Dal cuore dell’Asia, l’energia del futuro From the heart of Asia, the energy of the future
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e ni’s way monografie Anno II - Numero 1 - 2007
Dal cuore dell’Asia, l’energia del futuro From the heart of Asia, the energy of the future
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editoriale
Il grande serbatoio di domani
Il Kazakhstan è uno dei paesi più estesi del mondo, tra le oasi iraniche dell’Asia Centrale e il mondo delle foreste siberiane. Eni è stata la prima azienda ad avere rapporti con il Paese asiatico nel 1992. Nei quindici anni sono stati realizzati progetti petroliferi molto importanti, soprattutto quello di Kashagan. E ora un nuovo accordo. di
paolo scaroni
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il paese delle 120 etnie, quello del famoso condottiero Gengis Khan, delle sconfinate steppe e delle yurta, le tradizionali abitazioni dei nomadi. E naturalmente, inutile dirlo, quello del petrolio di cui questa terra è ricca. Oggi il Kazakhstan è uno Stato importante, tra le potenze energetiche più influenti del pianeta, e pronto a occupare il suo posto nel mondo. Le riserve di idrocarburi, nascoste nelle viscere del Paese, lo hanno reso oggetto di grande interesse non solo da parte dell’industria petrolifera, ma anche dell’opinione pubblica che segue sulle pagine dei giornali le complesse questioni che gravitano intorno
Le soluzioni
The technological
tecnologiche adottate
solutions adopted
per lo sviluppo del
for the giant
giacimento gigante
Kashagan oilfield
di Kashagan sono
are among the most
tra le più innovative
innovative ones
mai realizzate
ever applied
dall’industria
in the oil
del petrolio.
industry.
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allo sviluppo delle risorse energetiche e del loro approvvigionamento. Le statistiche più recenti valutano le riserve certe del Kazakhstan a trenta miliardi di barili con un potenziale di crescita di tre o quattro volte superiore. I nomi esotici dei più importanti giacimenti sono diventati familiari anche al vasto pubblico dei lettori dei quotidiani, a partire da Kashagan, la più grande scoperta petrolifera al mondo negli ultimi trent’anni, per arrivare a Karachaganak ed a Tengiz. Nella vasta geografia dei paesi in cui Eni opera per la ricerca e lo sfruttamento degli idrocarburi, l’ingresso in Kazakhstan è relativamente recente. In questo Paese che si estende per tre fusi orari, grande 9 volte l’Italia, ponte geografico con l’Estremo Oriente e in cui vivono quindici milioni di persone, Eni è arrivata nel 1992, un anno dopo l’indipendenza, raggiunta con la caduta dell’Unione Sovietica. Fu un momento importante che coincise con l’avvio di un profondo cambiamento politico e sociale, sostenuto da spinte di rinnovamento che hanno impresso un’accelerazione molto forte allo sviluppo economico. Eni, con la sua presenza su larga scala, ha segnato una tappa importante nelle relazioni tra i due paesi che si sono allargate a settori diversi da quello petrolifero, come quello delle costruzioni, dei trasporti e del commercio. Grandi opportunità possono nascere in un paese dove è in corso un processo di modernizzazione che ha bisogno di infrastrutture e nuove tecnologie. Nel corso di questi quindici anni, Eni ha guidato progetti petroliferi molto importanti. Ancor prima di Kashagan, che è indubbiamente la più grande sfida tecnologica e gestionale dell’industria petrolifera moderna per la sua estrema complessità, il Kazakhstan ha assegnato a Eni, insieme all’inglese BG, lo sviluppo di un altro grande giacimento di complessità simile, quello di Karachaganak nel Kazakhstan nord-occidentale con cinque miliardi di barili di riserve. In questo giacimento si producono petrolio e condensati dai suoi strati più profondi e si reiniettano nelle parti superiori parte del gas associato. Per l’evacuazione del petrolio e dei liquidi del gas naturale il Consorzio KPO ha realizzato un oleodotto di circa 640 chilometri che collega il campo di Karachaganak sia con l’oleodotto Atyrau (Kazakhstan)-Samara (Federazione Russa) sia con l’oleodotto del Caspian Pipeline Consortium (CPC). Il rimanente condensato non stabilizzato ed il gas naturale non reiniettato sono inviati al vicino centro petrolifero e petrolchimico di Orenburg, nella Federazione Russa. Nel giugno 2007 è stato firmato un accordo tra il Consorzio KPO e la joint-venture KazRosGaz (KazMunaiGaz - Gazprom) che prevede il conferimento a quest’ultima, a partire dal 2012, di circa 16 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale non trattato. Questo accordo segna un’ulteriore tappa nello sviluppo del giacimento di Karachaganak, creando le condizioni per l’avvio della Fase 3 del progetto che consentirà lo sfruttamento aggiuntivo di oltre 2 miliardi di barili di petrolio equivalente di riserve di gas e petrolio. Le cronache di questi ultimi mesi hanno fatto conoscere all’opinione pubblica un altro
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editorial
Kazakhstan is one of the largest countries on earth, spreading between the Iranic oases of Central Asia and the world of Siberian woodlands. Eni was the first enterprise to enter into relations with the Asian country in 1992. After 15 years of independence this great nation is experiencing profound political and social change, moving to a new phase, backed up by economic advance.
The great tank of tomorrow by
paolo scaroni
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his is the Country of 120 ethnic groups, the Country of famed commander Genghis Khan, of boundless steppes and of the yurtas, the nomads’ traditional homes. And of course, it goes without saying, it is also the country of petroleum, of which there is plenty in this land. Kazakhstan today is an important country, among the most influential energy powers on the planet and ready to take up its place in the world. The hydrocarbon reserves hidden in the bowels of this Country have turned it into an object of great interest not only on the part of the oil industry but also of the general public which follow the complex issues revolving around the development and procurement of energy resources. According to the latest statistics, Kazakhstan’s proved reserves amount to 30 billion barrels and a growth potential of 3-4 times The exotic names of the largest deposits have grown familiar also to the large public of newspaper readers, from Kashagan, the biggest oil discovery in the last 30 years, to Karachaganak and Tengiz. In the vast geography of the countries where Eni is at work for exploration and development of hydrocarbons, Eni’s entry into Kazakhstan is relatively recent. This country spanning three time
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In Kazakhstan Eni ha investito moltissimo in termini di impegno e risorse umane accumulando un patrimonio di conoscenze e di esperienze indispensabile per affrontare le sfide future dell’industria petrolifera.
importante progetto, quello per lo sviluppo del giacimento di Kashagan, nel quale è impegnato un Consorzio guidato da Eni e formato da alcune tra le principali oil company internazionali. Stiamo parlando della più grande scoperta degli ultimi trent’anni che consentirà di estrarre un milione e mezzo di petrolio al giorno, quasi quanto ne consuma l’Italia ogni giorno. Ad Astana, recentemente, è stato raggiunto, con grande soddisfazione, l’accordo per lo sfruttamento del giacimento di Kashagan, dopo che il governo del Kazakhstan ha chiesto al Consorzio di rinegoziare il contratto esistente. Eravamo e rimaniamo operatori dell’importante fase sperimentale. Una nuova struttura organizzativa consentirà a tutti i principali operatori di lavorare insieme per le fasi successive di produzione. Un accordo molto equilibrato, tenendo conto che abbiamo rinegoziato un contratto firmato nel 1997, quando il petrolio valeva 12 dollari al barile e lo abbiamo dovuto adattare alle condizioni del mercato attuale. Eni rimane dunque protagonista del più grande progetto dell’industria petrolifera che ci sia oggi al mondo
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Eni has done huge investments in Kazakhstan in terms of commitment and human resources gathering together knowledge and experience that are indispensable to handle the future challenges in the oil industry.
zones, nine times as large as Italy and with a 15 million population, is a geographical bridge with the far East. Eni arrived there in 1992, one year after Kazakhstan achieved independence after the fall of the Soviet Union. It was an important moment that coincided with the start of a deep social and political change, backed by a thrust for renewal which gave a very strong acceleration to economic development. Eni, thanks to its large scale presence, has played an important role in the relations between Kazakhstan and Italy, which have expanded to other sectors, such as construction, transportation and trade. Great opportunities can arise in a country undergoing a modernisation process with a need for infrastructure and new technologies. In the past 15 years, Eni has led very important oil projects. Even before Kashagan, which is no doubt the biggest technological and operational challenge for contemporary oil industry owing to its extraordinary complexity, Kazakhstan had assigned to Eni, jointly with Britain’s BG, the development of another big field of similar complexity, the Karachaganak field in north-west Kazakhstan, with 5 billion barrels of reserves. In this field oil and condensates are produced from its deepest layers and part of the associated gas is re-injected into upper layers. To remove crude oil and natural gas liquids, the KPO Consortium built a pipeline some 640 km long, that connects the Karachaganak field to the Atyrau (Kazakhstan)- Samara (Russian Federation) oil pipeline and also to the Caspian Pipeline Consortium (CPC) duct. The remaining unstabilized condensate and the natural gas that is not re-injected are sent nearby to the oil and petrochemical centre at Oremburg, in the Russian Federation. In June 2007 the KPO Consortium and KazRosGaz, a KazMunaiGaz – Gazprom joint venture, signed an agreement to supply the latter 16 billion cubic meters a year of unprocessed natural gas starting in 2012. This agreement marks a new stage in the development of the Karachaganak field, enabling it to move on to Phase 3 of the project which will allow to put to use an additional two billion barrels of oil equivalent of oil and gas reserves. News reports in the past few months let the general public know about another major project, the one about the development of the Kashagan field, in which a Consortium led by Eni and including some of the most important international oil companies is at work. We are talking about the largest oil discovery of the past 30 years which will make it possible to pump a million and a half barrels of oil a day, nearly as much as Italy uses every day. Recently at Astana an agreement was reached, to great satisfaction, for the development of the Kashagan field, following the request by the Kazakh government, to renegotiate the previous contract. Eni was and still is operator of the important experimental phase. A new organizational structure will allow all main operators to work jointly in the following production phases. It is a well-balanced agreement, taking into account that we renegotiated a contract that had been signed in 1997, when the oil price was 12 dollars a barrel and had to
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e che consentirà di sviluppare conoscenze fondamentali per creare un vantaggio competititivo. Molto si è scritto sulle discussioni in corso tra questo Consorzio e il governo del Kazakhstan per rinegoziare il contratto in essere. Queste rinegoziazioni sono prassi comune nell’industria del petrolio soprattutto quando lo senario di mercato registra profondi cambiamenti come è accaduto negli ultimi mesi. Basti pensare che Eni solo quest’anno ha rinegoziato gli accordi in essere con Paesi strategici dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico come la Libia e l’Algeria. Tuttavia, anche alla luce di alcuni punti in discussione tra le parti, come per esempio lo slittamento dei tempi della messa in produzione del giacimento, non sempre si è colta la difficoltà di questo progetto che è certamente tra i più complessi conosciuti fino ad oggi dall’industria del petrolio e che richiede per il suo sviluppo le migliori risorse tecnologiche e gestionali disponibili. Il giacimento è localizzato a 5.000 metri sotto il livello del mare a una pressione elevatissima. Per di più, fatto di particolare criticità, nel petrolio c’è un’alta concentrazione di acido solfidrico con valori che oscillano tra il 16 e il 20%. La presenza di questo gas, letale per l’uomo, impone soluzioni innovative per garantire la sicurezza delle persone e delle operazioni in un’area dove l’equilibrio ambientale è particolarmente fragile. Lo slittamento della produzione, originariamente programmata per il 2008 e successivamente prevista avere inizio nel terzo trimestre del 2010, è dovuto proprio agli studi progettuali eseguiti nel corso del 2004-2005 per ottimizzare la sicurezza e l’operabilità degli impianti. Le soluzioni tecnologiche adottate per lo sviluppo del giacimento gigante di Kashagan, che se fosse in Lombardia si estenderebbe da Milano a Bergamo, sono tra le più innovative mai realizzate dall’industria del petrolio. In un mare ghiacciato per almeno quattro mesi l’anno, con temperature che raggiungono i 40° sotto zero d’inverno ed i 45° d’estate e con una profondità dell’acqua che non consente di operare come normalmente avviene in offshore, sono state progettate e realizzate delle isole artificiali che permetteranno l’estrazione del petrolio e del gas in un ambiente che per le sue caratteristiche geografiche e climatiche possiamo definire estremo. Il Kazakhstan è un paese nel quale Eni ha investito moltissimo in termini di impegno e di risorse umane accumulando in questi anni di duro lavoro un fenomenale patrimonio di conoscenze e di esperienze che sarà utilissimo per affrontare le future sfide che attendono l’industria del petrolio. Nel nostro pianeta di petrolio “facile” ce ne sarà sempre di meno, mentre quello “difficile”, quello cioè che richiede competenze e conoscenze tecniche e gestionali complesse è lo scenario nel quale le grandi società petrolifere internazionali dovranno operare. Eni su questo terreno è all’avanguardia e la nostra esperienza in Kazakhstan rappresenta la migliore palestra per quella crescita che rimane il centro della nostra strategia aziendale.
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adjust it to the current market. Eni still is protagonist of the biggest oil industry project in the world today, one that will make it possible to develop knowledge crucial to get a competitive lead. They wrote a lot about the discussions between this Consortium and the Kazakh government to renegotiate the contract. Such renegotiations are a common procedure in the oil industry, above all when the market undergoes profound change such as was the case in recent months. It’s enough to mention that Eni, just this year, renegotiated agreements with countries which are strategic from an energy-procurement point of view, such as Libya and Algeria. Yet, also in the light of some points discussed by the parties, such as, for example, the postponement of production start up, not only the difficulty of this project has been duly appreciated, even though it is undoubtedly one of the most complex ever experienced by the oil industry and requires for its development the best technological and operational resources available. The field is located 5000 meters below the sea bed at a very high reservoir pressure. In addition, the oil has a high concentration of hydrogen sulphide acid, at a rate ranging between 16 and 20%, a very critical fact. The presence of this gas, which is deadly for humans, makes it necessary to find innovative solutions to guarantee the safety of people and operations in an area where the environmental balance is particularly fragile. The delay of production start-up, originally planned for 2008 and later rescheduled to the third quarter of 2010, was due to the project studies, carried out in 2004-2005, to maximise the plant safety and operability. The technological solutions adopted for the giant Kashagan oilfield, which, if it were located in Lombardy, would extend from Milan to Bergamo, are among the most innovative ones ever applied in the oil industry. In a sea that is frozen over for at least 4 months a year, with temperatures dropping to minus 40 degrees Centigrade in winter and soaring to plus 45 degrees in summer, and shallow water that does not allow to operate as usual offshore, man-made islands were designed and built to allow pumping oil and gas in an environment which we can describe as extreme owing to its geographical and climatic peculiarity. Kazakhstan is a country where Eni has invested quite a lot in terms of commitment and human resources, piling up in years of hard work a fantastic wealth of knowledge and experience which will prove quite useful in coping with the challenges ahead for the oil industry. “Easy oil” will be increasingly scanty on our planet, while “difficult oil”, the one that requires complex skills and technical and operational knowledge is the scenario which major international oil companies will be confronted with. Here Eni is in the forefront and our experience in Kazakhstan represents the best training ground for the growth on which our company’s strategy is focused.
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scenari
il great game dell’asia centrale Un Paese in pieno boom economico, una nuova capitale costruita dal nulla sulla steppa. Enormi riserve di gas e petrolio, finanze pubbliche rafforzate grazie al basso debito, ai flussi finanziari dell’estero e agli accresciuti livelli delle riserve. Un presidente, Nursultan Nazarbayev, che gode di una grande popolarità. di
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pino buongiorno*
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as Vegas? Dubai? Berlino? Qual è il modello di città vagheggiato da Nursultan Nazarbayev, 67 anni, presidente del Kazakhstan ininterrottamente dal 1991? Già 3 miliardi di dollari sono stati spesi per trasformare Astana da un villaggio sperduto nella steppa, tristemente noto per essere stato uno dei centri dell’arcipelago Gulag, nella sfolgorante capitale di questo paese transcontinentale a cavallo fra Europa ed Asia. Certo, il clima non aiuta: Astana è la seconda capitale più fredda del mondo, dopo Ulaanbaatar, in Mongolia. Ma quello che non può fare la natura lo può realizzare l’uomo. Ed ecco, allora, il viale della Repubblica, con i suoi caffè, i nightclub e i casinò. Ecco la Torre di Al Baiterek, il simbolo ambizioso di tutto il Kazakhstan. Ecco i vari edifici avveniristici dove hanno sede i ministeri. Ecco infine il palazzo dei concerti, progettato dall’architetto Manfredi Nicoletti e la piramide della pace firmata da Norman Foster. Poco più di 600 mila abitanti già popolano la città-capitale (questa è la traduzione letterale dal kazako di Astana, un nome scelto anche perché è facile da pronunciare in tutte le lingue). Diventeranno 1 milione fra 20 anni in un paese esteso quanto l’Unione europea, ma ancora poco popolato: 15 milioni in tutto, secondo l’ultimo censimento. Nazarbayev sogna in grande e agisce in grande. E, quando il 2 gennaio 2008 il prezzo del barile di petrolio ha finalmente superato la fatidica soglia dei 100 dollari, ha brindato ai tanti successi di là da venire, come la nomina alla presidenza dell’Osce nel 2010. Con le riserve petrolifere stimate in 30 miliardi di barili, lui che si considera un po’ padre e un po’ padrone del Kazakhstan si immagina di diventare il grande arbitro del nuovo Great Game dell’Asia centrale dove i giocatori in campo sono la Russia, la Cina, gli Stati Uniti e l’Unione europea. Tutti alla sua corte. Tutti a implorare contratti fantasmagorici per nuovi oleodotti, nuove esplorazioni, nuovi affari. Tutti a pensare di sfruttare le risorse del bacino del mar Caspio dimenticandosi che alla fin fine sarà Nazarbayev, e solo lui, a condurre i giochi cercando di tenere bene in equilibrio la bilancia del potere. Con l’ingombrante vicino della Federazione Russa il governo kazako ha rapporti di partnership privilegiata (e non potrebbe essere altrimenti), culminati negli accordi gas-petroliferi del maggio 2007, che hanno coinvolto anche il Turkmenistan. L’11 dicembre scorso il primo ministro Karim Masimov ha inaugurato la fase finale di un superprogetto di oleodotto che trasporterà il petrolio dai campi del settore kazako del mar Caspio fino alla Cina occidentale. Le grandi compagnie americane qui sono state sempre ben accolte, ma guai a legarsi mani e piedi alla Casa Bianca: Nazarbayev ha negato,
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La Casa Bianca, residenza del Presidente, e’ stata inaugurata nel 2004. La superficie complessiva del palazzo è di 36.720 mq, e un’altezza di 80 metri. Al primo piano è situata una hall di 1800 mq, una sala maestosa per i ricevimenti ufficiali, una sala conferenze e una terrazza coperta. Tutte le sale sono rifinite da vari tipi di marmi, granito e parquet.
per esempio, a George W. Bush nel 2001 le basi militari durante la prima fase della guerra in Afghanistan. Fra Russia, Cina e Stati Uniti, è l’Unione europea a risultare spesso vincente. L’Italia, in particolare, il secondo partner commerciale, il quarto per investimenti diretti, con imprese attive sia nel settore petrolifero sia in quello delle costruzioni. Nell’epica battaglia per l’esplorazione e lo sfruttamento del megagiacimento di Kashagan Eni è stata preferita alla guida del consorzio rispetto al colosso ExxonMobil. E questo per ben due volte: nel febbraio 2001 e nel gennaio 2008. E’ un seguace della Realpolitik Nazarbayev, attentissimo alla nuova geopolitica multipolare, ma ora soprattutto concentrato a far prevalere gli interessi energetici nazionali tanto da mettere in gioco le quote dei soci di Kashagan (Eni, ExxonMobil, Royal Dutch Shell, Total) e innalzare allo stesso rango la Kazmunaigaz, la compagnia di stato che vorrebbe far diventare una sorta di Gazprom. Per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi il presidente kazako ha bisogno della stabilità interna e di un’ampia base di consensi.
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The White House, the President’s residence, was inaugurated in 2004. It has a total surface of 36.720 square meters and it is 80 meters high. On the first floor there is a 1.800 squared meters hall, a magnificent room for official receptions, a conference room and a covered terrace. All rooms are decorated with marble, granite or parquet floors.
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scenarios
A country whose economy is booming. A new capital built from nothing in the steppe. Enormous oil and natural gas reservoirs. Also public finances improved thanks to energy high prices, low public debt, financial flows from abroad and the increased levels of its reservoirs. A president, nursultan nazarbayev, who is extremely popular.
central asia’s great Game by
pino buongiorno*
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as Vegas? Dubai? Berlin? What is the city model conceived by Nursultan Nazarbayev, the 67 year old man who has been the president of Kazakhstan since 1991? 3 billion dollars have already been spent in order to transform Astana from a lost village in the steppe, sadly known as one of the Gulag archipelago centres, into the glimmering capital of this transcontinental country between Europe and Asia. The climate does not help, that is true: Astana is the second coldest capital in the world, after Ulaanbaatar in Mongolia. But man can accomplish what nature cannot do. One only needs to take a look at Republic street, its cafes, nightclubs and casinos, or at the magnificent Al Baiterek Tower, the ambitious symbol of Kazakhstan. Or at the futuristic edifices hosting the Kazakh ministries. Or the concert palace designed by architect Manfredi Nicoletti, and the peace pyramid signed by Norman Foster. Little more than 600,000 inhabitants already live in the capital-city (this is the literal translation from Kazakh of Astana, a name chosen also because it is easy to pronounce in all languages). They will become 1 million in 20 years in a country which is as big as the European Union, but still not very populated: 15 million in total, according to the most recent survey. Nazarbayev is thinking big and acting accordingly. And, when on January 2, 2008 oil reached the price of 100 USD a barrel, he toasted to all the success that was still to come.
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Le elezioni anticipate del 18 agosto 2007, due anni prima della scadenza naturale, hanno assicurato l’88 per cento dei voti al partito personale, il Nur Otan (Patria), che ha così conquistato il 100 per cento dei seggi della Camera bassa. Nessun altro movimento d’opposizione ha superato la fin troppo elevata soglia del 7 per cento dei voti. Questa vittoria elettorale e gli emendamenti costituzionali approvati sono serviti, secondo i leader dei deboli partiti di opposizione Ansdp e Rinascita, non già a promuovere una maggiore democrazia nel Kazakhstan, come Nazarbayev ha sostenuto, ma a cementare il suo potere come leader con un mandato a vita (una delle riforme costituzionali più contestate tanto da provocare i primi seri malumori nell’élite dirigente). Di fatto il presidente si può considerare, secondo i principali think tank americani, un autocrate, ma con una notevole popolarità nel suo paese non fosse altro perché, grazie alle rendite petrolifere, ha migliorato gli standard di vita, portando la ricchezza individuale dai 2 mila dollari del 2000 ai 5 mila dollari dell’anno scorso. Come in tutti i paesi del vecchio impero sovietico, mi ha spiegato a Mosca, poco prima delle elezioni politiche del 2 dicembre 2007, Valerij Fedorov, il sondaggista più vicino al Cremlino, anche in Kazakhstan la democrazia significa elezioni, e basta. La crescita economica diventa così l’arma vincente. E quando il tasso di sviluppo del Pil si attesta da anni sul 10 per cento allora si possono spendere tanti soldi per le opere pubbliche, per aumentare i salari e in generale per alleviare le ancora troppo vistose sperequazioni: un contadino guadagna ogni mese 93 dollari, un impiegato pubblico 170 dollari e un funzionario di una qualsiasi finanziaria 645 dollari. Dall’indipendenza Nazarbayev è riuscito ad attrarre investimenti diretti dall’estero, specialmente nel settore energetico, che hanno dato il via a una serie di riforme economiche. L’indice della Banca mondiale, che calcola la facilità di fare business nei singoli paesi, ha registrato un balzo in avanti del Kazakhstan che nel 2006 si è piazzato al 66° posto su 175: un risultato molto più soddisfacente dei paesi limitrofi. Anche le finanze pubbliche si sono rafforzate grazie ai prezzi elevati dell’energia, al basso debito pubblico, ai flussi finanziari dall’estero e agli accresciuti livelli delle riserve. Il settore bancario è in forte espansione. E’ questo l’Eldorado? Certamente no. Rimangono diverse vulnerabilità e anche qualche rischio nel medio periodo. La facilità dei crediti ha provocato una bolla speculativa nel settore immobiliare e ha accresciuto i rischi di un surriscaldamento dell’economia. L’inflazione è fin troppo alta, sul 10 per cento. La diversificazione dei vari settori economici è ancora insoddisfacente.
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Being oil reserves estimated in 30 billion barrels, he, who considers himself a little bit as the father and the master of Kazakhstan, imagines himself as the great referee in central Asia’s Great Game, a game that is played by Russia, China, United States and European Union. All of them plan to exploit the Caspian Sea resources but they forget that it will only Nazarbayev the one who will lead the game and control the balance of powers. Kazak government shares with the Russian Federation, its awkward neighbour, a privileged partnership (and it couldn’t be else way), which reached its top in the gas – oil agreements signed in May 2007 and in which Turkmenistan has also been involved. December 11 last year, prime minister Karim Masimov ushered in the final phase of a super pipeline which will take oil from the Kazakh sector of the Caspian Sea all the way to west China. Big American company have always been welcome here, but never get tied hands and feet to the White House: in 2001 Nazarbayev said no, for instance, to George W. Bush about installing military bases in the country at the beginning of the war in Afghanistan. Among Russia, China, United States and European Union, the latter is often the winner. Italy, is the second commercial partner, the fourth in terms of investments and has companies working in the country both in the oil sector and in the constructions. In the epic battle for exploration and exploitation of the huge field of Kashagan, Eni has been preferred to the giant ExxonMobil as leading company of the group. And this happened twice: in February 2001 and in January 2008. Nazarbayev is a follower of the Realpolitik, he pays a lot of attention to the new multipolar geopolitics and, now, he is so focused on giving the right importance to the national energy interests, that he is putting at risk the shares of Kashagan partners (Eni, ExxonMobil, Royal Dutch Shell, Total) deciding to bring up to the same level the Kazmunaigaz, the national company, that he would like to see becoming like a sort of Gazprom. In order to reach his high goals, the Kazakh president needs internal stability and a wide base of consensus. Early elections on August 18, 2007, almost two years before the natural end of the mandate, have given Nur Otan (HomeLand), Nazarbayev’s personal party, the 88% of the votes, and have allowed it to get 100% of the seats in the Low Chamber. None of the other parties have reached the almost too high threshold of 7% of the votes. This electoral victory and the constitutional amendments that have been approved had the consequence, according to the leaders of the weak opposition parties Ansdp and Renaissance, not to promote a higher level of democracy in Kazakhstan, like Nazarbayev stated, but to cement his own power as a leader with a lifetime mandate (one of the constitutional reforms that was more strongly contested and that began lowering the spirit of the directive elite). As a matter of facts the President can consider himself, according to the major American think tanks, an autocrat, but with a high popularity in his country and not only because, thanks to the money that comes from the oil, he improved the life standards, taking the individual richness from 2000 USD in year 2000 to 5000 USD last year. Valerij Fedorov, the closer pollster to the Kremlin explained to me in Moscow shortly before the elections of
Il 4 dicembre 2005 Nursultan A. Nazarbayev è stato proclamato con il 91% dei voti per la terza volta consecutiva presidente della Repubblica del Kazakhstan. In questi anni ha portato il paese a una crescita economica del 10% annuo
On December 4, 2005 Nursultan A. Nazarbayev was elected President of the Republic of Kazakhstan for the third time in a row, winning 91% of the votes. Under his leadership the national economy grew at around 10% a year.
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Alcune recenti leggi approvate dal parlamento potrebbero gelare l’entusiasmo degli investitori internazionali. L’indice di percezione della corruzione, calcolato da Transparency International, ha collocato, per esempio, il Kazakhstan al 111° posto su 163 paesi, dietro l’Iran e l’Uganda, ma davanti alla Russia. Quello che però più preoccupa i governi europei e gli osservatori internazionali è il carattere chiuso del regime. La famiglia Nazarbayev non solo ha forti ambizioni politiche, ma soprattutto appare troppo coinvolta nell’economia del paese. Di volta in volta il pendolo favorisce la primogenita Dariga o l’altra sorella Dinara (la terza, Aliya sembra solo preoccuparsi delle sue fortunate attività economiche). Fino a poco tempo fa sembrava in auge Dariga, forte del partito che aveva creato, Asar (Insieme), in supporto a quello paterno. Anche il marito Rakhat Aliyev era una stella che brillava nel firmamento kazako, come viceministro degli Esteri, uomo di affari e già capo dei servizi segreti. Nel luglio 2006 il partito di Dariga è stato assorbito da Nur Otan. Aliyev è stato messo sotto processo per corruzione e ora vive in esilio in Europa dopo aver dovuto divorziare dalla moglie. La buona sorte favorisce in questo momento la seconda figlia Dinara, sposata con Timur Kulibayev, un miliardario con un reddito di 2,1 miliardi di dollari (al 458° posto nella classifica di Forbes), che controlla Halyk, la terza banca kazaka, e soprattutto è al vertice di KazMunaiGaz, la compagnia nazionale attraverso la quale l’economia si sposa con la politica e viceversa. L’arbitro del nuovo Great Game dell’Asia centrale deve destreggiarsi fra lo zar russo, il presidente americano, il mandarino cinese, i governanti europei. Ma forse ancora più impegnativa è la partita che gioca in casa. Qui più che von Metternich serve Freud.
*Pino Buongiorno. Dal 1994 vicedirettore di Panorama, già corrispondente dagli Stati Uniti.Autoredilibri,èMedialeaderdelWorldEconomicForumdiDavoseinsegnageopolitica alLinkCampusdell’UniversitàdiMalta.CommentatoredifattiinternazionaliperSkyTg24e per RadioUno.
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December 2nd , 2007 that, as in all countries of the old soviet empire, in Kazakhstan democracy means elections, and that’s it. Economic growth becomes the winning card. When you are able to set the rate of development of the GDP around 10%, you have a lot of money to spend for public works, to raise salaries and to flatten the still evident disproportions: a farmer earns 93 USD a month, a public employee 170 USD and a officer in any of the financial companies earns 645 USD. From independence, Nazarbayev managed to attract foreign investments, especially in the energy sector, that gave the start to a number of economic reforms. The World Bank index that calculates how easy it is to make business in a country, registered a boost in Kazakh’s quotation that jumped in 2006 to the 66th place out of 175: a far better result that the bordering countries. The public finances have also become stronger thanks to the high prices of energy, to the low public debt, to the foreign investments and the arisen levels of the supplies. The bank sector is strongly expanding itself. Is this Eldorado? Certainly not. It still has many vulnerable points and some risks in the medium term. Easy credits have produced a speculative bubble in the real estate field and have multiplied the risks of economic overheating. Inflation is way too high, around 10%. The differentiation of the economy sectors is still unsatisfactory. Some of the recently approved laws could cool down the inventors’ enthusiasm. The perception of criminality rate, estimated by Tranparency International, has set, for instance, Kazakhstan at the 111th place, behind Iran and Uganda but ahead of Russia. What western governments and international observers are most concerned about is, the close attitude of the regime. The Nazarbayev family has strong ambitions in politics but more in the financial area. Luck goes from Dariga, Nazarbayev eldest daughter, to Dinara, the second daughter (while the third one, Aliya, seems absorbed by her successful economic business). Up to little time ago, Dariga seemed very popular, she gave birth to a party, called Asar (Together), which supported her father’s one. Her husband Rakhat Aliyev, a shining star in the Kazakh sky, was Deputy Minister, a business man with a history as chief of intelligence. In July 2006 Dariga’s party was absorbed into Nur Otan. Aliyev was put under trial for corruption and exiled, now he lives in Europe, divorced from his wife and still is under trial in his country. This is Dinara lucky time, she is married to Timur Kulibayev, a billionaire who is worth 2,1 billion dollars ( he is the 458th in Forbes list), he owns the Halyk, the third bank ok Kazakhstan, but, most important, he is at the head of KazMunaiGaz, the company through which politics marries economy and viceversa. The referee of Asia’s Great Game deals with the Russian Zar, the president of the United States, Chinese Mandarin, European governors, but, maybe, the hardest game is the one he deals with at home. Freud would be more necessary than von Metternich.
*Pino Buongiorno. Vice-director of Panorama magazine since 1994 and former correspondentfromtheUnitedStates.HewrotebooksandheisMediaLeaderattheWorld EconomicForuminDavos:Healso teachesgeopolitics at LinkCampus ofMaltaUniveristy and comments on international matters for SkyTg24 and RadioUno.
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l’intervista
Dopo la Russia, l’Italia è il secondo paese con cui la ex Repubblica sovietica ha rapporti commerciali, gli investimenti italiani ammontano a circa 5 miliardi di dollari e la presenza delle nostre aziende cresce in misura esponenziale. Ma per l’ambasciatore Bruno Antonio Pasquino quello che si è conquistato bisogna anche mantenerlo.
I PIONIERI DEL KAZAKHSTAN di
clara sanna
L’
Ambasciata della Repubblica italiana ad Almaty è stata aperta il 1 ottobre 1992. L’Italia è stata la prima fra i Paesi dell’Unione Europea presenti in Kazakhstan ad avere una propria rappresentanza diplomatico-consolare e nell’ aprile del 2005 si è trasferita ad Astana, la nuova capitale del paese. L’Ambasciata si trova al primo piano del Renco Building di via Kosmonavtov, un palazzo, costruito dalla ditta italo-kazaka “Renco Ak”, dove sono presenti gli uffici di altre Rappresentanze diplomatico-consolari e, nei prossimi mesi, è previsto che molte Ambasciate dei Paesi dell’Unione Europea, attualmente situate ad Almaty, vi si trasferiscano. Oggi a rappresentarci c’è Bruno Antonio Pasquino. L’Italia è uno dei più importanti partner politici ed economici del Kazakhstan, come affermato anche di recente dal Presidente Nazarbaev durante la visita del Primo Ministro Prodi. Come valuta lo stato attuale dei rapporti tra i due paesi e quali ritiene siano le prospettive future? Ancor meglio di qualsiasi dichiarazione, le relazioni tra l’Italia e il Kazakhstan possono essere definite da alcune cifre: l’Italia è il secondo partner commerciale di questo paese dopo la Russia; il primo paese di esportazione e il quinto per importazione, posizione che potrebbe migliorare nei mesi a venire grazie alla visita che ha visto un’ampia partecipazione imprenditoriale. I nostri investimenti ammontano ormai a circa 5 miliardi di dollari; la presenza delle nostre aziende cresce in misura
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esponenziale, ad oggi vi sono oltre 40 joint ventures; le nostre Università sono sempre più interessate a ricevere studenti kazaki mentre i nostri professori, sempre più numerosi, vengono in Kazakhstan. Inoltre vi sono missioni archeologiche italiane operative nel sud e nell’est del Kazakhstan; l’Italia è una delle mete preferite per il turismo “di qualità” kazako e la nostra immagine – anche grazie a Eni e alla sua pluriennale presenza – è legata alla grande cultura, al buon gusto, alla qualità della vita e del lavoro italiano. Tutto questo non ci assicura, tuttavia, per il futuro. Il Kazakhstan è diventato “terra di elezione” per tutti i maggiori attori internazionali, le cui aziende stanno dedicando sforzi eccezionali per penetrare in questo mercato. L’Italia ha goduto finora di un avviamento, in termini commerciali, grazie alla lungimiranza dei nostri piccoli e medi imprenditori (e, ancora una volta, della dirigenza di Eni) che hanno puntato su questo giovane paese quando nessuno voleva rischiare per venire a conoscerlo. Oggi, la difesa di quanto conquistato non basta più: è necessario che il nostro mondo imprenditoriale, l’Italia in quanto tale, mantenga l’interesse e la sua presenza in Kazakhstan. Non dovranno passare altri dieci anni prima di ritornare in forze e offrire al mercato kazako quanto di buono l’Italia è in grado di produrre. Il Kazakhstan si trova al centro del continente Euroasiatico, a cavallo tra Europa e Asia, e per le sue risorse suscita un forte interesse da parte dei leader mondiali, quali Russia, Cina, Europa, Stati Uniti. Come vede Lei il futuro del Kazakhstan nel nuovo contesto geopolitico del XXI secolo? Ribadisco, a livello geostrategico, quanto detto sopra relativamente al rapporto bilaterale. Il Kazakhstan ha ormai assunto un ruolo di leader “de facto” nella regione. Le risorse energetiche, naturali, le potenzialità agricole, la sua posizione geografica che lo rende naturale crocevia di traffici, il ruolo di paese islamico moderno, tollerante e multiconfessionale, la scelta infine di rinunciare all’opzione nucleare, sono tutti elementi che rafforzeranno sicuramente il ruolo e la leadership del Kazakhstan nel XXI secolo. Qual è la posizione dell’Italia relativamente all’iniziativa del Kazakhstan di presiedere l’OSCE? Questo paese è ben conscio del ruolo che sarà richiesto svolgere nella regione e, in prospettiva, a livello globale. Anche in questo senso, l’Italia non ha mai dubitato della legittimità dell’aspirazione kazaka a presiedere l’OSCE, primo paese ex sovietico che assumerà questo incarico. La decisione assunta durante la Conferenza ministeriale di Madrid di attribuire l’incarico di Presidente di turno nel 2010 risponde, da un lato, al buon diritto del Kazakhstan a vedersi riconosciuto questo incarico, e dall’altro sarà un’occasione storica per dimostrare il sincero impegno a proseguire sulla via della democratizzazione e a rispettare gli obiettivi e la missione dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa.
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interview
Italy ranks second after Russia in terms of trade relations with the former Soviet Republic, where it has invested around 5 billion dollars. The presence of Italian companies in the Central Asian country is growing at an exponential rate. But according to ambassador Bruno Antonio Pasquino, what has been conquered needs to be preserved.
PIONEERS IN KAZAKHSTAN by
Clara Sanna
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he Italian embassy in Almaty opened on October 1, 1992. Italy was the first among the European Union countries present in Kazakhstan to have its own diplomatic-consular representation there and it moved it to Astana, the country’s new capital, in April 2005. The embassy is located on the first floor of the Renco Building in Kosmonavtov Street, built by the Italian-Kazakh company “Renco Ak”. Other embassies and consulates are located in the building. Many embassies of European Union member nations, currently located in Almaty, are expected to move to the Renco Building in the coming months. Bruno Antonio Pasquino is currently Italy’s envoy to Astana. Italy is one of the most important political and economic partners of Kazakhstan, as President Nazarbayev said recently during the visit of Prime Minister Prodi. What’s your assessment of the current relationship between the two countries and what do you think are the prospects for the future? Better than by words, the relations between Italy and Kazakhstan can be described by a few figures: Italy is the second largest trade partner of this country after Russia, the first one in terms of exports and the fifth in terms of imports. The latter ranking might improve in the coming months thanks to Mr. Prodi’s visit which included a large delegation of entrepreneurs. Up to now we have invested around 5 billion dollars here. The presence of our companies is growing exponentially. There are now over 40 Italian-Kazakh joint-ventures. Our Universities are ever more interested in receiving students from Kazakhstan while our professors are coming to Kazakhstan in increasingly greater number. There are also Italian archaeological missions working in the south and east of Kazakhstan. Italy is one of the preferred destinations for Kazakh ‘quality’ tourism and our image – also thanks to Eni and its many year of presence in the country – is linked to great culture, good taste and to the quality of Italian life and work. All this is no guarantee for the future, however. Kazakhstan has become the ‘chosen land’ for
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Astana. Romano Prodi incontra il presidente Nursultan Nazarbayev. Per il Kazakhstan l’Italia è uno dei partner economici più importanti; lo dimostrano gli ingenti investimenti e la presenza delle aziende italiane nel paese.
all major international players, whose companies are trying very hard to enter this market. Italy has up to now taken advantage of a head-start in commercial terms, thanks to the far-sightedness of our small and medium-sized enterprises (and, once again, of Eni’s management) which gambled on this young country when nobody wanted to risk coming here and getting to know it. Today, defending what we have conquered is no longer enough. Our business world, Italy as a whole, has to remain interested and maintain its presence in Kazakhstan. We shouldn’t let ten more years go by before coming back in numbers and offer the Kazakh market the best of Italian products. Kazakhstan is located at the centre of the Eurasian continent, astride between Europe and Asia, and world leaders like Russia, China, Europe and the U.S. are strongly interested in the country for its resources. How do you see the future of Kazakhstan in the new geopolitical context of the 21st century? I repeat, on a geo-strategic level, what I said earlier regarding the bilateral relationship. Kazakhstan has now taken on a leading role in the region. Its energy and natural resources, its agricultural potential, its geographical position making it a natural crossroads for trade (unfortunately not always a legal one), its role as modern, tolerant, multi-religion Muslim country, and its choice to give up the nuclear option, these are all elements that will certainly strengthen the role and leadership of Kazakhstan in the 21st century. What is Italy’s position regarding the step taken by Kazakhstan to chair the Organisation for Security and Co-operation in Europe? This country is well aware of the role it will be asked to play in the region and, looking ahead, on a global level. In this sense, too, Italy has never doubted the legitimacy of Kazakhstan’s ambition to head OSCE, the first former Soviet country to take on this position. The decision taken at the OSCE ministerial meeting in Madrid to let Kazakhstan take over the rotating chairmanship in 2010, responds, on one hand, to the right of the country to be appointed in this role, on the other hand it will provide it with a historic opportunity to prove its sincere commitment to continue on the road to democracy and respect the objectives and mission of the Organisation for Security and Co-operation in Europe.
Astana, Romano Prodi meets president Nursultan Nazarbayev. Italy is one of Kazakhstan’s most important economic partners; a proof of this are the huge investments and the presence of Italian companies in the country.
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prospettive
“L’Italia crede nel futuro di questo paese e noi ci torneremo spesso”. Così Emma Bonino, ministro per le Politiche Europee, traccia un profilo del Kazakhstan, vero hub logistico dell’Asia centrale e cerniera tra Cina e Russia.
rilanciare la cooperazione di
emma Bonino
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uesta regione del mondo è apparsa per molti secoli misteriosa ai più. Terra delle Amazzoni, di popolazioni nomadi che sembravano apparire e scomparire, terra di steppe e di montagne imponenti e avvolte nella nebbia. Nemmeno Marco Polo, che ne descrisse le vette inaccessibili, osò varcare queste montagne nei suoi viaggi in Estremo Oriente. Molti secoli dopo le imprese italiane hanno finalmente “scoperto” questo paese che offre enormi potenzialità e spazi per il made in Italy. La priorità che il governo italiano assegna ai rapporti con il Kazakhstan è la migliore conferma della volontà politica di sostenere, con tutti i mezzi necessari, il rafforzamento dei nostri rapporti bilaterali. A testimonianza di questo impegno, le linee direttrici dell’attività promozionale 20082010, approvate dal Ministero per il Commercio Internazionale, includono il Kazakhstan fra i “Paesi focus” dove saranno convogliati interventi e risorse mirati, al fine di rafforzare la presenza italiana. Le relazioni tra Italia e Kazakhstan sono ottime. Ma le potenzialità da sfruttare per migliorare l’andamento delle relazioni economiche tra i due Paesi sono ancora rilevanti. In ambito europeo, l’Italia è attualmente il primo cliente e il terzo fornitore del Kazakhstan sul piano commerciale. L’interscambio tra i due paesi nel 2006 ha raggiunto un valore complessivo di 3,4 miliardi di Euro, con un forte disavanzo per l’Italia di 2,1 miliardi di euro. Si tratta di un disavanzo
Un momento della visita della delegazione italiana nel paese. A destra, i dintorni di Borovoye.
A moment in the visit of the Italian delegation to the country. On the right, a panorama of the surroundings of Borovoye.
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di natura strutturale, in quanto il 75% dell’export kazako verso il nostro paese è rappresentato da petrolio greggio e gas naturale. Paese cerniera fra Cina e Russia, il Kazakhstan racchiude nei suoi confini il concetto stesso di Eurasia, oltre ad essere custode di risorse naturali ancora inesplorate. È un paese oggi cruciale anche come hub logistico per l’intera regione dell’Asia centrale. È per questo che il Governo italiano sostiene, con convinzione, un approccio più sistemico ai contatti imprenditoriali, cominciando proprio con il sostegno all’azione, talvolta pionieristica, delle nostre imprese, in particolare le PMI. L’impressione che ho avuto, sin dal mio arrivo in occasione della visita con il Presidente Prodi lo scorso ottobre, è quella di un interesse imprenditoriale trasversale non limitato ai settori più “glamour” del made in Italy. Certo, l’Italia e i suoi prodotti hanno un’immagine forte tra la popolazione, ma ci sono ampi margini di business e di collaborazione economica nei settori più diversi: dall’arredamento all’agro-alimentare, dalle infrastrutture al bio-medicale. Tuttavia devo sottolineare che, nonostante gli sforzi che apprezziamo da parte delle autorità kazake, mirati a sostenere la ripresa industriale e a sviluppare la nascita delle piccole e medie imprese, le nostre aziende medio piccole incontrano tuttora difficoltà nell’accesso al mercato kazako, per problemi legati agli ostacoli amministrativi e alle incertezze giuridiche esistenti. Da parte nostra, c’è e ci sarà in futuro piena disponibilità degli enti preposti all’internazionalizzazione (ICE, SACE, SIMEST) ad intraprendere specifiche iniziative mirate allo sviluppo ed al rafforzamento della collaborazione economica, commerciale e industriale tra Italia e Kazakhstan. Per esempio nel settore edile e delle infrastrutture, in cui si registra una già qualificata presenza italiana, in quello dell’agro-alimentare, della filiera del cotone e, certamente, quello energetico-
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Tra i paesi europei l’Italia è il primo cliente e il terzo fornitore del Kazakhstan sul piano commerciale. Ma esistono ancora grandi potenzialità da approfondire.
Among European nations Italy is the biggest customer and the third largest supplier of Kazakhstan as regards trade relations. But there is still a great potential to be explored.
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perspectives
“Italy believes in the future of this country and we will often go back there”, says Emma Bonino, Minister for European Politics, in drawing up an outline of Kazakhstan, a real logistical hub in Central Asia, and a bridge between China and Russia.
A fresh start for cooperation by
emma bonino
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or many centuries this region of the world has looked mysterious to most people. Land of the Amazons, of nomad people which seemed to appear and disappear, land of steppes and huge mist-wrapped mountains. Not even Marco Polo, who described their inaccessible peaks, dared cross these mountains in his travels to the Far East. Many centuries later, Italian companies have finally “discovered” this country that offers huge potential and room for Made in Italy products and action. The priority the Italian government gives to the relation with Kazakhstan is the best confirmation of the political will to support, with all necessary means, the strengthening of bilateral relations. As evidence of this commitment, the 2008-2010 guidelines for promotional activities, approved by the Ministry for International Trade, include Kazakhstan on the list of ‘focus countries’ where to convoy targeted actions and resources to strengthen the Italian presence. Relations between Italy and Kazakhstan are very good. But the potential to improve economic relations between the two countries is significant. Among European countries, Italy at present is the largest client and third largest supplier of Kazakhstan on a commercial level. Trade between the two countries in 2006 rose to a total of 3.4 billion euros, with a 2.1 billion Euro trade deficit on the part of Italy. It is a structural deficit, since 75% of Kazakh exports to our country is crude oil and natural gas. A bridge between China and Russia, Kazakhstan encloses the very concept of Eurasia within its borders, besides sitting on still unexplored natural resources. The country today plays a vital role as logistical hub for the whole Central Asia region as well. For that reason the Italian government supports a more systematic approach to business relations, starting with supporting the activities, at times pioneering ones, of our companies, SME in particular. The impression I got since my arrival for Premier Prodi’s visit last October was that of a comprehensive entrepreneurial interest which was not limited to the more ‘glamorous’ Made in Italy sectors. Of course, Italy and its products have a strong image in the population, but there are plenty business opportunities and opportunities for economic cooperation in the most diverse sectors: from furniture to agro-food, from infrastructures to biomedicals. However I must stress that,
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ambientale, con la presenza strategica di Eni. Il Kazakhstan infatti, con una produzione petrolifera stimata in 8 milioni di barili di petrolio al giorno, è tra i più promettenti paesi produttori di area non-Opec e può quindi contrastare il potere mediorientale sul prezzo del petrolio. Con il ruolo di leadership in due su tre tra i più grandi campi petroliferi del Kazakhstan, Eni gioca oggi un ruolo chiave nella geopolitica del trasporto del petrolio nella zona del Caspio. Ma non voglio sottacere un aspetto che ho molto a cuore: la Strategia di Partnership dell’Unione europea con i Paesi dell’Asia Centrale, varata dal Consiglio europeo lo scorso 21 giugno. Ricordo brevemente i macroobiettivi della politica dell’UE verso il Kazakhstan: ulteriore rafforzamento della cooperazione nel settore energetico; favorire la realizzazione del Corridoio Transcaspico/Trans Mar Nero; agevolare la promozione di nuove riforme politico-economiche; sostenere la cooperazione regionale in Asia Centrale; incoraggiare una piena applicazione dell’Accordo di Partenariato e Cooperazione per avvicinare ulteriormente la regione all’UE. Elemento chiave della nuova Strategia europea, è il dialogo bilaterale che ciascun Paese dell’Unione Europea promuoverà con i singoli paesi dell’Asia centrale. È un impegno che abbiamo in parte realizzato con l’importante missione di “sistema” dello scorso ottobre e che deve, nelle nostre intenzioni, contribuire ad un ulteriore sviluppo dei rapporti economici tra l’Italia e il Kazakhstan. Infine, qualche dovuto accenno al processo di accessione del Kazakhstan al WTO. L’Italia sostiene con convinzione l’ingresso di questo paese nell’Organizzazione Mondiale per il Commercio e auspica fortemente un suo eventuale inserimento nel contesto politico delle prossime adesioni di Ucraina e Federazione Russa. L’accesso al WTO rappresenta una tappa fondamentale per una più autorevole integrazione del Kazakhstan nei meccanismi multilaterali più significativi di governance economica internazionale. Sono convinta che con il miglioramento in corso delle condizioni socio-economiche del Paese, ed un rafforzamento del clima di fiducia – già riconosciuto da Istituzioni e Organismi Internazionali – gli imprenditori italiani potranno guardare al Kazakhstan come a un partner economico e commerciale a cui interessarsi con sempre maggior incisività e continuità. L’Italia crede nel futuro di questo Paese, e nella sua capacità di mobilizzare a termine le tante risorse ed energie del continente asiatico che stentano a liberarsi ed a seguire il ritmo dell’economia globale. Anche per questo, siamo pronti a tornarci spesso, sicuri di raccogliere assieme ai partners kazaki i frutti del nostro lavoro.
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Il settore offshore del Mar Caspio è la nuova frontiera dell’industria petrolifera mondiale e costituisce per Eni uno degli impegni di maggiore rilievo.
The Caspian Sea’s offshore sector is the new frontier of the world oil industry and represents one of the most significant challenges confronting Eni.
despite the well-deserving efforts by the Kazakh authorities, aimed at supporting industrial recovery and the development of small and medium-sized enterprises, our small and medium-sized enterprises still have problems accessing the Kazakh market, due to bureaucratic obstacles and existing legal uncertainties. On our part, there is and there will be in future full readiness by the agencies in charge of internationalisation (ICE; SACE; SIMEST) to undertake specific actions aimed at the development and strengthening of economic, commercial and industrial cooperation between Italy and Kazakhstan. In the sectors of construction and infrastructures, for example, in which Italy already has a highly-qualified presence, or in those of agri-food and the cotton chain and, of course, that of energy-environment, with the strategic presence of Eni. Kazakhstan, indeed, with an estimated oil production of 8 million barrels per day, is among the most promising non-OPEC producing countries and could therefore counterbalance the Middle East impact on the price of oil. With its leading role in two of the three biggest oil fields in Kazakhstan, Eni plays a key role in the geopolitics of oil transport through the Caspian area. However, I don’t want to dismiss an aspect that is dear to me: the European Union Partnership Strategy with the Countries of Central Asia, launched by the European Council on June 21. Let me briefly summarise the macro-objectives of EU policies for Kazakhstan: a further strengthening of cooperation in the energy sector; support for the creation of the trans-Caspian trans-Black Sea Corridor; favouring the advancement of new political-economic reforms; supporting regional cooperation in Central Asia and the full fulfilment of the Partnership and Cooperation Agreement to bring this region closer to the EU. A key element of the new European Strategy is the bilateral dialogue that each country of the European Union is to promote with the individual countries of Central Asia. We have already partly fulfilled this commitment with the important ‘system-Italy’ mission that we carried out in October and should, in our intentions, contribute to further develop economic relations between Italy and Kazakhstan. Let me close with a due reference to Kazakhstan’s process for joining WTO. Italy strongly supports Kazakhstan’s membership in the World Trade Organisation and hopes that it may be granted in the political context determined by the upcoming adhesions of Ukraine and the Russian Federation. The WTO membership is a fundamental step leading to a more authoritative integration of Kazakhstan in the most meaningful multilateral mechanisms of international economic governance. I feel confident that with the current improvement of Kazakhstan’s socioeconomic conditions and a strengthening of an atmosphere of confidence – as recognised by international institutions and organisations – Italian entrepreneurs will be able to look at Kazakhstan as an economic and commercial partner with which to interact even more keenly and steadily. Italy believes in the future of this country and its capacity to eventually make the most out of so many energies and resources that belong to the Asian continent and have sometimes difficulties in expressing their full potential and adapting to the pace of global economy. This is yet another reason why we are ready to often go back to Kazakhstan being certain we can collect the fruits of our work along with our Kazakh partners.
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protagonisti Nei recenti incontri della missione in Kazakhstan di Confindustria, si sono valutate le opportunità di collaborazione con partner locali. Grande rapidità di crescita e sviluppo. “Chi vi opera da tempo afferma che in dieci anni hanno già fatto quello che da noi è stato fatto in trenta”. Così racconta il presidente Luca Cordero di Montezemolo all’indomani del suo viaggio.
un paese dalle grandi potenzialità di
luca cordero di montezemolo
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iamo andati in Kazakhstan con una delegazione imprenditoriale imponente sia dal punto di vista dei numeri, più di 200 imprenditori, che della qualità. Grandi gruppi industriali: Eni, Finmeccanica, Italcementi, ERG, Cremonini, Auricchio, Riello, FIAT. Le più importanti società italiane di infrastrutture, impiantistica e logistica, alcune delle quali operanti in Kazakhstan da tanti anni come Todini, Renco, Bonatti, Danieli, Impregilo, MaireTecnimont, CIS Interporto. La più grande Banca italiana e la seconda banca europea, Unicredit. Ma soprattutto c’erano tante piccole e medie imprese, la spina dorsale del nostro sistema produttivo, che, con la loro straordinaria vitalità, sono le vere protagoniste di ogni iniziativa internazionale organizzata da Confindustria. È stata dunque una grande missione di tutto il sistema Italia quella che è andata ad Astana e Almaty dove sono stati organizzati centinaia di incontri di business con gli imprenditori kazaki. Le relazioni economiche tra i due paesi sono ottime. I numeri dell’interscambio commerciale lo dimostrano. Possiamo dire di essere stati tra i primi ad aver scommesso sullo sviluppo del Kazakhstan, le imprese italiane vi operano da più di 15 anni, penso in primo luogo a Eni che ha avuto un importante effetto di trascinamento sulle aziende dell’impiantistica. La recente acquisizione, da parte del Gruppo Unicredit, di uno dei
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più importanti istituti bancari del paese fornirà alle aziende italiane, particolarmente quelle piccole e medie, un supporto in più sul quale contare. Ma il know how italiano si vede un po’ ovunque, anche ad Astana, si vede nelle luci che illuminano il Bayterek e nel progetto dell’auditorium la “Rosa nel deserto”. Possiamo dunque essere soddisfatti, ma non appagati. Dobbiamo fare di più in particolare sul fronte degli investimenti produttivi. Come i nostri imprenditori sanno, Confindustria ha definito poche, chiare priorità in termini di paesi verso i quali indirizzare i nostri sforzi, e il Kazakhstan è in cima alla nostra lista. Le ragioni sono fondamentalmente tre: primo il Kazakhstan guida lo sviluppo e il processo di integrazione di un’area, quella centro asiatica, che sarà sempre più cruciale per la crescita economica globale. Penso in particolare alle iniziative riconducibili all’Eurasia Economic Community e allo Spazio Economico Comune. Per noi imprenditori italiani questo paese potrà essere il punto d’ingresso verso un mercato di molti milioni di consumatori e un fondamentale snodo logistico per le nostre merci. Secondo: la capacità di visione. Il Piano “Kazakhstan 2030” e la “Strategia di Sviluppo Industriale per il periodo 2003-2015”, rappresentano un’agenda ambiziosa, che prevede investimenti pubblici e privati ingenti e che conduce a un’economia sempre più aperta e capace di attrarre
Sono molte le imprese italiane che operano in Kazakhstan da più di 15 anni. La strategia è valorizzare e incrementare le opportunità di business. Many Italian companies have been operating in Kazakhstan for over 15 years. Their strategy is to enhance and expand business opportunities.
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investimenti stranieri, generando benessere diffuso. La diversificazione degli investimenti rispetto al settore oil che il Governo kazako ha fortemente incentivato, è destinata a creare nuovi interessanti spazi operativi per le imprese italiane e ad aumentare le possibilità della nostra presenza nel Paese. E arrivo al terzo punto. Il modello di sviluppo disegnato dal Presidente Nazarbayev presuppone un’industria manifatturiera forte e innovativa, qualcosa che noi italiani conosciamo bene, un terreno che ci è congeniale. Il Kazakhstan ha molto da offrire: posizione geografica, materie prime, framework favorevole agli investimenti, rispetto al quale è indispensabile evitare passi indietro, un piano di crescita concreto ed ambizioso. Le imprese italiane possono contribuire apportando conoscenze, tecnologie e capacità creative. Vale la pena ricordare che nella stragrande maggioranza dei casi le aziende italiane preferiscono investire in Joint Venture con partners locali, un metodo di lavoro che favorisce il passaggio di know-how. Il Presidente Nazarbayev ci ha ribadito la sua determinazione a voler rafforzare la collaborazione con l’Italia. Per cogliere questa opportunità occorre un piano di lavoro che abbia un orizzonte di lungo periodo. Questa missione è dunque un primo passo. Insieme ai
Prospettive nuove per l’economia italiana: rafforzare la presenza imprenditoriale sui mercati internazionali più promettenti.
New prospects for the Italian economy: to strengthen its business presence in the most promising international markets.
nostri partner kazaki abbiamo identificato i settori prioritari su cui lavorare: macchine utensili, agroindustria, beni di consumo di alta qualità, materiali da costruzione che andranno ad affiancarsi al settore dell’impiantistica e delle infrastrutture che già vede molte aziende italiane operanti in Kazakhstan. In quest’ottica, Confindustria ha firmato un importante Memorandum of Understanding con Atameken, l’Associazione nazionale delle imprese kazake, che permetterà di rafforzare la cooperazione bilaterale tra i due sistemi imprenditoriali, istituendo un canale preferenziale per le imprese italiane e kazake che necessitino di assistenza e di sostegno. Come Presidente di Confindustria ho sempre pensato che rafforzare la presenza imprenditoriale italiana sui mercati internazionali più dinamici e promettenti sia la priorità del nostro sistema Paese. La missione è un passo importante in questa direzione. Sono sicuro che imprese italiane e kazake, sapranno fare molta strada insieme!
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protagonists
The recent meetings of the Confindustria mission in Kazakhstan provided the opportunity to evaluate the prospects for cooperation with local partners. The country is experiencing fast growth and development. ‘Those who have worked there for a long time tell us that this country has achieved in ten years what we in Italy have achieved in thirty,’ said Luca Cordero di Montezemolo back from his trip.
a country with great potential by
luca cordero di montezemolo
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e went to Kazakhstan with a massive delegation of entrepreneurs both in terms of numbers – more than 200 entrepreneurs – and quality. There were big industrial groups: Eni, Finmeccanica, Italcementi, ERG, Cremonini, Auricchio, Riello, FIAT; the most important Italian companies specialising in infrastructures, plant engineering and logistics, some of which such as Todini, Renco, Bonatti, Danieli, Impregilo, MaireTecnimont, CIS Interporto, have been operating in Kazakhstan for many years. There was also the biggest Italian bank and second biggest European one – Unicredit. But above all, there were many small and mediumsized enterprises, namely the backbone of our productive system: their extraordinary vigour makes them the real protagonists of all international initiatives organised by Confindustria. Hence the mission organised at Astana and Almaty was a great mission of the entire ‘Italian system’ that organised hundreds of business meetings with Kazakh entrepreneurs. The economic relations between the two countries are very good, as the trade figures show. We may as well say we were among the first who staked on the development of Kazakhstan. Italian enterprises have been working there for over 15 years. I’m thinking, first of all, about Eni, which sparked an important driving effect on plant engineering companies. Unicredit’s recent takeover of one of the foremost local banks will provide Italian businesses, especially the small and medium ones, with additional support. Still, the Italian know-how is to be seen almost everywhere, even in Astana, in the lights that
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illuminate the Bayterek and in the project for the ‘Rose in the Desert” auditorium. We can therefore be satisfied, but can’t content ourselves with it. We need do more, especially in terms of productive investments. As our entrepreneurs know, Confindustria has set out a few, clear priorities as regards the countries our efforts should focus on, and Kazakhstan is at the top of that list. There are three basic reasons for it. Firstly, Kazakhstan leads the development and integration process of an entire region, Central Asia, which is bound to become more and more crucial for global economic growth. I’m thinking in particular of the initiatives linked with the Eurasian Economic Community and the Common Economic Space. For us Italian entrepreneurs, this country could be the gateway to a market with consumers numbering
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Progresso e sviluppo: si punta a diversificare l’offerta per attrarre gli investimenti stranieri. Progress and development with an aim at diversifying opportunities for foreign business.
in the millions and to a crucial logistic hub for our products. Secondly, Kazakhstan’s capacity to look ahead. The “Kazakhstan 2030” plan and the “2003-2015 Industrial Development Strategy” represent a challenging agenda, calling for huge public and private investments and leading to an increasing open economy capable to attract foreign investors and generate widespread wellbeing. The diversification of investments away from the oil sector, strongly supported by the Kazakh government, is bound to bring about interesting operating areas for Italian enterprises and increase the opportunity for a larger Italian presence in the country. And here comes the third point. The development model thought up by President Nazarbayev calls for a strong and innovative manufacturing industry, something we Italians know very well about, a ground suitable to us. Kazakhstan has a lot to offer: geographical location, raw materials, a favourable framework for investments - about which it’s indispensable to avoid moving backwards - and a factual and ambitious economic growth plan. Italian enterprises may contribute, offering their expertise, technologies and creativeness. It is worthwhile pointing out that Italian companies in the vast majority of instances prefer to invest in joint ventures with local partners, a working method that favours the passing on of know-how. President Nazarbayev reasserted to us he is determined to strengthen cooperation with Italy. To seize this opportunity we need a master plan for the long run. This mission is therefore just a first step. Together with our Kazakh partners we have tracked down the foremost sectors we should work on: machine tools, agro-industry, high-quality consumer goods and building materials, which will join the plant engineering and infrastructure sectors, where many Italian companies have been operating in Kazakhstan for quite some time. With this perspective in mind, Confindustria has signed an important Memorandum of Understanding with Atameken, the national association of Kazakh enterprises, that will allow us to consolidate bilateral cooperation between the two entrepreneurial systems, setting a sort of fasttrack lane for Italian and Kazakh enterprises that need assistance and support. Being Confindustria president, I have always thought that boosting Italian entrepreneurial presence on the most promising and dynamic international markets should be a priority for our entrepreneurial system. Hence, this mission can be deemed an important step taken in that direction. I am sure that Italian and Kazakh enterprises can travel a long distance side by side.
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iniziative eni
La responsabilità sociale come scelta strategica. I progetti più importanti e le attività di tutela ambientale e di sostegno alle comunità locali.
dalle comunità al mar caspio: sostenibilità al primo posto di
Marco Stampa
foto di
Sergey Prigodich
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ispettare i diritti umani delle popolazioni, salvaguardare l’ambiente e contribuire al miglioramento della qualità della vita delle comunità e allo sviluppo socio-economico dei territori in cui è presente, fanno parte degli impegni di Eni nell’ambito della sostenibilità. E in Kazakhstan gli interventi sono tanti e vengono concordati con le autorità locali sulla base di specifiche esigenze delle comunità e una parte di essi rientra nei contratti di Production Sharing (PSA) stipulati. I progetti vengono realizzati sia in cooperazione con i partner dei consorzi ai quali la Compagnia partecipa, sia direttamente, in collaborazione con le istituzioni locali e con il coinvolgimento attivo delle stesse comunità beneficiarie. Le aree di intervento sono quelle interessate dalle attività petrolifere, le regioni di Atyrau e Mangistau che rientrano nel PSA del Caspio settentrionale, le aree di Uralsk-Aksai, nonché la regione della capitale Astana. Le principali iniziative riguardano interventi a carattere infrastrutturale quali l’ammodernamento di strutture sanitarie e scolastiche, la realizzazione di opere pubbliche e di infrastrutture sociali. In particolare i progetti sociali (realizzati da Eni) sono: il centro Okzhetpes, il centro Baldauren, la biblioteca nazionale e, ad Astana, un palazzo con 80 abitazioni e il palazzo dove ora risiede il Parlamento. Karachaganak e i Village Councils Nel 2005, il Consorzio Karachaganak Petroleum Operating BV (KPO) (di cui Agip Karachaganak BV è co-operatore insieme a BG, per lo sviluppo di un giacimento ubicato nel Kazakhstan occidentale), ha firmato congiuntamente con le Autorità Distrettuali locali, un Memorandum of Understanding (MoU) per la costituzione di Village Councils, organi consultivi formati da rappresentanti delle Autorità locali, delle Comunità e del Consorzio. Questi organismi partecipativi sono stati attivati in quattro dei villaggi rurali, situati nelle zone limitrofe ai campi di Karachaganak, dove vengono svolte le attività petrolifere. L’obiettivo è quello di garantire uno scambio trasparente di informazioni sul progetto e sul suo contributo allo sviluppo locale e consentire, parallelamente al KPO, di recepire le istanze delle comunità e quindi meglio indirizzare i suoi sforzi a supporto delle autorità per promuovere lo sviluppo locale. Dalla loro costituzione a oggi i Village Councils hanno dato vita a incontri e consultazioni sui principali problemi di tipo ambientale e sociale, generati dalla presenza produttiva della società e dall’esistenza dei suoi impianti. L’attività di consultazione è stata intensa: nel 2006 hanno avuto luogo ben 21 incontri con le comunità dei villaggi e, su proposta dei Village Councils, sono stati realizzati nel 2006 diversi progetti di sviluppo locale: l’illuminazione stradale, la concessione di micro-crediti per attività agricole e piccole e medie imprese e la ristrutturazione delle scuole dei villaggi di Zharsuat e di Priuralny. L’impegno nella promozione dello sviluppo socio-economico locale si è ormai consolidato anche attraverso l’iniziativa Business Centre and Incubator, che ha come obiettivo di addestrare i neo imprenditori ad avviare e perseguire le loro attività di business mediante corsi avanzati di management, marketing e finanza. Il Centro, che ha formato ad oggi 306 persone, prevede anche
Restaurato nel 2001 grazie al contributo di Eni, il centro benessere Okzhetpes è un’ottima ed efficiente struttura. L’anno scorso è stato premiato come miglior stazione termale mondiale.
Renovated in 2001 with funds provided by Eni, the Okzhetpes well-being centre is very good and efficient. Last year it won the world’s best spa resort award.
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il Centro benessere di Okzhetpes Il centro di salute e benessere Okzhetpes, alle dipendenze del centro medico della Direzione Affari del Presidente della Repubblica di Kazakhstan, ha ottenuto il riconoscimento di “miglior stazione termale 2006”, assegnatole dalla Assemblea generale della Federazione mondiale di idroterapia e climatologia nel novembre 2006 ad Andorra. Il centro, ubicato sulla riva del lago Borovoye, a 300 metri dalla rocca di Okzhetpes, è stato costruito nel 1981, poi nel 2002, grazie al contributo Eni, è stato completamente restaurato rendendolo oggi corrispondente al livello di un albergo a 5 stelle: 124 stanze arredate con mobili moderni e attrezzate con tutto i necessari comfort. Il centro benessere possiede un’ottima infrastruttura: un ristorante da 280 posti, una grande piscina, sauna, sala fitness, palestra di circa 1000 mq., biblioteca, biliardo, salone per trattamenti estetici, sala cinema. Durante il periodo estivo sono disponibili scivoli acquatici, motoscafi, catamarani, etc. mentre in inverno: sci e motoslitte ed inoltre vengono organizzate escursioni a piedi o in auto. Il centro dispone di 2 sale conferenze, per seminari, conferenze, nonché congressi a livello mondiale.
okzheptes healtH resort The Okzhetpes centre for health and well-being, under the management of the Medical Centre of the Kazakhstan Presidential Administration, was voted “the best spa resort 2006” by the General Assembly of the World Federation of Hydrotherapy and Climatotherapy, held in Andorra in November 2006. The Centre, located on the shore of Lake Borovoye, 300 metres away from the Okzhetpes cliff, was built in 1981. In 2002, thanks to funding from Eni, it was thoroughly renovated, bringing it today up to the standard of a 5-star hotel, boasting 124 rooms furnished in a modern style and supplied with every creature comfort. The health centre offers top-class facilities: a 280-seat restaurant, a large swimming pool, saunas, fitness rooms, a gym measuring approx. 1,000 square metres, beauty treatment salons, a library, billiard rooms and a cinema. During the summer period water slides, motor boats, catamarans, etc. are available, while in the winter there is skiing, motor-sleds and excursions on foot or by car. The centre boasts two conference rooms for seminars, conferences, or for congresses at an international niveau.
consulenze specialistiche, facilitazioni alle concessioni di micro-crediti e la messa a disposizione di strumenti operativi. Parallelamente agli interventi infrastrutturali e ai progetti di sostegno allo sviluppo locale sono proseguite iniziative rivolte alla popolazione, quali la campagna, recentemente avviata, rivolta ai dipendenti e alle Comunità, di sensibilizzazione alla sicurezza stradale nell’area limitrofa alle attività di KPO. Nel settore dell’istruzione si porta avanti il progetto Mobile Art School, attraverso il quale vengono impartiti a bambini dei distretti rurali corsi di arte grafica e figurativa.
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eni iniTiatives
Social responsibility as strategic choice. The main projects and measures to protect the environment and support local communities.
From Communities to the Caspian Sea: sustainability in top place by
Marco Stampa
pictures by Sergey Prigodich
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o respect the human rights of the local population, to safeguard the environment and help to improve the quality of life of local communities and foster the socio-economic development of the territories where it is present are part of Eni’s commitment to sustainability. There are many interventions in Kazakhstan. They are agreed on with the local authorities on the basis of specific requirements by the communities. Part of them belong to the existing Production Sharing Agreements (PSA). The projects are carried out both in cooperation with the partners in the consortiums which involve Eni, and directly, in cooperation with local institutions and with the active involvement of the communities benefiting from these projects. The main areas of intervention concern those involved in oil activities, the Atyrau and Mangistau regions coming under the PSA of the Northern Caspian Sea and the Uralsk-Aksai areas as well as the region of the capital Astana. The main projects concern measures on infrastructures such as refurbishing health and school facilities, and the creation of public works and social infrastructures on top of measures to carry natural gas and water to urban and rural areas with are not connected to distribution networks.
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la Biblioteca nazionale La storia della Biblioteca Nazionale è strettamente legata alla costituzione della nuova capitale quale centro intellettuale del Kazakhstan. È impossibile sottovalutare il suo valore per il Paese, per il governo, per i circoli di affari e per l’intera popolazione. Costituita nel 2004 da Eni, su iniziativa del Presidente della Repubblica Nazarbaev, la biblioteca è stata orientata alla creazione di un patrimonio informativo universale. Attualmente possiede 400.000 libri, 1500 pubblicazioni periodiche sia kazake che estere ed è frequentata da 18.000 lettori ogni anno. La biblioteca si trova nel nuovo centro amministrativo della città di Astana – il Levoberezhie – vicino al simbolo della giovane capitale, il Baiterek. Il Direttore Generale è Rosa Berdigalieva, presidente della associazione delle biblioteche della Repubblica di Kazakhstan, primo presidente dell’Assemblea delle biblioteche di Eurasia dei paesi CSI (2001-2003), socio corrispondente della Accademia internazionale di informatizzazione, e socio corrispondente della Accademia internazionale di economia di Eurasia.
Lo sviluppo sostenibile in Kashagan Nelle acque settentrionali del Mar Caspio, Eni non è più operatore unico del consorzio Agip KCO nell’ambito del progetto di sviluppo del campo offshore di Kashagan e delle attività di appraisal delle scoperte dei campi di Kalamkas, Aktote e Kairan. Le attività petrolifere nella regione devono superare difficoltà di tipo operativo e ambientale per le avverse condizioni climatiche (escursione termica estate-inverno tra +40C° a -40C° e congelamento della superficie marina), la presenza di un ecosistema sensibile in alcune zone e la mancanza di consolidate infrastrutture specifiche tipiche dell’industria petrolifera. La dimensione delle attività in corso per il progetto Kashagan rappresenta un’opportunità di crescita per l’intero Kazakhstan con effetti immediati soprattutto nella regione delle operazioni. L’attività petrolifera richiede lo sviluppo e l’applicazione delle tecnologie più avanzate integrate con un’attenta e puntuale valutazione degli impatti ambientali, sociali ed economici e la mitigazione degli impatti stessi anche attraverso un continuo processo di consultazione con i principali stakeholder regionali e nazionali. Tra gli interventi mirati ad assicurare uno sviluppo sostenibile, vi sono: la costruzione di infrastrutture, la crescita e formazione del personale ed imprenditoria locale e la protezione dell’ambiente. Le attività di costruzione di infrastrutture riguardano prevalentemente il settore delle strutture sanitarie e dell’edilizia scolastica e sociale. Particolarmente significativa è la costruzione di un centro regionale specializzato nello studio ed analisi
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Karachaganak. The commitment of the Village Councils In 2005, the Karachaganak PetroThe history of the National Library is closely bound to the leum Operating B.V. (KPO) consorestablishment of the new capital as an intellectual centre of tium (of which Agip Karachaganak Kazakhstan. Its value for the country, for the Government, for BV is co-operator alongside BG business circles and for the population as a whole can hardly for the development of a deposit be underestimated. Established by Eni in 2004 at the behest of in western Kazakhstan), signed a President Nursultan Nazarbayev, the library aims at creating a Memorandum of Understanding universal information bank. It currently holds 400,000 books, (MoU) with local District Authori1,500 periodical publications both Kazakh and foreign, and is ties, for setting up Village Councils, visited by 18,000 readers a year. advisory bodies made up by repreThe library is located in the new administrative centre of the city sentatives of the local Authorities, of Astana – the Levoberezhe –close to the symbol of the young the Community and the consorcapital, the Baiterek Tower. tium. These participatory bodies Its General Director is Rosa Berdigalyeva, President of the have been launched in four of the Libraries Association of the Republic of Kazakhstan, First rural villages located in areas borPresident of the Eurasia Libraries Assembly of CIS countries dering the Karachaganak fields, (2001-2003), corresponding associate of the International where oil activities are taking plaAcademy for Information Management and corresponding ce. The goal is to guarantee a tranassociate of the International Academy for Eurasian Economy. sparent exchange of information on the project and on its contribution to local development and, at the same time, to help the KPO to take into account the demands of local communities and therefore to better direct its efforts to support the authorities in promoting local development. Since their formation the Village Councils have produced meetings and consultations on the main environmental and social problems, caused by KPO’s production activity and its facilities. The consultation activity has been intense: a total of 21 meetings were organised with the village communities in 2006 and, as proposed by the Village Councils, several project for local development were carried out in the same year: street lighting, the extension of micro-loans to farmers and small and medium-sized entrepreneurs and the refurbishing of schools in the villages of Zharsuat and Priuralny. The commitment to the promotion of local socio-economic development has been established also by setting up a Business Centre and Incubator, which has the objective of training new entrepreneurs to launch and manage their business through advanced management, marketing and finance courses. The Centre has trained 306 people so far. It also provides specialised advice, facilities for the extension of micro-loans and operational instruments. Side by side with the infrastructural actions and the projects in support of local development, other activities have been carried on for the population, such as the recently launched awareness campaign for employees and the communities to improve road safety in the area near where the KPO is active. In the education sector they carry on the Mobile Art School project, through which figurative and graphic art courses are held for children in rural districts.
the national library
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del sangue per fronteggiare la crescente diffusione di malattie trasmissibili. L’impegno finanziario annuo per i progetti infrastrutturali è pari all’1% delle spese di sviluppo, come stabilito dal North Caspian Sea Production Sharing Agreement. In questo dato sono comprese le forniture delle reti di distribuzione del gas, acqua ed energia elettrica a numerose comunità locali (complessivamente circa 30.000 persone) non ancora collegate ai servizi di prima necessità. Le attività di formazione del personale locale, oltre che per l’inserimento in azienda, prevedono la formazione di operai e maestranze specializzate nelle discipline meccaniche, elettriche e generalmente di tipo cantieristico. In particolare è stato lanciato un progetto finalizzato alla formazione di 1.500 operai specializzati da assumere prevalentemente nell’area delle operazioni. Agli imprenditori locali vengono offerte opportunità di adeguamento agli standard internazionali promuovendo l’ottenimento di certificazioni internazionali, la conoscenza e l’accesso a strutture di finanziamento e la creazione di partnership con compagnie internazionali. Oltre 1.000 compagnie locali sono state qualificate nelle vendor list di Agip KCO e 19 compagnie hanno ottenuto una certificazione di qualità ISO 9001. Le attività di protezione ambientale, oltre a quelle tipicamente relative alla mitigazione degli impatti diretti, prevedono l’implementazione sul territorio di strutture e strumentazioni adeguate a una moderna gestione dell’ambiente, come il controllo della qualità di aria e acqua e lo smaltimento dei rifiuti. Vengono inoltre attuati progetti di monitoraggio a protezione di particolari specie animali (in particolare lo storione che è una delle fonti economiche primarie della regione per la produzione di caviale).
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Il centro di Baldauren Burabai è la perla della grande steppa kazaka Sary-Arki. Proprio qui, nel territorio del parco nazionale Burabai, sulla riva del lago Shuchie, è situato il centro studi e benessere Baldauren, ristrutturato da Eni. Gli abitanti di questa “isola per bambini” sono più di 5.000 ragazzi che ogni anno passano qui le loro vacanze, stringono nuove amicizie con i coetanei che arrivano da tutte le parti del Paese nonché dall’estero, accrescendo così le loro conoscenze. Il raduno nazionale delle organizzazioni sociali per bambini del Kazakhstan è l’evento più importante del centro. All’interno del programma, tra l’altro, si sono svolte iniziative di beneficenza. La scuola Baldauren ha aule attrezzate per l’insegnamento con metodi non tradizionali dove è previsto l’utilizzo di computer e nuove tecnologie di insegnamento. Nel centro i ragazzi trovano tutte le condizioni non solo per lo studio e il relax, ma anche per la cura e il benessere. Il complesso medico è una miniclinica modernamente attrezzata dove sono adottate tutte le metodologie necessarie per la cura e la profilassi. Durante le vacanze i ragazzi seguono un programma di risanamento e rafforzamento. Ogni anno migliaia di bambini imparano a nuotare, sciare, pattinare, giocare a palla volo, pallacanestro, calcio, scacchi, etc. Al centro lavorano più di 200 persone, impegnate nei vari indirizzi: educativo, istruttivo, turistico, sportivo, medico, amministrativo, etc.
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Sustainable development in Kashagan In the northern waters of the Caspian Sea, Eni is no more the single operator of the Agip KCO consortium to develop the Kashagan offshore field and conduct appraisal drilling in the Kalamkas, Aktote and Kairan fields. Oil business in the region has to cope with operational and environmental hurdles due to hostile weather conditions (temperatures ranging from plus 40C° in summer to minus 40C° in winter and freezing-over of the sea), a fragile ecosystem in some areas and the lack of established infrastructures for the oil industry. The size of the work in progress for the Kashagan project represents an opportunity for growth for the whole of Kazakhstan with an immediate impact mainly in the regions directly involved. Oil business in this area requires the development and application of the most advanced technology integrated with a careful and accurate assessment of the environmental, social and economic impact and the mitigation of this impact through a continuous process of consultation with the main regional and national stakeholders. The projects aimed at guaranteeing a sustainable development include the construction of infrastructures, the growth and formation of staff and local entrepreneurs, and the protection of the environment. Infrastructure construction mainly revolves around the health, school and social sectors. A particular importance is attached to the construction of a regional centre specialising in blood analysis
the baldauren centre Burabai is known as the pearl of Kazakhstan’s vast Sary-Arka steppe. Right here, in the Burabai National Park, on the shores of Lake Shchuchie, stands the Baldauren Centre for Study and Well-being, which has been renovated by Eni. The inhabitants of this “children’s island” comprise the more than 5,000 youngsters who spend their holidays here every year. Here they form new friendships with other children from all over the country as well as from abroad, thus broadening their horizons. The national gathering of Kazakhstan’s social organizations for children is the centre’s most important annual event. The programme includes charitable projects. The Baldauren school has classrooms equipped for teaching with non-traditional methods, using computers and new teaching technologies. At the centre, the kids can find all the facilities for study and play, as well as for their health and well-being. The medical centre is a small-scale clinic with modern equipment providing for the treatment and prevention of illnesses. During their holidays, the young folk follow healing and strengthening programmes. Each year, thousands of children learn how to swim, to ski, to play volleyball, basketball, soccer, chess and more. More than 200 persons work at the centre in its various activities of education, instruction, tourism, sports, medicine, administration, and so on.
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L’attenzione agli aspetti sanitari e ambientali Inoltre entrambe le aree di operazione sono state coinvolte nell’iniziativa di accoglienza nel Soggiorno Marino di Cesenatico di bambini provenienti da scuole e orfanotrofi di diverse zone del Paese che la società attua annualmente durante il periodo estivo. Oltre agli interventi verso le comunità locali e i sistemi di gestione ambientale integrati nelle operazioni, entrambe le operatorship Eni nel paese si sono dotate di strumenti avanzati di valutazione degli impatti sociali delle attività. Metodologie come il Social Impact Assessment (SIA) sono ormai di uso comune all’interno delle strutture di project management e di sviluppo delle varie fasi dei progetti Kashagan e Karachaganak, spesso integrati con corrispondenti valutazioni degli aspetti ambientali e sanitari che un così massiccio impiego di risorse, capitali e tecnologie implica. In Kazakhstan si attua, quindi, un modello di gestione a livello operativo che qualifica, sui temi fondamentali della sostenibilità, un grande attore industriale globale in un contesto strategico e di enorme rilevanza sociale ed economica.
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and research to help cope with the growing spread of transmissible diseases. The annual financial budget for infrastructure projects adds up to one percent of the development costs of the Kashagan projects, as provided for in the North Caspian Sea Production Sharing Agreement. This includes the construction of gas, water and electric power distribution networks to numerous local communities (altogether some 30,000 people) that are not yet connected to primary services. Local personnel training, besides people to be hired by KPO, will extend to workers specialising in engineering, electrical and construction in general. More specifically, a project aimed at training 1,500 skilled workers to be hired mostly in the area of the Kashagan project. Local entrepreneurs have been offered opportunities to meet international standards and obtain international certificates, to get to know and access financing facilities and to enter into partnership with international companies. More than 1,000 local companies have qualified to enter Agip KCO’s vendor list and 19 companies have obtained the ISO 9001 quality certificate. Apart from those related to mitigating direct impact, activities for environmental protection include the implementation on the territory of adequate structures and tools for up-to-date environment management such as air and water quality control, and waste disposal. There are also projects aimed at monitoring and protecting certain animal species (especially sturgeons, which represent one of the major economic resources in the region for the production of caviar).
Sono tanti i progetti di Eni per le comunità locali kazake. Qui, nel centro benessere di Baldauren, ogni anno soggiornano molti bambini che passano le loro vacanze imparando tante attività sportive.
Eni has carried out many social projects for local kazakh communities. Here, in the Baldauren well-being centre, many children spend their school holidays learning many sports.
Care for health and the environment Moreover, both the Karachaganak and Kashagan operational areas have been involved in the annual ‘Soggiorno Marino’ (‘Seaside Stay’) project under which children from schools and orphanages across Kazakhstan travel to Cesenatico (on Italy’s Adriatic Sea) to spend part of their summer vacations there. Besides the measures aimed at local communities and the environment management systems integrated in operational activities, both Eni operatorships in Kazakhstan are equipped with advanced tools to assess the social impact of their activities. Methodologies like the Social Impact Assessment (SIA) are now steadily employed in project management structures and in the various stages of the Kashagan and Karachaganak projects, which are often integrated with the assessment of the health and environmental aspects related to such a massive employment of resources, capital and technologies. Therefore, we apply in Kazakhstan a model of operational management worthy of a major global player in matters relating to the crucial issues of sustainability in a strategic context of huge social and economic relevance.
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iniziative eni
karachaganak: innovazione tecnologica
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l giacimento a gas e condensati di Karachaganak,ubicatonellevicinanze dellacittàdiAksai,nellaregionediUralsk nel nord-ovest del Kazakhstan,erastato individuato già alla fine degli anni ’70. Gazproml’avevamessoinproduzionenel 1984,senzapoterraggiungereunlivello produttivo commisurato alle riserve a causa di quelle che erano al tempo le insormontabili difficoltà tecnologiche. EnieBritishGassonodiventatioperatori congiunti del giacimento, con quote rispettive del 32,5% (altri partner sono Chevron 20% e Lukoil 15%), sulla base di unProductionSharingAgreementfirmato nel 1997 e della durata di 40 anni. Nel 2007 la produzione media del giacimento è stata pari a 372,101 barili di olio equivalente al giorno, di cui circa 111,598 barili di olio rappresentano la quota Eni. Lacoltivazionedelgiacimentoèrealizzata producendo liquidi (condensati e olio) dai livelli più profondi del campo e reiniettando nei livelli superiori parte del gas associato; questo permette di aumentare il recupero degli idrocarburi liquidirispettoaunosvilupponelqualeil gas non viene riciclato. Il giacimento di Karachaganak si trova a 5,000 metri di profondità e il gas per reiniettarlo a quella profondità deve esserecompressoapressionienormipari a 550 atmosfere; perché la reiniezione del gas abbia effetto sulla produzione di olio, almeno il 40 % del gas prodotto deve essere reiniettato (6.2 miliardi di metri cubi di gas all’anno) deve essere processato, compresso e reiniettato in profondità, nel giacimento. Infine il gas tossico H2S noto come acido solfidrico, che è presente in percentuale fino al 3.5% nel gas prodotto, deve essere controllato e mantenuto nel circuito di compressione senza che si verifichi la minima perdita, che altrimenti sarebbe letaleperuominioanimalichevifossero esposti. A distanza di quattro anni dall’avvio dei compressori, che Nuovo Pignone (GE) ha prodotto su progetto dell’Eni e dei suoi partner per Karachaganak, queste
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macchinerimangonoalverticedellaloro categoria e nel corso del 2007 hanno funzionato per il 94% del tempo a 470 atmosfere: le altissime pressioni, la capacità di comprimere grandi volumi, i materiali e le tenute per lo H2S e infine la capacitàdioperareancheatemperature di-30°C,fannodiquestiprototipiilvanto della progettazione e della tecnologia italiana. L’esperienza positiva dei compressori di Karachaganak ha permesso di raggiungere un duplice risultato rispettivamente sul versante dell’innovazione tecnologica e della protezione dell’ambiente: le macchine saranno utilizzate anche in altri progetti importanticomequellodiKashaganesul versantedellaprotezionedell’ambiente, anche grazie a questi compressori, il 99,4% del gas prodotto a Karachaganak viene reiniettato o venduto e solo una frazionedipercentualevieneconsumato nellefiaccole,riducendoquindialminimo la produzione di gas che contribuisce all’effetto serra.
Tecnici specialisti esaminano la girante di uno stadio del compressore.
Specialized technicians examine the rotor of the compressor.
iniTiatives Karachaganak: technological innovation
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Serbatoio di stoccaggio del gas a Karachaganak.
Gas storage tank in Karachaganak.
as and condensed field of the Karachaganak natural gas and condensate field, located close to the townofAksai,intheUralskregion,inthe NorthWest of Kazakhstan, was already discovered at the end of the 70’s. Gazprom had already started the production in 1984, without reaching a productivelevelinlinewiththereserves, due to the insurmountable technical difficulties of those days. Eni and British Gas Eni and British Gas became joint operatorsofthefieldwitha32.5%share each (the other partners are Chevron 20% and Lukoil 15%), based on the ProductionSharingAgreementsignedin 1997 and that will last 40 years. In 2007 the field produced an average 372.101 barrels of oil equivalent a day, of which, about 111.598 barrels are Eni’s share. The deposit exploitation is realized by producing liquids (condensate and oil)
from deeper layers and re-injecting part of the associated gas in upper layers.Thisallows ahigherrecoveryof hydrocarbon liquids as compared to when gas is not recycled. Karachaganak deposit is 5 km below the ground level and to re-inject gas so deep, it must be compressed under the huge pressure of 550 atmospheres; in order for the reinjection to be effective on the oil production, at least 40% of the gas that is produced (6.2 billion cubic meters of gas every year), must be processed, compressed and reinjected in the deep layers of the deposit. Moreover, the toxic gas H2S, known as hydrogen sulphide acid, whichispresentupto3.5%inthegas, must be controlled and kept inside thecompressioncircuit,avoidingany possible leak that would be lethal for humans or animals exposed to it. Four years since their startup, the compressorsmadebyNuovoPignone, Genoa, on a design by Eni and its partners for Karachaganak, still rank at the top of their class and in 2007 they worked 94% of the time at 470 atmospheres: the huge pressure, the capability of compressing high volumes, the materials, the H2S seal and the capability of working at 30°Cmaketheseprototypesasource of pride for Italian engineering and technology. The positive experience of compressors in Karachaganak led us to a double achievement both on the technology innovation and the environment protection field: the machines will be used also in other important projects such as Kashagan and, for the environment protection issue, thanks also to these compressors, 99.4% of the gas produced in Karachaganak is reinjected or sold and only a fraction of a percentage point of it is flared in torches,reducingtotheminimumthe production of gas responsible of the greenhouse effect.
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regioni
parlano i governatori Il Kazakhstan è amministrativamente suddiviso in 14 regioni e 3 città di importanza nazionale. Queste ultime sono: la capitale Astana, l’ex capitale Almaty e Baykonur, città in cui è situato il cosmodromo in affitto alla Russia fino al 2050. L’attività di Eni è concentrata nelle tre regioni della parte occidentale del paese, ricca di risorse minerarie. Ad oggi è la zona con un maggior livello di sviluppo e centro dell’industria petrolifera e petrolchimica del paese. di
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regions
let THE GOVERNORS SPEAK Kazakhstan is administratively divided in 14 regions and 3 cities cities of nationwide relevance. The latter include: the capital Astana, the former capital Almaty and Baykonour, the city where the cosmodrome rented to Russia until 2050 is located. Eni activities are concentrated in the three regions in the western part of the country, rich in mineral resources. So far it has been the zone with the greatest level of development and the centre of the country’s oil and petrochemical industries. by
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ryskaliev
Berghey S. Ryskaliev è dal 2006 il governatore della regione di Atyrau. Laureato in architettura e costruzioni edili ad Alma-Ata, ha successivamente frequentato l’Accademia giuridica. La sua carriera politica inizia nel 2003 come Segretario del Parlamento della regione e poi primo cittadino della città di Atyrau. L’oblast di Atyrau è la provincia situata nell’ovest del paese, sulla costa nordorientale del Mar Caspio.
atyrau, stabilità e progresso
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ual è la caratteristica principale della Sua regione rispetto alle altre del Kazakhstan? Innanzitutto, bisogna sottolineare che la regione Atyrau è una delle più importanti nel paese soprattutto per lo sviluppo socio-economico, in quanto il benessere economico dei nostri cittadini e la stabilità sociale sono il fondamento di uno Stato civile. La nostra regione è diventata economicamente forte e industrialmente sviluppata, grazie ai grandi
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investimenti stranieri nell’industria dell’oil&gas e alla competente politica economica dello Stato. Dal 2005 il volume annuo di produzione industriale supera i 1200 miliardi di tenghe (valuta nazionale kazaka). Il volume di affari con l’estero della regione ha raggiunto lo scorso anno 12 mld dollari e rispetto al 2005 è aumentato del 47%. Il contributo all’erario statale ammonta al 20% circa di tutte le entrate nel budget. Più di 400 imprese straniere e j.v. operano qui. Indubbiamente oggi la potenza produttiva della regione è tutta concentrata nell’industria di estrazione; ogni anno aumenta il livello di produzione greggio e gas. Nel 2006 la regione ha prodotto circa 17 mln di tonnellate di greggio, delle quali oltre 13 mln sono della Tenghischevroil; inoltre circa 2 milioni 800 mila tonnellate di greggio sono della Embamunajgas, filiale della compagnia nazionale Kazmunaigas. Queste due imprese costituiscono il 94% del volume di estrazione di greggio nella regione. Nel luglio 2006 è stato completato il revamping della raffineria di Atyrau. Il capo di Stato Nursultan Nazarbaev nel suo messaggio alla cerimonia di inaugurazione della raffineria ha detto che “l’impianto ha sempre contributo allo sviluppo dell’economia del Kazakhstan e non ha smesso di funzionare neanche negli anni più difficili…”. Ora è iniziata la produzione di prodotti petroliferi di alta qualità: benzina, diesel, che corrispondono agli standard internazionali. La resa della raffinazione del petrolio ammonta ora al 95%, dall’82% di prima. La ricostruzione della raffineria consentirà, nel prossimo futuro, di aumentare le esportazioni della regione, di incrementare l’imponibile e di accelerare la realizzazione dei programmi sociali per l’aumento del benessere dei cittadini. Ma la regione vive non solo di petrolio e prodotti petroliferi. Nelle acque del bacino Uralcaspico viene pescato più della metà del volume lordo di produzione ittica dello Stato. Nei primi 10 mesi del 2007 sono state pescate nella regione più di 11 mila tonnellate di pesce. I principali parametri di produzione ed economici nel settore agroindustriale fanno pensare che l’economia della regione si sviluppi in modo multilaterale. Nel 2006 la produzione agricola lorda ha superato gli 11 miliardi di tenghe. Attualmente lo stipendio medio mensile ammonta a 92 mila tenghe, quasi il
30% in più rispetto allo scorso anno. Come valuta il contributo dell’Agip KCO nello sviluppo dell’infrastruttura sociale della regione? Questo argomento è stato da me sollevato nell’incontro di settembre con l’Amministratore Delegato di Eni Paolo Scaroni, dove abbiamo discusso sui tempi di sviluppo dei progetti di infrastruttura sociale della compagnia relativamente alla tutela dell’ambiente e alla tutela del lavoro. Il Primo Ministro italiano Romano Prodi, in visita nella regione di Atyrau in ottobre, ha esortato le aziende italiane che lavorano nella regione ad essere imprenditori responsabili. Romano Prodi ha visitato una delle isole artificiali nel mare Caspio, dove opera il consorzio Agip KCO, ha preso visione dello stato di avanzamento dei lavori di costruzione dell’impianto di lavorazione petrolio e gas di Bolashak nel blocco di Karabatan, ha visitato il centro studi della compagnia e ne è rimasto favorevolmente colpito. In generale l’arrivo di grandi investitori nella nostra regione, compreso il consorzio Agip KCO ha aperto la strada del business a molte aziende di Atyrau. I volumi di merci e servizi, acquistati presso le aziende locali, cresce di anno in anno. Solo negli ultimi 3 anni il valore delle merci, lavori e servizi dei fornitori locali, acquistati dall’ Agip KCO e dalla Tenghischevroil, è aumentato di 2,9 volte ed è ammontato nel 2006 a 1,5 mld dollari USA. La partecipazione delle aziende locali nei progetti delle suddette compagnie determina non solo la crescita dell’occupazione della popolazione locale, ma serve anche come stimolo per accelerare la crescita dello sviluppo industriale dei settori dell’eco-
nomia, quali: produzione merci, terziario, servizi di trasporto e altri che principalmente provengono dall’estero. I progetti di investimento realizzati nella regione determinano il futuro della regione stessa. Vi è la possibilità di creare tanti posti di lavoro e prodotti concorrenziali. Pensando al domani, si stanno già formando professionisti di alto livello. Come valuta le prospettive di collaborazione tra il Governatorato della regione Atyrau ed Eni? Come ho già detto, in occasione dell’incontro con l’Amministratore Delegato di Eni sono state discusse le questioni che riguardano la realizzazione del progetto Nord-Caspio (Kashagan). L’Amministratore Delegato mi ha assicurato che la compagnia avrebbe preso parte attiva alla vita sociale della regione e che tutte le questioni menzionate avrebbero trovato una risposta. Noi vorremmo che gli investitori affrontassero con grande responsabilità la questione dell’utilizzo della forza lavoro locale e il perfezionamento delle loro qualifiche. Ritengo che le prospettive di collaborazione tra il governatorato della regione ed Eni non siano affatto esaurite e non solo nel campo della estrazione di idrocarburi, ma anche nel settore petrolchimico. Abbiamo grandi prospettive nel settore edilizio e potrebbe diventare uno dei principali produttori nel paese di materiali inerti. La materia prima per questo settore è enorme. Aspettiamo anche dagli investitori la partecipazione allo sviluppo delle infrastrutture nella regione, come un’importante componente dell’economia. E posso assicurare che gli investitori avranno solo da guadagnarci. Nel 2006 gli investimenti nel capitale fisso sono ammontati a 756,6 miliardi di tenghe, circa il 30% del volume complessivo del paese. Storicamente il ruolo chiave dell’economia della regione è sempre appartenuto al settore dell’oil&gas. La regione detiene un alto potenziale di investimenti con un rischio limitato e può essere considerata come il polo di crescita dell’economia del Kazakistan. La combinazione razionale degli sforzi e delle capacità del Governo e della regione nell’ambito della politica degli investimenti ha permesso di creare le condizioni per la formazione del clima d’investimenti favorevole nella regione per attirare investimenti nella produzione e nello sviluppo dell’infrastruttura.
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q ryskaliev Berghei S. Ryskaliev has been governor of the Atyrau region since 2006. After graduating in architecture and construction in Alma-Ata, he attended the Kazakh State Academy of Law. His political career began in 2005 as Secretary of the regional Parliament and he later became mayor of Atyrau city. The Atyrau Oblast is the province located in the west of the country on the north-east coast of the Caspian Sea
atyrau, stability and progress
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overnor, what is the main feature of your region compared to the others in Kazakhstan? First of all it should be underlined that the Atyrau Oblast is one of the most important ones in the country, above all as concerns social and economic development, since the wealth of our fellow citizens and social stability are the basis of the State. Our region has grown economically strong and industrially developed thanks to the large foreign investments in the oil and gas industry and the State’s competent economic policy. Industrial production has topped 1.2 trillion tenges (the Kazakh currency) since 2005. The region’s sales volume abroad rose to 12 billion dollars last year, up 47% from 2005. Its contribution to the state coffers amounts to some 20% of total state revenues. More than 400 foreign businesses and joint ventures are active here. Undoubtedly, the region’s production potential is currently totally concentrated on mining. Oil and gas output has been growing every year. In 2006,
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the Atyrau oblast produced some 17 million tons of crude, out of which more than 13 million are accounted for by TenghizChevrOil, while some 2.8 million tons are from “Embamunaigaz”, a subsidiary of the national oil and gas company KazMunaiGaz. These two enterprises account aggregately for 94% of crude oil produced in the Oblast. Revamping of the Atyrau refinery was completed in July 2006. President Nursultan Nazarbayev in his message to the opening ceremony of the revamped refinery said that “the plant has always made its contribution to the developing of the economy of Kazakhstan and never stopped working even in the most difficult years…” Now production of highquality petroleum products has started: petrol, diesel oil and TS-1 propellant that meet international standards. Oil refining now amounts to 95%, up from 82% earlier. The upgraded refinery will allow in the near future to increase exports from the region, so expanding the taxable income base and helping speed up the
implementation of social programmes aimed at improving social welfare. But the Oblast doesn’t live just on oil and oil products. The waters of the Ural-Caspian basin provide more than half the gross volume of the country’s fisheries production. The fish cash in the Oblast exceeded 11,000 tons in the first 10 months of 2007. The main production and economic parameters pertaining to the agro-industrial sector point to an economy growing in a multilateral way. Gross agricultural production was worth more than 11 billion tenges in 2006. At present, monthly wages average 92,000 tenges per month, up almost 30% from a year ago. What is your opinion about the contribution provided by Agip KCO to the development of social infrastructures in the region? I took up this subject last September when I met Eni’s Managing Director Paolo Scaroni and we discussed the timetable of the company’s social infrastructure projects relating to environmental safeguard and safety at work. Italy’s Prime Minister Romano Prodi on his visit to the Atyrau Oblast last October called on Italian enterprises working in the region to act responsibly. Prodi visited one the the man-made islands in the Caspian Sea, where the Agip KCO consortium is operating, and could see the state of advancement in the construction of the Bolashak oil and gas processing plant near the Karabantan settlement. He visited the company’s research centre and was positively impressed. In general, the arrival of big investors in the region, including the Agip KCO consortium, has opened the door of business to many enterprises from Atyray.The amount of goods and services purchased from local enterprises has been growing one year after the other. In just the past three years, the value of goods, work and services acquired by Agip KCO and TenghizChevrOil increased by 2.9 times and rose to 1.5 billion US dollars in 2006. The participation of local businesses in projects run by the above companies not only creates new jobs for the local population but provides also a stimulus to speed up the pace of industrial development in
sectors such as goods production, the tertiary sector, transportation and other kinds of services, mainly coming from abroad. Investment projects implemented in the region are crucial to the region’s future. There’s an opportunity to create so many jobs and competing products. Looking ahead to tomorrow, the training of highlyqualified professionals is already underway. What is your opinion of the prospects of cooperation between the Governorship of the Atyray region and Eni? As I already said, when I met Eni’s Managing Director, matters relating to the implementation of the NorthCaspian (Kashagan) project were discussed. He assured me that the company would get actively involved in the social life of the region and that all of the matters that had come up would be tackled. We would like investors to address the issue of employing local labour and raising their level of qualification with a great deal of responsibility. I believe that prospects for cooperation between the regional Governorship and Eni have not been exhausted, and not just in the area of gas and oil production, but also in the petrochemical field. We have some great opportunities in the construction sector and we could become one of the country’s main producers of inert materials. Raw material for this sector is enormous. We expect investors to partake in developing infrastructure in the region, as an important component of the economy. And I can assure you that investors can only stand to gain from it. Capital investment amounted to 30% in 2006, some 30% of total investment in the country. Historically, the key role in the region’s economy has always belonged to the oil and gas sector. The region offers significant potential for limited-risk investment and can be regarded as the hub of economic development in Kazakhstan. The rational pooling of skills and efforts by the national and regional Governments in the area of investment policy has enabled us to bring about a positive investment climate in the region to attract investors in production and infrastructure development.
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q KUSHERBAEV
Krymbek E. Kusherbaev è dal 2006 il Governatore della regione di Mangistau. Inizia la sua carriera politica come assistente del vice primo ministro nel ‘94 per poi diventare ministro della sanità, dell’istruzione e infine Ambasciatore straordinario e plenipoteziario della Repubblica del Kazakhstan nella Federazione Russa, in Finlandia e in Armenia.
MANGISTAU, LA PERLA DEL KAZAKHSTAN
Q
ual è la principale caratteristica della Sua regione rispetto alle altre regioni del Kazakhstan? Mangistau oggi è una delle regioni del Kazakhstan con maggiore sviluppo dinamico. La regione ha una vantaggiosa posizione geografica tra l’Europa e l’Asia, l’Europa e la Cina. Attraverso il suo territorio passano i due corridoi di trasporto internazionale Nord-Sud e TRACECA. Nella nostra regione convergono tutti i tipi di trasporto, marino, aereo, automobilistico, ferroviario e delle condotte energetiche. Alla fine dello scorso
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anno sono state trovate tracce di idrocarburi presso la struttura “Zhemchuzhina” (“Perla”) e quest’anno la compagnia nazionale KazMunaiGaz inizierà la perforazione di pozzi esplorativi presso la struttura “Nursultan”. Ma, a differenza di altre regioni del Kazakhstan, che detengono anch’esse notevoli riserve di idrocarburi, il maggior punto di forza di Mangistau è nei settori del trasporto/logistica e del turismo. Di estrema importanza è per la regione lo sviluppo dei tre porti marini Aktau, Kuryk e Bautino. Aktau è un porto universale; attualmente è in corso il suo ampliamento in direzione nord (fino a 98 ettari), a seguito del quale la capacità del porto aumenterà a 20 milioni di tonnellate anno di idrocarburi liquidi e 3 milioni di tonnellate anno di prodotti solidi. Bautino è un porto servizi, orientato alla costruzione di isole artificiali per il settore kazako del Mar Caspio. Kuryk, invece, diventerà il più grande porto del Kazakhstan per l’esportazione di greggio. La costruzione dell’oleodotto Eskene-Kuryk garantirà il trasporto di quantitativi fino a 65 milioni di tonnellate anno di greggio. Nella nostra regione vige la norma di zona economica speciale. E’ un’ottima possibilità per lo sviluppo delle produzioni prioritarie poichè le agevolazioni fiscali e doganali vigenti consentono alle imprese di ridurre di circa un terzo i loro costi. Con il Decreto del Presidente Nazarbaev il territorio della zona economica speciale è aumentato da 228 a 982 ettari. In questi 754 ettari verranno collocate produzioni altamente tecnologiche destinate all’esportazione. Abbiamo già avviato la costruzione di nove simili imprese, tra cui uno stabilimento per la produzione di batterie solari e schede elettroniche, uno stabilimento per la lavorazione anticorrosiva dei metalli, una fabbrica di tubi d’acciaio con saldatura diretta, un impianto lubrificanti, etc. Inoltre, nell’ambito di tale zona, si sta costituendo una sottozona economica per la prestazione di servizi per operazioni marine, nella quale potranno collocarsi a condizioni vantaggiose imprese di servizi. La presenza del mare, la lunga stagione balneare (fino a 6 mesi all’anno), la buona qualità dell’acqua, confermata dall’Istituto oceanografico internazionale, nonché la vicinanza a paesi che generano i principali flussi turistici, rendono possibile un veloce sviluppo del turismo nella regione. Oltre alla possibilità di vacanze sul mare, Mangistau può mostrare a tutto il mondo le grandi meraviglie della terra kazakha nel
corso dei secoli, il ricco mondo naturale e spirituale. Due terzi dei monumenti storico-architettonici del Kazakhstan sono concentrati nel nostro territorio. Ad esempio le moschee sotterranee e rupestri, rare costruzioni architettoniche, sono datate 9-15esimo secolo. Attualmente la compagnia tedesca «IPK» ha completato l’elaborazione di un master plan per lo sviluppo della zona di villeggiatura «Kenderli», in base al quale verranno costruiti 23 alberghi di vari livelli con le più moderne infrastrutture di riposo e divertimenti. Al fine di assicurare un alto livello di servizi e una veloce integrazione delle stazioni balneari di Mangistau con il mercato turistico mondiale si prevede di invitare per la realizzazione del progetto i migliori nomi mondiali del business alberghiero. A breve inizieremo la costruzione dell’aeroporto «Kenderli» e in futuro quella del tratto ferroviario «Aktau-Kenderli» lungo la costa marina, che rappresenta l’itinerario turistico. Considerando che Mangistau sta diventando un centro internazionale di business, dove si intersecano gli interessi dei circoli di affari delle varie parti del mondo, e in primo luogo della regione del Caspio, ha una grande prospettiva lo sviluppo del turismo d’affari e del MICE-turismo. Sull’esempio della capitale Astana, con il sostegno del Presidente Nazarbaev, è stata iniziata la realizzazione di un progetto urbanistico per la costruzione di una nuova parte della città, la «Aktau City». Un piano elaborato da un gruppo di architetti di Boston, Parigi, Londra e Hong-Kong. Su un territorio di 3500 ettari verrà costruita una nuova moderna città, con quartieri residenziali e di affari, parchi, luoghi di riposo e divertimenti. Alle abitazioni saranno destinati 4 milioni di metri quadri. Un progetto di così grandi
dimensioni condizionerà la sviluppo di settori attigui, in particolar modo quello edilizio. Tutti questi progetti sono unificati all’interno del megaprogetto integrato di investimento «Terra-Mare-Cielo», indirizzati a massimizzare l’utilizzo dei principali punti forti della nostra regione, a raggiungere l’obiettivo della diversificazione dell’economia regionale e a posizionare la nostra regione nel Kazakhstan e nella regione del Caspio. Come valuta il contributo dell’ “Agip KCO” nello sviluppo dell’infrastruttura sociale della rеgione? Come valuta le prospettive di collaborazione tra il Governatorato e il Gruppo Eni? Il giacimento Kashagan è uno dei maggiori giacimenti al mondo di petrolio e gas. Non sorprende che una qualsiasi modifica dei tempi di realizzazione di tale progetto influisca sull’economia non solo della nostra regione ma anche di tutto il Kazakhstan. Lo sviluppo socio-economico della regione di Mangistau dipende in notevole misura dalla buona riuscita di tale progetto poichè la principale infrastruttura costiera per la realizzazione dei progetti offshore è situata nella
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nostra regione. Per questo abbiamo attentamente seguito il complesso processo negoziale di Kashagan e abbiamo appreso con soddisfazione che tutte le parti sono giunte ad un accordo sui principi. Con il Management dell’Agip KCO abbiamo instaurato stretti rapporti di lavoro che consentono di realizzare i programmati progetti di infrastruttura sociale della regione di Mangistau. Lo scorso anno abbiamo realizzato una serie di grandi progetti sociali e sono riconoscente al Management della compagnia per aver supportato il programma statale di sostegno degli “oralmany”, gruppo etnico di kazakhi ritornati nella loro patria storica. Nel periodo delle repressioni staliniane erano stati costretti ad abbandonare i loro paesi natii. A tal riguardo valuto positivamente l’attività dell’Agip KCO nello sviluppo del sociale, anche se vi è una serie di questioni che si possono risolvere con entrambi gli sforzi. Noi non abbiamo intenzione di scaricare la decisione di tutti i problemi sociali sulle spalle degli investitori. Il Governatorato ha iniziato i lavori di sviluppo della
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regione e propone alle compagnie presenti di prendere parte attiva nella soluzione dei problemi sociali, in conformità alla risoluzione ONU. I principi della collaborazione sono a tutti chiari, ossia: 1) utilizzo prioritario della forza lavoro locale, qualifica e riqualifica del personale; 2) utilizzo delle compagnie locali per lavori di appalto e subappalto, utilizzo di materiali dell’industria locale naturalmente a parità di qualità; 3) forte controllo ecologico sulla realizzazione di tutte le operazioni relative allo sfruttamento del sottosuolo; 4) realizzazione accelerata dei progetti sociali degli investitori per il programmato aumento dello standard di vita dei nostri cittadini. Una tale collaborazione tra Eni e il Governatorato e’ vantaggiosa per la compagnia e risponde agli interessi del paese. In conclusione vorrei sottolineare la positiva esperienza di lavoro con il consorzio di Karachaganak (KPO) durante la mia attività triennale come Governatore della regione Kazakhstan occidentale. Da allora ho un ricordo molto positivo del Management Eni, managers socialmente responsabili della compagnia nota a livello mondiale.
q kusherbaYev Since 2006 Krymbek E. Kusherbaev has been the governor of the Mangistau region. He began his political career as assistant to the deputy prime minister in 1994, to then go on to become healthcare minister, minister of education and special ambassador and plenipotentiary of the Kazakhstan Republic in the Russian Federation, Finland and Armenia.
mangistau, the pearl of kazakhstan
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hat is the main characteristic of your region in comparison with the other regions of Kazakhstan? Mangistau is today one of the region of Kazakhstan with the most dynamic development. The region has an advantageous position between Europe and Asia, Europe and China. Two international transport corridors, the North-South one and TRACECA, run across it. The region is a hub for all kinds of transport – sea, air, automobile, railway and energy pipelines. At the end of last year traces of fossil fuels were found at the “Zemchuzhina” (Pearl) structure, and this year the national company KazMunaiGaz will begin drilling explorative wells at the “Nursultan” structure. However, unlike the other regions of Kazakhstan, which also hold sizeable fossil fuel reserves, the strong point of Mangistau is in its transport/logistics and tourism sectors. Extremely important for the region is the development of the three sea ports Aktau, Kuryk and Bautino.
Aktau is a universal port. It is currently being enlarged northward (up to 98 hectares), which will result in an increased capacity of the port to 20 million tonnes per year of liquid fossil fuels and 3 million tonnes of solid products. Bautino is service port for the construction of artificial islands for the Kazakh sector on the Caspian Sea. Kuryk, on the other hand, will become the largest port in Kazakhstan for the export of crude oil. The construction of the Eskene-Kuryk oil pipeline will guarantee transport of up to 65 million tonnes per year of crude oil. Our region is considered as a special economic zone as concerns regulations. It is an excellent opportunity for the development of priority productions, since the duty and tax breaks in force make it possible for enterprises to cut their costs by a third. With the decree by President Nazarbaev, the territory of the special economic zone increased from 228 to 982 hectares. These additional 754 hectares are earmarked for industries producing goods with high technological value meant for export. We have already set in motion the construction of nine such enterprises, including a plant for the production of solar batteries and electronic cards, a plant for rustproof processing of metals, a steel pipes factory with direct welding, a lubricant plant, etc. In addition, we are creating here an economic subzone meant for firms catering to sea activities where services enterprises could be set up with advantageous conditions. The presence of the sea, a long seaside season (up to 6 months per year), the good water quality (as confirmed by the International Oceanographic Institute), as well as the proximity to countries which generate the bulk of tourism, make a rapid development of the region’s tourism possible. In addition to the chances for a seaside holiday, Mangistau can offer the world the wonders of the land held by the Kazakhs throughout the centuries, its world so very rich in natural and spiritual treasures. Two thirds of the historical-architectural monuments in Kazakhstan are located on our territory. For instance, underground and rupestrian mosques, rare architectures, date back to the 9th-15th centu-
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ries. At present the German company «IPK» has completed a master plan for the development of the holiday resort «Kenderli”, including 23 hotels with the most uptodate infrastructure for leisure. To assure a high level of service and rapid integration of the seaside resort of Mangistau with the global tourism market the best in the hotel business will be invited to carry out the project. Constuction of «Krenderli» Airport will start shortly, followed in the future by the “Aktau-Kenderli” railroad line along the sea costline, which represents a tourist itinerary. Considering the fact that Mangistau is becoming an international business centre, a business crossroads for various regions of the world and above all the Caspian region, it has great prospects for the development of business tourism and MICE-tourism. Following the example of the capital Astana, with the support of President Nazarbaev, the urban project for the construction of a new sector of the city, «Aktau City», has started. The plan was developed by a group of architects from Boston, Paris, London and Hong-Kong. On a surface of 3500 hectares a new modern city will be built, with residential and business districts, parks and leisure grounds. Four million square metres will be destined to houses. A project of this scale will give rise to the development of adjacent sectors, construction in particular. All these projects are harmonized in the «LandSea-Sky» mega-project aimed at maximising the use of the main strong points of our region, and diversifying the regional economy and positioning our region in Kazakhstan and the Caspian Region. How do you see the contribution of “Agip KCO” in the development of social infrastructures in the region? How do you see the prospects of collaboration between the Governorship and the Eni Group? The Kashagan field is a major field in the world of oil and gas. It is no surprise that any change in the time schedule to carry out such project has an impact on the economy not only of our region but also of the whole of Kazakhstan. The social-economic development of the Mangistau region mostly depends on the success of the
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project because the main coastal infrastructure needed to carry out offshore projects is situated in our region. Therefore we have closely followed the complex negotiations on Kashagan and were pleased to learn that all parties have reached an agreement on the principles. We are in close contact with the Management of Agip KCO allowing us to carry out the social infrastructure projects in the region of Mangistau. Last year we built a series of big social projects and we are grateful to the Management of the company for supporting the State support plan for “oralmany”, the ethnic group of Kazakhs who have returned to their homeland. They had been forced to abandon their land under Stalin. In that context I see the activities of Agip KCO in social development as a positive initiative, though some issues must be resolved with the efforts of both. We don’t mean to unload decision making about all social problems on investors. The Governorship has started work on development in the region and and asks companies to take an active part in the solution of social problems, in accordance with the UN resolution. The principles of collaboration are clear for all, that is: 1) priority use of the local workforce training and retraining of staff; 2) use of local companies for contract and subcontract work, use of materials from local industry in case of equal quality; 3) strong ecological control in all mining projects; 4) quick realisation of social projects by investors for programmes that increase the living standard of our citizens. Such collaboration between Eni and Governorship is to the advantage of the company and the country. Concluding I would like to underline the positive experience of working with the Karachaganak (KPO) consortium in my three years as Governor of the West-Kazakhstan region. I have very good memories of the Eni management, managers who are socially responsible in a company that is well-known in the world.
q IzmUkhambetov
Il governatore della regione è Baktikozha S. Izmukhambetov. Per diversi anni è stato Responsabile della divisione oil&gas del Ministero di geologia e tutela del sottosuolo del Kazakistan, direttore generale della compagnia progetti offshore KazMunaiTeniz, nonché Ministro della Energia e Risorse minerali.
la porta occidentale DEL KAZAKHSTAN
U
ralsk è il capoluogo della regione del Kazakhstan occidentale, situata sulla sponda destra del fiume Ural. La città venne fondata nel 1613 dai Cosacchi dell’Ural, con il nome di Jajkskij Gorodok (Jajk era il nome con cui era precedentemente conosciuto il fiume Ural); il nome russo attuale risale solo al 1775. Il suo sviluppo è stato molto rapido, analogamente a molte altre città della zona centroasiatica e siberiana. Qual è la particolarità della Sua regione, che la distingue dalle altre regioni della Repubblica del Kazakhstan? La regione occidentale del Kazakhstan ha una collocazione geografica particolare e rappresenta la porta di ingresso alle regioni centrali e meridionali del paese e agli stati dell’Asia Centrale. Non a caso la nostra regione viene chiamata la “porta occidentale” del Kazakhstan. Grazie alla sua collocazione la nostra regione è anche vicina ai grandi centri economici e culturali dell’Europa orientale e occidentale. Trovandosi all’incrocio di due continenti, Europa e Asia, la regione kazakhstana degli Urali è l’unica che confina direttamente con cinque regioni della Federazione Russa e che ha con essa la frontiera più lunga. Proprio qui un tempo passava una delle diramazioni della grande Via della Seta. La vantaggiosa disposizione geografica, le ricchissime risorse naturali, la sviluppata rete di comunicazioni rendono la regione estremamente attraente per gli investimenti. Dando vita al nuovo modello economico proposto dal nostro Presidente Nursultan Nazarbaev, abbiamo registrato uno sviluppo dinamico della regione, migliori condizioni di vita della popolazione, cosa che ci consente di parlare di crescita economica e stabilità della sfera sociale della regione. Akzhayk e’ una zona ricchissima di minerali. Qui e’ situato il giacimento a greggio, gas e condensati di Karachaganak, uno dei più grandi al mondo, dove operano, nel consorzio Agip KPO BV, compagnie straniere famose in tutto il mondo. Nella regione kazakhstana degli Urali sono stati trovati depositi di scisti bituminosi, sali di potassio-magnesio, cemento, argille, sabbie di costruzione e alluvionali. Il fiume Ural è la principale arteria idrica della regione. La navigabilità dell’Ural e la sua possibilità di sbocco nei paesi del bacino del Caspio hanno un’importanza strategica per tutto il paese. La regione è attraente anche per il suo potenziale
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di investimento. Si hanno grandi risultati nell’ambito delle relazioni economiche con l’estero. Collaboriamo con 83 paesi del mondo. Paesi come Italia, Russia, Francia, USA, Finlandia, Israele sono i nostri principali partner. Viene condotta una grande e specifica attività per cluster nei settori delle costruzioni meccaniche nel campo petrolifero e nella logistica del trasporto. In questo ambito sono stati costituiti degli elementi fondamentali: il parco tecnologico “Algoritmo” ed il centro regionale di investimenti “Gradient”. Nella regione si sta anche costituendo un centro logistico e di trasporto, che in futuro dovrà diventare il nucleo di una zona economica libera. In tal modo possiamo intervenire come il mediatore più efficiente tra Europa e Asia, compresa anche la Cina, la cui economia si sta sviluppando negli ultimi anni molto dinamicamente. Nella regione operano circa 50 grandi imprese industriali, più di 29000 piccole imprese, dove lavorano specialisti altamente qualificati. Nei campi della regione lavorano trattori e mietitrebbia, montati presso le nostre fabbriche, motoscafi militari solcano il mar Caspio varati nella fabbrica Zenit. E’ in miglioramento l’infrastruttura della regione, compresa quella di valore sociale, si sta realizzando il programma di indipendenza energetica della regione. La realizzazione degli importanti obiettivi postici dal Presidente del Kazakhstan ci consentirà di aumentare in gran misura il potenziale esistente. Il nostro scopo è quello di assicurare un ulteriore sviluppo socio-economico della regione. Come valuta l’attività della compagnia KPO BV, dove siamo cooperatori, nel programma di sviluppo delle infrastrutture sociali della Sua regione? Quali sono, secondo Lei, le prospettive di una futura collaborazione tra il Governatorato ed Eni? Negli anni più difficili del periodo di transizione il Presidente Nursultan Nazarbaev ha preso la decisione lungimirante di attrarre investimenti stranieri nel settore petrolifero. Già allora il giacimento Karachaganak diventò una vera locomotiva per lo sviluppo della regione. Nel 2007 abbiamo celebrato il decennale dalla firma dell’Accordo Definitivo di PSA firmato tra il governo del Kazakhstan e i partner del consorzio internazionale KPO BV. Questo importante documento che regola i rapporti reciproci del consorzio costituito da grandi compagnie come Eni, BG, Chevron, Lukoil e
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KazMunaiGaz è diventato il punto di partenza per lo sviluppo ed il rafforzamento delle relazioni di reciproco vantaggio tra i partner. Oggi Karachaganak significa in primo luogo tecnologie moderne che corrispondono agli standard internazionali di qualità e importanti entrate nel budget statale. Nell’ambito del partenariato sociale i nostri colleghi stranieri investono ogni anno 10 milioni di dollari ciascuno nei grandi progetti. Sono stati costruiti il teatro drammatico kazako, il Palasport di ghiaccio, una piscina, un centro perinatale. Insomma abbiamo avuto infrastrutture culturali, scuole, ospedali, asili nuovi o ristrutturati, strade regionali completamente rifatte, abbiamo risolto molti problemi di rifornimento idrico, elettrico e gas per la popolazione rurale; in tutti questi anni sono state intensamente sviluppate e migliorate le infrastrutture della regione. Di conseguenza è anche cresciuto il benessere dei suoi abitanti. Presto inizierà la realizzazione della terza fase del progetto Karachaganak. Verranno costruite nuove capacità e riammodernate quelle esistenti. Ci si attende un aumento delle entrate fiscali del budget statale e la costituzione di 12000 nuovi posti di lavoro. Su incarico diretto del Capo dello stato presso il giacimento di Karachaganak è stato stabilito di costruire un impianto di trattamento gas, ed è iniziata la costruzione del gasdotto Karachaganak-Uralsk, che consentira’ di portare il gas ai centri abitati della riva sinistra del fiume Ural. E’ inoltre in fase di progettazione la costruzione del quinto blocco energetico che risolverà la questione dell’indipendenza energetica della regione. Di anno in anno aumenta la quota delle imprese kazakhstane che forniscono i propri servizi in ambito petrolifero. Insomma, ci stiamo muovendo velocemente verso la costituzione, nella nostra regione, di un moderno cluster petrolifero in base al programma di sviluppo industriale-innovativo del paese. Il nostro principale obiettivo è quello di contribuire allo sviluppo dell’economia e ad innalzare il benessere dei nostri cittadini, muovendoci quindi verso l’ingresso del Kazakhstan nel gruppo dei 50 paesi più sviluppati al mondo. Credo che l’esperienza accumulata in 10 anni di un dialogo costruttivo e dell’integrazione darà un nuovo impulso all’ulteriore rafforzamento delle relazioni con i colleghi stranieri e in particolare con il management del gruppo Eni.
q IzmUkhambetov The governor (akim in Kazakh) of the region is Baktikozha S. Izmykhambetov. For several years he has been Responsible for the oil&gas division of the Ministry of geology and subsurface protection in Kazakistan, general director of the company for offshore projects KazMunaiTeniz, as well as Minister of Energy and Mineral Resources.
the western door of kazakhstan
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ralsk is the capital of the region of West Kazakhstan, situated on the right bank of the river Ural. The city was founded in 1613 by the Cossacks from the Ural, with the name Jaykskiy Gorogdok (Jayk was the name previously used for the river Ural); the present Russian name goes back to 1775. Its development has been rapid, similar to many other cities in the central-Asian and Siberian region. What makes your region special, what distinguishes it from other regions of Kazakhstan? The western region of Kazakhstan has a particular geographical collocation forming the door to the central and southern regions of the country and the states of Central Asia. Our region is called the “Western Gate” of Kazakhstan for a reason. Thanks to its position our region is also close to the big economic and cultural centres of Eastern and Western Europe. Located at the intersection of two continents, Europe and Asia, the Kazakh region of the Ural forms the only direct border with five regions of the Russian Federation with which it has the longest border. Once one of the branches of the great Silk Route passed through here. The favourable geographical location, the very rich natural resources, the developed communications network make this region extremely attractive for investments. Giving life to a new economic model proposed by our President Nursultan Nazarbayev, we have registered a dynamic development in the region, better life quality for our population, allowing us to talk of economic growth and social stability in the region. The Akzhayk region is very rich in minerals. The field of crude, gas and condensate of Karachaganak is located here, one of the biggest in the world, where foreign companies famous all over the world are active in the consortium Agip KPO BV. In the Ural Region deposits of oil shale, potassium-magnesium salts, cement, clay, construction- and river sand have been found. The Ural river is the main water artery of the region. The navigability of the Ural and its outlet to the countries of the Caspian basin have strategic importance for the whole country. The region is also attractive due to its potential for investment. We have obtained great results in our economic relations abroad. We collaborate with 83 countries worldwide. Countries like Italy, Russia, Fran-
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ce, USA, Finland, Israel are our main partners. In the mechanical construction in the oil sector and in transport logistics many initiatives are taken to develop industrial clusters. In this context essential elements have been developed: the technology park ‘Algorithm’ and the regional investment centre ‘Gradient’. We are building a centre for logistics and transport in the region, which in future will become the core of an economic free zone. That way we can be the most efficient mediator between Europe and Asia, including China, whose economy is developing very dynamically these years. Around 50 big industrial enterprises are active in the region, plus 29,000 small companies, where highly qualified specialists are working. In the fields of this region regions we use tractors and combine harvesters assembled in our factories. Military powerboats made in our Zenit factory sail the Caspian Sea. Infrastructures in the region are improving, including those with a social value, and people are working on the programme for energy independency of the region. The realisation of important objectives set by the President of Kazakhstan will allow us to greatly expand the existing potential. Our goal is to assure a further social-economic development of the region. What do you think of the activities of the KPO BV company, in which we are co-operators, in the programme for the development of social infrastructures in your region? What, according to you, are the prospects for further collaboration between the Governorship and Eni? In the most difficult years of the period of transition President Nursultan Nazarbayev took the far-seeing decision to attract foreign investments in the oil sector. Already at that time the Karachaganak field has become the real driving force of development in the region. In 2007 we celebrated the tenth anniversary of the signing of the PSA Final Agreement by the government of Kazakhstan and the partners of the international consortium KPO BV. This important document which regulates the mutual relations of the consortium that consists of big companies like Eni, BG, Chevron, Lukoil and KazMunaiGaz has become the starting point for development and strengthening of mutually advanta-
geous relations among the partners. Today Karachaganak first of all means modern technology in line with international quality standards, and an important source of income for the State. Our foreign colleagues every year invest 10 million dollars each in big projects in the context of social partnership. The Kazakh drama theatre, the indoor ice stadium, a swimming pool, and a perinatal centre have been built. We’ve had cultural infrastructures, schools, hospitals, new or restructured nurseries, completely renewed regional roads, we have resolved many problems with water, power and gas supply to the rural population; in all these years the region’s infrastructures were intensely developed and improved. As a consequence the well-being of its inhabitants has increased. The third phase in the realisation of the Karachaganak project will start soon. New capacity will be built and existing capacity will be modernised. We expect an increase in tax revenues of the State budget and the creation of 12,000 new jobs. On direct orders from the President a gas processing plant will be constructed near the Karachaganak field, the construction of the Karachaganak-Uralsk gas pipeline has started, allowing us to transport gas to cities on the left bank of the river Ural. The construction of the fifth energy block, which will resolve the question of energy independency of the region, is being planned. The share of Kazakh companies supplying their services in the oil sector has been steadily increasing. In short, we are moving rapidly towards the constitution in our region of a modern oil cluster based on the country’s innovative programme for industrial development. Our main objective is to contribute to economic development and to raise the well-being of our citizens, moving towards Kazakhstan becoming a member of the group of 50 most-developed countries in the world. I believe the experience we have accumulated in 10 years of constructive dialogue and integration will give a new impulse to the further consolidation of relations with our foreign colleagues and the management of the Eni group in particular.
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reportage
Il Kazakhstan è il paese di grandi contrasti naturali: steppe sconfinate, deserti, grandi fiumi e imponenti catene montuose contribuiscono al fascino della giovane Repubblica.
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Kazakhstan is a country of big natural contrasts: boundless steppes, deserts, big rivers and imposing mountain ranges contribute to the fascination of the young Republic.
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reportage
Il falco cacciatore, animale simbolo della nazione, e un artigiano di Almaty mentre incide scudi di cuoio. Natura e ambiente rappresentano il cuore del paese. The hunting hawk, national animal symbol, and an Almaty artisan carving leather shields. Nature and the environment represent the heart of the Country.
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Nel paese convivono numerose tradizioni. Antichissima terra di incontro tra nomadi della Mongolia e della Turchia risalente alla civiltĂ Andronoviana e con un immenso patrimonio archeologico ancora da scoprire e valorizzare. Numerous traditions live side by side in the Country. This is a very ancient meeting land between the nomads of Mongolia and Turkey, dating back to the Andronovian civilization and with a huge archaeological heritage yet to be discovered and duly appreciated.
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reportage
Astana, la piramide della Pace. Progettata dall’architetto britannico Norman Foster è stata inaugurata nel settembre 2006. Ăˆ considerata il centro di riconciliazione delle etnie e delle religioni asiatiche.
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Astana, the Peace Pyramid. Designed by British architect Norman Foster, it was inaugurated in September 2006. It is regarded as the centre for reconciliation of Asian ethnic groups and religions.
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reportage
Didascalia in Inglese hjkhskja HASKJahskA H HSKKJHK H HK
Abiti tradizionali e tappeti variopinti. L’artigianato kazako conserva tutti gli elementi del passato arricchito dalla creatività dei maestri di oggi. L’antica Via della Seta attraversava il sud del paese per 1.700 chilometri. Oggi lo storico percorso è costellato da città, mausolei e monumenti.
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Traditional clothes and many-coloured carpets. Kazakh local crafts maintain all the elements from the past, enriched by the creativeness of today’s craftsmen. The ancient Silk Road ran across the South of the Country for some 1,700 kilometres. Now the historical route is punctuated by towns, mausoleums and monuments.
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reportage
Tra i paesi più estesi al mondo e quello con minore densità abitativa di tutta l’Asia. Il territorio, distante centinaia di chilometri dal mare, ha i laghi più grandi del mondo ed è diviso in aree geografiche profondamente diverse tra loro: dalla taiga alla tundra, dai deserti del Karakum alle paludi dell’Aral e del Caspio.
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It is one of the largest countries in the world and the one with the lowest population density in Asia. This land, hundreds of kilometres away from any sea, includes the world’s largest lakes and is divided into geographical regions which are quite unlike one from the other: from the taiga to the tundra, from the Karakum deserts to the marshes of the Aral and the Caspian.
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architettura
è del 1994 la decisione di trasferire la capitale da Almaty ad Akmola, città nella steppa con rigide condizioni climatiche, segnando così l’inizio di un’importante fase nella vita del paese. Oggi non è solo il centro amministrativo del paese e la sede degli organi centrali ma una vera metropoli, piena di giardini e di parchi, con palazzi e costruzioni che colpiscono per la loro originalità e unicità delle scelte architettoniche.
ASTANA, LA CITTÀ CHE GUARDA AL FUTURO di
Bair f. dosmagambetov (*)
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l Kazakhstan, come anche le altre repubbliche dell’ex Unione Sovietica che hanno proclamato la loro indipendenza, ha avvertito fortemente la necessità di realizzare le riforme economiche. E’ evidente che la rottura dei legami di produzione tra le imprese dell’allora unico complesso dell’ex URSS come anche l’interdipendenza energetica non potevano non influire sull’economia e molte imprese industriali si sono trovate sull’orlo della bancarotta. L’emigrazione della popolazione e l’esodo di specialisti qualificati sono stati la dura realtà di quei giorni. La situazione richiedeva quindi con urgenza delle riforme. Agli inizi degli anni ’90 il Presidente, il Parlamento e il Governo del Kazakhstan si trovavano ad Almaty, nel sud del paese. Città unica nel suo genere, dal clima mite e dall’incredibile panorama delle montagne di Zailiysky Alatau. Almaty è sempre stata e lo è a tutt’oggi il centro culturale del nostro paese. Ma il fatto che essa sia situata alla periferia dell’enorme territorio del nostro paese non favoriva una gestione efficace e operativa dei processi di sviluppo socio-economici delle regioni del Kazakshtan. La gestione risultava costosa e quindi inefficiente. E’ nata così l’idea di costituire la nuova capitale dello stato sovrano. La città di Akmola (oggi Astana), grande snodo di trasporto situata al centro geografico del paese, con ottimi collegamenti non solo con tutte le regioni ma anche con la Russia, con i vicini paesi del Centro Asia e, attraverso di
Una nuova capitale costruita dal nulla. Astana oggi è una città elegante dove regna soprattutto il verde, per contrastare l’impatto dei venti.
A new capital built out of nothing. Astana today is an elegant town where green is everywhere in order to bar the winds impact.
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essi, con tutti i paesi del continente euroasiatico, rispondeva in misura maggiore alle suddette esigenze. La proposta del Presidente Nursultan Nazarbaev, risuonata alla sessione generale del Parlamento il 6 luglio 1994, di trasferire la capitale da Almaty ad Akmola, città nella steppa con rigide condizioni climatiche, fu l’inizio di un’importante fase nella vita del paese. Il Presidente ha trovato validi argomenti a favore di tale decisione e il 20 ottobre 1997 viene pubblicato il Decreto Presidenziale “Annuncio della città di Akmola quale capitale della repubblica del Kazakhstan”. Da quel momento è iniziato un nuovo periodo della vita del giovane stato, legato al trasferimento del Governo ad Akmola e alla costruzione della nuova capitale. Grazie alla presenza di mezzi finanziari, a una capace organizzazione dei lavori, all’assunzione di risorse tecniche e manageriali provenienti da tutte le regioni, la capitale iniziò il suo rapido sviluppo, trasformandosi a vista d’occhio e colpendo tutti per la perfezione e l’unicità dei suoi complessi architettonici. Sull’esempio della rapida crescita della capitale, non solo i kazakhstani ma anche gli investitori degli altri paesi hanno iniziato a credere nelle capacità potenziali di uno sviluppo stabile e dinamico del Kazakhstan. “La prosperità di Astana è la prosperità del Kazakhstan” era lo slogan del programma economico di quel periodo. La costruzione della capitale è stata un grosso mercato per le merci dell’industria delle costruzioni, ha attivato le industrie delle regioni e ha dato lavoro a tante persone. Solo dieci anni fa Akmola era una mediocre città di provincia, tipica città sovietica di importanza regionale. La periferia era costituita da conglomerati di vecchie case ad un solo piano. Nella parte centrale vi erano dei microquartieri con prefabbricati di 5 e 9 piani, tipici dell’epoca della conquista delle terre vergini. Ma oggi la giovane Astana non è solo il centro amministrativo del paese, la sede degli organi centrali. La sua trasformazione, le sue nuove costruzioni, le nuove vie, piazze, giardini e parchi suscitano una vera ammirazione sia di chi arriva qui per la prima volta, sia di chi conosceva già come era la città in passato. Sulla riva sinistra del fiume Esil, dove è situato il nuovo centro amministrativo, si eleva un espressivo complesso di edifici governativi e sono in costruzione grattacieli per abitazioni, centri sportivi, commerciali e di divertimenti. Nella parte vecchia della città, situata sulla riva destra del fiume Esil, si stanno conducendo lavori non meno grandiosi di ricostruzione delle vie, di costruzione infrastrutture e rinverdimento del territorio, demolizione dei quartieri di vecchie case e costruzione al loro posto di moderni e confortevoli complessi abitativi. In questi anni sono state costituite tutte le necessarie condizioni e presupposti perché Astana possa incarnare l’idea architettonica e urbanistica del nuovo secolo. Astana ha costruzioni uniche, che non hanno analoghi al mondo. Vi è l’oceanario più lontano dagli oceani esistenti denominato “Duman”. A breve vicino ad esso verrà edificato un complesso ricreativo, nel quale verrà riprodotto l’ambiente del bosco tropicale. Astana si sta trasformando in un grande centro di formazione e di studi della regione euroasiatica. Su progetto della società di design Atkins, nota in tutto il mondo, si è iniziata la costruzione della nuova Universita’ Tecnica per 25000 studenti. Per la progettazione di edifici della capitale vengono chiamati i migliori architetti del paese e i nomi eccellenti dell’architettura mondiale. Ad esempio l’architetto giapponese Kionore Kikutaki ha proposto una soluzione architettonica di un complesso alberghiero alto 216 metri mentre il suo collega americano Robert Stern di 265 metri. Ai capolavori dell’architettura moderna di livello mondiale si può riferire il Palazzo della pace e della concordia (Normann Foster - Inghilterra), nel quale hanno luogo i Forum dei leader delle religioni mondiali. Su progetto dell’italiano Manfredi Nicoletti si sta completando la costruzione di un edificio contenente una sala da concerti e cinematografica per 3500 posti. Le idee dei famosi architetti Riccardo Bofilla (Spagna), Erika Van Eigeraata (Olanda), Erika Kune (USA) sono alla base del progetto di costruzione dei complessi
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architecture
In 1994 the decision was taken to move the capital city from Almaty to Akmola, a town in the steppe with a severe climate. This marked the start of a major phase in the life of the country. Today the new capital is not only the administrative centre of the country, the headquarters of central government but a real metropolis, with a wealth of parks and gardens and with buildings and constructions that impress with their original and unique architectural design.
ASTANA, THE CITY THAT LOOKS TOWARDS THE FUTURE by
Bair f. dosmagambetov (*)
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azakhstan, like the other republics of the former Soviet Union that have gained independence, experienced an urge for economic reforms. The breaking-off of the production bonds among the companies that worked as a single bloc in the former USSR as well as the energy interdependence couldn’t but impact the economy and many enterprises were on the verge of bankruptcy. The departure of many people and the exodus of skilled workers were the tough reality of those days. There was an urgent need for reforms. At the beginning of the 90’s, the President, Parliament and government of Kazakhstan were based in Almaty, in the south of the country, a one-of-a-kind city with a mild climate and an unbelievable view of the Zailiysky Alatau mountains. Almaty has always been and still is the cultural centre of the nation. But it is located on the fringe of the huge expanse of our country and this didn’t help toward an efficient and operative management of the social and economic development of all regions in Kazakhstan. Management was expensive and therefore inefficient. This is the reason why the idea was put forward to build the new capital of the sovereign state. Akmola (Astana today) was an important transportation hub at the geographic centre of the country, very well connected not only with the other regions but also with Russia and the neighbouring countries of Central Asia and, through them, with all the countries in the Eurasian continent. So it was in a better position to meet the needs mentioned above. President Nursultan Nazarbayev proposed, at the Parliament general session on July 6, 1994, to move the capital from Almaty to Akmola, a town in the steppe with severe
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abitativi polifunzionali supermoderni situati sul Viale dei millenni. Normann Foster è autore di altre due costruzioni uniche nel loro genere: un complesso abitativo e alberghiero polifunzionale alto 382 metri e la città chiusa “Batygay”, con microclima regolabile, per 10.000 abitanti. Il nostro obiettivo è che Astana diventi una città che non conosca problemi di trasporto, una città esempio del ХХI secolo, costruita sulla base di una logica urbanistica progressista. Perciò al fine di creare una promettente infrastruttura di trasporto della città sono stati chiamati gli specialisti di Singapore. Lavoriamo anche in stretto contatto con architetti austriaci, tedeschi, coreani, giapponesi, americani e israeliani. Astana cresce in modo impetuoso, acquista un aspetto unico e irripetibile e questo è, senza dubbio, il risultato della competizione e collaborazione artistica dei migliori maestri dell’architettura nazionale ed estera, la testimonianza del fatto che Astana sarà la citta’ che annegherà nel verde dei giardini e dei parchi, con palazzi e costruzioni che colpiscono l’immaginazione per la loro originalità e unicità’ delle soluzioni architettoniche. Far parte delle 30 più belle città del pianeta è un indirizzo strategico, un obiettivo che fa da criterio generale per la costruzione della citta’. Astana viene costruita con una tempistica mai vista prima, risolvendo in modo coerente e sistematico, ad ogni fase del suo sviluppo, gli obiettivi posti dal momento. Vorrei concludere con le stupende parole del Presidente del Kazakhstan tratte dal suo libro: “Nel cuore dell’Eurasia”: “Astana è il simbolo del rinnovamento del Kazakhstan, il simbolo dell’inesauribile energia creativa del suo popolo multietnico. E’ il simbolo della fede del popolo, che si e’ accinto, in un momento per niente facile, ad innalzare una nuova capitale con le proprie forze. E’ il simbolo della speranza e della sicurezza della nazione che ha acquistato la libertà, nel proprio rigoglioso futuro, nel futuro dei suoi posteri. In questo consiste l’essenza di Astana, progetto e realizzazione dei nostri lunghi giorni e insonne notti, delle nostre riflessioni serali e delle fantasie prime dell’alba”.
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Bair F. Dosmagambetov e’ il Direttore dell’Istituto di ricerca scientifica del Piano Generale della citta’ di Astana. Nato nel 1954, si è laureato alla Facolta’ di Architettura di Mosca nel 1978. E’ professore dell’Accademia Internazionale di Architettura di Mosca (MAAM), membro-corrispondente dell’Accademia Internazionale di Architettura dei paesi dell’Oriente, membro dell’Unione degli architetti del Kazakhstan. Negli anni 1995 – 1997 ha ricoperto l’incarico di Primo Vice responsabile della Commissione statale per la dislocazione degli organi centrali statali nella citta’ di Akmola (oggi Astana). Negli anni 1997-2000 ha lavorato come Architetto capo della citta’ di Astana e Direttore del Dipartimento di architettura ed urbanistica della citta’ di Astana. Dal 2000 al 2004 e’ stato Direttore del “Piano generale di Astana”. Dal 2004 al 2006 consulente per le questioni architettoniche e la costruzione. Dall’ottobre 2006 al gennaio 2007 è di nuovo come Direttore del “Piano generale di Astana” e dal gennaio 2007 e’ Direttore dell’Istituto di ricerca scientifica del piano generale della citta’ di Astana.
weather. It marked the start of a new stage in the life of the country. The president had valid reasons for this decision and on October 20, 1997 he issued the Presidential Decree “Announcement of the city of Akmola as the capital of the Republic of Kazakhstan”. From then on a new era was started in the life of the young state, marked by the transfer of the Government to Akmola and the building of the new capital. Thanks to financial means available, a capable operational machinery and technical and managerial resources hired from all regions, the capital started developing fast, in constant transformation and striking everybody with the perfection and uniqueness of its architecture. Spurred by so quick a growth, not only Kazakh people but also investors from other countries began to believe in the potential of a solid and dynamic development of Kazakhstan. “Astana’s prosperity is Kazakhstan’s prosperity”, this was the slogan of the economic program of that time. The building of the capital provided a big market for products of the construction industry, it brought new life to industry in all regions and provided jobs for many people. Just ten years ago Akmola was a mediocre province town, the typical Soviet town of regional ranking. Its suburbs consisted of conglomerates of old one-storey houses. Downtown there were tiny neighbourhoods with five-storey and nine-storey prefabricated buildings dating back to the times of the conquest of virgin lands. But today the young Astana is not only the administrative centre of the country, the seat of central government. Its transformation and new buildings, new streets, squares, gardens and parks arouse the admiration both of who arrives here for the first time and who knew the city as it used to be. On the left bank of the Esil river, where the new administrative centre is located, there stands the impressive complex of government buildings. Skyscrapers including flats, sports centres, malls and leisure centres are currently under construction there. In the old part of the city, situated on the right bank of the Esil river, no less impressive works are underway to renovate old streets, build infrastructures, develop greenery, knock down old neighbourhoods and replace them with modern and comfortable housing units. In the recent years all the necessary conditions and prerequisites have been provided to have Astana embody the architectural and urban idea of the new century. Astana has buildings which are unique and have no match in the world. Astana’s oceanarium is the furthest-away from oceans and is called ‘Duman’. Shortly, a recreational complex will be built nearby, hosting also a reproduction of the tropical forest environment. Astana is also becoming a big training and education centre for the EuroAsian region. The construction of the new Technical University – aimed at 25,000 students – has now started, from a project by Atkins, a worldrenowned design company. The most prestigious national and international architects have been summoned to design the capital’s buildings.
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Alcune immagini di Astana. Al centro il Baiterek (l’albero della vita), una torre alta 107 metri, simbolo della giovane città.
For instance, Japanese architect Kionore Kikutaki has proposed an architectural solution for a hotel complex that is 216 metres high while his American colleague Robert Stern has proposed one 265 metres high. The Palace of Peace and Reconciliation (by England’s Norman Foster) can be included among the masterpieces of modern architecture worldwide. It hosts the Forums for world religious leaders. A building including a 3,500-seat concert hall and movie theatre is currently being completed on a design by Italy’s Manfredi Nicoletti. Designs by famous architects Riccardo Bofilla (Spain), Erika Van Eigeraata (Holland) and Erika Kune (USA) provide the core of the project for poly-functional super-modern housing complexes along the Millennium Avenue. Norman Foster has designed two more buildings which are unique in their genre: a 382 metre high poly-functional housing and hotel complex, and the “Batygay” closed city with an adjustable micro-climate which can accommodate 10,000 inhabitants. Our goal is to make Astana into a city that knows no transport problems, a model city for the XXI century built according to advanced town planning. In order to create a promising city transport infrastructure we called in specialists from Singapore. We also work in close contact with Austrian, German, Korean, Japanese, American and Israeli architects. Astana is growing impetuously, and is taking on a unique and unrepeatable look, and this is undoubtedly the result of artistic competition and cooperation between the most prestigious masters of national and foreign architecture. This is witness to the fact that Astana will be a city drowning in the green of gardens and parks, and with buildings and constructions bound to strike the imagination for their originality and the uniqueness of architectural design.
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The strategic aim governing town planning here is to turn Astana into one of the 30 most beautiful cities on the planet. Astana is being built according to unprecedented timing criteria in order to attain in a consistent and systematic way – through every development phase – the objectives required at any particular moment. I would like to conclude by quoting the wonderful words drawn from the book “In the Heart of Eurasia” authored by the President of Kazakhstan: ‘Astana is the symbol of renewal in Kazakhstan, the symbol of the inexhaustible creative energy of its multiethnic people. It is the symbol of the faith of the people who undertook at a not at all easy time to raise a new capital city with their strength. It is the symbol of hope and security for a nation that has conquered freedom, in its thriving future, the future of its posterity. This is the essence of Astana, project and fulfilment of our long days and sleepless nights, of our evening thoughts and our predawn fantasies.’
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Some images of Astana. In the middle, the Baiterek (the tree of life) a 107 meter tower icon of the young town.
Bair F. Dosmagambetov is Director of the Scientific Research Institute of the General Plan of the city of Astana. A Kazakh by nationality, he was born in 1954. He graduated at Moscow’s Architecture Faculty in 1978. He is professor with the Moscow International Academy of Architecture (MAAM), corresponding member of the International Academy of Architecture of Eastern Countries and member of the Union of Architects of Kazakhstan. In the years 1995-1997 he served as First Deputy Responsible of the State Commission for the relocation of the State central bodies to the city of Akmola (today’s Astana). In the years 1997-2000 he worked as Chief Architect of the city of Astana and Head of the Architecture and Town Planning Department of the city of Astana. From 2000 to 2004 he was Director of the “General Plan of Astana”. From 2004yo 2006 he was consultant for architectural matters and construction. From October 2006 to January 2007 he was again Director of the “General Plan of Astana”. He has been serving as Director of the Scientific Research Institute of the General Plan of the city of Astana since January 2007.
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cultura
il cuore antico della modernità
di
Mara bertoni
Nono paese al mondo per estensione e indipendente da soli sedici anni, il Kazakhstan è in grande trasformazione e con straordinarie possibilità di investimenti. Innovazione e crescita si innestano su un tessuto ricco di profonde tradizioni: una antica civiltà e una identità culturale ed etnica da riscoprire. 80 eni’s way / monografie
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a parola kazako tradotta dall’antico turco significa “nomade libero indipendente”. Questa definizione acquista un significato particolare il 16 dicembre 1991, giorno in cui il Kazakhstan, conquistata l’indipendenza, diviene una Repubblica Presidenziale. Il 4 giugno 1994 viene introdotta la nuova bandiera nazionale che riunisce elementi simbolici: l’azzurro è il cielo nel suo senso religioso, ma anche nel suo significato di vastità (la vastità del paese) e di libertà, valore connaturato nel popolo; al centro un sole raggiante che ricorda anche il foro centrale della yurta, abitazione tradizionale dei nomadi; sotto il sole, l’aquila dorata è simbolo di ideali elevati, ma anche ricordo del vessillo di Gengis Khan che governò il paese e le cui gesta eroiche hanno formato la coscienza nazionale; sul lato del pennone un ornamento decorativo nazionale. Il Kazakhstan oggi è fautore di una linea eurasiatica e multilaterale. Posto all’incrocio delle civiltà russa, turco-mongola e cinese, rappresenta una realtà multiculturale dove convivono oltre 120 etnie. Papa Giovanni Paolo II, nel settembre 2001, descrive il paese (a prevalenza islamica) come terra di incontri, scambi e novità. Simbolo della volontà di armonizzare i diversi volti che compongono il popolo kazako è la Piramide della Pace di Astana, centro di riconciliazione delle etnie e delle religioni asiatiche. Il Kazakhstan, nono paese al mondo come superficie, è uno dei primi paesi al mondo per risorse minerarie e giacimenti petroliferi. Per l’Occidente rappresenta la grande speranza energetica. La storia geopolitica del paese lo pone come terra di confine e frontiera, che ad oggi gestisce una realtà complessa tra l’eredità sovietica, la pressione di mercati e la ricchezza di materie prime fondamentali per il mondo interno. È un paese che, se da un lato cerca di adattarsi al mondo contemporaneo, dall’altro si trova quasi inaspettatamente ad anticiparlo e superarlo. Nel Kazakhstan convivono innovazioni e tradizioni come in pochi altri luoghi al mondo. Un’antichissima terra di incontro tra i nomadi della Mongolia e i Turchi, da cui nasce il ceppo indo-iraniano, che si fa risalire alla civiltà Andronoviana, immenso patrimonio archeologico sul quale c’è ancora molto da scoprire e documentare. Il suo passato di percorso
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per commercianti di sete preziose e lapislazzuli, l’antica via della seta che attraversava il sud del paese, si tramanda ancora oralmente nei villaggi. La vita delle genti della steppa si accompagna ad usanze millenarie. Il termine yurta, ad esempio, di origine turca, lingua comune al mongolo, originata dallo stesso ceppo linguistico uralo-altaico, indica la soluzione abitativa che tutte le popolazioni dell’Asia centrale hanno adottato. La struttura principale è composta da una parete circolare costituita da stecche di salice incrociate e articolate, alte circa un metro e mezzo, estremamente flessibili. La porta di ingresso alla tenda, solitamente di forma quadrata, è sempre orientata a sud, per garantire protezione dai fortissimi venti siberiani del nord. Il tetto ha forma conica e la sua struttura è composta da pali di abete disposti a raggiera che, partendo dalla parete cilindrica di base, convergono verso una corona centrale in legno, la cui apertura ha le funzioni di sorgente di luce. L’esterno della yurta è rivestito di feltro, un panno di lana non tessuto, iwmpermeabile e isolante, mentre all’interno tappeti e tessuti garantiscono la tenuta del calore e il perfetto isolamento. Per millenni le famiglie hanno condiviso questi spazi ristretti, tramandando secolari stili di vita e abitudini consolidate. Le genti nomadi che vivono nelle distese sconfinate continuano a riaffermare, lontani dalle città, la loro presenza, reiterando antichi giochi a cavallo e gare di caccia. Il culto del cavallo è da sempre presente nella cultura della gente. La lingua kazaka include più di cinquanta nomi per indicare i colori dei cavalli. Molti giochi nazionali coinvolgono i cavalli: il kokpar, un antesignano del polo in cui una carcassa di capra senza testa viene usata al posto della palla; il qyz-quu, un inseguimento tra ragazzo e ragazza. Entrambi cavalcano velocissimi: se il ragazzo prende la ragazza può baciarla, se invece è lei a prenderlo, può picchiarlo con il frustino. Dal punto di vista culturale, il passaggio dalla tradizione alla modernizzazione è avvenuto attraverso una storia fatta di lunghi poemi orali. L’assenza di testi scritti, se da un lato ha creato dei vuoti culturali, dall’altro ha permesso di accogliere e dare spazio a un futuro che ha già fatto storia. Solo nel XIX secolo il kazako, ad esempio, è stato adottato come lingua letteraria grazie ad Abay Qunanbaev, il più importante poeta e letterato del paese.
Le ricche tradizioni culturali del Kazakhstan derivano dalle oltre 120 etnie che compongono la popolazione.
Kazakhstan’s wealth of cultural traditions is derived from the more than 120 ethnic groups that make up the country’s population.
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culture
Ninth biggest country in the world and independent for just 16 years, Kazakhstan is experiencing great change and offers vast opportunities for investment. Innovation and growth are grafted on to a fabric rich in deeply rooted traditions: an ancient civilisation and a cultural and ethnical identity to be rediscovered.
THE ANCIENT HEART OF MODERNITY by
mara bertoni
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he word Kazakh in the ancient Turkish language means “a free and independent nomad”. This definition took on a special meaning on December 16, 1991, the day Kazakhstan, having turned independent, became a Presidential Republic. On June 4, 1994 the new national flag was introduced, mixing symbolic elements: the blue is the sky in its religious meaning, but also in its meaning of vastness (the vastness of the country) and freedom, an innate value in this people; in the middle a beaming sun reminding also of the hole in the roof of the yurta, the nomads’ traditional dwelling; below the sun, the golden eagle is the symbol of higher ideals, but also reminds of the banner of Genghis Khan, who ruled the country and whose heroic deeds shaped the national awareness; placed vertically on the flagstaff side, a golden national ornamentation. Kazakhstan at present follows a Eurasian and multilateral policy. Situated at the crossroads of Russian, Turkish-Mongolian and Chinese civilisations, the country represents a multicultural reality where over 120 ethnic groups live together. Pope John Paul II in September 2001 described the mainly Islamic country as a land of encounters, exchange and novelties. A symbol of the will to harmonise the distinct faces that compose the Kazakh people is the Peace Pyramid in Astana, a centre
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Astana, esempio della nuova grandeur architettonica, viene definita la perla del Kazakhstan. Alla progettazione dei suoi edifici hanno partecipato i migliori architetti del mondo.
Il Kazakhstan è un paese ricco di sorprese, ma anche di contraddizioni. La sua attuale identità si trova nella eccentrica unione di simbologie che vanno dalla yurta alla modernissima torre di Baiterek; dalle carovane che attraversano le steppe agli aerei, sempre “sold out”, che il lunedì mattino conducono alti funzionari, tecnici e ministri da Almaty ad Astana; dai cammelli bactriani, meravigliosi esemplari in grado di attraversare zone del paese dal clima estremo, alle Mercedes coupé che attraversano il centro della capitale. Le genti nomadi ignorano totalmente l’altra storia del paese, che invece narra il primo lancio dello sputnik a Bajkonur, i percorsi dell’oro nero, l’inquinamento per scorie nucleari del lago d’Aral, le importanti basi di ricerca, come la stazione Thien-Shan, a 3.340 metri sul livello del mare, dove vengono studiati i raggi cosmici ad alta energia, la ionosfera, le valanghe e il meteo. Lo stile di vita tradizionale si contrappone decisamente a quello che si vive nei grandi centri come la capitale Astana. La città, progettata da Kisho Kurokawa, architetto giapponese di fama mondiale, si trova in una zona in cui le escursioni termiche vanno dai – 40° d’inverno, ai + 40° d’estate. Per proteggerla dai forti venti è stata progettata tutta intorno una foresta. Il centro della città, come le più importanti capitali europee, è attraversato da un fiume, l’Ishim. Le strutture e i palazzi richiamano uno stile futurista che ripropone in chiave decisamente moderna i fasti dei grandi imperi, misti alle innovazioni più avanguardiste. Ne sono un esempio la piramide di Foster, la torre di Baiterek, il palazzo dell’Energia e delle Risorse minerarie e la casa Bianca kazaka.
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of reconciliation of Asia’s ethnic groups and religions. Kazakhstan, the ninth-largest country in the world, ranks among the wealthiest countries as to mineral resources and oil deposits. It represents the great energy hope for the West. Its geopolitical history positions it as a borderline and frontier land that at present is managing a complex reality between Soviet heritage, market pressure and its wealth of raw materials crucial to the whole world. On one hand, Kazakhstan is trying to adjust to today’s world, on the other hand, almost unexpectedly it finds it has overtaken and is ahead of it. In Kazakhstan innovations and traditions live together as in few other places in the world. It was a very ancient meeting place for the Mongolia nomads and Turks, from which the Indo-Iranian stock was born, which can be traced back to the Andronovo culture. It holds a huge archaeological heritage about which there is still a lot to discover and document. In the villages people still tell stories about its past as a route for traders in precious silk and lapis lazuli, the ancient Silk Road which cut through the south of the country. The life of the steppe people is imbibed with customs dating back thousands of years. The yurta, for example, a word originally from the Turkic, a language spoken also by the Mongols and originating from the same Ural-Altaic language family, points to the dwelling solution that was adopted across central Asia. The main structure is a round framework of willow twigs, about one and a half metre high and extremely flexible. The
Astana, an example of the new architectonic grandeur, has been described as the pearl of Kazakhstan. The best architects of the world have taken part in designing its buildings.
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entrance to the tent, usually square in shape, always faces the south, to guarantee shelter from the fierce Siberian northern winds. The roof has a cone shape and a framework made of fir poles in a radial arrangement which, starting from the cylindrical base wall, converge into a central wooden crown, that lets light get in. The outside of the yurta is covered with felt, a non-woven woollen cloth, waterproof and insulating, while carpets and cloths inside guarantee insulation and keep the warmth in. For thousands of years families have shared this little room, handing down centuries-old ways of living and long-established habits. The nomad people who roam the endless plains continue to reaffirm, far away from the towns, their presence and keep playing ancient games on horseback and hunting games. The cult for horses has always been part of the culture of these people. The Kazakh language counts more than 50 words to describe the colour of a horse. Many national games involve horses: kokpar, a forerunner of polo in which a headless goat corpse is used as ball; qyz-quu, a chase between boys and girls. Both ride very fast. If the boy takes the girl he may kiss her. If she takes him she can beat him with her whip. From a cultural point of view, the transition from tradition to modernisation was made through a history of long spoken poems. The lack of written texts, on one hand, has made for cultural gaps, on the other hand it has made it possible to make room for and welcome a future which has already turned into history. Only as in the 19th century, for instance, the Kazakh was adopted as a literary language thanks to Abay Qunanbaev, the country’s most important poet and scholar. Kazakhstan is a country rich in surprises, and contradictions, too. Its present identity is to be found in the eccentric mix of symbols, ranging from the yurta to the ultramodern Baiterek tower; from caravans crossing the steppes to the constantly
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Immagini di vita quotidiana. La popolazione si concentra prevalentemente nelle aree urbane mentre la maggior parte del territorio è disabitato.
The population is concentrated mostly in urban areas while most of the territory is uninhabited.
sold-out Monday morning flights carrying ranking officials, technicians and ministers from Almaty to Astana; from the beautiful Bactrian camels, wonderful specimens capable to travel parts of the country featuring extreme weather conditions, to the Mercedes Sports Coupé moving downtown in the capital city. The nomads totally ignore the other side of their country’s history, telling about the first takeoff of the Sputnik from Baikonour, the routes of the black gold, the Aral sea polluted by nuclear waste, the important research bases such as the Thien-Shan station 3,340 meters above sea level, where high energy cosmic rays, ionosphere, avalanches and meteorology are currently being studied. Traditional life-style is decidedly in contrast with the style adopted in big cities such as Astana, the capital. This city was designed by Kisho Kurokawa, an internationally renowned Japanese architect. It lies in an area where temperatures range from minus 40 degrees Centigrade in winter to plus 40 degrees Centigrade in summer. A forest was planned all around it to shelter it from the strong winds. Similarly to most important European capitals, a river – the Ishim – flows through the city-centre. Buildings and palaces recall a sort of futurist style capable of re-proposing the splendour of the big empires in a quite modern way by mixing it with the most daring innovations. Examples of this style are provided by Foster’s pyramid, the Baiterek tower, the Palace of Energy and Mineral Resources, and the Kazakh White House.
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