si una vita. oscuri. tano piuttosto maggio 2015 Maggio 2015 Emiliano presenta presentail ilsuo suo libro “Fuga emiliano libro “Fuga da da Fresnes” all’ex carcere S.Agata di Fresnes” all’ex carcere S.agata di Città Città Bergamo. Alta, Bergamo. alta,
La banda in numeri — Componenti: 4. Pierluigi Facchinetti, m.n., a.B. e g.P. (di cui sopravvissuti 1: g.P.) —Totale colpi (non esaustivo): 14, di cui riusciti:11
— Totale bottino: 2.435.000 € (circa) — anni di attività banda: 2 e mezzo — arresti subiti: almeno 12 — evasioni: 8, di cui riuscite: 4 — anni di latitanza: 2 e mezzo
Da Bergamo a Bergamo a cura di Davide Gritti
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Mucche e sirene Dalla crisi del latte allo sbarco di Starbucks
Vi farò salire dalla umiliazione dell'Egitto verso la terra del Cananeo, dell'Ittita, dell'Amorreo, del Perizzita, dell'Eveo e del Gebuseo, verso una terra dove scorrono latte e miele. Esodo, 3,17
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2020 2020 la fine, il Latte nel futuro La 8 Settembre 2020, Bergamo, via XX Settembre, Starbucks1 — Antonio2! Quanto tempo. — Howard3! Che bello rivederti. Come è andato il volo? — Benissimo, sono arrivato dall’aeroporto con la teleferica4. E sono stato all’Oriocenter5. Mi hanno detto che è opera tua. — Una volta, sì, tra le tante cose. Ma cosa bevi? Vado io ad ordinare. — Un Latte con del latte organico di soia, grazie. — Solo del latte? — No, un Latte6. Un espresso con del latte schiumato. — Ah, ok, tipo un cappuccino? — Non proprio, il Cappuccino ha una miscela diversa. Poi c’è il Flat White, che è un cappuccino all’australiana. Oppure il Macchiato, o il Caffè Misto. — Ok, mi sa che ordinerò a caso. Ma il latte com’è? — Quello di soia è organico, anche quello di cocco.
1 Il seguente dialogo, formalmente immaginario, potrebbe probabilisticamente svolgersi. 2 Antonio Percassi (Clusone, 1953), imprenditore e patron dell’Atalanta B.C, è uno dei magnati del franchising nella distribuzione, con circa 600 punti vendita nel mondo. Nel 2001 ha portato in Italia Zara, nel 2014 Victoria’s Secret. Nel 2016 ha contribuito allo sbarco del più grande colosso delle caffetterie, Starbucks. Nel 2011 Percassi è stato premiato come miglior presidente della Serie B. 3 Howard Schultz (Brooklyn, 1953), imprenditore ed ex-patron dei Seattle Supersonics, è il CEO di Starbucks, 24000 caffetterie in 66 Paesi. Manager di un’azienda di casalinghi, nel 1984 entra nella minuscola catena di caffè tostato Starbucks di Seattle, e ne fa un impero. Nel 2011 è stato premiato come businessman dell’anno. 4 Il collegamento pubblico tra la città di Bergamo e l’aeroporto di Orio al Serio è stato migliorato nel 2018 mediante l’installazione di una teleferica, sul modello di Francoforte. 5 Dopo l’apertura del terzo blocco, l’Oriocenter è il più grande centro commerciale d’Europa, surclassando il Cehavir di Instanbul, con suoi 700 negozi. 6 Famosa bevanda di Starbucks, si scrive e si pronuncia all’italiana. È un termine di uso comune negli USA, ed è nei dizionari.
— E il latte-latte? Quello di mucca?
— E il latte-latte? 37
2020 — Ah, E il sei latte-latte? di mucca? Un tempo usavamo quello — Ah, sei37 proprio proprio Quello un tradizionalista. — Ah,Monsanto sei proprio un tradizionalista. tempo usavamo quello della Monsanto , o della , ormoni della crescitaUne quant’altro. Poi ci il Latte nelhanno della Monsanto futuro , ormoni dellaecrescita quant’altro. Poilecimuchanno fatto un sac fatto un sacco di storie adesso èe latte migliore, 7
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hanno fatto un sacco di storieaiuto, e adesso migliore,buono. le mucche sono nutrite co che sono nutrite con qualche ma è latte decisamente che sono nutritepermetterci con qualche è decisamente buono.Non possiamo per Non possiamo delaiuto, latte ma organico, dove lo troviamo 1 Bergamo, via XX Settembre, Starbucks Non possiamo permetterci del latte dove lo troviamo tanto latte da riem tanto latte da riempire 10 milioni diorganico, piscine olimpioniche? Non tanto latte da lo produce più nes lo produce piùriempire nessuno.10 milioni di piscine olimpioniche? Non lo produce — Fino a 5 anni fa — Fino a 5più anninessuno. fa qui a Bergamo c’erano più di 700 stalle, fa— Finodell’ottimo a 5 anni fa qui Bergamo c’erano più di 700 stalle, faempo. cevano dell’ottimo cevano latte.a Ci lavorava della gente. È finita male. rivederti. Come è andato volo? cevanoildell’ottimo latte. Ci lavorava della gente. È finita male. 4 rivato dall’aeroporto[Antonio con la teleferica [Antonio entra nel entra nel. E negozio, ne esce dopo 2 minuti con un Latte 8 er5. Mi hanno detto ed [Antonio cheun è opera entra tua.nel negozio, ne esce dopo 2 minuti con un Latte ed un Frappuccin Frappuccino ] 8 tante cose. Ma cosa ed bevi? un Frappuccino Vado io ad ] — Comunque anche noi abbiamo chiuso delle sedi, qualche — Comunque anc 9 te organico di soia, volta — grazie. Comunque anche noi abbiamo chiuso delle sedi, qualche volta9. . 9 . il coraggio non ti manca, hai aperto proprio accanto — Però il coraggi volta — Però Però il coraggio non tidimanca, hai aperto proprio accanto alla più antica caff spresso con del latte— schiumato. alla più antica caffetteria Bergamo. alla piùfacciamo antica caffetteria di Bergamo. — Noi facciamo s puccino? — Noi sempre così, te lo spiego in breve: individuia— una tazza da 4 eurocosì, il caffè una quota di qualche Noi facciamo sempre te loha spiego breve: individuiamo una città, com puccino ha38 una miscela diversa. Poi c’è moSu una città, compriamo sedi nel centro, ilinpiù vicino possibile centesimo, nulla stato latte, capire poter annacmo città, compriamo sedi nelilcentro, il più di vicino alle caffetterie, rie cappuccino all’australiana. Oppure ildi fatto. È alle una caffetterie, riempiamo la zona, poi costruiamo unapossibile barriera quare un espresso, a farci guadagnare. l’assunzione della alle caffetterie, la zona, poi Certo costruiamo una barriera di negozi lungo le Misto. di negozi lungoriempiamo le vie di accesso all’area urbana. Apriamo sem11 caffeina è fondamentale, mastrada, unire i due urbana. ingredienti statosemil di negozi lungo vie didella accesso all’area pre sedi sul lato de erò a caso. Ma il latte precom’è? sedi sul lato le destro andando versoApriamo la ècittà, per modo goloso. Noi le chiamiamo “bepre sediinsul latoipercalorico destroPer della andando verso la città, per facilitare i parcheg anico, anche quello colpo, di cocco. facilitare i parcheggi. noiestrada, Bergamo potrebbe avere almeno vande spettacolo”. facilitare i parcheggi. Per ènoi Bergamo potrebbe almeno 10 Starbucks. L’ob 10 Starbucks. L’obiettivo sempre quello: essereavere così comodi — Senza dimenticare che èilsempre vostro vero core è la customer ex10 Starbucks. L’obiettivo quello: così da essere inevitab da essere inevitabili. Usiamo la regola dei 3essere minuti: se comodi in uno perience, l’”esperienza Starbucks”, come oratori. ormalmente immaginario, da esserepotrebbe inevitabili. Usiamo la regola deigli 3aprirne minuti: se in unoStarbucks c’è fila Starbucks c’è fila probabilistisopra i 3 minuti, bisogna uno nuovo. — Hai capito tutto Antonio. Noi lobisogna chiamiamo Luogo. Starbucks filaproprio sopra iun 3 minuti, aprirne uno nuovo. —èEh sì, è stato p Eh sì, èc’è stato successo. Eppure laTerzo materia prima 10 Non casa e non è l’ufficio, è il TerzoEppure Luogo,laquello perprima “stare — sì, è stato un successo. materia traèle peggiori10. . proprio tra Eh leèpeggiori insieme”. Non10vendiamo Latte, ma relazioni umane, salviamo usone, 1953), imprenditore e patron . dell’Atalanta tra le peggiori della gentecon dalla solitudine. E la toilette è gratis. nchising nella distribuzione, circa 600 punti — Geniale, SeiSecret. davvero un maestro Howard. a portato in7 Italia Zara, nel 2014 Victoria’s 7 Monsanto ègeniale. la più grande multinazionale di biotecnologie e Monsanto sementi delè la più Figurati Credo in quello che faccio, rendiamo 7grande — Monsanto èAntonio. lacaffetterie, più grande multinazionale di biotecnologie e sementi del arco del piùpianeta. colosso delle Starpianeta.ogni 12 giorno il mondo della migliore. nei miei baristi . Ed ogni pianeta. premiato come miglior presidente SerieCredo B. nuova nazione in cui arriviamo ci inventato accoglie anel braccia frappèunal capp 8 Un frappè al cappuccino, è stato 19958 aperte. da GregUn Rogers, Perché nonex-patron siamo la solita catena americana, anche se Rogers, 8 imprenditore Undi frappè al cappuccino, ègrande stato inventato nel 1995dipendente da Greg un oklyn, 1953), ed dei Seatdi uno Starbuc dipendente uno Starbucks, e vale miliardi. Rogers è stato premiato con 5000 la 66 seconda più grande catena cinesi dipendente uno Starbucks, e vale miliardi. Rogers è Siamo stato premiato 5000si è lic arbucks, 24000 caffetterie in Paesi. Manager di dollari edin uncon Rolex, dollari edsiamo undiRolex, si è licenziato poco dopoamericana. per la delusione. 13 ecatena bergamaschi, nella dopo tua Bergamo. dollari edCina un Rolex, si èdi licenziato poco per la delusione. 984 entra nella minuscola caffè qui tostato — successo, davvero. allaad lunga non temi che l’idea diSu decine impero. Nel premiato come busines9 ne 9 2011 è stato SuUn decine di migliaia di Ma negozi oggi Starbucks ha chiusi pochedi mig esclusività è all’origine diampio Starbucks con 9 Su decine che di migliaia di un negozi addissenso oggiscompaia Starbucks netutta hatanto chiusidapoche decine, nonostante decine, nonostante sia vittima di organizzato, ave-sia vitt questa popolarità? Come esclusiva una catena datanto decine, siaL’unica vittima di può un ampio dissenso dadei avere vetri anti-molotov. re vetri nonostante anti-molotov. ritirata èessere costituita dallaorganizzato, chiusura nel 2003 6 L’un trentamila re vetri anti-molotov. L’unica ritirata è costituita dalla chiusura nel 2003 dei 6per tim lico tra la città di Bergamo e negozi? l’aeroporto di Starbucks in Starbucks in Israele, per timore diOrio attentati dopo alcune dichiarazioni di Israele, Schultz, —inChiedimelo saremo a centomila, tra finanziamenti qualche anno. Starbucks Israele, perquando timore di attentati dopo alcune dichiarazioni di Schultz, 2018 mediante l’installazione di una teleferica, sulvoci ebreo, contro la Palestina. ebreo, contro la Palestina. Circolano nebulose su all’esercito Siamolacome il cinema, vendiamo rappresentazioni, e queste all’esercito ebreo, contro Palestina. Circolano voci nebulose su finanziamenti israeliano. israeliano. sono moltiplicabili ad infinitum. Ti dirò di più, per quello che israeliano. rappresentiamo “non c’ècentro ancora unacostituisce sufficienteilconsiderazioerzo blocco, è il solo più grande 10 Secondo solo al 10 l’Oriocenter Secondo al petrolio, il caffè secondo mercato comne, non c’è ancora un culto per ciò che inmerciale essoLatina si 10 di Instanbul, Secondo solo al petrolio, ilsufficiente caffèColtivato costituisce il secondo mercato sando il Cehavir con suoi 700 negozi. delemondo, merciale del mondo, stupefacenti inclusi. nell’America incomViet- stupe 14 esprime”. merciale delmetodo mondo, inclusi. Coltivato nell’America Latina ediinprezzi Viet-di racc nam, ha un metodo nam, ha un distupefacenti raccolta intrinsecamente schiavistico e un regime
ha metodo di all’italiana. raccolta intrinsecamente schiavistico e un regime di prezzi tarbucks, sinam, scrive eun si pronuncia È vendite un variabile. Un forte ca molto variabile. Un forte calo delle in una stagione molto genera miseria assomolto variabile.loUn forte calo delle vendite una stagione genera miseria SA, ed è nei dizionari. luta e invoglia loassosradicam luta e invoglia sradicamento delle piantein del caffè, a favore altre più redditizie come coca. lo sradicamento delle piante del caffè, a favore altre più redditizie luta e la invoglia 11
Il caffè è lo stimolante psicoattivo più diffuso e consumato al mondo.
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— Su una tazza da 4 euro il caffè ha una quota di qualche centesimo, nulla di fatto. È stato il latte, capire di poter annac— Su un unaespresso, tazza da a4 farci euro guadagnare. il caffè ha una quota di qualche della quare Certo l’assunzione 11 nulla di fatto. È stato il latte, capire di poter annaccentesimo, caffeina è fondamentale, ma unire i due ingredienti è stato il quare un a farci guadagnare. Certo l’assunzione“bedella colpo, in espresso, modo ipercalorico e goloso. Noi le chiamiamo 11 caffeina è fondamentale, ma unire i due ingredienti è stato il vande spettacolo”. colpo, in modo ipercalorico e goloso. Noi le chiamiamo “be— Senza dimenticare che il vostro vero core è la customer exvande spettacolo”. perience, l’”esperienza Starbucks”, come gli oratori. — Hai Senza dimenticare che il vostro vero core è la customer excapito tutto Antonio. Noi lo chiamiamo Terzo Luogo. perience, Starbucks”, come gli oratori. Non è casal’”esperienza e non è l’ufficio, è il Terzo Luogo, quello per “stare — Hai capito Antonio. Noima lo chiamiamo Terzosalviamo Luogo. insieme”. Nontutto vendiamo Latte, relazioni umane, Non ègente casa dalla e nonsolitudine. è l’ufficio,Eè la il Terzo quello per “stare della toiletteLuogo, è gratis. insieme”. Non vendiamo Latte, ma umane, salviamo — Geniale, geniale. Sei davvero unrelazioni maestro Howard. della gente dalla solitudine. E la toilette gratis. rendiamo ogni — Figurati Antonio. Credo in quello cheèfaccio, 12 — Geniale, geniale. Sei davvero Howard. . Ed ogni giorno il mondo migliore. Credo un neimaestro miei baristi — Figurati Antonio. in quello che faccio, rendiamo nuova nazione in cui Credo arriviamo ci accoglie a braccia aperte.ogni ogni se giorno mondo mieiamericana, baristi12. Edanche Perché ilnon siamomigliore. la solita Credo grandenei catena nuova nazione in più cui arriviamo ci accoglie a braccia siamo la seconda grande catena americana. Siamoaperte. cinesi in Perché siamo la solita grande americana, anche se Cina13 enon bergamaschi, qui nella tuacatena Bergamo. siamo secondadavvero. più grande americana. Siamo cinesidi in — Un la successo, Macatena alla lunga non temi che l’idea Cina13 e bergamaschi, qui nella tua Bergamo. esclusività che è all’origine di Starbucks scompaia con tutta — Un successo, davvero. Ma essere alla lunga non temi l’idea questa popolarità? Come può esclusiva unache catena da di esclusività negozi? che è all’origine di Starbucks scompaia con tutta trentamila questa popolarità? Come può essere esclusiva catenaanno. da — Chiedimelo quando saremo a centomila, trauna qualche trentamila negozi? Siamo come il cinema, vendiamo rappresentazioni, e queste — Chiedimelo quando saremo a Ti centomila, tra per qualche anno. sono moltiplicabili ad infinitum. dirò di più, quello che Siamo come il cinema, rappresentazioni, e queste rappresentiamo “non c’èvendiamo ancora una sufficiente consideraziosono moltiplicabili ad culto infinitum. Ti diròper di ciò più,che perin quello ne, non c’è ancora un sufficiente esso che si rappresentiamo “non c’è ancora una sufficiente considerazioesprime”.14 ne, non c’è ancora un culto sufficiente per ciò che in esso si esprime”.14
come la coca. come la coca. 11 Il caffè è lo stimolante psicoattivo più diffuso e consumato al mondo. In attesa della legalizzazione della cocaina, costituisce l’unica sostanza in grado 11 caffè è lodi stimolante più diffuso e consumato al mondo. di tenere Ilalti i livelli attenzionepsicoattivo e produttività. Un centinaio di mg può essere In attesa come della legalizzazione costituisce l’unica sostanza in grado mortale, una trentina didella tazzecocaina, di Starbucks. di tenere alti i livelli di attenzione e produttività. Un centinaio di mg può essere mortale, come una trentina tazze didipendenti Starbucks. ma “partners”, hanno una paga 12 I baristi non sono di chiamati superiore alla media del settore, una copertura assicurativa di buon livello, non 12 I baristi non in sono chiamati dipendenti maautomatizzato. “partners”, hanno possono organizzarsi sindacati e fanno un lavoro Nel una 2002paga due superiore alla mediadell’incasso del settore, di una copertura assicurativa di buon livello, non rapinatori scontenti uno Starbucks sequestrarono i grembiuli ai possono sindacati e fanno un lavoro automatizzato. Nel mezz’ora, 2002 due baristi e, organizzarsi senza alcunainformazione, mandarono avanti il negozio per rapinatori scontenti di uno Starbucks sequestrarono i grembiuli ai per poi scappare condell’incasso i ricavi. baristi e, senza alcuna formazione, mandarono avanti il negozio per mezz’ora, per poi scappare conha i ricavi. 13 Starbucks aperto nel 2000 un minuscolo negozio all’interno della Città Proibita. Dopo proteste unanimi ha chiuso nel 2007. 13 Starbucks ha aperto nel 2000 un minuscolo negozio all’interno della Città Dopo proteste unanimi ha chiuso nel 2007. 14 Proibita. Walter Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. 14 Walter Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica.
2015 l’inizio, ilil latte L'inizio, latte nel nel passato passato 8 Settembre 2015, Bruxelles, UE, Consiglio straordinario dell'Agricoltura Il quartiere europeo è molto difficile da difendere, le strade sono troppo larghe per fare barricate resistenti. Gli agenti in assetto anti-sommossa, gli stessi che tra due mesi finiranno a presidiare la vicina Molenbeek, la culla del jihadismo europeo, si fanno forza l’un l’altro, scuotendo gli scudi di plexiglas. Sono stati preparati per questo tipo di guerriglia, ma non hanno mai avuto a che fare con dei mezzi corazzati. Quando ti vedi arrivare addosso un trattore a piena velocità, non puoi che spostarti. Dall’altro lato del filo spinato mobile, sono in tanti. 500 trattori, 5000 agricoltori furibondi. Lanciano fieno contro i poliziotti, bruciano cataste di legno e ricevono in cambio i soliti noiosi getti d’acqua e qualche lacrimogeno. Parte una scarica di uova di produzione diretta, con qualche mattone. Poi di colpo arriva un caravan, sfonda la barricata, viene incendiato. Intanto dentro al Palazzo l’ordine del giorno è il salvataggio dell’agricoltura europea. Ad Aprile, dopo 30 anni, sono state abolite le quote latte, il prelievo finanziario imposto agli allevatori europei per ogni chilogrammo di latte prodotto oltre un limite stabilito. Erano state istituite per fronteggiare i “laghi di latte” degli anni ‘70, la spaventosa sovrapproduzione che danneggiava l’economia comunitaria. Ciascun contadino non può produrre più della quota, ciascuna nazione ha una quota stabilita. L’Italia ne esce scottata, i calcoli vengono fatti male e ci viene assegnata una quota bassa, la metà del fabbisogno nazionale. Colpa dei politici che preferiscono proteggere altri prodotti nazionali e della vecchia abitudine di produrre in nero: il latte non fatturato non compare da nessuna parte nel consumo nazionale, e non rientra nel calcolo delle quote. Iniziano così anni di quote sforate, multe e contenziosi per migliaia di miliardi di lire, ritocchi che cambiano poco. Lo Stato paga le multe per i produttori, finché nel ’95 i Finlandesi spioni si lamentano, l’Europa gli dà ragione e Prodi tenta di far pagare le multe ai produttori, che non ci stanno. Nascono i Cobas del latte, un forte movimento di protesta, assolutamente contrario al pagamento delle multe, che ormai sono troppo onerose: per pagare dovrebbero vendere stalla e buoi. La mucca Ercolina, icona della protesta, marcia su Roma e viene regalata a Papa Giovanni Paolo II, è il 1997. Con gli anni si arriva ad una mediazione: le multe vengono suddivise in quote, così da poter essere sostenibili. Nel 2009 arriva la legge Zaia: lo Stato
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anticipa i soldi per i produttori, che poi li restituiranno. La Lega Nord, il partito di Zaia, ha sempre sostenuto che i produttori non dovessero pagare alcunché. Ad oggi alle casse nazionali c’è un buco di 1,3 miliardi. Intanto negli anni ‘00 il mercato si modifica, il numero di produttori si riduce, aumenta la produzione di latticini a discapito del latte, le esportazioni crescono del 70%, e la Cina è un cliente sempre più affamato. Si decide di farla finita con le quote, nel 2012 viene varato il “pacchetto latte”: si abbandona l’idea del controllo del mercato, a favore del miglioramento delle capacità contrattuali dei produttori, che possono, attraverso le organizzazioni di categoria, stipulare contratti collettivi sul prezzo del prodotto. Ma il mercato è tutt’altro che stabile, dal 2007 il prezzo medio del latte alla produzione diminuisce, mentre al consumo aumenta. Negli ultimi 8 anni, secondo Coldiretti, sono 172000 le stalle o fattorie chiuse, in Italia. Semplicemente perché produrre il latte costa di più che venderlo al prezzo richiesto e di fatto imposto dai grandi gruppi di trasformazione e distribuzione, che fanno riferimento ai prezzi alla produzione europei, più bassi di quelli italiani per via di minori costi. Nel 2014 l’embargo russo sui prodotti agricoli europei, accompagnato da una riduzione della domanda cinese, fa crollare il prezzo pagato ai produttori di un altro 20%.
Prendete una bottiglia di latte. Su 1,20€, a grandi linee date 30 centesimi 1,30€, all’agricoltore e 1€ a quello che c’è di mezzo: raccolta, trasformazione, distribuzione. Una grossa fetta di mezzo si chiama Lactalis, supergruppo francese proprietario di Parmalat, Galbani, Locatelli, Invernizzi. Lactalis compra buona parte del latte dei 600 produttori bergamaschi, che ad inizio Novembre hanno assediato la sede lodigiana della multinazionale, accompagnati da una rappresentanza delle loro mucche, chiedendo prezzi che permettano almeno di coprire le spese. Pochi giorni fa Lactalis ed i produttori hanno raggiunto un accordo che prevede un aumento di 2,1 centesimi al litro, a cui si aggiunge 1 centesimo dai fondi straordinari UE. Ad oggi il prezzo del latte alla produzione permette al sistema di sostenere le spese, nulla di più, in attesa che scompaia anche l’ultima mucca ed arrivino le sirene.
Le abitudini si sono -opac .etlov
Da oggi le lenti si indossano di notte.
Le lenti a contatto notturne correggono la miopia mentre si dorme,
lasciandoti libero da occhiali da vista o lenti giornaliere per tutto il giorno.
Provale da:
Via Borgo Palazzo, 102/104 Bergamo Tel.035.238230 Seguici su:
Interviste impossibili a cura di Alessandro Monaci Illustrazione di Davide Baroni
Intervista a
Uluç Alì
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Da pescatore calabrese a corsaro del sultano
L’abito fa il monaco? O è il nome? Per i veneziani si chiama Occhialì, per i suoi uomini Uluç Alì, per il sultano Kılıç Alì, per sua madre Giovanni Dionigi Galeni. È vestito in abiti da orientale ma l’accento è calabrese, per quanto dalla sua barba di parole ne escano poche. È anche un ottimo marinaio. Fosse rimasto in Italia sarebbe un pescatore, nell’impero ottomano è diventato invece il pirata più temuto del Mediterraneo, l’uomo che fa salpare le navi cristiane cariche di seta e paura.
Come lasciò il suo paese natale?
Com’è possibile?
Fui fatto prigioniero da ragazzino durante un incursione di pirati barbareschi e per 14 anni rimasi prigioniero ai remi di una galera.
Grazie alla devşirme [raccolta N.d.A.]. Ogni quattro o cinque anni si percorrono i villaggi cristiani dei Balcani e si scelgono dei giovani che vengono tolti alle famiglie e portati nella capitale, dove sono arruolati nei giannizzeri. I più promettenti entrano a palazzo e diventano visir [ministri N.d.A.].
Come mai ad un certo punto ha deciso di convertirsi all’islam? Mi sono fatto turco perché ho ucciso un uomo per vendicare un torto. Da musulmano avrei evitato la pena di morte per l’omicidio. Uhm, capisco. E poi cosa fece? Carriera. Divenni prima un pirata autonomo. Poi comandante della squadra di Alessandria e poi pascià di Tripoli. Nel 1568 il sultano Selim II mi nominò Beylerbeyi di Algeri. Ma ad Algeri siete pirati o marinai del sultano ottomano? Il sultano ci concede la patente di corsari, ossia il permesso di saccheggiare le navi cristiane. I legni sono di mia proprietà, ma sono obbligato a far parte della flotta del sultano quando mi viene richiesto. È strano pensare che una persona nata povera e analfabeta, possa essere arrivata a fare una carriera come la sua. Perché i regni cristiani hanno una società diversa. Qui non esiste la nobiltà trasmessa per sangue, i potenti lo sono solo come individui. Molti dei corsari di Algeri sono ex schiavi. Anzi, tutte le più alte cariche dell’impero, compreso il Dīwān, è formato da cristiani convertiti, per la maggior parte figli di contadini.
Come mai si ricorre a questa Raccolta? In questo modo i visir e gli uomini che ricoprono le altre cariche principali dell’impero sono schiavi del sultano. Devono tutto al padiscià, non hanno interessi dinastici da difendere in contrasto con quelli dell’impero. Lui ha potere di vita e di morte su di loro, e alla loro morte a lui tornano le enormi ricchezze che hanno accumulato. Non è una forma barbara ridurre in schiavitù tutte queste persone? La schiavitù è diffusa ovunque. Anche la Chiesa romana la tollera, basta che non riguardi cristiani nei confronti di altri cristiani. E non solo il sultano possiede persone, ma tutti i monarchi commerciano schiavi, il vostro Papa compreso. A cosa attribuisce la disfatta di Lepanto? La nostra flotta era guidata da incompetenti e gli uomini di mare che avevano imparato il mestiere da Dragut e Barbarossa non osavano far sentire la loro voce! Mi strappai la barba per la disperazione!
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Ad oggi non sembra troppo abbattuto per la sconfitta però. Una battaglia può essere vinta o persa. Era destino che accadesse così per volontà di Allah. Inoltre fui l’unico comandante a tornare, quindi il sultano mi nominò kapudan pascià [letteralmente “capitano del mare”, è il titolo dell’impero ottomano per indicare l’ammiraglio a capo della flotta N.d.A.] Come mai le sue galere furono le uniche a non essere catturate? So volteggiare intorno al nemico, mi sentivo di poter far fare alla mia galera quello che sa fare un cavaliere ad un cavallo da maneggio. Assaltavo le navi nemiche isolate in tre contro uno. Per fuggire attraverso il varco lasciato dal Doria ho potuto però portarne via con me solo una… In compenso catturai lo stendardo dei Cavalieri di Malta. Lepanto è stato uno scontro di civiltà? Lo giudichi lei. Durante la guerra Costantinopoli e Venezia si sono accordate subito per tenere aperti i commerci. Le lanterne della galera del kapudan pascià sono veneziane, i gioielli che indosso sono italiani e i vetri dei palazzi e delle moschee della nostra capitale sono prodotti a Murano.
Un suo prigioniero, Miguel 45 Cervantes, ha descritto il vostro comportamento con gli schiavi come assai gentile, tanto da ricordarla nel Don Chisciotte, la sua opera. Non ricordo questo Cervantes, solo sulle mie navi ho centinaia di schiavi in servizio, e non chiedo certo il nome a ognuno di loro. Si racconta che sia tornato a trovare sua madre, offrendole ricchi doni, ma che lei abbia rifiutato di accettarli se prima non fosse ritornato alla fede cristiana. Non parli di mia madre! [Dice questo scattando in piedi e portando la mano sulla sciabola N.d.A.] Mi perdoni per la domanda troppo personale. Mi pare però assai energico per essere un uomo della sua età! Sono vecchio ma gagliardo, non mi nego nessuno di quei piaceri che sogliono avere i giovani. Qual è il suo segreto per essersi mantenuto così vitale? Di due cose non tengo conto: né dei denari né dei miei anni, e perciò spendo volentieri e vivo allegramente.
Tutte le risposte trovano conferma in: — — —
Alessandro Barbero, Il divano di Istanbul, Sellerio, 2011 Alessandro Barbero, Lepanto, Laterza, 2010 Salvatore Bono, Corsari nel Mediterraneo, Mondadori, 1997
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Aldilà dei luoghi comuni – Leone Belotti per Gruppo Cultras
RIPadvisor
Ω
Requiem vista lago SILENZIO †††††
ROMANTICISMO †††††
ARCHITETTURA †††††
In cerca del vero lusso, che non è un diamante, andiamo a Tavernola, piccolo borgo di pescatori sulla sponda bergamasca del lago d’Iseo. Abbarbicato a mezzo monte, incombente sull’abitato, introvabile, ecco un cimiterino assurdo, verticale, dominante, teatrale, scenografico. Insegna/slogan d’ingresso: HODIE MIHI CRAS TIBI (oggi a me, domani a te). Architettura: vedi questo piccolo complesso con vista (sight) per defunti, e capisci (insight) che le schiere di seconde case con finiture di pregio sono pallide imitazioni. Il parcheggio qui non è interrato, ma aereo, e dall’alto scendi nella zona residenziale. Negli upper flats a gradoni, trovi la common people, e come spesso accade nei piccoli paesi isolati, hanno tutti gli stessi tre cognomi (un tripudio di Bettoni, Colosio e Fenaroli, più qualche Foresti e Martinelli). Nel garden-dehor panoramico trovi cristiani d’altri tempi; marinai, pescatori, soldati, maestrine innamorate del Duce e arcipreti arcigni. In posizione defilata, a ridosso della chiesa, l’ossario, in forma di curiosa “mecca” bianca, un cubo di cubicoli, ti attira e comunica potenza, una vera opera concettuale. Ma è il panorama l’elemento davvero ultraterreno, davanti hai Montisola (e puoi già immaginare la next coming passerella di Christo sulle acque) e come fondale il monte dei Trenta Passi, con quelle creste plissettate, che forse hai già visto al Louvre (Leonardo lo ha usato come landscape per le sue Madonne must). Dopo qualche minuto d’incanto, sei annichilito, è troppo, insostenibile, realmente mozzafiato, e capisci che anche l’eternità in dose eccessiva uccide, come e più dell’eternit. Romanticismo: nel dehor un florilegio di donne giovani e belle, misteriose, incarnazioni di creature letterarie, siamo nell’immaginario woman in lake, e non penso alla bortolina Lucia su quel ramo del lago, ma alla Marina-Malombra di Fogazzaro, alla Tosca di Tarchetti, e naturalmente alla Pazza del Segrino, penso alle fatalmente femmine della boheme/scapigliatura Milano-laghi, Eros e Thanatos di nuovo insieme, dopo secoli di donne/angelo mezze smorte (Lauretta, Beatrice). Silenzio: durante la mia visita, un susseguirsi di rumori e dissonanze; dalla strada lamenti di scooter smarmittati (motori impiccati per la forte pendenza); dal lago il ruggito degli off-shore; dal monte un cane che da qualche parte latrava, e altri due riabbaiavano in sensorround. Aggiungi un vecchio con bastone e vocione in show parade, ogni tre passi si ferma davanti a un loculo, annuncia l’ospite, e fa un commento (“La mia capa!”, “Guarda dove sei finita anche te”). Davanti a un baffone: “Mio suocero! Te si che stai bene!”. E a nostro beneficio: “Lei c’è ancora, e anche sua figlia!”. Al che la giovane donna che lo accompagna/accudisce, spiega: “Che sarebbe mia madre”. In questi casi è bene accennare una smorfia da acidità di stomaco, e sussurrare un: “Capisco”.
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Interessanto del mese a cura di Haarine Glarice – Gruppo Cultras
San Nicola di Myra NASCITA Pàtara di Licia, attuale Turchia, fra il 261 e il 280 d.C. MORTE Myra, Asia minore, 6 dicembre fra il 326 e il 343 d.C. PATRONO DI Fanciulli, farmacisti, pescatori, naviganti, ladri. Da lui deriva la gura di Santa Claus.
Cosa potrei dire se andassi a confessarmi? Che rubo? Lo fanno anche i preti. Facile infiorarsi la bocca con discorsi sulla rettitudine se hai già il contratto eterno firmato: da beato nessun bisogno ti preme. Io da mortale ho fame; non osservo, rubo. Non a cuor leggero, certo: forse sarà proprio la mia vita a farmi marcire all’Inferno. Ogni volta ho un attimo di esitazione, cerco di convincermi che qualcuno guardandomi dall’alto possa capire che non lo faccio per cattiveria, ma l’idea di crepare di fame mi terrorizza, e rubare è l’unico modo per rimandare di un giorno quelle amme che comunque mi attendono. Arriveranno, lo so; sono eterne, sanno aspettare. Ho di fronte l’ennesima cassetta delle offerte di una chiesa qualunque. Stringo un’immaginetta di S. Nicola, ormai logorata. Alle leggende sul suo conto non credo, ma dicono sia protettore anche dei ladri... Strano eh? Una categoria come la mia graziata di carità! No, io penso che protegga dai ladri, ma l’idea comunque un po’ consola. Fa ridere: lui, acclamato vescovo di Myra, regalò tutti i suoi averi; io, sgraffigno i risparmi altrui. Ma la storia la conosco: fu imprigionato nel 305 durante la persecuzione di Diocleziano, e conobbe il grande Costantino. Io in confronto sono un miserabile. Al Concilio di Nicea, nel 325, condannò Ario e le eresie dottrinali: per lui, Padre e Figlio non condividevano la stessa sostanza. Dannato. Come me? Per spiegare la natura una e trina di Dio, Nicola prese un mattone, presentandolo come triplice prodotto di terra, acqua e fuoco. Come giudicherebbe me? Un essere frammentato, consacrato al peccato. Riuscì a far ridurre le tasse imposte da Costantino, mentre io i soldi li intasco. Ho perso il conto di tutte le volte che l’ho fatto. Cosa potrei dire se andassi a confessarmi? Che rubo? Lo fanno anche i preti. Respiro. Forza. C’è una cassetta da forzare.
COMMENTI: DI DIO In effetti devo chiedergli perché li protegge... DELL'ATEO E se i ladri si travestono da Babbo Natale come facciamo?
RICORRENZA: 6 dicembre
Iconografia: Miss Goffetown
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Cinema e altre eresie a cura di Dario Incandenza
Abacuc Nella mia vita non mi è mai riuscito nulla all'infuori del mio morire. Thomas Bernhard
Una solenne comica da decubito, una danza in punta d'estinzione, un manifesto di metafisica del nulla: l'Abacuc del bergamasco Luca Ferri, complici gli studi e le “ablazioni” musicali di Dario Agazzi e la fotografia in super8 di Giulia Vallicelli a doppiare la corporeità del solo attore-feticcio Dario Bacis, mette in scena tra cimiteri e parchi tematici le peripezie solipsistiche d'un uomo Ubuesco, forse l'ultimo rimasto sulla Terra, forse un Dio minore, che insiste a cercarsi e a mancarsi alla fine della Storia, del mondo, del linguaggio (verbale, musicale, cinematografico..). Non proprio cinema sperimentale: ne sarebbe un esemplare fieramente “vecchio come il cucco”, per citare l'espressione italiana, con “vecchio bacucco”, che si vuole figlia etimologica di quello stesso Abacuc del titolo, profeta minore dell'Antico Testamento che nel suo Libro esortava a mantenere la fede malgrado le avversità. Come tutte le ostinate, compulsive e struggenti (de)composizioni di Ferri e Agazzi, Abacuc è sì sensibile a certe
avanguardie artistiche e musicali del '900 – a partire appunto da Jarry, padre della patafisica, “scienza delle soluzioni immaginarie” - ma secondo una nuova, caracollante classicità dal cuore di macchina (inceppata), una placida severità di forme e rime geometriche, dove il solo impegno da rispettare è con il proprio abisso. È semmai ai territori del comico puro che guarda, dove la commedia musicale smargina ad entr'acte dadaista, in ideale continuità con il cinema cacofonico e libertario dell'amato Augusto Tretti. Vicolo cieco d'intermittenze e loop insormontabili, l'eroicomico Abacuc disegna un'epica ossessiva, labirintica e paradossale di solitudine e impotenza, un rovinoso girotondo, alogico, atonale, anarrativo. “Abacuc”, alla lettera, sta per colui che abbraccia o colui che lotta: il disperato mélo di un Narciso prigioniero di sé, dunque, un riflesso di resistenza a ogni mercimonio d'arte. E l'aria Una furtiva lagrima di Donizetti, disseccata in voce sintetica, che non smette di interrogarci: Si può morir, si può morir d'amor?
Affinità e divergenze: O la borsa o la vita (1933) di C. L. Bragaglia Una battuta: «Paradossi delle reliquie! I prepuzi di Gesù erano dodici.» Un motto: «Non c’è luogo, non c’è vita, non c’è modo di sperar.»
Cinema e altre autopsie a cura di Dario Indecenza
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Dio esiste e vive a Bruxelles Dio fu un errore. Ma è difficile stabilire se fu commesso troppo presto o troppo tardi. Elias Canetti
“Quanto è successo a Parigi il 13/11 non ha niente a che fare con la religione. Parliamo di una decina di pazzi.” Doveva bastarmi quest'incredibile perla d'ignoranza bobo del regista belga Dormael, nonché l'atroce ricordo del suo precedente Mr. Nobody, vuoto e confettato fino alla nausea, per evitarmi 'sta roba. Eppure l'idea di base, un clamoroso Deathleak in cui la figlioletta d'un insospettabile Dio svela a ciascun mortale l'ora della propria fine, poteva dare corpo a una commedia surreale e pensosa. Macché: il primo grande assente è il cinema, ridotto a una giostrina pubblicitaria da Gondry in minore; ormai sembra che si sia auteur come niente: non si richiedono più inconfondibili visioni del mondo che insieme lo trasfigurino e ce lo restituiscano, ma campionari di cosmetica audiovisiva, minitrovate di script, ammicchi musicali leziosi come Baci Perugina, giochini di luce e mossette scenotecniche, che da soli dovrebbero bastare a giustificare un film, come un logo a sbaffo per un paio di scarpe. Zero pensiero, Meglio un libro:
zero fantasia. Assunti di sconcertante banalità, lievitati nel politicamente corretto, e un immaginario di riporto, incapace di pensare e rappresentare l'Assoluto e nemmeno (soprattutto!) la sua negazione, né religioso né bestemmiatore, e nemmeno (con Buñuel) “ateo per grazia di Dio”, ma sincretico e paraculo, un po' glocal un po' gender, un po' new age un po' yes I can. Un film telefonatissimo nell'anima, refrain fasullo come il finale ripoff pixirvanesco, stucchevole e ornativo come i (bei) titoli di coda a punto e croce. Altro che Saramago o Christopher Moore: il divino è addomesticato a farsa piccolo-borghese tra padri e figli, la tecnologia ci rende schiavi ma se cambiamo software diventa liberatrice, da bambini cambiar sesso si può e si deve, e tutto l'originalissimo succo è: vivi la tua vita come se dovessi morire domani. Il segreto della felicità? La dilazione della morte! Non esiste Limite e non esiste Fine, Dio 2.0 è donna, il cielo un desktop. Un'idiozia senza palle: correte a vederla, vi piacerà.
Dio non è grande – Come la religione avvelena ogni cosa di C. Hitchens Kevin Smith does it better: Dogma (1999) Titolo alternativo: Dio è Jack Torrance e sa usare Excel
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Spoiler a cura di Jessica Costanzini Rubrica di metaintrattenimento [Intere stagioni di serie tv liofilizzate in poche aspre battute per il sollazzo dello spettatore pigro]
Wayward Pines Wayward Pines è il sogno erotico di ogni Pro Loco: panorama incantevole, fiorenti attività commerciali, impeccabile servizio di igiene ambientale e cittadini cordiali. Unica pecca, non ci sono i grilli. È in questo piccolo miracolo di gestione del territorio che si sviluppa la storia del monoespressivo agente segreto Ethan Burke (Matt Dillon) in missione, alla ricerca dei colleghi da poco scomparsi Evans e Kate. A seguito di un incidente d'auto Ethan si risveglia in ospedale, coccolato come un cucciolo di Labrador dall' infermiera Pam che, alle richieste del suo assistito, reagisce a siringhe e sorrisi. Ethan lascia l'ospedale e vagando per le strade immacolate di Wayward Pines finisce in un pub. Dietro al bancone c'è Juliette Lewis, nei panni dell'ammiccante barista Beverly, che gli rifila un panino e un biglietto con il suo indirizzo. Il sospetto che dietro alla patina glassata della cittadina ci sia del torbido prende forma quando Ethan decide di andare a casa di Beverly ma, al posto della barista, trova il cadavere mutilato di Evans. L'inquietudine vira in perplessità alla festa del Patrono dove appare Kate felice mente sposata e, a suo dire, da ben dodici anni orgogliosa titolare di un negozio di giocattoli. Beverly mette in guardia Ethan: a Wayward Pines sono tutti microchippati e costantemente spiati da un capillare sistema di videosorveglianza. La città è circoscritta da mura elettrificate, andarsene è ovviamente impossibile nonché vietatissimo. A farne le spese è la stessa Beverly che per averci provato verrà accusata di alto tradimento e sgozzata nella pubblica piazza davanti ad una folla strepitante. Tutto lascerebbe pensare, e un po' sperare, che dietro agli oscuri accadimenti vi sia una comunità di invasati governati da una delirante amministrazione locale ma non è (del tutto) così. È il 4028 d.C. e Wayward Pines è un progetto di ripopolazione della razza umana, di cui restano pochi inconsapevoli esemplari. Oltre i confini della città ci sono feroci cannibali frutto di una mutazione genetica che non aspettano altro che varcare le mura per fare razzia di ciò che resta della nostra “civiltà”. Cos'è: Thriller Mistery Post Apocalyptic Drama candidato al premio “Sacra Ampolla del Po”. Com'è: All'avvincente pilot segue un climax discendente che vede il suo culmine in un corale “Ma no, dai”.
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A Wayward Pines puoi trovare...
un patrimonio paesaggistico didi rara ...un patrimonio paesaggistico rara bellezza bellezza...
un eccellente sistema sanitario ...un eccellente sistema sanitario...
uffici pubblici inin cui si si lavora instanca...uffici pubblici cui lavora instanbilmente al al servizio deldel cittadino cabilmente servizio cittadino...
...e la sicurezza, prima di tutto.
Punta di diamante: la forte coesione sociale dettata da radicate tradizioni e sani valori valori.
Sindaco: Allora, che impressione le ha fatto la nostra piccola cittĂ ? Ethan: La trovo fantastica. La montagna, la pineta, la paura negli occhi degli abitanti..
Peccato per i grilli.
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URBAN SOUND – Cose da trovatori a cura di Piero Giostra
INVERSO INVERSO (Floating Forest Records, 2015)
Dove: Philadelphia, Stati Uniti / Bergamo / Bologna / Verbania
Chi: — Alessio Alberghini: sassofono soprano, sassofono baritono — Garrison Fewell: chitarra, chitarra preparata, suonata con l'arco, con lo slide, percossa.
Ciao ascoltatore. Se puoi, prima o durante la lettura, usa internet per accedere all’ascolto del disco. CHIAVE GOOGLABILE: fewell alberghini Scegli e ascolta una delle due tracce-guida in base al profilo che più ti rappresenta. LETTORE ORIGINALE: Inverso LETTORE TIMBRICO: Echi emotivi
L'incontro fra due identità (chitarra e sax), o meglio entità (legno-materia e aria-spirito), in un canto e controcanto ribaltabile a seconda della prospettiva, è la fotografia di questo disco e della sua copertina. Costruzione e distruzione - delle strutture, ma forse anche della propria soggettiva integrità - sono elementi organici di un contrappunto denso, articolato in nove brani sicuramente non semplici ma potenti abbastanza da poter bucare qualsiasi cervello (che, silenziatosi, ha rinunciato a comprendere cos'ha davanti). L'improvvisazione radicale è un modo di fare musica scevro dalla necessità di definire una pulsazione, un metro, una progressione armonica, uno stile esecutivo. Questi parametri possono comunque essere liberamente utilizzati a seconda delle necessità della musica che in quel momento viene creata. Infatti, tolti i salvagenti di armonie di efficacia secolare, di stili collaudati e di ritmi incalzanti, ciò che resta affinché la comunicazione musicale avvenga è la sola responsabilità diretta del musicista, la sua sensibilità, e indirettamente la sua capacità di comprendere ciò che gli altri musicisti stanno esprimendo insieme a lui (quindi sono cazzi amari, per lui e anche per il pubblico). In Inverso, le melodie scritte si alternano ai momenti improvvisati seguendo la doppia direttrice di articolazione/disarticolazione, in una costante e serrata esplorazione melodica e timbrica che raggiunge altissimi momenti espressivi. Incontri, distesi e malinconici (Incontro), a volte poetici e strazianti (Lonely Tune), preparano a scontri abrasivi fra quelli che sembrano strumenti-animali in metamorfosi i cui versi sono drammaticamente – e meravigliosamente – autentici (Berlin Ballade). Il maestro Garrison Fewell, chitarrista di fama internazionale con trent'anni di carriera alle spalle, ha vissuto stabilmente a Bergamo e ha collaborato con i musicisti lombardi per molti anni fino alla prematura morte a Luglio di quest'anno, nella generale (locale) indifferenza. Outside Music Inside Voices, il suo libro, è stato tradotto solo in italiano con il titolo Lo spirito della musica creativa. Entrambe le intitolazioni ben rappresentano come ci si dovrebbe approcciare a questo, che è uno dei suoi ultimi lavori. Ora vorremmo chiederti se ti è piaciuto il disco. SI. Allora potresti proseguire: Otomo Yoshihide – Dreams (2002)
NO. Allora potresti provare: Jim Black – AlasNoAxis (2000)
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BEVIAMO INSIEME DA QUESTO CALICE LO CHAMPAGNE SIA CON TE E CON IL TUO SPIRITO
VINI E SPIRITI Via Paglia, 26 – Bergamo Lun-Sab: 9:00-15:00 / 17:30-23:00 Venerdì: 9:00-23:00 www.viniespiriti.com
Enoteca con mescita Bollicine, bianchi e rossi Piatti caratteristici e taglieri Pranzo, aperitivo e cena
Saporismi a cura di Buzz Cattaneo
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Tre regali di Natale per voi* Mi stavo scervellando per trovare un argomento valido, qualcosa di molto Natalizio, o molto strano, o molto divertente, o molto personale, o molto contro le indicazioni della redazione, giusto per dare fastidio. Poi ho pensato di coprire tutti questi punti scrivendo un articolo che raccogliesse tutte le idee scartate dalla redazione durante l’anno (stronzetti). (molto contro le indicazioni della redazione, giusto per dare fastidio)
1
Creare un profumo al panettone per fare cocktailini natalizi: Prendete un panettone, tagliatelo a tocchetti e mettetelo a sobbollire in una pentola, contenente alcool puro, fino a quando non sarà spappolato. Mi raccomando fiamma bassissima e pentola coperta. Una volta terminata la cottura filtrate il tutto in un colino e imbottigliate in un vaporizzatore. Preparate il vostro cocktail preferito e vaporizzateci sopra velocemente l’eau de panettone prima di gustarlo. (molto natalizio) 2
Acciuga Martini: In uno shaker colmo di ghiaccio versate del Martini dry ed un paio di gocce di colatura di alici di Cetara. Giusto un paio. Mescolate. Usate uno strainer per eliminare tutto il liquido e mantenete solo il ghiaccio sporcato di colatura e dry. Versate nello shaker il vostro gin preferito (più è secco meglio è) e mescolate di nuovo per 60 volte. Togliete la vostra coppetta martini dal freezer, e riempitela con il gin aromatiz-
zato nello shaker, sempre aiutandovi con lo strainer così da non versare il ghiaccio. Ora decorate con un’acciuga bella cicciona infilzata da uno stuzzicadenti. Provatelo, prima di storcere il naso, miscredenti! (molto strano) 3
Autogrill vip buffet Noleggiate una limousine e presentatevi con amici ed amiche in autogrill vestiti da gran gala. Un paio di amici fungeranno da buttafuori per non fare avvicinare i non invitati, uno da cameriere. Mentre alcuni di voi compreranno ogni panino esposto nel banco, gli altri imbandiranno i tavolini con tovaglie, candelabri e cristalleria. Il cameriere si occuperà dell’acquisto delle birrette ed inizierà a servirle con fare altezzoso mentre gli invitati gusteranno i panini autogrill, divisi in tapas, accentuando con lo sguardo un certo disprezzo nei confronti degli avventori non invitati. (molto divertente gneee) *) Il quarto regalo lo trovate online.
MALTO DELLA MADONNA LUPPOLO DIVINO NASCE GESÙ BIRRINO
(*) Una birra di natale ai neo-genitori accompagnati dalla creatura in fasce
A Bergamo via Ghislandi 7 (p.zza Sant’Anna) Da lunedì a sabato: 10-13 / 16-24
Degustazioni Le migliori birre artigianali Cucina agile: taglieri NEW! Kit di fermentazione Impianti spillatura a domicilio
Exp0.init() a cura di Lawrence d’Orobia
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Questa è una rubrica informatica conscia del fatto che: a fare i tutorial per principianti c’è già Aranzulla; se hai un problema può aiutarti Google; se vuoi comprare un videogioco vai su un sito specializzato.
Sword reference
Trono di Spade è la serie TV più scaricata di sempre. Probabilmente per il quarto anno consecutivo. Non è facile misurare esattamente quanto, dato che esistono protocolli diversi, versioni diverse, lingue diverse, canali diversi. Sono delle stime, ma sono comunque da record (ultima puntata: 1.5 milioni di download nelle prime 8 ore). Anche il numero di spettatori “legali” è stato da record. Non c’è nulla di strano: i film, le serie, i videogiochi più scaricati sono anche i più visti, i più venduti legalmente. Tanto che a un certo punto il signor HBO (che è il canale che trasmette Trono di Spade negli Stati Uniti) si è quasi vantato di aver perso, cioè non guadagnato, a causa della pirateria, una cifra stimata in 44 milioni di dollari solo per la prima puntata della quinta stagione. L’anno scorso il signor HBO, o meglio, il preside HBO, premeva il pulsante dell’interfono e diceva alla segreteria “Fallo entrare”. Giandomenico Pirata entrava, sistemava il cappellaccio nero e masticava la gomma. “Perché ti comporti così?” chiese HBO, “Per attirare l’attenzione degli adulti” rispose l’altro. “A 'sta cazzata non credono più nemmeno alla Montessori. Senti, siamo alla fine della quarta stagione, non voglio bocciarti. I tuoi voti con il professor Spotify son migliorati, hai potenzialità. Non potresti fare un po’ meno il pirata e un po’ più il consumatore? Eh? Aiutami ad aiutarti. Cosa ti turba, dimmi”, “È che tipo da me le puntate escono settimane dopo la prima visione USA e a me gli spoiler proprio fanno schifo, capito?”, “Capisco, e poi?”, “E poi non è che faccio l’abbonamento alla tv via cavo solo per una serie, capito? Non c’ho proprio sbatta, che mi interessa solo quello”. HBO osservò Giandomenico Pirata, lo scrutò nell’unico occhio sano, tentò di non fissare la gamba di legno, ma alla fine si convinse che davanti a lui c’era un buon consumatore. Andava solo tirato fuori il suo potenziale, andava seguito e instradato. Si alzò, gli diede una pacca sulle spalle e lo fece uscire. Avrebbe trovato il giusto modello di business. Così le puntate della quinta stagione sono uscite quasi contemporaneamente in 170 paesi, anche su una nuovissima piattaforma on-demand attivabile solo per il periodo della serie (negli USA). Tutto inutile, o quasi: nuovo record. Giandomenico Pirata, convocato di nuovo dal preside, alla domanda “Cosa sto sbagliato con te?” risponde “Boh”.
IL GIORNO CHE PRENDI 30 TI OFFRIAMO DA BERE NEI GIORNI CHE NON PRENDI 30 TIENI LO SCONTRINO DOPO 30 CONSUMAZIONI TI OFFRIAMO DA BERE
via dei Caniana, 3/a, Bergamo 035 217812 lunedì-venerdi / 07:00-20:00 facebook.com/30elodecafe/
Colazioni Pranzo Aperitivo Feste di Laurea
Rubrica di Previsioni Applicate a cura del Tenente Tritiğ
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Meteorologeria, Dicembre 2015 – Gennaio 2016 Aeronautica Minimale
Lo scorso mese avevo previsto l’arrivo dell’anticiclone che ha portato temperature sopra media e nebbie compatte. Oltre a ricordarvi che l’abusato termine smog è l’unione di smoke e fog, vi segnalo che avete respirato per giorni quelle polveri sottili che normalmente stanno sopra la vostra testa, ma che con la nebbia sono scese all’altezza della vostra bocca. Un consiglio low-cost per ripulirvi al meglio per le feste: tre inalazioni di vapore con oli essenziali di rosmarino, mentolo e eucalipto.
N
O
Ecco, potrebbe esserci un nuovo inverno 1985, la nuova nevicata del secolo. Nella seconda metà di dicembre l’anticiclone perderà pressione, per colpa di perturbazioni nord-atlantiche piuttosto fredde. Vi aspetta un clima rigido, con nevicate, soprattutto negli oziosi giorni tra Natale e Capodanno. Per animare il 25/12 festeggiate alla cinese: fate un albero di luce, mangiate un’anatra dagli otto tesori, chiedete doni a Shengdan Laoren e andatevi a sentire messe che per voi non significano nulla.
Il metereologo del mese: Pekka Pouta, meteorologo tv finlandese e grande amante del metal, trasformatosi in diretta tv in Ned Stark di Game of Thrones per annunciare l’arrivo dell’inverno
Mentre a Parigi si fanno grandi cene su come cambiare il clima, a preoccuparci è il riscaldamento delle acque del Pacifico, che raggiunge il culmine in concomitanza con il Natale. Si chiama El ñino, nome carino per un fenomeno che si presenta ogni 5 anni, con tutta una serie di effetti catastrofici globali, che non vi dico per pietà dell’umanità. Solo che, quest’anno, sarà il più potente di sempre. Qui potrebbe creare un corridoio non-umanitario per il gelido vento Burian dalle piane sarmatiche.
E
S
Gennaio, almeno nelle sue prime settimane, sarà artico, con temperature bassissime e ghiaccio. Nel mitico 1985, il 9 gennaio, si erano registrati dei confortevoli -11°C nella città di Bergamo. Non che si ripeta, ma il 14 gennaio ricordatevi di alzare gli occhi al cielo e, quando Mercurio sarà in congiunzione con il sole, pregate con tutta l’anima che questo inverno finisca. Mancheranno soltanto due mesi. Se nelle ore seguenti vedrete un fuoco fatuo, seguitelo e vi guiderà fino al vostro destino.
Lo strumento del mese: Anemometro Vaavud Mjolnir, praticissima paletta collegabile all’iPhone dall’uscita audio, con 38€ trasforma il tuo telefono in un precisissimo misuratore di vento.
L’IGNORANZA È UMANA LA PUBBLICITÀ È DIABOLICA MA LA FOLLIA È DIVINA
CTRL magazine • Agenzia pubblicitaria Via Bono, 43 - 24100 Bergamo www.ctrlmagazine.it Tel. 035.0342249 Mob. 349.1680619
Pubblicità ignoranti Pubblicità consapevoli Pubblicità fumetto Pubblicità fotoromanzo Cioccolatini inclusi
Rubrica di filosofia contemporanea a cura di GroS
C
G
C
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D (& S)
C'è gente che dicono (e scrivono)
Manderò contro di voi le ere della campagna, che vi rapiranno i gliuoli, stermineranno il vostro bestiame, vi ridurranno a un piccolo numero e le vostre strade diverranno deserte.“ (La Bibbia, Levitico, 26:22 Dio da un piccolo avvertimento dei suoi) Al mio segnale scorticate l'infetto! (Drugo L.C. si è stufato di sentire tossire al cinema e aizza gli amici) Chiuderemo internet e i social media! (DonaldT. in un comizio elettorale nel South Carolina la tocca piano... per me ce la puó fare) Lascia che ti fonso, non c'ho uno ma due IPhonso. (Bello F. nel suo pezzo Alfonso Signorini. Ma non ho capito cosa vuol dire) Lui é il capo espiatorio. (Antonio M. mi prende di mira)
Marco Carola? Solo maschi con le paste. Non ci andiamo. (Nico V. non apprezza dj Carola) Il tuo culo dovrebbe avere il tasto "cancella cronologia" (Ivan D.G. é abbastanza contrariato dalle frequentazioni precedenti del suo amico) Tipa cinquantenne: eh, tutto ha un costo. Tipo dell'uf cio guardando lo stagista: no gli stagisti sono gratis! (La magra verità fa sorridere tutti, meno lo stagista) Non é che sei rock solo perché attacchi il distortore. (Kekko S. in un intervista) Quando scende mista esci con le cartine lunghe. (JohnT. dice la sua sulla prima nevicata della stagione)
8 GENNAIO
INGRESSO 8 €
THE WINSTONS (Gabrielli, Dell’Era) + Le Madri degli orfani
15 GENNAIO
INGRESSO 15 €
Glen Matlock (SEx pistols) + Raw Power
22 GENNAIO
L’Orso
INGRESSO 10 €
+Magellano
+ TeppaBros (Lo Stato sociale Djset
29 GENNAIO
INGRESSO 5 €
Sistah Awa & The Easyskankers + Jakala + Bergamo reggae Djset
INIZIO CONCERTI ORE 22 - NO TESSERA
DICEMBRE Venerdì 18 19:00 Birrificio Indipendente Elav/ Comun Nuovo (YULE) Elav Yule Fest w/ Alban Fuam, tradizione celtica e sonorità contemporanee. Birre artigianali dall’Austria, street food e cucina alla birra 20:00 Kascina Autogestita (DUO) J. Locatelli e Claudia Buzzetti 20:30 Teatro Donizetti (PROSA) "La Verità" Compagnia Finzi Pasca 21:00 Auditorium Piazza Libertà (CINE) Dio esiste e vive a Bruxelles, di Jaco Van Dormael
22:00 Edoné (SKA) Bergamoreggae presenta: My Boy Lollipop, Ska Night Bloom/Mezzago (INDIE) Arcane of Souls + Le Ortiche Druso/Ranica (INDIEDRUSO) Sakee Sed + Pinguini Tattici Nucleari. Ingresso 5 euro Rocker/Barzana (TRIBUTE) Hedonism, tributo agli Skunk Anansie Joe Koala/Osio Sopra (PUNKROCK) The Sensibles 23:00 Amigdala/Trezzo (PARTY) GetLow Bounce Party. 5 euro Upset Club/Seriate (INDIE/BRITPOP) Borderline w/ Columbia live Oasis tribute + Bond Street + Timo djset Under Music Club/Seriate (ELECTRO) Bauhaus Party w/ Luca Donzelli
Sabato 19 11:00 Maite (PEPERONCINO&CANAPA) PicCa Festival, festa/mostra/ mercato del peperoncino e della canapa 15:00 SUONO 1981/Zanica (VINILE) Mercatino del vinile usato Christmas edition 17:30 Macondo Bibliocafè (MOSTRA) Gli antichi mestieri 19:00 Birrificio Indipendente Elav/ Comun Nuovo (YULE) Elav Yule Fest w/ The Green Circle, arpe e folk nordico. Birre artigianali dall’Austria, street food e cucina alla birra 20:30 Teatro Donizetti (PROSA) "La Verità" di Compagnia Finzi Pasca 21:00 Teatro Creberg (MONOLOGO) Federico Buffa in "Le Olimpiadi del 1936" 22:00 Edoné (BRULÉ/TRASH/HAPPY) Olè c'è il vin brulè Bloom/Mezzago (BALKAN) Shantel + Bakkano + Madsoundsystem Druso/Ranica (ROCK) Mr Feedback + Andrea Rossi Trio. 10 euro con consumazione Rocker/Barzana (TRIBUTE) Merqury Legacy, tributo ai Queen Amigdala/Trezzo (ROCK'N'ROLL) Vintage Roots Jumping Night. 7 euro Esco/Cassano (PUNK) Punkoscenico + Drunk Duck 23:00 Live Club/Trezzo (ZARRO) Zarro Night w/ Get Far Fargetta Sold Out Club/Grassobbio (DUB) Dub City: Earth Resistance Dub Sound & Friends
Domenica 20
09:45 Piazza Vecchia/Colli (ENERGIA/ SOLE) Camminata e percorso bioenergetico fra Città Alta e i colli 10:00 Bloom/Mezzago (MERCATINO) Bloom Before Christmas. Dalle 18.30 aperitivo rockabilly 11:00 Maite (PEPERONCINO&CANAPA) PicCa Festival, festa/mostra/ mercato del peperoncino e della canapa. Aperitivo w/ Shanty Sound 15:00 GAMeC (LAB/CHILD) Alberi Diritti, una piccola storia di arte e diritti per l’infanzia 15:30 Teatro Donizetti (PROSA) "La Verità" di Compagnia Finzi Pasca 18:00 Inzago (INCHIOSTRO) Progetto Meteora presenta l’esposizione “Ink Mas: The dark side of Christmas”. Live acustico w/ Diego Deadman Potron e Andrea Adelio Rossi 19:00 Birrificio Indipendente Elav/ Comun Nuovo (YULE) Elav Yule Fest, serata finale. Asta di cimeli cinematografici a favore di Bergamo Film Meeting e a seguire live degli Inis Fail. Birre artigianali dall’Austria, street food e cucina alla birra 21:00 Teatro Gavazzeni/Seriate (BUONANALE) Ruggero de I Timidi Christmas Show. 18/23 euro
Lunedì 21 19:00 Edoné (CIBO) Street Food Fighters 20:45 Conca Verde (CINE/LINGUA) Murieron por encima de sus posibilitades, in lingua originale
Martedì 22
Venerdì 25
21:00 Edoné (BALL/ILLA) Torneo di calcio balilla 21:30 Altaglieredinese/Alzano (JAZZ) Giulia Serafini Trio
21:00 Maite (ANTI) Peccatori, concerto di Natale con un repertorio anticlericale 22:00 Edoné (DJSET) Presepio Party Bloom/Mezzago (ROCK) Dr Feelgood djset + Boom Boom Shakers + Miss Charlie & the Rockodilesbackseat Druso/Ranica (JAM) Super Jam Session di Natale. 5 euro con consumazione Joe Koala/Osio Sopra (REGGAE) Reggae Fever Xmas edition 23:00 Amigdala/Trezzo (ELECTRO) Laserblast. free Upset Club/Seriate (HIPHOP/ ELECTRO) Sabotage xmas party Under Music Club/Seriate (ELECTRO) Stay Calmo
Mercoledì 23 10:30 Biblioteca Caversazzi (VISITA GUIDATA) Turista nella tua città! con Laura Ciccarelli 20:00 Macondo Bibliocafè (LIBRO) Presentazione “Riflessi”, di Nicola Crippa 21:00 Cà del Fasà (ACOUSTIC) Concertini improvvisati in meno di 30 metri quadrati w/ Mexcales 21:30 Circolino della Malpensata (CANTAUTRICE) Carmen Cangiano 22:00 Edoné (ELECTRO) Knobs w/ Cioz + Stèv
Giovedì 24 20:00 Bloom/Mezzago (CENA) Polenta e kebab Beach Bar (SUPERFOOD) Oltre 20 hamburger differenti di pura carne di manzo. Hamburger night Christmas edition 21:30 Clock Tower/Treviglio (S/ VEGLIA) Vigilia al Pub con musica live fino a Natale 22:00 Officine 43/Castel Rozzone (FUNKY/JAZZ) Less is More 00:00 Piazze/ogni paese (COMPLEANNO) Brindisi per il compleanno di Gesù Trovi il calendario aggiornato su ctrlmagazine.it/eventi-bergamo
Sabato 26 22:00 Edoné (PSYC/FOLK) C+C=Maxigross Bloom/Mezzago (CANTAUTORE) Stefano Vergani Druso/Ranica (TRIBUTE) Blascover, tributo a Vasco. 10 euro con consumazione Ink Club (SOTTOSUOLO) Awa Oyo + Durty Geeks 23:00 Amigdala/Trezzo (ELECTRO) Momento Lab. 5 euro Live Club/Trezzo (TIMBURTON) The Spleen Orchestra, Tim Burton Show. 10 euro Clash Club (ROCKABILLY) The Big Bang Rockabilly Circus w/ Howlin Lou and His Whip Lovers + John Terrible djset + Bomb The Bass Upset Club/Seriate (TECHOUSE) Duck Dive w/ David Mayer + Lebenfunk
a Nembro, da sempre patria di grandi alpinisti apre un grande spazio per gli amanti della montagna
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Lun 15-19 Mar-Sab 10-12:30 | 14:30-19 Dom 10-13 | 14:30-19
Domenica 27
Giovedì 31
09:30 Biblioteca Gavazzeni (MERCATINO USATO) La bancarella dei libri usati 16:30 Auditorium Piazza Libertà (I TEATRI DEI BAMBINI) “Santa Clown”, di Jashgawronsky Brothers 20:00 Macondo Bibliocafè (ACOUSTIC) Aperitivo con Riky Anelli 20:30 Casa di amici (ILGIORNODOPOEPIUBUONO) Cena degli avanzi w/ arrosti + polenta + pandori aperti 22:00 Edoné (RHYTHM&BLUES) I Rudi + Q47 Druso/Ranica (ROCK) Royal Garden. 7 euro con consumazione
20:00 Belleville/Paratico (CAPODANNO) Cenone e degustazione di birre + Brown Barcella djset Beach Bar (SUPERFOOD/15/16) Hamburger night di fine anno. Cena + festa ad oltranza 22:00 Bloom/Mezzago (CAPODANNO) Bloom Capodanno Party Vol III Druso/Ranica (CAPODANNO) Capodanno Party w/ Point Break Vj Set. 10 euro Live Club/Trezzo (CAFODANNO) Cafodanno! A capodanno vale tutto. 15 euro Officine 43/Castel Rozzone (REPERTORIO) LD Duo, con Luca De Gregorio Piazza della Libertà (PATTINAGGIO/DJSET) Capodanno sul ghiaccio 23:00 Amigdala/Trezzo (ROCK/FOLK) The Clan live + Dr Feelgood e La Nera djset. 8 euro
Lunedì 28 19:00 Edoné (CIBO) Street Food Fighters 21:00 Maite (DJSET) 44 Magnum Birthday Party
Martedì 29 21:00 Edoné (BALL/ILLA) Torneo di calcio balilla
Mercoledì 30 21:00 Circolino della Malpensata (CANTAUTORI) Pulmini Tattici Nucleari + The Bonsai Mood
Trovi il calendario aggiornato su ctrlmagazine.it/eventi-bergamo
GENNAIO 2016 Venerdì 1 - Divano/TV/ tisana (COPERTA) Concerto di Capodanno da Venezia e Vienna. A oltranza. 21:00 Bergamo e provincia (WEEKEND) E, sì, è di nuovo week end
Sabato 2
Mercoledì 6
21:00 Presolana Cultural Forum/ Colere (ILGRANDESENTIERO) “With Real Stars Above my Head” di Alfredo Covelli e a seguire “Ninì” di Gigi Giustiniani 22:00 Druso/Ranica (TRIBUTE) Revolver, tributo ai Beatles. 23:00 Amigdala/Trezzo (ELECTRO/ TRASH/ROCK) Il Brodo. 5 euro
15:00 Osteria della Birra (BEFANA) La Befana Brilla: birra brulé 16:30 Auditorium Piazza Libertà (STORIE) I Racconti di Mirtilla, con Elide Fumagalli
Domenica 3 10:00 Accademia Carrara (IOSONOILSARTO) Moroni a Bergamo. 16:30 Auditorium Piazza Lbertà (BURATTINI) “Gioppino e la spada magica”, i burattini di Ferruccio Bonacina 22:00 Rocker/Barzana (BURLESQUE) Femmes Fatales
Lunedì 4 19:00 Edoné (CIBO) Street Food Fighters
Martedì 5 21:30 Altaglieredinese/Alzano (JAZZ) Martina Cirillo Quartet 22:00 Druso/Ranica (ROCK) Metropolis. 10 euro Edoné (DJSET) Befana Party 23:00 Amigdala/Trezzo (DUB) Dub Club w/ Channel One. 10 € Upset Club/Seriate (HIPHOP/ ELECTRO) Sabotage Befana Bash Under Music Club/Seriate (ELECTRO) Bauhaus Party Birthday w/ Adam Port
Giovedì 7 20:00 Beach Bar (SUPERFOOD) Oltre 20 hamburger differenti di pura carne di manzo. Prova la sfida dell'hamburger night 21:00 Circolino della Malpensata (CANTAUTORI) Arcane of Souls Cà del Fasà (ACOUSTIC) Concertini improvvisati in meno di 30 metri quadrati 22:00 Druso/Ranica (TRIBUTE) Ten Legs, tributo ai Pearl Jam. 10 euro con consumazione Bloom/Mezzago (METAL/DJSET) I Giovedì del Bloombar, 1 caña 1 euro. Trauma dj set Officine 43/Castel Rozzone (SMOKIEJAZZ) Gli Stanchi
Venerdì 8 22:00 Druso/Ranica (INDIEDRUSO) The Winstons (Dell'Era e Gabrielli) + Le Madri degli Orfani. Ingresso 8 euro Rocker/Barzana (TRIBUTE) Afterbirth, tributo ai Nirvana Bloom (ROCK) Todo Modo Joe Koala/Osio Sopra (POP/ CORE) Surgical Beat Bros + Elastic Riot Edoné (ALT/ALT/ALT) Hashtag presenta: Pugni Nei Reni, live e anteprima nuovo video 23:00 Amigdala/Trezzo (DUB/DUBSTEP) Bass Night. 5 euro
Sabato 9 10:00 GAMeC (MALEVIC) Penultimo week end della mostra “Malevic”, fino alle 19.00 10:30 Biblioteca di Valtesse (LETTURA/BIMBI) Chi trova un amico, di TAE Teatro 15:00 Biblioteca Tiraboschi (MARATONA/LETTURA) "Cuore di cane" di Mikahil Bulgakov, iscrizione obbligatoria, orario TBD 15:30 Libreria Incrocio Quarenghi (INCONTRO) Gruppo di Lettura 20:00 Spazio Auser / Filago (CINEFORUM) Filagosto presenta il docu-film "Cowspiracy" 21:00 Teatro Creberg (MUSICAL) Jesus Christ Superstar 22:00 Druso/Ranica (ELECTRO) Autobhan + Skills. 10 euro con consumazione Rocker/Barzana (TRIBUTE) Est End, tributo agli Iron Maiden Amigdala/Trezzo (LIVE/DJSET) Teo e Le Veline Grasse + La Nera djset. 7 euro Bloom/Mezzago (RAP/HIPHOP) Mezzosangue & Dj Ernest Poweel Edoné (SOTTOSUOLO) Mark Sultan + The Morbeats Km33/Trezzo (METAL/CORE) Progetto Cervo presenta: Happy New Deer w/ Sunpocrisy + Lamantide + Kingfisher + Alms of the Giants + Antimonitor 23:00 Bolgia (TECHNO/DUBSTEP) Viale Rossi Project
Domenica 10 10:00 Accademia Carrara (IOSONOILSARTO) Moroni a Bergamo. i dipinti del grande ritrattista
16:00 Patty e Selma/Treviglio (SWEETS) Sonars 16:30 Auditorium Piazza Libertà (SPETTACOLO/BIMBI) “Guarda come dondolo! Storia di un dente da latte”, di Sezione Aurea
Lunedì 11 19:00 Edoné (CIBO) Street Food Fighters 20:45 Conca Verde (CINE/LINGUA) Everest, in inglese con sottotitoli
Martedì 12 16:00 Cinema del Borgo (CINE) Taxi Teheran, di Jafran Panahi 20:30 Teatro Donizetti (PROSA) "Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi", di Marco Martinelli 21:00 Conca Verde (CINE) La vita è facile ad occhi chiusi, di David Trueba 21:30 Altaglieredinese/Alzano (JAZZ) Claudio Angeleri
Mercoledì 13 20:30 Teatro Donizetti (PROSA) "Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi", di Marco Martinelli 21:00 Conca Verde (CINE) La vita è facile ad occhi chiusi, di David Trueba Cinema del Borgo (CINE) Taxi Teheran, di Jafran Panahi
Trovi il calendario aggiornato su ctrlmagazine.it/eventi-bergamo
Giovedì 14 20:00 Beach Bar (SUPERFOOD) Oltre 20 hamburger differenti di pura carne di manzo. Prova la sfida dell'hamburger night 21:00 Circolino della Malpensata (REGGAE) Sistah Awa feat. Blimey Cà del Fasà (ACOUSTIC) Concertini improvvisati in meno di 30 metri quadrati 22:00 Druso/Ranica (LIVE) Boomerang. Consumazione 10 euro Bloom/Mezzago (HIPHOP/DJSET) I Giovedì del Bloombar, 1 caña 1 euro. HipHop dj set (metal) Officine 43/Castel Rozzone (POST/ROCK) Prizeday
Venerdì 15 22:00 Druso/Ranica (PUNK) Glen Matlock (from Sex Pistols) + Raw Power. 15 euro Rocker/Barzana (METAL) Rock Menu, cover rock alla carta Edoné (SSHH) Silent Party 23:00 Amigdala/Trezzo (PARTY) GetLow Bounce Party. 5 euro
Sabato 16 10:00 GAMeC (MALEVIC) Ultimo week end della mostra “Malevic” Accademia Carrara (IOSONOILSARTO) Moroni a Bergamo. Il capolavoro della National Gallery, i dipinti del grande ritrattista 17:00 Libreria Incrocio Quarenghi (INCONTRO) Un tè con Mo Yan: incontro con Marco Del Corona
18:00 Viamoronisedici Spazioarte (MOSTRA) tzimtzum, di Paolo Facchinetti 21:30 Edoné (CONTEST/BAND) Gost presenta: Gangband, per band emergenti 21:00 Maite (FOLK) Luciano Ravasio 22:00 Rocker/Barzana (TRIBUTE) Metallike, tributo femminile ai Metallica Druso/Ranica (TRIBUTE) Rolling Frakas Claudio Band, tributo ai Rolling Stones. 10 euro Bloom/Mezzago (ROCK/DJSET) Woodrock 16 23:00 Amigdala/Trezzo (ELECTRO) Momento Lab. 7 euro Live Club/Trezzo (90/ROCK) Shandon. After Show VHS 90
Domenica 17 10:00 GAMeC (MALEVIC) Ultimo giorno per visitare la mostra “Malevic”, fino alle 19.00 Accademia Carrara (IOSONOILSARTO) Moroni a Bergamo. Il capolavoro della National Gallery, i dipinti del grande ritrattista 15:30 Teatro Donizetti (PROSA) "Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi", di Marco Martinelli 18:00 Bloom/Mezzago (POETRY) Poetry Slam Night
Lunedì 18 19:00 Edoné (CIBO) Street Food Fighters 20:30 341 Production/Via Trento (ABLETON) Prima lezione corso di Ableton. Su prenotazione 21:00 Conca Verde (CINE) Janis, di Amy Berg
Martedì 19 16:00 Cinema del Borgo (CINE) Sangue del mio sangue, di Marco Bellocchio 21:00 Conca Verde (CINE) Deephan, di Jacques Audiard 21:30 Altaglieredinese/Alzano (JAZZ/ BLUES) Mocambluè, mercanti di storie
Mercoledì 20 21:00 Conca Verde (CINE) Deephan, di Jacques Audiard Cinema del Borgo (CINE) Sangue del mio sangue, di Marco Bellocchio Edoné (FOLK/ROCK) Hashtag e Radiolution presentano: The Niro
Giovedì 21 18:00 Accademia Carrara (CONFERENZA) Da Casablanca a Teheran: sguardi di donne e prospettive artistiche. L'Islam e le arti: percorsi storici e risvolti contemporanei 20:00 Beach Bar (SUPERFOOD) Oltre 20 hamburger differenti di pura carne di manzo. Prova la sfida dell'hamburger night 21:00 Circolino della Malpensata (CANTAUTORI) Montag + George Herald Cinema del Borgo (CINE) Tempi Moderni, di Charlie Chaplin Cà del Fasà (ACOUSTIC) Concertini improvvisati in meno di 30 metri quadrati 22:00 Officine 43/Castel Rozzone (CANTAUTORI) Rosso Garibaldi, omaggio ai cantautori genovesi
22:00 Druso/Ranica (BLUES) Midnight Breakfast. 10 euro Bloom/Mezzago (ROCK/DJSET) I Giovedì del Bloombar, 1 caña 1 euro. The Destroyers dj set
Venerdì 22 21:00 Teatro Sociale (TEATRO) Iliade, di Teatro del Carretto 22:00 Druso/Ranica (INDIEDRUSO) L'Orso + Magellano + TeppaBros djset. 10 euro Rocker/Barzana (TRIBUTE) Empty Meds, tributo ai Placebo Amigdala (ROCK) Rock Friday. Bloom/Mezzago (POP/FOLK) Sulutumana Edoné (REGGAE) BGreggae 23:00 Under Music Club/Seriate (ELECTRO) Bauhaus Party w/ Dirty Channels
Sabato 23 17:00 Libreria Incrocio Quarenghi (INCONTRO) Incontro con Davide Sapienza 21:30 Bar del Polaresco (CONTEST/ BAND) Gost presenta: Gangband, per band emergenti 22:00 Bloom/Mezzago (BLUES) Bloom in blues Edoné (SPAZIO) Easy Sound, festa degli spazi giovanili 23:00 Rocker/Barzana (TRIBUTE) Fucking Roses, tributo ai Guns'n'Roses Amigdala/Trezzo (ROCK'N'ROLL) Vintage Roots Jumping Night. 7 euro Live Club/Trezzo (FESTA) Random. Una festa a caso. Under Music Club/Seriate (GIRLZ) Pupa e Scintilla
Trovi il calendario aggiornato su ctrlmagazine.it/eventi-bergamo
Lunedì 25 19:00 Edoné (CIBO) Street Food Fighters 21:00 Conca Verde (ORIG. LINGUA) Irrational Man, di W. Allen
Martedì 26 16:00 Cinema del Borgo (CINE) Woman In Gold, di S. Curtis 21:00 Conca Verde (CINE/MEMORIA) The Eichmann Show, di Paul Andrew Williams 21:30 Altaglieredinese (JAZZ/BLUES) Jueves Tarde, guitar sextet
Mercoledì 27 20:30 Teatro Donizetti (PROSA) "Il Visitatore", di E.E. Schmitt 21:00 Cinema del Borgo (CINE) Woman In Gold, di S. Curtis Edoné (ETNO/?/ROCK) Rich Apes
Giovedì 28 20:00 Beach Bar (SUPERFOOD) Prova la sfida dell'hamburger night 21:00 Circolino della Malpensata (FOLK) Pluie Toujours + Apterix Cà del Fasà (ACOUSTIC) Concertini improvvisati in meno di 30 metri quadrati 22:00 Druso/Ranica (ROCK) Sandcake + The Union Freego. 10 euro Bloom/Mezzago (ROCK) Bunuel Officine 43 (TRIBUTE) Maledetti Gatti, tributo a Lucio Battisti
Venerdì 29 21:00 Teatro Creberg (MONOLOGO) Marco Travaglio in "Slurp" 22:00 Druso/Ranica (INDIEDRUSO/ REGGAE) Sistah Awa & The Eazy Skankers + Jakala Rocker/Barzana (TRIBUTE) Senza Filtro, tributo a J-Ax Bloom/Mezzago (INDIE) Verbal Live Club (SCOZIA) Lo Spirito del Pianeta pres: Saor Patrol Edoné (HOUSE) Knobs w/ Cioz + Troll3r 23:00 Amigdala/Trezzo (TECHOUSE) Momento in the Boiler. 5€ Upset Club/Seriate (INDIE/ BRITPOP) Borderline
Sabato 30 22:00 Rocker/Barzana (TRIBUTE) Ariba Litfiba, tributo ai Litfiba Druso/Ranica (PUNK/ROCK) Alberto Camerini + Cuori Infranti. 10 euro Bloom/Mezzago (FOLK) Cisco Edoné (INDIE) Hashtag presenta: Moostroo 23:00 Amigdala/Trezzo (ELECTRO/ TRASH/ROCK) Il Brodo. 5 euro 23:30 Upset Disco / Seriate (HOUSE) Duck Dive party!
Domenica 31 12:00 Druso/Ranica (MARKET/VINTAGE) Deja Vu Market w/ John Terrible djset 18:00 Bloom/Mezzago (DOCUMENTARIO) "Gli anni 90 del Bar Tabacchi di Via Larga 8"
AFFITASI & AFFRETTASI
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DisAstrologia a cura di Gilles Deluso
Piove, oroscopo ladro! Dritta del mese a cura di Lao Tse
Più le leggi e l'ordine vengono resi prominenti, più ci saranno ladri e mascalzoni.
[Scoop: dietro Macchia Nera c'è un miliziano dell'ISIS che insiste a vestirsi col burqa come tributo al proprio lato femminile. Quest'oroscopo nasce su ispirazione sua e del maggico Antonello: Eh, in questo mondo di debiti / viviamo solo di scandali / e ci sposiamo le vergini / Eh, e disprezziamo i politici / e ci arrabbiamo, preghiamo / gridiamo, piangiamo / e poi leggiamo gli oroscopi.] FRANÇOIS VILLON 21 Marzo - 20 Aprile
GEMELLI DALTON 21 Maggio - 21 Giugno
Le prigioni offrono una bellissima vista: finché si possono vedere dall'esterno, si sa che non si è dentro. (F. Villon) Lirico e rapinatore, bandito per 10 anni dalla Parigi del XV secolo, Villon fu il padre di tutti i poeti maledetti, da studente rissoso a preticida al patibolo. No, vedi, non vale la pena ridursi a leggenda. Cfr.: Ballata degli impiccati (De André)
Bisogna cogliere la palla al balzo, come diceva sempre quel tizio australiano che castrava canguri. (Cattivik) Siete i parodici cuginetti di un'autentica banda del West: sempre sconfitti dalla canna lesta di Lucky L., dovreste temperare di senno quei vostri due fratellini, Nervosismo e Stupidera. Ce la farete? Disco: It's So Hard To Tell Who's Going To Love You The Best (K. Dalton)
JONATHAN WILD 21 Aprile - 20 Maggio Il torto di molti ladri è quello di non aver rubato abbastanza per celare il furto. (C. Dossi) Carrierista del crimine nella Londra del '700, si dava arie d'uomo di legge, facendosi pagare dai derubati per recuperare il (da lui stesso) maltolto. Impiccato, se ne continuò a esibire come deterrente lo scheletro. Forse vale anche il contrario: meno soldi, più secondi. Romanzo: J. Wild il grande (H. Fielding)
CATWOMAN ≅ GATTA NERA 22 Giugno - 22 Luglio Si dice che l'occasione fa l'uomo ladro, ma anche per la donna non ci metterei la mano sul fuoco. (Totò) Che siate Marvel o Dc, dem o con, poco importa: ambigue feline rimanete, paladine/cleptomani forgiate e traumatizzate da nebulosi passati famigliari. Quando affronterete fantasmi & mollezze? V.: La gatta sul tetto che scotta (Williams)
TELESPALLA BOB 23 Luglio - 23 Agosto
RENATO RININO 23 Novembre - 21 Dicembre
Mettete un ladro bene in vista, agirà come un uomo onesto. (H. de Balzac) Nato per essere il canterino Re della scena eppure costretto a servir pagliacci, ti dai tronfio al crimine per boria, sete di riscossa e palcoscenico. Lo vedi che è il tuo stesso ego a fotterti? Canzone: Guardati alle spalle (Nicola di Bari)
Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri? (S.Agostino) Il Lupin della riviera, savonese, restituiva refurtive con l'interesse a pensionate in difficoltà e nel '94 riuscì perfino a rubare alcuni gioielli della Corona britannica. Poi però gli svaligiarono casa. Pezzone: International Thief Thief (F. Kuti)
ISHIKAWA GOEMON 24 Agosto - 22 Settembre
GUGLIELMO LIBRI 22 Dicembre - 20 Gennaio
Bandito: persona che toglie con la forza ad A quello che A ha preso con l'inganno a B. (A. Bierce) XVI sec.:“Ninja nobile di cuore ruba ai ricchi per dare ai poveri: arso vivo nell'olio bollente con tutta la sua famiglia.” Per le prossime, se puoi, acconténtati di quello già in dotazione coi gomiti. Film: Ghost Dog (J. Jarmusch)
Chiunque abbia qualcosa che non usa, è un ladro. (Gandhi) Nomen omen: matematico e bibliofilo, fregò migliaia di libri dalle biblioteche di mezzo mondo, in pieno '800. E oggi ti senti in colpa se non li restituisci in tempo? Al solito: cerca una via di mezzo. Pezzino: Can Can We We Please PleaseGet GetAnother AnotherNail.. Nail (The In TheLocust) Coffin Of Culture Theft? (The Locust)
FANTÔMAS 23 Settembre - 22 Ottobre
EUGEN WEIDMANN 21 Gennaio - 19 Febbraio
La bellezza tenta i ladri più dell'oro. (W. Shakespeare) Dandy raffinato, ladro gentiluomo, nipote di Rocambole, parente di Lupin e di Raffles, dal cognato di Conan Doyle. [Yawn.] Meno raccomandazioni e fondotinta, qui sei uguale a tutti gli altri. Dipinto: L'assassin menacé (R. Magritte)
Guarda come quel giudice inveisce contro quel ladro; presta l'orecchio, scambiali di posto è, oplà, chi è il giudice, chi è il ladro? (Shakespeare) Rapinatore pluriomicida, ghigliottinato nel '39, fu l'ultimo uomo giustiziato pubblicamente in Francia. Ma le esecuzioni continuarono privatamente, fino al '77. Trova le differenze, e meditaci su. Canzone: Guillotine (Lisa Germano)
VANNI FUCCI 23 Ottobre - 22 Novembre Hanno rubato Dio. / Il cielo è vuoto. / Il ladro non è ancora stato (non lo sarà mai) arrestato. (G. Caproni) Predone bestemmiatore, svaligia da vero bullo anche il Duomo di Pistoia. Dante lo ficca all'Inferno, dov'è avvolto e morso da serpi, incenerito e ricomposto di continuo. Vanni, dai: - Fenice, + Beatrice. Autodafé: “Vita bestial mi piacque e non umana, sì come a mul ch'i' fui" (cit.)
MAX LEITNER 20 Febbraio - 20 Marzo Quando hai una cosa, questa può esserti tolta. Quando tu la dai, l'hai data. Nessun ladro te la può rubare. (J. Joyce) Houdini altoatesino, “il Re delle evasioni” è scappato da 5 carceri diverse, Bergamo inclusa. Il 12° segno l'arte della fuga ce l'ha nel sangue da sempre: e se ora imparasse anche le altre? Romanzo: Kavalier & Clay (Chabon)
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