Prossemica e mimica facciale

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Prossemica e mimica facciale http://www.comunicobene.com/contenuto/cnv.html

La distanza fra i corpi Tutti gli animali vivono in una sorta di bolla virtuale che rappresenta la loro intimità e che ha il raggio della distanza di sicurezza, cioè quella che consente di difendersi da un attacco o di iniziare una fuga. Negli uomini, essa è di circa 60 cm., cioè la distanza del braccio teso. La "bolla" è un dato di natura, mentre la sua dimensione e il suo valore di intimità sono dati di cultura e quindi variano: l'infrazione alle regole "prossemiche", cioè alla grammatica che regola la distanza interpersonale, può generare una escalation, cioè far interpretare come aggressivi e invasivi, quindi degni di una reazione adeguata, dei movimenti di avvicinamento che non hanno questo significato nella cultura di chi li ha compiuti. Vediamo qui di seguito come vengono interpretate nelle varie culture le diverse maniere di avvicinarsi e di porsi in presenza di un altro o di altri.

Forme di contatto

in Italia

altrove culture della costa europea del Mediterraneo: idem, chi si avvicina troppo invade il campo dell'altro, mettendolo a disagio e dandogli la sensazione di essere aggredito nel Mediterraneo arabo: la distanza si riduce, chi parla tocca

Contatto frontale

la sfera dell'intimità è data dalla distanza di

spesso l'interlocutore sul petto o sul braccio

un braccio teso

culture europee non mediterranee e americane: i due interlocutori restano a distanza di un doppio braccio in Giappone, a Mosca: lo spazio personale è molto ridotto e quindi il contatto è obbligato e non si dice mai "permesso?" o "scusi!"

Contatto laterale Soprattutto al Nord, è escluso l'eccesso di

molte culture mediterranee: anche i maschi si prendono a

contatto fra uomini, visto come esibizione di

braccetto tra di loro

omosessualità o ubriachezza

nei paesi arabi: i maschi si prendono anche per mano nel resto d'Europa: come in Italia zone rurali dell'Oriente sopravvive l'abitudine di prendersi per mano tra persone dello stesso sesso in Giappone: prendersi a braccetto, camminare molto vicini,


a contatto di spalla, hanno una connotazione sessuale in Turchia e in altre zone di cerniera tra Europa ed Asia: mettere la mano sulla spalla di uno straniero significa "Caro ospite, lascia che ti guidi" Due baci sulle guance tra donne o tra donna e Bacio

uomo sono sempre ammessi, tra uomini solo in casi eccezionali (ad es.: condoglianze)

in Giappone: un bacio in pubblico, anche tra padre e figlio, è escluso categoricamente in Turchia ed in altre culture medio-orientali: il bacio è d'obbligo anche tra giovani maschi i giapponesi: preferiscono, anche ad alti livelli gerarchici, gli spazi aperti in cui esibire il proprio ruolo

Spazio personale nel luogo di lavoro

Il luogo chiuso indica maggior prestigio ma

i nordici: interpretano lo spazio aperto come una mancanza

anche maggior rispetto degli altri; il visitatore di rispetto, "Me ne frego di disturbarti" deve bussare ma spesso non attende la

in Germania o negli Stati Uniti: il visitatore comunica

risposta "avanti"

rispetto per il territorio altrui tenendo la mano appoggiata allo stipite, ma i tedeschi di solito tengono le porte chiuse, mentre gli statunitensi aperte

L'espressione del volto Esprimere emozioni, sensazioni, giudizi, pensieri con la mimica facciale è una cosa "ovvia" nell'Europa mediterranea, in Russia e in alcune aree degli Stati Uniti; ma in Europa settentrionale ci si attende che queste espressioni siano abbastanza controllate, mentre in Oriente esse sono poco gradite, tanto che si educano i bambini fin da piccoli ad una certa imperscrutabilità, alla riservatezza riguardo i propri sentimenti. In alcune culture, come quella turca, tale controllo è richiesto soprattutto alle donne, che devono essere impassibili. L'Italiano spesso esprime le proprie impressioni e sensazioni più con il viso che con le parole, attraverso una mimica facciale molto articolata. Frequentemente, infatti, facendo il resoconto del dialogo avuto con una persona ci troviamo a dire: "E poi ha fatto una faccia, come a dire…". Per noi è quindi del tutto usuale lasciar trasparire in questo modo il nostro pensiero, convinti che ciò sia indice di sincerità. Non funziona sempre così presso gli altri popoli, come ad esempio i Giapponesi, la cui rigida maschera facciale è una vera e propria necessità sociale. Difficile per loro quindi non solo interpretare i nostri segnali ma anche capirne la necessità, visto che esistono le parole per comunicare meglio e in maniera meno suscettibile di fraintendimenti la stessa cosa. Il contatto oculare si presta allo stesso tipo di fraintendimento: per quasi tutte le culture il fissare la persona che sta parlando è segno di attenzione e interesse per quello che sta dicendo; gli orientali, invece, esprimono la propria concentrazione


abbassando gli occhi o addirittura chiudendoli, in una sorta di meditazione. Altre culture, come ad esempio quella tedesca, si avvalgono della mimica, ma con meno frequenza e enfasi, e danno quindi l'impressione di essere piÚ "freddi", difficilmente infatti è possibile reperire le loro emozioni dallo sguardo o dalla piega della bocca. Infine, un cenno particolare va fatto allo "sbuffare" tipico dei francesi, che spesso gonfiano le guance e lasciano uscire rumorosamente l'aria per esprimere l'irritazione.


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