ALLEGORIDEE BLOCK DUE
CLAUDIOZIROTTI
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Inizia un nuovo quaderno e questo sempre é emozionante. Cominciare qualcosa senza sapere dove si arriverà é un buon inizio. Adoro il “caso*” , la casualità nel segno, in una macchia, in una frase che mi passa per la testa. Cerco la libertà nel poter esprimere il momento nel quale mi trovo. Passo a passo tutto si concretizza e nasce una nuova serie. Cerco la sincerità che mi stimola e la piena libertà. Vedo, mi ricordo e l’ inconscio fa il resto. Continuare senza mai finire di cercare.
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Casualità e quotidianità delle cose. Rappresentare l’arte attraverso concetti ludici, abbandonando certi valori estetici (in reazione all’Espressionismo astratto) concentrandosi sul “Non Sense”. Continuo la mia ricerca verso una libertà sempre più ampia. Cerco di sprimere il momento senza tabù o elucubrazioni estetiche per poi vedere quello che il cervello codifica ricostruendo quanto vede e interpreta. Anche il “senza senso” sempre ha senso nell’arte. Sempre può averne più di uno e questo è quello che mi stimola. Lo spettatore crea l’opera d’arte e le da il senso.
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*Dice Jean Arp: “La legge del caso, che racchiude in sé tutte le leggi e resta a noi incomprensibile come la causa prima onde origina la vita, può essere conosciuta soltanto in un completo abbandono all’inconscio. Lo affermo che chi segue questa legge creerà la vita vera e propria.” *Bruno Munari dice: ” La combinazione tra la regola e il caso è la vita, è l’arte, è la fantasia, è l’equilibrio”.
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Acqua come incontrollabilità, movimento costante, contatto. Come un dialogo continuo e personale ( l’effetto del contatto con l’acqua è differente a seconda della persona e del momento) l’acqua rappresenta la conduttibilità, il rapporto che si desidera avere o che si riceve dall’esterno. Il fumo, come entità eterea. Affascina, per la sua straordinaria capacità di cambiare continuamente forma. E’ il fumo, è reale però svanisce nel nulla. Pura futilità nel rapporto. Visibile, come l’acqua incontrollabile, in constante movimento però, intangibile. Questi due simboli, giocano tra loro come le relazioni interpersonali. Acqua e fumo in un movimento di sensazioni e illusioni, di interessi e di superficialità, di importanza e di irrilevanza.
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Dei quattro elementi l’acqua è senza dubbio uno dei più fecondi e per le caratteristiche di trasparenza e fluidità, e per una fitta simbologia. Oltre a simbolo di vita, se associa al mostruoso (l’acqua diventa paradigma di morte). Se invece è contenuta diviene specchio, con riferimento al mito di Narciso o elemento di dissolvimento, come nel fatale letto di Ofelia. Negli anni dell’Informale, l’elemento dell’acqua, associato a quello delle profondità sottomarine, è evocato dalla stessa pratica pittorica a partire dal rituale dripping di Pollock fino alle fluidità e alle profondità del colore di un Rothko o di Morris Louis; la caratteristica di elemento fluido e poco controllabile del resto suggerisce l’assunzione dell’acqua a medium artistico nella pratica del flottage (galleggiamento del colore sull’acqua), in una sorta di simbiosi tra arte e natura. E’ con gli anni sessanta, nell’ambito del Nouveau Realisme, che l’acqua con il fuoco diviene sempre più un medium utilizzato per la performance o l’installazione, come nelle “pitture d’acqua e fuoco” di Yves Klein. Sempre negli anni sessanta, l’acqua della piscina di un attore hollywoodiano, come in un famoso ciclo di opere di David Hockney, esalta invece il senso di vuoto e la superficialità; in questo solco si colloca una nota installazione di Pino Pascali (Il mare, 1967) che intende ricostruire con semplici mezzi il “mare in una stanza”, opera che anticipa il recupero di significati alchemici dell’Arte Concettuale. Gli elementi (acqua, aria, terra, fuoco) divengono motori di energia dapprima nell’Arte Povera, nelle simbologie stratificate di Joseph Beyus (Oliverstone, 1984) e in seguito più diffusamente nella pratica della performance. L’idea dell’acqua generatrice o distruttrice trova un’inedita espressione nell’uso del video e delle tecniche digitali in artisti come Bill Viola (Fuoco, acqua , respiro, 1966) o gli italiani Fabrizio Plessi e Studio Azzurro.
Il fumo in contrapposizione all’acqua.
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