Fabio Testa - Primi Bassi - Pagine campione

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introduzione

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PRIMI BASSI

Ciao, sono Fabio Testa ed amo alla follia le note gravi! Il mio incontro con il basso elettrico fu una vera e propria folgorazione! Sin dalla scoperta del fascino immenso delle basse frequenze e di questo strumento (con il conseguente studio metodico dello stesso) non ho mai potuto fare a meno di divulgare tutto ciò che lo riguarda. Assecondando questa naturale vocazione tramite il canale YouTube Bass Community e tutti i profili social correlati, Il mio lavoro online ha sempre avuto lo scopo di creare un punto di riferimento per i bassisti (o aspiranti tali) italiani. Sembra assurdo, ma ancora oggi c’è tantissima gente che non distingue visivamente un basso da una chitarra e che non ha idea di quale sia il ruolo dello strumento in una band, cadendo molto spesso in luoghi comuni come “il basso fa bum bum” o “il basso non si sente”. In effetti i suoni gravi, specie se adeguatamente amplificati, fanno vibrare i muri e i pavimenti e si sentono “nello stomaco” ancor prima che nelle orecchie, e questo conferisce a queste frequenze un qualcosa di primordiale… Ma la loro funzione va ben oltre! Il ruolo principale del basso è quella di fornire un sostegno ritmico-armonico alla musica. Esso si colloca tra la batteria-percussioni e gli strumenti del range acuto, costituendo il vero collante di un brano. Quando si scopre ciò che fa il basso (magari evitando di ascoltare musica solo dagli altoparlanti dei cellulari come purtroppo fanno oggi molti ragazzi), non si può più fare a meno di cercarlo ed individuarlo in ogni cosa che si ascolta. Oggi la prima cosa che viene fatta da un ragazzo che approccia un qualsiasi strumento musicale, è la ricerca di tutorial su Internet. Se già per strumenti più inflazionati come la chitarra, questo si traduce spesso nell’essere “sopraffatti” da una quantità infinita di materiale caotico e disordinato, questo è ancor più vero per il basso elettrico, specie se si cercano contenuti in italiano. Di qui l’idea di creare per YouTube Italia, una serie di video lezioni che potessero fornire ai bassisti in erba uno strumento efficace per praticare correttamente i fondamenti del basso elettrico senza essere sballottati da un argomento ad un altro senza alcuna logica di continuità e in balia di contenuti clickbait ma di scarso valore didattico. Questo metodo cartaceo rappresenta la naturale integrazione ai video della serie Primi Bassi presenti sul Web: collegandosi ad essi li riordina in un percorso strutturato, e fornendo le dovute integrazioni e approfondimenti, trasforma Primi Bassi in un corso completo dedicato ai principianti e a tutti quelli che vogliono rivedere i fondamentali del basso elettrico in un’ottica più consapevole. Buona Pratica!

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INDICE Introduzione ........................................................................................................................... 3 Capitolo 1 - Il basso elettrico Un po’ di storia ................................................................................................................ 6 Anatomia del basso ........................................................................................................ 7 Precision e Jazz .............................................................................................................. 7 Amplifichiamoci ............................................................................................................... 9 Accordiamoci ................................................................................................................... 10 Capitolo 2 - L’impostazione Imbracciare il basso ........................................................................................................ 13 Impostiamo la mano destra ........................................................................................... 14 (Teoria) basi della notazione per basso ....................................................................... 17 Il muting delle corde a vuoto ......................................................................................... 22 Impostiamo la mano sinistra .......................................................................................... 23 Primi brani ........................................................................................................................ 27 Capitolo 3 - Leggiamo e suoniamo (Teoria) Le pause, il punto coronato, i segni di ripetizione ........................................ 30 Esecuzione delle pause.................................................................................................. 31 Suoniamo una linea di basso ......................................................................................... 34 Prime letture .................................................................................................................... 35 Capitolo 4 - La scala cromatica e le note sulla tastiera (Teoria) Toni e semitoni, l’ottava, l’estensione del basso ........................................... 38 Scala cromatica per corda ............................................................................................. 41 Scala cromatica a due ottave su tutte le corde .......................................................... 43 Schema della tastiera ..................................................................................................... 46 Capitolo 5 - Gli intervalli: i “mattoni” della musica (Teoria) Alterazioni, linee d’ottava, tablatura e diteggiature ...................................... 47 Suoniamo una melodia ................................................................................................... 49 (Teoria) Gli intervalli, consonanza e dissonanza ......................................................... 50 Memorizziamo gli intervalli ............................................................................................ 55 Ear training ....................................................................................................................... 59 Capitolo 6 - Quinta e ottava (Teoria) La serie degli armonici naturali, l’importanza delle note gravi .................... 60 Tonica, quinta, ottava ..................................................................................................... 62 La diteggiatura 1-2-4 / 1-3-4 ......................................................................................... 62 (Teoria) Partiture con sigle, il punto d’espressione ..................................................... 64 Suoniamo con tonica, quinta e ottava .......................................................................... 66 Capitolo 7 - Triadi maggiori (Teoria) Circolo delle quinte, legatura e punto di valore ............................................ 68 Triadi maggiori nei primi 4 tasti ..................................................................................... 70 Triadi maggiori su tutto il manico .................................................................................. 70 La posizione allargata ..................................................................................................... 71 Suoniamo con le triadi maggiori .................................................................................... 72 Capitolo 8 - Triadi minori e rivolti Triadi minori nei primi 4 tasti ......................................................................................... 74 Triadi minori su tutto il manico ...................................................................................... 75 Suoniamo con le triadi minori ........................................................................................ 76 Rivolti delle triadi ............................................................................................................. 77 Rivolti delle triadi su tutto il manico .............................................................................. 78 Suoniamo con i rivolti maggiori e minori ...................................................................... 81 4

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Capitolo 9 - Triadi diminuite e aumentate (Teoria) Triadi come sovrapposizione di terze, le quattro specie di triade .............. 82 Triadi diminuite nei primi 4 tasti .................................................................................... 83 Triadi diminuite su tutto il manico ................................................................................. 84 Rivolti delle triadi diminuite ............................................................................................ 84 Suoniamo con le triadi maggiori, minori e diminuite ................................................... 85 Triadi aumentate nei primi 4 tasti ................................................................................. 86 Triadi aumentate su tutto il manico .............................................................................. 87 Rivolti delle triadi aumentate ......................................................................................... 87 Mettiamo insieme tutte le triadi e i rivolti ..................................................................... 88 (Teoria) I sedicesimi ........................................................................................................ 89 Suoniamo con tutte le triadi .......................................................................................... 91 Capitolo 10 - Quadriadi (Teoria) Costruzione quadriadi, terzina, shuffle e ghost notes ................................. 93 Quadriadi costruite a partire da una triade maggiore ................................................ 95 Quadriadi costruite a partire da una triade minore ..................................................... 96 Quadriadi costruite a partire da una triade diminuita ................................................. 97 Quadriadi costruite a partire da una triade aumentata .............................................. 98 Studio delle quadriadi..................................................................................................... 99 Le sigle degli accordi ...................................................................................................... 100 Quadriadi e walking bass ............................................................................................... 101 Primi “bassi che camminano”......................................................................................... 102 Appendice - Esercizi di tecnica Cromatici .......................................................................................................................... 105 Salto di corda .................................................................................................................. 107 Hammer on e pull off ...................................................................................................... 109 Conclusioni ............................................................................................................................. 111

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Anatomia del basso

Fig. 2 - Fender Jazz Bass

Precision e Jazz Yin o Yang? Beatles o Rolling Stones? Mac o PC?… Precision o Jazz? Tra le tante dicotomie esistenti, quest’ultima è il dilemma di molti bassisti. Per quale motivo? Come abbiamo già detto, il basso elettrico prodotto in serie è stato inventato da Leo Fender nel 1951; il primo modello fu chiamato Precision Bass poiché la tastatura del manico consentiva una precisione di intonazione delle note che i contrabbassisti si sognavano. Il Precision Bass del 1951, unico modello di basso Fender in commercio per buona parte degli anni ’50, era uno strumento spartano, con un solo pick-up single-coil (a bobina singola) e un manico “importante”. Nel 1957 il Buon Leo Fender decise di aggiornarlo, creando la versione del Precision Bass che molti di noi oggi conoscono.

Fig. 3 - Fender Precision Bass

La più grande innovazione, oltre alla forma del corpo e della paletta che cambiano, è l’introduzione del pick-up split-coil, ovvero a due bobine, che era molto più silenzioso del precedente single-coil, e donava al basso un suono peculiare, grosso ma allo stesso tempo ricco di frequenze medie. Questo suono divenne negli anni un vero e proprio punto di riferimento (e lo è tutt’oggi). I dischi sui quali sentiamo all’opera un Precision sono innumerevoli, e spaziano da generi quali il Pop e l’R&B (si pensi alla sterminata discografia della Motown Records) al Rock e al Metal (Pink Floyd, Iron Maiden e tantissimi altri). 7

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Sento già qualcuno di voi dire: “io voglio suonare metal e voglio tenere il basso ad altezza inguine come Steve Harris”, oppure “il mio mito è Mark King, voglio slappare da pazzi come lui tenendo il basso sotto l’ascella”. Come dico sempre… Quando si studia si studia e quando si suona si suona! Se in futuro vorrete provare ad assumere l’impostazione del vostro beniamino sentitevi liberi di farlo, ma acquisire una tecnica corretta passa per una postura ergonomica e che non affatichi le articolazioni e i tendini, per cui ora seguite i miei consigli! Anche la sedia è importante: deve avere l’altezza giusta (preferite sempre sedie regolabili tipo quelle da ufficio), uno schienale bello dritto ed ergonomico che supporti la schiena a dovere, e non deve avere braccioli (se li ha smontateli). Nella figura 11 vediamo quale deve essere la nostra posizione di partenza: stiamo dritti, ben appoggiati allo schienale, spalle e braccia rilassate. In questa posizione il basso deve stare su da solo. A questo punto siamo pronti per impostare le mani.

Fig. 11 – la nostra posizione di partenza

Impostiamo la mano destra Dalla posizione in figura 11, con spalle rilassate e braccia che scorrono lungo il corpo, portiamo il braccio destro davanti al corpo del basso (o body), facciamo scorrere la mano destra verso l’alto e troviamo il nostro appoggio con il pollice sul pick-up (se il basso ha due pick-up, per ora prendiamo come riferimento quello al manico).

Fig. 12 – posizione della mano destra

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Il mio consiglio è di praticare un rigo a settimana (quattro combinazioni), senza fretta di fare tutto subito. Così facendo stimolerete correttamente la memoria muscolare ad apprendere le diverse diteggiature rendendole agevoli e automatiche. Una volta arrivati nei primi quattro tasti, rifate tutto al contrario risalendo verso la posizione iniziale. Ricordatevi che quando intervengono tensioni o dolori di ogni genere, dovete fermarvi, sciogliere il braccio lungo il corpo, fare un bel respiro e ripartire dal punto in cui eravate arrivati, avendo cura di controllare la corretta posizione di gomito, polso, nocche e dita della mano sinistra. Man mano che vi impratichite con l’esercizio e che il tutto viene fluido e naturale, potete iniziare ad usare il metronomo e preoccuparvi del fattore tempo. Iniziate con un tempo di 60 in quarti per poi portarlo su lentamente. Andando avanti potete iniziare a farlo in ottavi, suonando quindi una nota sul battere (piede giù) e una sul levare (piede su). Una volta che avete esaurito tutta la tabella, ricominciate dall’inizio aggiungendo un grado di difficoltà (ad esempio una velocità metronomica maggiore). Per essere efficace questo esercizio deve diventare parte della vostra routine giornaliera di studio: fatelo spesso, curando la posizione, il suono, la durata delle note, il timing. Ricordate che è sempre più efficace una pratica breve ma costante di una partica lunga ma saltuaria.

Primi brani A questo punto abbiamo impostato la nostra tecnica, sappiamo pizzicare le corde e tastare le note nel modo corretto… Siamo già pronti ad accompagnare alcuni brani famosi. Non ci credete? Vediamo alcuni giri di basso semplici. Vi basterà suonare poche note, ripeterle ciclicamente e usare il vostro orecchio e il vostro senso ritmico per seguire la musica.

Giro 1 Suonate questo SOL:

Poi una corda a vuoto di RE, e quindi una corda a vuoto di LA; Di nuovo il SOL di prima, una corda a vuoto di RE, e questo dO:

Con questo giro potete accompagnare un brano come Knockin on heaven’s door di Bob Dylan. 27

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capitolo 3

Leggiamo e suoniamo

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VIDEO ONLINE

“Per introdurre questo argomento e farvi capire bene la sua importanza inizierò col dire che ad ogni figura musicale di base vista nel capitolo precedente corrisponde una pausa di uguale durata importante quanto la figura stessa se non di più vediamo insieme come si eseguono le pause sul basso elettrico”. Se scrivo così, come vi risulta la lettura? Sicuramente difficoltosa. Le pause sono importantissime, tanto in un testo (dove sono espresse dalla punteggiatura), quanto in musica. Un brano musicale senza “respiri” risulterebbe pesante e incomprensibile già dopo pochi secondi, così come un discorso troppo serrato. Sebbene in generi come la musica classica, i silenzi vengano interpretati (come del resto anche le note), le pause in musica sono delle vere e proprie “note di silenzio” che hanno durate ben precise, e che hanno la stessa importanza delle note suonate. Quando si suona sul click, bisogna curare la durata di una pausa esattamente come si fa con quella di una nota, e in questo capitolo vedremo come fare.

Le pause, il punto coronato e i segni di ripetizione Vediamo le pause corrispondenti alle figure musicali di base viste precedentemente:

La pausa da 4/4 è un rettangolino che si applica sul pentagramma sotto il 4° rigo.

La pausa da 2/4 è sempre un rettangolino, ma si applica sopra il 3° rigo.

Le pause da 1/4 e da 1/8 si collocano in partitura rispettivamente come segue.

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Nella musica occidentale si fa riferimento a una frequenza per accordare gli strumenti che è il LA a 440 Hz. Se noi prendiamo questa frequenza e la raddoppiamo o dimezziamo, lo spazio che c’è tra il primo e il secondo LA lo chiamiamo OTTAVA. Chiaramente ho fatto riferimento al LA ma potevo far riferimento a qualsiasi altra nota, l’ottava è lo spazio che c’è tra una frequenza (o nota) e il suo doppio, o la sua metà.

Nel nostro sistema musicale, detto SISTEMA TEMPERATO, l’ottava viene suddivisa in dodici intervalli perfettamente uguali tra loro, ognuno dei quali prende il nome di SEMITOnO. Due semitoni formano un TOnO. Questi dodici semitoni formano la cosiddetta SCALA CROMATICA.

Ci sono dunque dodici suoni all’interno di un’ottava e circa una decina di ottave nel nostro campo di udibilità. Il basso elettrico a 4 corde ha un’estensione di 3 ottave circa, vediamola in rapporto a quella di un pianoforte:

Ma come chiamiamo queste dodici note presenti nell’ottava? Purtroppo la nomenclatura ancora oggi in uso non è la più razionale possibile, in quanto la storia del linguaggio musicale è stata lunga e travagliata, e il sistema temperato è stato una conquista relativamente recente. I nomi usati per identificare le note infatti sono solo sette, e corrispondono ai tasti bianchi del pianoforte: DO RE MI FA SOL LA SI. 39

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Possiamo proseguire sempre allo stesso modo, scegliendo al momento, di volta in volta, la “strada” da fare. Ogni volta che terminiamo una diteggiatura da quattro, ovunque siamo sulla tastiera, possiamo muoverci avanti sulla stessa corda, oppure salire di corda spostandoci un semitono indietro. Concluderemo la scala cromatica a due ottave scivolando col mignolo dal FA# al SOL in questa posizione:

Per la scala cromatica discendente procediamo (così come abbiamo fatto sulle singole corde) con tutte e quattro le dita giù per poi sollevarle man mano. iniziamo col mignolo sul SOL al dodicesimo tasto, eseguiamo la diteggiatura 4-3-2-1, e per proseguire abbiamo sempre due possibilità: 1. ci muoviamo indietro sulla stessa corda; 2. ci spostiamo sulla corda più grave, ma un tasto avanti.

E anche qui concluderemo la scala cromatica scivolando (con l’indice questa volta), dal LAb al SOL in questa posizione:

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capitolo 10 Quadriadi

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Utilizzando le triadi e i loro rivolti abbiamo imparato a suonare su accordi maggiori, minori, diminuiti ed aumentati. Come bassisti, con questo materiale armonico possiamo già accompagnare efficacemente qualsiasi brano. Tuttavia quando dal classico canzoniere passiamo alla musica più colta, agli standard Jazz e ai grandi autori pop come Stevie Wonder o Pino Daniele, di fronte ad accordi con sigle come maj7, m7, m7(b5), dim7, aug7 potremmo sentirci smarriti. Si tratta dei cosiddetti “accordi di settima”, generati dalle quadriadi, che come dice il nome stesso sono costituite da quattro note. le nostre triadi funzionano efficacemente anche su questi accordi, ma la settima è un chord tone (nota dell’accordo) molto importante, che nel concludere il nostro percorso di studio dell’armonia di base, impareremo ad utilizzare.

Costruzione quadriadi, terzina, shuffle e ghost notes Come abbiamo visto nel capitolo precedente, una triade è costituita da due intervalli di terza sovrapposti:

Per costruire una quadriade aggiungeremo un ulteriore intervallo di terza:

Questa nota costituisce, rispetto alla fondamentale, un intervallo di settima; per questo motivo le quattro note suonate simultaneamente generano un accordo di settima. A decretare il tipo di quadriade (e quindi di accordo) che avremo saranno la triade di partenza e la qualità dell’intervallo di settima aggiunto.

La terzina e lo “shuffle” La terzina è una figura ritmica costituita da tre note di uguale durata; nella sua forma più comune la troviamo come terzina di crome, che consiste di tre note che devono essere scandite in un solo movimento da 1/4. Si tratta in pratica di una divisione ternaria del beat, e non più binaria, e viene indicata in partitura con un numero 3 posto sotto o sopra le note che la compongono.

Il miglior modo per scandirla correttamente, dando ad ognuna delle sue tre note uguale durata, è quello di associare alla terzina una parola di tre sillabe come na-po-li o ci-ne-ma, per poi pronunciarla su ogni battito del click quando la suoniamo. 93

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Per ognuna delle tipologie di triade viste finora abbiamo due tipologie di quadriade; vediamole insieme ordinandole in base alla triade di partenza e facendo riferimento alla solita fondamentale dO. Per le diteggiature faremo invece riferimento, come in precedenza, alla fondamentale RE.

Quadriadi costruite a partire da una triade maggiore MAGGIORE SETTIMA – sigla dell’accordo: Cmaj7, C² Aggiungendo a una triade maggiore un intervallo di settima maggiore si avrà una quadriade di settima maggiore. Diteggiature - quadriade Dmaj7 (RE – FA# – LA – DO#) diteggiatura 1:

diteggiatura 2:

diteggiatura 3:

SETTIMA – sigla dell’accordo: C7 Aggiungendo a una triade maggiore un intervallo di settima minore si avrà una quadriade di settima, anche detta settima di dominante. Diteggiature - quadriade D7 (RE – FA# – LA – DO)

diteggiatura 1:

diteggiatura 2:

diteggiatura 3:

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