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!"#$ olf IN ATTESA DI REGISTRAZIONE PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA
MENSILE SUL MONDO DEL GOLF DELLA CAPITALE
numero 0 - aprile - 2012
Acquasanta la storia del golf italiano L’EVENTO
IL PERSONAGGIO
DIANA LUNA ATLETA DELL’ANNO
PEPPE ZARBO UNA VITA “SOTTO IL SOLE”
EDIT0RIALE
C
ari amici golfisti, questa nuova rivista è rivolta soprattutto a voi. È di voi che vogliamo parlare. Di tutti gli appassionati che frequentano i circoli di Roma e del Lazio e che amano giocare, ma anche parlare e discutere di golf. Vogliamo raccontare le vostre storie. Vogliamo raccontare la vita dei circoli, delle associazioni che raggruppano categorie professionali e sportive e organizzano gare ed eventi. Vogliamo parlare dei giovani, delle donne, degli uomini che praticano il golf. Ci concentreremo soprattutto sul nostro territorio. Sul golf romano e laziale, quello che ci è più vicino. Ci piacerebbe che questa rivista divenisse un luogo di incontro fra tutti noi. Vi invitiamo a scriverci, a inviarci mail, a segnalarci iniziative, problemi, eventi che possono interessare tutti e possano contribuire a far crescere l’attenzione e l’interesse verso il golf. La nostra è una piccola avventura e una grande sfida. Ringrazio soprattutto chi ci ha messo nelle condizioni di iniziare. Voglio ringraziare anche gli amici che hanno collaborato alla realizzazione di questo primo numero. Troverete un servizio su Diana Luna, in questo momento l’atleta romana più rappresentativa nel mondo del golf internazionale. Poi il circolo dell’Acquasanta, pietra miliare nella storia nazionale di questo sport. E ancora, una serie di interviste a personaggi più o meno famosi che ci raccontano le loro storie, i loro progetti, il loro lavoro. E poi c’è spazio per la tecnica, per la buona tavola, per il benessere, per riflessioni psicologiche e sentimentali, per un esame di coscienza collettivo che troverete in chiusura di rivista, nel Contro-editoriale, scritto da un caro amico che ringrazio ancora per la sua disponibilità. Insomma, speriamo di aver fatto un buon lavoro. Speriamo di incontrare il vostro apprezzamento e speriamo, soprattutto, di incontrarci di nuovo il mese prossimo. !
UN SALUTO DALL’AIGG A “ROMAGOLF”
“È
sempre un momento di festa quando viene al mondo un nuovo giornale. Perché il coro di voci, che in questo caso si preferisce stonato rispetto a pericolose unanimità di ritmo e partitura, si arricchisce e consente in questo modo a tutti di ampliare le proprie conoscenze. Se il nuovo giornale parla di golf, la festa è doppia per quanti amano questo sport e vorrebbero leggerne dalla mattina alla sera: gli aspetti tecnici come quelli turistici, le storie con la S maiuscola come le vicende minori, insomma i green dall’A alla Z. Se infine al timone della rivista ci sono persone appassionate e competenti come Sandro e il suo staff, la festa diventa esultanza. Che le pagine della nuova iniziativa editoriale possano scandire la crescita del golf a Roma e in Italia. E magari le ! gesta (quelle in campo, si intende) di un Tiger Woods “alla vaccinara”. Marco Dal Fior, Presidente Aigg - Associazione Italiana Giornalisti Golfisti
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L’EVENTO
IL RISTORANTE DEL CIRCOLO
!"#$ GOLF
Diana Luna atleta dell’anno
PAG.
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IL CIRCOLO
DI
ANDREA CUOMO PAG.
BENEDETTO LATTANZI
PAG.
PAG.
Peppe Zarbo
DI FRANCESCO
ACAMPORA PAG.
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DI
Francesco Fanti
Il grip
Monte dei Paschi di Siena
DI
PAG.
PAG.
24 IL PARERE DELLO PSICOLOGO
UNDER DICIOTTO
Oltre i confini dell’io
Sognando Tiger PAG.
GOLF IN ROSA DI
Porto Santo gioiello nell’Oceano
PAG.
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STEFANIA TAMBURELLO PAG.
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DI
ANNA MACI PAG.
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ASSOCIAZIONI E CIRCOLI
Una storia d’amore MARCO DAL FIOR
redazione.romagolf@gmail.com
PIERLUIGI COLONNA
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IN VIAGGIO CON LA SACCA
DI
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L’ANGOLO DELLA TECNICA
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S.M.
La foto di copertina è di DARIO SARTINI
DANIELA CIRRINCIONE PAG.
DI
CONTRIBUTI FOTOGRAFICI SERGIO FANTONI MATTEO MIGNAMI DARIO SARTINI
Prince Spa un’oasi di benessere
L’INTERVISTA
PAG.
Piazza Grazioli 18, 00186 Roma STAMPA: Del Gallo editori ZI Santo Chiodo 06049 Spoleto
FRANCESCO ACAMPORA DANIELA CIRRINCIONE PIERLUIGI COLONNA ANDREA CUOMO MARCO DAL FIOR BENEDETTO LATTANZI ANNA MACI RUGGIERO PALOMBO STEFANIA TAMBURELLO
WELLNESS
Dalla tv al golf sempre “sotto il sole”
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DIRETTORE RESPONSABILE Sandro Marini EDITORE: Memori
Hanno collaborato a questo numero
Il golf è sempre più verde
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IL GREEN DEI FAMOSI
Carlo Scatena presidente Fig-Lazio
numero in attesa di registrazione
LA NOTIZIA
Acquasanta, tra storia e tradizione DI
MENSILE SUL MONDO DEL GOLF DELLA CAPITALE
Sapori siciliani e cucina romana
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News ed eventi PAG.
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L’EVENTO
Diana Luna atleta dell’anno 2011
«È
Assegnati in Campidoglio i riconoscimenti ai migliori sportivi della Capitale per il 2011
stata una passione nata all’interno della mia famiglia, poi mi sono resa conto che questo sport è meraviglioso e ogni giorno ti riserva qualcosa di nuovo. Questo titolo mi riempie di orgoglio e rende merito al grandissimo lavoro portato avanti dalla Federazione Italiana Golf. Il presidente Chimenti ha fatto sì che il golf divenisse sempre più accessibile e grazie anche al contributo di vittorie offerto da tanti golfisti italiani, sia in campo maschile sia in campo femminile, il numero di appassionati e praticanti è destinato a crescere ancora». Con queste parole Diana Luna ha accolto con grande soddisfazione il titolo Atleta dell’Anno 2011, che le è stato consegnato lo scorso 23 gennaio in Campidoglio, dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Il premio, giunto
Diana Luna riceve il premio “Atleta dell’anno 2011” dalle mani del sindaco di Roma, Gianni Alemanno
alla Terza Edizione, viene assegnato ad atleti e società sportive che nell’anno precedente si sono distinti nelle rispettive discipline. Diana Luna, cinque vittorie in carriera nell’LPGA tour; un prestigioso secondo posto, lo scorso anno, agli Open di Francia; e prima italiana ad essere convocata per disputare con la squadra europea la Solheim Cup, ha ricevuto l’onorificenza che la consacra fra gli sportivi
più rappresentativi della Capitale. Diana Luna era in buona compagnia. A ricevere il premio Atleta dell’Anno sono stati altri campioni che hanno dato lustro alla città nelle varie discipline sportive, dalla pallavolo al pugilato, dall’atletica leggera al calcio. Una vera sfilata di campioni ed atleti, tra cui i giocatori di Roma e Lazio, Pablo Daniel Osvaldo e Miroslav ! Klose.
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IL CIRCOLO
Acquasanta tra storia e tradizione Tutti i segreti del circolo più antico d’Italia dove ogni buca è stata disegnata da “madrenatura”
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i respira la storia del golf italiano varcando la soglia del Circolo del Golf Roma Acquasanta, al numero 716 di via Appia Nuova. Qui, nel lontano 1903, su un terreno ondulato di proprietà dei principi Torlonia, tra l’acquedotto di Claudio e il mauBENEDETTO soleo di Cecilia MeLATTANZI tella, un gruppo di giocatori inglesi e americani che viveva a Roma, guidato dal capitano Arthur Flach, trovò l’ambiente ideale per usare sacca, palline e bastoni da golf, a
pochi chilometri dalla Capitale. Da allora il percorso all’interno della Vallis Marmorea è rimasto più o meno come lo trovarono i primi giocatori, con piccole modifiche apportate negli anni (nel 1913 furono realizzate altre 9 buche portandolo a 18). «È stata madrenatura ad aver disegnato questo campo da golf, il miglior architetto possibile che ci poteva capitare», sottolinea il generale Carlo Alfiero, presidente dal 2010 del più antico circolo di golf d’Italia. E ancora oggi, percorrendo i saliscendi che caratterizzano questo campo, attraversato
dal fiume Almone e impreziosito da 310 pini marittimi, decine di olmi, pioppi e cipressi, sembra di ritrovarsi in quelle vedute e paesaggi romani immortalati dal celebre pittore olandese Gaspar Van Wittel. LA TRADIZIONE DEL GOLF «L’Acquasanta, che per il suo centenario ha avuto il privilegio di vedersi dedicato un francobollo commemorativo, ha un compito fondamentale: diffondere i prin-
MARCO CARLONI
Hcp 5.3 «Per me la buca più difficile è la 12 perché bisogna tirare un buon tee-shot per avere un secondo colpo aperto al green».
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DRESS CODE Il Golf Roma Acquasanta è sinonimo di tradizione, storia e leggenda e, come tutti i circoli che si rispettino, ha un suo “dress code” che viene rigidamente seguito da tutti i soci e dagli ospiti che lo frequentano.
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Pantaloni: i jeans, l’abbigliamento sportivo e militare, non sono permessi in campo. Shorts: i bermuda possono essere indossati, ma si richiede agli uomini di indossare calze lunghe di ogni colore. Camicia: per gli uomini, gli indumenti senza colletto sono sconsigliati; e nessun indumento può essere portato “fuori dai pantaloni”. Scarpe: le scarpe da ginnastica non sono considerate appropriate all’interno della Clubhouse. Cappelli: i cappelli non possono essere indossati all’interno della Clubhouse, neanche con la tesa all’indietro. Ristorante: Dopo le sei del pomeriggio sono richieste la giacca e la cravatta. Negli altri orari sarà appropriato un abbigliamento “smart but casual”.
Carlo Alfiero, Presidente del Circolo
cìpi dello sport - onestà, lealtà, correttezza e rispetto degli avversari - e salvaguardare la tradizione del golf», precisa il presidente Alfiero. «Il nostro circolo rappresenta un patrimonio golfistico straordinario non solo per aver portato questo sport in Italia, ma anche per i successi avuti nel corso della sua storia e per aver mantenuto in auge il golf nella Capitale», continua il generale Alfiero ricordando che «su questo campo, oltre ad aver giocato teste coronate italiane e internazionali, nomi famosi dell’industria e della politica, del cinema e della cultura, sono nati e cresciuti i più grandi campioni di golf italiani», dai Bevione, ai Grappasonni, dai Croce ai Bernardini, solo per nominarne alcuni. Una citazione a parte
GIUSEPPE PASSA
Hcp. 19 «Qui all’Acquasanta si gioca un golf classico. È il circolo più vecchio d’Italia e bisogna mantenere queste caratteristiche».
invece la merita Isa Goldschmid inserita nel libro dei Guinness dei primati sportivi per aver vinto 22 volte consecutive il campionato italiano di golf, dal 1947 al 1976. IL PERCORSO Malgrado la continua introduzione di nuovi materiali che permettono di raggiungere distanze sempre più lunghe, «il percorso dell’Acquasanta (6.000 metri, par
JONATAN BALDELLI
Hcp 3.8 «Secondo me la buca più impegnativa è la 13 perché dal tee vado sempre troppo a destra dove non ho il colpo e poi intorno alla buca ci sono diversi ostacoli a destra, sinistra e dietro».
71) resta un campo molto tecnico e gli score dei giocatori sono spesso sopra il par», assicura il direttore Angelo Cori, ricordando che «il record del campo è stato realizzato nel 1967 da Roberto Bernardini con un 63». La presenza di «un importante patrimonio arboreo che entra in gioco su tante buche condiziona la strategia di gioco», prosegue Cori. «Il drive è meglio lasciarlo nella sacca a meno che non si vogliano prendere molti rischi». Ci sono diverse insidie rappresentate da ruscelli, “marane” e laghetti (quello della buca 14 è alimentato dalla fonte minerale Egeria) ed è raccomandabile “un gioco prudente” anche sui green che in gara “sono resi duri e veloci dal prezioso lavoro di nove addetti alla cura del campo”, spiega Cori. Le buche più insidiose restano senza dubbio la 3, un par 4 in salita con il fairway in pendenza e il green cieco, e la 12 con un difficile dogleg a destra, la presenza di un ostacolo d’acqua lungo tutta la buca e i bunker a difendere il green. Mentre quelle da cartolina, sono la 7 con l’Acquedotto Claudio sullo sfondo e la 10, dal tee si vede la cupola di San Pietro. LA SCUOLA GIOVANI Da alcuni anni l’Acquasanta dedica un’attenzione particolare all’attività giovanile con una vera e propria scuola, che il direttore Cori considera «trainante per la vita di un circolo, perché se non si punta sui giovani non c’è ricambio generazio-
nale». La scuola è guidata da «Marino Peri, allievo del leggendario Pietrino Manca, uno dei primi maestri di golf in Italia che ha formato tantissimi professionisti che hanno poi ‘colonizzato’ i green di tutta Italia», spiega Cori sottolineando con orgoglio ‘acquasantino’ che «nel Dna di tantissimi golfisti italiani c’è traccia di Pietrino». Assieme al maestro Peri ci sono Roberto e Luca Bernardini, Mario Sardella, Giulia Montagnini e Massimo Mennelli, l’ultimo italiano vincitore di un Open d’Italia, giocato proprio su questo campo. Il club dei giovani dell’Acquasanta «conta circa 90 iscritti tra i 6 e i 24 anni, di questi 60 sono under 18», dice il direttore. «Alcuni anni
fa abbiamo modificato lo statuto abbassando l’età minima di iscrizione da 8 a 6 anni. In questo modo un bambino può anticipare il momento in cui prendere ! l’handicap».
OLIVO CALZELLI
Hcp. 3 «La buca più spettacolare? La 10 dove in lontananza si vede la cupola di San Pietro».
QUI MARIO CAMICIA INIZIA A “SWINGARE”
Mario Camicia, la “voce ufficiale” del golf italiano, giornalista di Sky Sport, scomparso il 27 dicembre scorso, ha iniziato a “swingare” negli anni ’50, proprio sul percorso del Circolo del Golf Roma Acquasanta. Da giovane è arrivato a vestire la casacca della nazionale juniores di golf. Dal 1955 al 1959 presidente del circolo dell’Acquasanta è stato l’ammiraglio Francesco Camicia, zio di Mario.
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IL GREEN DEI FAMOSI
Peppe Zarbo
Dalla tv al golf, sempre “sotto il sole” Uno dei protagonisti principali della soap “Un posto al sole”, in onda tutte le sere su Rai 3, racconta come è nata la sua passione per questo sport
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Da quanti anni giochi a golf e come ci sei arrivato?
Beh, saranno otto, nove anni ed è una bella storia. Ho una famiglia di parenti americani che vive a New York, i cugini di mio nonno emigrati negli anni ’40, che vado a trovare fin da quando ero bambino. Nel 2000, durante una delle mie vacanze da loro, scopro che mio cugino Frank è istruttore di golf. E lui si offre di portarmi a giocare. Io, naturalmente, accetto e mi porta in un campo vicino di al vecchio aeroporto FRANCESCO di New York, il FioACAMPORA rello La Guardia. Partiamo all’alba,
facciamo colazione nel tipico bar americano modello “Happy Days”, e cominciamo a giocare. Io, prima volta in vita mia, tiro dei colpacci terrificanti. Lui mi regala scarpe e guanto e io, dopo altre cinque sei giocate, impazzisco per il golf grazie a lui. Torno in Italia e mi metto subito alla ricerca di un campo da golf. Vado in un circolo vicino a casa e come mi vedono, jeans e maglietta, mi prendono per un ragazzaccio e mi trattano come tale. E io, abituato a New York dove andavi, pagavi il tuo green fee e giocavi senza troppe formalità, rimango molto deluso ed ab-
tutto in dollari. Anche Castel Volturno è bello. Le prime nove buche fanno parte dell’Holiday Inn, mentre le seconde nove si sviluppano eccezionalmente lungo il mare. Però questa collocazione fa sì che sia difficilissimo tenerle sempre in perfetto stato. E quando fa brutto tempo diventano ingiocabili. Ma rimane un bel campo. Anche se io al massimo posso concedermi nove buche, e quindi vado sull’altro. Ma tu non hai solo il lavoro. Hai una bellissima famiglia, con tre figli e una moglie che già ti perdono quattro, cinque giorni alla settimana. E quindi questo crea un’ulteriore difficoltà a trovare il tempo per giocare.
ambiente. Poi magari domani andranno a giocare a pallone in periferia…. Ma tu avevi il fuoco sacro dell’arte già da piccolo?
No, assolutamente. Non ho il fuoco sacro. Non recito poesie la mattina, non faccio esercizi per il diaframma. Non vivo solo per il mio lavoro. Mi piace vivere la mia vita, stare bene con gli amici, mangiare, viaggiare. Quando poi sommo le cose che mi piacciono mi rendo conto che è giusto che io faccia l’attore. Perché il mio è un altro modo di affrontare il mio mestiere: la curiosità, l’improvvisazione, il divertimento e il non focalizzarsi troppo, come invece fanno molti miei colleghi. Che infatti non frequento, perché trovo noiosi molti di loro. Non si può sempre parlare di Shakespeare, della fiction, di che share ha fatto. Sarà perché sono fortunato ed ho girato così tanti episodi di Un posto al sole, 3.500, che ormai per me è una routine, ma quando cerco qualcosa d’artistico non lo cerco nell’ossessione, ma da qualche altra parte.
Sì, ma io sono un bravissimo organizzatore. Il sabato vengo a giocare presto e prima di pranzo sono già a casa. Tanto i bambini si svegliano tardi… Insomma, faccio le cose in maniera da non togliere tempo alle altre bandono. Tre anni dopo, ho cominciato anche a viag- cose bellissime della vita. una domenica, vado a Porta giare per golf e sono stato Per fortuna ho imparato a Portese e da lontano vedo su tanti campi, dall’Austria giocare prima di crearmi una sacca che “s’illumina”; al Sud America, al Marocco. una famiglia, e questo fa la mi avvicino e vedo che una Sono ormai 15 anni che tu differenza, ed è stata la mia Tu sei siciliano. Sei molto legato alla tua terra d’origicoppia di ragazzi sta con- sei uno dei protagonisti di salvezza. trattando per acquistarla. Io “Un Posto al Sole” che si Ma pensi di portare i tuoi ne? Culturalmente sì. Però non ne capivo niente di le- registra a Napoli, mentre tu figli a giocare a golf? Certo, l’ho già fatto come non ci vado mai. Riconosco gni, ferri, putter, palline etc. vivi a Roma. A Napoli una ma decido di prenderla. volta c’era un solo campo e esperimento. Questo sport che la Sicilia è un mondo a Quindi con gentilezza me a nove buche, quello della è bello, si circonda di cose parte. E’ una terra di grandi l’accaparro pagandola quat- Base Nato; ora è nato Castel belle, di persone belle, di paradossi: abbiamo la grande tro soldi. Comunque, non Volturno, un bel campo a luoghi belli, di un bon ton. arte ma anche grandi proera una sacca vecchia, ma 18 buche. Riesci mai a scap- È un ambiente che mi piace blemi, produce i Camilleri moderna. Questa coppia mi pare dagli studi tv per andare perché l’etichetta e la buona e i Pirandello, grandi politici. educazione sono importanti. Poi, però manca l’acqua, c’è riconosce e mi propone di a giocare? Ci provo. Vado spesso al Non si grida, non si fa ca- l’abusivismo, tanta gente andare immediatamente a giocare a golf con loro. Ed Carney Park, il nove buche, ciara. E se si fa, si fa in che non lavora. Mi sento erano soci dell’Arco di Co- che è meraviglioso perché modo simpatico. E quindi molto legato alla mia terra, stantino, dove mi portano. sembra veramente di stare ma fa piacere pensare che i ma non mi metto la medaE dove ancora gioco. Poi, in America. Si paga anche miei figli crescano in questo glia di siciliano. Però, io se-
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guo dei blog di ragazzi siciliani e vedo che oggi c’è grande voglia non solo di cambiamento, ma di presenza, che prima non c’era, e questo grazie alla rete. È giusto che le cose cambino grazie ai giovani e non grazie ai politici siciliani, di cui sono molto deluso e che fanno grandi cose a livello di carriera personale, ma che non cambiano mai nulla. È mai possibile che per andare ad Agrigento, la mia città, io debba prendere un aereo fino a Palermo e poi debba farmi sette ore di treno? Nel 2012; in cui per andare a Londra impiego due ore. Mi auguro che da parte dei giovani ci sia una grandi risposta pratica a queste cose, anche attraverso il voto.
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Tornando al golf. Dimmi una cosa che vorresti migliore
nel tuo gioco. Una sola.
Vorrei migliorare la mia testa. Oggi sono andato in campo, per esempio, e mi sono reso conto che ho fatto tantissimi errori per l’incapacità di “staccare la spina”. Se io sono qui con te, perché devo anche essere da un’altra parte? E invece il golf dovrebbe dare questo. Cioè ti dovrebbe proprio “far staccare la spina”, no?
E infatti è per questo che mi arrabbio. Se sono qui per staccarla… perché non lo faccio? C’è questa intermittenza. E nel golf capisci subito che non ci sei. E sbagli. E mi dispiace perché imbucare una pallina è una cosa molto bella. Anche sensuale, un po’. E da lì capisci che davvero non è uno sport solo fisico, ma principalmente di testa.
E io sono molto cerebrale zie a questi giovani campioni nelle mie cose. che sono nati. Siamo stati Di che segno sei? campioni del Mondo con i Sagittario. fratelli Molinari, ci sono i Hai raccontato del tuo pes- canali tematici che cominsimo approccio col golf in ciano a darci la possibilità Italia. Oggi, a distanza di di vedere continuamente il dieci anni, c’è stato un mi- golf, mentre con le televisioni glioramento secondo te o ri- generaliste questo non sucscontri le stesse modalità? cedeva. Quindi c’è la possiE, comunque, cosa vorresti bilità per un numero molto ancora cambiare del golf in più ampio di persone d’inItalia? teressarsi a questo sport. Non voglio generalizzare, Gli iscritti alla Federazione perché non è giusto. Magari golf sono pressocchè raddieci anni fa ho solo incon- doppiati in questo periodo trato un cretino. Quindi di tempo. Dalle prossime non voglio dire per un cre- generazioni verranno fuori, tino che in quel momento come sta già succedendo, tutto il golf in Italia non nuovi giocatori che ci dafunzionava. Anche perché, ranno tantissime soddisfapoi sono tornato in quello zioni. E già ce le prendiamo stesso circolo e ho avuto con Matteo Manassero, a modo di vedere che c’è gente cui vogliamo tutti bene percarina e simpatica. ché ha questa bellissima facDetto questo, il golf in cia da bravo e simpatico ra! Italia è cambiato, anche gra- gazzo.
C
ampi pubblici, iniziative per avvicinare i giovani, maggior collaborazione con il Campidoglio per potenziare l’opzione golf a sostegno del turismo. Queste le direttrici principali lungo le quali nel 2012 si muoverà il Comitato del Lazio della Federazione Italiana Golf. Ne abbiamo parlato con il Presidente, Carlo Scatena. Presidente, quali iniziative avete in programma per questi primi mesi dell’anno?
Il progetto principale è quello legato alla realizzazione di un campo pubblico, il primo in Italia, nella zona della Magliana. Sono tre anni che abbiamo in corso una trattativa con i responsabili del Comune di Roma. Credo che siamo finalmente arrivati al traguardo. Manca “semplicemente”, lo dico fra virgolette, l’ultimo nullaosta che è quello della Sovrintendenza ai Beni Archeologici. Speriamo di averlo al più presto per poter poi dare avvio ai lavori. Avete anche dei programmi a favore dei giovani?
Programmi rivolti ai giovani ce ne sono tanti. Voglio ricordare che in questo momento stiamo aspettando anche l’ulteriore campo pratica a nove buche all’interno dell’Università di Tor Vergata. Un accordo di programma che ho firmato con il Rettore e con la Fig. Sarà il primo campus universitario italiano dove ci sarà un campo da golf. Per quanto riguarda i giovanissimi, stiamo facendo una grande azione promozionale con il Golf in scuola. Stiamo por-
L’INTERVISTA
Nel Lazio il golf punta sui giovani Parla il presidente della Fig-Lazio, Carlo Scatena
dei circoli stessi e creare un percorso che conduca questi ragazzi a giocare a golf. Voglio anche ricordare che da due anni e mezzo siamo Federazione Olimpica.
Golf volano di turismo. È così in tutto il mondo. Lo è anche nel Lazio?
Il golf ha un forte impatto sul turismo. Basti pensare a ciò che è successo in Spagna e Portogallo, dove questo sport, in quanto attrattore turistico, ha contribuito alla crescita di un punto di Pil. Il Lazio in questo è una Regione leader. Noi stiamo facendo un percorso insieme al Comune di Roma, nella persona dell’Assessore al Turismo che sta portando nelle fiere di tutto il mondo il Pacchetto Golf Lazio. C’è da considerare che in Europa ci sono 23 milioni di turisti golfisti, che spendono in media circa 2.000-2.500 euro per ogni vacanza. Oggi la permanenza media di un normale turista a Roma è di poco più di due giorni. Noi, e il Comune naturalmente, vorremmo portarla fino a 5-7 giorni. Facciamo giocare i turisti per cinque giorni e poi negli ultimi due giorni possono andare alla scoperta delle bellezze archeologiche, artistiche, amtando il golf nelle scuole e parla tutta la stampa inter- bientali, enogastronomiche, non le scuole nel golf. Da nazionale, abbiamo ragazzini tutto quello che il nostro tre anni stiamo formando di 5-6-7 anni che si stanno territorio ha da offrire. Voinsegnanti di Educazione fi- avvicinando moltissimo a glio sottolineare che Roma sica che poi, grazie alla loro questo sport. è l’unica città al mondo che esperienza, potranno portare Ci sono iniziative in collabo- dispone di dieci campi da ! i giovani nel mondo del razione con i circoli per allar- golf nell’area urbana. golf. Oggi poi, con i successi gare la base dei praticanti? Certo. I circoli stanno fadei fratelli Molinari, in particolare nella Coppa del cendo dei protocolli d’intesa Mondo due anni fa, e l’en- con tutti gli istituti in ogni fant prodige del golf italiano, Municipio per portare la poMatteo Manassero, di cui polazione scolastica all’interno
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L’INTERVISTA
Monte dei Paschi di Siena
Una grande banca per una grande città per guidare il gruppo bancario nel difficile mare dell’economia e della finanza della Capitale. Direttore, che bilancio può fare di questa sua esperienza e soprattutto cosa è cambiato in questi due anni e mezzo?
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Intervista con il responsabile per il Centro Italia e la Sardegna, Francesco Fanti.
T di S.M.
empi duri per l’economia italiana. La crisi mette a dura prova le famiglie ma anche le istituzioni, le imprese così come gli istituti di credito. E come nel resto del Paese, le difficoltà ci sono
anche a Roma e nel Lazio. Cosa significa operare nel mondo della finanza in questo periodo? Ne abbiamo parlato con Francesco Fanti, responsabile per il Centro Italia e per la Sardegna del Monte dei Paschi di Siena. Fanti è un senese trapiantato da due anni e mezzo a Roma
Da un punto di vista del contesto economico esterno, abbiamo certamente avvertito un gradimento. Roma è un’isola felice. La città di Roma, in particolare. Perché in Abruzzo, in Sardegna o anche nelle altre province del Lazio, la situazione non è rosea. Diciamo che non è meno drammatica che nel resto del Paese. Roma invece, nonostante da giugno dello scorso anno avverta il peso della crisi che ha registrato anche qui una escalation, continua tutto sommato ad essere un’isola felice. Soprattutto perché Roma significa Pubblica Amministrazione, che non conosce cassa integrazione o perdita di posti di lavoro. Roma è turismo e fino ad almeno settembre-ottobre scorsi in alcuni settori, come l’edilizia,
ha fatto da traino all’economia del territorio. Quali sono i comparti dove MPS è più presente?
Indubbiamente il settore principale è l’edilizia, che a Roma da sempre è preminente. E poi tutto ciò che riguarda servizi e Pubblica Amministrazione. Questi sono, oltre al commercio, i settori che contraddistinguono la città. Stiamo attraversando da tempo una grave crisi. Cosa avete fatto, come banca, per sostenere le famiglie e le imprese in difficoltà?
riguardo al sistema creditizio, vedi la necessità di ricapitalizzazioni, e dalla ripresa del mercato interbancario. Si deve ricreare un clima di fiducia fra banche e quindi avere la sicurezza che tutto ciò che è in scadenza in termini di debito pubblico, di debito bancario o di debito “corporate”, possa trovare una riallocazione tra i risparmiatori o comunque nel mercato. Quali sono i vostri obiettivi per il 2012?
Abbiamo senz’altro degli obiettivi di crescita. Crescita sulla raccolta diretta, sugli impieghi, anche se oculati e selettivi perché, ripeto, ci troviamo in una situazione economica con prospettive complicate e la prudenza è d’obbligo. Però vogliamo svolgere il nostro ruolo di banca commerciale anche nel 2012.
Abbiamo messo in campo uno strumento finanziario, “Combatti la crisi”, con cui contattiamo le famiglie in situazioni di difficoltà e se è il caso sospendiamo le rate di mutuo, laddove ci sono problemi di cassa integrazione o di perdita del lavoro. Anche per le imprese cerchiamo di alleviare le soffe- Roma è ancora una piazza renze riscadenzando nel tempo gli impegni, nella speranza che la ripresa economica in qualche modo ci aiuti a superare le difficoltà.
finanziariamente interessante per la sua banca?
Assolutamente sì. Lo è in maniera assoluta perché comunque è una città che pur nelle difficoltà, si è difesa molto bene da un punto di vista economico, ed è una città in cui il Monte dei Paschi continua a credere e vuole continuare ad investire. Cambiamo completamente discorso. Esiste un rapporto fra il Monte dei Paschi e il golf?
Certamente il golf non è la nostra disciplina sportiva tradizionale. Noi siamo più vicini al basket e al calcio, dove sponsorizziamo delle formazioni che giocano in Serie A. Nel caso del basket, poi, si tratta di una squadra che da anni gareggia a livello europeo. Il golf è uno sport a cui guardiamo con grandissimo interesse anche perché i suoi numeri di crescita
si commentano da soli. Prendiamo atto dell’interesse crescente verso questa attività che coniuga sport, salute, benessere e relazioni sociali. Tra l’altro noi abbiamo un gruppo di colleghi e colleghe che ogni anno si confrontano in un circuito di gare che si conclude al Golf Club dell’Argentario, dove invitiamo anche degli ospiti, fra i quali i nostri migliori clienti. Una giornata di allegria che si chiude con una ricca premiazione e una allegra serata conviviale bagnata, ovviamente, dal nostro “1472”, un vino rosso che produciamo direttamente nella nostra azienda agricola in Toscana, nei pressi di Castelnuovo Berardenga. Per chi non lo sapesse, il 1472 è l’anno di fondazione del Monte dei Paschi di Siena, venti anni prima della scoperta dell’America. Con questo vino vogliamo celebrare le nostre origini e la nostra ! storia.
Quali sono le vostre previsioni, almeno nella prima parte dell’anno?
Vogliamo essere ottimisti, anche se, quanto meno il primo semestre sarà comunque complesso. Non si prevede una crescita dell’economia italiana, almeno a livello di Pil. In qualche modo noi rispecchiamo le prospettive dell’Italia. Il nostro compito è svolgere il ruolo di banca. Molto dipende dai provvedimenti che verranno presi a livello comunitario
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IN VIAGGIO CON LA SACCA
Porto Santo gioiello nell’Oceano
O
gni due anni i isola in mezzo all’Atlantico, giornalisti europei a ovest delle coste marocappassionati di chine, poche miglia a Nord golf di sfidano di Madeira, baciata dal sole nell’Emgj (Euro- e dai venti dell’Oceano. pean Masters for Golfplaying Journalists), i campionati TUTTO L’ANNO Le dimensioni sono piutcontinentali di categoria. Nello scorso autunno è toc- tosto contenute: 42 km², cata al Portogallo l’organiz- undici chilometri di lunghezza per una larzazione dell’evento ghezza massima di e i colleghi lusitani di sei chilometri, 5.000 hanno pensato MARCO abitanti in tutto dibene di approfittare DAL FIOR stribuiti nei piccoli dell’occasione per villaggi (Vila Baleira, far conoscere a tutti Porto Santo, una piccola il maggiore, poi Lapeira,
Sull’isola portoghese nell’Atlantico, amata dai golfisti più raffinati, si snoda un percorso intrigante con scenari da favola
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Town Campo e Camacha) che punteggiano il territorio. E un’enorme spiaggia di sabbia dorata lungo tutta la costa Sud. Nove chilometri di arenile che è possibile sfruttare, in pratica, tutto l’anno. La temperatura media di giorno varia tra i 21 e i 27 gradi per tutti i dodici mesi, mentre le minime oscillano dai 15 ai 21 gradi. Un paradiso. Che dal 2004 può contare anche su uno stupendo campo da golf disegnato da Severiano Ballesteros.
CHIUDETE GLI OCCHI Il percorso (18 buche, par 72, 6.434 metri) si snoda tra le alture della costa Nord e la periferia di Vila Baleira e alterna scenari incantevoli, sempre dominati dall’Oceano che ora fa da sfondo cobalto alle buche più meridionali, ora entra in gioco prepotentemente soprattutto nella parte centrale delle seconde nove buche. La 13, 14 e 15 (che i giornalisti italiani si sono affrettati a soprannominare “Amen Corner” per le evidenti ana-
logie sullo score con il celeberrimo terzetto dell’Augusta National) sono di quelle che restano impresse a lungo nella memoria. Chiudete gli occhi e immaginate. La 13 è un par 3 di 181 metri in leggera discesa, tracciato proprio sul ciglio della scogliera che precipita nell’Atlantico un centinaio di metri più in basso. Dietro al green, difeso a destra e a sinistra da due perfidi bunker, è ancora l’Oceano ad accogliere le palline scagliate con troppa potenza.
Già così c’è da salire sul tee un po’ intimoriti. Metteteci in più il vento, che da quelle parti soffia spesso e volentieri con una certa irruenza, e potrebbe capitarvi, come è successo a noi il primo giorno di gara, di dover indirizzare il vostro colpo in mezzo alle onde per avere la speranza di ritrovare poi la pallina dalle parti del green. La 14 è un par 4 di 359 metri, dog leg a destra di quasi 90° a seguire l’andamento della scogliera. Dal tee di partenza ci si sente
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padroni del mondo: l’Oceano là in basso frange contro le rocce, il verde dei fairways e l’azzurro del cielo giocano a rimpiattino con le nubi che scorrono velocissime all’orizzonte. Le scelte possibili sono due: quella più prudente consiglia di seguire il fairway in discesa e giocare un ferro o un rescue dove la buca curva furiosamente a destra, per poi attaccare il green che a quel punto è a circa 120 metri, anche se in salita. L’altra opzione, più coraggiosa e sicuramente più divertente, è provare a tagliare il dog leg per riuscire a mettere il drive, dopo 190 metri di volo, a poco più di un sand dal green. Anche qui occhio al vento: se alla
buca precedente la brezza da Nord spingeva la pallina verso il fairway, qui tende a scaraventarla in mare. La 15, ultima tappa del trittico oceanico, è un altro par 3, ma di soli 119 metri. Se tra voi e il green ci fosse un bel prato verde, sarebbe una buca insulsa. Il fatto è che tra il tee e la bandiera c’è ancora una volta sua maestà l’Oceano e occorre un minimo di freddezza per non farsi prendere dalla smania di darci come dei matti. Anche perché (occorre dirlo?) dietro al green un dirupo attende i colpi troppo lunghi. IL POSTO GIUSTO Detto in questo modo, sembrerebbe un campo da
INFORMAZIONI UTILI !!DOVE DORMIRE
Pestana Porto Santo Beach Resort & Spa Resort 5 stelle con formula All Inclusive situato direttamente sulla spiaggia di Porto Santo, a pochi minuti dal centro di Vila Baleira e dal campo da golf. Tel.+(351)291144000, Fax +(351)291144099, guest@pestana.com - www.pestana-portosanto.com
!!COME ARRIVARE
La compagnia di bandiera portoghese Tap Air Portugal (www.tap.pt) e Alitalia (www.alitalia.it) collegano giornalmente le principali città italiane con Lisbona; voli giornalieri da Milano e Roma per Lisbona e Porto sono offerti anche da Portugalia Airlines (www.pga.pt). La compagnia aerea TAP offre voli tra Lisbona e Porto Santo due volte alla settimana durante tutto l'anno.
!!CONTATTI
Ufficio del Turismo portoghese (ICEP), Corso Italia 49, Milano Tel. 848391818 – email info@visitportugal.com - sito internet www.visitportugal.com
incubo. Non è così: impegnativo, intrigante, divertente, con scenari da favola. Insomma il posto giusto per una vacanza. Tanto più che in club house domina Enrico, l’italianissimo gestore abruzzese che da qualche anno si è trasferito al sole di Porto Santo e non ha proprio intenzione di tornare indietro. Nessun problema di lingua dunque. Primo perché il portoghese suona in qualche modo familiare a noi italiani, poi perché l’idioma di Dante è diffusissimo sull’isola. Dai tassisti ai baristi, tutti lo capiscono e si sforzano di parlarlo. Tanto più dopo il buon risultato della squadra dell’Aigg (l’Associazione Italiana
Giornalisti Golfisti), seconda agli Europei, alle spalle dell’Austria e davanti alla Germania, dopo una rimonta entusiasmante sulle seconde 18 buche. I DIECI AZZURRI Questi i dieci alfieri italiani: Stefano Balducci (Ufficio stampa Figc), Dario Bartolini (Golf People), Marco Dal Fior (Corriere della Sera), Renato D’Argenio (Messaggero Veneto), Beatrice D’Ascenzi (18 Golf ), Giulio Lapasini (Tribuna di Treviso), il capitano Paolo Emilio Pacciani (Gazzetta di Parma), Roberto Roversi (Il Gazzettino), Benito Russo (Freelance)e Prisca Taruffi (Autosprint). !
PER LA PUBBLICITÀ SU ROMAGOLF contattare: redazione.romagolf@gmail.com
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IL RISTORANTE DEL CIRCOLO
Fioranello è un confortevole locale dotato di un centinaio di coperti con ampie finestre spalancate sulla diciottesima buca. A gestirlo con passione e competenza è Salvo Cesare, 55 anni, un siciliano che da tre anni vive a Roma, quando è stato chiamato a occuparsi dell’appetito dei golfisti di Fioranello. La sua cucina è esattamente come te la aspetti: un affresco dell’isola con qualche pennellata romana. Una “fusion” all’italiana di felicissimo esito. E se l’obiezione è che le due cucine hanno notoriamente tante virtù ma non quella della leggerezza, state tranquilli. L’interpretazione di Salvo è assai garbata, quasi lieve. E non trasforma la giornata al circolo in un improvvido massacro calorico. Quanto ai soci di Fioranello, beh, loro sembrano gradire. «I piatti della mia terra sono molto gettonati - confessa Salvo senza nascondere l’orgoglio - e comunque i soci del circolo sono molto tradizionalisti, amano la cucina regionale e quella familiare». Quindi non aspettatevi stregonerie molecolari o estremismi concettuali. Qui si gioca un altro campionato, quello del rigore filologico di una cucina che non è mai a corto la diciannovesima Capitale. Nel quale si gioca di argomenti e che quindi buca di Fioranello. con lo sguardo che si riempie non ha bisogno di percorrere Forse quella più della maestosità degli ac- strade impervie per piaceamata. Di certo quedotti, dal verde smeraldo re. quella più facile, della campagna romana e Salvo, che è nel mondo dove tutti fanno Eagle. È il con i Castelli Romani a fare della ristorazione sin da gioristorante del circolo ai con- da silenziovanissimo e ha rivestito tutti fini con il parco archeologico se sentineli ruoli, da commis di sala a dell’Appia Antica, nel quale le. maitre d’hotel e che della di ANDREA Il ristoi golfisti si rifocillano al tercucina conosce a menadito CUOMO mine delle 18 buche di uno rante del sia gli aspetti tecnici sia dei percorsi più belli della C i r c o l o quelli più manageriali, è
Sapori siciliani e cucina romana
La tradizione mediterranea trionfa al Circolo di Fioranello. Tra le specialità il “piatto del golfista”.
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Ristorante del Circolo Fioranello Via della Falcognana 61 00134 Roma (località Santa Maria delle Mole). Tel. 067138213. Aperto tutti i giorni tranne il mercoledì solo a pranzo, per i soci e i loro ospiti. A cena su prenotazione per banchetti o eventi per almeno 30 invitati.
È
l’uomo giusto al posto giusto. Il suo menu non riserva ne “oh” né “mah”. Anche se uno sfizio lui se l’è tolto: dedicare allo sport con il quale si trova a convivere e che da quando è qui ha imparato a praticare - il suo handicap ce lo svela ma chiede di non scriverlo - uno dei suoi piatti più riusciti: la sua versione della Tagliata di pollo, da lui ribattezzata con una scelta che fa molto club house “piatto del golfista”. Una strizzatina d’occhio che è anche un pezzo forte della sua playlist: un letto di insalata verde, rucola, pomodori e carote sul quale si adagiano dei tocchetti di pollo sapientemente grigliato e condito da ghirogori di aceto balsamico. Un piatto allegro e saporito. E soprat-
tutto sano. Perfetto per chi vuole un piatto unico con cui fare rifornimento di gusto e leggerezza prima di riprendere le mazze. Per il resto, il menu è ampio ma non troppo, con un pugno di antipasti, una decina di primi (tra i quali non mancano mai d’inverno un paio di zuppe), sei o sette secondi, qualche contorno e tre o quattro dessert. Salvo
segue giudiziosamente i dettami della buona cucina mediterranea, che si muove sugli assi cartesiani della stagionalità e del mercato. Il menu cambia spesso, anche ogni giorno: meglio non innervosirsi se qualcosa non c’è: è un buon segno. Quanto alle coordinate geografiche, come detto sono comprese tra la latitudine di Palermo e quella di Roma. Noi ab-
biamo provato un menu di metà febbraio. Si parte con le Panelle, umorosi esemplari di street food alla sicula qui giusto educati da una presentazione più contegnosa, diremmo quasi borghese. Ma il dna è quello, stradaiolo: le solite fantastiche frittelle di ceci che chi vuole può accompagnare, come da tradizione, con il pane. Ma si può anche partire con il pedale ben premuto sull’acceleratore scegliendo il sapido Pecorino accompagnato dalla mousse di cipolla oppure lo Sformato di melanzane alla parmigiana o ancora il Tortino di patate e zucchine. What else? Ah sì, la Mozzarella di bufala. Tra i primi vince la tradizione assoluta. Che per un
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siciliano vuol dire essenzialmente pasta alla Norma, che Salvo propone in una versione assolutamente ortodossa (diremmo… di Norma), con salsa di pomodoro, melanzane e basilico e un’abbondante manciata di ricotta salata. Altro must dell’isola le Sarde, che qui si sposano ai bucatini. Naturalmente c’è spazio anche per il “genius loci”, rappresentato in questo caso dall’Amatriciana (per la quale Salvo ha scelto l’insolito formato delle mezze maniche) e dalla Carbonara (con i rigatoni). E siccome il mare non è lontano, ecco il vero piatto-passepartout della cucina marinara alla romana: gli Spaghetti con le vongole veraci. In lista anche la Pasta e fagioli, le
Fettuccine al ragù, gli Gnocchi con pomodoro e pesto e - per gli amanti delle zuppe - quella con verdure e cereali. Ed ecco i secondi. Della Tagliata di pollo abbiamo detto, e non possiamo che consigliarla. Ma vanno molto anche il filetto e la lombata di vitello. Oltre alle proposte più elaborate, come le Polpette al sugo che sono un “comfort food” per eccellenza, all’Arrosto di vitello al forno, alla Braciola di maiale e alla Salsiccia al sugo con polenta, molto apprezzato nel corso della stagione fredda. La vocazione, come si vede, è davvero carnivora. Chi non sa rinunciare al mare nel piatto può sempre
rifugiarsi nella Frittura di calamari, amata di piccoli e grandi. I secondi possono essere scortati da un contorno di stagione: Insalata mista, Broccoletti ripassati, Pomodori e cipolla o Cicoria ripassata. Infine i dessert. La proposta è limitata ma assai golosa. E se chiedete consiglio a Salvo non c’è partita: vi indirizzerà immancabilmente sul suo magnifico Cannolo alla siciliana, ennesimo omaggio alla sua terra, preparato con crema di ricotta fresca. E noi non possiamo che appoggiare l’idea. Con la ricotta è fatta anche un’altra semplice torta, mentre il terzo dolce è l’unica referenza di tutto il menu a evadere dalla meridionalità:
lo Strudel. Grande attenzione Salvo - che in sala è assistito dalla moglie Marianna Marino riserva anche alla carta dei vini, che non è enciclopedica - e perché dovrebbe, del resto? - ma vanta ricarichi molto onesti. In carta tanto per cambiare molto Lazio e molta Sicilia e si casca decisamente in piedi. Ma ci sono anche diversi bianchi del Veneto e alcuni grandi rossi toscani. Per i vini da dessert Salvo ama proporre ai suoi clienti alcune etichette di Passito e di Malvasia siciliana, che si sposano magnificamente alla sua pasticceria tradizionale. Prezzo medio di un pasto completo 25 euro vini esclu! si.
LA CANTINA DEL LAZIO
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a sempre noto per i vini bianchi, il Lazio ha in realtà un gioiello rosso: il Cesanese. Vitigno diffuso nella provincia di Frosinone ancora poco conosciuto e valorizzato, che rappresenta però l’unico “autoctono” in grado di fare il miracolo che la nostra regione attende da anni: “sfondare” come accaduto alla Sicilia, alla Puglia, all’Abruzzo. Regioni un tempo considerate minori e oggi protagoniste dell’enologia italiana. Se dovessimo consigliare un Cesanese da cui partire alla scoperta di questo meraviglioso vino, non avremmo dubbi: dovrebbe essere un’etichetta dell’azienda Coletti Conti di Anagni. Un’azienda storica nel vero senso della parola: non solo perché coltiva e vinifica da tempo immemorabile, ma perché la famiglia Conti vanta quattro pontefici (e mezzo). E il mezzo è quel Bonifacio VIII che istituì il primo giubileo e che apparteneva alla famiglia Caetani ma era figlio di una Conti, Emilia. Ma questo è il passato. Il presente è fatto di un luogo magico, il podere della Caetanella, e di uve di qualità qui coltivate, qualità per la quale congiurano la natura vulcanica del terreno, la magnifica esposizione e le pratiche viticole scelte, come la fittezza di impianto e le cosiddette potature verdi. Il risultato sono una serie di etichette che riassumono il meglio del territorio ciociaro. La carta dei vini in realtà è smilza e senza referenze inutili. Un solo bianco, l’Arcadia anomalo frutto di uve Manzoni Bianco innervato da sporadici interventi, secondo annate e necessità, di vitigni tradizionali del luogo come il Bellone, la Passerina, il Trebbiano, il Bombino, e di “stranieri” che qui si comportano benissimo, come Fiano, Falanghina e Grechetto. Ma è per i tre rossi che Coletti Conti merita di essere scoperta. Due sono gli esemplari di Cesanese, l’Hernicus (15,5°, in vendita a circa 13 euro) potente ed equilibrato e il nostro prediletto Romanico (15°, 20 euro), dal bouquet enciclopedico e meravigliosamente minerale. Il terzo rosso è il Cosmato (15°, 23 euro) dal piglio più internazionale, nel quale il Cesanese si sposa a Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah e Petit Verdot, tutti in dosi variabili di anno in anno.
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Coletti Conti, corso Vittorio Emanuele 116, 03012 Anagni (Frosinone), tel. 0775728610, 0775767080, www.coletticonti.it.
LA NOTIZIA
Il golf è sempre più verde
Costanza Pratesi (resp. Fai) mentre firma il protocollo d’intesa
È
scoppiata la pace fra il golf e le associazioni ambientaliste. Dopo anni in cui questo sport è stato costantemente nel mirino dei gruppi ecologisti, con il protocollo d’intesa siglato l’8 febbraio dalla Federgolf con Legambiente, Wwf, Fai, Federparchi e MareVivo, questo stato di perenne conflittualità dovrebbe finalmente cessare. In linea con il programma internazionale GEO, Golf Environment Organization, a cui già partecipano diverse associazioni ambientaliste di altri Paesi, il protocollo in-
Siglato a Roma un Protocollo d’intesa fra Fig e le maggiori associazioni ambientaliste dividua «l’obiettivo primario nella difesa del territorio, della natura e del paesaggio, come patrimonio dell’intera collettività e risorsa fondamentale anche per l’industria del turismo». La Fig si è impegnata a promuovere verso i circoli
Da sinistra: V. Cogliati Dezza (pres. Legambiente), A. Bozzi (Consigliere FIG), F. Chimenti (pres. FIG). S. Leoni (pres. Wwf Italia), G. Sammura (pres. Federparchi).
affiliati comportamenti più corretti e rispettosi dell’ambiente. Dalla salvaguardia dell’assetto idrogeologico del territorio a quella degli aspetti paesaggistici, dalla riduzione al minimo nell’uso dei fertilizzanti e dei fitofarmaci alla tutela della biodiversità, dal risparmio di acqua a quello di energia. Le associazioni firmatarie dell’accordo daranno il loro contributo per favorire la riqualificazione ambientale degli impianti esistenti e per concorrere alla realizzazione dei nuovi percorsi secondo criteri di eco-sostenibilità. «Siamo molto soddisfatti per questo accordo – ha dichiarato il presidente della Fig, Chimenti - che segna il punto di partenza, non il traguardo, di un lavoro comune. La nostra è una Federazione sportiva e in quanto tale non rilascia licenze, concessioni o autorizzazioni amministrative. Ma il golf è, fra tutti gli sport, quello che ha il rapporto più diretto con il territorio, con l’ambiente e con il paesaggio. Nell’interesse dei nostri tesserati, dei giocatori e di tutti
gli appassionati italiani, intendiamo perciò favorire uno sviluppo sempre più ecosostenibile». Soddisfatti gli ambientalisti. Per il Presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, il punto principale dell’accordo «riguarda l’eliminazione di tutti gli impatti ambientali negativi che oggi, grazie anche agli investimenti della Federgolf in studi e ricerche, sono molto ridimensionati in termini di consumo di acqua. L’utilizzo di erbe particolari, che hanno bisogno di minor manutenzione, riduce l’uso dei pesticidi e dei fitofarmaci». Il presidente del WwfItalia, Stefano Leoni, ha sottolineato che «in questo momento l’aspetto principale riguarda le tecniche di realizzazione degli impianti che dovranno essere costruiti secondo questa intesa. Anche quelli che saranno ammodernati dovranno ridurre sensibilmente l’impatto ambientale sia nei consumi di acqua, sia nella produzione di rifiuti sia anche per garantire una maggior integrità nel contesto ! paesaggistico».
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WELLNESS
Prince Spa, un’oasi di benessere Ambienti eleganti e sontuosi avvolgono in un’atmosfera suggestiva gli ospiti del Parco dei Principi Grand Hotel & Spa: 2000 mq di puro benessere e lusso
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Vincitrice nella categoria di migliore Nuova Spa del biennio 2010/2011, la Prince Spa del Parco dei Principi Grand Hotel & Spa è sicuramente l’indirizzo benessere più esclusivo della Capitale. Aperta nell’ottobre del 2010 all’interno di uno dei più prestigiosi 5 stelle di Roma, appartenente alla Roberto Naldi Collection, è stata subito apprezzata dallo star system internazionale: attori, calciatori, personalità dello spettacolo e della diplomazia, che prediligono gli ambienti raffinati ed esclusivi per regalarsi momenti di di puro relax. Situata nel cuore di Roma, nel DANIELA quartiere Parioli, tra Villa Borghese e Via CIRRINCIONE Veneto, è una vera oasi urbana, che incanta con i suoi preziosi mosaici, gli arredi di lusso e gli ambienti caldi e accoglienti, realizzati con materiali naturali: bambù per il parquet, legno di palissandro per le pareti, pietra e marmo. Il tutto arricchito da fiori, eleganti sculture e candele profumate, che accompagnano gli ospiti in un percorso dalle mille sensazioni. Questo tempio del benessere è aperto tutti i giorni anche ai cittadini romani, che possono acquistare ingressi giornalieri, pacchetti wellness oppure abbonamenti mensili e annuali, come ha spiegato
Patrizia Conforti, direttore tecnico dell’Area Beauty del centro. Ai suoi ospiti la Prince Spa offre ben 2000 mq di benessere, con zona hammam, saune finlandesi, bagno turco, docce di ghiaccio e una magnifica piscina sanificata all’ozono di 25 metri sotto un cielo stellato virtuale, tempestato di cristalli Swarovski. Una vasca gemella è dedicata a 34 giochi d’acqua, tra cui cascate per massaggio cervicale, zona geyser e percorso Kneipp; il tutto avvolto dalle piacevoli sensazioni offerte dalla cromoterapia e dall’aromaterapia. Dopo aver effettuato i propri percorsi benessere, ci si può abbandonare sulle comode poltrone dell’elegante sala relax che si affaccia sulla piscina e offre diverse qualità di tè. Oppure si possono gustare cibi naturali e bevande bioenergetiche nel Bio Bar del centro. Trattamenti individuali per il viso e per il corpo e massaggi di ogni genere, dal massaggio classico a quello ayurvedico o shiatsu, vengono effettuati da un personale altamente qualificato, con prodotti naturali a base di oli essenziali, nelle 10 sale estetiche dell’Area Beauty e nelle due meravigliose spa suite private, per rilassarsi in coppia.
Nella Suite Prince, in cui domina l’oro, si trovano un bagno turco privato, il lettino Aquaveda e la vasca idromassaggio Aquarelax. Il primo, per un massaggio ayurvedico shirodara o per trattamenti di bellezza al cioccolato, al latte, all’uva nera, il savonnage o la talassoterapia; la seconda per bagni aromatici, mentre in un’altra stanza ci si può distendere sul futon per provare i massaggi a terra. Nella Golden Suite la madreperla si unisce
all’oro per offrire un ambiente quanto mai suggestivo, che candele, champagne, musica, profumi e giochi di luce rendono indimenticabile. «I trattamenti in coppia sono di gran moda e sempre più richiesti - ha spiegato Patrizia Conforti - Sul sito web della Prince Spa sono sempre disponibili pacchetti speciali e offerte promozionali, come ad esempio l’Elisir d’amore, che include un cocktail di benvenuto al frutto
PARCO DEI PRINCIPI GRAND HOTEL & SPA Via Gerolamo Frescobaldi 5 - 00198 Roma - Tel. 06 85442494 E-mail: info@princespa.com www.princespa.com reservations@parcodeiprincipi.com www.parcodeiprincipi.com
della passione, un massaggio sensoriale di coppia su futon, tisaneria alle erbe, oltre ad accappatoio e ciabattine in uso gratuito». Hanno avuto grande successo le offerte per San Valentino, alcune delle quali prevedevano anche una cena romantica nel ristorante Pauline Borghese dell’albergo, un delizioso angolo di pace, dove gustare squisiti piatti dai sapori mediterranei. Altra perla del Parco dei Principi è il suo giardino con una grande piscina all’aperto, che in estate accoglie anche gli ospiti della Prince Spa. Per i cultori della forma fisica nel centro benessere c’è anche un’area fitness di 500 metri quadri con attrezzatura Technogym all’avanguardia e una speciale Sala Funzionale, in cui ritrovare l’equilibrio e la forza muscolare attraverso un allenamento innovativo che si ispira alle esercitazioni militari, guidati da esperti personal trainer. Si può terminare questa suggestiva esperienza nella Prince Spa affidandosi alle mani dei parrucchieri Hairlosophy, per regalarsi una magnifica acconciatura prima di tornare alle proprie attività giornaliere, rigenerati nel corpo e ! nell’anima.
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l grip è la posizione delle mani sul bastone. Un grip corretto ha una funzione fondamentale per il gioco del golf: aiuta a riportare la faccia del bastone, al momento dell’impatto, square, con la possibilità di trasferire velocità al bastone. Analizziamo ora come si impugna correttamente un bastone. Nella mano sinistra il bastone va trasversalmente nel palmo tra la prima falange dell’indice e l’imminenza ipotena (foto 1). Chiusa la mano dovreste essere in grado di vedere le prime 2 nocche (foto 2). La V formata dal pollice e l’indice dovrà puntare verso la spalla destra. Nella mano destra il bastone va posizionato a seconda della grandezza della stessa: Overlap per mani medio grandi (uomini); Interlock per mani medio piccole (donne); Baseball per mani piccole (bambini 6-10 anni). Nel primo posizioneremo il mignolo sopra lo spazio formato dall’indice ed il medio della mano sinistra; nel secondo incastreremo il mignolo con l’indice della mano sinistra; nel terzo metteremo tutte le dita sul bastone. Posizionate correttamente le dita, dovremo far combaciare il palmo della mano destra (linea della vita) con il pollice
L’ANGOLO DELLA TECNICA
Il grip Per uno swing perfetto è fondamentale impugnare correttamente il bastone di Pieluigi Colonna, maestro presso G.C. Arco di Costantino - p.colonna@me.com
della sinistra (foto 3). Ad impugnatura ultimata, la V che si formerà tra il pollice e l’indice della mano destra dovrà puntare tra il naso e la spalla destra. Finora abbiamo parlato di posizioni. Entriamo ora in un campo altrettanto importante: la pressione delle dita e delle mani. Le dita che tengono maggiormente sono il medio, l’anulare e il mignolo della mano sinistra; il medio e l’indice della destra. Il bastone da golf va impugnato con assoluta scioltezza. Più siamo rigidi e contratti meno riusciamo a generare velocità e libertà della testa del bastone al momento dell’impatto. Tutto ciò ci farà produrre dei colpi inconsistenti e di scarsa distanza. Una giusta pressione ci darà la possibilità di utilizzare, con la massima efficacia, polsi e avambracci. Aiuteremo tutto il corpo a lavorare meglio. La rilassatezza delle mani potremmo trasferirla quindi alle braccia, spalle, busto e fianchi. Abbiamo quindi rilassato il corpo; condizione necessaria per far in modo che la rotazione di esso possa essere completa e senza freni. Potreste, inoltre, evitare alcuni traumi durante lo swing. Un altro aspetto fondamentale è la gran-
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dezza corretta dell’impugnatura: più è piccola e più vi aiuterà a posizionare il grip nelle dita, per un maggiore utilizzo delle mani durante lo swing; più è grande e più obbligherà a posizionare il grip più verso il palmo, con, quindi, un minore utilizzo delle mani durante lo swing. Per i giocatori di quasi tutti i livelli (dal neofita al basso di handicap) è opportuno che le mani lavorino intensamente durante tutto lo swing; tutto ciò a favore della velocità della testa del bastone e a sfavore della precisione. I grandi giocatori non
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hanno necessità di generare ulteriore velocità della testa del bastone. Preferiscono fare degli swing con le mani più ferme ed il bastone il più possibile di fronte al corpo. Palla quindi più ferma in volo, colpo più stabile e ripetitività maggiore. Un buono swing inizia da un buon grip. Il consiglio che vi do è quello di farvi controllare dal vostro maestro che il grip sia assolutamente corretto per colpi più dritti, ripetitivi e lunghi.
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A
bbiamo incontrato due giovani promesse del Golf Club Marediroma, Federico Milito, 14 anni, Hcp 5,2 e Stefano De Lorenzo, 15 anni, Hcp 4,1.
! Quando hai preso in mano i ferri per la prima volta? Federico: La prima volta che ho preso in mano i ferri avevo 10 anni. Stefano: Io a 11 anni ho iniziato a fare i primi swing. !! I tuoi maestri chi sono stati? E l’attuale chi è? F: Il primo Alessandro Ferragina, poi Alessandro Cocchi e ora Marco Luzzi. S: È stato ed è Ales-
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UNDER DICIOTTO
Sognando Tiger sandro Ferragina. !! C’è un giocatore cui ti ispiri? Perché? F: Rory McIlroy perché anche se è molto giovane ha già conseguito diverse vittorie. S: Tiger Woods, il più forte di tutti i tempi. !! Il miglior risultato ottenuto? F: 71 al Marediroma. S: 70 al Marediroma.
!! In cosa devi migliorare nel gioco? F: Devo fare progressi nel gioco corto. S: Nella precisione del gioco lungo. !!Quale distanza raggiungi con il driver? F: Fino a 240 metri. S: Arrivo a 250 metri. !! Il più bel campo dove hai giocato e perché?
FEDERICO MILITO
F: Golf Roma, disegno classico e percorso sempre in ottime condizioni. S: All’Olgiata, un golf club con il miglior disegno del campo. !!In quale campo vorresti giocare, perché? F: Un qualsiasi campo del tour americano per confrontare le mie distanze con quelle dei
STEFANO DI LORENZO
“pro”. S: Augusta, perché è il più, difficile. !!Come è composta la tua sacca? F: Driver, legno 3, legno 5, ferri 3/pitching wedge. S: Driver, legno 3, ferri dal 2 al pitching wedge, sand wedge, 52° e 56°, putter. !! Che palline usi in gara? F: Pro v1. S: Pro v1x. !! Quanto tempo dedichi settimanalmente all’allenamento? F: Quattro giorni a settimana. S: Quattro giorni a settimana. !! In che modo ti alleni? F: Un’ora di gioco cor-
to, un’ora di gioco lungo e poi in campo. S: Due giorni solo campo, un giorno gioco corto e un giorno gioco lungo. !! I tuoi programmi per il 2012? Obiettivi? F: Vincere tante gare regionali e nazionali. S: Prendere il brevetto nazionale. !! Nel tuo telefono ci sono applicazioni sul golf? Se sì, quali sono? F: V1 golf, un’applicazione per analizzare il mio swing. S: Non ho app nel mio telefonino. !! Quanto conta l’alimentazione in gara per te? F: Poco. S: Poco, o niente. !!Che cosa mangi, che cosa bevi durante la gara? F: Bevo acqua e mangio bar-
rette energetiche. S: Acqua e barrette energetiche. !!Hai riti scaramantici prima della gara? F: Nessun rito scaramantico. S: Non sono scaramantico. !! C’è una regola del golf che proprio non comprendi? F: No. S: No. !!E una regola che cambieresti? F: No, sono tutte corrette. S: No. !!Cosa fai nella vita quando non giochi a golf? F: Frequento la scuola, nel tempo libero esco spesso con gli amici. S: Frequento la scuola, quando non gioco a golf, vedo gli !! amici o sto in famiglia.
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o zen e il tiro con l’arco” di Eugen Herrigel è un simpatico libricino scritto dal filosofo tedesco a seguito della sua permanenza in Giappone dal 1924 al 1948 e illustra la modalità di approcciarsi alla disciplina del far centro. L’autore sostiene che in molti paesi dell’oriente gli sport non perseguono un fine pratico e non cercano un esclusivo piacere estetico, costituiscono invece un vero e proprio “tirocinio della coscienza e devono servire ad avvicinarla alla realtà ultima, così il tiro con l’arco non viene esercitato solo per colpire il bersaglio…ma anzitutto perché la coscienza si accordi armoniosamente con l’inconscio”. Non c’è qualche analogia, una sorta di lettura parallela nella disamina del tiro nel golf? La tecnica va presto superata cosicché l’appreso diventi “un’arte inappresa” scaturente direttamente dall’inconscio. Nel caso del tiro con l’arco il tiratore e il bersaglio non sono più due cose contrapposte ma danno vita ad una sola realtà. L’arciere e il bersaglio sono un’inconsapevole armonia. L’uno esiste fermo nel tempo/spazio e l’altro vi tende con il distacco dal sé e lo raggiunge solo attraverso
IL PARERE DELLO PSICOLOGO
Oltre i confini dell’io
di ANNA MACI psicologa e psicoterapeuta - www.annamaci.it
la perfezione del gesto. È una cosa ben diversa dalla ripetitività, dall’automatismo fine a se stesso, contiene una certa saggezza trascendentale, un percepito del tutto e niente, si realizza così il “satori” che è, in termini semplicistici, il raggiungere un oltre i confini dell’io. Si entra nello zen. Zen non è una religione, zen è piuttosto una filosofia del buon vivere che si adatta perfettamente a tutti i tempi e
luoghi. Lo zen, secondo Matsu, un antico maestro morto nel 788 d.C., è “la coscienza quotidiana” cioè non è altro che “dormire quando si ha sonno e mangiare quando si ha fame”. Nel tiro con il ferro il nostro uomo entra in un atteggiamento speciale, in effetti anche se lui non ne è consapevole per pochi istanti si distacca da ogni cosa distraente, concentrandosi prende contatto con il sé profondo, con il noto e l’ignoto, entra
nel cammino del gesto puro, della volontà più elevata, agisce una conoscenza arcaica, manifesta i tratti dell’uomo sacerdotale. Il suo ora è un esercizio mistico, perché tende alla misterica perfezione, è pronto per la “via verso la meta”!, non la meta stessa che poco conta. Solo ora il nostro golfista trova una nuova sintonia, tende al suo fine ultimo e quando esegue il movimento di backswing, quando guarda in tralice sopra
la spalla sinistra la pallina sul tee, quando scandisce nel suo io profondo il giusto timing e scende, raccoglie e lancia che altro fa se non entrare nel magico “satori”? Vi assicuro che le due discipline si confondono, quando si parla dell’una si pensa anche all’altra perché mille nessi le collegano inscindibilmente e non posso fare a meno di comprendere sempre più perché il golf sia lo sport nazionale del popolo giapponese. Loro sono riusciti a carpirne la parte più spirituale e profonda. Noi, con il nostro vecchio razionalismo cartesiano “cogito ergo sum” ancora non siamo pronti ad uscire dal dualismo occidentale ma, chissà, oggi forse in qualcuno di voi sta sorgendo qualche piccolo dubbio? In me sicuramente il tarlo della diatriba ancestrale vero-falso sta vorticosamente danzando, forse è meglio che mi fermi e con un profondo respiro cerchi quella sana dimensione distaccata che ti permette di essere consapevole, pronto a ridiscendere nella mischia, a cimentarti con il prossimo tiro che sarà bellissimo. Vi lascio alle vostre personali elaborazioni…ho lanciato il sasso ora mi piace nascondere la mano. !
«S
ono Stefania e non scendo in campo da un anno». L’idea di fare outing, me l’ha data il mio maestro, Simone Selli. Lo presento subito perché nella nascita dell’amore tra me e il golf ha avuto una parte importante. Sì, voglio raccontare di un amore. Quello vero, che resiste alle delusioni e alla lontananza. Soprattutto alla lontananza. Già perché io il golf lo amo ma non lo gioco. Il termine non è scelto a caso. Avrei potuto dire non lo pratico. Non faccio il possibile e l’impossibile per ritagliarmi del tempo per tirare palline dal tappetino. A me piace tirare sull’erba, ed è comunque il gioco inteso come divertimento che mi attira. Anzi forse è stata proprio l’ironia e la leggerezza delle prime lezioni, seguite in compagnia della mia amica Marina, a creare il legame fra me e lo swing. Il buon umore fra un tiro dal tee e un putting è importante ma ovviamente non basta. Sarebbe bello che fosse sufficiente farsi una risata per fare punti. No, non è così. Lo so bene. All’inizio, prima di avvicinarmi al green pensavo che lanciare la pallina fosse una delle cose più semplici da fare: in fondo bisognava solo colpirla. Vai a pensare che puoi colpire
GOLF IN ROSA
Una storia d’amore tutto, l’aria, la terra, persino una mosca ma non quella piccola sfera. In ogni caso sono convinta che ci voglia un po’ di allegria per provare e riprovare quando finalmente hai capito come si fa a far roteare il ferro che ti trovi in mano. Ed ecco il secondo motivo della mia devozione al golf: la tecnica. Cioè la combinazione di determinati movimenti, sempre quelli e non altri, che ti consente di riuscire. Non esistono alternative, né scorciatoie. E come lo studio della matematica o del greco. Non serve essere furbi o conoscere qualcuno di importante per riuscire ad azzeccare il movimento giusto. Non serve essere alti o bassi, magri o grassi. muscolosi o esili, giovani o vecchi per tirare bene. Lo possono fare tutti se usano la tecnica prevista. Certo le attitudini, la potenza, la grinta contano.
Ma se ne può fare anche a meno. E il campo di golf può rappresentare un’isola di decantazione e di confronto dove sono il merito e la perizia a trionfare e non la prepotenza o la stupidità. Alla tecnica è legata l’estetica del gioco, un binomio che mi affascina: mi piace e mi rapisce il suono della pallina colpita nel modo giusto che vola dritta. Ma mi piace e mi rapisce l’immagine di un swing bello e armonioso. Non esito a dire che anche aver fissato nella mente l’immagine del movimento fatto da un maestro o da un campione visto in tv mi ha aiutato a capire e
amare il golf. A questo punto la domanda viene naturale. Perché è un anno che non gioco? Per il tempo e per la forma. Anche per fare solo 9 buche bisogna poter disporre perlomeno di mezza giornata libera da altri impegni. Perché tra il coprire la distanza tra casa e il circolo, andata e ritorno, più il tempo per fare il giro di mezzo campo, vanno via quattro o cinque ore mettendoci anche un caffè o un succo di frutta tanto per fare un minimo di socialità. Io non le ho a disposizione, tra viaggi e impegni vari di lavoro. Tanto più che giocare una volta a settimana o giù di lì è pure controproducente: non ti consente di tenere i muscoli allenati e soprattutto ti stanca tantissimo. Mi è capitato di fermarmi affranta e sfiatata tirandomi appresso la sacca già alla quinta buca. E mi sono
detta: «Devo fare un po’ di sport per riprendere la forma». La vera pecca del golf è questa: non è uno sport vero se misuri le forze e magari usi una kart: puoi fare il giro senza un minimo di fatica. Per alcuni è un merito. Per me è un limite. E ho dovuto scegliere. Ho ripreso lo jogging giornaliero, per recuperare il fiato e anche riprendere il peso. La forma, insomma. L’ideale sarebbe fare tutte e due le cose, l’esercizio aerobico e il golf. Ma ci vuole tempo. È un circolo vizioso che ha un’unica soluzione. Lavorare meno e divertirsi di più. Nell’attesa che l’obiettivo si realizzi mi tengo in esercizio, grazie appunto a Simone, che con regolarità anche se non con frequenza, mantiene vive le mie conoscenze e mi fa esercitare, suggerendomi ogni volta un gesto differente per memorizzare i movimenti. C’è stata la spazzata energica o, da ultimo, il lancio del sasso liscio nell’acqua cercando di farlo saltare nell’impatto. Ah, lui dice che i miei tiri sono spettacolari e che il golf e io siamo fatti l’uno per l’altra. Del resto, quando si ama… ! di STEFANIA TAMBURELLO
giornalista Corriere della Sera
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golf
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ASSOCIAZIONI E CIRCOLI
AIGG
OASI GOLF CLUB
Al via il Campionato dei Giornalisti In calendario due gare a Roma
Sabato 24 e domenica 25 marzo numerosi golfisti hanno partecipato, all’Oasi Golf Club di Aprilia, alla prima tappa del circuito Wakan Golf Cup, evento organizzato dalla DIGA, Diplomatic International Golf Association, guidata da Antonio Stocchi. La mattina di sabato 24 è stata dedicata a una gara aperta soltanto ai membri della DIGA. Persone di etnie e culture diverse, che per motivi professionali si trovano in Italia, si sono così incontrate all’Oasi per giocare a golf e passare una giornata di relax e divertimento. Tra i graditissimi ospiti anche l’Ambasciatore di Turchia Hakkai Akil. Domenica 25 si è svolta la seconda giornata di gara del circuito, aperta questa volta a tutti i giocatori. I vincitori si sono aggiudicati i premi messi in palio dalla Wakan, una linea di abbigliamento sportivo di produzione italiana specializzata in capi per il golf. Domenica 1 aprile invece si è ripetuto con successo il consueto appuntamento con l’evento “Porta un amico al Golf”, che l’Oasi ripete da circa 15 anni per avvicinare sempre più gente allo sport del golf. L’Open Day è l’unica gara in cui un principiante può giocare in coppia con un golfista esperto che gli fa da guida mostrandogli i segreti del gioco e facendogli respirare l’ebbrezza della competizione. Si ricorda, infine, che sabato 17 marzo è partito all’Oasi Golf Club il circuito Baba Tour che si snoda nel 2012 per ben 8 tappe con una fantastica finale a Marbella. Babagolf, società ideatrice del Babagolf.com, un portale di servizi e prodotti per gli amanti del golf, dopo il successo dell’anno scorso ha voluto ripetere il tour nei maggiori club italiani.
Iniziato con una doppia tappa in Lombardia il Challenge Contarini 2012 dell’Aigg, l’Associazione italiana giornalisti golfisti. Il 28 marzo al Golf Club La Pinetina (Appiano Gentile) e il giorno successivo al Golf Club Villa d’Este di Montorfano, è scattata la caccia ai campioni dello scorso anno: Roberto Lanza (Eco di Biella) vincitore in Prima Categoria, Roberto Zoldan (Internet Tv) in Seconda e Massimo Colognola (Aci Sport) in Terza. Il due maggio ci saranno due gare in contemporanea. Una al Nord, a Bogliaco, l’altra nel Sud, a Fioranello. Il 21 maggio i giornalisti si ritroveranno al Golf Club Bergamo. Il 28 maggio appuntamento di nuovo nella Capitale, con una gara al Parco di Roma. La carovana si sposterà il giorno dopo in Umbria, al circolo dell’Antognolla, in provincia di Perugia. Il 12 e 13 giugno, poi, doppio appuntamento in Piemonte: Cherasco e Royal Park. Quindi a Luglio, il 2 e il 3, due tappe fiorentine: Poggio dei Medici e Pavoniere. Il Challenge si chiude a settembre, il 4 e 5, in Veneto, nei circoli di Castelfranco e Asolo. info: www.aigg.it
email: info@aigg.it
ASSOCIAZIONE SPORTIVA GOLF CIRCEO Campo pratica al Circeo
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Un nuovo campo pratica sta per essere aperto a San Felice Circeo. L’iniziativa è promossa dall’associazione sportiva Golf Circeo, presieduta da Adelfo Luciani. La trattativa con il Comune di San Felice per ottenere la concessione di una cava abbandonata in località Brecciaro, a poca distanza dal centro abitato, è in dirittura d’arrivo. Il progetto prevede la realizzazione di 15 postazione di campo pratica e di una piccola club house con spogliatoi e bar. Entro fine marzo dovrebbero arrivare i nullaosta da parte della Direzione del Parco del Circeo e della Regione. L’impianto dovrebbe essere pronto entro fine giugno, in tempo per la stagione estiva. Il presidente dell’associazione, Luciani, ha assicurato che l’iniziativa verrà portata avanti nel pieno rispetto dell’ambiente e secondo i criteri contenuti nel protocollo d’intesa firmato di recente dalla Federgolf con le principali associazioni ambientaliste. Previsto l’accesso anche ai portatori di handicap e un progetto con le scuole del circondario per avviare alla pratica dal golf i giovani studenti.
info: Tel.06. 92746252 - 9268120 - Fax 06 9268502 www.oasigolf.it - email: info@oasigolf.it
RISULTATI WAKAN GOLF CUP – 18 buche STABLEFORD DOMENICA 25 MARZO 1ª CATEGORIA 1° netto STEFANO BIANCONI 1° lordo GABRIELE RUFFOLO 2° netto STEFANO PIO POMPEO
39 29L 39
2ª CATEGORIa 1° nett JOSÈ POVEDA 2° netto FRANCESCO CAPOGROSSI
44 41
3ª CATEGORIA 1° netto MAURO ANTOCI 41 2° netto GIULIA GIORGETTI
39
Lady
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SARA D’ANSELMO
AGR !"Associazione Golfisti Romanisti Ero nel luglio del 2010 nell’ufficio di Giovanni Quintieri, direttore generale di Federlazio. Cercavamo di lavorare sopportando il caldo asfissiante e fu allora che Giovanni mi parlò della sua idea: un’associazione di golfisti accomunati da una passione per l’AS Roma. Un’altra associazione gli chiesi? No, mi rispose, non un’altra, ma la prima con “spirito imprenditoriale”. Mi parve un’idea eccellente! La cerimonia ufficiale di costituzione fu il 18 novembre del 2010, alle ore 19:27 presso il Castello della Castelluccia. I romanisti doc noteranno una simpatica ricorrenza del “1927”, data di costituzione della As Roma. Il tempo della consacrazione a Trigoria e l’adesione ai Roma Club e l’associazione partì alla grande incominciando ad aggregare molti amici che, come noi, amano produrre divertendosi. L’Associazione Golfisti Romanisti è unica nel suo genere. Giovanni ovviamente ne è il Presidente. Nasce, come tutte, con lo scopo di promuovere lo sport del golf tra tifosi e simpatizzanti della società calcistica As Roma ma principalmente per favorire l’aggregazione tra imprenditori che sul green o nelle riunioni conviviali discutono e sviluppano i loro business. Ogni mese il nostro direttivo - rigorosamente sempre convocato alle 19.27 - produce proposte ed idee aggreganti che rimarcano la sua “unicità”. Chi vuole vivere la nostra associazione ci chiami. I requisiti obbligatori richiesti sono solo due: una fede o almeno una “dichiarata” simpatia per i colori giallorossi e un interesse per il golf. L’associato può anche non essere già un golfista, ma è importante che si impegni a diventarlo entro un anno dal suo tesseramento. Massimo Cicatiello info: tel.065914206; fax 065914253 www.golfistiromanisti.eu
golfistiromanisti@gmail.com
PARCO DI ROMA GOLF & COUNTRY CLUB A gennaio il club romano ha ospitato la Coppa dei Presidenti Interclub Parco di Roma - Olgiata by Viaggiare SPA. I 12 migliori giocatori del Parco di Roma (Uomini Amateur) hanno sfidato i 12 migliori giocatori dell’Olgiata Golf Club (defender 2011). La formula di gioco è simile a quella della Ryder Cup, sulla distanza complessiva di 18 incontri formula match-play (6 foursome e 12 singoli). Sabato 21 gennaio la 1° e 2° Categoria hanno giocato all’Olgiata Golf Club, mentre la 3° e 4° Categoria al Parco di Roma. Domenica 22 gennaio si sono invertite le Categorie, con la 1° e 2° al Parco di Roma e 3° e 4° a Olgiata Golf Club. info: el. +39 (06) 33.65.33.96 - Fax +39 (06) 33.15.762 www.parcodiroma.it
LE RUBRICHE DI ROMA GOLF ! NOTIZIE DAI CIRCOLI Spazio dedicato a tutti i circoli di Roma e del Lazio. Se avete notizie che possono essere di interesse per tutti i golfisti laziali, vi invitiamo a comunicarcele. Le pubblicheremo molto volentieri. ! LA PAROLA AI LETTORI Questo spazio è a disposizione dei lettori. Aspettiamo le vostre comunicazioni, naturalmente su argomenti golfistici, e le pubblicheremo volentieri. ! LE ASSOCIAZIONI Questo spazio è dedicato alla vita delle associazioni presenti nella nostra Regione. Vi invitiamo a contattarci per pubblicare notizie che vi riguardano e che possono essere di pubblico interesse. ! COMPRO-VENDO Questo spazio è a disposizione di chi vuole comprare o vendere attrezzatura da golf, accessori, quote di circoli ecc. ecc. ! CONTATTI Redazione.romagolf@gmail.com oppure 334-5912722
FINE SETTIMANA CON IL GOLF E CESENA-ROMA Un fine settimana all’insegna del calcio e del golf in occasione della gara di serie A Cesena-Roma, in programma il 13 maggio allo stadio Dino Manuzzi. Il pacchetto pensato dal Rivieragolfresort prevede tra le altre cose un pernottamento in una suite, una ricca colazione a buffet, 1 biglietto in tribuna distinti, il transfer andata e ritorno Rivieragolfresort – stadio Dino Manuzzi, ingresso al campo pratica del Riviera Golf Club, ingresso centro benessere Rivierabeauty con piscina, interna ed esterna, percorso idromassaggio, bagno turco, sauna e palestra cardio-fitness, una cena degustazione. info: Tel. 0541 956499 http://www.rivieragolfresort.com
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CONTRO EDIT0RIALE di RUGGIERO PALOMBO vicedirettore Gazzetta dello Sport
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I
nnanzitutto mi presento. Mi chiamo Ruggiero Palombo e sono uno dei vicedirettori della Gazzetta dello Sport. Qui è più importante sapere che ho 60 anni, ho scoperto il golf a 54 e sono handicap 24 e virgola, dopo essere arrivato, in un momento di grazia, a 22. Sono cioè una pippa. Però molto, molto appassionata. Esaurito il prologo, vengo al tema che del golf mi è più caro: quello dell'etica. Etica della correttezza, dello score. Mi sono accostato al golf con l'idea, trasmessami dai professionisti che si vedono giocare in tivvù, che questa fosse la disciplina del “gioco pulito” per eccellenza. Dove il trucco, la furbata, non avessero diritto di cittadinanza. A tutte le latitudini e a ciascun livello di gioco. Utopia. Utopia allo stato puro. Io sono un piccolo agonista, mi piace la garetta, sia essa del circolo o quella che si va a pescare in giro, in questo o quel circuito. Ebbene, devo dire che l’esperienza dei miei pochi anni golfistici è in questo senso traumatica. Nel golf amatoriale c’è una certa quantità di furbetti (mi tengo basso, per non offendere il gran numero di praticanti corretti), ai quali si sta un po’ troppo facendo l’abitudine. Passivamente. Sono oggetto di chiacchiere da circolo e la cosa finisce lì. È sbagliato. Ci sono quattro distinte categorie di furbetti: gli ignoranti, gli smemorati, gli esploratori e i cialtroni. Gli ignoranti. Sono quelli che non conoscono le regole o che fanno finta di non conoscerle. Dal droppaggio alla palla ingiocabile, dal rough ai bunker, ne combinano di tutti i colori, o ne combinano quel tanto che basta per vedere di rosicchiare qualche colpo. Gli smemorati. Sono quelli che perdono il conto dei colpi, specie assai diffusa in terza categoria. Naturalmente lo fanno per mera disattenzione, ma ci fosse una volta, dico una volta soltanto, che sbagliano il numero dei colpi in eccesso. Mai. Sempre per difetto. Averli in team durante una gara è un'autentica disperazione. Ma se sei attento, garbato e risoluto, succede spesso che, come per incanto, essi riacquistano la memoria. Gli esploratori. Definisco così quelli che tendono a mandare la pallina nei posti più impensati e complicati, che si avventurano nella ricerca, e che la ritrovano sempre. Spesso, anche messa piuttosto bene. Gli esploratori più esperti girano in kart. Hanno anche una sottospecie, l'esploratore distratto: che non solo trova sempre la pallina, ma inavvertitamente la calcia, ben lontano da occhi indiscreti, spostandola in una posizione più acconcia. I cialtroni. Fin qui vi ho parlato di tre categorie classiche, diffuse per lo più fra i giocatori scarsi come me. Tra gli ignoranti e gli smemorati, ma in buona fede, ci sono passato anche io, muovendo i primi (e anche i secondi) passi sui campi di golf. Capita, non dovrebbe ma può capitare. Quella dei “cialtroni”, invece, è una categoria della quale ignoravo l’esistenza, che ho scoperto da poco tempo, e che mi ha davvero scandalizzato. Alludo a quelli che modificano il loro score all'atto della consegna. Sì, lo truccano. Lo fanno dopo il tradizionale controllo tra “marcatore” e “giocatore”, quando tra strette di mano e pacche sulle spalle rientri in possesso del tuo score e lo vai a consegnare in segreteria. Nel 2011 ho vissuto direttamente, anche se per puro caso, un paio di situazioni di questo genere, smascherate da qualcuno più attento di me. Definirle imbarazzanti è poco, e, orrore, non si trattava di terze categoria. Situazioni così, meriterebbero interventi disciplinari esemplari, che purtroppo non vedo in giro. Peccato. Ho finito. Non sono così scemo da pensare di avere conquistato alla causa del giocare pulito tutti i furbetti che ci sono in giro. Ma se anche solo uno di essi, ritrovandosi in queste righe, si vergogna un po’ e si ripromette di non farlo più, beh, ne sarei ! veramente felice.
IN LIBRERIA
i racconti dell’avvocato “scritti in onore di me stesso”
di
ORESTE FLAMMINII MINUTO
con prefazione di
FRANCESCO PETRELLI
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