rivista ufficiale dei vigili del fuoco
obiettivo
sicurezza
ministero dell’interno | dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile | www.vigilfuoco.it | novembre /dicembre 2008
squadra d'orchestra dipartimento vigili del fuoco Il prefetto Tronca, un futuro ricco di obiettivi
dossier sicurezza stradale
santa barbara Le celebrazioni per la festa della patrona
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Obiettivo sicurezza
il calendario 2009
Lavorare in sicurezza per la sicurezza
I
ncidenti sul lavoro? Ci si può proteggere! È questa l’indicazione dei vigili del fuoco per un 2009 più sicuro. Il messaggio è implicito, si coglie mese per mese osservando gli elementi in primo piano, che sono sempre dei DPI, dispositivi di protezione individuale: elmi con paranuca, schermi protettivi, guanti, tute scafandrate e tute monouso, imbracature di sicurezza. Sono queste alcune delle protezioni utilizzate dai vigili del fuoco per operare in sicurezza in ogni scenario di intervento. Dai pericoli ci si può difendere, dunque, lo dicono i vigili del fuoco con il loro esempio. La sicurezza è un fatto anche di cultura ed indossare le protezioni giuste per le specifiche circostanze rientra nel campo delle conoscenze che ciascun lavoratore deve far proprie. Il vigile del fuoco per arrivare a svolgere il proprio lavoro in modo sicuro viene formato e protetto: formazione e protezione, questa la raccomandazione diretta a tutti i lavoratori che esce dalle pagine patinate del calendario 2009. obiettivo sicurezza
da parete
da tavolo
da collezione Dedicato al tema della Sicurezza sui luoghi di lavoro, il calendario dei vigili del fuoco sarà distribuito nelle tre versioni: da parete, da tavolo e da collezione, in un'elegante veste cordonata. Oltre alle date, i calendari da parete e da tavolo espongono anche i turni di lavoro.
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Tronca 6
Sgalla 14
Ciucci 18
Tajani 24
AEROPORTUALI > 30
sommario sommario sommario 6
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dossier sicurezza stradale Su strade e autostrade sempre in prima linea di Dino Poggiali
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633 incidenti, 14 morti, 893 feriti al giorno di Marina Cavicchioli
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Quando sulle strade trovi merci pericolose di Paola Blotta e Salvatore Corrao
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dipartimento vigili del fuoco Cambio al vertice di Giuseppe Pecoraro e Francesco Paolo Tronca
Polizia stradale, 60 anni al servizio della nostra sicurezza di Roberto Sgalla Il centro di coordinamento per la viabilità di Giorgio Alocci
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Dalla pista alla strada di Michele di Grezia
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L'intervista a Pietro Ciucci. Efficienza, manutenzione, informazione: Anas, obiettivo qualità di Clara Modesto
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Anas, all'avanguardia nella ricerca e nello sviluppo di Michele di Grezia
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Antonio Tajani. Una sola priorità: sistemi di trasporto più sicuri di Gennaro Tornatore
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attualità L'alcool, il killer della strada di Pierluigi Fortezza 40
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IL PUNTO. Con la droga è un cocktail che brucia i più giovani di Lorenzo Del Boca
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aeroportuali Vigili del fuoco in pista tra decolli e atterraggi di Lamberto Calabria Il massimo delle prestazioni nel soccorso in aeroporto di Raffaella Pezzimenti TECNOLOGIE. Veicoli spaziali a prova d'incendio di Stefano Marsella osservatorio Leggi, decreti, atti normativi dall'Italia e dall'Europa di Michele Mazzaro e Alberto Tinaburri la banda dei vigili del fuoco 70 anni a ritmo di musica di Cristiana Vittorini e Silvia Perna A tu per tu con Lucia Taurisano, una ragazza della banda di Cristiana Vittorini e Silvia Perna
obiettivo sicurezza
Del Boca 29
Di Martile 40
Fiorello 44
L'INTERVENTO > 54
Mons. Fisichella 50
santa barbara > 48
sommario sommario sommario 44
l'intervista Fiorello: io, i vigili del fuoco e quelle gag dietro le quinte di Luca Cari
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la festa della patrona Santa Barbara: Patrona, Protettrice, Ispiratrice di Coraggio di Clara Modesto Monsignor Fisichella: vigili del fuoco, difensori della sacralitĂ della vita di Silvia Perna
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frammenti di memoria La Befana dei Vigili del fuoco
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editoria False riviste? No, grazie di Alessandra Cortile
l'intervento Onda di piena di Carlo Metelli
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Periscopio on line
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53 54
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associazioni Mezzo secolo di pubblico onore di Guido Parisi
obiettivo sicurezza
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prevenzione Etna, come difendersi dalla lava di Calogero Murgia progettazione Le sedi dei Vigili del fuoco. Come pensarle e come realizzarle di Giuseppe del Brocco inaugurazione Un nuovo distaccamento a Roma: Monte Mario di Giorgio Orfino
estero: stati uniti Le novitĂ dai laboratori Americani di Marcello Serpieri
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attraverso la storia 1939, nasce il Corpo dei vigili del fuoco di Alessandro Mella e Alessandro Fiorillo
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Uniformi e distintivi dei vigili del fuoco 1900-1945
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Enrica Sermoneta, testimone della Shoah di Marina Cavicchioli
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La storia siamo noi di Gennaro Tornatore e Alessandro Fiorillo
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Renato Efrati, un uomo con una storia da raccontare di Alessandro Fiorillo
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eventi & avvenimenti di Sergio Silvestrini
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cambio al vertice del corpo nazionale
Pecoraro
"Grazie a uomini fondamentali per la sicurezza del Paese"
F
rancesco Paolo Tronca è stato nominato, nel consiglio dei ministri del 28 novembre, nuovo capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile in sostituzione del prefetto Giuseppe Pecoraro, designato nell'incarico di nuovo prefetto di Roma, in sostituzione del prefetto Carlo Mosca. Al prefetto Pecoraro vanno l’affettuoso saluto del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, i ringraziamenti per la fiducia e l’appoggio dimostrato alla nostra rivista e gli auguri più sentiti per il nuovo prestigioso incarico. Al Prefetto Tronca va il caloroso benvenuto da parte del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e di Obiettivo sicurezza.
O
ggi che mi accingo a lasciare l’incarico di capo del Dipartimento dei vigili del fuoco sento il dovere di tracciare una sorta di bilancio del periodo trascorso. E’ passato poco più di un anno da quando, nell’estate 2007, per la particolare recrudescenza degli incendi boschivi che colpivano l’intero territorio nazionale, ho avuto il mio “battesimo di fuoco”. Ho potuto così subito apprezzare la notevole capacità organizzativa e l’elevato livello professionale dell’intero Corpo nazionale, capacità che, insieme all’encomiabile abnegazione e all’alto senso del dovere, ne caratterizzano e sostengono l’agire quotidiano. Costituisce infatti un dato innegabile il costante riferimento che i vigili del fuoco rappresentano per i cittadini, con il loro gravoso compito sempre assolto con immediatezza e competenza a tutela della popolazione. In questi mesi trascorsi alla guida di un così prestigioso Dipartimento ho profuso tutte le mie energie nell’ottica di rendere quanto più sicuro possibile e conseguentemente sereno lo svolgimento dei compiti istituzionali da parte degli operatori, cercando di farmi interprete nelle sedi opportune delle loro esigenze. Mi piace ricordare i risultati che abbiamo raggiunto insieme nella complessa gestione delle problematiche connesse alla lotta attiva agli incendi boschivi; nella definitiva consacrazione della centralità del Corpo nazionale nell’ambito del sistema sicurezza allargato; nella nuova disciplina per la sicurezza nei luoghi di lavoro, quale aspetto fondante di ogni società civile, che, pur nel nuovo assetto costituzionale, è stata mantenuta alla competenza dello Stato e, per esso, del Corpo.
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oglio anche ricordare il nuovo concorso pubblico per vigile del fuoco e, soprattutto, alcuni provvedimenti centrali per il destino del Corpo nazionale, come il regolamento di servizio, che vuole essere uno degli strumenti fondamentali per la centralità del Corpo stesso nell’ambito del sistema della sicurezza allargata. Esso infatti detta regole chiare e funzionali per rendere sempre più confacenti i modelli operativi alle effettive esigenze della collettività; il provvedimento per la rivisitazione delle funzioni e delle articolazioni delle Direzioni regionali, con il quale si realizza un effettivo decentramento ed una organizzazione delle strutture periferiche del Corpo nazionale, sempre più confacente alle nuove realtà del Paese. Tutti questi provvedimenti assicureranno regole e percorsi che, finalmente, consentiranno ad una struttura antica e fondamentale per la nostra società di avere un assetto moderno e coerente con il nuovo ordinamento costituzionale. Un pensiero commosso lo voglio infine dedicare all’amico Giorgio Mazzini, capo del Corpo dei vigili del fuoco scomparso improvvisamente nell’adempimento dei propri doveri istituzionali, la cui esperienza e collaborazione sono state per me una insostituibile risorsa.
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obiettivo sicurezza
Tronca
"Insieme per un futuro ricco di obiettivi da raggiungere"
È
dal 2 dicembre che ho assunto le funzioni di capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile. È troppo poco tempo, dunque, per poter parlare approfonditamente delle questioni che riguardano da vicino i Vigili del fuoco. Posso però dire che mi accingo ad adempiere al prestigioso incarico conferitomi con l’assoluta consapevolezza di quanto siano delicati e fondamentali, all’interno del sistema della sicurezza generale, i ruoli del Dipartimento e del Corpo nazionale, più che mai quotidianamente protesi a coniugare le caratteristiche di una moderna Amministrazione – prontezza, agilità, innovazione tecnologica, massima efficienza e determinazione – con quelle di sicurezza e protezione dei cittadini e delle loro comunità. Ecco in cosa consiste l’impegno quotidiano dei Vigili del fuoco: infondere certezze, creare punti di riferimento solidi, intervenendo con sensibilità avanzata sulle criticità emergenti, facendo sì che la cittadinanza abbia fiducia nello Stato, una fiducia basata su obiettivi raggiunti, su risultati concreti, su risposte immediate, su un approccio non burocratico alle innumerevoli problematiche di ogni giorno. Per realizzare ciò è necessario il massimo coordinamento delle forze in campo e l’ottimizzazione di ogni risorsa, ma è anche importante un ampio coinvolgimento degli enti locali, sempre più protagonisti e responsabili nel garantire la qualità della vita quotidiana.
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i tutto ciò sono fermamente convinto e assumo l’incarico con la certezza di poter contare sulla grande tradizione di efficienza e sullo spirito di servizio degli appartenenti al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, in ogni sua componente, permanente e volontaria. Per questo confido anche nella collaborazione attenta e proficua delle organizzazioni sindacali. Appena insediato, ho subito partecipato con commozione alla cerimonia per la ricorrenza di Santa Barbara, Patrona dei Vigili del fuoco, che rappresenta un momento di festa ma anche di deferente raccoglimento, di rispettoso ricordo di quanti, nel nome del servizio e dello Stato, hanno sacrificato la propria vita. Nel ringraziare le donne e gli uomini del Corpo nazionale per l’opera che svolgono sul territorio con coraggio, umanità ed indiscussa dedizione al servizio della collettività, formulo a tutti loro l’augurio di proseguire con orgoglio un cammino ricco nel passato di importanti momenti e di grandi traguardi, ma ancor più ricco nel futuro di obiettivi, che verranno sicuramente raggiunti come sanno fare i Vigili del fuoco, che tante pagine hanno scritto e ancora dovranno scrivere nella storia del nostro Paese.
obiettivo sicurezza
chi è francesco paolo tronca Francesco Paolo Tronca è nato a Palermo il 31 agosto 1952. Ha completato gli studi in Toscana, laureandosi a Pisa nel 1975 in giurisprudenza e successivamente, sempre nello stesso ateneo, in storia. Abilitato all'esercizio della professione forense, dopo aver compiuto il servizio militare come ufficiale cpl. nella guardia di finanza, ha superato il concorso di Commissario di polizia, prendendo servizio a Varese nel 1977. Il 1° marzo 1979, dopo aver vinto il concorso di consigliere di prefettura, ha iniziato la carriera nell'amministrazione civile dell'Interno presso la prefettura di Milano, ricoprendo, da subito, l'incarico di capo della segreteria del prefetto e, quindi, gli incarichi di vice capo di gabinetto e poi di capo di gabinetto, rispettivamente per 8 e 7 anni, fino al 1° luglio del 2000, data della nomina a viceprefetto vicario di Milano. Nella seduta del Consiglio dei Ministri del 23 maggio 2003 è stato nominato Prefetto della Repubblica e gli è stata assegnata la titolarità della Sede di Lucca. Il 6 aprile 2006 è stato destinato a svolgere le funzioni di prefetto nella provincia di Brescia. Grande ufficiale al merito della Repubblica Italiana, particolarmente esperto di sicurezza pubblica, di mediazione sociale, di problematiche dell'immigrazione e gestione di emergenze, è cultore della materia di storia del diritto italiano presso l'università statale di Milano ed autore di diverse pubblicazioni. Dal 28 novembre 2008 è capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile.
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sicurezza stradale
Su strade e autostrade sempre in prima linea Troppi incidenti stradali e soprattutto troppe giovani vittime. Come intervengono i vigili del fuoco per dare più sicurezza agli automobilisti di Dino Poggiali
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li incidenti stradali: una piaga sociale che ogni anno provoca più morti che a casa e al lavoro, che brucia soprattutto quando in gioco ci sono le vite dei giovani ragazzi e ragazze. Per mitigare gli effetti degli incidenti sulle strade, i vigili del fuoco sono schierati da sempre in prima linea: ogni anno sul territorio nazionale sono richiesti ed effettuati circa 40.000 interventi per soccorrere ed estrarre persone incastrate in veicoli, per mettere in sicurezza auto cisterne incidentate contenenti sostanze pericolose, per spe-
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gnere incendi di mezzi su sede stradale o in gallerie o per rimuovere ostacoli al traffico, per mettere in sicurezza sedi stradali e/o mezzi. Gli interventi di soccorso sul sedime stradale costituiscono una parte rilevante del lavoro dei vigili del fuoco: non tutti sanno che questa tipologia di intervento costituisce, dopo gli incendi, la seconda causa di intervento per i vigili del fuoco, pari a circa il 6% di tutte le operazioni di soccorso effettuate. Nella provincia di Torino, ad esempio, nel corso del 2007 sono stati effettuati dai vigili del fuoco circa 1500
interventi per incidenti stradali, vale a dire mediamente più di 4 al giorno; in quella di Roma gli interventi sono stati più di 1400. È per questo motivo che attenzione ed impegno profusi nel settore dal Corpo nazionale sono significativi e ritenuti di primaria importanza sotto il profilo organizzativo e finanziario. I mezzi di soccorso hanno un caricamento specifico per far fronte agli scenari più ricorrenti: si va dalle pinze e divaricatori per intervenire sulle parti di carrozzeria di un mezzo incidentato, alle auto gru utilizzate per rimozioni obiettivo sicurezza
o spostamenti di ostacoli da sedi stradali, alle apparecchiature tecniche per lo spiazzamento di prodotti pericolosi fino, ovviamente, a quanto necessario per l’estinzione di incendi su sedi stradali. Il personale è specificamente addestrato ad intervenire non solo negli scenari più ricorrenti, che sono quelli ove necessita estrarre persone incastrate in un abitacolo, ma anche quelli più tecnici, quale ad esempio il recupero di una sostanza pericolosa da una cisterna incidentata che avviene secondo procedure codificate e con l'utilizzo di attrezzature tecniche specifiche. In particolare, alla scuola di formazione operativa del Corpo, di Montelibretti, e in altre sedi dei vigili del fuoco vengono tenuti corsi denominati “LPG transport emergency” per addestrare i soccorritori in uno degli interventi più frequenti: il travaso in emergenza di GPL (gas di petrolio liquefatti) da veicoli-cisterna incidentati o ribaltati. Gli autotrasportatori che guidano mezzi trasportanti sostanze pericolose, nominati dall'ADR 2007, devono frequentare un corso che li abiliti al loro trasporto. Nei programmi di questi corsi non sono previsti argomenti che trattano come comportarsi in situazioni di emergenza, mentre sarebbe auspicabile che l’esperienza acquisita dai vigili del fuoco nelle esercitazioni e nella pratica potesse essere da loro trasmessa verso tale categoria di lavoratori. In media 450 volte all’anno ai VVF viene richiesto di effettuare interventi in gallerie stradali o ferroviarie dove, in caso d’incendio, il calore sprigionato ed il fumo prodotto mettono a dura prova le capacità professionali ed operative del vigile del fuoco. L’intervento in caso di incidente stradale presuppone quasi sempre il soccorso ad una o più persone traumatizzate: per questo motivo tutti i vigili del fuoco del Corpo nazionale hanno conseguito i brevetti in tecniche di primo soccorso sanitario (TPSS) ed in supporto vitale del trauma (SVT) che consentono loro di sviluppare l’approccio all’infortunato con l'opportuna conoscenza delle tecniche di estricazione e delle criticità connesse allo status di traumatizzato che
obiettivo sicurezza
necessita nell’immediato di essere stabilizzato prima di essere mosso dalla sua posizione. Questo bagaglio professionale, uno dei segni caratteristici dell’alta professionalità del soccorritore vigile del fuoco, lo accompagna sin dalla sua prima immissione nel servizio operativo in quanto previsto ormai da anni in tutti i corsi di formazione per l’accesso al ruolo, e viene periodicamente aggiornato con sedute di retrainig che mantengono addestrati i soggetti interessati. Sulle strade non siamo mai i soli a dover intervenire su un sinistro: la collaborazione con il servizio di soccorso sanitario viene ritenuta assolutamente strategica per il buon esito di un intervento. Ed ecco allora la stipula di protocolli di intesa 115-118, necessari per una rapida attivazione reciproca delle squadre di intervento quando pervengono richieste di soccorso per incidenti stradali ad entrambi i numeri unici di emergenza, per la pianificazione di intervento su scenari complessi effettuata su base comune e l'attività formativa ed addestrativa condivisa. La tempestività dell’intervento di soccorso dei vigili del fuoco in caso di incidente stradale può salvare molte vite umane. Purtroppo, però, quando la densità di traffico è elevata, può capitare che
a seguito di incidenti si formino lunghe code di veicoli che rendono impossibile o estremamente difficoltoso raggiungere il luogo ove è richiesto il soccorso dei vigili del fuoco. In alcuni rari casi è possibile superare l’ostacolo tramite squadre di vigili del fuoco elitrasportate che vengono calate direttamente dall’elicottero in prossimità del luogo dell’incidente con attrezzature di intervento compatibili con il limite di carico di un elicottero e con le difficoltà di trasbordo del materiale a terra. In altri casi, per abbattere i tempi
necessari a raggiungere uno scenario di crisi, in alcuni periodi dell’anno squadre di vigili del fuoco si posizionano in prossimità dei tratti autostradali più congestionati con mezzi attrezzati all’intervento specifico o effettuano una vigilanza sulle tratte a maggior rischio. Un esempio di tale attività è fornito dall’accordo intercorso tra i soggetti interessati per garantire un soccorso più efficace sulle tratte dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria soggette a lavori di manutenzione: squadre di vigili del fuoco garantiscono la loro presenza su queste tratte al fine di garantire la massima tempestività d’intervento.
interventi per incidenti stradali* 2007
2008
36.746
32.598
Incidente stradale con mezzo trasportante merci pericolose
237
188
Ribaltamento di mezzo trasportante merci pericolose
253
135
2.676
2.671
39.912
35.592
Incidente stradale generico
Rimozione ostacoli non dovuti al traffico totale interventi
*a cura del servizio statistico centrale - Area ix Telecomunicazione e Statistica
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sicurezza stradale
633 incidenti, 14 morti, 893 feriti
Al giorno Anno
INCIDENTI MORTI FERITI
2007
2006
230.871
256.546
5.131 325.850
S
econdo gli ultimi dati diffusi dall'Istat, ogni giorno in Italia si verificano in media 633 incidenti stradali, che provocano la morte di 14 persone e il ferimento di altre 893. Nel 2007 sono stati rilevati 230.871 incidenti stradali, che hanno causato il decesso di 5.131 persone, mentre altre 325.850 hanno subito lesioni di diversa gravità. L’analisi dell’incidentalità nel lungo termine mostra una costante riduzione della gravità e dell'indice di mortalità degli incidenti nonostante, nello stesso periodo, il parco veicolare sia cresciuto del 15,7%. i luoghi dell'incidente.
La maggior parte degli incidenti avviene sulle strade extraurbane e in città. Nel 2007 sulle strade urbane si sono verificati 176.897
7.061 360.013
Variazione %
-3% -9,5% -2.1%
incidenti stradali AL MESE (2007) in neretto la media giornaliera 25.000 20.000
17.519
15.000
565
16.299 582
19.088
19.719
616
657
Mar
Apr
21.575 21.656 696
722
23.145 747
16.852 544
19.612 654
20.163 650
18.026 601
17.217 555
10.000 5.000 Gen
incidenti (76,6% del totale) che hanno causato 238.712 feriti (pari al 73,3% sul totale) e 2.269 morti (pari al 44,2%). Viceversa sulle autostrade si sono verificati 13.635 incidenti (pari al 5,9% del totale) con 23.135 feriti (pari al 7,1%) e 526 decessi (pari al 10,3%). Rispetto al 2006 - anche a seguito dell’introduzione del nuovo sistema di controllo elettronico sulla velocità media (sistema Tutor) - si è ridotta in misura significativa il numero di morti sulle autostrade (-10,8%). ecatombe d'estate. L’indice di mortalità, analogamente a quanto registrato per l’anno 2006, risulta più elevato in corrispondenza del mese di agosto (2,7 morti ogni 100 incidenti), in occasione degli esodi estivi.
urto con veicolo fermo > 1%
scontro frontale/laterale > 37%
caduta da veicolo > 2%
tamponamento > 18%
urto contro ostacolo > 3%
scontro laterale > 12%
scontro frontale > 7%
obiettivo sicurezza
di Marina Cavicchioli
0
i principali tipi di incidente (2007)
uscita di strada > 9%
Dalle statistiche Istat la radiografia di una strage continua
investimento pedone > 8%
Feb
Mag
Giu
Lug
Ago
Set
Ott
Nov
Dic
MORTI OGNI MESE PER Incidenti stradali (2007) in neretto la media giornaliera 700 600 500 400 300 200 100 0
593 365
412 348
12
12
Gen
Feb
13
Mar
465
458
16
Apr
15
Mag
venerdì nero. Il venerdì si
conferma il giorno in cui si concentrano il maggior numero di incidenti e di feriti ma la frequenza più elevata di morti si osserva il sabato (904 decessi pari al 17,6%). i picchi della giornata.
Durante l’arco della giornata, un primo picco si riscontra tra le 8 e le 9 del mattino, un secondo tra le 12 e le 13 ma il picco più elevato di incidentalità si registra intorno alle 18. L’investimento di pedone rappresenta l’8% degli incidenti: si registrano 18.368 casi in cui hanno perso la vita 571 persone e 20.937 sono rimaste ferite. LE CAUSE. Mancato rispetto delle regole di precedenza, guida distratta e velocità troppo elevata sono le prime tre cause di incidente e costituiscono da sole il
500
19
17
Giu
480 15
Lug
Ago
434 14
Set
370
356
350
12
12
11
Ott
Nov
Dic
45% dei casi. In città l'infrazione determinante è il mancato rispetto del semaforo rosso mentre sulle strade extraurbane è l'eccesso di velocità. Lo stato psico-fisico alterato del conducente, pur non rappresentando una percentuale elevata del totale dei casi, provoca gli incidenti più gravi. giovani e gli anziani. Nel complesso, la fascia più colpita dalle conseguenze degli incidenti stradali è quella tra i 25 e i 29 anni mentre le vittime più frequenti degli investimenti stradali sono gli anziani da 80 a 84 anni. i costi sociali. La stima dei costi sociali degli incidenti stradali per l’anno 2007 - perdita della capacità produttiva, costi umani, costi sanitari, danni materiali - risulta di oltre 30 miliardi euro, il 2% del Pil.
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sicurezza stradale
I
l trasporto su strada delle merci pericolose è oggetto dell’accordo internazionale Accord Dangereuses Route (ADR) firmato a Ginevra il 30/09/1957 e depositato presso il segretariato generale dell’ONU. L’ADR è stato ratificato in Italia con legge 12/08/1962, n. 1839. L’accordo è costituito da 17 articoli, un protocollo d’intesa riguardanti l’efficacia delle norme, le eventuali riserve concesse ai paesi contraenti per la regolamentazione nazionale e le procedure di modifiche e di firma, nonché da due allegati. I trasporti ADR rimangono comunque sottoposti alle prescrizioni nazionali ed internazionali riguardanti la circolazione stradale, secondo quanto riportato nell’Accordo, il quale riporta le prescrizioni da rispettare per garantire la safety e, dal 2005, anche la security, durante la fase del trasporto stradale di merci e rifiuti pericolosi. In Italia nel passato coesisteva un doppio sistema normativo: l’ADR per i trasporti internazionali e le norme interne per i trasporti nazionali. L’Unione Europea, con la direttiva 94/55/ CEE del 21/11/1994, ha reso obbligatoria, dal 1° gennaio 1997, l’applicazione delle norme contenute negli allegati all’accordo ADR anche ai trasporti interni ai singoli Stati, ai fini di realizzare il mercato unico anche nel settore dei trasporti. Gli emendamenti biennali all’ADR, da allora, formano oggetto di direttiva comunitaria che viene recepita nell’ordinamento italiano con decreto del Ministro dei Trasporti. Le eventuali norme interne allo Stato sono applicabili solo
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Quando sulle strade trovi le merci pericolose Gli incidenti si complicano se ad essere coinvolti sono mezzi che trasportano oggetti o sostanze a rischio. Ecco perché le istituzioni europee hanno regolamentato il delicato settore di Paola Blotta e Salvatore Corrao
qualora non siano in contrasto con l’ADR. L’accordo riporta la maggior parte delle disposizioni in due allegati: aa allegato A: disposizioni sulle sostanze, preparati e sugli oggetti pericolosi; aa allegato B: disposizioni sull’equipaggiamento e sulle modalità di trasporto. L’allegato A specifica quali sostanze, preparati e oggetti pericolosi non possono essere trasportati e quali sostanze o preparati (compresi i rifiuti) possono essere trasportati sotto determinate condizioni. Esso contiene: le prescrizioni per i contenitori, gli imballaggi
e l’etichettatura; i requisiti di costruzione e di prova per gli imballaggi e le cisterne; le disposizioni sulle modalità di trasporto, carico, scarico e movimentazione e infine gli obblighi del “consulente per la sicurezza nei trasporti” e degli addetti al trasporto (speditore, imballatore, trasportatore, ecc…). L’allegato B contiene: le prescrizioni riguardanti gli equipaggiamenti e le modalità per il trasporto delle merci pericolose specificate nell’Allegato A ed i requisiti per la costruzione e l’approvazione dei veicoli in regime ADR. Il nucleo delle norme ADR è
obiettivo sicurezza
la tabella nominativa delle sostanze che riporta in codice, per ciascuna sostanza, le singole prescrizioni che la riguardano (classificazione, etichette, imballaggio, numero di pericolo, ecc…). Dalla consultazione della tabella si costruisce agevolmente il quadro normativo di quella specifica sostanza, con immediata individuazione delle eventuali violazioni. Le modifiche più significative della versione ADR del 2007 sono ad esempio: le restrizioni al trasporto di merci pericolose nelle gallerie stradali a seguito della loro eventuale classificazione in cinque categorie, la nuova etichetta per i perossidi organici, la nuova tabella dei fuochi pirotecnici, nuove disposizioni per gli aerosol. L’ADR 2007 conferma tutte le disposizioni relative alla security, sicurezza e prevenzione contro l’uso improprio di merci pericolose ad alto rischio per fini terroristici, compresa la relativa formazione degli addetti al trasporto (speditore, trasportatore, ecc...) e l’adozione di specifici “piani di sicurezza”. Infine, con l’ADR 2007, si fa un ulteriore passo in avanti verso l’allineamento con i criteri di classificazione di sostanze e preparati pericolosi previsti dall’ONU nel “GHS globally harmonized system of classification and labelling of chemicals” (sistema globale armonizzato di classificazione ed etichettatura dei prodotti chimici), che tenderà a unificare i numerosi regolamenti che obbligano i produttori ad adeguare i sistemi di classificazione a seconda dei paesi in cui producono o esportano.
obiettivo sicurezza
le attrezzature da "taglio"
L
e squadre dei Vigili del Fuoco, nell’estrema varietà degli interventi che devono quotidianamente affrontare, si trovano frequentemente a dover accedere a luoghi chiusi tagliando porte, inferriate, cancelli metallici; a dover soccorrere infortunati o ripristinare la circolazione stradale sezionando veicoli incidentati o deragliati, o abbattendo alberi resi pericolanti dalle intemperie; oppure a dover rimuovere le macerie prodotte da crolli di edifici, tagliando e frantumando le strutture collassate, sia in acciaio che in cemento armato. In queste e in molte altre situazioni di emergenza, le operazioni vengono effettuate impiegando attrezzature diverse che, seppur non studiate esclusivamente per il soccorso tecnico urgente, consentono di tagliare, bucare, fondere materiali di varia natura. I vigili del fuoco acquisiscono la necessaria padronanza nell’utilizzo di tali attrezzature, non solo apprendendo le tecni-
Tagliare, forare e sezionare materiali diversi: spesso una necessità per i vigili del fuoco che si trovano ad intervenire nelle situazioni più disparate. Dietro a tutto questo c’è una specifica formazione e tanta esperienza di Francesca Stopponi
che per lavorare in modo efficace, ma anche imparando a ridurre al massimo i rischi per sé e per gli altri, controllando e mantenendo lo stato di efficienza degli strumenti di lavoro, operando con cura ed attenzione e proteggendosi con i previsti D.P.I. (dispositivi di protezione individuale). Durante i corsi di formazione, i vigili imparano ad utilizzare correttamente le attrezzature da taglio che, una volta in servizio, troveranno in caricamento sui mezzi di soccorso:
aa la motosega, per il taglio di materiali legnosi; aa la mototroncatrice, per il taglio di elementi metallici, pietra, cemento armato e muratura (a seconda del disco montato); aa la lancia termica, per il taglio e la foratura di elementi metallici e la frantumazione del calcestruzzo. aa gruppo idraulico di salvataggio con cesoie e divaricatore per il taglio e l’apertura di lamiere.
il carro-fiamma: attrezzature per gli incidenti stradali vano centrale aa 1 cassa con autoprotettore aa 1 cassetta con martello aa demolitore con accessori aa 2 bombole ad aria per cuscini di cui uno con riduttore aa 3 cuscini Wetter aa 1 gruppo Arcair
imperiale aa 1 pompa manuale per accessori Lukas aa 1 trancia bulloni aa 1 kit leva alzatombini con accessori
vano anteriore aa 1 mototroncatrice Oleomac aa 1 motosega Oleomac aa 1 Tirfor T35 aa 1 divarivatore pe presa Hurst aa 1 cesoia per presa Hurst
vano posteriore aa 1 divaricatore per Lukas aa 1 cesoia per Lukas aa 1 pistone Holmatro con base antiscivolo aa 1 Binda aa 1 centralina presa Hurst aa 1 cesoia isolante
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sicurezza stradale
L’
Italia è il Paese europeo con la maggiore densità di veicoli rispetto al numero di abitanti, seconda solo al Lussemburgo che, peraltro, con i suoi 450.000 residenti è comunque una realtà a sé stante, paragonabile ad una nostra città. I dati più recenti disponibili su scala europea (Istat 2002), mostrano infatti che l’Italia contava 726 veicoli ogni 1.000 abitanti (su una popolazione di 58 milioni di abitanti), l’Austria 662,2, la Grecia 633,7, la Germania 620,2, la Spagna 612,0, e la Francia 595,5. Dai dati forniti dal ministero dei Trasporti, inoltre, questo valore è in costante aumento dal 2004. L’Italia, infatti, con 43.950.905 veicoli, rispetto alla popolazione residente di 58.462.375 abitanti, presenta una densità di 751,78 veicoli ogni 1.000 abitanti. A fronte di una costante crescita del parco veicolare, la rete stradale è rimasta sostanzialmente invariata. Infatti, le immatricolazioni dei veicoli nell’ultimo decennio hanno registrato un aumento del 22 %, mentre la rete stradale è aumen-
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Polizia stradale, da 60 anni al servizio della nostra sicurezza Prevenzione, repressione della guida pericolosa e informazione ai cittadini sono le attività principali per il controllo operativo del teritorio di Roberto Sgalla* tata solo del 4 %. A ciò si aggiunge che il trasporto su gomma costituisce notoriamente la modalità prevalente di trasporto delle merci. L’elevato tasso di motorizzazione, i consistenti volumi di traffico, il costante aumento del trasporto merci su strada sono
tutti fattori che incidono negativamente sul fenomeno infortunistico nel nostro Paese. Secondo i dati raccolti dall’Istat, nel 2007 sono stati rilevati 230.871 incidenti stradali, che hanno causato la morte di 5.131 persone e 325.850 feriti. In breve, ogni giorno perdono la vita 14 persone obiettivo sicurezza
A fianco, Roberto Sgalla. A sinistra, controlli con l'autivelox. Sotto a destra, copertina di "Polizia Moderna", la rivista ufficiale della polizia di Stato
e almeno 893 rimangono ferite con lesioni di varia gravità. Rispetto al 2006 si registra, comunque, una diminuzione del numero degli incidenti (-3%) del numero dei feriti (-2,1%) e del numero dei morti (9,5%). Dato quest’ultimo che segna la più consistente diminuzione percentuale registrata nel 2007 in ambito europeo ma che ancora non avvicina l’Italia all’obiettivo dell’abbattimento del 50% della mortalità entro il 2010 fissato dall’Ue. L’attività della polizia stradale, quale specialità della polizia di Stato, si muove nella complessità del quadro di riferimento appena tratteggiato. Forte di una professionalità collaudata sul territorio da oltre sessant’anni, la polizia stradale è l’articolazione che consente al ministero dell’Interno di svolgere l’azione di coordinamento operativo e strategico nel settore della sicurezza stradale. Nel concentrare le proprie risorse lungo i 7.000 chilometri della rete autostradale italiana e lungo le direttrici della grande viabilità extraurbana, l’attività si sviluppa principalmente: obiettivo sicurezza
aa nell’area della prevenzione, con la presenza sul territorio e moduli operativi in costante evoluzione per esaltare l’innata prossimità al cittadino della pattuglia della polizia stradale; aa nell’area della repressione dei comportamenti di guida pericolosi, grazie anche all’uso della tecnologia (come da ultimo il tutor) che amplifica in modo esponenziale la capacità di controllo; aa nell’area dell’informazione (realizzata grazie anche a campagne di sicurezza stradale come il Progetto Icaro o Guido con Prudenza) nella convinzione che per elevare gli standard di sicurezza sulle strade occorra anzitutto un cambiamento culturale. La natura della sicurezza stradale è tipicamente trasversale: attraversa compiti e responsabilità differenti, che fanno capo a soggetti diversi, pubblici e privati. Più che in altri settori è avvertita la necessità di un’azione coordinata a vantaggio della tempestività ed efficienza degli interventi. Per vincere la partita della sicurezza sulle strade occorre dunque un “gioco di squadra”, serve uno sforzo sinergico e la condivisione degli obiettivi. E’ quel circolo virtuoso che va sotto il nome di sicurezza partecipata: il coinvolgimento di tutti gli attori, non solo pubblici, che in qualche modo possono contribuire a rendere più sicuro il territorio e le strade, determinando un diffuso senso di fiducia nei cittadini. Ne è espressione il Centro nazionale per il coordinamento delle emergenze in materia di viabilità che ha il compito di adottare decisioni rapide e condivise per gestire le situazioni di crisi (come quelle derivanti da gravi avversità atmosferiche o dai grandi esodi per le vacanze). Istituito nel 2005, è presieduto dal direttore del servizio polizia stradale e ne fanno parte rappresentanti del dipartimento dei vigili del fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile, del dipartimento degli affari interni e territoriali, del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, del dipartimento della protezione civile, dell’Arma dei carabinieri, dell’ANAS, dell’AISCAT e delle ferrovie dello Stato. *Direttore del servizio polizia stradale del Dipartimento della pubblica sicurezza
guida sicurA l'inserto SPECIALE DI POLIZIAMODERNA Conoscere nei minimi particolari la nostra automobile, tenerla sempre in perfetta efficienza, conoscere le dotazioni e la documentazione da tenere sempre a bordo, come fare le revisioni, come dislocare i carichi, come trasportare bambini o animali. Essere a conoscenza degli obblighi legati alla patente, saper intervenire e tutelare i nostri diritti in caso di incidente. Insomma tutto ciò che deve far parte del bagaglio di ogni automobilista è stato raccolto da Poliziamoderna, la rivista ufficiale della Polizia di Stato, in tre pratici inserti staccabili (Il veicolo, I documenti e le persone, Gli obblighi e i diritti dell’utente in caso di incidente) da conservare nella propria auto, sempre a portata di mano. I fascicoli, curati da esperti della polizia stradale, saranno disponibili a partire da dicembre (e poi gennaio e febbraio) sulla rivista ufficiale della Polizia e consultabili per tutti gli abbonati sul sito www.poliziamoderna.it. Un contributo per migliorare comportamenti di guida inadeguati che causano ogni anno migliaia di incidenti e che si affianca alle numerose campagne di prevenzione e alle iniziative della Polizia di Stato.
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sicurezza stradale
A
seguito degli eventi meteorologici sull'Italia Centro-Settentrionale nel gennaio e febbraio 2004 che hanno determinato notevoli situazioni di criticità sulla rete autostradale, la risoluzione n.7-00423, approvata il 13 luglio 2004 dalle Commissioni VIII e IX riunite della Camera dei Deputati, impegnò il Governo a costituire presso il ministero dell'Interno una struttura di coordinamento per fronteggiare le crisi sulla rete stradale ed autostradale derivanti da eventi meteorologici o calamitosi in genere. Il decreto interministeriale del 27 gennaio 2005 ha istituito il centro di coordinamento nazionale in materia di viabilità presieduto dal direttore del servizio polizia stradale e composto da rappresentanti: del dipartimento dei vigili del fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile, che svolgono la funzione di vice presidente, del dipartimento degli affari interni e territoriali, del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, del dipartimento della protezione civile, dell'Arma dei carabinieri, dell'Anas, dell'associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori (AISCAT) e delle ferrovie dello Stato. La proiezione operativa del centro sul territorio è assicurata dai comitati operativi per la viabilità, istituiti presso le prefetture. Il centro nazionale, nel caso di situazioni critiche, assicura l'immediata adozione delle misure di assistenza e soccorso necessarie, seguendo l'evoluzione dell'evento, effettuando rilevazioni, analisi e verifiche, acquisendo gli elementi conoscitivi e di valutazione su situazioni di rischio in
tecnologie
dalla pista alla strada di Michele di Grezia
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Il centro di coordinamento per la viabilità Istituita nel 2005, la struttura è stata ideata per il soccorso in situazioni critiche. Negli scenari di rischio detta la linea operativa di Giorgio Alocci atto o potenziali sul territorio ed operando in collegamento con il Centro di coordinamento delle informazioni sul traffico, sulla viabilità e sulla sicurezza stradale (CCISS) per assicurare le informazioni ai cittadini e agli automobilisti. Per le attività di studio, analisi e pianificazione, il centro nazionale definisce le modalità operative di coordinamento, indicando criteri uniformi per la raccolta e trasmissione di dati e notizie sugli scenari di rischio, sulle risorse disponibili e sugli eventi da monitorare. Il centro nazionale opera presso il servizio polizia stradale del dipartimento della PS e si avvale delle risorse umane, logi-
Le competizioni sportive sono da sempre utilizzate come banco di prova per lo sviluppo di nuove idee e tecnologie. Quelle motoristiche in particolare costituiscono
stiche e tecnologiche del servizio stesso. Dalla sua costituzione il centro si è riunito in numerose occasioni di criticità del sistema viario per situazioni incidentali (incidenti stradali che hanno visto coinvolti mezzi trasportanti sostanze pericolose, incendi di bosco i cui prodotti di combustione hanno coinvolto le sedi autostradali e autostradali) e per condizioni meteorologiche avverse. Particolarmente significativa l’attività prodotta dal centro nella fase di prevenzione in occasione di particolari periodi dell’anno ed in concomitanza con alcune festività aventi rilevanza nazionale (durante l’estate, per il ponte dell’Immacolata
sin dai loro albori, un vero e proprio laboratorio di ricerca per lo sviluppo di materiali tecnologicamente innovativi e per l’ammodernamento dei processi
industriali di produzione. Si pensi ad esempio ai telai delle autovetture, passati da una classica struttura longheroni e traverse, peraltro tuttora utilizzata per i “veri” fuoristrada, ad una scocca in lamiera sagomata e
ecc.), interessati da spostamenti di massa per raggiungere le località di villeggiatura ovvero per i rientri nelle grandi città. Nell’ambito delle attività di gestione delle crisi inerenti la viabilità, la struttura: aa assicura la tempestiva adozione delle misure di assistenza e soccorso necessarie; aa segue l’evoluzione dell’evento, effettuando rilevazioni, analisi e verifiche; aa acquisisce elementi conoscitivi e di valutazione su situazioni di rischio in atto o potenziali; aa opera in collegamento con il C.C.I.S.S. per assicurare le informazioni ritenute necessarie.
rinforzata, ormai di uso comune non solo sulle utilitarie ma anche sulle berline più prestigiose. Rimanendo in formula 1, occorre segnalare l’evoluzione degli impianti frenanti che hanno visto l’adozione, dopo anni di sperimentazione, di dischi in materiale ceramico che, anche se
Per le attività di studio, analisi e pianificazione il centro nazionale: aa definisce le modalità operative di coordinamento indicando criteri uniformi per la raccolta e trasmissione di dati e notizie sugli scenari di rischio, sulle risorse disponibili e sugli eventi da monitorare, al fine di assicurare procedure omogenee; aa esamina, in collegamento con i comitati operativi per la viabilità, i piani di settore, promovendo l’attuazione ed il coordinamento delle misure preventive; aa promuove l’armonizzazione dei protocolli stipulati dai comitati operativi per la viabilità.
sottoposti alle elevatissime temperature che si generano in frenata, non subiscono alcun cedimento. Analogo discorso valga per le applicazioni elettroniche, come l’ABS (Antilock Braking System) o l’ESP (Elektronisches Stabilitatsprogramm), ormai di uso comune sulle vetture in commercio, o l’installazione dei modernissimi fari allo obiettivo sicurezza
Le pianificazioni sviluppate dal centro sia nei periodi estivi che per i flussi di traffico verso le località turistiche, che nel periodo invernale per fronteggiare preventivamente le avversità climatiche hanno indicato i tratti autostradali e stradali più trafficati, i giorni critici, la diffusione delle informazioni sui canali di pubblica utilità, le aree predisposte per l’accumulo dei mezzi pesanti, quelle per assicurare i presidi di soccorso ed assistenza per gli automobilisti, i cantieri presenti, con particolare riferimento ai lavori che interessano la Salerno-Reggio Calabria, e i percorsi alternativi.
xeno, impiegati per la prima volta nelle gare notturne di velocità. In tema di sicurezza stradale, un contributo fondamentale viene dall’adozione di nuovi serbatoi per il carburante, anch’essi sviluppati nelle gare, che consentono di abbattere il rischio derivante da possibili urti o schiacciamenti, evitando o limitando fortemente la fuoriuscita del carburante stesso.
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sicurezza stradale l'intervista
Efficienza, manutenzione, informazione: Anas, obiettivo qualitĂ Il Presidente Pietro Ciucci: in arrivo un nuovo sistema di videosorveglianza. Risposte immediate per assicurare la fruibilitĂ della rete di Clara Modesto
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obiettivo sicurezza
Nella pagina sinistra, il Presidente Anas Pietro Ciucci Sotto, il logo della società
è
da oltre due anni alla guida dell'Anas. Il manager Pietro Ciucci racconta a "Obiettivo Sicurezza" la strada fatta e soprattutto parla del grande cantiere aperto: innalzare gli standard di sicurezza su strade e autostrade italiane. Presidente Ciucci, può fare innanzitutto il punto sulle attività svolte dall’Anas? Sono arrivato all’Anas in piena emergenza: il bilancio 2005 non era stato ancora approvato e il direttore generale era dimissionario. I problemi più importanti sono stati affrontati: la riorganizzazione della direzione generale, la governance, l’introduzione di un codice etico, la revisione di tutti gli schemi contrattuali (bandi di gara, capitolati tecnici), l’introduzione di un sistema informativo nuovo, l’istituzione di una direzione dedicata all’esercizio e alla manutenzione. Contemporaneamente abbiamo accelerato i lavori e gli appalti. L’ Anas nel biennio 2007-2008 è tornata ad essere la prima stazione appaltante italiana. Attualmente siamo impegnati in tutta Italia con lavori in 155 cantieri, per investimenti complessivi pari ad oltre 12 miliardi di euro. In particolare abbiamo approvato 130 nuovi progetti (per oltre 12 miliardi e mezzo di euro); riattivato 81 vecchi cantieri fermi (per più di 7 miliardi di euro); aperto 86 nuovi cantieri (per oltre 6 miliardi di euro); ultimato 86 lavori (per circa 2,4 miliardi di euro). Quali sono le grandi opere in corso di realizzazione? A titolo esemplificativo, le grandi opere su cui stiamo lavorando sono la A3 SalernoReggio Calabria, dove sono stati ultimati e resi fruibili agli utenti circa 190 km di nuova autostrada e abbiamo in corso investimenti per oltre 4,4 miliardi di euro; il passante di Mestre, che saremo in grado di inaugurare nella sua asta principale entro la fine di dicembre, con conclusione delle opere complementari e dei caselli entro il prossimo anno; la nuova statale 106 jonica, per la quale abbiamo in corso investimenti per un importo di 1,5 miliardi di euro; l’autostrada Catania-Siracusa che verrà completata entro il 2009; la Grosseto-Fano, che è già aperta al traffico o in fase di realizzazione per oltre la metà del suo tracciato. Per quanto riguarda il ponte sullo Stretto di Messina, infine, abobiettivo sicurezza
Nel 2007 e nel 2008 un terzo dei fondi ordinari attribuiti ad Anas è stato destinato proprio alla manutenzione straordinaria della rete con la posa di asfalto drenante, l’installazione di barriere di sicurezza di più moderna concezione, il rifacimento dell’impiantistica delle gallerie, l’eliminazione dei ‘punti neri’ della rete. biamo predisposto un nuovo programma di esecuzione delle attività occorrenti per il riavvio del progetto. L’obiettivo è quello di concludere le attività propedeutiche al riavvio entro il 2008 per emettere l’ordine di inizio attività al contraente generale nei primi mesi del 2009, prevedendo l’apertura dei cantieri a metà del 2010 e nel 2016 il completamento dei lavori. La sicurezza stradale rappresenta una grande emergenza in Italia. Secondo i dati Istat, ogni giorno si verificano 633
incidenti stradali che provocano la morte di 14 persone e il ferimento di altre 893. L’Anas cosa fa per fronteggiare questo problema? Il tema della sicurezza stradale è uno degli obiettivi prioritari della nostra mission aziendale. La nostra azienda, in quanto gestore nazionale della mobilità su strada, è impegnata in modo fattivo per innalzare gli standard di sicurezza delle strade e autostrade italiane. Certo, non vi nascondo che la disponibilità di un gettito economico costante per la manutenzione potrebbe consentirci di fare ancora di più. Dunque l’obiettivo dell’Anas è investire di più nella manutenzione? Senza dubbio. Bisogna investire di più e con maggiore continuità nel tempo. L’innalzamento della sicurezza richiede l’adozione di azioni costanti di intervento e di controllo della rete stradale e dei manufatti, eseguiti non in regime di emergenza ma piuttosto a ‘regime’, in base al consolidato modello operativo del risk and crisis management. L’ Anas è dotata di tutte le professionalità e le competenze necessarie per svolgere tale attività, anche come consulente degli enti locali. Da qui l’esigenza di investire e puntare sulla manutenzione, con una dimensione professionale culturale e ingegneristica. In che modo? Per garantire le migliori condizioni di sicurezza sulla rete sono necessarie una serie di azioni, ovvero la regolazione del traffico; l’informazione all’utenza; l’assistenza alla guida; la gestione della velocità; il controllo del disturbo acustico e dell’inquinamento dell’aria; il controllo della sosta e la sorveglianza dei passaggi di intersezione; ma anche il miglioramento dei livelli e degli standard di qualità e di sicurezza della rete. Cosa è stato fatto finora? L’Anas dedica alla manutenzione della rete risorse sempre crescenti e superiori al passato. Nel 2007 e nel 2008 un terzo dei fondi ordinari attribuiti ad Anas è stato destinato proprio alla manutenzione straordinaria della rete con la posa di asfalto drenante, l’installazione di barriere di sicurezza di più moderna concezione, il rifacimento dell’impiantistica delle gallerie, l’eliminazione dei ‘punti neri’ della rete. Anche sotto il profilo organizzativo
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sicurezza stradale l'intervista
l’Anas ritiene che la qualità del servizio sia fondamentale e per questo ha in atto un adeguamento del servizio di sorveglianza e di pronto intervento che – a differenza di quanto avveniva nel passato – sarà garantito sulle strade di interesse nazionale h24 e verrà modulato sull’utenza e sul traffico e con la messa in funzione di sale operative compartimentali di nuova concezione, non più solo informative. La stessa creazione di una nuova direzione centrale esercizio ha consentito di sviluppare un modello di funzionamento dell’esercizio e della manutenzione volto a rimodulare la sorveglianza e il pronto intervento delle squadre Anas in funzione dei volumi di traffico, dell’importanza dell’arteria stradale e, di conseguenza, delle località che questa collega. L’ Anas ha potenziato anche la sorveglianza elettronica della rete. Come? Presto l’Anas sarà dotata di un nuovo sistema tecnologico di videosorveglianza della rete stradale nazionale per garantire interventi più rapidi e maggiori informazioni all'utenza. Abbiamo aggiudicato di
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recente la gara per l'affidamento dell'appalto della fornitura, dell'allestimento tecnologico e della manutenzione di un sistema integrato di localizzazione veicolare e trasmissione dati/video tra i veicoli e le 19 sale operative compartimentali distribuite sull'intero territorio nazionale che ci consentirà di monitorare la rete di nostra competenza e inviare le informazioni alla sala operativa nazionale che è in collegamento con le prefetture, la polstrada, i carabinieri, i vigili del fuoco, la protezione civile e gli enti locali. Su quale tecnologia si basano questi strumenti? Proprio per svolgere al meglio questa fondamentale attività di videosorveglianza, l’Anas si serve di sistemi ITS (intelligent transport system) in cui gli strumenti propri dell’elettronica, dell’informatica e delle telecomunicazioni trovano un impiego congiunto nel gestire la domanda di mobilità. In tal modo, vengono raccolte informazioni sullo stato della strada e sulle condizioni del traffico per pianificare al meglio gli interventi manutentivi da effettuare,
visualizzando compiutamente le scene di crisi per ottimizzare i soccorsi. Il nuovo sistema integrato segna un importante passo in avanti nel processo di ottimizzazione della qualità e della sicurezza della circolazione, con una particolare attenzione all'informazione per l'utenza. Nel concreto il sistema permetterà di velocizzare e razionalizzare gli interventi di primo soccorso, riparazione e manutenzione del patrimonio stradale e di governare meglio i processi di regolazione del traffico. Quindi da una parte innalzare i livelli di sicurezza e dall’altra potenziare l’informazione agli utenti della strada. Certo. Ma l’Italia ha bisogno di politiche di sicurezza sia attiva che passiva per ridurre drasticamente l’incidentalià. Come è noto, infatti, la maggior parte dei numerosi incidenti è causata da comportamenti individuali e sono convinto che, ad esempio, il potenziamento di strumenti di controllo della velocità media possa contribuire a garantire la sicurezza sulla strada. Si riferisce ai ‘tutor’? L'introduzione del 'tutor' ha già funzionaobiettivo sicurezza
Nella foto piccola a sinistra, in alto, la sala operativa nazionale dell'Anas e, sotto, quella di Milano. Nella foto centrale, un tratto dell'Austrada Salerno-Reggio Calabria
medio di percorrenza dell’intera autostrada A3, lunga ben 443 km. Un risultato assolutamente eccellente perché conseguito nonostante quest’anno i cantieri inamovibili sulla A3 abbiano interessato più chilometri di autostrada rispetto al 2007, quasi il doppio. Sono molto positivi, ben oltre la media nazionale, anche i dati sull’incidentalità della A3, che smentiscono il luogo comune secondo cui la Salerno-Reggio Calabria è un’autostrada pericolosa. Non si sono verificati incidenti mortali (nel 2007 furono 3) e vi è stata una riduzione del -36% degli incidenti totali (da 219 del 2007 a 141 del 2008). Il piano per l’esodo estivo sulla A3 ha visto importanti sinergie e la creazione delle cosiddette unità multioperative. Il dispiegamento di uomini e mezzi è stato notevole e anche questo ha favorito l’esito positivo del piano. Dal 25 luglio al 7 settembre abbiamo impiegato sull’autostrada 320 operatori, tutti impegnati 24 ore su 24 con l’utilizzo di 40 mezzi operativi distribuiti nei 14 presidi multifunzionali per garantire una tempestiva ed efficace assistenza, dal soccorso meccanico al pronto bene sulle autostrade dove è stato inserito. Lì è più semplice perché si tratta di misurare la velocità media del veicoli da casello a casello. Abbiamo registrato un calo del 50% negli incidenti e nei decessi, per questo vogliamo inserirlo anche sulle strade statali più praticate e pericolose gestite direttamente dall'Anas. Abbiamo allo studio un progetto che prevede la presenza del 'tutor' anche sulle strade ordinarie, all’interno di un più ampio piano di sicurezza che coinvolga attivamente anche gli utenti. Nei periodi di esodo, soprattutto durante l’estate, si intensifica il lavoro dell’Anas per la sicurezza sulle strade ed autostrade di competenza e, in particolare, sulla A3 Salerno-Reggio Calabria. Come è andata nel 2008? Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto e dei risultati ottenuti, come abbiamo annunciato anche nella conferenza nazionale di fine esodo. Sull’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, come su altri importanti tratti autostradali, l’Anas ha registrato una riduzione del traffico ed è migliorato sensibilmente anche il tempo obiettivo sicurezza
"Con l'introduzione del 'tutor' abbiamo registrato un calo del 50% negli incidenti e nei decessi, per questo vogliamo inserirlo anche sulle strade statali gestite direttamente dall'Anas" to intervento sanitario. In particolare nei tratti del II e V macrolotto è stato allestito un presidio multioperativo permanente dotato anche di autoambulanza medicalizzata e presidiato da operatori Anas, polizia stradale, vigili del fuoco e protezione civile. Dalla sala operativa di Cosenza abbiamo monitorato l’intera arteria autostradale con l’ausilio di 105 telecamere, 19 pannelli a messaggio variabile e 11 pannelli installati nell’area dei cantieri inamovibili per segnalare l’evoluzione del traffico e le eventuali deviazioni sui percorsi alternativi.
chi è pietro ciucci Pietro Ciucci, Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica italiana. È nato a Roma il 24 ottobre 1950. Laureato in economia e commercio, ha iniziato la sua attività lavorativa nel 1969 nella Società Autostrade. Nel 1985 è nominato direttore centrale finanza e poi condirettore generale per l'area amministrazione, finanza, pianificazione e budget della Società Autostrade del Gruppo IRI. Il 1° aprile 1987 è nominato condirettore centrale presso la direzione finanza dell’IRI. Il 20 maggio 1996 diventa direttore generale dell'IRI e gestisce il programma delle privatizzazioni. Il 4 giugno 2002 è nominato amministratore delegato della Società Stretto di Messina. Dal 20 luglio 2006 è presidente del consiglio di amministrazione e direttore generale dell'Anas Spa. Da ultimo, il 10 novembre 2008, è stato nominato presidente del comitato nazionale italiano dell’associazione mondiale della strada (AIPCR) Nel vasto piano di sinergie con altri Enti, che tipo di collaborazione avete con i vigili del fuoco? I vigili del fuoco rappresentano il nostro primo punto di riferimento nel momento in cui viene segnalato un incendio in prossimità della rete stradale e autostradale di nostra competenza e anche nei casi in cui si verificano incidenti particolarmente gravi. Anche questa estate gli interventi dei caschi rossi con le autocisterne, gli elicotteri e i Canadair sono stati tempestivi ed efficaci. Soprattutto davanti a roghi particolarmente pericolosi, il lavoro fatto insieme ai vigili del fuoco ci ha permesso di prevenire situazioni allarmanti e ci ha consentito un’efficace gestione del piano, garantendo agli automobilisti per tutta l’estate la piena fruibilità della rete Anas (compresa la Salerno-Reggio Calabria) in condizioni di sicurezza. E adesso siamo già pronti, come ogni anno, al piano di emergenza neve. In caso di forti nevicate e condizioni meteo anomale, infatti, siamo ben contenti di avviare la produttiva azione sinergica con i vigili del fuoco, così come con la protezione civile e tutte le forze dell’ordine.
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sicurezza stradale
A
fronte di una domanda di trasporto in costante aumento, le politiche di intervento nel settore stradale non possono limitarsi alla sola costruzione di nuove infrastrutture. Occorre individuare interventi che consentano di sviluppare un sistema di trasporti moderno, ma al tempo stesso sostenibile, dal punto di vista economico, sociale ed ambientale. Che cosa ha fatto l’Anas, il gestore principale della rete stradale di interesse nazionale? Lo abbiamo chiesto all’ingegner Eleonora Cesolini, responsabile dell’unità ricerca e innovazione dell’Anas. Per i gestori di infrastrutture stradali lo sviluppo sostenibile si traduce in termini di efficienza costruttiva, strategie manutentive, maggiore sicurezza, riduzione dell’impatto ambientale, diminuzione degli oneri economici, a fronte di un incremento dei costi delle materie prime. Il perseguimento di questi obiettivi richiede l’individuazione di tecniche e tecnologie innovative in numerosi campi del settore dei trasporti, innovazione che non può prescindere da investimenti nella ricerca, strumento essenziale di sviluppo strategico. Il management dell’Anas per questo ha avviato una decisa e profonda trasformazione del modus operandi dell’azienda, nella direzione di un riconoscimento sempre maggiore del ruolo e del contributo che la ricerca e lo sviluppo possono fornire alle proprie attività, in controtendenza rispetto alla riduzione dei fondi per la ricerca che caratterizza quasi tutto il sistema produttivo italiano.
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Anas, all'avanguardia nella ricerca e nello sviluppo Il Centro sperimentale di Cesano, un polo strategico per le nuove infrastrutture viarie. Il traguardo, elevare la durata dei materiali di Michele di Grezia Per questo è stato creato un settore che si occupa di ricerca e innovazione? Sì, la creazione di una nuova unità “ricerca e innovazione” ha tradotto in azioni concre22te tale intendimento e l’assetto organizzativo scelto è stato quello di una struttura che, insieme ad altri importanti servizi, vede nel centro sperimentale stradale di Cesano un luogo ed un team di persone dotate delle migliori attrezzature all’avanguardia e di elevatissime professionalità, e impegnate nella ricerca e nella sperimentazione di nuovi materiali, di nuove soluzioni tecniche e tecnologiche, al servizio della realizzazione di nuove infrastrutture e alla gestione di quelle esistenti.
In quali ambiti opera la nuova unità? Gli ambiti sono quelli delle pavimentazioni, delle opere d’arte stradali, della segnaletica, dei dispositivi di protezione e, più in generale, della sicurezza e della salvaguardia dell’ambiente. Gli obiettivi sono quelli di ricercare soluzioni avanzate al minimo costo globale, di indicare soluzioni ottimali anche ai settori delle nuove costruzioni, e di contribuire alla messa a punto di normative, assicurando presenza e ruolo nei tavoli decisionali, a conferma della propria funzione di leadership. A Cesano avete il vostro quartier generale? Certo, il CSS, centro sperimentale stradale di Cesano, si oc-
cupa storicamente di controlli sui materiali da costruzione, in particolare quelli impiegati in campo stradale. Le esperienze acquisite nel tempo, le moderne attrezzature in dotazione e gli evoluti sistemi informatici utilizzati consentono al centro di essere riconosciuto pubblicamente come un polo di riferimento per qualificati servizi di consulenza e per la realizzazione di prove sperimentali. Il CSS costituisce un centro di riferimento scientifico e tecnico a livello nazionale per tutte le attività concernenti la costruzione e la manutenzione delle infrastrutture viarie, ed è il soggetto certificatore del rispetto delle norme tecniche e dei criteri di qualità nella realizzazione dei nuovi intervenobiettivo sicurezza
Nella foto a sinistra, un tecnico al lavoro nel laboratorio del centro sperimentale stradale di Cesano. Qui sotto, Eleonora Cesolini, responsabile dell'Unità Ricerca e Innovazione dell'Anas. Nella foto in basso a destra, il centro di Cesano
ti, polo di studio e ricerca di soluzioni possibili e innovative, con accresciuta sensibilità ai temi centrali dell’ambiente e della sicurezza. La vostra missione è aumentare la durata e la qualità dei materiali. Il centro sperimentale stradale intende ottimizzare i processi di costruzione e manutenzione della rete stradale attraverso una serie di studi e sperimentazioni focalizzate su alcuni temi specifici di particolare rilevanza, quali le linee guida, in cui sono indicate le tecniche consolidate attualmente in uso per il reimpiego massimale dei materiali, supportate da metodologie di controllo rapide e funzionali ad alto rendimento. Abbiamo sviluppato studi sulla fatica (principale causa di degrado delle pavimentazioni) e abbiamo ricercato la definizione di indicatori ed indici strutturali da rilevare con tecniche ad alto rendimento per ottimizzare, economicamente e tecnicamente, tipologie, combinazioni di materiali e spessori che sono decisivi per la durata delle infrastrutture stradali. E quali servizi fornisce attualmente il centro di Cesano? Il centro fornisce un’ampia gamma di servizi nel settore della valutazione dello stato delle sovrastrutture stradali, finalizzata agli interventi di manutenzione, come il monitoraggio, mediante apparecchiature ad alto rendimento, degli indicatori prestazionali di portanza, aderenza e regolarità; la progettazione di dettaglio; lo studio e la ricerca di soluzioni tecniche innovative. Quali sono gli obiettivi che vi siete posti al Centro obiettivo sicurezza
sperimentale di Cesano? In continuità con la propria missione il CSS, nell’ambito della nuova direzione ricerca e innovazione, è impegnato in un processo di profonda trasformazione del proprio ruolo che, oltre quello di certificatore, si concretizza in strumento operativo a servizio dell’Anas per l’indirizzo e orientamento delle scelte, attraverso la valutazione, lo studio e la ricerca di soluzioni possibili e innovative, con accresciuta sensibilità ai temi centrali della protezione dell’ambiente stradale e della sicurezza attiva e passiva delle infrastrutture viarie. Gli obiettivi sono orientati alla ricerca operativa di soluzioni innovative, ottimizzate in termini di minimo costo globale (esecuzione e mantenimento), di provata efficacia, parallelamente alla messa a punto di nuove normative di riferimento, volte a migliorare la qualità nelle lavorazioni e l’efficienza dei relativi controlli. C’è spirito di collaborazione con il mondo scientifico? Certamente, i rapporti di collaborazione scientifica con i più prestigiosi istituti universitari italiani e con altri laboratori valorizzano la presenza e il ruolo dell’Anas nei diversi settori, e stimolano
la ricerca applicata verso gli ambiti maggiormente sensibili e strategici per l’azienda. Può anticiparci un progetto che avete portato a termine? Il centro sperimentale ha progettato, realizzato e verificato con appositi crash test in scala reale che la rendono utilizzabile, una barriera stradale di proprietà dell’Anas. Si tratta di un bordo laterale, classe di resistenza H2, il tipo più diffuso sulla rete nazionale, progettato per migliorare il livello di sicurezza passiva dei trasportati sui veicoli leggeri, contenendo parimenti i carichi più pesanti con spazi di funzionamento contenuti; il progetto ha curato anche la salvezza degli utenti della strada più “deboli”, come i motociclisti. Importanti passi in avanti sono stati compiuti anche nello studio della fatica dei conglomerati bituminosi per uso stradale, con la messa a punto di attrezzature di laboratorio innovative, espressamente rivolte alla verifica di tale requisito con prove rapide e facilmente eseguibili. Elevare la durata dei materiali in opera costituisce, infatti, il miglior modo per migliorare la qualità delle infrastrutture e ridurre i costi di manutenzione.
IL CENTRO SPERIMENTALE DI CESANO Costituito nel 1962, il centro sperimentale stradale è stato poi incluso nell’elenco dei laboratori ufficiali dello Stato, con il compito di “provvedere alla ricerca, alle prove di laboratorio ed agli studi nel campo stradale”. Tale ruolo risulta peraltro confermato ed ampliato nella legge 1086 del 5 novembre 1971, dove all’art. 20, si riconosce il centro come laboratorio ufficiale per l’esecuzione di prove su “opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica”, di fatto estendendo il riconoscimento di ufficialità e delle caratteristiche di pubblica utilità oltre l’ambito strettamente stradale. Anche lo statuto dell’Anas Spa, approvato dall’assemblea straordinaria degli azionisti il 2 agosto 2005, all’art. 2 stabilisce che fra le attività espletate dalla società vi sia l’effettuazione di “studi, ricerche e sperimentazioni in materia di viabilità, traffico e circolazione”.
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sicurezza stradale l'intervista
F
a la spola in continuazione tra Roma, Bruxelles e le altre capitali europee. Antonio Tajani, da più di sei mesi, guida la politica europea dei Trasporti. In tutto questo tempo non si è risparmiato, tra dossier scottanti, come quello riguardante l’Alitalia o l’Alta velocità. Un ruolo impegnativo per Taiani, 55 anni, romano, da quindici anni parlamentare europeo, vicepresidente del Ppe. "La mia vera priorità è la sicurezza per i cittadini e i passeggeri in tutti i sistemi di trasporto", assicura il Commissario Ue ai Trasporti a 'Obiettivo Sicurezza’. "Per innalzare gli standard di sicurezza e ridurre il numero delle vittime, soprattutto sulle strade, non bastano buone norme. Ci vuole una cultura della sicurezza e della prevenzione e soprattutto la collaborazioni degli uomini e delle donne che contribuiscono in tutti i Paesi dell’Unione europea a salvaguardare l’incolumità dei cittadini. Non a caso, i vigili del fuoco sono insie-
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europa
Le attività di prevenzione e soccorso dei vigili del fuoco: un lavoro insostituibile di Gennaro Tornatore
Una sola priorità: sistemi di trasporto
più sicuri obiettivo sicurezza
Nella foto a sinistra, Antonio Tajani Sotto, la Commissione Europea
me alla polizia stradale e al campione del mondo di Formula Uno Kimi Raikkonen i testimonial della campagna della commissione europea per la sicurezza stradale". Tajani elogia il lavoro fatto finora dal Corpo nazionale. ‘’Sono grato a tutte le componenti dei vigili del fuoco per l’attività di prevenzione e soccorso che svolgono sulle strade, negli aeroporti e nei porti. Un lavoro insostituibile, svolto sempre in silenzio e con abnegazione, grazie al quale ogni anno si salvano molte vite umane’’. I tecnici dei VV.F. lavoreranno insieme ai tecnici del Ministero dei Trasporti per la valutazione della sicurezza delle gallerie della rete transeuropea. Non pensa che questo possa effettuarsi anche sulla rete ordinaria e autostradale? La sicurezza delle gallerie e delle strade transeuropee è disciplinata da due direttive: la direttiva relativa ai requisiti minimi di sicurezza per le gallerie della rete stradale transeuropea, detta "direttiva gallerie", e la "direttiva infrastrutture", che riguarda la gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali e che sarà applicabile a partire dall'ottobre 2011. La "direttiva gallerie" fa seguito a molti gravi incidenti, in particolare quelli del Monte Bianco, del Gottardo e del Tauern, e gli Stati membri dispongono di diversi anni per eseguire i lavori di messa a norma. La "direttiva gallerie" prevede che gli Stati membri designino una o più "autorità amministrative" incaricate di controllare che tutti i requisiti di sicurezza di una galleria siano rispettati e conformi alla direttiva. La "direttiva infrastrutture" prevede la designazione di un controllore abilitato nella fase di concessione del progetto, e la designazione di un organo competente incaricato dell'ispezione regolare della rete in funzionamento. La normativa europea stabilisce i requisiti minimi per ciascuna delle entità in questione, ma la loro designazione è di competenza unicamente degli Stati membri; la Commissione non interviene in merito. Quali iniziative sta assicurando l’Unione Europea per l’autostrada del mare che porterebbe alla diminuzione del traffico e quindi degli incidenti oltre a favorire l’ambiente? Nell'ambito del programma di reti transeuropee per i trasporti, l'UE ha definito obiettivo sicurezza
quattro progetti europei di autostrade del Mare: aa le autostrade del Mar Baltico; aa le autostrade del Mare dell'Europa occidentale che interessano il Mare del Nord, il Mar d'Irlanda e l'Atlantico; aa le autostrade del Mar Mediterraneo occidentale; aa e le autostrade del Mar Mediterraneo orientale estese fino al Mar Nero. Nell'ambito di tali piani, i consorzi di operatori pubblici e privati sono invitati a mettere a punto progetti concreti ed economicamente validi di Autostrade del Mare. Tali progetti possono essere cofinanziati me-
"Per ridurre incidenti e vittime, le sole norme non bastano. Serve una vera cultura della sicurezza e della prevenzione "
diante vari programmi UE, in particolare il programma Marco Polo II. Attualmente un progetto concreto di Autostrade del Mare, quello relativo al collegamento fra Zeebrugge (Belgio) e Bilbao (Spagna), è stato cofinanziato dal programma Marco Polo. La Commissione sta inoltre mettendo a punto ulteriori misure intese ad incentivare lo sviluppo delle Autostrade del Mare, fra le quali il sostegno al trasporto marittimo a corto raggio ed ai centri di promozione del
trasporto intermodale, l'iniziativa riguardante lo spazio marittimo senza frontiere. Tutte queste misure dovrebbero contribuire a rendere operativo il nucleo delle Autostrade del mare entro il 2010. TRASPORTO MERCI PERICOLOSE
Il programma “Marco Polo 1 e 2” mira a decongestionare il traffico su gomma privilegiando i progetti che prevedono l’uso di modalità alternative come porti, ferrovie e navigazioni interne. Perché non sono state inserite misure per adeguare a queste nuove modalità di trasporto i servizi di sicurezza da parte
dei vigili del fuoco e della polizia? Il programma Marco Polo è uno strumento molto specifico della politica comunitaria per i trasporti inteso a decongestionare il traffico stradale per ottenere, in Europa, un sistema di trasporti più sostenibile. Il programma è attuato tramite misure di sostegno destinate a limitare il trasporto merci su strada e a favorire il passaggio ad altre modalità di trasporto più compatibili con l'ambiente. Per questo motivo, le misure vengono finanziate unicamente in base al trasferimento modale o alla prevenzione del traffico. Introducendo ulteriori criteri per l'assegnazione dei finanziamenti, gli obiettivi specifici del programma risulterebbero alterati e meno chiari. Cosa pensa della possibilità di far effettuare ad un corpo tecnico dei VV.F. italiani il controllo dei vettori di merci pericolose al fine di controllare e verificare il rispetto delle normative tecniche vigenti?
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Nella foto, il viadotto Millau sul fiume Tarn, in Francia.
L'Unione europea ha adottato norme relative ai controlli stradali effettuati sui veicoli che trasportano merci pericolose. Le norme, tuttavia, non indicano da chi debbano essere svolti tali controlli e negli Stati membri le misure di attuazione variano in base al contesto giuridico e amministrativo. La scelta delle modalità di attuazione avviene pertanto a livello nazionale o persino regionale, individuando il sistema più efficace e opportuno. Nell'organizzazione pratica dei controlli si dovrebbe tenere conto delle difficoltà che questi comportano. Il personale addetto ai controlli necessita di formazione teorica e pratica adeguata, compresi periodici corsi di aggiornamento, e dovrebbe svolgere i controlli con frequenza per conservare le abilità acquisite. La vera sfida consiste nel far coincidere queste necessità tecniche ed organizzative con i vincoli amministrativi e di bilancio. Ciò premesso mi sembrerebbe opportuno coinvolgere i vigili del fuoco nei controlli del rispetto delle norme tecniche, considerando che sono gli unici in grado di intervenire in caso di incidente, ad esempio per travasare il contenuto delle autocisterne e/o ferrocisterne. Il personale preparato ad intervenire su vettori incidentati è sicuramente il più idoneo per effettuare la verifica dei dispositivi installati, e potrebbe sicuramente formare e verificare la preparazione degli autisti che trasportano merci pericolose. Sulle strada, in attesa di adeguare il codice della strada, si potrebbe immaginare da subito un controllo congiunto delle forze di polizia con il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco specializzato nel settore NBCR. I vigili del fuoco sono pronti e preparati per effettuare e gestire i controlli su possibili transiti di materiali radioattivi illegali e verificare quelli legali alle frontiere e nei porti (dove sono già in parte installati i portali). Ci sono in corso progetti europei che tengono conto delle caratteristiche geografiche del nostro paese che possono favorire e incentivare con finanziamenti ad hoc questo tipo di controlli e verifiche da parte dei VVF? Attualmente non esiste un programma comunitario per il finanziamento dei rivelatori portatili di radiazioni all'interno dell'UE. Il programma PHARE/Tacis,
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"Sarebbe opportuno coinvolgere i vigili del fuoco nei controlli sulla rete stradale. In molti casi sono gli unici in grado di intervenire" prima, e ora lo strumento per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare riguardano unicamente i paesi terzi. È auspicabile che nel medio termine venga creato un centro europeo di formazione nel quadro della task force, un programma europeo volto ad individuare le azioni concrete necessarie per migliorare il rilevamento e la valutazione delle sostanze radioattive pericolose per gli esseri umani, gli animali e i vegetali. La Commissione potrebbe pertanto proporre un pacchetto di misure nel 2009. Considerata l’esperienza che hanno accumulato i vigili del fuoco italiani, mi sembra opportuno coinvolgerli nel centro europeo di formazione. La direttiva
HASS, tuttavia, impone agli Stati membri di incoraggiare l'introduzione di sistemi diretti al rilevamento di sorgenti orfane in luoghi come i grandi depositi di rottami e gli impianti di riciclaggio dei rottami metallici, in cui è in genere possibile che le sorgenti orfane vengano rinvenute, ove opportuno, lungo i principali snodi di transito, quali le dogane. In tale ottica si potrebbe pensare di potenziare la rete automatica di rilevamento del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, incrementando e potenziando le stazioni di misura ad esempio aggiungendo altre sonde e stazioni negli snodi di transito. Ricollegandoci alla risposta precedente, i vigili del fuoco potrebbero essere coinvolti anche in controlli sulla rete stradale con le squadre speciali N/R che hanno già in servizio. Quali sono le campagne di comunicazione in corso per la sicurezza stradale e quale ruolo potrebbero svolgere i vigili del fuoco, che quotidianamente prestano la loro opera di soccorso sulla rete stradale della penisola? Le campagne d'informazione e di sensibilizzazione alla sicurezza stradale sono obiettivo sicurezza
chi è antonio tajani impaginazione da rifinire meglio
numerose. Negli Stati membri, si possono organizzare a livello nazionale, regionale, o persino comunale. Il progetto di ricerca CAST ("campaigns & awareness raising strategies in traffic safety" campagne e strategie di sensibilizzazione alla sicurezza nel traffico stradale), finanziato dalla Commissione europea, ha il compito di definire le "buone pratiche" in materia di campagne d'informazione e di sensibilizzazione alla sicurezza stradale. Tale programma ha individuato ed esaminato più di duecento campagne del genere in questi ultimi anni: i risultati del CAST saranno pubblicati nel gennaio 2009. Le campagne paneuropee, che fruiscono di un finanziamento diretto della Commissione europea, riguardano aspetti più specifici della sicurezza stradale, quali l'alcol al volante, l'uso della cintura di sicurezza e l'impiego dei dispositivi per i bambini. Le campagne della Croce Rossa destinate ai bambini e ai loro genitori e le campagne per la diffusione del dispositivo di controllo elettronico di stabilità (ESC) rientrano anch'esse nell'elenco delle campagne paneuropee. obiettivo sicurezza
Non ritiene che nel fine settimana o nei giorni di maggiore intensità del traffico sulla rete stradale e autostradale debbano essere presenti anche i Vigili del Fuoco, con opportuni presidi, per svolgere attività di prevenzione? Non esistono risposte comuni né criteri uniformi per l'Europa nel suo complesso. Spetta agli Stati membri e alle autorità locali stabilire il livello e la qualità dei servizi pubblici ritenuti adeguati in questo campo. La lotta antincendio e gli altri servizi di protezione civile sono strettamente legati ai rischi. Non si può prevedere in che misura questi servizi saranno necessari, ma questo non significa che è impossibile effettuare una programmazione. È possibile ed opportuno basarsi su tempi minimi di risposta necessari, analisi dei rischi e studi dei peggiori scenari possibili per stabilire i livelli di servizio richiesti. Per garantire che le risorse siano impiegate in modo efficace potrebbe essere necessario, tra le altre cose, studiare diversi accordi di cooperazione e sistemi di servizio flessibile. Indipendentemente dalle disposizioni organizzative, ai cittadini devono essere garantiti in qualunque momento, i servizi, secondo un livello minimo prestabilito.
Antonio Tajani è vicepresidente della Commissione Europea, responsabile per la politica dei trasporti. Dal 1994 al 2008, è stato Deputato al Parlamento Europeo dove ha partecipato ai lavori di diverse commissioni parlamentari (affari esteri, affari costituzionali, trasporti e turismo, pesca, sicurezza e difesa). Nel 1999 è eletto capo delegazione di Forza Italia al Parlamento Europeo e membro dell’ufficio di presidenza del gruppo del partito popolare europeo (democratici - cristiani) e dei Democratici Europei. Ha partecipato ai lavori della convenzione per il futuro dell’Europa che da febbraio 2002 a luglio 2003 ha elaborato il testo della Costituzione europea. Tra i firmatari dell’atto di fondazione di Forza Italia nel 1994, è stato portavoce del Presidente del Consiglio durante il primo Governo Berlusconi. Antonio Tajani, giornalista professionista, è stato: giornalista parlamentare, redattore de "Il settimanale", conduttore del Giornale Radio 1 Rai, responsabile della redazione romana de "Il Giornale" e inviato speciale in Libano, in Unione Sovietica e in Somalia. Ufficiale dell’aeronautica militare, ha superato il corso alla scuola di guerra aerea di Firenze dopo aver frequentato il corso di specializzazione per controllore della difesa aerea presso il centro tecnico addestrativo di Borgo Piave. Ha operato come controllore della difesa aerea e responsabile della sala operativa dove ha seguito il traffico aereo militare e civile italiano ed europeo. Si è laureato presso l’università La Sapienza di Roma in giurisprudenza.
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attualità
L'alcool
il killer della strada di Pierluigi Fortezza
L
a guida sotto l’influenza di alcool e droghe è un fenomeno piuttosto diffuso e causa di numerosi incidenti stradali, poiché le sostanze psicoattive, agendo sul sistema nervoso centrale, compromettono le capacità di guida. Tutte le sostanze d’abuso, dall’alcool all’eroina, dalla cocaina all’anfetamina e all’ecstasy, sono in grado di produrre sensazioni piacevoli o di ridurre quelle spiacevoli, di alleviare la tensione e l’ansia, di migliorare l’interazione sociale e il tono dell’umore. Gli effetti piacevoli ottenuti immediatamente dopo l’assunzione del farmaco sono tuttavia vanificati dai danni provocati nell’organismo nel corso di ripetute
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somministrazioni. L'organizzazione mondiale della sanità (OMS) classifica l'alcool fra le droghe. L’alcool è la causa del 30% circa di tutti gli incidenti stradali che ogni anno si verificano in Italia. Dei circa 170.000 incidenti registrati sulle strade italiane circa 50.000 sono attribuibili agli effetti di una elevata concentrazione di alcool (alcolemia) nell'organismo. Un uomo in buona salute di 70 chili di peso che ha consumato 2 bicchieri di vino ai pasti o 2 boccali di birra o 2 bicchierini di amaro o superalcolico o una combinazione, ad esempio, di un bicchiere di vino seguito da un bicchierino di amaro, raggiunge pressoché istantaneamente una concentrazione di alcool nel
sangue pari a 0,5 grammi/ litro. A tali livelli di alcolemia chi si pone alla guida di un autoveicolo o di una moto o di qualsiasi mezzo di locomozione va incontro ad una probabilità di causare un incidente stradale 5 volte superiore rispetto ad un individuo che non ha bevuto. Pur rappresentando una sostanza giuridicamente legale, l’alcool può dare dipendenza, oltre a causare patologie, traumi gravi, incidenti, turbe mentali e del comportamento. Come tutte le droghe, anche l'alcool ha un potere psicoattivo, è in grado cioè di modificare il funzionamento del cervello quindi di influenzare la capacità di attenzione, di concentrazione
ed i tempi di reazione agli stimoli. Quando si parla di alcool contenuto nelle bevande alcoliche ci si riferisce all’etanolo. Si tratta di una piccola molecola, estremamente solubile sia nell’acqua che nei lipidi. Grazie alle sue dimensioni ridotte, penetra facilmente fra i tessuti entrando nel flusso sanguigno piuttosto rapidamente e, attraverso di esso, in tutto l’organismo. La velocità di assorbimento dipende da vari fattori: aumenta se si è a stomaco vuoto, se si assumono bevande gassate, se le bevande sono ad alta gradazione e in caso di gastrite, mentre è più lento se si è a stomaco pieno, soprattutto se i cibi sono ad alto contenuto di grassi. I principali effetti sulla guida del consumo di alcolici sono: aa irragionevole sicurezza quando si è alla guida; aa impressione di essere minacciati o aggrediti da altri conducenti, senza che ciò sia vero; aa riduzione significativa delle capacità visive; aa reazioni molto lente in seguito alla percezione dei pericoli. Il rischio di incidente stradale aumenta in modo esponenziale all'aumentare della concentrazione di alcool etilico nel sangue (alcolemia) e diventa 11 volte superiore con un'alcolemia compresa tra 0,5 g/l e 0,9 g/l rispetto a condizioni di sobrietà. L’alcool è la causa di circa la metà degli 8.000 decessi conseguenti ad incidenti stradali, che rappresentano la prima causa di morte per gli uomini al di sotto dei 40 anni. obiettivo sicurezza
il punto
L
e statistiche, di volta in volta, rivelano situazioni sempre più deteriorate. Dalle ultime inchieste sociologiche risulta che l’undici per cento dei ragazzi che hanno appena compiuto i 15 anni bevono regolarmente alcolici. Anche gli adolescenti hanno dichiarato che “almeno una volta”, dopo serate trascorse con gli amici, sono rientrati ubriachi. Qualche volta agli effetti delle bevande forti si aggiungono quelli delle droghe concentrate nelle pasticche che le diavolerie chimiche riescono a comporre. I risultati sono devastanti. Medici e psicologi sottolineano i danni celebrali prodotti in un organismo messo continuamente sotto stress da sostanze “pesanti” e pericolose ma la vera tragedia di questi nuovi costumi sta sui giornali del lunedì mattina, costretti a registrare incidenti stradali con vittime sempre più numerose e sempre più giovani. Le auto accartocciate testimoniano di velocità assolutamente spropositate. I guard-rail divelti, i muri sbriciolati, gli alberi sul ciglio delle strade e si segni dell’incidente sull’asfalto raccontano che – il più delle volte - il conducente della vettura non ha nemmeno tentato di frenare ed è arrivato come una bomba addosso agli ostacoli. L’alcool e la droga costituiscono un cocktail assolutamente pericoloso perché elimina le barriere inibitorie, toglie il senso della proporzione, annulla l’istinto del pericolo e crea uno stato di alterazione
N
on che non si sia fatto nulla per tamponare un fenomeno preoccupante. I luoghi di ritrovo dei giovani sono state sensibilizzati in modo che venissero controllati i clienti più a rischio. I locali più attrezzati hanno messo a disposizione della stanze di relax in modo da creare una speobiettivo sicurezza
Con la droga è un cocktail che brucia i più giovani
cie di camera di compensazione fra l’eccitazione del periodo del divertimento e la normalità che doveva seguire alla guida dell’auto. La polizia e i vigili urbani hanno istituito dei posti di blocco, circondando e quasi “assediando” alcune discoteche più frequentate per controllare i giovani al volante ma i numeri sproporzionati non potevano consentire un filtro capillare. Per ogni uomo in divisa in servizio c’erano migliaia di ragazzi. I controlli, pur significativi, hanno finito per ridursi alla ricerca del classico ago nel pagliaio. In questo tentativo di pescare nel mucchio, tanti sono stati fermati e a tanti è stata ritirata la patente: il che ha significato nella maggior parte dei casi salvare loro la vita. Tuttavia tanti ubriachi fradici sono
di lorenzo del boca*
riusciti a passare nelle maglie dei posti di blocco con esiti disastrosi. La bravata di poche ore è costata lacrime e sangue dei giovani protagonisti, delle loro famiglie, dei parenti e degli amici. I quali, tuttavia, hanno imparato la lezione dall’incidente dei compagni? Resta da comprendere come mai la “moda” di bere “forte” sia diventata un costume e un’abitudine. Fino a qualche decina di anni fa, l’alcolismo cronico e diffuso era appannaggio degli emarginati e dei disperati. Si beveva per dimenticare la delusione, la frustrazione, il fallimento anche personale. I bevitori erano a stragrande maggioranza dalla mezza età in avanti, spesso mendicanti, senza fissa dimora e, qualche volta, senza un tetto sopra la testa. Povera gente con una quantità di problemi sulle spalle e prospettive ridotte alla sopravvivenza alla meno peggio. Ma come potrebbe adattarsi un identikit del genere alla gioventù di oggi: sana, robusta, ben nutrita, appagata? Apparentemente felice?
C
he cosa devono dimenticare ragazzi che hanno tutto – o quasi – dai jeans firmati come le riviste patinate comandano, alle vacanze esotiche quando viene il tempo del solleone? La sociologia si interroga per ora senza risposte tanto sembra contraddittorio il sistema di valori di generazioni contigue nel tempo (padri e figli) ma, evidentemente, lontane anni luce per quanto concerne lo stile di vita. E intanto si muore, all’alba - con la faccia nella terra, trascinati sull’asfalto, schiacciati dalle lamiere - quando per la gente normale si avvicina il momento di svegliarsi e i ragazzi sono ancora in giro perché, per loro, non è ancora arrivato il momento di andare a coricarsi per riposare. *Presidente Ordine dei giornalisti
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aeroportuali
Vigili del fuoco in pista tra decolli e atterraggi
Professionisti dell’emergenza, continuamente addestrati per essere pronti ad intervenire entro due minuti in caso di incidente aereo, è a loro che si deve il salvataggio di tanti passeggeri di Lamberto Calabria
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ualsiasi attività svolta dall’uomo ha sempre un margine di rischio e pertanto non può essere considerata sicura al 100%. L’attività aerea rientra tra queste e, pur garantendo una sicurezza elevatissima sia per la tecnologia degli aeromobili sia per la grandissima preparazione e professionalità dei piloti, presenta due momenti delicati dove il coefficiente di rischio s’incrementa. Essi sono il decollo e l’atterraggio; in queste fasi, infatti, improvvise avarie di parti meccaniche degli aeromobili o fattori esterni possono generare eventi immediati, anche catastrofici. In ogni aeroporto aperto al traffico aereo commerciale ci sono però degli “angeli custodi” che provvedono a salvaguardare la vita delle persone che vo-
lano: sono le persone che controllano l’aereo in movimento, ne spiano il rumore dei motori e sono vicine a dei mezzi che attirano l’attenzione, perché fuori dall’ordinario. Sono inconfondibili in tutto il mondo, sebbene le colorazioni delle divise e dei veicoli siano diverse. E’ su di loro che i piloti, il personale di bordo ed i passeggeri confidano, vedendoli come unici salvatori, nel caso in cui qualcosa non andasse per il verso giusto. C’è da rilevare che in molti incidenti avvenuti nel mondo - per fortuna in Italia sono rarissimi - questi “angeli” hanno salvato molte vite umane. Le statistiche indicano in maniera chiara che, nella maggior parte degli incidenti avvenuti in ambito aeroportuale, comprendendo tra questi anche quelli catastrofici, un’elevaobiettivo sicurezza
Nelle foto, vigili aeroportuali durante un intervento all'aeroporto di Ciampino di Roma
ta percentuale di passeggeri, che si avvicina al 50%, è stata salvata proprio da loro: i vigili del fuoco aeroportuali. Possono appartenere ad organizzazioni private o statali, ma un fattore li contraddistingue: hanno tutti lo stesso scopo e la medesima preparazione. Ciò spiega perché l’attività aerea ha carattere internazionale e pertanto la sicurezza e la salvaguardia della vita umana deve essere uguale in qualsiasi parte della Terra. Severe ispezioni effettuate dall’organismo internazionale (ICAO), branca dell’ONU, sono volte a verificare che tutte le organizzazioni garantiscano il medesimo fattore sicurezza. Con una punta d’orgoglio è possibile af-
fermare che un’ispezione effettuata in Italia nel 2006 presso l’aeroporto di Fiumicino ha suscitato il vivo apprezzamento dei componenti della commissione internazionale, sia per l’organizzazione sia per l’efficienza dei nostri vigili aeroportuali. La nostra organizzazione è distribuita su 38 aeroporti aperti al traffico aereo nazionale ed internazionale ed ha un organico di circa 3.000 unità, suddiviso in quattro turni di servizio. L’esperienza da me acquisita nel corso degli anni ed i rapporti intrattenuti a livello internazionale, in qualità di rappresentante ICAO per l’Italia, nel campo dell’antincendio aeroportuale, mi consentono di affermare che il personale effettivo in servizio giornalmente negli aeroporti è numericamente uguale a quello presente nel resto del mondo, a parte un’unità in più o in meno a seconda del tipo d’aeroporto, per una diversa impostazione culturale dell’attività di soccorso. una formazione superiore
Inoltre il vigile del fuoco aeroportuale, sebbene non sia identificato come personale specialista, è sottoposto ad una preparazione superiore rispetto a quella svolta dagli altri colleghi. Infatti, quando interviene, oltre ad espletare un servizio su cui sono puntati i riflettori di tutto il mondo, al vigile del fuoco aeroportuale sono richiesti dei tempi d’intervento immediati, di due od al massimo tre minuti. Oltre tale tempo il vigile del fuoco aeroportuale è accusato di ritardato intervento, con le conseguenze penali che ciò comporta, soprattutto se vi sono obiettivo sicurezza
li di diversa tipologia a disposizione, per acquisire tutte quelle conoscenze necessarie per la conduzione rapida, a garanzia dell’efficacia d’intervento. E’ indispensabile porre l’accento sul fatto che i mezzi antincendio negli aeroporti sono diversi da quelli ordinari, per le prestazioni meccaniche: i veicoli hanno una massa totale a terra superiore alle 40 tonnellate ed un baricentro di oltre 1,5 metri, accelerazioni da 0- 80 Km/h di 23 –25 sec. e velocità superiori ai 110Km/h. A tutti gli effetti possono essere paragonati, con i dovuti limiti di massa e d’ingombro, alle Ferrari.
delle vittime che si sarebbero potute salvare se l’intervento fosse rientrato nei tempi previsti. Si parla di ritardato intervento giacché lo stesso, oltre la tempistica indicata dalle leggi dell’organizzazione internazionale dell’aviazione civile e da quelle italiane, risulterebbe totalmente inutile per la vita degli occupanti di un aeromobile. Il calore ed i gas venefici prodotti dell’incendio, all’interno della fusoliera, ed il cedimento delle strutture del velivolo, dopo i tre minuti, renderebbero vano ogni sforzo di salvamento. Al vigile del fuoco aeroportuale, pertanto, è richiesto di essere sempre pronto ad intervenire, attraverso un quotidiano e continuo addestramento, nell’attesa di un evento che si spera non avvenga mai, ma che le statistiche non escludono in nessun aeroporto. L’attività quotidiana normalmente si
Per questo è necessaria freddezza e destrezza di guida durante un evento incidentale in cui il coinvolgimento emotivo assume un ruolo importante. Per l’operatività antincen-
svolge in aula, studiando i vari velivoli che operano sull’aeroporto, le particolarità degli stessi, la toponomastica e l’orografia interna ed esterna all’aeroporto - infatti, un incidente può avvenire anche nelle immediate vicinanze dell’aeroporto - le procedure e tecniche d’intervento, con particolare attenzione alle comunicazioni che devono intercorrere tra i vari soggetti che intervengono in caso d’incidente. Quest’ultimo aspetto è stato evidenziato nell’incidente di Linate dell’ottobre 2001, dove la commissione d’inchiesta, se da un lato ha evidenziato l’efficienza dell’organizzazione, dall’altro ha rilevato una carenza nella correttezza delle comunicazioni. Durante il giorno l’addestramento continua all’esterno con lo studio e l’esercitazione alla guida dei veico-
dio dei veicoli c’è da rilevare che questi hanno elevate caratteristiche tecnologiche, essendo dotati di computer di bordo, che permettono da una parte di effettuare rapidamente le operazioni di spegnimento, ma che richiedono dall’altra un notevole e continuo allenamento per acquisire l’occhio a quegli automatismi necessari affinché non vada perduta “una goccia” d’agente estinguente, elemento indispensabile per svolgere in tempi brevi un efficace intervento di soccorso. E’ opportuno sottolineare che ogni secondo sono erogati dai 75 ai 90 litri di agente estinguente e che in due minuti e mezzo si rimane a secco. Tra le altre attività del vigile del fuoco aeroportuale ci sono la manutenzione dei veicoli e le piccole riparazioni, nonché le ispezioni di “safety” all’interno dell’aerostazione.
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aeroportuali
I
l veicolo nasce da uno studio promosso dal dipartimento dei vigili del fuoco, in particolare dall’area soccorso aeroportuale della direzione centrale per l’emergenza, che ha redatto le specifiche tecniche, e dalla collaborazione tra la società BAI Brescia antincendi international srl e la Oshkosh corporation, azienda americana leader nel settore, che lo hanno realizzato. Il veicolo, rispettando sia i protocolli ICAO (international civil aviation organization) che le norme americane NFPA (nation fire protection association), sarà commercializzato in tutto il mondo, tant’è che viene definito “new global ARFF” ovvero: “nuovo veicolo antincendio aeroportuale globale”. Allestito su telaio Oshkosh, è dotato di tre assi di cui il terzo sterzante per migliorare il diametro di curvatura e ridurre il consumo dei pneumatici, possiede sospensioni completamente indipendenti su tutte le ruote che garantiscono una guida veloce e sicura sia su strada che fuoristrada e assicurano comfort in marcia e grande stabilità nella sterzata, ha trazione integrale, cambio automatico, motore caterpillar da 700 CV, omologato secondo gli standard di emissione EURO3.
La particolarità dell’automezzo, nella versione acquistata dall’area soccorso aeroportuale, è quella di possedere un braccio elevabile dotato di punta perforante che consente l’erogazione dell’agente estinguente direttamente all’interno della fusoliera di un aeromobile incidentato, migliorando così le condizioni di sopravvivenza degli occupanti il velivolo, nonché facilitando l’intervento dei vigili del fuoco.
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E’ nato "New Global ARFF", il veicolo aeroportuale del III millennio che coniuga la tecnologia meccanica e antincendio americana con l’allestimento ed il design italiano di Raffaella Pezzimenti
Il massimo delle prestazioni nel soccorso in aeroporto obiettivo sicurezza
Nella foto a sinistra, il nuovo mezzo. Nel tondo, particolare delle telecamere che permettono di 'vedere' e operare anche in ambienti pieni di fumo. Sotto, le lance antincendio in azione dimostrativa
Si tratta di un’assoluta novità nel settore antincendio aeroportuale italiano, che dal mese di novembre dispone del primo veicolo, assegnato al distaccamento aeroportuale di Fiumicino, con la prospettiva di estendere le assegnazioni ad altri aeroporti, man mano che i lotti di fornitura saranno consegnati. Il braccio estensibile (SNOZZLE), posizionato sulla parte superiore della furgonatura, garantisce grande stabilità oltre che una ottimale distribuzione del peso. Il braccio, dotato di comando automatico di movimentazione, raggiunge una elevazione dal suolo di circa 19 m ed una elongazione orizzontale di circa 10 m. Sulla sommità del braccio è posizionata una lancia ausiliaria indipendente con ugelli e punta perforante d’acciaio che provvede alla funzione di penetrazione telecomandata. Tale lancia può forare agevolmente la fusoliera degli aeromobili che normalmente operano sulle strutture aeroportuali. Sullo stesso braccio estensibile sono presenti anche due monitori ed una telecamera. Dal punto di vista antincendio, il veicolo dispone di 10.000 lt di acqua e 1.890 lt di liquido schiumogeno. L’erogazione degli agenti estinguenti (acqua/schiuma) avviene attraverso: 1. il monitore principale (portata: 5.600 l/min. – gittata: 85 m); 2. il monitore secondario (portata: 1.900 l/min. – gittata: 60 m); 3. la lancia ausiliaria con ugello perforante (portata: 950 l/min.); 4. il bumper monitor (portata: 950 l/min. – gittata: 47 m); 5. il naspo (portata: 250 l/min. – gittata: 47 m). L’automezzo dispone, inoltre, di un adeguato sistema di autoprotezione contro il calore radiante per la cabina di guida, i pneumatici anteriori e la parte sottostante del veicolo.
veicolo. L’immagine viene visualizzata direttamente in cabina, su un display dedicato; è presente, inoltre, un radar di prossimità che segnala acusticamente la presenza di ostacoli e la loro distanza. Per fornire supporto al conducente in caso di condizioni di guida con scarsa visibilità (oscurità, fumo, nebbia), è presente una telecamera a raggi infrarossi posizionata in prossimità del monitore. Anche in questo caso l’immagine viene visualizzata sul display in cabina. La gestione dell’automezzo è assicurata da un sistema automatico di comando e controllo, con comandi posizionati su un pannello all’interno della cabina di guida, facilmente utilizzabili sia dall’autista che dall’operatore. Il sistema comprende: aa un pannello elettronico tipo “touch screen”, con autoregolazione della luminosità del display in base all’intensità della luce esterna. Il sistema touch screen, di facile ed immediata comprensione, è composto da varie schermate ed ogni comando è attivabile mediante la pressione dell’icona dedicata. La schermata principale esegue il check del sistema e segnala le eventuali anomalie, fornendo anche consigli pratici
per la risoluzione del problema. La schermata “fire fighting” consente il comando ed il controllo di tutte le funzioni antincendio, segnala il livello dei serbatoi e visualizza lo schema idrico. Ulteriori schermate forniscono la diagnostica della parte meccanica, attraverso opportuni sensori di rilevazione e la gestione della manutenzione preventiva con l’indicazione delle operazioni da effettuare; aa joystick e comandi per il controllo delle funzioni del braccio estensibile e dei dispositivi di erogazione; aa in caso di avaria del sistema elettronico, la funzionalità del veicolo è garantita da un impianto di ridondanza che consente di intervenire meccanicamente sui singoli comandi in maniera alternativa. Un’ulteriore novità è rappresentata dalla progettazione di vani posteriori dedicati alle manutenzioni del veicolo. Da tali postazioni, agevolmente accessibili, è possibile eseguire con facilità, tutte le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché verificare, rabboccare o sostituire i liquidi lubrificanti e refrigeranti, riducendo così i tempi ed i costi degli interventi.
La cabina di guida offre una linea moder-
na ed aerodinamica, è realizzata in vetroresina speciale con alta resistenza all’infiammabilità e prevede, al suo interno, n.2 sedili anteriori per l’autista e l’operatore e n.2 sedili posteriori. Il comfort e la sicurezza dell’equipaggio è garantita da: visibilità eccellente attraverso ampie superfici a cristallo anteriori, laterali e superiori, sedili regolabili in funzione del peso dell’operatore, strumentazione chiara, completa ed efficacemente illuminata, rivestimenti interni fonoassorbenti, pavimenti antisdrucciolo. L’automezzo è dotato di un sistema di sorveglianza posteriore realizzato mediante una telecamera orientabile installata sul retro del obiettivo sicurezza
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tecnologie
Allo studio sistemi di sicurezza antincendio in ambienti privi di gravità. Da questi programmi di ricerca si attendono risultati che potrebbero essere utili anche nella prevenzione incendi quotidiana di Stefano Marsella
L'
incendio è uno degli eventi più pericolosi che si possano verificare durante una missione spaziale. Purtroppo, lo studio delle misure di prevenzione e di protezione è estremamente complesso. La difficoltà di modellare la combustione negli ambienti privi di gravità, infatti, reca diverse implicazioni che rendono impossibile utilizzare le simulazioni dell'incendio ordinarie. Lo studio delle strategia di sicurezza, quindi, è estremamente oneroso e impegna ingenti risorse che, come in tanti altri casi, ricadono sulla sicurezza generale sia perché aumentano il livello di conoscenza sulla materia specifica, sia perché portano allo sviluppo di tecnologie innovative. Perché è difficile affrontare il tema della sicurezza in ambienti privi di gravità? I motivi sono fondamentalmente due. In primo luogo, mentre nelle combustioni normali la forza di gravità porta i gas ed i fumi ad elevarsi verso l'alto (le masse calde di gas vanno verso l'alto, l'aria ed i gas freddi verso il basso), negli ambienti a gravità zero non esiste una direzione verso cui si propagano i gas più caldi. In sostanza, quindi, una fiamma, invece di avere il consueto aspetto allungato verso l'alto ha la forma di una sfera, con le conseguenti difficoltà di prevedere il sentiero del fumo e, quindi, di trovare la posizione più adatta dei rilevatori di fumo. Il secondo motivo di difficoltà è legato alla chimica dei prodotti
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Veicoli spaziali a prova d'incendio
Nella foto grande, il decollo dello Shuttle da Cape Canaveral A sinistra, particolare della navetta spaziale Sotto, schema dell'impianto antincendio all'interno della cabina di pilotaggio
della combustione. Mentre siamo in grado di conoscere esattamente quale sarà il gas e la dimensione del particolato prodotto dalla combustione in condizioni di gravità normale (i dati sono disponibili nella maggior parte dei casi, e qualora non lo siano, è facile svolgere sperimentazioni mirate), nessuno può prevedere cosa generano le combustioni in assenza di gravità. Le nostre capacità di previsione, infatti, non arrivano alla modellazione delle reazioni molecolari, e quindi non sono in grado di indicare come si comporterà una data sostanza in assenza di alcune delle forze che agiscono sulle molecole, come appunto la gravità. Esistono anche altri motivi di preoccupazione circa gli incendi che si possono verificare a bordo di un veicolo spaziale. Ad esempio, la mancanza di moti convettivi che si sviluppano dalle parti più calde rende più difficile lo scambio termico ed il raffreddamento dei componenti. La stessa causa favorisce la permanenza per tempi indefiniti di polvere all’interno delle custodie di apparati o di cablaggi. Messi insieme tutti questi aspetti, si comprende perché è difficile affrontare il problema: nelle navi spaziali il moto dell'aria è assicurato da sistemi di ventilazione che movimentano l'aria con velocità di pochi centimetri al secondo. Anche se si fosse in grado di installare dei rilevatori nei punti più significativi in relazione al percorso dei fumi dalle zone a maggior rischio di incendio, rimarrebbe il problema di quali rilevatori installare. Infatti, ogni rilevatore si presta a rilevare rapidamente solo alcuni prodotti della combustione (per esempio, particolato di una data dimensione media). Non essendo in grado di prevedere quali siano i prodotti della combustione, obiettivo sicurezza
però, non si può fare affidamento sulla rilevazione immediata dell'incendio, con delle importanti implicazioni sull'attività di spegnimento. Questa considerazione implica una ulteriore domanda: in caso di incendio, cosa possono fare gli astronauti? È bene ricordare che questa eventualità non è molto remota, in quanto si è già verificata durante la missione del
In ambienti privi di gravità le fiamme si espandono in tutte le direzioni, come una sfera, e le schiume convenzionali non aderiscono alle superfici febbraio 1997 a bordo del modulo Mir della stazione spaziale internazionale. In quell’occasione, l’incendio fu spento dopo circa 90 secondi dagli astronauti, usando uno degli estintori di bordo. Ma è proprio la gestione degli incendi che riserva delle sorprese. Infatti, nel caso l’incendio non sia spento subito, una delle misure
da adottare è estremamente drastica e riguarda la depressurizzazione dell’ambiente, fino a soglie compatibili con la presenza delle persone ma in grado di estinguere gli incendi. Sugli estinguenti da utilizzare, invece, non esiste ancora una totale convergenza. Continuano ad essere utilizzati l’Halon 1301 la CO2. In entrambi i casi si accetta una minore efficienza di estinzione in quanto tali sostanze possono essere eliminate dall’abitacolo con mezzi di bordo. Estinguenti a base d’acqua, come ad esempio una schiuma particolare che si attacca ai solidi (la schiuma convenzionale non aderirebbe alle superfici e sarebbe inutile), sono più efficienti ma richiedono molto tempo per essere rimossi dopo l’uso. Dall'esame di questi problemi sono scaturiti diversi programmi di ricerca, che interessano la sperimentazione della combustione che avviene in atmosfere a bassa gravità e gli estinguenti da utilizzare. Per la sicurezza antincendio della stazione spaziale Freedom, la Nasa sta sviluppando un sistema esperto finalizzato alla gestione della sicurezza, sia per interventi di soppressione automatici che per quelli in cui interviene l'equipaggio. Questo sistema utilizzerà dati relativi alla combustione dei materiali in assenza di gravità, alle caratteristiche di combustione all'interno di vani tecnici ed alle tecniche di rilevazione per mettere in condizione i progettisti di migliorare la qualità di decisione delle persone in condizioni critiche quali quelle di un incendio a bordo. Come è avvenuto per molte delle tecnologie di uso quotidiano, anche questo tipo di attività porterà, nel futuro, risultati sulla prevenzione incendi e sulla gestione della sicurezza delle attività con cui siamo abituati a trattare quotidianamente.
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osservatorio
Leggi, Decreti e altri Atti Normativi pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale GU n. 202 del 29 agosto 2008 - decreto 1 agosto 2008 (ministero delle Infrastrutture e Trasporti) Aggiornamento dell'appendice 1 al decreto ministeriale 22 luglio 1991, e successive modificazioni, recante norme di sicurezza per il trasporto marittimo alla rinfusa di carichi solidi Sommario: si tratta di un aggiornamento del decreto 22 luglio 1991 per introduzione le prescrizioni relative ai sottoprodotti della lavorazione dell’alluminio. SO n. 221 alla GU n. 219 del 18 settembre 2008 - decreto legislativo 28 luglio 2008, n. 145 Attuazione della direttiva 2006/121/CE, che modifica la direttiva 67/548/CEE concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative in materia di classificazione, imballaggio ed etichettatura delle sostanze pericolose, per adattarle al regolamento (CE) n. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH) e istituisce un'agenzia europea per le sostanze chimiche Sommario: il decreto è composto da 13 articoli ed un allegato in cui sono riportati i nuovi requisiti per la classificazione e l’etichettatura delle sostanze e dei preparati pericolosi (a modifica e parziale abrogazione del d.lgs. 3 febbraio 1997, n. 52). SO n. 227 alla GU n. 231 del 2 ottobre 2008 - decreto legislativo 11 settembre 2008, n. 152 Ulteriori disposizioni correttive e integrative del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163,
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recante il codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, a norma dell'articolo 25, comma 3, della legge 18 aprile 2005, n. 62 Sommario: si tratta del terzo decreto correttivo del codice degli appalti e reca alcune novità in materia di: project financing; gestione delle procedure di affidamento e controllo dei subappaltatori; subappalto (limite del 30%); offerte anomale (esclusione automatica solo per gare fino ad un milione di euro per i lavori e al di sotto dei 100.000 euro per i servizi e le forniture).
GU n. 232 del 3 ottobre 2008 - decreto 11 settembre 2008 (ministero dell’Interno) Modifiche ed integrazioni al decreto del ministro dell’Interno 24 maggio 2002, recante norme di prevenzione degli incendi e di progettazione, costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione stradale di gas naturale per autotrazione Sommario: il decreto introduce la possibilità di effettuare il rifornimento con modalità self-service anche negli impianti alimentati a gas naturale e disciplina le modalità di erogazione multiprodotto di carburanti liquidi e gassosi. GU n. 232 del 3 ottobre 2008 - decreto 23 settembre 2008 (ministero dell’Interno) Modifiche ed integrazioni all’allegato A decreto del Presidente della Repubblica 24 ottobre 2003, recante la disciplina per la sicurezza degli impianti di distribuzione stradale di GPL per autotrazione Sommario: il decreto estende le modalità di erogazione multiprodotto ai carburanti liquidi e gassosi. GU n. 243 del 16 ottobre 2008 – decreto 6 agosto 2008 (Presidenza del consiglio dei ministri) Autorizzazione ad assumere a tempo indeterminato, mediante procedure di stabilizzzione, personale dei vigili del fuoco in ferma prefissata e dell'Arma dei carabinieri, ai sensi dell'articolo 1, comma 526, della legge n. 296 del 2006 Sommario: il decreto autorizza all’assunzione di 541 unità di personale per le esigenze del CNVVF con decorrenza non anteriore al 1 luglio 2008.
GU n. 249 del 23 ottobre 2008 - decreto 18 settembre 2008, n. 163 (ministero dell’Interno) Regolamento recante la disciplina del concorso pubblico per l'accesso alla qualifica iniziale del ruolo dei vigili del fuoco, articolo 5, comma 7, del decreto legislativo 13 ottobre 2005, n. 217 Sommario: il regolamento disciplina le modalità di svolgimento del concorso pubblico per l’accesso al ruolo dei vigili del fuoco. I requisiti indispensabili per la partecipazione sono il possesso di un titolo di studio della scuola dell'obbligo; il limite di età 30 anni, senza alcuna elevazione; esclusivamente per gli iscritti da almeno un anno negli elenchi del personale volontario del CNVVF il limite di età è di 37 anni, senza alcuna elevazione; gli altri requisiti generali per la partecipazione ai pubblici concorsi per l'accesso ai pubblici impieghi.
GUUE Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea GU serie L n. 218 del 13 agosto 2008 Regolamento (CE) n. 765/2008 del parlamento europeo e del consiglio, del 9 luglio 2008, che pone norme in materia di accreditamento e vigilanza del mercato per quanto riguarda la commercializzazione dei prodotti e che abroga il regolamento (CEE) n. 339/93 Sommario: il regolamento stabilisce norme riguardanti l’organizzazione e il funzionamento dell’accreditamento degli organismi di valutazione della conformità nello svolgimento di attività di valutazione della conformità. Fornisce inoltre un quadro per la vigiobiettivo sicurezza
di Michele Mazzaro e Alberto Tinaburri
lanza del mercato dei prodotti per garantire che essi soddisfino requisiti che offrano un grado elevato di protezione di interessi pubblici, come la salute e la sicurezza in generale, la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro, la protezione dei consumatori, la protezione dell’ambiente e la sicurezza pubblica. Stabilisce infine un quadro per i controlli sui prodotti provenienti dai paesi terzi ed i principi generali della marcatura CE. Tra l’altro, comporta l’obbligo per gli Stati membri di avere un ente unico di accreditamento nel settore volontario (in Italia sarà necessario accorpare SINCERT, SINAL e SIT). Si applica a decorrere dal 1 gennaio 2010. GU serie L n. 218 del 13 agosto 2008 Decisione n. 768/2008/CE del parlamento europeo e del consiglio, del 9 luglio 2008, relativa a un quadro comune per la commercializzazione dei prodotti e che abroga la decisione 93/465/CEE Sommario: la decisione stabilisce il quadro comune di principi generali e di disposizioni di riferimento per l’elaborazione della normativa comunitaria di armonizzazione delle condizioni per la commercializzazione dei prodotti, secondo i principi generali in essa stabiliti e alle pertinenti disposizioni di riferimento contenute negli allegati I (disposizioni di riferimento per la normativa comunitaria di armonizzazione per i prodotti), II (procedure di verifica della conformità) e III (dichiarazione ce di conformità). Abroga la decisione 93/465/CEE (cfr. “nuovo approccio”). GU serie C n. 212 del 20 agosto 2008 Comunicazione della commissione nell'ambito dell'applicazione della direttiva 94/9/ CE del parlamento europeo e del consiglio concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative agli apparecchi e sistemi di protezione destinati a essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva Sommario: si tratta della pubblicazione dei titoli e riferimenti di norme armonizzate ai sensi della direttiva 94/9/CE “ATEX”. GU serie C n. 215 del 22 agosto 2008 Comunicazione della commissione nell'ambito dell'applicazione della direttiva 98/37/CE del obiettivo sicurezza
parlamento europeo e del consiglio, del 22 giugno 1998, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle macchine Sommario: si tratta della pubblicazione dei titoli e riferimenti di norme armonizzate ai sensi della direttiva 98/37/CE “macchine”.
GU serie L n. 246 del 15 settembre 2008 Direttiva 2008/58/CE della commissione, del 21 agosto 2008, recante trentesimo adeguamento al progresso tecnico della direttiva 67/548/CEE del consiglio concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative relative alla classificazione, all'imballaggio e all'etichettatura delle sostanze pericolose Sommario: la direttiva reca la modifica dell'allegato I della direttiva 67/548/CEE e deve essere recepita dagli Stati membri entro il 1 giugno 2009. GU serie L n. 260 del 30 settembre 2008 Direttiva 2008/68/CE del parlamento europeo e del consiglio, del 24 settembre 2008, relativa al trasporto interno di merci pericolose Sommario: la direttiva si applica al trasporto di merci pericolose effettuato su strada, per ferrovia o per via navigabile interna all’interno degli Stati membri o tra gli stessi, comprese le operazioni di carico e scarico, il trasferimento da un modo di trasporto a un altro e le soste rese necessarie dalle condizioni di trasporto. Lo scopo è di instaurare un regime comune che contempli tutti gli aspetti del trasporto interno di merci pericolose (ADR, RID e ADN). Le direttive 94/55/CE (ADR), 96/49/CE (RID), 96/35/CE e 2000/18/CE (ADN) saranno abrogate il 30 giugno 2009. GU serie C n. 273 del 28 ottobre 2008 Comunicazione della commissione nell'ambito dell'applicazione della direttiva 95/16/CE del parlamento europeo e del consiglio per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative agli ascensori Sommario: si tratta della pubblicazione dei titoli e riferimenti di norme armonizzate ai sensi della direttiva 95/16/CE “ascensori”.
Lettere circolari emanate dalla Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Lettera-circolare prot. n. P570/4109 sott. 29 del 2 maggio 2008 DM 18 maggio 2007 – “norme di sicurezza per le attività di spettacolo viaggiante” - attività esistenti. Chiarimento Sommario: la lettera circolare fornisce chiarimenti in merito agli adempimenti previsti dal DM 18 maggio 2007, connessi al riconoscimento o meno di attività “esistente” in caso di cessazione/acquisizione di attrazioni esistenti. Il requisito di “esistenza” è determinato dalla sola condizione di legittimo esercizio prima della data di entrata in vigore del decreto (12 dicembre 2007) e, come conseguenza, il semplice cambio del gestore (per vendita, prestito, noleggio, cessione ad uso gratuito, ecc.) non modifica tale qualità, fermo restando l’obbligo in capo al nuovo gestore di dotarsi della licenza di esercizio prevista dall’art. 69 del TULPS. Lettera-circolare prot. n. P720/4122 sott. 54/9 del 29 maggio 2008 Porte scorrevoli orizzontalmente munite di dispositivi automatici di apertura a sicurezza ridondante. Chiarimento Sommario: la lettera circolare fornisce chiarimenti in merito alla possibilità di utilizzare tale tipologia di porte scorrevoli in alternativa a quelle apribili a semplice spinta da installare presso le uscite di piano e lungo le vie di esodo. In caso di prescrizione dei comandi provinciali VVF o qualora le normative vigenti per i luoghi di lavoro e per le attività soggette al rilascio del CPI prevedano esplicitamente l’apertura delle porte nel verso dell’esodo, si ritiene che l’impiego delle porte scorrevoli, pur se munite di dispositivi automatici di apertura a sicurezza “ridondante”, non possa essere consentito qualora le stesse non siano apribili anche “a spinta”.
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osservatorio
Selezione delle Norme CEI CEI 23-103 (prima edizione) Prescrizioni generali per dispositivi di protezione a corrente differenziale Sommario: la norma fornisce le prescrizioni generali per i dispositivi a corrente differenziale impiegati negli interruttori conformi alle più recenti edizioni delle norme IEC 61008, IEC 61009 (differenziali per uso domestico e similare), IEC 60947-2 (differenziali per impiego industriale) e IEC 62423, norma non recepita dal CENELEC, (interruttori per uso domestico e similare di tipo B adatti per correnti differenziali alternate sinusoidali con frequenza fino a 1000 Hz, correnti differenziali raddrizzate pulsanti e correnti differenziali continue senza ondulazioni). La guida specifica le caratteristiche operative degli apparecchi che rispondono a tali norme e le loro modalità di installazione in modo che forniscano protezione dal rischio di scossa elettrica e dal pericolo d'incendio a causa di una corrente permanente per guasto a terra non interrotta dai dispositivi di sovracorrente. CEI 64-8; V1 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1 500 V in corrente continua Sommario: il fascicolo contiene modifiche ad alcuni articoli nonché correzioni di inesattezze riscontrate in alcune parti della norma CEI 64-8. In particolare si segnalano modifiche ai seguenti articoli: parte 1 - 11.3, in seguito alla pubblicazione della sezione 714: "impianti di illuminazione situati all'esterno"". parte 4 - 411.1.3; 411.1.3.2; 413.1.3.3; tabella 41; 413.1.5.1; 413.1.5.5; 433.2; 481.1.1. parte 5 - 511.1; 514.5; 521.1; 522.3; 522.8.1; 526.5; 527.1.3; 528.1.1. parte 7 - sezioni 702; 710; 712; 714; 751; 752.
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Norme UNI Serie UNI EN 1028-1:2008 “Pompe antincendio - pompe centrifughe antincendio con sistema di adescamento” Parte 1: classificazione - requisiti generali e di sicurezza Parte 2: verifica dei requisiti generali e di sicurezza
CEI 81-10; V1 Protezione contro i fulmini Sommario: la variante fornisce la modifica alla premessa nazionale contenuta nelle quattro norme che costituiscono la serie di norme CEI EN 62305, nonché reca le modifiche ad alcuni articoli delle CEI EN 62305-1, CEI EN 62305-2 e CEI EN 62305-3. Tra le più importanti innovazioni da segnalare il principio che la valutazione del rischio deve essere eseguita per tutte le strutture in conformità alla CEI EN 62305-2 e che devono essere individuate le misure di protezione necessarie a ridurre il rischio a valori non superiori a quello ritenuto tollerabile dalla norma stessa. Il fascicolo contiene una nota sulla progettazione a regola d’arte degli edifici ai fini della protezione contro le sovratensioni, indicando come riferimento fondamentale sia la CEI 64-8 che la CEI 81-10. La variante riporta inoltre valori di coefficienti necessari a determinare la protezione delle strutture contro i fulmini. CEI UNI EN 60598-2-22/A2 Apparecchi di illuminazione. Parte 2-22: prescrizioni particolari - apparecchi di emergenza Sommario: la variante introduce modifiche relative ai paragrafi 22.5 (marcatura), 22.15 (resistenza al calore, al fuoco e alle correnti superficiali) e agli allegati A (batterie) e B (classificazione).
Sommario: le norme si applicano a pompe centrifughe con dispositivi di adescamento per uso antincendio fornite separatamente senza motore e giunto, per temperature di servizio comprese tra -15 °C e 40 °C. Hanno lo status di norme armonizzate ai fini dell’applicazione della direttiva 98/37/CE “macchine”.
UNI 11292:2008 “Locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per impianti antincendio caratteristiche costruttive e funzionali” Sommario: la norma specifica i requisiti costruttivi e funzionali minimi da soddisfare nella realizzazione di locali tecnici destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per l'alimentazione idrica di impianti antincendio, quali ad esempio gli impianti idranti, sprinkler,ecc. Le indicazioni contenute nella norma integrano, inoltre, le prescrizioni delle normative applicabili all'argomento ed in particolare della UNI EN 12845 e della UNI 10779. UNI EN 14466:2008 “Pompe antincendio - pompe mobili requisiti di sicurezza e di prestazione, prove” Sommario: la norma si applica a pompe mobili che utilizzano pompe centrifughe antincendio azionate da motore a combustione interna e non progettate per essere installate permanentemente in veicoli di servizio antincendio e di soccorso e non progettate per operazioni prolungate non sorvegliate. Ha lo status di norma armonizzata ai fini dell’applicazione della direttiva 98/37/CE “macchine”. obiettivo sicurezza
Serie UNI EN 14710-1:2008 “pompe antincendio - pompe centrifughe antincendio senza sistema di adescamento” Parte 1: classificazione, requisiti generali e di sicurezza Parte 2: verifica dei requisiti generali e di sicurezza Sommario: le norme si applicano a pompe centrifughe senza dispositivi di adescamento per uso antincendio, per temperature di servizio comprese tra -15 °C e 40 °C, designate come: pompe galleggianti (FPN-F); pompe sommergibili (FPN-S) o pompe di surpressione (FPN-B). Hanno lo status di norme armonizzate ai fini dell’applicazione della direttiva 98/37/CE “macchine”. UNI CEN/TS 14972:2008 “Installazioni fisse antincendio - sistemi ad acqua nebulizzata - progettazione e installazione” Sommario: il rapporto tecnico specifica i requisiti e fornisce informazioni sulla progettazione, installazione e prova e fornisce i criteri per l'accettazione dei sistemi fissi ad acqua nebulizzata (water mist) per pericoli specifici. Serie UNI EN 15004:2008 “Installazioni fisse antincendio - sistemi a estinguenti gassosi” parte 1: progettazione, installazione e manutenzione parte da 2 a 10: proprietà fisiche e progettazione dei sistemi a estinguenti gassosi per gli agenti estinguenti FK-5-1-12 - HCFC miscela A – HFC - HFC 227ea - HFC 23 - IG-01 - IG-100 - IG-55 - IG-541 Sommario: le norme trattano i sistemi a saturazione totale, che utilizzano agenti estinguenti gassosi elettricamente non conduttivi, che non lasciano residui dopo lo scarico e per i quali sono attualmente disponibili dati sufficienti per consentire la verifica delle prestazioni. Serie UNI 1568:2008 “Mezzi di estinzione incendi - liquidi schiumogeni concentrati” parte 1: specifiche per liquidi schiumogeni concentrati a media espansione per applicazione superficiale su liquidi immiscibili con acqua obiettivo sicurezza
parte 2: specifiche per liquidi schiumogeni concentrati ad alta espansione per applicazione superficiale su liquidi immiscibili con acqua parte 3: specifiche per liquidi schiumogeni concentrati a bassa espansione per applicazione superficiale su liquidi immiscibili con acqua parte 4: specifiche per liquidi schiumogeni concentrati a bassa espansione per applicazione superficiale su liquidi miscibili con acqua Sommario: le norme definiscono i requisiti per proprietà chimiche e fisiche e di prestazione per schiume a bassa, media ed alta espansione adatte all'applicazione superficiale su liquidi immiscibili con acqua e per quelle a bassa espansione miscibili con acqua.
Serie UNI EN 54:2008 “Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendio“ parte 16: apparecchiatura di controllo e segnalazione per i sistemi di allarme vocale parte 24: componenti di sistemi di allarme vocale – altoparlanti parte 25: componenti che utilizzano collegamenti radio Sommario: le norme specificano i requisiti, i metodi di prova ed i criteri di prestazione dell’apparecchiatura di controllo e segnalazione per i sistemi di allarme vocale usati nei sistemi di segnalazione d’incendio, per i dispositivi sonori di allarme incendi, in cui il segnale di allarme è nella forma di tono(i) o messaggio vocale(i), per i componenti usati nei sistemi di segnalazione d’incendio, che utilizzano il collegamento in radio- frequenza (collegamenti RF). Non hanno ancora lo status di norma armonizzata ai fini dell’applicazione della direttiva 89/106/CEE “prodotti da costruzione”.
Serie UNI 7129:2008 “Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione -
progettazione e installazione”. parte 1: impianto interno parte 2: installazione degli apparecchi di utilizzazione, ventilazione e aerazione dei locali di installazione parte 3: sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione parte 4: messa in servizio degli impianti/ apparecchi Sommario: la norma si applica alla costruzione e ai rifacimenti di impianti o parte di essi, comprendenti il complesso delle tubazioni e degli accessori che distribuiscono il gas a valle del gruppo di misura o punto d’inizio, agli apparecchi utilizzatori di singola portata termica nominale massima non maggiore di 35 kW. Tra le diverse novità introdotte si segnalano in particolare l’obbligo dell’installazione negli impianti nuovi e ristrutturati, di apparecchi di cottura provvisti del dispositivo di sicurezza per la rilevazione dell’assenza di fiamma (termocoppia) e migliori soluzioni impiantistiche, in riferimento agli aspetti architettonici. Per la ventilazione è previsto un sistema di calcolo aggiornato e la possibilità di ricorrere alla ventilazione meccanica controllata.
UNI EN 15243:2008 “Ventilazione degli edifici - misure antincendio per i sistemi di distribuzione dell'aria negli edifici” Sommario: la norma fornisce indicazioni per i progettisti, gli installatori e i manutentori per l'applicazione di misure di protezione antincendio per i sistemi di distribuzione dell'aria, inclusi i sistemi misti di ventilazione e di estrazione di fumo e calore, al fine di impedire l'innesco e la propagazione dell'incendio, dei fumi e di altri prodotti della combustione. UNI EN ISO 14116:2008 “Indumenti di protezione - protezione contro il calore e la fiamma - materiali, assemblaggi di materiale e indumenti a propagazione di fiamma limitata” Sommario: la norma specifica i requisiti prestazionali dei materiali, degli assemblaggi e degli indumenti di protezione a propagazione di fiamma limitata. Non ha ancora lo status di norma armonizzata ai fini dell’applicazione della direttiva 89/686/CEE “DPI”.
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la banda dei vigili del fuoco
E’ 70 anni sempre impegnata a sottolineare i momenti più importanti della vita del Corpo nazionale, le cerimonie, gli eventi commemorativi, le ricorrenze. Senza la banda musicale dei vigili del fuoco, che accompagna le emozioni affiancandole con le note, non è festa. Basti pensare al giorno di Santa Barbara, patrona del Corpo, in occasione del quale esegue le musiche durante la Messa Solenne. Oppure a tutte quelle volte in cui viene invitata a suggellare momenti importanti in occasione di manifestazioni culturali quali i Concerti per Roma Capitale o la Festa de ra Bandes di Cortina d’Ampezzo. Ogni anno, dal 2003, sfila nella parata della festa della Repubblica e, lo scorso anno, in occasione del Natale 2007, ha debuttato all’Auditorium di Roma - Parco della Musica, con un concerto tenuto nella Sala Petrassi. Ma cosa c’è dietro quelle musiche che arrivano così dirette a noi e che ci risvegliano più di qualche ricordo e
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a ritmo di musica La banda dei vigili del fuoco è accolta sempre con entusiamo dal pubblico ed è apprezzata per il suo ampio repertorio. Una storia di lavoro e di soddisfazioni di Cristiana Vittorini e Silvia Perna
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soprattutto cosa c’è dietro quegli orchestrali così ordinati, che suonano con una naturalezza che nasconde ben più alta professionalità? Cerchiamo di trovare risposte dando uno sguardo alla sua storia nelle parole del maestro che la dirige, Donato di Martile: “Sul finire degli anni ’30 la banda era già presente ma come fanfara e suonava durante i giuramenti che si tenevano a Capannelle. Personalmente ho svolto il servizio militare nel 1994 e in quell’occasione cominciai a far parte
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della fanfara. Fino al 1997 il maestro era il capo reparto Nunzio Paulicelli, di Matera. Quando andò in pensione gli succedette Antonio Barbagallo che però vinse il concorso come maestro nella banda centrale della marina militare. Per più di un anno il gruppo musicale rimase fermo, fu poi grazie all’intervento del capo squadra Giovanni Di Nardo, del comando di Chieti, che si riprese l’attività della banda per la quale c’era molta attesa. Nel 2000 venni nominato direttore della banda dei vigili
del fuoco e nel 2002 fu istituzionalizzata la figura della banda passando dalla semplice fanfara a banda del Corpo nazionale dei vigili del fuoco”. Presente quindi già dagli anni ’30, è solo più tardi, negli anni ‘90 che la banda riceve nuovo impulso, venendo riattivata e nuovamente disciplinata. Più tardi, nel 2005 sono state fissate le modalità di reclutamento del suo personale, che la contraddistinguono dalle altre formazioni statali. Ciò che la caratterizza infatti è che tutti i suoi componenti appartengono al Corpo e vengono individuati tra gli operatori permanenti e, perlopiù, volontari dei comandi provinciali ed è oggi formata da 70 elementi. La banda ha la sua sede nella scuola di formazione di base di Roma, a Capannelle, dove si riunisce per le prove. Ma riunire tutti gli orchestrali per seguire le prove, per non parlare degli incontri e delle tante manifestazioni alle quali partecipa la banda deve essere un compito che presenta qualche difficoltà: “Inizialmente – spiega di Martile - il lavoro è stato molto duro in quanto la banda era composta da circa 30 permanenti e 10 discontinui. Perciò convocare dei vigili impegnati nei
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la banda dei vigili del fuoco
propri comandi, dove spesso c’è carenza di personale, e sottrarli al servizio operativo per alcuni giorni costituiva un vero problema. La situazione è cambiata da quando le porte della banda si sono aperte anche ai vigili discontinui che avendo turni di lavoro più flessibili garantiscono maggiormente la presenza. Oggi infatti rappresentano il 70% dei musicisti. Nonostante ciò, ci vuole tanta calma e pazienza perché le prove vengono sempre eseguite "in emergenza”. Radunare tutti i componenti non è sempre facile e il tempo per
no le difficoltà, ci si aiuta, c’è solidarietà, confidenza. Lo spirito di gruppo è la base principale per un ottimo risultato. Si passano molte ore insieme , ci si capisce con uno sguardo. Appena possibile cerchiamo di incontrarci anche al di fuori dei concerti. Possiamo dire che siamo una grande famiglia, proprio in tutti i sensi…visto che all’interno della banda ci sono molti fratelli e si è formata più di una coppia, alcuni si sono perfino sposati”. L’attività concertistica che la banda svolge in tutto il territorio nazionale è intensa,
creatura, dal momento che ci ha lavorato tanto per arrivare a questi risultati. E’ motivo di orgoglio sia per lui sia per i ragazzi portare quella divisa e rappresentare il Corpo dei vigili del fuoco. “ Tutti i concerti – prosegue di Martile - lasciano un ricordo particolare. Sicuramente il primo concerto che ho diretto, nel Teatro Vespasiano di Rieti. E’ stata una grande emozione poter cogliere i frutti di tutti i nostri sforzi, il nostro impegno durato ben due anni di prove. Ma una grande emozione c’è stata anche per il concerto di dicembre 2007
provare sembra non bastare mai”. Chiediamo al maestro se si sente un po’ come il “comandante“ della banda dei vigili del fuoco e se tra i componenti c’è lo stesso spirito di squadra che anima il lavoro dei vigili. “Mi sento esattamente come gli altri componenti della banda – dice di Martile - Anche se spesso devo avere il polso fermo e saper tenere le redini del gruppo. Alcuni concerti ci portano lontano dalle nostre famiglie per due settimane, e spesso questo fa salire la tensione. Ma il gruppo è molto unito, si supera-
partecipando a tutti gli eventi istituzionali di rilievo del Corpo, come le inaugurazioni o intitolazioni delle sedi. Dirigere la banda di un Corpo istituzionale deve essere emozionante e regalare al tempo stesso belle soddisfazioni “ Ho avuto varie esperienze con orchestre sinfoniche italiane – dice di Martile - ma i primi passi li ho mossi nella banda del paese, suonando il corno, per questo motivo mi sento più legato alla realtà della banda”. Inoltre ci confessa che è sempre un’emozione dirigere la banda, la sente come una sua
al Parco Della Musica di Roma, non capita tutti giorni di poter suonare in luoghi così importanti”. Ma uno in particolare, che il maestro Di Martile ricorda con piacere per i consensi ricevuti c’è: “Si, a giugno di quest’anno. Ci trovavamo a Lucca per il centocinquantesimo anno della nascita di Puccini. In questa circostanza ha collaborato con noi un tenore creando un’innovazione nella banda che di solito si esibisce solo con la parte strumentale. L’unione della musica alla voce di un tenore ha creato un ef-
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fetto molto bello ed è stato particolarmente apprezzato dalla nipote di Puccini presente al concerto. In generale , però, la critica nei nostri confronti è sempre positiva”. Oltre alla critica, anche il pubblico vi accoglie con entusiasmo vero? “E’ vero, in effetti riceviamo tante testimonianze d’affetto da parte del pubblico. Nell’immaginario collettivo il Vigile del fuoco è una figura che suscita simpatia, ed è una cosa che riscontriamo anche vedendo il calore che ci riserva il pubblico". Il repertorio che propone la banda è sempre ampio e abbraccia tutti i generi musicali dal lirico al sinfonico, dal leggero al jazz. Proprio questa versatilità ha permesso al gruppo di distinguersi per l’originalità e la varietà dei programmi proposti, nonché per l’utilizzo di organici variabili, dal piccolo ensemble di fiati alla Symphonic Band, avvalendosi talvolta della collaborazione di noti esecutori ospiti. “Ogni banda solitamente ha il suo repertorio, - ci spiega di Martile - ci sono dei brani tradizionali e poi ci sono quelli “originali”che nuovi compositori scrivono. Generalmente io li scelgo e li sottopongo alla banda e quello è il momento più difficile perché si prova tantissimo fin quando il prodotto non è buono per l’ascolto. Ma come dicevo prima c’è molta intesa tra noi e con un solo sguardo capiamo cosa vuole l’altro. Da tre anni poi partecipiamo alla “rassegna di bande militari e forze di polizia”, concerti per Roma Capitale, che si tiene nel mese di luglio. Per un musicista è uno dei concerti più importanti perché si crea una sana rivalità con altre realtà bandistiche dello Stato. E’ come per un musicista poter suonare alla Scala". Ma qual è il vostro repertorio preferito? “Ci piace far divertire il pubblico con brani orecchiabili come ad esempio le colonne sonore dei film o i brani celebri pop, ma a seconda delle manifestazioni siamo tenuti a rispettare dei canoni più formali ad esempio se il concerto si tiene in chiesa , sicuramente verranno scelti brani sacri". Ci sarebbe un luogo in cui non avete mai suonato in cui vi piacerebbe potervi esibire, o davanti a quale personalità? “Molti nostri desideri li abbiamo già coronati, ma ci piacerebbe poter fare una tournee all’estero. Ci onorerebbe poi poter suonare alla presenza del Presidente della Repubblica”. Ma l’ultima domanda è il maestro a rivolgerla a noi : “Sapete qual è il nostro motto? Comunque vada sarà un successo!”. Ci spiega che è una frase che usava sempre lui e che poi è diventata il motto della banda. obiettivo sicurezza
A tu per tu con Lucia Taurisano una ragazza della banda
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a quattro anni partecipa a sfilate e concerti. Lucia Taurisano, romana, 24 anni, è una delle giovani che rappresenta la componente femminile della Banda musicale dei vigili del fuoco di cui fa parte dal 2004. Suona alle percussioni, ma durante le sfilate è impegnata con uno strumento particolare: il Glockespiel Lucia, come ti sei accostata alla musica e alla Banda dei vigili del fuoco? Fin da piccola sono stata appassionata di musica, tant’è che ho frequentato una scuola media ad indirizzo musicale, la "G. Montezemolo". Ho imparato a suonare il pianoforte e ho studiato solfeggio. Al secondo anno di scuola media sono entrata a far parte dell'orchestra della scuola, partecipando a concerti e concorsi fino al 2005. Nella banda dei vigili del fuoco sono entrata nel 2004. Cosa si prova a suonare nella banda dei vigili del fuoco? L'emozione di suonare in Banda ed indossare la divisa è sempre stata forte, allora come lo è adesso, perchè rappresentare il Corpo nazionale, per me che sono "figlia d'arte" e da sempre a contatto con i vigili del fuoco, è ogni volta un’ esperienza unica che dà molte soddisfazioni, sia personali che musicali. Costantemente riceviamo complimenti per il lavoro svolto e per la qualità delle nostre esecuzioni e l'apprezzamento delle persone che ci fermano per strada ci fanno capire quanto i vigili del fuoco siano amati dalla gente. Nel suo futuro ti vedi più orchestrale o vigile del fuoco? Da sempre sogno di poter fare vita operativa e da sempre sento di appartenere al mondo dei vigili del fuoco, pur essendo consapevole della realtà e dei problemi che esistono. Anche amando il mondo della musica e ricevendo molte soddisfazioni dalla vita di Banda, sarei di gran lunga molto più appagata nel realizzare il mio sogno di diventare vigile permanente e essere collega di tutti quegli "eroi" che la gente identifica nei vigili del fuoco. Spero nei prossimi concorsi! In bocca al lupo, Lucia!
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L'intervista
Fiorello io, i vigili del fuoco e quelle gag dietro le quinte
Una lunga e frizzante carriera percorsa insieme ad un pubblico caloroso che ha mostrato sempre simpatia per il grande showman siciliano di Luca Cari
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a prima volta che ho sentito nominare Fiorello, associato ai vigili del fuoco, è stato dall’ingegner Mario Arrigo nel maggio del 2006, durante l’intervista che gli ho fatto per la rubrica della storia di 'Obiettivo sicurezza'. In realtà ricordo di aver avuto un attimo di esitazione, perché si chiama Fiorello anche uno dei nostri comandanti, attualmente a Belluno, per cui di primo acchito ho pensato che si stesse riferendo a lui l’anziano ingegnere. Invece no, parlava proprio di Rosario Fiorello. Il motivo? I due sono concittadini, di Letojanni, un paesino alle pendici di Taormina. Ma non è questo il legame vero, c’è invece che tanti anni addietro il padre del famoso Fiorello, Nicola, chiese ad Arrigo, che sarebbe poi diventato dirigente generale dei vigili del fuoco, di fargli da padrino. E in Sicilia questa è una cosa che conta. Guardai quel ragazzino, scrutai quel volto bello ed aperto e provai subito una grande simpatia che presto si trasformò in affetto sincero. Nicola Fiorello fu il primo a darmi la dignità del padrino - racconta Mario Arrigo nel suo libro Metamorfosi - Ogni volta che tornavo a Letojanni, non mancava mai di venire a farmi visita. Nel 1963 spuntò con un frugoletto di tre anni che mi presentò". Patrozzu, questo è mio figlio! Si chiama
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Saro…”. Saro, cioè Rosario, ora per tutti solo Fiorello. Del tuo legame familiare con i vigili del fuoco abbiamo parlato. A parte quello? Con i vigili del fuoco ho da sempre un ottimo rapporto. E poi mi diverto con loro. Quando sono nei teatri faccio sempre uno scherzo, mi avvicino ad un vigile e gli chiedo di accendere la sigaretta e vedo ogni volta la sorpresa di chi non sa se faccio o no sul serio, poi scatta la risata. Devo dire invece che con Tommasino, il piccoletto siciliano che lavora con me, quello con la coppola, un tipo strano, molto naif, un ex pastore dell’entroterra siciliano e fumatore incallito di sigarette senza filtro, il rapporto è più complicato. Non sente mai ragioni, non riesce ad accettare che non si può fumare e così si va a nascondere nei luoghi più impensati. Ogni volta è la stessa storia, con i vigili del fuoco che seguono l’odore del fumo e lo scovano dentro qualche stanza con la sigaretta accesa. Rintracciato il legame con i vigili del fuoco, che stavolta è di quelli seri, possiamo finalmente parlare dei risvolti personali e professionali della sua vita. In una pubblicità vieni riconosciuto come quello del karaoke. Pensi sia riduttivo? Chi è in realtà Fiorello? È una battuta quella, ma è una battuta
"Con voi ho da sempre un ottimo rapporto. Quando sono a teatro, ci siete sempre ed io, per scherzo, chiedo se avete 'da accendere...' E scatta la risata". che è venuto spontaneo fare anche a me. Credo sia un’immagine che mi rimarrà legata addosso per tutta la vita e sono contento, perché è stato un periodo molto bello, proprio all’inizio della mia carriera. Ma la gente davvero ti riconosce così? Ci sono dei ventenni che quando mi incontrano mi fermano e mi raccontano di come la madre quando avevano sette
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o otto anni li metteva seduti davanti alla televisione e li faceva mangiare davanti al karaoke. Mi pare sia un ricordo piacevole. Il karaoke, un po’ di leggerezza in un momento storico difficile per l’Italia. È stata questa la chiave del successo, il bisogno che aveva la gente di ridere? Il mio karaoke ha coinciso in effetti con il periodo di mani pulite, con il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica. Mi dissero per questo che non avrei fatto grandi ascolti, anche perché il programma andava in onda nella fascia oraria dei telegiornali e quindi si sarebbe scontrato con quelli. E invece successe il contrario, con la gente nelle piazze e davanti al televisore che si incantava a guardare se stessa fare spettacolo. Perché di questo in fondo si trattava E oggi, che la televisione è fatta molto dalla gente qualunque, sarebbe stato più complicato trovare spazio? A quel tempo c’era solo la corrida che metteva in evidenza la gente comune, è vero. Oggi invece "Quella del karaoke la televisione è fatè un'immagine che mi ta per l’80% dai telespettatori, vedi i rimarrà legata addosso concorsi, i reality, ci per tutta la vita e ne sono sono quindi molte più possibilità. Con contento, perché è stato tanti canali e satelun periodo molto bello, liti credo comunque che un posto non si l'inizio della mia carriera" neghi a nessuno. Alla fine come pensi che sarai ricordato? Come quello del karaoke che ebbe tanto successo e che poi andò giù, perse tutto per poi ritornare al successo con il varietà. Si dirà questo di me, quello che ha avuto due volte il successo. Bello no? Non è che capita tutti i giorni di morire e rinascere Nella vita di solito di possibilità ne hai una sola, io invece ne ho avute di più. Del resto è una caratteristica di questo mestiere essere un giorno in alto per poi di colpo non esserlo più. Per questo devi saperti sempre gestire bene. Penso che la perdita del successo non è mai colpa del pubblico che non ti vuole più seguire. Se lo perdi evidentemente hai fatto qualche cosa di sbagliato o ti sei posto in manie-
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ra sbagliata. Il pubblico invece non sbaglia mai, riesce sempre a capire quello che esce di te dalla tv, dai giornali, dalle interviste, capisce se stai facendo o pensando cose sbagliate. E questo è quello che è successo a me, evidentemente ho fatto cose in quel periodo per le quali il pubblico mi ha castigato. Quanto è importante allora il rapporto con il pubblico? Io ho sempre bisogno di avere il pubblico vicino. Del resto nasco nei villaggi turistici, dalle serate in piazza, dagli spettacoli dal vivo. Anzi, nei primi programmi televisivi non funzionavo proprio perché non ero abituato a fare spettacolo senza pubblico. Quello che c’è negli studi televisivi non sarà mai al pari di quello che viene a vedere il tuo spettacolo, che paga il biglietto per così dire. Non è un pubblico che ti sceglie insomma. E il pubblico televisivo che ti incontra per strada? Ti da la misura di ciò che stai facendo, cioè se sta andando bene o quanto stia funzionando. Ti faccio un esempio. In questi giorni passo in televisione con una certa pubblicità e allora incontro un sacco di gente che mi dice: “Ahò, hai trovato Mike?” Fa sorridere, ma questo mi da un riscontro immediato di quello che sto facendo. Al contrario vorrebbe dire che c’è qualcosa che non va, che non sta funzionando. Parliamo delle imitazioni che fai. A volte il personaggio che imiti è più credibile di quello vero. Non è che a qualcuno hai fatto venire delle crisi di identità? Credo che questo stia succedendo un po’ con La Russa, che a volte dice delle cose che io ho già detto alla radio. Una volta ho fatto una gag in cui il mio La Russa, con il suo fare militaresco, diceva che avrebbe fatto nelle scuole dei campi estivi in mimetica. Bene, qualche settimana dopo è uscito sui giornali che davvero voleva fare dei campi. Comunque, a parte questo, io prendo solo spunto dall’originale per creare poi un personaggio nuovo. Guarda Califano, che facevo svegliare alle quattro del mattino per mangiare, ma era solo una mia invenzione, peraltro usata come metafora del fare sesso Quanto senti la responsabilità di essere seguito, specie dai giovani? obiettivo sicurezza
"Bisogna trasmettere i messaggi giusti ma sdrammatizzandoli. Quando ho smesso di fumare ho condiviso questa esperienza. A modo mio, con delle battute" So che devo stare attento a dire o a non dire delle cose perché potrebbero essere seguite… …come quando hai detto alla radio di non andare a votare? Esatto. In realtà ho detto una cosa con il sorriso sulle labbra, era solo una gag. Lamentando il problema dell’immondizia, ho detto per protesta contro i politici: “Quasi quasi non vado a votare!” Invece quello che è uscito, tolto dal contesto è stato: Fiorello ha detto di non andare a votare. Quando parli rischi sempre di essere strumentalizzato. La prossima ci penserò due volte prima di dire una cosa del genere. Dunque responsabilità in questo senso sì. Dalla tua posizione puoi però mandare
dei messaggi positivi. Ti faccio un esempio. Il fatto che abbia smesso di fumare l’ho raccontato come messaggio positivo, sperando che potesse essere raccolto. L’ho fatto a modo mio, facendoci delle battute, perché credo che sia un modo per invitare a riflettere senza la presunzione di dire agli altri ciò che devono fare. Siamo a Natale, tempo di buoni propositi. Vuoi fare un invito per superare il problema delle morti bianche L’invito lo faccio ai lavoratori ed ai loro datori. Entrambi, ripeto entrambi, devono seguire le regole. Penso che debba esserci un senso di responsabilità di tutti nel rispettare i principi della sicurezza, da ogni parte. In questo numero si parla anche di sicurezza sulle strade. Cosa ne pensi? Ti dico solo questo, io avevo una gran paura di volare, ma dopo un po’ che giro su strade ed autostrade mi sono ricreduto. Il vero pericolo sta lì. Specie il sabato notte. C’è una cosa che non capisco, ossia il perché in Italia guidare in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe sia considerato un’attenuante. Secondo me l’azione di questa gente è volontaria e come tale va punita.
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la festa della patrona
Santa Barbara: Patrona,
Protettrice, Ispiratrice di Coraggio di Clara Modesto
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vigili del fuoco sono legati ad un progetto, quello di stare ogni giorno al servizio del bene comune “. Con queste parole monsignor Renato Boccardo, segretario generale del Governatorato della Città del Vaticano, si è rivolto all’assemblea presente nella Basilica di San Giovanni in Laterano, nel pomeriggio del 4 dicembre, in occasione della festa di Santa Barbara, patrona del Corpo. Durante l’omelia monsignor Boccardo ha sottolineato “l’impegno che ogni giorno vede i vigili del fuoco al servizio della società civile e di tutti coloro che sono nel bisogno e nel pericolo”. Ricordando il servizio insostituibile che i vigili rendono alle persone e alla società , anche a prezzo del rischio della vita, Monsignor Boccardo ha sottolineato “quanto bisogno abbiamo, in un mondo confuso e incerto, di persone che vivono con generosità, serietà, senza calcoli, mettendo a rischio se stessi per fare del bene indipendentemente da ogni eventuale riconoscimento”. Al termine della celebrazione, prima del-
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Basilica di San Giovanni in Laterano: altare dedicato a Santa Barbara
la lettura della Preghiera del vigile del fuoco, una rappresentanza delle diverse professionalità del Corpo ha ricevuto la solenne benedizione. Centinaia i vigili del fuoco presenti in Basilica, compresi i nuovi direttori antincendi che stanno terminando il periodo formativo all’Istituto Superiore Antincendi e gli allievi vigili che stanno ultimando il corso di formazione alla scuola di Capannelle. Durante l’Offertorio i vigili hanno portato all’altare un elmo, simbolo della loro sicurezza sull’intervento, ponendolo sotto l’immagine della Santa Patrona. Alla cerimonia hanno preso parte il Ministro dell’Interno Roberto Maroni insieme ai Sottosegretari, il neo Capo Dipartimento, prefetto Francesco Paolo Tronca, il Capo del Corpo, Antonio Gambardella e numerose autorità civili e militari. Al termine della cerimonia religiosa il ministro ha consegnato un elmo a monsignor Boccardo e, prima di lasciare la Basilica, ha visitato l’esposizione di modellini e di elmi provenienti da Sondrio e da Varese. obiettivo sicurezza
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Vigili del fuoco schierati davanti alla Basilica di S. Giovanni in Laterano
3 In primo piano l'autoscala dei vigili del fuococ
4 La banda del Corpo nazionale 5 Un momento della celebrazione della messa
6 Da sinistra, il capo del Corpo
nazionale dei vigili del fuoco, Antonio Gambardella, il ministro dell'Interno Roberto Maroni e il capo dipartimento dei vigili del fuoco Francesco Paolo Tronca
Monsignor Renato Boccardo, segretario generale del governatorato della CittĂ del Vaticano
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la festa della patrona
l'intervista
Vigili del fuoco, difensori della sacralità della vita Monsignor Rino Fisichella: a voi sono legati i miei ricordi più belli da bambino, a quei mezzi di soccorso che partivano a sirene spiegate dal cortile di casa di Silvia Perna
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cchi grandi e sempre in ricerca. E una cultura profonda che è segno di sicuro confronto per laici e credenti. Mons. Rino Fisichella è arcivescovo, cappellano di Montecitorio, presidente della Pontificia accademia della Vita e magnifico Rettore dell’Università Lateranense. Nella ricca biblioteca dell’ateneo capitolino ha fatto collocare anche il Fondo Fallaci, un piccolo museo in cui sono esposti molti oggetti personali della scrittrice, donati dalla stessa Oriana al vescovo in nome di una profonda amicizia. Nessuno però sa che uno dei teologi più autorevoli del nostro tempo ha un segreto che lo accompagna da bambino: un affetto grande per i vigili del fuoco, una presenza nella preghiera come nella vita. E’ lui stesso a rivelarlo a ‘Obiettivo sicurezza’, in un dialogo destinato a durare nel tempo con gli uomini del Corpo. Come considera il lavoro dei Vigili del Fuoco un teologo come lei, sempre attento alla società? La loro è una vera e propria ‘missione’. Mi permetto di fare un riferimento per i nostri lettori, che mi tocca in prima persona: sono nato a Codogno, un piccolo paese in provincia di Lodi, nel 1951. Nel cortile di casa c’era il furgone dei vigili del fuoco. Ho vissuto tutta la mia infanzia a contatto con loro. Ricordo che quando suonava la sirena per un’emergenza in paese o in quelli vicini, i vigili del fuoco accorrevano per prendere il mezzo e correre a sirene spiegate dovunque li chiamava l’allarme. Questa è stata la mia realtà per molto tempo, una delle più belle immagini di bambino che guarda la realtà,
alla sua urgenza, ricordandomi sempre il bisogno di rispondere subito e di decidere l’azione. Già allora mi impressionava il grande senso di dedizione agli altri dimostrato da quegli uomini in divisa. Sapevano che dovevavo andare in aiuto degli altri in qualunque momento e fare il meglio per salvare vite umane ma anche la realtà che ci circonda, la natura e l’arte. E’ sempre nel mio cuore il ricordo di quel vigile del fuoco che salvò la Sacra Sindone da un altro incendio. In un’intervista, a chi gli chiedeva dove avesse trovato il coraggio per resistere al fuoco, spiegava che aveva sentito una forza immensa mentre si avvicinava alle fiamme. Avverto ancora la forza di quelle parole: anche quando non ce la faceva – raccontò - continuava a dare martellate per salvare quella reliquia simbolo della cristianità. Per questo, come per mille altri gesti semplici ma veri e carichi di spiritualità umana, posso dire che davvero i vigili del fuoco svolgono una delle missioni più importanti per la società. Hanno passione per la verità e questo è un grande dono. Il sentiero per Emmaus passa da lì. Nei loro interventi c'è il volto dell'altro. Anche questo è un 'Vangelo di strada'? Non solo è un Vangelo di strada, inteso come testimonianza di umanità vera, ma è anche una forza di evangelizzazione. Perché in qualsiasi lavoro la cosa più importante è la passione e l’intenzione che mettiamo nel portarlo a sera. I vigili del fuoco hanno una passione immensa per il proprio lavoro. Sono convinto che i cristiani chiamati a questa ‘missione’ possono dare ancora meglio alla storia quel segno di dedizione e di solidarietà, ma soprattutto di promozione della vita in una società che spesso dimentica il volto dell’altro. E invece solo l’amore è credibile. obiettivo sicurezza
A sinistra, Monsignor Rino Fisichella. Sotto immagine di Santa Barbara
Quando ci interroghiamo sul senso del lavoro come della vita, resta sempre una domanda che ricorre almeno due volte nel Nuovo Testamento: “Che dobbiamo fare?” E’ una domanda che resta e sovverte le nostre sicurezze. Ci inquieta perché ci spinge a cercare sempre. Anzitutto dobbiamo credere che la vita sia un valore profondo e indiscutibile, da difendere sempre. I vigili del fuoco, che spesso hanno guardato la morte in faccia, conoscono meglio di tanti altri il valore della vita e della storia. Mettendo a repentaglio la loro stessa esistenza, queste parole evangeliche sono vissute sulla loro pelle. Loro vi rispondono con l’azione, ma dietro le mani che lavorano c’è un pensiero più profondo che disegna la volontà di aiutare le persone. Per il loro sforzo di trasmettere umanità anche sul terreno bruciato, i vigili del fuoco - il corpo più amato dagli italiani sono testimoni di una speranza? La speranza è compagna di vita di ogni persona. Più si cresce e si va avanti negli anni, più se ne avverte il bisogno. Charles Péguy diceva che la speranza è nata il giorno di Natale e “la giovane e piccola speranza è contro l’abitudine. Questa bambina è incaricata di ricominciare sempre”. Anche per questo motivo, in questo periodo di feste, invito i vigili del fuoco a fare il presepio nella loro casa come nei luoghi di lavoro: è un gesto semplice ma serve a ravvivare quella ‘spes’ che ci sostiene anche quando viaggiamo al buio. Non saremmo mai 'sentinelle del mattino', per citare il profeta Isaia, se non restiamo uomini capaci di stupirsi cercando le orme di un Dio bambino che, amandoci per primo, ci ha insegnato ad amare. La patrona dei vigili del fuoco è Barbara di Nicomedia, e i santi ci dicono che è possibile per l’uomo vivere quello che è scritto nel Discorso della montagna. Come coniugarlo nel quotidiano? Santa Barbara è una Santa e per tutti noi, in primis per i vigili del fuoco, rimane un esempio. La nostra vita deve sempre porsi davanti a degli ideali per vivere con entusiamo quello che siamo chiamati a fare, ognuno nel proprio campo e nonostante le fatiche. Il mio messaggio è: viviamo con entusiasmo la nostra vita e la nostra missione. Secondo l’etimologia greca, entusiasmo indica essere mossi dallo Spirito. Per i obiettivo sicurezza
la patrona di chi affronta il rischio Santa Barbara nacque a Nicomedia nel 273. Tra il 286-287 si trasferì a Scandriglia, in provincia di Rieti, al seguito del padre Dioscoro, collaboratore dell’ imperatore Massimiano Erculeo. Il padre aveva destinato Barbara in sposa al prefetto di Nicomedia, ma lei rifiutò di sposarsi. Il padre furente la fece processare e condannare a morte, a causa della sua fede cristiana. Venne rinchiusa in una cella della fortezza di Nicomedia dove un giorno, si sprigionò un incendio: Barbara uscì viva dalle fiamme. Dopo il processo, in cui Barbara esortò Dioscoro a ripudiare la religione pagana per abbracciare la fede cristiana, il 4 dicembre fu decapitata dallo stesso Dioscoro, che fu colpito però da un fulmine. Per questo gli esplosivi ed i luoghi dove questi vengono conservati vengono spesso chiamati “SantaBarbara”in suo onore e per lo stesso motivo, in Italia, è la Santa protettrice dei vigili del fuoco. E’ inoltre patrona dei minatori, della marina militare italiana, delle armi di artiglieria e genio, dei geologi, dei lavoratori nelle attività minerarie e petrolifere.
vigili del fuoco questo significa avere energia sempre nuova per vivificarne le azioni. E’ anche la consapevolezza che vivono e lavorano sempre in compagnia del Dio trinitario che ha a cuore la Vita. Lei ha occupato per 20 anni all'Università Gregoriana la cattedra che fu di Bellarmino e ha più volte rimarcato che la ricerca scientifica deve essere libera ma non libertaria. A quali responsabilità è chiamato l'uomo del nostro tempo? La fede non annulla la ragione né umilia la scienza, ma è una compagna di viaggio nella ricerca permanente di senso che caratterizza la vita di ogni persona. L’uomo di oggi deve comprendere quello che c’è in gioco, la profonda trasformazione culturale in atto, tenendo però fermi i valori propri della persona. Avere la volontà e la capacità di coniugare la tradizione e l’identità con le sfide della scienza e del progresso, è la nostra sfida possibile. La vita possiede una sua sacralità
perché è innanzi tutto mistero, deve essere rispettata da tutti. Questa risposta di senso è la vera strada da percorrere perché la trasformazione in atto sia ancora una volta rivolta all'uomo nella sua integrità e non contro di lui. Cosa augura per Natale e per il nuovo anno agli uomini del Corpo? Auguro loro ogni bene. Chiedo ai vigili del fuoco di continuare ad avere la stessa passione con la quale hanno iniziato questo lavoro, di ‘durare’ nella speranza. Abbiano davanti agli occhi la capacità di rischiare. Lo dico in positivo, perché il rischio ci fa comprendere la bellezza della vita. Riscoprano proprio ogni giorno, a contatto con gli impegni e le emergenze, la bellezza dell’esistenza, il suo essere dono e compito per i figli del tempo. Io continuo ad accompagnarli con la mia preghiera, come facevo da bambino quando li vedevo partire per il soccorso. Perché sono la mia vita. E i miei ricordi più belli.
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Frammenti di memoria la befana dei vigili del fuoco
Ravenna, anni 60. Babbo Natale consegna un dono
1955, Chieti. Un vigili del fuoco consegna un pacco dono
1963. Festa nei locali del 24째 Corpo Chieti
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1956. Vigili del fuoco di Milano ai campionati italiani di ginnastica artistica
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l'intervento
onda di
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Solo a Roma duemila uomini in campo. Smontato pezzo per pezzo un barcone alla deriva sul Tevere. Il sottosegretario Nitto Palma elogia “la professionalità e generosità” del Corpo di Carlo Metelli
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eccezionale ondata di maltempo che si è abbattuta sull’Italia ha visto i vigili del fuoco fronteggiare l’emergenza con migliaia e migliaia di interventi. Dal Trentino al Sud della Penisola, Sono fioccate le richieste di aiuto ai comandi provinciali dei vigili. Sono state 3.500 le operazioni effettuate tra giovedì 11 e venerdì 12 dicembre, quando si è registrato il picco dell’allerta maltempo. Dopo il nubrifragio che si è abbattuto sulla capitale, solo a Roma hanno operato duemila vigili: 1.500 del comando provinciale guidato da Guido Parisi, che ha lavorato fianco a fianco dei suoi uomini, cui si sono affiancati 500 vigili provenienti da altre direzioni regionali. I numeri del dispositivo di soccorso dimostrano sul campo l’operatività del Corpo: almeno 80 persone sono state tratte in salvo dai vigili del fuoco a Roma, migliaia gli interventi di messa in sicurezza di persone, abitazioni e scantinati allagati. A supporto e per operare nelle situazioni più gravi hanno lavorato senza sosta su Roma 5 elicotteri con a bordo personale addestrato ai recuperi più complessi, per monitorare in tempo reale la situazione, e 7 mezzi anfibi. Sono stati inviati, in supporto al comando provinciale di Roma, uomini e mezzi straordinari: sommozzatori, nuclei Saf (speleo alpino fluviali), soccorso acquatico e sezioni operative dalla Toscana, Umbria, Campania, Abruzzo, Marche, Emilia Romagna e Liguria. Come sempre in questi casi, disposto anche il raddoppio dei turni e il richiamo in servizio del personale dei vigili del fuoco liberi dal lavoro. Perfetta la sinergia con gli uomini della Marina e di altri enti per risolvere le criticità causate dalla pioggia. A Roma, scongiurato il rischio esondazione dopo l’allerta per la piena del Tevere, gli uomini del Corpo hanno letteralmente 'smontato', pezzo per pezzo, uno dei due barconi andati alla deriva sul fiume. I vigili del fuoco sono rimasti al lavoro senza sosta a ponte S. Angelo e, dopo ore e ore di paziente demolizione, hanno infine sgomberato le acque. L'intervento ha comportato l'utilizzo dell'autogru, dell'autoscala e di personale Saf che ha lavorato in sicurezza. Molte le operazioni per la messa in sicurezza di diversi siti allagati, portate a termine con le pompe idrovore dopo l'esondazione dell'Aniene. All'emergenza-piena sul Tevere ha fatto seguito “una risposta immediata da parte del dispositivo di intervento”, ha sottolineato il sottosegretario dell'Interno Francesco Nitto Palma. ‘’L'azione del direttore della protezione civile Guido Bertolaso è stata immediata e incisiva. In questa emergenza, da registrare la grande professionalità del Corpo dei vigili del fuoco. Alcuni di loro – ha osservato Nitto Palma – sono rimasti in servizio continuativo per 24 ore e nonostante questo hanno continuato a rispondere con grande generosità” alle innumerevoli richieste di aiuto giunte dai cittadini. Anche il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha ringraziato personalmente il questore e i comandanti provinciali 54dei carabinieri, della guardia di finanza e dei vigili del fuoco per lo straordinario impegno messo in campo per l'emergenza maltempo
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ASSOCIAZIONI
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associazione nazionale decorati al valore civile “nastro tricolore” è stata costituita nel 1958 ed è stata eretta in ente morale con DPR n.776 del 30 luglio 1966. La denominazione “nastro tricolore” deriva ovviamente dai colori nazionali del nastrino delle medaglie al valore civile, il cui conferimento è stato disciplinato dalla legge del 2 gennaio 1958, n. 13. Nei cinquanta anni di attività dell’associazione sono state organizzate numerose iniziative che vanno dall’assistenza ai decorati e ai loro familiari, alle proposte di intitolazione di strade e piazze ai caduti in servizio, e infine alla celebrazione annuale della “giornata del decorato” durante la quale si ricorda l’importante opera di quanti si sono sacrificati per il bene della collettività. Si sono succeduti numerosi presidenti che hanno caratterizzato con la loro personalità l’opera dell’associazione, che ultimamente aveva perso un pò di vivacità e smalto anche
Nastro Tricolore lavora da anni per celebrare e ricordare chi si è sacrificato per il bene della collettività e questo spirito la avvicina al mondo dei vigili del fuoco e alle loro attività di Guido Parisi
Mezzo secolo di pubblico onore a causa del temporaneo trasferimento della sede centrale, da Roma a Napoli. Con l’ultima assemblea generale dei soci, che nel passato
aveva raggiunto numeri elevati quasi duemila iscritti, si è deciso di dare nuovo slancio alle attività ricostituendo un consiglio nazionale che fosse caratterizzato da membri meno anzia-
ni e in parte rappresentativi di enti quali comandi provinciali dei vigili del fuoco che hanno ricevuto medaglie al valore civile. Sulla base di queste motivazioni il consiglio nazionale ha deliberato di onorarmi della presidenza dell’associazione. L’assemblea generale ha anche approvato la proposta di
PER LA PATRIA le RICOMPENSE al valor civile La Repubblica Italiana al fine di “premiare atti di eccezionale coraggio che manifestano preclara virtù civica e per segnalarne gli autori come degni di pubblico onore” compiuti da singoli cittadini o collettivamente da reparti militari, enti e corpi, ha normato con legge del 2 gennaio 1958, numero 13, le medaglie al valor civile. L’articolo 3 della legge 13 precisa che “le ricompense al valor civile sono concesse a coloro che compirono gli atti scientemente esponendo la propria vita a manifesto pericolo: per salvare persone esposte ad imminente e grave pericolo; per impedire o diminuire il danno di un grave disastro pubblico obiettivo sicurezza
o privato; per ristabilire l'ordine pubblico, ove fosse gravemente turbato, e per mantenere forza alla legge; per arrestare o partecipare all'arresto di malfattori; per il progresso della scienza o in genere per il bene dell'umanità; per tenere alti il nome ed il prestigio della Patria.” Le ricompense al valor civile sono determinate in relazione alle circostanze di tempo e di luogo, nelle quali l'azione è stata compiuta, ed agli effetti conseguiti. Le medaglie d'oro, d’argento e di bronzo al valor civile sono assegnate dal Presidente della Repubblica su proposta
del ministro dell’Interno; mentre l' “attestato di pubblica benemerenza” viene concesso dal ministro dell’Interno. “Quando i caratteri dell'atto coraggioso e la risonanza che questo ha suscitato nella pubblica opinione conclamino la opportunità della ricompensa non è necessaria” (articolo 8) la legge prevede che il Presidente della Repubblica proceda al riconoscimento senza la valutazione della prevista commissione.
far parte dell’istituenda fondazione “Obiettivo Sicurezza” promossa dal dipartimento dei vigili del fuoco con lo scopo di realizzare una più ampia conoscenza e divulgazione della sicurezza nei luoghi di lavoro e negli ambienti di vita, di favorire e sviluppare il rapporto tra i cittadini e le istituzioni impegnate in questo campo. La collaborazione con 'Obiettivo sicurezza' consentirà di avere anche due pagine sulla rivista dedicate alle attività e agli iscritti dell’associazione. Infine si è deciso di redigere un protocollo di intesa con l’associazione dei vigili del fuoco per condividere valori ed iniziative comuni, avendo anche deciso di redigere un regolamento concernente l’utilizzo e l’impiego del medagliere che partecipa a numerose manifestazioni militari e civili, organizzate dagli enti statali e locali, accompagnato dai rappresentanti degli organizzatori mentre si è ritenuto maggiormente significativo che la scorta sia effettuata dai rappresentanti dell’associazione dei vigili del fuoco presenti in tutte le province italiane.
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come difendersi
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Etna è il vulcano più alto e il più attivo d’Europa. Ha tutto il perimetro di base e parte dei pendii popolati da centri urbani. A soli 30 Km dal vulcano, si trova Catania, città di 350.00 abitanti. A memoria d’uomo, è uno dei vulcani più attivi del mondo. La storia ricorda almeno 150 eruzioni rilevanti registrate. A partire dal 693 a.c. tra le più sensibili si ricorda quella dei Monti Rossi del 1669. In quell’occasione una colata di quasi un miliardo di metri cubi raggiunse Catania spopolata per paura. La colata, deviata dalle mura cinquecentesche ha risparmiato il centro abitato ma ha seppellito, i 36 canali del fiume Amenano, colmato l’antico lago di Nicito e si è riversata in mare per circa 2.000 metri. Il porto fu invaso, la costa si trasformò, il centro urbano rimase circondato da una fumante pietraia. La città si spopolò; dei 20.000 abitanti ne rimasero appena 3000. La lava è materiale fuso molto denso e pastoso che proviene dal mantello, raggiunge la superficie, si spande e solidifica in rocce. La colata ha una modesta velocità di avanzamento e procede abbastanza lentamente, tanto da consentire ampi margini di tempo, sufficienti a evitare pericoli per la vita umana. La difesa dalle colate può essere affrontata con diversi sistemi. di Calogero Murgia Il più immediato è quello di evacuare gli occupanti dalla zona soggetta alla colata e di porre restrizioni, più o meno estese, all’uso del territorio. Un secondo modo di agire che potremmo definire strutturale, prevede più alternative di intervento che nel corso degli anni, con risultati variabili, sono state tutte praticate e sperimentate sull’Etna, con lo scopo di controllare la colata badando di non causare deviazioni come già successo nel 1669. Ad esempio la tecnica della rottura dei fianchi della colata fu utilizzata nell’intervento eseguito nel 1983 con l’ausilio di cariche esplosive. L’idea sostenuta dal prefetto Elveno Pastorelli, all’epoca capo del dipartimento della protezione civile, prevedeva di abbattere con cariche esplosive il costone di contenimento laterale della co-
Tra i più attivi al mondo, il vulcano ha da sempre impegnato gli operatori del soccorso nella ricerca di strategie e tecniche per limitare i pericoli e i danni dell’avanzata delle colate laviche
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Nella foto in alto a sinistra, schema del percorso seguito dalle colate laviche. Nel tondo, vigili del fuoco lottano per salvare un'abitazione
lata in un punto in cui il canale lavico scorreva soprelevato rispetto al terreno circostante. In quella occasione i vigili del fuoco, con immense difficoltà, si sono occupati di non far mai venire meno l’acqua occorrente a raffreddare i “fornelli” entro i quali con dispositivi ad aria compressa sarebbero state introdotte al momento opportune le cariche esplosive. Il trasporto dell’acqua in alta quota con autobotti “stradali” lungo le piste sterrate ha richiesto grande perizia, capacità e coraggio, specialmente quando si doveva scavalcare la colata attraversando il cielo della cavità dalla quale sgorgava la lava. L’esperimento, anche se ritenuto riuscito, non ha raggiunto effetti di rilievo. In quell’occasione, i vigili del fuoco per tutta la notte hanno cercato di far coagulare, con getti d’acqua, le sbavature di lava per salvaguardare il cantiere. Il ricorso dell’acqua può essere preso in considerazione solo quando le quantità di magma sono limitate a piccole sbavature; questo perché se la quantità di calore in gioco è rilevante, per essere abbassato, richiede quantità esorbitanti di acqua, impossibili da avere senza vicino bacino inesauribile. Nel 1992 si tentò un’altra via, quella delle dighe per contenere le colate. Militari e vigili del fuoco, con l’ausilio di pochi mezzi privati, hanno eretto un argine in terra di 30 metri di altezza destinato a contenere, all’interno della “Val Calanna”, la consistente quantità di lava che, debordava dalla “Valle del Bove”, da dove si sarebbe inesorabilmente diretta verso l’abitato di Zafferana. Lo scopo da raggiungere era essenzialmente quello di contenere per il maggior tempo possibile il mag-
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ma, sperando in un arresto dell’eruzione. L’argine ha assolto la sua piena funzione per oltre tre mesi, durante i quali la lava copiosa si è accumulata nel bacino artificialmente realizzato. Ma l’ 8 aprile 1992 un sottile braccio lavico ha superato il bordo ed ha iniziato ad alimentare una consistente colata in direzione del vicino abitato di Zafferana Etnea. Nel gennaio del 1992, per la prima volta al mondo, si è tentato con indiscutibile successo, di praticare una deviazione in prossimità del cratere. L’idea ispiratrice prevedeva di fare fluire la lava lungo un percorso parallelo a quello originario intervenendo con esplosivo all’altezza della frattura eruttiva costringendo la colata a ricominciare dall’origine il cammino verso valle. L’operazione poteva essere ripetuta più volte agendo in maniera che le nuove colate rimanessero sempre confinate all’interno della Valle del Bove. Con non poche difficoltà è stata spianata la zona intorno al cratere, preparato lo scavo di un profondo canale, predisposto le opere occorrenti al posizionamento dell’esplosivo. Grossi blocchi sono stati collocati vicino all’inizio di un ingrottamento con lo scopo di farli cadere nell’imboccatura e favorire l’interruzione dell’alimentazione del minaccioso braccio lavico. Per proteggere l’esplosivo dagli effetti del forte calore, si è dovuto coibentare il tratto di parete scarificata su cui andava collocato, con stuoie in lana di vetro continuamente bagnate dai vigili del fuoco che utilizzavano acqua trasportata dagli elicotteri della marina militare. L’esplosivo stesso (oltre 7.000 kg) è stato posto entro cassoni coibentati. L’operazione è perfettamente riuscita. La lava ha iniziato a sgorgare
copiosamente dalla breccia aperta sulla parete. Con una ruspa si è cominciato a sospingere i blocchi predisposti entro l’imbocco dell’ingrottamento riuscendo a bloccare l’alimentazione verso valle. Le successive eruzioni sono state costantemente accompagnate da esplosioni che impedivano di accostarsi alle bocche eruttive. La velocità di avanzamento della lava e la necessità di muovere grandi volumi di materiale, hanno reso necessario l’intervento di ditte non statali, assistite dai vigili del fuoco. Inizialmente si è cercato di bloccare l’avanzata della colata con argini posti ortogonalmente alla stessa. Lo scopo era quello che il fronte a contatto con la barriera potesse raffreddarsi aumentando di spessore, rafforzando così l’argine e spostandosi rispetto alla traiettoria originale seguendo la nuova direzione imposta. In effetti, la lava, piuttosto viscosa, è cresciuta in altezza superando agevolmente l’argine. Dopo l’iniziale insuccesso, gli argini successivi sono stati realizzati modificando integralmente la tecnica. Le nuove barriere dovevano “accompagnare” la colata, formando con la stessa un angolo inferiore a 20° in una zona in cui il declivio del terreno era tale da consentire la possibilità di espansione a ventaglio della colata. Contemporaneamente si è proceduto scavando un canale in maniera da utilizzare il materiale di scavo per innalzare gli argini e da costringere la colata a ridurre il proprio spessore, in maniera da impedire lo scavalcamento della barriera. Il sistema ha funzionato e si è riusciti a fronteggiare la situazione in occasione di successive distinte colate provenienti ogni volta da direzioni diverse costringendole a cambiare orientamento risparmiando le infrastrutture fondamentali per l’economia della gente che vive a Nicolosi.
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incombenza per gli uffici centrali del dipartimento dei vigili del fuoco di esaminare e quindi approvare i progetti di nuove costruzioni, ovvero di adattamenti di sedi di servizio in tutto il territorio nazionale, si basa sulle norme attuative del comma 2, art. 29 del d.lgs 8 marzo 2006. Quando vengono sottoposti progetti riguardanti nuove costruzioni, o ampliamenti, od anche modifiche di un certo impatto di sedi VVF, e questi sono stati redatti da soggetti esterni all’ufficio, siano essi, a loro volta, esterni od interni all’amministrazione, i lavori vengono tutti valutati secondo i principi informatori che regolano la stessa attività progettuale svolta all’interno dell'area sedi di servizio del dipartimento. Questi principi sono: il decoro, la sobrietà, l’uniformità e la ricerca della massima economia di gestione.
Le sedi dei vigili del fuoco come pensarle e come realizzarle
Il decoro e la sobrietà
Sono queste due categorie manifestamente attinenti a problemi di architettura, intesa nell’accezione più propria del termine. Basti ricordare che il continuo deposito di materiale edilizio su tutto il territorio nazionale effettuato da tutte le pubbliche amministrazioni in maniera diretta o indiretta, contribuisce ad un serio e continuo stravolgimento del territorio stesso, di cui si dovrebbe invece essere gelosi e sensibili custodi. Per quanto riguarda i VVF, ricordiamo che i nostri continui, imprescindibili e spesso eroici interventi di soccorso limitano i danni nell’immediato e dell’immediato; per altro verso, le operazioni edilizie svolte senza la necessaria tensione e la giusta competenza arrecano danni frequentemente enormi, per un tempo non precisamente valutabile ma mai inferiore a molti decenni, e talora tanto esteso da creare ferite irrever-
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La costruzione delle caserme dei vigili del fuoco su tutto il territorio è un impegno che richiede il rispetto delle norme e dei criteri di funzionalità insieme ai principi di sobrietà, decoro e uniformità di Giuseppe Del Brocco sibili. Tutto ciò premesso è ora molto chiaro come un’attività edilizia pubblica - pur sempre nei limiti delle capacità dei suoi interpreti - debba porsi tra i suoi principi cardinali, forse ancor prima delle contingenti preoccupazioni funzionali, quello di mantenere alte la tensione e la sensibilità culturale della consapevolezza di andare a collocarsi su un territorio che poi, come nel nostro caso, si dovrà presidiare
con il servizio d’istituto. Ed allora ecco acclarati i concetti di decoro e di sobrietà: aa decoro, testimonianza del rispetto del territorio messo in pratica attraverso gli strumenti dell’agire architettonico. Nel nostro caso ci sono due ulteriori sollecitazioni: trattasi di opere pubbliche, trattasi di opere dello Stato, che lo rappresenteranno in prima persona ed in una del-
le sue attività più nobili ed amate; aa sobrietà, cura del prodotto secondo approcci formali e scelte che sappiano sfidare il tempo e le mode, proponendo linee, finiture e materiali semplici e forti, che non indugino ad una sfarzosità effimera, auto referenziale, dispendiosa ed assolutamente diseducativa dal punto di vista del segnale che offre di sé. obiettivo sicurezza
Nella foto a sinistra, progetto per la sede dei vigili del fuoco di Fermo. Sotto, schizzi preparatori ai progetti per la realizzazione di nuove sedi
Una proposta onesta - certamente non si pretendono capolavori - deve poter sapientemente miscelare questi due ingredienti. Si dà per scontato che l’equilibrio è sempre molto difficile da raggiungere. L’uniformità
Per quanto riguarda l’uniformità, la lunga esperienza maturata ha fatto registrare che spesso le specialissime particolarità dei propri territori vengono esaltate nella speranza di ricevere attenzioni assolutamente eccezionali da parte degli uffici centrali; Lo sforzo che dal centro deve essere fatto è nel saper gestire le giuste differenze, nel valorizzare le diverse ed effettive esigenze e nel saper cogliere i preziosi suggerimenti che possono provenire da chiunque (che son pochi, per la verità, ma pur ci sono). Due ulteriori appunti, rispetto all’uniformità: il dinamismo sociale e l’inerzia edilizia. aa Il dinamismo sociale. Sappiamo tutti che le esigenze, le aspettative, le norme ver-ticali ma anche le regolamentazioni interne che hanno diretta influenza sugli aspetti edilizi cambiano di continuo. Questi fenomeni non sempre hanno riverberi ampliativi, come sulle prime si potrebbe immaginare. Per esempio, in pochi anni è aumentata a dismisura la quantità e la qualità di spazi, diretti ed accessori, che sono pretesi dall’attività di ristorazione collocata all’interno dei presidi. In molti casi il loro peso (anche di gestione) è stato giudicato talmente rilevante ed insostenibile che alla fine s’è letteralmente azzerato: si è stimato assai meno problematico, per tutti, distribuire i ticket. obiettivo sicurezza
aa L’inerzia edilizia . Tutti noi ben sappiamo come un conto sia promulgare una norma, o una disposizione, ed un altro registrarne l’applicazione immediata. E questa pesante inerzia, appunto, alle nostre calde latitudini è immediatamente e perfettamente rilevabile nei comportamenti, dove, per mera logica non dovrebbe proprio esistere. Ora, se è così per i comportamenti, come può, quest’inerzia, essere eludibile nei fatti edilizi? Perciò, da un lato invariabilmente rileviamo nel costruito la testimonianza spaziale di tendenze superate, e dall’altro sperimentiamo come le nuove disposizioni richiedano un certo quantitativo di tempo e di risorse per essere, per così dire, murate. Concludiamo su questo punto chiarendo meglio un concetto già sfiorato dianzi. Uno dei compiti non secondari degli uffici centrali è senz’altro quello di mettere a disposizione risorse molto simili e confrontabili per esigenze appunto molto simili e confrontabili. Da questo discende che, in linea di principio, ad un ipotetico (ed auspicabile) benefattore che volesse letteralmente regalarci una caserma dovremmo - assai garbatamente - suggerire di non andare fuori bersaglio con
le quantità e le qualità, proprio per non creare difformità e sbilanciamenti, sempre forieri di grandi turbative e di venirci magari a trovare, per conoscere lo stato dell’arte circa gli standard in uso al momento, in relazione all’obiettivo da raggiungere. L’economia di gestione
Con ogni evidenza questo è ora più che mai uno dei punti più delicati, e non ci dovrebbe essere proprio bisogno di aggiungere altro. Occorre però osservare che talvolta non si pensa sufficientemente e sin dal principio alle implicazioni economiche che talune scelte implicano. Ricordiamo alcuni fatti ricorrenti. È comprensibile desiderare (ma
non pretendere) un confort elevato in ogni remoto angolo delle nostre caserme; è però compito, meglio, obbligo del pianificatore il posizionarsi esclusivamente su quanto imposto irrevocabilmente dalle leggi. È comprensibile desiderare ampi spazi per ogni funzione, per procacciarsi riserve di superficie infinite per ogni attività presente e futura: ma anche qui occorre concentrarsi sul fatto che il costo dei fatti edilizi non risiede tanto nella predisposizione degli spazi (che, come detto, al limite possono essere anche letteralmente regalati all’Amministrazione), ma nella loro gestione (illuminazione, pulizia, comfort termoigrometrico, arredi), nella loro manutenzione nel tempo e nella loro cura amministrativa. Al riguardo, e sia detto di passaggio, alla grande scala dobbiamo proprio sperare in una gestione futura veramente dinamica del Demanio, che si costituisca come una vera e propria banca dei beni immobili e che quindi sappia oculatamente e rapidamente darli e prenderli. In altre parole, che sia in grado di gestire con sapiente vivacità le risorse infrastrutturali del Paese.
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inaugurazione elicotteristi
il ferito, secondo le moderne tecniche di primo soccorso, per trarre in salvo il malcapitato, la sinergia con il 118, il trasporto d’urgenza in ospedale. Poi un’autovettura è stata incendiata ed ecco il brivido della sirena, l’arrivo dei soccorritori, l’incitamento dei bambini accorsi numerosi dalle vicine scuole, per salutare l’ennesimo intervento (anche se solo simulato!) dei vigili del fuoco, che domano le pericolose fiamme e fumo nero che fuoriesce dalla vettura.
Un nuovo distaccamento a Roma: Monte Mario Taglio del nastro per la sede intitolata al vigile del fuoco Paolo Martinelli di Giorgio Orfino
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ono trascorsi diversi giorni a Monte Mario da quando all’attività di soccorso si è affiancata la frenetica e straordinaria alternanza di colleghi impegnati nei preparativi per la festa di inaugurazione della nuova sede del distaccamento dei vigili del fuoco. E’ un susseguirsi di prove degli esercizi professionali e dei lavori per l’allestimento. L’elevato numero di interventi svolti dalla sede di Monte Mario, oltre i 3.500 l’anno, una media di 10 interventi al giorno, difficilmente permette al personale operativo di essere in sede. Ma questa volta non è così e il capo reparto Mario Fiata, responsabile del distaccamento, si trova coinobiettivo sicurezza
volto nel turbinoso svolgersi dei preparativi per la manifestazione. C’è un motivo in più per essere emozionati, per-
ché la nuova sede verrà intitolata al capo reparto Paolo Martinelli, scomparso il 19 giugno del 2000 in un incidente in elicottero durante un intervento di ricerca a due dispersi sul Monte Gennaro nella provincia di Roma. Il comando di Roma con il personale di tutti gli uffici sono impegnati nel maquillage della sede, che deve essere pronta al meglio per il 26 di settembre. Si inizia al mattino con la Santa Messa in suffragio delle vittime del lavoro, ed in particolare per il capo reparto Paolo Martinelli. Celebrazione partecipata, silenziosa, non priva di lacrime di commozione al momento di ricordare i motivi del suffragio, che sottolinea ancora viva la lacerazione per la mancanza di un caro e stimato collega. Presenti alla cerimonia
assieme al comandante dei vigili del fuoco di Roma Guido Parisi, il prefetto Carlo Mosca e l’assessore alle
politiche della sicurezza e protezione civile della provincia, Ezio Paluzzi. Un busto in bronzo è ancorato alla parete del centralino della nuova costruzione, a significare la voglia di partecipare all’azione di soccorso, quasi a protezione di chi vive all’insegna dell’intervento. Spazi proporzionati alle funzioni di soccorso, attesa, ricovero mezzi ed attrezzature, anche se i magazzini non bastano mai. Aule didattiche, spazi per l’addestramento, mensa e zone relax, completano le funzioni del nuovo distaccamento. La cortina color nocciola chiaro, le ampie finestre, il tetto rosso, definiscono l’attuale dell’archetipo del distaccamento dei vigili del fuoco. Bandiere che assecondano il vento teso di fine estate, in una giornata particolarmente tersa. Al termine della Messa si procede con il “saggio”. La “scala romana” che cresce nel cielo con la perizia e la passione di un manipolo di operatori, diretti dai capI reparto Massimo Tocci e Piergustavo Lazzari. Nel frattempo si simula un incidente con due autovetture. L’estrazione di un collega che simula
Scroscio di applausi e prosegue la manifestazione professionale SAF (speleo-alpino-fluviale) in cui una teleferica mette in sicurezza un malcapitato manichino. Il saggio professionale si conclude con lo sventolare del tricolore da parte del vigile che ha montato la “cimetta” alla scala romana, su i suoi trenta metri abbondanti nel vuoto. “Ora tocca a voi” dice lo speaker della manifestazione, rivolto ai bambini. “Dopo aver visto cosa fanno i vigili provate a cimentarvi con il telo da salto!” Un’ASA (automezzo per il soccorso aeroportuale) consente ai quasi 250 bambini intervenuti, di saltare dall’alto nel telo gonfiabile, tra lo sguardo preoccupato delle maestre e quello entusiasta dei bambini che non aspettavano altro che provare il brivido di giocare al piccolo pompiere. Una manifestazione sportiva dimostrativa, inaugura il campo da tennis appena risistemato ad opera del personale del comando. Un veloce scambio di tiri ad opera dei giovani della vicina scuola tennis dà l’inizio al primo torneo Paolo Martinelli. C’è proprio tutto. La giornata di festa volge al termine. Grande soddisfazione per la cerimonia, che è stata anche un’occasione per far conoscere un po’ meglio i vigili del fuoco ed il loro lavoro. La città di Roma può far sfoggio del suo nuovo distaccamento, un sicuro aiuto per migliorare la protezione del territorio.
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ronto? Buongiorno, siamo i vigili del fuoco: volete aiutare il nostro lavoro, sottoscrivendo un abbonamento con la nostra rivista ufficiale?”. Non è nuova, ma è sempre attuale la truffa che corre sul filo del telefono per falsi abbonamenti alla riviste dei Corpi dello Stato. Si stima che l’affare frutti ogni anno oltre un milione di euro. E l’illecito non riguarda solo la violazione della privacy o fastidiose chiamate che passano subito dal tono gentile al ‘molto persuasivo’, ma vere e proprie intimidazioni rivolte a privati e imprese allo scopo di far sottoscrivere abbonamenti a sedicenti pubblicazioni ufficiali di questo o quel Corpo dello Stato. Non di rado la richiesta fatta alle aziende è condita da un altro ingrediente più o meno mescolato nella conversazione: la minaccia di ispezioni sul luogo di lavoro o comunque di accertamenti che in caso di ‘no grazie’ potrebbero scattare quasi come rivalsa. un giro d'affari enorme
Negli ultimi anni il giro dei falsi abbonamenti alle riviste delle forze dell’ordine in Italia ha conosciuto un incremento esponenziale. A spiegarlo è il colonnello Fabrizio Carrarini, capo ufficio economia e sicurezza del comando generale della guardia di finanza, III reparto operazioni: “Il fenomeno dei falsi appartenenti al Corpo e all’amministrazione finanziaria registra, ancora oggi, “punte” di costante presenza in varie regioni d’Italia. L’attività illecita conosce un’ampia tipologia di modalità operative, tutte comunque connotate dall’intendimento, da parte del soggetto attivo,
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Sempre più frequenti le truffe ai danni delle riviste istituzionali. Secondo gli investigatori avvengono per lo più tramite telefonate a casa di Alessandra Cortile
False riviste? No, grazie di realizzare: indebiti profitti monetari, con la promessa di sanare situazioni fiscali irregolari ovvero con la minaccia di provocare controlli in tale direzione; incrementi nelle vendite di riviste pseudospecializzate di corpi appartenenti allo Stato”. In questo campo, rimarca il colonnello della Gdf, un’immediata informazione può in molti casi contribuire ad orientare concretamente le indagini “su un fenomeno le cui manifestazioni provocano forte disorientamento nelle parti lese” e spesso possono ingiusta-
mente screditare l’immagine dei Corpi, dalla polizia alla guardia di finanza, dai carabinieri ai vigili del fuoco.
quelle per illecito amministrativo. Nel 2008 i denunciati a piede libero sono già 37; le denunce contro ignoti 24. Lo scorso 8 settembre, ad esemI dati della Guardia di pio, la guardia di finanza di Finanza relativi a questo Udine ha individuato un vero giro di illeciti parlano chia- e proprio “call center” da dove ro: nel 2007 i soggetti verba- venivano contattati miglializzati sono stati 91; nel 2008, ia di imprenditori, artigiani e il rilevamento è del 30 ot- professionisti, residenti in tuttobre, 61. Nel 2007 le perso- te le regioni della penisola. Da ne arrestate sono state 4; 38 i Udine veniva proposta la vendenunciati a piede libero, 44 dita di riviste falsamente atle denunce contro ignoti, 5 tribuite a guardia di finanza, vigili del fuoco, polizia, carabinieri, protezione civile, mettendo in piedi un sistema che nell'arco di dieci mesi era riuscito a contattare in tutt'Italia ben 400 mila persone e a far sottoscrivere gli abbonamenti di riviste che nulla avevano a che vedere con quelle ufficiali a qualcosa come 24 mila persone, incamerando oltre un milione di euro. Secondo gli investigatori il
più delle volte si tratta di riviste di scarsissimo valore, non commercializzate nei circuiti obiettivo sicurezza
A sinistra, in alto, gli ultimi due numeri della rivista dei vigili del fuoco "obiettivo sicurezza" e, in basso a sinistra, due numeri degli anni 40. Qui sotto, il colonnello della guardia di finanza Fabrizio Carrarini
tradizionali ma solo tramite telefonate a casa, il cui contenuto è spesso datato o scaricato dal web. L’esborso medio di questi abbonamenti si aggira attorno ai 120 euro e può toccare anche i 220 euro. E quasi sempre l'abbonamento si conclude con la spedizione, tramite poste o corriere, di un solo numero. E se spesso invece del mensile o bimestrale si propone di comprare ‘ufficialmente’ un libro o un’altra pubblicazione riguardante il singolo Corpo, manco a dirlo sempre dietro pagamento di euro sonanti da parte del contribuente ‘invitato’ alla sottoscrizione, anche in questo caso la truffa è dietro l’angolo. La parola d’ordine è: verificare sempre la fonte, poi farsi mandare un
prospetto di adesione per iscritto, infine girare la lettera agli uffici di competenza dei rispettivi Corpi. Mai dire subito ‘sì’ al telefono e men che mai indicare i riferimenobiettivo sicurezza
ti della propria carta di credito. Le forze dell’ordine in più occasioni hanno ricordato ai cittadini che nessun Corpo vende le proprie riviste né con il porta a porta, né con il contrassegno, né attraverso call center e conseguenti telefonate a casa. Su questo punto, per aver chiaro le modalità di abbonamento, è opportuno visitare i siti internet dei rispettivi Corpi o chiamare i numeri di emergenza per qualsiasi dubbio. Il 2 luglio 2007, l’allora vice ministro dell’Interno Marco Minniti, rispondendo a un’interrogazione sul fiorente fenomeno delle false riviste delle forze dell’ordine, spiegava che i Corpi dello Stato “hanno attivato una serie di cautele ed attività informative per prevenire ulteriori episodi del genere”. In quell’occasione, il Viminale ricordava anche che i periodici editi direttamente dai Corpi sono il mensile ufficiale della polizia di Stato ‘Polizia Moderna’, la trimestrale ‘rivista della guardia di finanza’, la rivista della ‘scuola ufficiali carabinieri rassegna dell'Arma’, cui vanno aggiunte le pubblicazioni degli enti editoriali collegati ‘Il Carabiniere’ (edito dall'ente editoriale per l'Arma dei carabinieri), ‘Il Finanziere’ e ‘Panorama tributario e professionale’ (editi dall'ente editoriale per il Corpo della guardia di finanza). Mentre l’unica pubblicazione ufficiale del dipartimento dei vigili del fuoco è la rivista ‘Obiettivo sicurezza’. Gli abbonamenti a tali riviste seguono i canali tradizionali ufficiali e non vengono proposti né telefonicamente, né attraverso socie-
Le forze dell'ordine ricordano che mai nessun Corpo vende le riviste tramite il porta a porta o telefonate tà esterne, né tantomeno attraverso vendite a domicilio. Per ricevere le pubblicazioni è quindi necessario rivolgersi ai Comandi generali o agli enti editoriali collegati oppure sottoscrivere un abbonamento tramite la modulistica ed i link a tal fine predisposti sui siti web istituzionali. “Per contrastare il fenomeno – sottolineava Minniti - oltre a richiamare periodicamente l'attenzione delle questure sul problema, il dipartimento della pubblica sicurezza ha dato impulso ad interventi preventivi attraverso mirate iniziative di informazione
verso i cittadini, condotte in collaborazione con gli organi di stampa, ed in particolare con i giornali a diffusione locale”. Anche l'Arma dei carabinieri, ritenendosi danneggiata dal fenomeno, ha assunto varie iniziative di tutela e prevenzione. In particolare, ha interessato l'avvocatura dello Stato per un'azione civile contro gli editori che sfruttano a fini pubblicitari l'assonanza delle loro testate con il nome dell'istituzione ed ha inoltre sensibilizzato l'ABI, l'ANCI ed il ministero dell'Istruzione per chiarire a banche, comuni e scuole, fra i più frequenti destinatari delle offerte di abbonamento, quali siano invece le pubblicazioni realmente riconducibili all'Arma. Quanto alla guardia di finanza, anch'essa ha promosso, nel tempo, opportune iniziative informative sui media, sia attraverso i consigli dispensati da ufficiali ed ispettori del Corpo in occasione di alcune puntate della trasmissione televisiva di Rete4 ‘Vivere meglio’, sia attraverso le edizioni del notiziario della guardia di finanza in onda sul canale televisivo digitale terrestre Rai Utile. Insomma, se sentite dall’altra parte del telefono qualcuno proporvi a nome e per conto dei vigili del fuoco un abbonamento a ‘Obiettivo sicurezza’, la nostra rivista ufficiale, prendete gli estremi del ‘richiedente’ (privato o società che sia) e inviate subito una segnalazione all’ufficio di comunicazione esterna dei vigili del fuoco (numeri e indirizzo li trovate sul sito ufficiale dei vigili del fuoco). Lì hanno una risposta anche per questo.
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periscopio
Navigando online nel mondo dei Vigili del Fuoco
www.quarta.cl/. Ancora novità navigando in Rete alla scoperta dei vigili del fuoco. Una galassia web fatta di incontri, esperienze, video di interventi e tanto coraggio. Un esempio? Il motto è ‘La fiamma sublima l’anima’: è la Quarta Compagnia di Pompieri ‘Umberto Primo’ di Talcahuano (Cile), fondata nel lontano 7 luglio 1901. dall’home page ai vari link scoprirete radici italiane negli uomini che ogni giorno lottano e rischiano seguendo l’esempio di Alfredo Anziani, il ‘Primer Capitàn’
www.wilshirethefiredog.org/ Nell’universo californiano dei vigili del fuoco, conoscerete anche Wilshire, il ‘Fire Dog’. Nel marzo 2006 una bimba bussò alla caserma dei vigili: non poteva più tenere il suo cucciolo di dalmata perché l’appartamento dove viveva era troppo piccolo. Voleva che i vigili, i suoi eroi, si prendessero cura del fedele amico. Da allora il simpatico dalmata pompiere abita lì, insegnando ai bambini di tutte le età alcune norme della sicurezza antincendio. La fotogallery mostra in azione il vigile del fuoco a quattro zampe
www.ville-ge.ch/geneve/sis/index.html Ricco di spunti anche il sito dei vigili del fuoco di Ginevra, che presenta la ‘Guida arancio’. L’opera, giunta ormai alla quarta edizione, ha dimostrato sul campo la propria efficacia come manuale che aiuta a gestire le situazioni nei vari incidenti. Spettacolare la galleria degli interventi speciali
www.lafd.org/ Sarà sempre ripagato con notizie e curiosità il click al sito del Los Angeles Fire Department, puntualmente prodigo di consigli che vanno dalla prevenzione degli incendi alle misure di sicurezza per la festa di Halloween. La fotogallery documenta gli interventi dei vigili del fuoco mentre un tuffo nella storia è assicurato con il living history at the LAFD Museum
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www.pompieriticino.ch/ Per gli appassionati delle divise, ecco quelle dei vigili cantonali del Ticino. La tradizionale tenuta rossa, che ha caratterizzato i vigili del fuoco di montagna fin dagli anni Settanta, è stata sostituita da un nuovo abbigliamento di intervento in Kermel, una fibra destinata agli indumenti di protezione contro il fuoco e le temperature elevate
www.vvfbroni.it/Home.html Se poi amate gli amarcord, non vi dispiacerà navigare coi ricordi sulle note della canzone ‘I pompieri di Viggiù’, che incita all’azione
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estero stati uniti
L’
invito ricevuto e accolto dal dipartimento dei vigili del fuoco mi ha portato alla conferenza “Global Fire Conference” organizzata dagli Underwriters Laboratories di Chicago e di Washington dal 20 al 26 settembre. E’ stato un momento di confronto a livello mondiale tra gli operatori del soccorso, in prevalenza vigili del fuoco dei vari paesi e gli attori della prevenzione incendi intesi sia come responsabili dei processi autorizzativi, che come altre parti in causa nelle attività di sperimentazione e certificazione dei prodotti antincendio. La natura dell’ente organizzatore, ente di normazione, prova e certificazione, non ha portato ad alcun sbilanciamento nel peso degli argomenti della conferenza, che anzi si è configurata di fatto come una panoramica più estesa sulla natura dei servizi antincendio in Nord America. Gli Underwriters Laboratories, oltre alla consolidata presenza nella zona nord americana (U.S.A. e Canada) hanno relazioni più intense con paesi extra-europei dell’estremo oriente, come Cina e India, che con il vecchio continente. Più di un centinaio i delegati di tutti i continenti, Oceania esclusa , con i più diversificati background. Assenti i rappresentanti dei paesi ex-socialisti. L’Europa era presente con l’Italia, i vigili di Parigi e del comando di Francoforte. E’ stato un piacere poter avere conferma, dal reciproco confronto, non solo delle positive peculiarità dei vigili del fuoco italiani, membri di un Corpo nazionale in tutte le sue funzioni, tradizioni e nella missione, ma soprattutto come organismo in cui le due attività istituzionali di soccorso tecnico e di prevenzione incendi hanno un livello di sovrapposizione pressoché totale, dal momento che lo stesso personale opera in entrambi i settori. Negli altri Paesi rappresentati, invece, sussiste una pressoché totale differenziazione delle due attività. I lavori della conferenza sono iniziati con una seduta dalla società di ingegneria RJA Group, leader mondiale nella costruzione di edifici di grande altezza. La locuzione nello specifico fa riferimento ad altezze di oltre 400 metri, assolutamente aliene dal contesto italiano.
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Sicurezza negli edifici di grande altezza nelle metropoli e la formazione degli operatori antincendio. Questi sono solo alcuni dei temi affrontati in un incontro promosso dagli “Underwriters Laboratories”, organismo certificatore e formatore degli Stati Uniti di Marcello Serpieri
Le novità dai laboratori americani Acclarata tale estraneità, rimangono come elementi di valutazione di costruzioni elevate, che possano essere erette nel nostro Paese, le tematiche relative alla progettazione dei sistemi di evacuazione di simili edifici, non solo per il caso di incendio, ma anche per ogni altra situazione di crisi. Ad esempio black-out energetici e interruzioni di servizi di condizionamento negli edifici a grande altezza siti nei paesi del Golfo Persico, nella Penisola Arabica: qui l’assenza
di aria condizionata si traduce per gli occupanti nell’essere inseriti in un cilindro di vetro a temperature tropicali, con le conseguenze immaginabili per gli anziani o chiunque altro con limiti fisici. L’orientamento innovativo manifestato per questa ed altre simili situazioni è stato quello di non proseguire nella ricerca di sistemi di ascensore sempre più performanti, ma nell’introdurre percorsi verticali non continui su tutto lo sviluppo verticale dell’edificio, attraverso obiettivo sicurezza
chi sono underwriters laboratories
la creazione di piani di sbarco intermedi che fungano da discontinuità nei percorsi dei fumi attraverso canali verticali sviluppatesi su tutta la altezza dell’edificio , ovvero , introducendo ai fini della sicurezza antincendio, filtri in corrispondenza alle discontinuità introdotte. Un'altra sessione, ad argomento "soccorso nelle grandi metropoli", è stata organizzata dall'associazione industriale locale 'Chicago Council for Global Affairs'. L’argomento, infatti, è di interesse precipuo per la città di Chicago che intende candidarsi per future olimpiadi. Relatori invitati sono stati il responsabile per i servizi antincendio dell’amministrazione cittadina di New York, il comandante di Mumbai-Stato di Maharastra, il comandante di San Paolo del Brasile, la responsabile dei servizi di sicurezza della città di Johannesburg (prossima sede dei mondiali di calcio) ed il comandante dei vigili del fuoco di Parigi. Pur nei limiti della trattazione di tematiche così complesse, l’intervento del comandante francese ha posto l’accento su una diversa impostazione del servizio di sicurezza a seconda del contesto sociale in cui si svolge il servizio: “in obiettivo sicurezza
Gli Underwriters Laboratories, (UL) sono stati fondati nel 1893 a Chicago. Al tempo la città si preparava all’expo mondiale del 1894, e, nello spirito dell’epoca, intendeva porsi come vetrina ad alto livello degli sviluppi della rivoluzione industriale degli USA. La città si dotava dei primi impianti elettrici per edilizia civile esponendosi però a numerosi incendi legati alla primordialità tecnica di tali impianti. Nonostante la presenza di una cultura finanziaria dell’ assicurazione del rischio, già consolidata negli USA, il mondo delle assicurazioni non era pronto a fornire i servizi richiesti per il “nuovo” rischio elettrico. Un gruppo di laboratori si riunì sotto la sigla “UL” per coprire il ruolo mancante di organismo certificatore e normatore nel settore. Allo stato attuale la tematica “incendio” copre grosso modo il 10% della intera attività di UL, il resto riguarda i settori elettrici , del gas, energetici e della security, sia in ambito civile che industriale. Lo statuto degli UL prevede la tutela dell’interesse collettivo e il non fine di lucro. Gli UL agiscono spesso su incarico militare e governativo, nella produzione di standard, soprattutto nel settore della “security”. Negli ultimi tempi si è assistito ad un forte incremento di attività su commessa del governo federale relativa ai sistemi biometrici negli aeroporti. Pur non essendoci un pronunciamento legislativo di livello federale, la dimostrazione della corretta applicazione degli standards UL in ambito forense statunitense è forte pregiudizio positivo per la dimostrazione di soddisfacimento dello Stato dell’Arte nella progettazione e esecuzione di opere. Spesso gli standard UL sono esplicitamente richiamati da altre norme di carattere obbligatorio del Governo.
Europa – ha detto - il dialogo relativo all’organizzazione del soccorso con le parti in causa di diritto privato non ha l’intensità riscontrata nel Nord America, perché si ha come interlocutore un’opinione pubblica estremamente esigente nei confronti dell’autorità preposta, cui la popolazione rivolge in forma esclusiva le proprie istanze di sicurezza”. Nelle giornate trascorse a Washington , la conferenza è stata ospite della National Fire Academy, accademia nazionale antincendio, istituita dal Governo Federale, in Emmitsburg, Maryland. La creazione di un'accademia nazionale da parte del dipartimento di sicurezza nazionale, costituisce attestazione del significativo impegno del Governo Federale per la creazione di una comunità di operatori antincendio, pur all’interno dell’assetto costituzionale USA che limita fortemente le capacità del Governo Centrale di regolare quanto afferente alla sicurezza tecnica dei cittadini. L’accademia si pone dunque come strumento di formazione a partecipazione assolutamente volontaria per tutti i dipartimenti municipali del Paese, comunque nell’ottica di fornire piani di formazione comuni. Interessante è stato osservare la cura posta ai sistemi di verifica. I corsi sono stati infatti presentati non solo come altamente selettivi, ma anche come momenti di collaborazione continuativa ed aperta con i dipartimenti che inviano propri discenti. L’accademia e i dipartimenti municipali si scambiano infatti, a distanza di un anno ed anche oltre dal termine dei corsi, informazioni sul miglioramento delle condizioni di lavoro e delle competenze acquisite sul campo dagli operatori che sono stati qualificati. Significative le molte attività di indagine e di statistica sulle attività antincendio nell’intero continente. Alta è parsa inoltre l'attenzione allo studio degli aspetti di sicurezza ed igiene del lavoro proprie dei vigili del fuoco, attenzione peraltro dovuta in quanto i tassi di infortunio e morte sul lavoro dei soccorritori negli Usa sono assolutamente superiori a quelli riscontrati in Europa.
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attraverso la storia
1939, nasce il corpo dei vigili del fuoco L
a grande famiglia italiana dei vigili del fuoco è una delle poche al mondo a poter vantare un’organizzazione di tipo nazionale. Ma come è nata? E perché? Spesso viene indicato come anno di nascita il 1941, per l’entrata in guerra dell’Italia, ma il Corpo nazionale è di concezione prebellica. Agli inizi del 1900 i servizi antincendi italiani si basavano sui singoli corpi di “Civici Pompieri” diffusi principalmente al centro nord ed in misura di gran lunga minore nel mezzogiorno. I corpi delle grandi città erano spesso di tipo “permanente” mentre nel resto del paese erano costituiti su base volontaria. Lavoravano tra mille problemi a causa delle difficoltà delle amministrazioni comunali nel mantenerli e sostenerli. Quasi tutti quelli di “provincia” erano, ancora negli anni ’30, mu-
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Come e perché prese forma a livello nazionale uno tra i più importanti corpi dello stato di Alessandro Mella e Alessandro Fiorillo
niti d’anacronistiche pompe a mano, salvo casi rari e sporadici. Solo il grande impegno del personale permise comunque, seppur tra mille difficoltà, di continuare a prestare opera di soccorso alle popolazioni. Talvolta si aveva la necessità di inviare i corpi permanenti delle grandi città in provincia, ma spesso, a causa delle differenze di attrezzature, insorgevano grossi problemi. Bastavano tubazioni di diametro differente per rendere difficoltoso un intervento. In questo clima nel 1908 si svolsero i soccorsi, lunghi e difficili, durante il
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attraverso la storia
jhpagina precedente:
in alto, civici pompieri del Corpo di La Spezia. In basso, elmo milanese di metà ottocento
In alto, una delle prime autompe antincendio motorizzate. Sopra, pompieri del corpo di Genova. A fianco, il prefetto Giombini, Napoli, 1942
terremoto Calabro Siculo che dimostrò l’inadeguatezza dei corpi comunali privi di un ente in grado di guidarne l’azione collettiva in caso di calamità. Furono proprio queste problematiche, legate all’eterogeneità del servizio, a far nascere un movimento d’opinione che sosteneva la necessità di creare un organo centrale in grado di garantire il soccorso tecnico urgente e la difesa civile come solo i vigili del fuoco sanno ed hanno saputo fare. In questo senso fu costituita nel 1910, con Regio Decreto, un’apposita commissione per affrontare la questione. Il primo grande passo si otten-
ne quando i comandanti dei Corpi delle grandi città, si riunirono a Napoli nel 1935 per gettare le basi del nascente “Corpo Nazionale Pompieri” costituito da corpi provinciali (legge 2472 del 10 ottobre 1935). Essi, pieni d’entusiasmo e volontà, si resero artefici di un’opera straordinaria per il nostro paese. I vigili del fuoco della città capoluogo, assunsero il controllo di quelli
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della relativa provincia. Rispondevano quindi all’ispettorato centrale pompieri che, d’intesa con la federazione tecnica pompieri d’Italia (benemerita istituzione che tanto si era prodigata per uniformare i pompieri italiani e standardizzarli), introdusse la prima uniforme nazionale in panno blu. Il corpo cambiò nome nel 1938, quando la legge 1021 abolì la parola “Pompiere” d’origine francese in favore di “Vigile del Fuoco”, in memoria dei Vigiles dell’antica Roma a cui il fascismo spesso si ispirava. Un po’ quindi per valorizzare il nascente corpo, ed un pò in favore dell’autarchia culturale il vecchio francesismo spesso motivo di battute di spirito venne messo da parte. Ma fu con il Regio Decreto 333 del 1939 che finalmente prese vita il Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Suo creatore fu il prefetto Alberto Giombini, uomo di grande intelligenza e lungimiranza. Fu lui che, con l’apporto dei giovani ufficiali e comandanti entusiasti, mise in piedi un’organiz-
zazione che ancora oggi mantiene degli standard di efficienza piuttosto alti. La neonata Direzione generale dei servizi antincendi, prese il coordinamento dei Corpi provinciali numerati in ordine alfabetico e muniti di un proprio motto. Grazie alla cassa sovvenzioni antincendi fu possibile dotare in tempi celeri tutti i corpi d’Italia di un rinnovato parco mezzi, di nuove attrezzature e materiali, di nuove sedi e d’ogni necessità portando anche al sud l’eccezionale organizzazione ponendo fine alle grandi disparità del passato. I tempi delle ristrettezze dei comuni erano finalmente finiti, tra l’entusiasmo generale del personale permanente e di
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In alto, la copertina del libro di A.Mella. Nel box, elmi in dotazione ai vigili tra ottocento e primi anni del novecento e un fregio da copricapo. In basso, vigile del fuoco sull'attenti.
storie d'appartenenza il nuovo libro di alessandro mella
Uniformi e distintivi dei Vigili del fuoco 1900-1945
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l nuovo lavoro di Alessandro Mella offre una panoramica precisa ed esauriente sull’evoluzione dei servizi antincendi in Italia, con particolare attenzione alle uniformi e ai distintivi dei vigili del fuoco dal 1900, epoca in cui i pompieri erano ancora organizzati su base comunale, fino al 1965, quando già il Corpo nazionale dei vigili del fuoco era operativo da più di vent’anni (la sua fondazione si concretizzò grazie ai passaggi legislativi del 1939, con il RD n. 333, e del 27 dicembre 1941, con la legge 1570). Le ricerche di Mella gettano nuova luce anche sull’organizzazione gerarchica del Corpo negli anni compresi tra il 1938 e il 1945, sulla distinzione tra ruoli permanenti, ruoli transitori e volontari, e sugli aspetti fino ad oggi poco indagati relativi all’organizzazione del Corpo nei territori della Repubblica obiettivo sicurezza
di Salò. Viene inoltre riportata la tabella completa dei Corpi provinciali dei vigili del fuoco dal 1939 al 1961, comprensiva del numero progressivo assegnato ad ogni corpo con il relativo motto in latino. Naturalmente, come si evince dal titolo, grande attenzione è dedicata all’approfondimento delle uniformi e delle vestizioni dei pompieri, sia nel periodo comunale che negli anni del Corpo nazionale. Ogni capitolo e paragrafo è corredato di bellissime foto che attraverso l’immagine rendono più completa e comprensibile la natura della ricerca, e mostrano al lettore la variegata realtà delle uniformi, delle tenute da fatica e da lavoro, delle giubbe e mantelline, dei berretti e copricapi, nonché degli elmi e bustine in dotazione ai vari Corpi dei civici pompieri. Realizzato anche grazie al contributo di diversi appassionati e
quello volontario finalmente valorizzato. Vennero edificate le scuole centrali antincendi per l’istruzione del personale e le colonie per le cure dei figli dei VVF. Ci si occupò della formazione del personale ed in breve tempo si crearono nuove specializzazioni (celeri, portuali, pontieri, cinofili, di montagna, chimici, etc…), mettendo in piedi un servizio capillare per la popolazione. Le potenzialità del personale, unite all’entusiasmo generale, permisero questo risultato. quando il duce rimase di stucco
ricercatori della storia del Corpo, ringraziati dall’autore subito dopo l’introduzione, il lavoro di Mella aggiunge nuovi elementi alla conoscenza della storia e dello sviluppo del Corpo dei vigili del fuoco in Italia, senza ritenere concluso quel viaggio che, attraverso nuove ricerche e approfondimenti, potrà portare, col tempo, all’aggiunta di nuovi capitoli e alla scrittura di nuove storie. Pubblicato dalla Marvia Edizioni, il libro è composto da 192 pagine. I vigili del fuoco che ordinano il libro all’editore hanno uno sconto (l’autore non percepisce denaro come compenso, ma copie gratuite del libro per gli amici).
Quando, al termine del primo campo nazionale dei VVF del 1939 il Duce assistette alla manifestazione ginnica di piazzale di Siena rimase esterrefatto dai risultati ottenuti in così breve tempo. Nel frattempo fu dato grande impulso all’attività sportiva ed il corpo divenne una fucina d’atleti eccezionali. La celere n1ascita e crescita del Corpo nazionale fu anche merito del gruppo di ufficiali che affiancarono Giombini e seppero mettere da parte ogni divisione in nome di un opera comune fondamentale per il paese. Durante gli anni di guerra, i vigili del fuoco seppero svolgere un lavoro eccezionale e resistere alle privazioni e alle difficili condizioni causate dal conflitto nonché ai drammi della guerra civile che portò l’Italia alla fine del conflitto. Nel dopoguerra lo Stato compì una ristrutturazione del Corpo nazionale che fu in grado di operare in tutte le grandi calamità. La storia del Corpo nazionale dei vigili del fuoco è testimone di efficienza e di pronta risposta alle esigenze della società. Quella storia è un patrimonio d’identità che
prima di tutto noi vigili del fuoco dobbiamo riscoprire per capire chi siamo, quale è il nostro ruolo, quali sono le nostre prospettive. E quella storia va mostrata e raccontata alla gente.
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l 16 ottobre 1943 è stata compiuta a Roma la retata degli ebrei, ovvero il rastrellamento fascista operato nel Ghetto e in tutta la città, che costò la vita a centinaia di vite umane. In quella giornata si consumò un dramma che ha lasciato una profonda ferita non ancora rimarginata.
La vicenda della famiglia Sermoneta nelle parole di Enrica, miracolosamente scampata insieme a due fratelli alla deportazione degli ebrei del Ghetto di Roma dell’ottobre del 1943 di Marina Cavicchioli
Una testimonianza inedita
di oggi ci riporta indietro nel tempo e ci comunica cosa significa sentire sulla propria pelle il brivido della paura. A raccontarlo è Enrica Sermoneta che, per la prima volta, apre agli altri la sua memoria e ricorda a voce alta i mesi vissuti nel terrore accompagnati dalla scomparsa di quasi tutti i membri della sua famiglia. Per gli ebrei romani quel 16 ottobre del 1943 rappresenta una delle pagine più nere della loro storia. In seguito all’alleanza con i tedeschi, la milizia fascista romana contribuì pesantemente all’arresto degli ebrei e dei partigiani nei mesi successivi; la denuncia degli ebrei era favorita dalla cospicua taglia che i nazisti introdussero a favore di quanti si prestavano alla delazione. La testimonianza inedita è stata raccolta da Pupa Garribba, giornalista ebrea che da sempre si occupa di memorie (Shoah Foundation di Steven Spielberg – ANED – progetto memoria: centro documentazione ebraica contemporanea). E’ lei che ha intervistato Enrica Sermoneta e ha curato un film documentario con il supporto della provincia di Roma e del delegato alla memoria Umberto Gentiloni. La protagonista, testimone
della shoah romana, miracolosamente scampata insieme a due fratelli all’arresto di massa, descrive con sapiente preci-
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Enrica Sermoneta, testimone della Shoah sione i fatti realmente accaduti che hanno colpito la sua famiglia. Le vicende riportate nel filmato riaccendono memorie che, nonostante siano passati più di sessanta anni, non sono state cancellate. La famiglia Sermoneta, composta dai genitori e da sette figli, è stata quasi completamente deportata e di questi nessuno ha fatto ritorno. Soltanto Enrica e due suoi fratelli sono riusciti miracolosamente a salvarsi da quel lungo e buio 16 ottobre e per vari anni hanno vissuto in grande indigenza. Il racconto è intramezzato dagli straordinari disegni di Aldo
Gay, che all’epoca dei fatti ritraeva le scene quotidiane a cui assisteva e che disegnava su di un blocco che portava sempre con sé. La storia narrata nel film/intervista è stata attentamente ascoltata nell’aula magna dell’Istituto superiore antincendi da centinaia studenti romani accompagnati dai loro insegnanti. E’ il 16 ottobre 2008 e, a memoria del triste avve-
nimento, è stata proiettata nel suggestivo complesso degli ex magazzini generali di Roma la testimonianza inedita alla presenza della stessa Enrica Sermoneta accompagnata dai suoi familiari, della giornalista che ha curato l’intervista (Pupa Garribba), del delegato alla memoria della provincia di Roma (Umberto Gentiloni), del presidente del municipio XI (Andrea Catarci) e dell’assessore alle politiche culturali del municipio XI (Carla Di Veroli). L’evento è stato salutato dal presidente della provincia di Roma Nicola Zingaretti, intervenuto per l’occasione. obiettivo obiettivosicurezza sicurezza
E’
stato istituito, dall'ufficio comunicazione esterna del dipartimento, un gruppo di lavoro, formato da personale dei vigili del fuoco in servizio e in congedo, il cui compito è quello di provvedere alla raccolta ed all’archiviazione di testimonianze su alcuni degli aspetti più importanti della storia del Corpo nazionale, attraverso interviste a vigili del fuoco protagonisti di quegli interventi che sono entrati a far parte del patrimonio storico collettivo del paese.
Videointerviste ai vigili del fuoco protagonisti dal dopoguerra ad oggi di Gennaro Tornatore e Alessandro Fiorillo
La storia
siamo noi
del secondo conflitto mondiale, ai vari disastri che hanno colpito il paese nel dopoguerra (l’alluvione del Polesine, il disastro del Vajont, l’alluvione di Firenze, il terremoto dell’Irpinia, ecc.). Le video interviste vengono poi corredate di foto
po nazionale nel 1939, protagonisti di numerosi interventi durante la guerra e memoria anche dei passaggi e delle trasformazioni del Corpo negli anni del dopoguerra. L’altro dvd è stato realizzato da personale in servizio ed in congedo del comando di Roma e del servizio documentazione, e propone le interviste ai vigili del fuoco in congedo Roberto Donnini e Renato Efrati, testimoni anch’essi
to sulla propria pelle uno degli eventi più drammatici che colpirono la città di Roma durante l’occupazione nazista della città. Fu infatti catturato dai tedeschi insieme a tutta la famiglia a causa della sua origine ebraica, perse uno zio alle Fosse Ardeatine e condusse poi la guerra di liberazione nelle truppe cobelligeranti dell’esercito del sud (Corpo italiano di liberazione) insieme agli alleati.
libro dei giusti tra le nazioni istituito nel dopoguerra dalle autorità d’Israele. Nel frattempo lo scrupoloso lavoro di ricerca dei testimoni ex vigili del fuoco continua, altre video interviste sono state già raccolte e sono in corso di preparazione nuovi dvd documentari. I prossimi tratteranno ancora gli anni della guerra, che coincidono anche come abbiamo già visto con gli anni della fon-
e testi che spiegano e completano le informazioni raccolte, e vengono prodotte come documentari in formato DVD che arricchiranno un archivio che, a lavoro concluso, racconterà la storia del Corpo nazionale e l’impegno spesso eroico dei vigili del fuoco a fianco della popolazione colpita dagli eventi avversi del vissuto quotidiano. Finora sono stati realizzati due dvd documentari, il primo al comando di Bari (con il contributo del comando di Torino), con le video interviste dei vigili del fuoco in congedo Natale Lattanzi e Nicola Battista, testimoni della nascita del Cor-
della fondazione del Corpo nazionale ed entrambi impegnati negli interventi di soccorso alla popolazione durante il tristemente famoso bombardamento di San Lorenzo del 19 luglio 1943, che provocò oltre 1500 vittime accertate. I racconti dei testimoni sono spesso carichi di aspetti particolarmente emotivi, attraverso le loro parole scorrono le immagini della storia recente del nostro paese, in particolare le vicende drammatiche legate ai difficili anni della seconda guerra mondiale, che tante sofferenze portò al paese e ai cittadini inermi. Renato Efrati inoltre ha vissu-
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dazione del Corpo nazionale. Ma i lavori successivi saranno dedicati anche a tutti quegli interventi che hanno visto impegnato in prima linea il Corpo nazionale durante le numerose sciagure naturali che dal dopoguerra hanno colpito il nostro paese. I documentari con le testimonianze dei vigili del fuoco racconteranno quindi uno spaccato di storia nazionale, filtrato attraverso gli occhi e la forma mentis del soccorritore, impegnato allora come oggi nel prezioso compito di proteggere il cittadino dagli eventi funesti e dalle sciagure del quotidiano.
Dai bombardamenti delle città italiane nel corso
obiettivo sicurezza
evento
particolare
raccontato da Efrati è quello legato al coraggioso comportamento tenuto da una cittadina romana che salvò Renato ed il padre dalla deportazione del 16 ottobre 1943 (il giorno del rastrellamento del ghetto). La signora Lea Romani nascose gli Efrati in casa sua all’arrivo dei tedeschi, senza cedere nemmeno quando i soldati germanici entrarono in casa per controllare. La signora è in vita ancora oggi, e tale racconto ha colpito a tal punto gli ascoltatori che oggi i soggetti preposti stanno valutando di inserire il suo nominativo nel
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attraverso la storia
Renato Efrati, un uomo
con una storia da raccontare Classe 1926, appassionato di calcio, l'ex capo reparto si trovò a fronteggiare nella sua lunga carriera gli eventi più drammatici accaduti a Roma negli anni del secondo conflitto mondiale di Alessandro Fiorillo
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ell’ambito delle iniziative di ricerca volte a recuperare la memoria storica del Corpo nazionale, nei locali del museo storico Roma città del fuoco, stiamo raccogliendo le testimonianze di coloro che hanno vissuto in prima persona gli anni della nascita del Corpo. A tal proposito abbiamo avuto un incontro con l'ex capo reparto Renato Efrati, classe 1926, che ha raccontato le vicende che lo portarono, nel 1941, ad entrare nel Corpo dei vigili di Roma e ad indossare la divisa di vigile del fuoco quando aveva appena 15
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anni. Efrati era poco più che un ragazzino, bravo giocatore di calcio, in un periodo in cui la dimensione di questo sport era molto più "umana" e accessibile a chi vi si dedicava con passione e spirito sportivo. Già calciatore nelle fila della squadra dell'azienda Atac (dove sperava d'essere assunto come fattorino), fu consigliato da un amico calciatore, il portiere Francalancia, che anni addietro aveva difeso la porta della squadra di calcio dei vigili del fuoco di Roma, ad entrare appunto nella formazione della squadra dei vigili. Abbiamo detto che in quegli anni il calcio era
uno sport più "umano", poteva quindi capitare che il portiere di una squadra di calcio dei vigili del fuoco finisse per difendere la porta niente meno che dell'AS Roma. Francalancia fu infatti il primo portiere della squadra giallorossa nel campionato 1939/40, giocava nel campo Testaccio, e i vigili del fuoco della caserma Ostiense assistevano alle partite dell' AS Roma sbirciando dalle finestre della caserma, da dove si riuscivano a vedere le partite nel vicinissimo campo Testaccio. Renato Efrati si trovò così vigile del fuoco, nella veste di "calciatore" (in quegli anni la squadra dei vigili del fuoco di Roma militava in serie C, mentre la squadra dei vigili del fuoco di La Spezia vinse persino uno obiettivo sicurezza
Da sinistra, in alto, momenti della vita professionale di EfratI: primo a sinistra insieme a compagni di corso, in un momento di svago e, a fianco, alla guida di un mezzo acquatico. Nel tondo, lo zio Marco, vittima dei nazifascisti
scudetto). Ma gli anni difficili del secondo conflitto mondiale, portarono presto alla brusca fine dei sogni calcistici del giovanissimo ragazzo, che si ritrovò a svolgere gli interventi più difficili nel giorno tragico del bombardamento di Roma del 19 luglio 1943. Prestò servizio nella caserma di Acilia, e si trovava ad Ostiense il 10 set-
tembre del 1943, quando a pochi metri dalla caserma impazzavano i combattimenti tra alcuni reparti dell'esercito italiano che, unitamente ai primi gruppi partigiani, tentavano d'impedire l'ingresso in città delle truppe tedesche. Efrati era con il vice brigadiere Alberto De Jacobis, quando quest'ultimo, affacciandosi dalla porta d'ingresso della caserma Ostiense, veniva colpito da un soldato tedesco che s'era appostato a pochissimi metri. Un colpo alla tempia uccise all’istante il vice brigadiere Alberto De Jacobis. Il giovane Renato Efrati, che era al suo fianco, sorresse a mala pena il corpo esanime del collega. I tedeschi, vinta ormai la strenua ed eroica resistenza di coloro che, a Porta San Paolo, tentarono l'impossibile impresa d’impedire l'occupazione tedesca della città, irruppero nella caserma Ostiense, dove vi trovarono armi e munizioni lasciate anche dai reparti dell'esercito che erano li durante i combattimenti. Furono momenti molto difficili per i vigili del fuoco, vennero messi tutti al muro, e corsero il serio pericolo d'essere passati immediatamente per le armi. Vennero risparmiati, ma dopo esser stati caricati su un furgone, furono trasportati ad Ostia, per ignota destinazione. Renato Efrati racconta che fu il comandante Bontà ad "intercedere" per loro presso le autorità tedesche, e riuscì a convincerle a rilasciare i suoi uomini. Un mese dopo, Renato Efrati insieme a molti altri vigili temporanei, venne congedato dal Corpo, come attesta l'ordine del giorno del 10 ottobre 1943 (la cui copia è conservata al museo di Roma). Seguirono giorni difficili. Efrati, d'origine ebraica, dovette nascondersi insieme alla famiglia, e ricorda che riuscirono a sfuggire ad un primo rastrellamento perché nascosti da una vicina di casa non ebrea. Un giorno furono sul punto d'esse-
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re scoperti dai tedeschi in casa di questa donna che coraggiosamente li nascondeva e proteggeva. Arrivò però, il momento del grande rastrellamento del Ghetto di Roma, e quella volta Renato Efrati insieme al padre, la madre e lo zio vennero catturati dai tedeschi. Soltanto la mamma, non ebrea, venne liberata, Renato, giovane e nel pieno delle forze, venne trasferito in un campo di lavoro nei pressi del fronte di Cassino, il padre e lo zio vennero imprigionati nel carcere di via Tasso. Dopo l'attentato di via Rasella (nel corso del quale vennero uccisi dai partigiani 33 soldati tedeschi), i prigionieri di via Tasso vennero prelevati e trucidati alle Fosse Ardeatine (335 vittime). Il padre di Renato si salvò per una pura casualità, ma non riuscì a salvarsi lo zio, Marco di 37 anni. Nel frattempo Renato Efrati, insieme ad un compagno, riuscì a fuggire dal campo di prigionia tedesca, passò il fronte, e si unì alle truppe alleate, inquadrato nei reparti del Battaglione "Cremona". Nel mese di giugno, entrò a Roma insieme alle truppe alleate, mentre i tedeschi si ritiravano dalla città. Nel 1950 Renato Efrati entra come effettivo nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nel 1961 ottenne il grado di vice brigadiere, nel 1983 andrà in congedo. Uno degli ultimi interventi drammatici che ricorda, fu l'attentato alla Sinagoga di Roma dell'ottobre del 1982, nel cor-
so del quale perse la vita un bambino di 2 anni. Renato Efrati ha ottenuto varie decorazioni e riconoscimenti per il ruolo svolto insieme alla truppe alleate per la liberazione di Roma. Oggi fa parte dell'associazione dei reduci e combattenti, di cui è presidente Marco Lodi. Tra i tanti colleghi e gli aneddoti raccontati e ricordati da Renato Efrati negli anni del suo primo servizio nel corpo dei vigili di Roma, spicca la figura del Prefetto Giombini, che Renato ricorda come "una persona che amava profondamente il Corpo dei vigili del fuoco". La testimonianza di Renato Efrati, al tempo stesso avvincente e drammatica, è particolarmente interessante perché Efrati ha vissuto in prima persona tutti gli eventi più significativi e drammatici che si sono susseguiti a Roma negli anni del secondo conflitto mondiale. I bombardamenti della città, l’uccisione del vice brigadiere Alberto De Jacobis, il rastrellamento del Ghetto, l’eccidio delle Fosse Ardeatine (dove perse la vita lo zio di Efrati), l’ingresso con le truppe alleate in città.
Renato Efrati oggi
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EVENTI & AVVENIMENTI
Bologna i Vigili del Fuoco premiati a Handimatica 2008
di Sergio Silvestrini
Verona i Vigili del fuoco presenti a "Job & orienta" e "Salone Internazionale della Sicurezza Stradale"
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l 29 novembre il dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile ha ricevuto il diploma di merito del “premio PA aperta 2008” all’interno della manifestazione "Handimatica 2008", patrocinata dalla presidenza del consiglio, dal ministero della Funzione Pubblica e dell'Innovazione, dal ministero della Gioventù e dal ministero delle Pari Opportunità. Il diploma è stato conferito al progetto di formazione del personale non udente del dipartimento. Tale progetto, che ha avuto inizio lo scorso settembre con la sessione di formazione relativa al protocollo informatico, proseguirà nel 2009 con ulteriori sessioni. L'obiettivo del progetto è quello di evitare che, la limitazione dell'udito, possa trasformarsi in un divario nell'accesso alle tecnologie dell'informazione tra i dipendenti del dipartimento. L'iniziativa “PA aperta 2008” è rivolta ad amministrazioni pubbliche centrali e locali, ad aziende ed amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative; alle province, ai comuni, alle comunità montane, e loro consorzi e associazioni, alle istituzioni universitarie, gli istituti autonomi case popolari; alle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e le loro associazioni, a tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, alle amministrazioni, aziende ed enti del servizio sanitario nazionale. Si è voluto così sensibilizzare i cittadini sui temi della non discriminazione e dell'integrazione, sulle azioni per favorire le pari opportunità e l'inclusione sociale, sulla diffusione delle buone prassi a livello locale, nazionale ed europeo, per intensificare la cooperazione e le politiche a favore delle fasce deboli.
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al 20 al 22 novembre si sono svolte in contemporanea nella fiera di Verona due manifestazioni: "job & orienta" e "salone internazionale della sicurezza stradale". La prima è indirizzata ai ragazzi delle scuole superiori che devono orientarsi nelle scelte future nel mondo del lavoro e/o della scuola. La seconda, organizzata dall'automobile club d'Italia, si è svolta con un evento espositivo e congressuale finalizzato alla promozione delle tematiche relative alla sicurezza stradale. Le due manifestazioni hanno visto la
presenza di circa 70.000 visitatori. In entrambe le occasioni era presente uno stand dei vigili del fuoco, allestito dal comando di Verona, dove sono stati esposti alcuni automezzi ed attrezzature in dotazione al Corpo nazionale e sono state fornite informazioni sui compiti istituzionali dei vigili del fuoco e sulle possibilità di accesso al loro delicato lavoro. Durante le manifestazioni sono state organizzate delle simulazioni congiunte con croce verde di Verona e polizia stradale, in casi di intervento per incidente stradale. Il numeroso pubblico ha potuto così osservare le operazioni dei vari enti che intervengono in questi casi. L’iniziativa ha riscosso notevole successo e tanti ragazzi si sono avvicinati ad osservare interessati gli stand dei vigili del fuoco, sia per soddisfare la curiosità in merito ai mezzi e alle attrezzature esposte, sia per chiedere informazioni sulla realtà dei vigili del fuoco.
Firenze XXV edizione degli Scudi di San Martino
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Palazzo Vecchio nel Salone dei Cinquecento si è svolta il 16 novembre la cerimonia di consegna degli Scudi di San Martino giunta alla sua XXV edizione. Per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco è stato premiato il vigile Marco Cionetti per un intervento di soccorso effettuato mentre era libero dal servizio. Alla cerimonia erano presenti il direttore regionale VVF per la Toscana Antonio Monaco ed il comandante provinciale di Firenze Giuseppe Romano che hanno premiato anche un appartenente al Corpo Forestale dello Stato.
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Gli appropfondimenti delle notizie potranno essere letti sul sito www.vigilfuoco.it
Potenza
28° anniversario del terremoto dell'Irpinia
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28 anni dal terremoto dell'Irpinia, il coordinamento interregionale Puglia Basilicata dell’associazione nazionale vigili del fuoco del Corpo nazionale ha dedicato due giornate celebrative, il 22 e 23 novembre, per onorare le vittime di quel tragico evento e per ricordare l'opera dei vigili del fuoco. La partecipazione della banda del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, diretta dal maestro Di Martile, ha conferito alla manifestazione senso di solennità, con la maestria dei brani eseguiti. Molte sono state le testimonianze ed i ricordi delle azioni compiute dai vigili del fuoco in quei tragici giorni del 1980. Suggestivo il momento in cui, all'interno della Cattedrale gremita di persone, i vigili del fuoco del comando provinciale hanno deposto la corona di fiori e sono risuonate le note del "silenzio fuori ordinanza" in un'atmosfera generale densa di emozione e di partecipazione. Le manifestazioni si sono concluse nel Teatro Stabile sotto la regia del coordinatore interregionale dell'associazione Matteo Florio, con la consegna del "Crest" dell’associazione alle autorità e di riconoscimenti da parte del sindaco ai vigili del fuoco. L'iniziativa è stata resa possibile grazie al contributo del sindaco di Potenza Santarsiero, dell'ANCI e delle regioni Puglia e Basilicata, oltre che della direzione nazionale VVF della Basilicata.
ROMA MESSA ALLA CHIESA DI SAN NICOLA IN RICORDO DEL SISMA ARMENO DEL 1988
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l 7 dicembre 1988 alle ore 11:41, un violento terremoto dell’intensità di 9 gradi della scala Mercalli scosse l’Armenia del nord, provocando più di 25.000 morti, decine di migliaia di feriti e immani distruzioni, evento ricordato come il più grave sisma che abbia mai colpito il Caucaso negli ultimi ottanta anni. Grazie alla generosità e agli aiuti che arrivarono immediatamente, parte delle sofferenze furono superate e la piccola nazione riuscì a sopravvivere. L’Italia e gli Italiani furono tra i primi e più generosi sostenitori in una gara che ancora oggi viene ricordata con commozione e riconoscenza. Rilevante fu l’opera di soccorso svolta dal gruppo di circa venti vigili del fuoco provenienti dal comando provinciale di Roma. Il 7 dicembre 2008, in occasione della ricorrenza del ventennale del devastante terremoto, il consiglio per la comunità armena di Roma ha organizzato una cerimonia in memoria delle vittime. Alle ore 11:.00 è stata ufficiata una Santa Messa Solenne di requiem in rito armeno presso la chiesa armena di San Nicola da Tolentino, mentre alle ore 12:15 si è svolta la cerimonia ufficiale di commemorazione alle quale sono state invitate tutte le istituzioni, associazioni ed organizzazioni italiane (governative e non) che prestarono soccorso alla cittadinanza colpita. Alla manifestazione hanno partecipato alcuni vigili del fuoco ancora in servizio ed alcuni in pensione facenti parte del gruppo dei soccorritori, guidati dall’Ing. Enrico Marchionne all’epoca a capo del gruppo italiano, nonché il comandante di Roma Guido Parisi. Lo scopo della cerimonia è quello di riunire la coscienza del popolo armeno nel ricordo di un così grave lutto ma, al tempo stesso, rinnovare la gratitudine verso tutte le persone di buona volontà che non esitarono a fornire il loro prezioso contributo solidale ed umano al popolo armeno favorendo la rinascita della regione dopo il sisma.
Roma XII edizione premio internazionale Massenzio Arte
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l 6 novembre è stata inaugurata all’Istituto superiore antincendi la mostra dei finalisti della XII edizione del premio internazionale Massenzio Arte. Il premio Massenzio Arte anima lo scenario culturale romano proponendo un panorama artistico di ampio respiro sia per la varietà delle proposte che per la provenienza internazionale dei partecipanti. Il premio è promosso dall'omonima associazione culturale al cui nome sono legate da tempo molte manifestazioni capitoline di arte varia. Scopo di questo premio è quello di offrire visibilità a chiunque sia impegnato nella ricerca artistica, segnalandolo all'attenzione degli operatori del settore ed offrendo adeguati spazi espositivi e risonanza di critica e di pubblico a livello nazionale ed internazionale. Gli autori si sono espressi nei linguaggi più vari: pittura, scultura, grafica, fotografia, installazioni, murales, video, web arte.
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hanno collaborato Giorgio ALOCCI Dirigente. Direzione centrale per l'emergenza e il soccorso tecnico
Calogero MURGIA Direttore regionale dei vigili del fuoco della Sicilia
Leonardo BALDASSARRI Ufficio I. Gabinetto del Capo dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile
Giorgio ORFINO Direttore vice dirigente. Comando provinciale dei vigili del fuoco di Roma
Paola BLOTTA Direttore. Direzione centrale per l'emergenza e per il soccorso tecnico
Silvia PERNA Vigile volontario discontinuo. Direzione centrale per la formazione
Lamberto CALABRIA Dirigente. Direzione centrale per l'emergenza e per il soccorso tecnico
Raffaella PEZZIMENTI Direttore vice dirigente. Direzione centrale per l'emergenza e per il soccorso tecnico
Pina CARTA Ufficio I. Gabinetto del Capo dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile Salvatore CORRAO Direttore. Direzione centrale per l'emergenza e per il soccorso tecnico Giuseppe DEL BROCCO Direttore vice dirigente. Direzione centrale per le risorse logistiche e strumentali Alessandro FIORILLO Vigile permanente. Comando provinciale dei vigili del fuoco di Roma Pierluigi FORTEZZA Dirigente area di medicina del lavoro e formazione sanitaria Michele MAZZARO Direttore vice dirigente. Direzione centrale per l'emergenza e il soccorso tecnico Alessandro Mella Vigile volontario discontinuo. Comando provinciale dei vigili del fuoco di Torino
Dino POGGIALI Dirigente. Direzione centrale per le risorse logistiche e strumentali Roberto SGALLA Direttore del servizio polizia stradale del Dipartimento della pubblica sicurezza Marcello SERPIERI Direttore vice dirigente. Comando provinciale dei vigili del fuoco di Roma Francesca STOPPONI Direttore vice dirigente. Direzione centrale per la formazione Alberto TINABURRI Direttore vice dirigente. Direzione centrale per la prevenzione e la sicurezza tecnica Gennaro TORNATORE Dirigente. Ufficio comunicazioni esterne
Carlo METELLI Direttore vice dirigente. Comando provinciale dei vigili del fuoco di Roma
I servizi fotografici sono a cura dell’archivio del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Le foto dei servizi "Efficienza, manutenzione, informazione: Anas, obiettivo qualità" e "Anas, all'avanguardia nella ricerca e nello sviluppo" sono state fornite dall'ufficio stampa Anas. Le foto del servizio "Polizia stradale, da 60 anni al servizio della nostra sicurezza" sono state fornite dal Servizio di polizia stradale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Le foto dell'intervista a Fiorello sono di Sebastiano Stringola
Questo numero è stato chiuso in redazione il 15 dicembre 2008
obiettivo sicurezza Ministero dell'Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Istituto Superiore Antincendi Via Del Commercio 13 - 00154 Roma Tel: 06 57064337 email: obiettivosicurezza@vigilfuoco.it Andrea Pucci Direttore Responsabile Achille Catalani Direttore Editoriale Michele Di Grezia Responsabile segreteria di redazione Pietro Bidolli, Marina Cavicchioli, Tiziana De Lucia, Giuseppina Mercuri, Tiziana Navarra, Cristiana Vittorini Segreteria di redazione Dario Galvagno Progetto grafico e impaginazione Alessio Carbonari Collaboratore grafico ANCI SERVIZI Stampa e diffusione COMITATO DI REDAZIONE Giorgio Binotti, Luca Cari, Michele di Grezia, Gioacchino Giomi, Salvatore Malfi, Stefano Marsella, Clara Modesto, Guido Parisi, Sergio Silvestrini COMITATO SCIENTIFICO Antonio Gambardella Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco - Vice Capo Dipartimento Vicario Riccardo Compagnucci Direttore Centrale per la Difesa Civile e le Politiche di Protezione Civile Domenico Riccio Direttore Centrale per l'Emergenza ed il Soccorso Tecnico Marcello Della Giovanpaola Direttore Centrale per le Risorse Logistiche e Strumentali
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