il gallo non può volare the rooster can not fly
(...ma lui non lo sa) (...but he does not know)
Ottone Baggio - Daniele Beltrame - Giuliano Basso
CARATTERISTICHE TECNICHE Biposto affiancato Carrello biciclo Struttura fusoliera: traliccio in tubi di acciaio saldati, con rivestimento in tela e vetroresina Struttura alare: longherone passante in compensato di abete lamellare a sezione decrescente verso le estremità, centine in listelli di legno di abete bianco, rivestimento misto: bordo di attacco in vetroresina stratificata e rivestimento alare in tela. Profilo laminare biconvesso. Flap intelati e soffiati su 2/3 dell’apertura alare. Alettoni in vetroresina su 1/3 dell’apertura alare.
TECHNICAL DATA 2-seater (side-by-side) Tail-dragger landing gear Fuselage: welded trellis made of extruded steel tubing, covered with fabric and fibreglass. Wing structure: single-spar wing made of laminated fir ply the section of which decreases towards the wingtip, silver fir wing ribs, mixed wing covering: laminated fibreglass leading edge and fabric-covered wing. Biconvex laminar profile. Frame-mounted flaps along 2/3 of the wingspan Fibreglass ailerons along 1/3 of the wingspan LUNGHEZZA: ALTEZZA LARGHEZZA CABINA CARREGGIATA APERTURA ALARE CORDA ALARE ALLUNGAMENTO SUPERFICIE ALARE MOTORE ELICA
cm 86
cm 219
590 240 105 165 720 150 4,8 mq 10,80 Rotax 512, 80 hp Tripala a passo variabile
Biposto affiancato Carrello biciclo Struttura fusoliera: traliccio in tubi di acciaio estrusi saldati, con rivestimento in tela e vetroresina. Struttura alare: longherone passante in compensato di abete lamellare a sezione decrescente verso le estremità, centine in listelli di legno di abete bianco, rivestimento misto: bordo di attacco in vetroresina stratificata e rivestimento alare in tela. Profilo laminare biconvesso Flap intelati e soffiati su 2/3 dell’apertura alare Alettoni in vetroresina su 1/3 dell’apertura alare
cm 200
cm 150
cm 111
cm cm cm cm cm cm
cm 240
cm 720
cm 165
cm 590
SCALA 1:50
LUNGHEZZA
cm
590
LENGTH
590
cm
ALTEZZA
cm
240
HEIGHT
240
cm
LARGHEZZA ABITACOLO
cm
105
CABIN LENGTH
105
cm
CARREGGIATA
cm
165
UNDERCARRIAGE WIDTH
165
cm
APERTURA ALARE
cm
720
WINGSPAN
720
cm
CORDA ALARE
cm
150
WING CHORD
150
cm
4,8
ASPECT RATIO
4.8
ALLUNGAMENTO SUPERFICIE ALARE
mq
10,80
WING AREA
MOTORE
Rotax 512
80 HP
ENGINE
ELICA
tripala a passo variabile
10.80 Rotax 512, 80 HP
PROPELLER 3-blade variable pitch prop
m2
Ottone Baggio
Progettista e Costruttore
Nasce a Cittadella, in provincia di Padova il 18 aprile 1941. È da sempre appassionato di meccanica e possiede innate capacità mauali che gli consentono di affrontare con disinvoltura ogni tipo di costruzione e lavorazione. Sin dal suo ingresso nel mondo dell’aeronautica manifesta la tendenza all’originalità e persegue costantemente
la ricerca di soluzioni e concetti costruttivi non convenzionali. Prima di costruire aeroplani Ottone si è cimentato nella realizzazione di biciclette assolutamente innovative e uniche: tra le sue realizzazioni annovera una bicicletta con trazione anteriore e ruota posteriore sterzante, varie versioni di tandem e perfino una bicicletta in cui per andare avanti occorre pedalare all’indietro...
Nasce a Santa Croce Bigolina, una frazione di Cittadella, Padova il 31 ottobre 1956. Sin da piccolo manifesta evidenti sintomi di dipendenza da grafite ed è più volte scoperto a rubare i mozziconi di matita da muratore ad uno zio manovale e poi usarli per disegnare sui fogli di carta paglia con cui veniva incartata la carne. Dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte per la Grafica Pubblicitaria
a Cittadella si iscrive alla facoltà di Architettura a Venezia: saranno cinque anni di avventurosi viaggi a bordo di una 126 rosso amaranto sul percorso Cittadella-Istrana-Quinto di Treviso-Tessera-Venezia e viceversa, un tragitto appositamente studiato per poter fare tappa in tutti i posti in cui ci sono aeroplani da vedere. Nel ‘78, a Zeltweeg, ha una visione mistica:
Nasce vicino ad Adelaide, Australia, il 21 luglio 1961, (proprio mentre Ottone sta facendo il militare a Decimomannu) da genitori italiani emigrati. A cinque anni affronta il suo primo viaggio in Italia, volando su uno dei primi 707 in servizio. Durante il volo ha bisogno di andare in bagno ed una gentilissima hostess lo accompagna nella parte anteriore dell’aereo... si dimentica, però, di andarlo a riprendere e lui, uscendo dalla porticina della toilette,
imbocca il corridoio nella direzione sbagliata finendo nella cabina di pilotaggio. La visione di tutti quegli strumenti sarà la sua folgorazione sulla via di Damasco: è in quel momento che decide di voler volare! Torna a vivere in Italia dal ‘72 a Vedelago, piccolo comune trevigiano posto esattamente sul prolungamento dell’asse pista di Istrana, dove, per anni, sarà “costretto” a sopportare i rumorosi decolli dei 104 del 51° stormo.
Giuliano Basso
Designer e Decoratore
Daniele Beltrame Pilota e Collaudatore
Il suo è un approccio assolutamente empirico, quasi visionario; ogni progetto nasce come una sfida ad andare oltre: nel perfetto stile dei pionieri dell’aviazione lui insegue i suoi sogni cercando di renderli reali. Ad oltre settantanni continua ancora a sognare
Designer and Builder Born in Cittadella in the province of Padua in April 1941, Baggio has been a grease-monkey since the day he was born; he loves getting his hands dirty, and his innate skills give him a natural bent for construction. Since he first started working in the world of aeronautics he’s shown a gift for original ideas, and is always looking for new constructional concepts and solutions. Before he started building airplanes, Ottone invented some truly innovative and unique bicycles: a bicycle with a front wheel drive and rear steering,
various tandems, and even a bicycle that you had to pedal backwards in order to move forwards. His methods are absolutely empirical, one might say even visionary; each project is like a gauntlet thrown down - a challenge Ottone welcomes warmly: in the pure pioneer style of the first aviators he pursues his dreams, striving to make them come true - and at over seventy he still dreams on.
da uno squarcio luminoso tra le nuvole gli appaiono nove G91 blu che volano assieme tracciando scie tricolori nel cielo. Da allora, nelle domeniche e nelle Feste comandate dell’Aria sarà assiduo frequentatore di pellegrinaggi in decine di aeroporti ed airshow. Per potere mantenere la sua passione per tutto ciò che vola è costretto ad occuparsi di grafica pubblicitaria e design.
Designer and Decorator Giuliano Basso was born in Santa Croce Bigolina, a hamlet in the district of Cittadella, on 31 October 1956. Since he was young he’s shown symptoms of an evident addiction to crayons, paints and colours of any kind, and was often caught literally red-handed stealing the stubs of red wood pencils from his uncle (the builder) to draw designs on yellow strawpaper used to wrap meat. After learning the tricks of the trade at the Cittadella Institute of Art and Graphic Design he studied at the Venice Faculty of Architecture: what followed was five years of adventures in a purple-red Fiat 126 burning up the road from
Cittadella-Istrana-Quinto di Treviso-Tessera-Venice and back, a route he chose specifically to stop everywhere he could to watch planes. In 1978, at Zeltweeg, he saw something that changed his life forever: as the sun shone through a tear in the clouds, a perfect formation of nine blue G91s appeared, leaving a tricolour trail of smoke in the colours of the Italian flag in their wake. He’s never missed an air show since. To fill his car and fuel his passion for planes he readily accepted a job in advertising and design.
Ad Istrana farà anche il suo servizio militare e, alla fine del suo anno in divisa, proverà a fare carte false per rifare un altro anno di “naja” al posto del fratello minore. Dopo il militare inizia la costruzione di un Midget Mustang che concluderà vent’anni più tardi. Acquisisce il brevetto di volo nel 1980 ed ha al suo attivo oltre1500 ore su velivoli diversi.
Test Pilot. Born in Adelaide, on 21 July 1961, (while Ottone was doing his military service in Decimomannu-Sardinia) after his Italian parents had immigrated to Australia. Beltrame flew for the first time to Italy when he was five years old on one of the first 707s in active service. During the flight, the call of nature made him ask if he could go to the toilet and a kind hostess took him to the front of the plane ... forgetting however to bring him back to his seat. When young Daniele came out of the toilet, providence made him turn just the right way and walk straight into the cockpit of the plane.His first sight of all those instruments made him see the light!
He returned to Italy in 1972 to live in Vedelago, a small town in the province of Treviso sitting at the end of the Istrana runway where, for years, he was “compelled” to “suffer” the thunderous take-offs of the 51st wing’s 104s. He stayed in Istrana for his military service and as soon as his term in uniform was over, did everything in his power to serve another year, even pretending to be his younger brother. He started building a Midget Mustang after military service, a project it took more than twenty years to finish. Beltrame became a pilot in 1980, and today has clocked-up almost 1500 hours behind the stick on a variety of planes.
Il germe del volo si insinua nella testa di Ottone Baggio nel lontano 1961, quando, chiamato alle armi come aviere, viene destinato a rifornire di carburante la panoplia di straordinari velivoli che, provenienti da tutta Europa, transitano da Decimomanu.
The first seeds of a desire to take to the air were sown in the mind of young Ottone Baggio in 1961, when the then aircraftman’s job was to refuel the breath-taking variety of aircraft from all over Europe that landed in Decimomannu to refuel.
Come rimanere indifferenti, a vent’anni, nell’entusiasmo contagioso del boom economico, al fascino di F 104, F84, F86, English Electric Lightning, quando si è costretti ad arrampicarsi sulle loro lucide e splendenti fusoliere per raggiungere sportelli e bocchettoni?
At twenty, with the economic boom in full swing, it was impossible to remain impassable to the allure of such wonders as the F104, F84, F86 and English Electric Lightning, especially while clambering over their bright, polished fuselages to reach hatches and fuel inlets!
È un contatto fisico che, enfatizzato dai vapori del cherosene, crea dipendenza, una dipendenza sulla quale Ottone avrà modo di rimuginare a lungo nel corso dei rumorosi voli tra Sardegna e Toscana nella capiente pancia dei C119 di Pisa, scroccati grazie alla compiacenza degli equipaggi, accampando presunti problemi con il mal di mare, in occasione delle rare licenze. E il rumore possente dei turbogetti assetati del carburante che lui somministrava, gli sarà certamente risuonato costantemente nelle orecchie, quando, giovane meccanico, esperto saldatore e tornitore, per anni, “piloterà” con precisione, dall’alto di una piccola cabina vetrata sospesa a decine di metri di quota, enormi gru nei cantieri edili e, successivamente, le prime mietitrebbie arrivate in Italia.
This close physical contact, drunk on kerosene vapours, was addictive, and Ottone would do anything to get into a plane - fuelling his passion during long, noisy flights in the belly of a C119 from Sardinia to Pisa to take leave in Tuscany; lifts bummed from the complacent aircrews of the transports with Ottone professing travel was otherwise impossible due to (alleged) sea sickness. The roar of turbojets, ever-thirsty for the fuel he’d supply, must have been ringing in his ears as this young mechanic, an expert welder and lathe operator, “piloted” huge cranes with painstaking precision from his tiny glass cabin perched high in the sky above a building site, and later some the first combine harvesters to be imported into Italy.
Nei primi anni settanta, siamo in piena “austerity”. Quella delle targhe alterne, delle domeniche a piedi, delle strade invase dalle biciclette... Ottone mette a frutto le sue capacità di meccanico ed apre una officina per la costruzione e la manutenzione di biciclette da corsa. In quegli anni, pur mantenendo viva la passione per i motori e per le corse, sembra aver trovato la tranquillità nel suo piccolo laboratorio dove, con sapiente maestria e manualità raffinata monta i primi rudimentali cambi per biciclette che allora si chiamavano soltanto “Campagnolo”, e, con abilità da liutaio, assembla le ruote da corsa, tendendo e registrando i raggi con la stessa cura e passione che un musicista mette nell’accordare uno strumento. La tecnologia della bicicletta, in fondo, ha molti punti di contatto con l’aeronautica dei pionieri: strutture tubolari leggere e resistenti, controllo dei pesi, massima attenzione alla gestione dell’energia, una meccanica essenziale dove precisione e messa a punto sono determinanti…
These were the 1970’s, the years of “austerity”. When anti-pollution regulations only let you drive your car every other day depending on the last number on the number plate (odd one day and even the next), or you could just go for a walk, and the streets were brimming with bikes of course. Ottone decided to put his mechanical skills to good use and opened a workshop specialized in the construction and maintenance of racing bikes. Although still an avid lover of all things with engines and motor-racing in particular, he settled down in these years, in the peace and quiet of his small workshop where his skilful hands fitted the first primitive derailleur gear changers, which at the time were simply referred to as “Campagnolo”, building racing wheels with the touch of a master lute-maker, tuning spokes with that same meticulous care and passion as a musician tuning his instrument. All things considered, bicycle technology had many things in common with the aeronautical creations of pioneer aviators: light but strong tubular structures, weight-saving, an emphasis on energy management and simple mechanics where precision and tuning are essential.
Forse non è un caso se il rush finale di una gara ciclistica, da sempre, si chiama “volata”.
Perhaps not by chance, in Italy the sprint to the finish line in a bike race is called the “volata” or (flight).
E forse non è neanche un caso che, come i due fratelli americani costruttori del Flyer, anche Ottone decida un giorno di passare dai mezzi terrestri a quelli volanti.
And also perhaps not by mere chance, just like the two American brothers who built that first Flyer, Ottone one day decided to evolve from vehicles of the land to those of the sky.
La scintilla scocca nel pomeriggio di una domenica di settembre quando, a margine di una mostra di macchine agricole (una passione rimastagli dal tempo delle mietitrebbie) Ottone scopre una piccola striscia erbosa dove sono parcheggiati due curiosi marchingegni costituiti da un semplice traliccio in tubi saldati nel quale si innesta un lungo tubo di alluminio con dei rudimentali impennaggi montati ell’estremità; appollaiato al centro della selva di tubi un “pilota”, in tuta blu da meccanico e stivali di gomma, impugna uno dei lati di un triangolo al cui vertice superiore è fissato una specie di enorme aquilone triangolare in tela… Un vecchio motore del “maggiolino” Wolkswagen aziona una elica spingente e... meraviglia! Questi aggeggi volano! Ottone torna a casa con la mente in subbuglio: com’è che si chiamavano quei così?… ah, si… Leonardini! E quelle strane ali di tela… gli sembra di aver sentito pronunciare la parola “Rogallo” ma questo termine non gli è famigliare… chissà cosa c’entra il gallo… “rogallo”… hmmm… forse ha capito male… magari hanno detto “aerogallo”… in fondo c’è anche una popolare moto della Guzzi che si chiama “galletto” certo… Ma tutto finisce lì...
The spark of inspiration came one afternoon of a September Sunday when, visiting what was almost a side attraction at a farm machinery fair (a passion he still cherished from his times on a combine harvester) Ottone came across a small lawn where two strange contraptions stood; they were made of a simple trellis of welded tubing into which a long aluminium tube with rudimentary tailplanes on the end was slotted; perched in the centre of the tubes the “pilot”, in blue mechanic’s overalls and rubber boots, was holding one side of a triangle, the top of which was fixed to a kind of huge triangular fabric-covered kite. The engine out of an old Volkswagen beetle turned the pusher prop and ...to his joy, these things flew! Ottone went home in a fluster: what were those things called?… That’s right… Leonardini! And those strange fabric-covered wings… he thought he’d heard the word “Rogallo” but he’d never heard that before… what did it have to do with a gallo (rooster or cock)… “rogallo”… hmmm… perhaps he’d misunderstood … perhaps they’d said “aerogallo”… thinking about it, there was also the popular Moto Guzzi called the “galletto”, sure… And that was that ...
Ora, però, Ottone ha capito che la costruzione di un mezzo volante è alla sua portata; certo non pretende di costruire uno dei caccia che riforniva a Decimo, ma un piccolo aeroplano in legno sicuramente può essere abbordabile. Comincia a frequentare qualche aviosuperficie, a conoscere qualcuno di quei matti che volano su mezzi autocostruit; comincia a sperimentare qualche tecnica costruttiva e nella sua officina cominciano ad apparire, assieme a raggi, ruote, catene e manubri, anche qualche centina, qualche dima, qualche sagoma di profilo alare. La prima costruzione in cui si cimenta è un Poppy, un monoplano ligneo vagamente ispirato al Piper Cub di cui sono disponibili i piani costruttivi. Con questa costruzione vengono alla luce le sue innate capacità manuali che, unite alla sua meticolosità ed alla sua pazienza, danno origine ad una costruzione impeccabile. Poco a poco la voce si sparge e sono molti tra quelli, impegnati nella costruzione dei primi kit disponibili in Italia che chiedono il suo aiuto. Così Ottone ha modo di mettere le mani su una variegata schiera di mezzi volanti più o meno sofisticati, acquisendo conoscenze e capacità in diversi settori quali le costruzioni lignee, quelle metalliche, la lavorazione di compositi, le resine, la fibra di carbonio. Il suo approccio con le leggi dell’aerodinamica e dell’ingegneria rimane, tuttavia, sempre molto empirico: a lui piace mettere in discussione le soluzioni proposte dai progettisti dei kit, cercare migliorie, alternative, innovazioni e semplificazioni.
That was when Ottone realized he could really build a plane; obviously not like the fighter planes he’d refuelled at Decimo, but a small wooden plane was surely within his grasp. He started hanging around landing strips and getting to know some of the local mad-men in their flying machine, ones they’d built themselves. He began experimenting with a few construction techniques, and in his workshop alongside the spokes, wheels, chains and handlebars, some ribs, templates, and wing profiles began to appear… The first construction he tried his hand at was the Poppy, a wooden monoplane inspired in some ways by the Piper Cub, the designs of which were readily available. This project brought his innate manual skills to light, and these skills combined with his meticulous attention to detail and infinite patience, produced a truly impeccable construction. Word got around, and many other builders who’d got their hands on the first kits in Italy, asked for his help. Ottone had the chance to get his hands on a variety of more or less sophisticated flying machines, acquiring knowledge and skills in many fields such as wood, metal, composite, resin and carbon fibre constructions. His approach to the laws of aerodynamics and engineering was still however quite empirical: he liked to discuss the solutions proposed by the designers producing the kits, look for ways to improve them, alternatives, innovations and ways to simplify things.
Arriva quindi a concepire la sua prima costruzione completamente originale: è giunto alla convinzione che deve imparare a pilotare e, per questo, ha bisogno di un biposto a posti affiancati. Prende forma, così, un monoplano ad ala alta, vagamente ispirato al Poppy, con costruzione mista (una corta fusoliera in tubi metallici e un’ala a pianta rettangolare completamente lignea) Secondo molti dei suoi “esperti” conoscenti questo aereo non volerà: il rapporto tra apertura alare e lunghezza della fusoliera è sbagliato, dicono, e l’autorità degli impennaggi non potrà essere sufficiente. Sbagliavano. Su questo aeroplanino rimasto completamente bianco e privo di un nome, che sembrava uscito da un cartone animato della Disney, Ottone impara a volare, sotto la guida di Umberto Sarto, ex pilota di G91 e di MD80. E con questo aeroplanino volerà per anni, atterrando e decollando su spazi impossibili, utilizzandolo per volare dalla pista vicino a casa sua al prato di fronte al bar, dove va a bere il caffè e a giocare a carte.
Now he was ready for his first completely original construction: it was time for him to learn to fly, and to do this, he needed a 2-seater with the seats side-by-side. The idea of a high wing monoplane started to take shape, in some ways based on the Poppy, of mixed construction (a short tubular steel fuselage with a full-wood rectangular wing) According to many “experts” this was a plane that would never fly: the ratio between the wingspan and the length of the fuselage was all wrong they said, and the tailplanes would never be able to control its flight.
They were wrong.
On this little plane, which remained white and nameless and looked like something out of a Disney cartoon, Ottone learned to fly, under the watchful eye of Umberto Sarto, an ex MD80 and G91 fighter pilot. He flew this plane for years, taking off and landing in places that looked all-but impossible, using it as a runabout to fly from the landing strip near home to the lawn in front of the bar, where he’d drop in for a cup of coffee and a game of cards.
Intanto le sue mani abili si cimentano su macchine sempre più sofisticate: Kitfox, Vixen (premiato come migliore costruzione da kit al raduno CAP del 1985) Storm, Flash Eurofly, Fascination… ed è ispirandosi a quest’ultimo filante aeroplano in compositi che Ottone comincia a lavorare ad un nuovo progetto originale: il FOCUS.
But his hands were never idle, working on more-and-more sophisticated projects: Kitfox, Vixen (winner of best kit construction at the 1985 CAP areoclub rally) Storm, Flash Eurofly, Fascination… and inspired by this streamlined composite plane Ottone began working on a new original project of his own: the FOCUS.
È un’ala bassa molto slanciato e veloce, caratterizzato da linee ispirate ai caccia della seconda guerra mondiale… un aeroplano che vola benissimo tanto che, ad un certo punto, Ottone decide di portarlo al raduno del CAP.
The Focus was a fast, low wing, streamlined design inspired by WW2 fighter planes … and it flew so well Ottone decided to take it to a CAP areoclub rally …
Purtroppo lo spirito naif di Ottone gli fa trascurare il dettaglio che per partecipare ad una gara occorre, normalmente, iscriversi e ciò fa si che, pur ammirato dai presenti e dalla Commissione, il velivolo non venga ammesso al concorso.
Unfortunately, Ottone’s naive free-spirit was not one to worry about such bothersome details as having to enter the plane before the competition, so, while the plane was admired by both the panel of judges and people in the crowd, it wasn’t able to compete.
Ma intanto nella sua mente continua a risuonare una strana parola… “rogallo”… “rogallo”… forse ho capito male… forse era “aerogallo”… si, certamente era “aerogallo”…
But his mind was still on that strange word … “rogallo”… “rogallo”… perhaps I misunderstood … perhaps it was “aerogallo”… yes, it must have been “aerogallo”…
E così, con buona pace dell’ingegner Francis Rogallo, che aveva progettato un originale sistema di rientro per capsule spaziali da cui erano derivate le prime ali flosce utilizzate per i deltaplani, prende forma l’idea di uno dei mezzi volanti più improbabili mai costruiti.
And so, with all due respect to engineer Francis Rogallo, who designed that original re-entry system for space capsules on which the first hang-glider wings were based, the idea for one of the most unusual flying machines ever built was born.
Una sera che ero passato a salutarlo nel suo laboratorio, Ottone mi mostra un modellino di circa 20 cm, abbozzato nel polistirene in cui, su una tozza fusoliera che ricordava il suo primo biposto bianco, si innestava una protuberanza che sporgeva verso l’alto spingendosi in avanti con una sagoma affusolata. un chiodo piantato sulla punta di questa appendice fungeva da perno per una piccola elica ricavata dalla stecca di legno di un ghiacciolo.
One evening in his workshop Ottone showed me a model plane about 20 cm long made out of polystyrene. The squat fuselage was reminiscent of his first white 2-seater, but this had a streamlined protuberance projecting forwards over the fuselage … with a nail on the end of this appendage used to pin the small propeller on - made out of an ice lolly stick.
Immagino che, a questo punto, i puristi della progettazione aeronautica staranno rabbrividendo, ma questo è l’approccio progettuale di Ottone.
I imagine that, at this point, the purists of aeronautical design will feel shivers running down their spines, but this was Ottone’s approach to design.
Lui è un vero artista Naif.
He’s a painter of the “naive” school of art.
Le sue idee prendono forma nella sua immaginazione, senza nessuna regola preconcetta, e vengono poi concretizzate con materiali e soluzioni empiriche, per verificarne fisicamente fattibilità e funzionalità. Complicati cinematismi e rinvii vengono disegnati sulle pagine di vecchi block notes pubblicitari e poi realizzati con sagome di cartone, di legno o di polistirolo per verificarne il corretto funzionamento, prima di passare alla costruzione definitiva… Passano alcuni mesi durante i quali, a causa di impegni di lavoro non ho l’opportunità di vedere Ottone, poi, la primavera successiva, una sua telefonata mi incuriosisce: “quando puoi passa a trovarmi… sto lavorando al Gallo”.
His ideas are the fruit of his imagination, free of any preconceived rule, and they take shape in the form of empirical materials and solutions to see if they are physically feasible and functional. Complicated kinematic mechanisms and transmissions are jotted down on old advertising block notes, then cut out of cardboard, wood or polystyrene to see if they will work, before finally starting on construction … A few months passed during which, busy with work, I didn’t have the time to visit Ottone, then next spring, a phone call whet my curiosity: “When can you pop round? … I’m working on the Gallo”.
Non resisto alla curiosità e la sera stessa, armato di macchina fotografica, mi fiondo nel suo piccolo scantinato dove, incastrato tra due colonne in cemento e la cellula di una nuova versione a carrello retrattile del FOCUS che, mi dice, si chiamerà “Stchanteezo” (“lampo” in veneto) troneggia un groviglio di tubi saldati la cui sagoma ricorda inequivocabilmente il modellino visto qualche tempo prima e sopra al quale si erge una voluminosa forma in vetroresina sovrastata da una inconfondibile CRESTA; due occhiacci tracciati col pennarello sulla superficie grezza danno al tutto l’aspetto di un mostruoso essere preistorico reso ancor più terrificante dallo scheletrico aspetto di due semiali completamente in legno e prive del rivestimento…
I was so excited I couldn’t wait, and that very same evening I went round with my camera at the ready to see what was going on in that little cellar where, stuck between two concrete columns and the cockpit of a new version of the FOCUS with retractable landing gear (which, he said, would be called “Stchanteezo” - “Lightning” in Venetian dialect) stood a maze of welded tubing the shape of which was obviously the same as the model he’d shown me months earlier. A voluminous bulblike form made of fibreglass projected over the tubing with an unmistakable COCK’S COMB on top; two black eyes hastily scratched onto the rough-and-ready head with a marker pen made the contraption look like some kind of prehistoric monster, and even more so due to the skeletal appearance of the two naked wood-frame wings.
E mi viene in mente la battuta di Jan Malcolm nel film Jurassic Park quando vedendo i brachiosauri esclama: “l’hai fatto!… brutto figlio di…”
Ian Malcolm in the film Jurassic Park sprang immediately to mind when he sees the brachiosaurus and exclaims: “You crazy son of a bitch, you did it.”
Nei mesi successivi la costruzione procede spedita e verso la fine di luglio l’Aerogallo, completamente intelato, verniciato di bianco e completo di tutti gli equipaggiamenti è pronto per il “roll-out” anche se, visto che per uscire dallo scantinato in cui è stato costruito occorre percorrere una ripida rampa, sarebbe più appropriato il termine “roll-up”. Ottone mi chiede qualche consiglio per la verniciatura, mi parla di disegnare due occhi ed un accenno di bocca in stile “sharkmouth” ma quando vedo la fusoliera con la sua forma morbida e panciuta mi rendo conto che quella “cosa” merita ben altro trattamento.
Construction literally flew along over the following months and towards the end of July the Aerogallo (literally the Flying cock), with its framework finished, painted white and fully equipped was ready for the “roll-out”, or considering we had to build a steep ramp to get it out of the cellar, perhaps the term “roll-up” might have been more appropriate. Ottone asked me for some advice on the paint job, mentioning his idea of designing two eyes and a “sharkmouth” on the nose, but when I saw that fuselage with its soft belly I knew that “thing” needed something special.
Comincio così a cercare ispirazioni sul web ma si tratta di un tema strano, difficile… poi un giorno mi imbatto nella riproduzione di un quadro di Antonio Ligabue, il famoso pittore naif dei primi del 900: si tratta della “lotta dei galli” ed è da li che prende origine l’idea. Ligabue è un artista naif, un autodidatta, che dipinge e crea le sue opere senza nessuna scuola di riferimento, seguendo solo il suo istinto e interpretando in maniera fantasiosa ed immaginifica (ma con una tecnica personale e vigorosa) lontani ricordi di esperienze vissute in gioventù: l’abbinamento con la figura di Ottone è incredibilmente perfetto!
I started browsing the web looking for inspiration, but it’s a strange, unusual subject to do research on, not easy at all … Then one day I came across the print of a painting by Antonio Ligabue, the famous naive painter from the early 20th-century: it was “lotta dei galli” (the cock fight) and the seed was sown. Ligabue was an autodidact naive artist, who painted and created his works free of the constraints of any preconceived school, following only his instinct to interpret the memories of his youth in an inventive and imaginative way (in his own personal technique, with determination): it was Ottone down to a T!
Mi metto all’opera e trascorro tutto il mese di agosto tra spolveri, schizzi, pennelli, vasi di pittura acrilica e vaschette di plastica per uso alimentare utilizzate come tavolozza… a poco a poco il piumaggio prende forma, i colori si accendono e la fusoliera comincia a diventare corpo, l’ogiva dell’elica diventa la punta del becco e le carenature delle ruote si traformano in artigli che afferrano i pneumatici. Una delle maggiori difficoltà è quella di far combaciare la texture delle piume nei punti di intersezione tra ala e fusoliera dato che, per esigenze di spazio, la fusoliera è in scantinato e l’ala è nel corridoio dell’abitazione, al piano superiore.
I went to work, and spent the month of August pouncing, surrounded by sketches, brushes, jars of acrylic paint, plastic plates and Tupperware trays a strange palette indeed - and slowly but surely the bird was plumed with feathers, the fuselage lit up with colour and the body took shape … the spinner became the beak and the undercarriage turned into talons with the tyres in their steely grip. One of the biggest problems was matching the texture of the feathers along the joints between wing and fuselage, because the fuselage was in the cellar while the wing was in the corridor on the next floor - it wouldn’t fit in the cellar.
Alla fine tutto torna e lo strano velivolo è pronto per il collaudo in volo. Ala a fusoliera vengono portate nella vicina pista di Cassola dove Ottone provvede al montaggio finale e dove vengono svolti i primi rullaggi veloci… la strana formula aerodinamica del mezzo, però, mette soggezione ai più e molti sono i piloti che profetizzano problemi di centraggio e difficoltà di controllo in atterraggio dato il forte disassamento verso l’alto del motore. In realtà saranno altri i problemi che si presenteranno in forma totalmente inaspettata ed imprevedibile: durante un rullaggio veloce, ai comandi di Jack Zanasso, esperto collaudatore, una errato centraggio dell’asse di rotazione del ruotino di coda, reso critico dall’assetto cabrato ne provoca una repentina rotazione di 180 gradi che innesca una velocissima imbardata impossibile da contrastare: il risultato sarà il danneggiamento di una estremità alare.
Finally the project was finished and the day came to flight test the strange bird. The wing and fuselage were taken to the nearby Cassola landing strip where Ottone proceeded with final assembly and the plane was tested in a series of fast taxi trials, but the strange aerodynamic design didn’t exactly fill people with confidence, and several pilots complained of problems finding the centre of gravity, making the plane hard to control when landing because of the upwards shift of the engine. There were also some totally unexpected problems: during a fast taxi run with Jack Zanasso (an expert test pilot) at the controls, the incorrect centring of the tail wheel pivot, made critical by the nose-up trim, made the plane turn suddenly 180 degrees, quickly going into a yaw which was impossible to control: one wing tip was damaged in the impact.
In quel periodo Ottone ha il laboratorio completamente occupato dall’assemblaggio del nuovo“Stchanteezo” e, quindi, il Gallo viene temporaneamente smontato ed accantonato.
At the time, Ottone’s workshop was inaccessible as he was working full-time on the assembly of the new “Stchanteezo” so, the Gallo was dismantled and set aside for the time being.
Dopo più di due anni, però, la voglia di sfida e la determinazione di Ottone tornano a farsi sentire.
Two years later though, Ottone was once more ready to pick up the gauntlet.
Così, dopo aver ottenuto ospitalità nello storico hangar inglese ricostruito a Nervesa da Giancarlo Zanardo, Ottone vi trasferisce ala e fusoliera e comincia a rimontare l’Aerogallo sotto gli sguardi incuriositi e un pò maliziosi di molti tra i piloti che gravitano attorno alla Collezione Jonathan.
Welcomed at the historic English hangar rebuilt in Nervesa by Giancarlo Zanardo, Ottone arrived with the fuselage and wing and started assembling the Aerogallo under the inquisitive and somewhat sarcastic gaze of the pilots hanging around the Jonathan Collection
Tra sorrisetti, ammiccamenti e pronostici più o meno infausti si arriva a completare il montaggio del volatile che ha ben poco in comune con quel gabbiano da cui prende il nome la collezione di Zanardo.
Amongst smirks, winks and mutterings of “that thing will never fly” assembly of the bird was almost finished, and one had to admit it looked nothing at all like that seagull, the namesake of Zanardo’s collection.
All’inizio dell’ottobre 2011, come spesso succede all’aviosuperficie Baracca, le fumate bianche dei velivoli storici in volo si mescolano con le fumate azzurrognole di una scoppiettante grigliata che festeggia il completamento del Gallo. In quell’occasione le discussioni sulle caratteristiche aerodinamiche e sulle ipotetiche prestazioni di volo dello strano apparecchio sono l’argomento principe. Per chiudere la giornata in bellezza Ottone decide di mandare in volo il modellino radiocomandato che riproduce le fattezze e la livrea del Gallo e che è stato utilizzato per testare l’inusuale posizione del motore. Purtroppo nell’estrarre il modellino dal furgone non si accorge che la zavorra che rappresenta il motore si è staccata ed è caduta a terra. Così quando il piccolo Aerogallo viene lanciato in volo cabra violentemente, impennandosi e stallando, avvitandosi fino a cadere rovinosamente a terra. E numerose mani dei presenti sono colte nel gesto furtivo di sfiorare la patta delle tute di volo!
In early October 2011, the usual exhaust trails of old war birds high in the sky above the Baracca airstrip mixed with the blue smoke of a blistering grill fired up to celebrate the completion of the Gallo. As they savoured their food, everyone was talking about the aerodynamic characteristics and hypothetical performance in flight of this strange bird. To end the day with a flourish, Ottone decided to fly the radio-controlled model, a scaled-down model in exactly the same colours as the Gallo, used to test the unusual position of the engine in flight. Unfortunately as he took the model plane out of his van he didn’t realise the ballast he used to simulate the weight of the engine had worked loose and dropped out. When the little Aerogallo was launched it climbed steeply into a stall before going into a spin and crashing disastrously to the ground. ...and it was many an Italian pilot’s hand that flew towards the crotch of his flight suit in that customary “grab yourself by the balls” gesture intended to shun off a bad omen!
Nei giorni successivi Ottone chiede insistentemente a diversi piloti di voler provare qualche rullaggio ma ottiene solo risposte imbarazzate ed evasive.
Over the next few days Ottone asked several pilots if they wanted to run taxi trials on the plane, but received only embarrassed looks and evasive answers.
Sulla pista di Nervesa, in quei giorni, Daniele Beltrame sta prendendo confidenza con suo velocissimo Midget Mustang nella cui costruzione ha speso oltre vent’anni ed è a lui che Ottone chiede, come ultima chance, di provare ad affrontare il Gallo.
Daniele Beltrame was also at the Nervesa airstrip at the time getting to know his speedy little Midget Mustang, which he’d spent over twenty years building, and he was Ottone’s last chance at finding someone to fly the Gallo.
At first Daniele was hesitant to
Daniele dapprima tentenna, ma poi accetta di fare accept, but then agreed to run some taxi trials down the runway. In the meanqualche rullaggio veloce sull’asse pista; intanto la voce time word had gotten round that there della presenza di uno strano velivolo a Nervesa si sparge was a strange plane at Nervesa and e sempre più gente comincia a frequentare il campo more and more people began flocking il Gallo comincia ad essere fotografato. to the airstrip taking photos of the Gallo E le suo foto cominciano a circolare sul WEB. Probabilmente and even uploading them to the WEB.
anche l’acuirsi dell’attenzione da parte del pubblico stuzzica l’orgoglio di Daniele che comincia ad inframmezzare i suoi rullaggi veloci con qualche timido saltello, prendendo confidenza con le anomale caratteristiche di volo di quella macchina così inconsueta, fino a che, in un freddo pomeriggio di dicembre, non decide di staccare decisamente le zampe dalla pista e va a farsi un primo timido voletto sulle bianche golene del Piave. È amore a prima vista: le voci, i commenti, i filmati e le foto del pennuto e del suo “domatore” cominciano a circolare nei social network. Arrivano richieste di informazioni da appassionati inglesi, americani, perfino da Dubai dove qualcuno auspica la partecipazione del Gallo al locale Airshow. Appaiono i primi servizi sulle riviste nazionali e anche la prestigiosa Sport Aviation dedica ben sei facciate all’Aerogallo.
It was probably also the watching crowd that started to whet Daniele’s appetite, and he began throwing a few timid hops into his taxi trials, getting used to the unusual characteristics of the plane in flight, until one cold December afternoon he lifted the claws of the bird decisively off the runway and took the plane for its first maiden flight over the white floodplains of the Piave. It was love at first flight: gossip, comments, videos and photos of the bird and its “tamer� started to appear on popular social networks. Requests for info arrived from fans in Britain, America and even Dubai where they wanted the Gallo at a local Airshow. The first special features appeared in Italian magazines and even the prestigious Sport Aviation ran a 6-page article on the Aerogallo.
Daniele comincia a giocarci e si costruisce un becco di cartone giallo che indossa durante i voli. A quel punto Ottone, ringalluzzito (mai termine può essere più appropriato) dai successi, decide di realizzare un’idea che gli era venuta nel corso della costruzione, quella, cioè, di dare voce al Gallo: detto fatto. Viene installato un altoparlante ad alta efficienza, simile a quelli che in Apocalipse Now diffondevano dagli elicotteri la musica di Wagner, collegato ad un player DVD in grado di riprodurre oltre quindici tipi diversi di canto del gallo che sono elencati in una speciale check-list esposta sul cockpit (altro nome che si adatta perfettamente al caso) Con questa dotazione l’Aerogallo partecipa ai più importanti Airshow della stagione estiva 2012 dando letteralmente la sveglia al pubblico di Caorle, Lignano, Bibione, Cremona, Belluno e Jesolo, diventando in pochi mesi la vedette ed il pupillo dei bambini.
Meanwhile Daniele was having fun and made himself a yellow beak out of cardboard to wear during his flights … At this point Ottone, by now cocky (and never a more appropriate term was coined) by so much success, decided to put an idea he’d had during construction into practice, to give the Gallo a voice. A high-power loudspeaker was installed, just like the ones in Apocalypse Now playing Wagner, plugged into a DVD player that faithfully reproduced over fifteen different types of cock calls, listed in a special check-list in the cockpit (another appropriate name) Fully equipped, the Aerogallo flew at many major airshows in the summer of 2012, its cock calls literally waking the crowds from their slumber at Caorle, Lignano, Bibione, Cremona, Belluno and Jesolo to quickly become the star of the show and an absolute kid’s favourite in just a few short months.
E quando, un pò per scherzo, si decide di far volare l’Aerogallo al raduno annuale del CAP di Reggio Emilia tutto ci si aspetta fuorché questo velivolo venga valutato dalla blasonata Commissione Tecnica. Alla richiesta fatta al test pilot Daniele Beltrame di poter esaminare il sistema di alimentazione carburante, il severo ing. Galli (tra l’altro in evidente conflitto di interessi) si sente rispondere con nonchalance: “impossibile! È alimentato a mangime”. Un esame tra il serio e il faceto (molto più verso il faceto) con grandi risate e ironiche battutine da parte dei giudici che, a volte, nei formulari tecnici di cui dispongono, non trovano le caselle adatte a questo tipo di volatile. E nessuno poteva immaginare che in serata, in occasione della premiazione ufficiale ci potesse essere una sorpresa, tant’è che Daniele Beltrame, con il suo strano apparecchio, già alle 18.00 decollava alla volta di GALLIERA Veneta (altro nome assai significativo), dove il pennuto velivolo ha il suo pollaio. È toccato, quindi, al sottoscritto, ideatore ed autore della livrea piumata dipinta completamente a mano, l’onere e l’onore di ritirare a nome di tutto il team il Trofeo Museo Caproni di Trento che la Giuria aveva assegnato come primo premio alla creatura alata di Ottone con la seguente motivazione: “per aver saputo interpretare il volo con ironia e originalità”
And when, as a sort of joke, the team decided to take the Aerogallo to the annual CAP air rally in Reggio Emilia no one could have dreamt the plane would be judged by no less than the CAP Technical Committee itself. When the test pilot Daniele Beltrame was asked if he could show the Committee the fuel system by no less than the severest of judges Engineer Galli, he nonchalantly replied: “Impossible! It runs on chicken feed”. It was an inspection where serious questions left ample room for jocular humour (and much there was too) with lots of laughs and quips from the judges who, at times were hard pressed to find a suitable box on their forms for this kind of bird. and nobody could have imagined that in the evening, at the official prize-giving ceremony there would be a surprise. We really weren’t expecting such recognition and in fact Daniele and his bird had already flown the coop at 18.00 to return to GALLIERA Veneta (it’s really called Galliera). So, it was I, the creator and painter of the hand-painted feathered paint-job, who had the job and honour of receiving the Caproni1 Aviation Museum Trophy the Jury awarded to Ottone’s winged creature on the following grounds: “for bringing a touch of originality and irony to flying”
Ma Daniele non è soddisfatto: ricordando le battutine ironiche di alcuni amici cacciatori che minacciano di sparargli quando sorvola i loro appostamenti, chiede a Ottone di realizzare uno speciale pod comandato dal posto di pilotaggio con il quale lanciare delle piume.
Daniele by now was having a whale of a time: some of his hunting friends had been pulling his leg, saying they’d shoot him down next time he flew over their hides, so he asked Ottone to make a special canister with a remote control in the cockpit he could use to drop feathers.
Così il 23 settembre 2012 all’Aeroporto Nicelli del Lido di Venezia è andata in onda la “prima” di questo show.
The “premiere” of these first feathered shows was played out on September the 23rd at Nicelli Airport - Venice Lido.
Dopo il decollo ed alcuni passaggi sull’asse pista sottolineati da sonori “chicchirichiii!” lo speaker spiegava al pubblico che l’Aerogallo, dopo aver faticato tantissimo per riuscire a prendere il volo, aveva preso l’abitudine di non voler più atterrare e che, pertanto, il team di supporto tecnico, aveva ideato un ingegnoso sistema di atterraggio forzato mettendogli il “sale sulla coda”.
After take-off and a few fly-bys of the runway with the cock singing “cock-a-doodle-dooooooooooooo!” the announcer explained to the crowd that the Areogallo, after having put so much effort into learning to fly - didn’t want to come down again, so its “coop” crew had come up with an ingenious system to bring it down by putting “salt on its tail”.
A quel punto, entrava in pista il sottoscritto abbigliato da cacciatore che, imbracciando una enorme doppietta realizzata allo scopo, sparava due colpi ben assestati (e a salve) provocando una copiosa caduta di piume e l’immediato atterraggio del mezzo.
This is when I made my appearance dressed as a hunter with a huge shotgun we’d made for the purpose, to let off two shots (blanks of course) and shoot the feathers off the cock’s tail – forcing it to land.
La procedura è stata ulteriormente messa a punto nell’ultima settimana di Settembre, in occasione delle riprese effettuate da una troupe delle TV brasiliana e nel corso delle quali le piume sono state sostituite da striscioline di carta multicolori in stile “chaff” su cui è stampata la scritta “chicchirichì!!!!” allo scopo di dare maggiore durata e visibilità all’effetto.
We added another touch in the last week of September when a Brazilian TV team was filming the event, replacing the feathers with multi-coloured strips of paper like “chaff” with “cock-a-doodle-doo!!!!” written on them for a long-lasting and more visible effect.
Ora tutto è pronto per la stagione degli airshow 2013… chissà che, per la prima volta nella storia dell’Aviazione, dopo un’Aquila Solitaria a bordo dello Spirit of Saint Luis, anche un gallo non riesca ad attraversare l’oceano.
Now we’re ready for the 2013 airshow season … and who knows, for the first time in Aviation history, after the Lone Eagle in his Spirit of Saint Louis, perhaps even a cock can fly across the ocean.
AEROGALLO and his friends
painter test pilot builder and co-pilot
...talking about us
borno to fly...
...to be continued
text and graphic design GIULIANO BASSO
photos GIULIANO BASSO ANDREA POZZA SLOBODAN JURASOVIC VITO CECCHETTO MASSIMO SARAN DINO ULIANA DAVIDE OLIVATI MASSIMO BALDASSINI thanks to GIANCARLO ZANARDO and all friends of AEROGALLO
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