In tutti questi anni d’insegnamento ho voluto affinare un metodo che potesse andare bene per tutti, e in particolare per chi ha poco tempo da dedicare allo studio.
La musica è un linguaggio piuttosto complesso, che richiede tempo, non solo per assimilare i concetti studiati, ma per far sì che questi diventino musica. Ottenere risultati positivi nella pratica, mentre si studia la teoria, è indubbiamente un grande incentivo nella prosecuzione del percorso di studio.
Per studiare la musica e le sue infinite possibilità con lo strumento in braccio, mi sono sempre dovuto avvalere di diversi manuali. Con questo nuovo lavoro non ho assolutamente la pretesa di proporre il manuale definitivo, ma desidero offrire un binario forte e solido, una sorta di scuola elementare della musica ben fatta, dove ci sia tutto. Poi, in seguito, ognuno potrà proseguire andando ad approfondire ogni singolo concetto: a questo proposito, alla fine del manuale, ho inserito delle indicazioni di orientamento allo studio.
In questo libro ho radunato i concetti di teoria per cominciare a comprendere la prima alfabetizzazione musicale: come funzionano le note e di conseguenza come si leggono e si scrivono attraverso altezza e durata dei suoni.
A sua volta un atto melodico può trasformarsi presto in un’unità musicale chiamata accordo, che genera l’armonia, elemento che si esprime attraverso le progressioni di accordi.
Forse i più accademici potrebbero dissentire dal sistema che uso alcune volte per spiegare determinati concetti, ma rimane il fatto che, da buon maestro delle elementari, vorrei contraddistinguermi con un linguaggio “Per Tutti”, che da sempre mi accompagna.
Per la stesura di questo manuale sono serviti tanta esperienza sul campo, il confronto con migliaia di persone e tanti anni d’insegnamento, oltre alla ricerca e al confronto con decine e decine di altri manuali di teoria e armonia.
Per questo vorrei ringraziare di cuore tutti gli allievi: in un certo senso ognuno di loro ha contribuito a rafforzare il concetto di quanto serva un linguaggio chiaro ed efficace ai fini della pratica sullo strumento. Altrimenti a che serve studiare teoria e armonia?
Ritenendomi una persona schietta e pragmatica, ho pensato quindi che ogni spiegazione andasse accompagnata da un’esercitazione pratica, da fare con la chitarra, per favorire la memorizzazione e sapersi muovere tra regole, intervalli e sequenze di note: facoltà necessaria per poter sviluppare appieno la comprensione musicale e convertirla in musica attraverso il proprio strumento.
Suonare la chitarra comporta mettere in gioco innumerevoli elementi presenti nel nostro essere, che vanno dall’atto meccanico di coordinazione e abilità manuale, alla percezione uditiva e visiva, e non di minor importanza, all’atto cerebrale richiesto per una precisa esecuzione.
Tutto ciò nel tempo può solo svilupparsi e accrescere, grazie alla comprensione abbinata alla maturità musicale e alla capacità d’ascolto.
Differenti sensibilità comportano diversi gradi di velocità di apprendimento, elementi che si riversano poi anche nella pratica; ma è indubbio che sapere è potere!
Conoscere e capire la musica non potrà che ampliare il tuo bagaglio di conoscenza e di coinvolgimento con la musica stessa.
All’inizio tutto passa dalla consapevolezza e i meccanismi saranno lenti, ma con l’esercizio e un po’ di pazienza, i risultati non tarderanno ad essere applicati direttamente sullo strumento.
Buono studio e buon divertimento!
Paolo
F. L’accordo diminuito derivato dall’accordo di settima di dominante ..................96
G. Interscambiabilità di 7/9b .......................................................................................98
H. Il modo minore naturale .........................................................................................100
I. Il modo minore armonico .......................................................................................102
J. Il modo minore melodico ........................................................................................103
K. Cadenze e progressioni minori (naturale, armonica e melodica) ......................105
L.
M. Dominanti secondarie ............................................................................................110
N. Introduzione alla dominante secondaria ..............................................................117
O. Le modulazioni ........................................................................................................121
P. Le estensioni e alterazioni degli accordi (2 4 6, all’ottava 9 11 13) ...................128
Q. Le alterazioni degli accordi (5b, 5#, 9b 11#, 13b).....................................................135
R. Abbellimenti armonici .............................................................................................138
S. L’esposizione delle voci ..........................................................................................140
5 - L’ANALISI
non solo)
A. A cosa serve l’analisi armonica ..............................................................................143
B. Esempi di analisi
C.
D.
E.
F.
6
A.
B.
7 - IL LINGUAGGIO MOdALE
A. Teoria modale ..........................................................................................................180
B. I modi della scala minore armonica e melodica ..................................................187
C. India: i Melakartas ...................................................................................................190
D. Modi cinesi...............................................................................................................196
E. Modi giapponesi ......................................................................................................197
F. Modi arabi ................................................................................................................198
G. La scala minore napoletana ...................................................................................199
8 - GUIdA ALL’APPROFONdIMENTO NELLO STUdIO
A. Consigli d’uso e libera creatività ...........................................................................200
B. Guida pratica: come studiare ................................................................................201
C. Piano di studio .........................................................................................................202
D. Cosa ti serve per un programma completo di alfabetizzazione musicale applicato allo strumento ...........................................202
E. compendio di scale e arpeggi ...............................................................................204
SOLUzIONI dEGLI ESERCIzI ..............................................................................................214 CONCLUSIONI ......................................................................................................................216
a l’alteZZa DeI suonI
In acustica i suoni vengono principalmente identificati in base alla loro frequenza. Le due entità sono legate tra loro dalla velocità di propagazione dell’onda nel mezzo. Ogni oggetto ha una serie di frequenze caratteristiche determinate dalla sua struttura fisica: queste sono le frequenze alle quali il corpo tende a vibrare con maggior intensità.
L’insieme di queste frequenze è detto insieme degli armonici naturali: l’armonico naturale di frequenza minima viene detto armonico fondamentale o nota fondamentale. Queste osservazioni sono alla base della costruzione degli strumenti musicali.
In musica invece che di frequenza si parla normalmente di altezza, data dalla sua distanza da un suono di riferimento o da quella di un altro suono d’interesse. In sintesi possiamo affermare che tendere o accorciare la parte vibrante, permette alle note di alzarsi di frequenza.
Il suono di riferimento adottato dalle orchestre moderne corrisponde alla nota “La” alla frequenza di 440 Hz (la4). Accordare significa assegnare un valore in termini di frequenza alle varie note. Il rapporto tra le frequenze di due note (che nella nostra percezione corrisponde alla differenza tra le loro altezze) è chiamato intervallo
Le note possono essere disposte e organizzate in scale musicali e in modi musicali. Le scale che si incontrano più spesso nella musica occidentale moderna sono la scala maggiore e la scala minore
L’altezza musicale, nel nostro sistema occidentale prevede una suddivisione in 12 semitoni dell’ottava musicale, che è il ripetersi della stessa nota ma raddoppiata o dimezzata di frequenza e si ripete a seconda dell’estensione dello strumento.
Vediamo come sul pianoforte la somma dei tasti bianchi e dei tasti neri sia di 12, prima che si ripeta la nota di partenza:
(12
Vediamo ora rappresentate sul pentagramma, cioè il sistema grafico per rappresentare contemporaneamente ritmo, altezza musicale e interpretazione delle note.
Grazie a cinque linee, si formano anche quattro spazi. La chiave di violino posiziona e codifica sul secondo rigo la nota SOL, che di conseguenza permette l’intera mappatura del pentagramma, con la semplice successione naturale delle sette note.
Esistono vari metodi per comprendere il contenuto di alterazioni di una tonalità. Ti propongo il seguente.Memorizza queste sequenze di note come se fossero delle filastrocche:
F C G D a e B F# C#
e poi al contrario:
C F Bb eb ab Db Gb Cb Fb
Queste sono le toniche di altrettante possibili scale maggiori che, per avere la stessa sonorità della primordiale sequenza C D E F G A B, conterranno delle note alterate dai # o dai b, con un criterio molto preciso che andiamo a vedere di seguito.
Cominciamo ragionando da C, che è l’unica tonalità che non ha alterazioni. Subito dopo troviamo il G che ha una sola alterazione (il F#) e di seguito troviamo la tonalità di D, che necessita invece di due alterazioni (il F#e il C#), sempre per poter mantenere gli stessi intervalli di C. Come puoi vedere il numero di alterazioni per # aumenta progressivamente da una tonalità all’altra.
A questo punto la spiegazione per esteso si fa sempre più complessa e quindi utilizzo uno schema per esporti il progressivo avanzamento delle altre tonalità.
sCHema Delle tonalItà Con I DIesIs
C MAGGIORE (La minore) Nessuna alterazione
G MAGGIORE (Mi minore) 1 alterazione: F#
D MAGGIORE (Si minore) 2 alterazioni: F#, C#
A MAGGIORE (Fa# minore) 3 alterazioni: F#, C#, G#
E MAGGIORE (Do# minore) 4 alterazioni: F#, C#, G#, D#,
B MAGGIORE (Sol# minore) 5 alterazioni: F#, C#, G#, D#, A#,
F# MAGGIORE (Re# minore) 6 alterazioni: F#, C#, G#, D#, A#, E#,
C# MAGGIORE (La# minore) 7 alterazioni: F#, C#, G#, D#, A#, E#, B#
Regole per i # (diesis)
1. Per sapere quanti # ci sono in una tonalità, si conta progressivamente da C (che comincia con zero alterazioni) passando poi a G che ne contiene una e così via, utilizzando la successione memorizzata.
2. Per sapere quali sono le alterazioni di queste tonalità, si utilizza il numero di posizionamento nella filastrocca utilizzando se stessa, ma partendo da F, prima nota alterata e sempre presente. Esempio: per il B che è in quinta posizione rispetto a C, si conteranno cinque alterazioni e quindi avrà F C G D A (sempre #), per poter ottenere gli stessi intervalli e quindi la stessa sonorità della scala maggiore di C.
sCHema Delle tonalItà Con I BemollI
C MAGGIORE (La minore) Nessuna alterazione
F MAGGIORE (Re minore) 1 alterazione: Bb,
B
b MAGGIORE (Sol minore) 2 alterazioni: Bb, Eb
E
b MAGGIORE (Do minore) 3 alterazioni: Bb, Eb, Ab
A
b MAGGIORE (Fa minore) 4 alterazioni: Bb, Eb, Ab, Db
D
G
C
b MAGGIORE (Sib minore) 5 alterazioni: Bb, Eb, Ab, Db, Gb
b MAGGIORE (Solb minore) 6 alterazioni: Bb, Eb, Ab, Db, Gb, Cb
b MAGGIORE (Dob minore) 7 alterazioni: Bb, Eb, Ab, Db, Gb, Cb, Fb
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La stessa logica di progressione si può applicare alle dominanti secondarie, creando una progressione tipica denominata “giro delle settime”. In sintesi, ogni accordo è la dominante di quello che segue.
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Ogni accordo è il VI grado superiore del precedente o il III inferiore.
Dominante della dominante secondaria
Dominante secondaria
Dominante
5b 9b
5b 9b
a7 D7 G7
5b 9b
sostItuZIone DI trItono
eb7/5b
Bb7° a7
C#7° C7
diminuiti 9b
e7° eb7
G7° Gb7
ab7/5b
eb7° D7
F#7° F7
Db7/5b
ab7° G7
B7° Bb7
C7° B7 9b
a7° ab7
D7° Db7
F7° e7 9b
Interscambiabilità di settima di dominante
Nella teoria musicale, una modulazione è un cambio di tonalità all’interno di un brano. Ci sono tantissimi sistemi per poter cambiare tonalità.
Vediamo insieme i principali sistemi per far cambiare tonalità ad una progressione armonica.
Cambio di modo - tonalità parallele
Arrivati a questo punto abbiamo sviscerato parecchi argomenti che ruotano intorno alla tonalità e alle sue molteplici progressioni armoniche, che potranno quindi risentire di sostituzioni tonali attraverso i gruppi divisionali, piuttosto che ottenere diverse qualità di tensione attraverso la sostituzione di tritono o degli accordi diminuiti dall’accordo di settima di dominante.
La conoscenza della dominante secondaria ci ha fatto intravedere l’opportunità di cambiare tonalità, e, nel fare questa operazione, vorrei cominciare dalla modulazione più semplice di tutte, ovvero il cambio di modo, cioè da maggiore a minore o viceversa.
Per tonalità parallele si intendono le tonalità che hanno in comune la stessa tonica ma che si distinguono tra loro perché una è minore e l’altra è maggiore; per esempio C maggiore e C minore.
L’accordo di C7 è formato dalla fondamentale (C), dal terzo grado maggiore (E), dal quinto grado giusto (G) e dal settimo grado minore (Bb). Questo accordo può essere alterato con l’aggiunta del secondo o nono grado eccedente (D#).
L’accordo di C7 è formato dalla fondamentale (C), dal terzo grado maggiore (E), dal quinto grado giusto (G) e dal settimo grado minore (Bb). Questo accordo può essere alterato con la sostituzione del quinto grado giusto (G) con il quinto grado diminuito (Gb).