PREMESSA Questo libro prende ispirazione da una serie di video pubblicati da Fabio Vetro sul suo canale con l’intento di aiutare i suoi follower nella lettura e nella esecuzione di brani con il flauto dolce o con altri strumenti. Molti utenti hanno infatti manifestato il desiderio di imparare a leggere la musica trovando in questi video un valido supporto e il loro successo ci ha indotti a realizzare questo piccolo metodo di teoria e lettura musicale con gli elementi essenziali per la lettura di facili spartiti. Cercando di conservare la stessa chiarezza e semplicità dei video ai quali ci siamo ispirati, abbiamo organizzato i principali argomenti in modo organico e progressivo. “Leggere la musica...è facile!” non vuole essere altro che questo, e non si spingerà oltre i soli elementi indispensabili che potranno aiutarci a comprendere e amare ancora di più la musica. Nella pagina dei contenuti multimediali troverete i link ai video pubblicati sul canale di Fabio Vetro e le soluzioni degli esercizi, utili per verificare la comprensione degli argomenti. Buona musica!
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INDICE
I nomi delle note e Il rigo musicale.....................................................................7 Le note sulle righe......................................................................................................8 Le note negli spazi.....................................................................................................10 Sopralinee e sottolinee............................................................................................15 La durata delle note e delle pause.......................................................................19 La lettura ritmica.........................................................................................................23 Il punto e la legatura di valore...............................................................................32 La lettura ritmica in tre quarti................................................................................34 Brani che non iniziano sul primo battito...........................................................36 Ottavo-punto-sedicesimo......................................................................................38 Le alterazioni................................................................................................................40 Il ritornello.....................................................................................................................46 I segni dinamici............................................................................................................48 Le legature di frase.....................................................................................................50 Altri segni musicali o di espressione...................................................................52 La scala cromatica......................................................................................................54 La scala maggiore.......................................................................................................56 Gli intervalli...................................................................................................................60 Maggiore e minore.....................................................................................................62 Gli accordi......................................................................................................................65 Leggere uno spartito ritmico..................................................................................70
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3 La lettura ritmica in 4 Nelle pagine precedenti abbiamo visto come leggere uno spartito in di movimenti in BATTERE e LEVARE.
4 2 4 o in 4 con un conteggio alternato
Esiste però un tempo musicale che prevede un conteggio “ternario” ossia costituito da TRE BATTITI. Questo significa che per ogni BATTUTA dovremo contare TRE BATTITI anzichè quattro. Vediamo nell’esempio che segue come viene rappresentato questo tempo:
1
levare
levare
2
3
1
battere
levare
levare
2
3
battere
Vediamo come questo si traduce nella lettura sul pentagramma:
3 & 4 œ1 3 &4 œ 1
œ2
œ3
1
œ
2
œ
œ
œ
œ3
œ1
œ2
œ3
2
3
1
2
3
1
2
3
œ
œ
œ
œ
œ
œ
3 ˙™ ˙™ & 4 ˙™ 3 ˙™ ˙™ ˙™ & 4 Se ti sarà capitato di assistere a una serata di ballo classico avrai certamente sentito un “Valzer” o una 3
“Mazurka”. Questi ritmi sono appunto in tempo di 4 e da ora potrai divertirti a riconoscerli e scandirne il tempo contando con le mani come mostrato nell’esempio. 34
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Le alterazioni Ti sarà certamente capitato di osservare la tastiera di un pianoforte. Avrai visto che tra i tasti bianchi vi sono anche dei tasti neri. Ebbene, con i tasti neri si suonano le Alterazioni. Le alterazioni o note alterate si possono suonare su tutti gli strumenti, ma l’esempio fatto sulla tastiera del pianoforte rende la loro comprensione sicuramente più semplice.
re b do #
Tasti bianchi = note naturali
do
mi b re #
re
mi
sol b fa #
fa
la b sol #
sol
si b la #
la
Tasti neri = note alterate
si
Abbiamo imparato all’inizio di questo libro la sequenza delle note DO RE MI FA SOL LA SI. Le alterazioni si trovano in mezzo ad alcune di queste note e sono riconoscibili sulla tastiera del pianoforte grazie ai tasti neri. Subito potrebbero sorgere le seguenti domande: • •
perchè i tasti neri non sono presenti tra tutte le note? perchè le note sui tasti neri hanno due nomi?
Per chiarire questi due quesiti bisogna innanzitutto comprendere il concetto di TONO e SEMITONO che in musica misura le diverse distanze tra i suoni. Dobbiamo immaginare il TONO e il SEMITONO come gradini di una scala. Per fare questo proviamo a guardare i tasti del pianoforte da un altro punto di vista.
la #
si b
sol # la b
si la
fa # sol b
sol
re # mi b
mi
do # re b
fa
Immaginiamo di dover salire su una scala e che i tasti bianchi e neri siano i gradini. Se saliamo restando sulla destra, ovvero solo sui gradini (tasti) bianchi, questi corrisponderanno alle note naturali, ovvero non alterate. Se invece saliamo tenendo la sinistra useremo anche i gradini (tasti) neri, che corrispondono alle note alterate.
re do
Come puoi vedere i tasti neri sono raggruppati a 2 e a 3, e questa sequenza si ripete in modo continuo per tutta la tastiera del pianoforte.
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I segni dinamici Nella scrittura musicale vi sono elementi che non appartengono alla ritmica o all’altezza delle note, ma indicano quale intensità (volume) dare a un suono o a una serie di suoni. Queste indicazioni si trovano sotto forma di lettere, parole complete e segni grafici e si chiamano Segni dinamici. La loro interpretazione è assolutamente intuitiva e semplice da leggere proprio perché la scrittura musicale deve essere sempre altrettanto semplice e immediata. I segni dinamici, scritti in lettere e disposti in ordine crescente di intensità, sono i seguenti:
pp - Pianissimo: il suono ha un’intensità pari a quella del parlare sottovoce.
p - Piano: il suono ha un’intensita pari al dialogo tra due persone in una biblioteca. P - Mezzo piano: il suono ha un’intensità leggermente maggiore della precedente.
F - Mezzo forte: il suono ha un’intensita pari a delle persone che discutono a tavola.
f - Forte: il suono ha un’intensita pari al professore che sta spiegando alla classe. ff - Fortissimo: il suono ha un’intensita pari al dialogo tra due persone in una strada trafficata.
L’effetto dei segni dinamici in un brano assomiglia a quello delle alterazioni momentanee, ovvero, il segno dinamico successivo annulla quello precedente. Di seguito trovi un esempio.
## 4 ˙ & 4
Forte
œ œ œ œ
f
œœ œ œœœ œœ w œ œ Piano
p
Forte
Mezzo forte
mf
f
Se dovessimo rappresentare con una linea l’intensità di esecuzione di questo esempio sarebbe così:
œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ#œ w
4 ˙ b & 4
œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ#œ w œ
Intensità crescente
ff˙ 4 b & 4Ff Pf p pp
p
mf
f
Gli stessi segni dinamici possono anche essere scritti per esteso (Forte, Mezzo piano, Piano eccetera). 48
f
dim ...............................
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p cresc. mf cresc.
f
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La scala cromatica Nel capitolo relativo alle Alterazioni abbiamo imparato il concetto di TONO e SEMITONO prendendo come esempio la tastiera del pianoforte e i suoi tasti bianchi e neri. Abbiamo anche rappresentato le distanze in Toni e Semitoni come una vera e propria SCALA nella quale, salendo e mantenendo il lato destro, incontriamo gradini a volte più alti (Toni) e a volte più bassi (Semitoni) Mantenendo invece il lato sinistro della scala (dove ci sono anche gradini/tasti neri) le distanze tra i gradini sia neri che bianchi sono sempre uguali e corrispondono a un Semitono (mezzo tono). Questo movimento graduale con distanze di semitoni si definisce in musica SCALA CROMATICA. Abbiamo anche appreso, sempre nel capitolo sulle alterazioni, come l’andamento ascendente e discendente della scala comporti un differente modo di chiamare le note alterate (tasti neri). In senso ascendente usiamo il nome con il # mentre in senso discendente il nome con il b . Ecco la rappresentazione grafica della scala cromatica ascendente e discendente. Si parte dal basso: torno indietro
Se scendiamo mantenendoci sul lato sinistro della scala, i tasti/gradini (sia bianchi che neri) avranno sempre la distanza di un semitono. In discesa useremo per i tasti neri i nomi con il
semitono
FA
semitono
MI
RE
semitono
semitono
Arrivo
RE b do #
do do
MI b RE # RE
b
semitono semitono
semitono semitono
semitono
semitono
semitono
Questa è una scala CROMATICA DISCENDENTE
semitono
semitono
SOL b
LA b
SOL SOL
LA SOL#
SI b
SI
LA #
DO
DO
SI
LA
FA #
FA
MI
Se saliamo mantenendoci sul lato sinistro della scala, i tasti/gradini (sia bianchi che neri) avranno sempre la distanza di un semitono. In salita useremo per i tasti neri i nomi con il # Questa è una scala CROMATICA ascendente
Partenza
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Maggiore e minore Abbiamo già detto più volte di quanto sia importante conoscere le note della scala cromatica e gli Intervalli ovvero le distanze tra le note di una scala. Abbiamo visto le note e quindi gli intervalli della scala maggiore. Avrai spesso però sentito parlare di scale e accordi cosiddetti MINORI. Ma cosa vuol dire MINORE, minore rispetto a cosa? Cercheremo di spiegare questo concetto e dare una risposta alla domanda senza necessariamente addentrarci in spiegazioni troppo complesse. Partiamo analizzando l’intervallo tra le note DO e MI nella scala maggiore di DO. L’intervallo tra le note DO e MI è di 4 semitoni, quindi di TERZA ma più precisamente di TERZA MAGGIORE intervallo in semitoni 0 1 2 3 4 # # do do re re mi Intervallo di TERZA MAGGIORE Ma se questo è un intervallo di TERZA MAGGIORE, esiste quindi anche una TERZA MINORE? Si, l’intervallo di TERZA MINORE non è altro che un intervallo di TERZA, minore (quindi abbassato) di un semitono. Il carattere MAGGIORE o MINORE dipende quindi dalla distanza tra la prima nota della scala, detta TONICA perchè da essa si deduce la tonalità, e la sua TERZA, detta CARATTERISTICA proprio perchè conferisce il carattere.
intervallo in semitoni 0 1 2 3 4 # do do re re# mi Intervallo di TERZA MINORE Da questo possiamo dedurre che nella scala minore cambia la sequenza tra toni e semitoni che avevamo visto per la scala maggiore. DO DO# tono
re
RE#
semitono
mi tono
fa
fa# tono
SOL sol # la tono
la# tono
si
do
semitono
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Gli accordi Leggere la musica significa anche poter eseguire uno spartito nel quale vengono indicati oltre alla linea melodica anche gli accordi per l’accompagnamento. Questa forma di scrittura fa ormai parte dell’uso comune e potremmo limitarci a imparare le posizioni degli accordi. Lo scopo di questo capitolo è invece quello di comprendere come si formano gli accordi e come conoscere le note dai quali sono formati. Dobbiamo innanzitutto dire che l’accordo è una sovrapposizione di più suoni. In realtà anche l’unione di due suoni genera un accordo, ma in questo caso è più opportuno definire l’unione di due suoni un “Bicordo”. Per ottenere un accordo dobbiamo unire almeno tre suoni con intervalli definiti. Abbiamo appreso nei capitoli precedenti le nozioni fondamentali per la costruzione degli accordi e cioè: • • • •
conosciamo la sequenza delle scale cromatiche e sappiamo quindi contare in semitoni gli intervalli conosciamo gli intervalli tra le note della scala maggiore conosciamo gli intervalli tra le note della scala minore conosciamo la differenza tra una scala maggiore e minore grazie alla sua nota “caratteristica”
Queste informazioni sono sufficienti per conoscere come sono costruiti i principali accordi. Ci limiteremo a conoscere le note che costituisco i seguenti tipi di accordi: •
Accordi maggiori - Sono composti da tre suoni e vengono indicati solo con il nome della nota (ad esempio Do, Fa, Sol eccetera);
•
Accordi minori - Sono composti da tre suoni e vengono indicati con il nome della nota seguito da una “m” minuscola (ad esempio Dom, Fam, Solm eccetera);
Ecco di seguito un esempio di spartito con sigle di accordi:
Do 4 &4 œ œ œ œ
Do
˙
Sol
˙
Do
Sol
œ œ œ œ
Do
w
Per distinguere le scale Maggiori da quelle minori abbiamo imparato a identificare l’intervallo di TERZA MAGGIORE (4 semitoni dalla tonica) e l’intervallo di TERZA MINORE (3 semitoni dalla tonica). Per la costruzione degli accordi Maggiori e minori dobbiamo individuare anche la nota che troviamo all’intervallo di QUINTA ovvero a 7 semitoni dalla Tonica.
&
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