Liceo “G. De Rogatis� Scientifico, Classico, Scienze della Formazione, Scienze Umane; San Nicandro G. co (FG) - Anno X n.3
Editoriale + Attualità
Demokratia A Carnevale siamo tutti più buoni
IL LICEALE
Cari lettori, siamo così giunti al primo numero del Liceale del 2011, che è anche il terzo della decima edizione e quello dedica‐ to al carnevale 2011. Dunque, il carnevale è alle porte, tutti (o quasi) abbiamo iniziato a prepa‐ rare i travestimenti, abbiamo comprato i biglietti per veglioni e feste varie e ci apprestiamo a trascorrere luuuuunghe notti di divertimento allo stato puro. Che dire ancora? L’anno sembra es‐ sere cominciato bene, è iniziato anche il secondo quadrimestre, il nostro pianeta è costantemente in pericolo di surriscaldamento a causa del buco nell’ozono e gli orsi polari sono in via d’estinzione. Dopo aver fatto il punto sulle notizie salienti del nuovo decen‐ nio non ci resta che augurarvi un carnevale il più divertente possi‐ bile e ricordarvi che in questo periodo del’anno così particolare ogni scherzo (anche nel titolo editoriale) vale ancora di più! La Redazione P.S. La Redazione tutta si scusa nel caso in cui qualcuno abbia trovato offensivi alcuni contenuti dello scorso numero; il no‐ stro intento non era certo quello di diffamare.
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di Enzo Panizio “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” recita l'Art. 1 che rievoca il concetto di democrazia. Già, demo‐ crazia, una volta questa parola voleva dire tanto, significava uguaglianza, di‐ scutere civilmente tra pari e accettare l'altrui modo di pensare seppure con‐ trastante col proprio credere. Ora l'idea di sovranità popolare resta viva ma gli effetti sono di gran lunga inferiori alle aspettative. Qualcuno potrebbe dire che erano tutti sogni di gloria, che è un concetto troppo ideale, conoscendo la natura dell'uomo, per diventare realtà. Potrei essere d'accordo però dovrem‐ mo almeno fare lo sforzo di provare ad ottenere un'approssimazione o comun‐ que avvicinarci il più possibile a questo “stato di grazia comune”, invece si sta andando in direzione totalmente oppo‐ sta. Faccio un esempio che credo vicino alla realtà scolastica: il ministro dell'i‐ struzione ritenuto da i più incapace di svolgere correttamente il suo lavoro, mette in atto una riforma che nella sua quasi totalità non sta bene alla stra‐ grande maggioranza di docenti e di‐ scenti, questi ultimi protestano e scio‐ perano in massa (più volte), il governo e il ministro lo sanno, ma come se nulla fosse li ignorano dichiarando che, qua‐ lunque cosa succeda, porteranno a ter‐ mine i loro progetti, mentre i media preferiscono riportare i dettagli più fu‐ tili della vita privata di qualche celebrità e tacciono sull'accaduto. Senza troppa difficoltà anche i più ignoranti e meno informati saprebbero rispondere alla domanda: «Ma è davvero questa la de‐ mocrazia?». Ovviamente la risposta è
NO e chiunque cerchi di spacciarcela per tale con astuti giochi di parole sta spudoratamente mentendo. Ma, allora, dov'è l'errore? Cos'è che non funziona nella democrazia? Sarebbe troppo faci‐ le, oltre che sbagliato (per come la ve‐ do io), dire che è la democrazia in sé che non funziona ed è la storia che ci insegna che le cose più semplici difficil‐ mente hanno portato a memorabili e vantaggiosi cambiamenti. Quindi, pro‐ babilmente, siamo noi cittadini ad esse‐ re poco democratici e motivati ad es‐ serlo e, se ci guardassimo intorno, sco‐ priremmo che quest'affermazione ha molti riscontri nella realtà. Dovremmo capire che la democrazia si realizza an‐ che nel più piccolo gesto, nella più pic‐ cola manifestazione di questo enorme concetto si creano le basi per una più grande espressione della potenza dell'egualitarismo. Come possiamo noi giovani, che costruiremo il futuro della nostra nazione, sperare in una maggio‐ re libertà di pensiero se siamo proprio noi a darle la caccia? Come possiamo chiedere l'opportunità di esprimere le nostre idee se, quando ci viene conces‐ sa, la sprechiamo malamente (per chi non l'avesse capito faccio riferimento all'assemblea d'istituto)? Chi ci ascolte‐ rà se chiederemo qualcosa che noi stes‐ si rifiutiamo? L'unico modo per poter chiedere legittimamente e a gran voce la libertà e il rispetto per le nostre opi‐ nioni sarà rispettare quelle altrui, per‐ chè in questo modo nessuno potrà ac‐ cusarci di aver commesso il crimine per il quale chiediamo giustizia e nessuno potrà negarci un Paese più democratico e meritocratico o quello che è nostro di diritto: essere liberi.
Attualità
LACRIME DI COCCODRILLA Maurizio Ferraris, professore di filosofia teo‐ retica all’Università di Torino, durante un convegno ha elencato le varie cause che pos‐ sono portare un individuo al pianto: 1) Cipolla (piangere fenomenologicamente) 2) Vino (piangere chimicamente) 3) Sogno (piangere senza coscienza o senza oggetti presenti) 4) Ricordi (piangere con coscienza ma senza oggetti presenti) 5) Errore (piangere senza un oggetto vero, Es: ci dicono che è morto un amico ma è uno scambio di persona) 6) Felicità (piangere senza tristezza) 7) Immaginazione (film, libri, fantasie). Ferraris ha concluso dicendo che solo nel pri‐ mo caso noi non “piangiamo veramente”, perché le lacrime sono completamente indi‐ pendenti dal nostro stato emotivo. Io non sono affatto d’accordo. C’è un altro caso in cui l’uomo non piange “veramente” e, ahimè, questo “caso” è molto diffuso nel no‐ stro liceo: sto parlando del caso Lacrime di coccodrilla (piangere per non essere interro‐ gate o per farsi alzare un po’ il voto). Ho scrit‐ to coccodrilla e non coccodrillo perché que‐ sto caso interessa esclusivamente le donne (non tutte, ovviamente). Analizziamolo insie‐ me: tutto ha inizio quando il professore di turno apre il suo registro personale, pronto per interrogare. La coccodrilla, intuendo la grave tragedia che sta per abbattersi su di lei, inizia a far luccicare i suoi occhioni (non so come ci riesca, forse mordendosi la lingua...). Quando il prof inizia a far scorrere il dito sull’elenco ecco che la coccodrilla inizia a ti‐ rar su col naso almeno una volta ogni venti secondi (cocainomane?) e quando finalmen‐ te il prof pronuncia il suo nome, la coccodrilla scoppia a piangere irrefrenabilmente. Imme‐ diatamente alcune sue amiche (che sono quasi sempre coccodrille anch’esse) la circon‐ dano: c’è chi la abbraccia e la consola, chi le asciuga le lacrime, chi guarda storto il prof per aver osato chiamare la sua compagna all’interrogazione. Il professore, scioccato e commosso, cerca di “farsi perdonare” dicen‐ do alla coccodrilla che non le metterà 2 (al massimo, i più crudeli, mettono il puntino sul registro) con la promessa che la prossima
volta andrà all’interrogazione preparata. La coccodrilla allora, ottenuto ciò che voleva, si tranquillizza e va in bagno soddisfatta. Ovvia‐ mente il professore non può starsene con le mani in mano, e allora continua a far scorrere il dito sul registro finché non trova la nuova vittima. Quest’ultima (che non è mai una coc‐ codrilla) non ha studiato perché quel giorno non era il suo turno e prova a giustificarsi, prova a far finta di sentirsi male o cerca di inventarsi qualche scusa plausibile ma inva‐ no. Le possibilità sono due: o prendere diret‐ tamente 2 o tentare la fortuna e andare all’interrogazione. Anche quando la cocco‐ drilla va all’interrogazione e si accorge di non essere stata proprio il massimo inizia a pia‐ gnucolare ottenendo, anche in questo caso, la comprensione del prof che gonfierà un po’ (un bel po’) il voto. In questo modo le coccodrille, a fine anno, avranno una media molto più alta dei comuni alunni che onesta‐ mente si sono guadagnati i loro voti. Ho scritto questo articolo perché spero che questa situazione irritante possa terminare. In realtà so benissimo che non cambierà mol‐ to…le coccodrille ci sono state, ci sono e con‐ tinueranno ad esserci. Però vorrei puntualiz‐ zare due questioni. 1) AI PROF:alla fine l’unica cosa che il liceo ci lascerà è un foglio di carta con su scritto un numero. Questo numero in‐ dicherà il nostro grado di maturità. Posso sapere come fate a considerare più matura una ragazza che frigna per scampare l’interrogazione di un ragazzo che, assumen‐ dosi le proprie respon‐ sabilità, v a all’interrogazione, no‐ nostante sappia di non essere sufficien‐ temente preparato?! 2) ALLE COCCODRIL‐ LE: mi dispiace dirvelo ma fuori dal liceo le lacrime vi serviranno a ben poco!! Spero solo che dopo aver letto questo articolo non vi mettiate a piangere!! ;)
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IL LICEALE
di Rita Iannone
Attualità
COMMENTO AD UNA CIRCOLARE
IL LICEALE
Jatton Si ricorda agli alunni ed alle rispettive fami‐ glie che l’ingresso a scuola deve avvenire en‐ tro le 8,15. Giustissimo, effettivamente è l’orario delibe‐ rato dal Collegio dei Docenti! A decorrere da lunedì 7 febbraio alle 8,16, le porte della scuola saranno chiuse al fine di consentire il regolare avvio delle lezioni alle 8,20. Ma dai perché??? Non possono pretendere che tutti gli orologi degli studenti siano per‐ fettamente sincronizzati con quello della scuola. Però va bene lo stesso, cercherò di essere il più puntuale possibile. Questa “intransigenza”è dovuta al ritardo cronico fatto registrare da ALCUNI alunni e, talora, da intere classi. Sarà consentito l’ingresso con ritardo solo agli alunni, ANCHE MAGGIORENNI (!!!!), che saranno accompagnati dai genitori(…). Beh, a questo punto qualcosa da ridire ce l’ho.. Se questa intransigenza è dovuta al ri‐ tardo CRONICO di alcuni alunni non c’è assolutamente bisogno di estendere “la punizione” a tutto l’istituto!!! Non avete mai sentito parlare di punizioni mirate? In questo caso è semplicissimo “mirare il bersa‐ glio”: basta esaminare il registro di ogni classe… i nomi dei cosiddetti ritardatari cronici saltano agli occhi. Di conseguenza si pren‐ deranno provvedimenti adatti SOLO per quegli alunni. Lo stes‐ so ragionamento può essere fatto per le classi…anzi in questo caso è ancora più facile individuare “il bersa‐ glio”!! Non trovo affatto giusto che un alunno, ANCHE MAGGIORENNE, non pos‐ sa entrare a scuola autonomamente se una
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volta fa qualche minuto di ritardo (magari causato dalla circolare) solo perché ALCUNI ALUNNI se ne infischiano delle regole. Si raccomanda i docenti di osservare e di far rispettare con scrupolo i tempi previsti(…). Eheh…tutti voi, alunni, ricorderete la partac‐ cia che ci fece il Preside sulle scale il 4 febbra‐ io, quando, nonostante ci avesse concesso di entrare alla seconda ora (causa fuoco) noi comunque abbiamo fatto qualche minuto di ritardo. Adesso signor Preside mi rivolgo a voi: voi avevate perfettamente ragione! Noi saremmo dovuti entrare in orario… Però, la prossima volta, invece di posizionarvi sulle scale girate classe per classe…noterete che ALCUNI professori non sono presenti in clas‐ se e fanno molto più di qualche minuto di ritardo!! Precisamente proprio il 4 febbraio alcuni prof sono entrati con 20 minuti di ri‐ tardo!!! Vi svelo un’altra cosa signor Preside: noi alunni, ogni mattina, arriviamo sotto il porticato e ci avviciniamo ai nostri amici; al suono della campanella puntualmente chie‐ diamo al nostro compagno: “Chi abbiamo alla prima ora?”. In base al professore della prima ora decidiamo se stare qualche altro minuto a goderci il sole o a fumare una sigaretta o se correre velocemente in classe. Questo forse vi farà pensare… Altre volte, invece, abbiamo trovato la porta del piano chiusa!!! Forse a causa del personale ATA?? A dir la verità, signor Preside, i ritardi dei prof o dei bidelli non ci davano affatto fastidio, anzi… :) Però, arrivati a questo punto, non mi sembra giu‐ sto che solo gli alunni debbano essere puniti per qualcosa che interessa anche i prof e il personale ATA. Le soluzioni possono essere: 1) ritornare alla normalità e alla tolleranza o 2) “punire”, oltre che gli alunni, anche i prof e i bidelli ritardatari cronici!!
Attualità
COSE CHE NON SI SANNO: CONSULTA PROVINCIALE di Daria Bucci Alzi la mano chi conosce il compito di ogni rap‐ presentante della nostra scuola. Alzi la mano chi è a conoscenza del fatto che, al di fuori della nostra scuola, ci sono organi che coinvolgono attivamente gli studenti in decine di iniziative, a partire dalla Consulta Provinciale. “Compito primario della CPS è di costituire una rete fra le varie scuole e di sostenere e valoriz‐ zare il protagonismo degli studenti, attraverso la realizzazione di iniziative e progetti”. Quanti di voi, in questi anni di liceo, hanno mai sentito parlare di qualche iniziativa della Consulta Pro‐ vinciale? Eppure è presente ed è molto attiva. Un esempio: lo scorso 16 febbraio si è tenuta a Foggia una riunione, in cui si sono deliberate diverse iniziative da svolgere, come dibattiti su svariati temi che interessano i giovani, torneo studentesco di calcio a 11 a Lucera dedicato ai 150 anni dell’Unità d’Italia (con premi riguar‐ danti viaggi di istruzione a Roma per assistere
alle celebrazioni ufficiali), Carnival Night (una festa dedicata al carnevale dauno, che quest’anno si terrà a Manfredonia il 5 marzo), giornata mondiale del teatro il 27 marzo 2011 (ci sarà una rappresentazione teatrale sui 150 anni dell'Unità al Teatro del Fuoco, a Foggia) e, infine, giornata provinciale dell’Arte e della Cre‐ atività Studentesca il 14 maggio 2011. Chi era a conoscenza di tutto ciò in questo lice‐ o? Nessuno credo, ad eccezion fatta per chi è direttamente coinvolto nella Consulta Provin‐ ciale. “In questa scuola non si fa mai niente” è il luo‐ go comune che a tutti noi piace dire. Quanto è vero! Non dà un po’ fastidio, però, sapere che ci sarebbero decine di attività a cui potremmo partecipare, ma, per mancanza di informazio‐ ne, non partecipiamo a nessuna?
COSE CHE NON SI SANNO (2): PARLAMENTO GIOVANI DELLA PUGLIA Cari studenti, vi vorrei parlare di un altro orga‐ no di cui non si è molto a conoscenza, ossia quello del Parlamento Regionale dei Giovani. Si tratta di un ente che promuove la cittadinanza attiva da parte degli studenti di tutte le scuole, che ogni anno scelgono un tema da affrontare e ne discutono, proponendo anche progetti di legge che andranno all’osservazione del Consi‐ glio Regionale della Puglia. Detto così sembra complicatissimo, ma a fatti è piuttosto semplice e molto ben organizzato. Ma andiamo per ordi‐ ne. Nella nostra scuola da diversi anni si è a conoscenza di quest’organo e alcuni anni sono riusciti ad essere eletti anche alcuni studenti del nostro liceo (del nostro collegio fanno par‐ te, infatti, Apricena, San Severo, San Marco in Lamis, Torre Maggiore, San Nicandro Gargani‐ co, Manfredonia, Cerignola e i parlamentari da eleggere sono 3). La diffusione del progetto, però, è un’altra storia (ad esempio, quest’anno ho saputo della scadenza delle candidature al Parlamento mezz’ora prima che venissero chiu‐ se). Dopo essermi candidata ed essere venuta a conoscenza del fatto che sono stata eletta, ho partecipato alle due plenarie che si sono tenu‐
te, fin ora, a Bari e alle altre assemblee online. Il Parlamento Giovani è una riproduzione di quello vero, con un presidente, due vicepresi‐ denti, due segretari, l’ufficio stampa e tre com‐ missioni, formate da tutti i parlamentari, che trattano diversi temi (la prima è su ambiente, territorio, qualità della vita; la seconda su scuo‐ la, formazione, lavoro; la terza su sport, tempo libero, cittadinanza attiva, arte e cultura), le quali andranno a presentare, a maggio, un pro‐ getto di legge ciascuna. Quest’anno, poi, il tema generale è intitolato “diversamente unici”, in tutti i sensi, trattando dai diversamente abili, ai rifugiati, a coloro che hanno diverso orientamento sessuale. Di que‐ sto tema si discuterà, si promuoveranno inizia‐ tive e si potrà anche presentare un progetto di legge. Volevo parlare di questa iniziativa per tenere informati voi studenti, anche perché nella no‐ stra scuola ci sono studenti che si interessano, ma non si candidano a certi progetti per disin‐ formazione. Si spera sempre che qualcosa pos‐ sa attivarsi.
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IL LICEALE
di Daria Bucci
Attualità
Quante ore perse a Scuola !
IL LICEALE
di Leo Caputo Mancano pochi mesi alla conclusione del cor‐ rente anno scolastico e, quindi, è opportuno fare un bilancio sull’effettiva consistenza dei giorni di lezione nelle scuole di ogni ordine e grado funzionanti a San Nicandro e riflettere sulla gestione del tempo‐scuola. Il calendario scolastico, sebbene differente per ogni regione in virtù dell’autonomia, formal‐ mente si basa mediamente su 202‐204 giorni complessivi di lezione che, in realtà, non si svolgono. In Francia, i 180 giorni effetti‐ vi di attività o i 160 in Svezia e Finlandia, si al‐ ternano a periodi di pausa piuttosto consisten‐ ti ma che, comunque, producono effetti positi‐ vi nel processo educativo e didattico di quei Paesi. In Italia, le deroghe al calendario scola‐ stico sono oramai una regola; come esempio, potrebbe bastare l’anno scolastico corrente, per certi aspetti simile al 2004‐2005, che fu decurtato di parecchi giorni di lezioni per ragio‐ ni meteorologiche (frequenti nevicate, piogge intense e conseguenti disagi alla circolazione) ed elettorali (sospensione delle lezioni ai primi di aprile per il rinnovo del Consiglio regionale e tra maggio e giugno per il referendum sulla legge n. 40 circa la fecondazione assistita). Le assenze per epidemie influenzali fanno la loro parte in questo conto alla rovescia – pro‐ prio durante le scorse settimane ne sono state registrate tantissime ‐ cui bisogna aggiungere, per le Superiori, un giorno al mese (per nove mesi scolastici) per le assemblee autorizzate degli studenti; almeno una decina di giorni fra scioperi e manifestazioni varie contro le rifor‐ me ; uno o due giorni per visite guidate o per l’orientamento (ma il giorno dopo, di verifiche non se ne parla, perché se vengono a scuola i nostri alunni sono tutti stanchi!); per varie atti‐ vità didattiche esterne (rappresentazioni tea‐ trali, proiezioni cinematografiche, visite a mo‐ stre, manifestazioni musicali o sportive dentro e fuori l’Istituto, partecipazione ad eventi pub‐ blici locali; da 2 a 7 giorni per i viaggi d’istruzione in Italia e anche all’Estero; un gior‐ no per il pranzo dei 100 giorni (prima degli esa‐ mi di maturità, per gli studenti del l’ultimo an‐ no) e chissà quanti altri; a tutto questo vanno aggiunte le assenze per ragioni di salute, di famiglia, di acquisti al mercato (con frequenza quindicinale, per fortuna!), di mancanza di ga‐
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solio per il riscaldamento, di acqua o energia elettrica; così, da 202‐204 giorni si scende a 160‐170 effettivi, con un tasso di assenteismo che arriva al 20‐25% negli Istituti superiori. Si può studiare abbastanza in questo modo o non si studia affatto? Da docente nel nostro Liceo ritengo che si studia poco e in maniera dispersiva, non tanto per il poco tempo utiliz‐ zato quanto per la non ottimale organizzazione di questo tempo. Si dovrebbe mettere ordine in tutto questo con un forte senso di responsa‐ bilità e impegno costante degli studenti, nel valorizzare il sapere appreso per la propria fu‐ tura professionalità ‐ in qualunque settore essa potrà esprimersi –ed essere in grado di partecipare a vari concorsi nell’Arma, o per l’ammissione alle università con numero limita‐ to, e risolvere i previsti test logico‐ matematici e di conoscenze linguistiche generali. La rifor‐ ma della Scuola secondaria superiore, avviata proprio dall’anno scolastico in corso, prevede un numero fisso di ore di lezioni che bisognerà raggiungere in ogni modo, evitando di fare as‐ senze. Docenti e famiglie (teoricamente) con‐ cordano sull’esigenza di una certa elasticità e una più esplicita personalizzazione delle re‐ sponsabilità, al fine di ridurre l’assenteismo e concentrare le energie per attività didattiche effettivamente serie e produttive sul piano del sapere e del saper fare. Inoltre si evidenzia la necessità di mettere ordine e incentivare i mezzi finanziari in tutto il settore del recupero nelle Superiori (corsi IDEI, sportello didattico, interventi in itinere) che si deve far coincidere con la generale gestione del tempo. E proprio questo tempo spesso risulta perso. Infine, si dovrebbe seriamente pensare a tro‐ vare spazi alternativi ai locali scolastici, mi rife‐ risco in particolare alle scuole Elementari e Medie, per il più che frequente ricorso alle ur‐ ne (tra marzo e giugno quasi ogni anno si vota), allo scopo di non creare scompiglio nella fase finale di un anno di studi che potrebbe risulta‐ re particolarmente poco proficuo anche per questo motivo. Sembra più piacevole far passare il tempo così, anziché trovare i rimedi più adatti, sottraendo‐ si ad ogni responsabilità. Le solite situazioni all’italiana.
Attualità
BUON COMPLEANNO, ITALIA! di Annachiara Marsilio stiamo vivendo è importante sviluppare una riflessione sul tema dell’Unità d’Italia e sulla creazione di un assetto istituzionale moderno per analizzare i risultati raggiunti fino ad oggi, individuando gli obiettivi futuri all’interno dell’Europa unita e di uno scenario globale in continua evoluzione. Sono ancora attuali, inoltre, i problemi legati alla disparità econo‐ mica, legale e sociale tra alcune zone del Pae‐ se, che dobbiamo affrontare non confonden‐ do queste disuguaglianze negative con le di‐ versità regionali e culturali che invece contri‐ buiscono all’identità nazionale. Per tutti que‐ sti motivi abbiamo il dovere di valorizzare, soprattutto in un periodo di crisi economica, le eccellenze che hanno fatto la storia dell’Italia rendendola un punto di riferimento a livello mondiale per le proprie tradizioni scientifiche, culturali ed artistiche, per fare in modo che diventino patrimonio delle nuove generazioni e siano uno stimolo per il rilancio del nostro Paese. In occasione della ricorren‐ za del 150° anno dell’ Unità d’Italia è fonda‐ mentale rinvigorire lo spirito nazionale e l’orgoglio di appartenere ad una nazione che nella sua storia ha saputo fornire un contri‐ buto determinante al progresso tecnologico ed intellettuale dell’Europa e del resto del mondo ed è inoltre il momento giusto per ricordare il coraggio, il sogno, la gioia profon‐ da che accompagnò i fatti che portarono all’Unità d’Italia e tirarli fuori dal libro di storia e trasformarli in un’emozione ancora attuale per poter vivere in piena co‐ scienza e consapevo‐ lezza il complean‐ no della nostra a‐ mata Italia. A U G U R I , ITALIA!
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IL LICEALE
Salve colleghi liceali! In questi giorni uno dei temi di maggiore attualità e dibattito è se fare festa o meno il 17 marzo. Certo noi ra‐ gazzi, che facciamo sciopero anche per futili motivi pur di saltare un giorno di scuola, sia‐ mo dalla parte del pro‐festa ma la maggior parte di noi non sa neanche cos a si festeggia il 17 marzo; la nostra memoria storica è mol‐ to limitata anche a causa della riforma dei programmi della scuola elementare che ha abolito lo studio della storia contemporanea in 5° elementare. Pertanto le nostre cono‐ scenze sull’argomento si limitano alle poche notizie assimilate di fretta ( bisognava finire il programma) in 3° media. Allora ho pensato di scrivere questo articolo per dare a me stessa e a tutti voi un minimo di conoscenze su que‐ sto importante evento. Il 17 marzo 2011 l’Italia compirà 150 anni. Il nostro bel Paese, il Paese del sole, del “bel canto” , dei poeti e dei navigatori, un po’ acciaccato ma ancora in piedi, ne ha fatta di strada da quel lontano 17 marzo 1861, quando il nuovo parlamento sancì la proclamazione del Regno d’Italia, con sede a Torino. E’ molto importante nell’Italia odierna, in cui i partiti di tendenze secessio‐ niste riscuotono tanto successo, fermarsi a riflettere su che senso e influenza abbiano gli ideali e i valori Risorgimentali nella civiltà odierna. Il Regno d’Italia nacque da un’Italia divisa in sette stati e si arrivò a tale traguardo attraverso un percorso che partì dalla vittoria militare degli eserciti franco‐piemontesi nel 1859 e dal progressivo, contemporaneo sfal‐ darsi dei vari stati italiani che avevano legato il loro destino alla presenza dell’Austria nella penisola e si concluse con la proclamazione di Vittorio Emanuele re d’Italia. L’unità d’Italia fu ben accetta anche da gran parte del contesto europeo dell’epoca che vedeva nell’Italia unita un elemento di stabilità dell’intero continente in quanto avrebbe po‐ tuto rappresentare un efficace ostacolo alle tendenze espansionistiche della Francia e dell’Impero Asburgico e, grazie alla sua favo‐ revole posizione geografica, inserirsi nel con‐ trasto fra Francia e Gran Bretagna per il do‐ minio del Mediterraneo. Nel contesto in cui
Attualità
LADRI SU FACEBOOK? NO, GRAZIE!
IL LICEALE
di Lia Contessa
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Sicuramente a qualcuno di voi è capitato di dire: “Faccio un giro su Facebook” oppure “Vediamo chi è diventato fan della mia pagina”. Ma sicuramente a pochi è capitato di trovare una picco‐ la delusione, co‐ me la tanto ama‐ ta pagina “fan” rubata o il bellis‐ simo account copiato con un nome che forse non è neanche lontanamente somigliante al vostro. Diciamo che queste “delusioni”, o peggio “ingiustizie” se vogliamo metterla sul piano “tragedia”, capitano. Proviamo ora a capire innanzi tutto come proteg‐ gersi e in secondo luogo come rimediare al torto subito. Il rischio di vedersi “rubare” le Pagine è maggiore per tutte quelle Pagine con un grande numero di Fan, in quanto esistono persone desi‐ derose di possedere tali Pagine, per scopi più o meno illeciti (pubblicità, rivendita delle Pagine, contatto diretto con migliaia di Fan ect..ect..). Perciò vediamo un po’ come difenderci. I modi per farsi rubare le Pagine sono molti. Un trucco molto semplice usato spesso con un po' di astuzia e un pizzico di pazienza, arrivando persino ad usare tecniche parecchio subdole, è quello di farci rimuovere dalla nostra posizione di ammini‐ stratore da un altro amministratore “sconosciuto” che magari abbiamo nominato noi stessi. Ad e‐ sempio, vi capita di avere una Pagina con 50.000 Fans, uno di essi, è un assiduo fan che oramai è diventato qualcuno di cui pensate di potervi fida‐ re, e vi chiede un giorno di essere nominato am‐ ministratore per potervi dare una mano nella ge‐ stione. Vista la nostra “buona fede” e il fatto che più o meno conosciamo il personaggio, accettia‐ mo e lo nominiamo amministratore. Appena fat‐ to, lo stesso personaggio può accedere nella “Gestione amministratori” della Pagina e rimuove i precedenti amministratori diventando l’unico amministratore della Pagina. In questo modo abbiamo appena “regalato” la nostra Pagina ad un perfetto sconosciuto. Sembrerà un metodo alquanto “stupido” o poco probabile ma purtrop‐ po accade, anche molto spesso , proprio quando qualcuno meno se lo aspetta. Un'altra tecnica spesso usata, molto efficace ma complicata, è il “Phishing”. Tramite una finta pagina (che avete visualizzato dopo aver solitamente cliccato su un link prove‐ niente da mail o messaggio di un amico “ignaro”)
accedete a un “form” che sembra simile all’originale, ma non ha nulla a che vedere con Facebook. Una volta inseriti i vostri dati di acces‐ so, regalate il vostro account a qualcun altro, che potrà fare ciò che vuole con il vostro profilo. In questo modo il “ladro” potrà accedere alle vostre Pagine e nominarsi amministratore per poi rimuo‐ vervi. Ora che conosciamo alcune minacce possiamo vedere anche come difenderci da questi “ladri” una volta persa la pagina. Per prima cosa vi è appena stata rubata la Pagina, e volete riprender‐ vela a tutti i costi. Quindi accedete alla vostra Pagina, la visualizzerete come un Fan qualsiasi. A questo punto andate in fondo alla schermata a sinistra e cliccate su “Segnala Pagina”. Vi si aprirà una nuova finestra per specificare il tipo di viola‐ zione che può essere presente nella Pagina, ma a voi interessa SOLO l’ultimo link in blu presente al fondo di questa finestra,cioè “E’ di tua proprietà intellettuale?”. Adesso sostanzialmente come funziona? Prima di tutto voi siete indiscutibilmen‐ te i proprietari di una determinata Pagina. Quindi segnalate la Pagina che vi è stata rubata in quanto essa apparteneva a voi e rappresenta tutt’ora voi o la vostra azienda. A questo punto ecco cosa dovete fare: Se volete semplicemente segnalare un ladro che non viola nessun copyright compila‐ te il “form” in cui lo afferma, altrimenti, se volete segnalare una violazione di copyright, compilate l’altro “form” sottostante. Una volta compilato e cliccato su “Invia notifica” riceverete un messaggio automatico nella casella di posta da voi indicata (meglio se usata quella del profilo) che vi riassumerà quello che avete segna‐ lato. Fatto questo, dopo 2 o 3 giorni vi risponderà un amministratore di Facebook, che nel caso non foste stati chiari vi chiederà alcune spiegazioni alle quali dovrete nuovamente rispondere, altri‐ menti vi notificherà l’avvenuta a buon fine della vostra richiesta. Inoltre, se la segnalazione sarà coerente, rimuo‐ veranno immediatamente il contenuto in oggetto o ne bloccheranno l’accesso. Poi invieranno una notifica all’utente responsabile della violazione che se sarà necessario gli inoltreranno anche la tua segnalazione. In caso di ripetuta violazione, l’account del trasgressore potrebbe addirittura venire disattivato del tutto. C’è solo un piccolo problema, non è del tutto sicuro che sarete rimes‐ si amministratori o se la Pagina verrà semplice‐ mente bloccata. Ricordiamoci che è pur sempre un social network dove ci sono moltissime perso‐ ne che non conoscete perciò dobbiamo fare at‐ tenzione con chi chattiamo, perché non possiamo mai sapere chi abbiamo di fronte.
Attualità
Viva la Libertà…Sempre di Deborah Giagnorio Chi scrive è la detenuta n° 001961 proveniente dalla cella 17. Il mio corso rieducativo sta proce‐ dendo moderatamente; forse alla fine del corso riuscirò addirittura ad inserirmi in un progetto lavorativo per riprendere in mano la mia vita. Il carcere non è male. Da quest’anno sono iniziati anche alcuni lavori di sicurezza, anche se il terrore di beccarmi un pezzo di cornicione in testa persi‐ ste e non esita ad accompagnarmi ogni qualvolta il mio corpo è costretto a passare ai bordi della struttura. Tutto sommato, però, non posso la‐ mentarmi! Nella cella con me ci sono altri detenu‐ ti, siamo venti in tutto, e devo ammettere che quest’anno la situazione è migliorata: abbiamo più spazio a disposizione e ci lasciano liberi di u‐ scire nel cortile durante il quarto d’ora d’aria (l’anno scorso ci concedevano solo uno stanzino, adiacente al bagno, colmo di fumo). Sarebbe fa‐ voloso poter trascorrere in nostro spazio di libertà nella cella 13: è la più bella ed elegante e contie‐ ne addirittura un paio di divanetti! Starsene lì con le gambe accavallate a sorseggiare bevande al caldo del condizionatore mentre fuori scroscia la pioggia, sarebbe come sentirsi in un film! Però dovrò continuare insieme ai miei compagni di cella a seguire il corso rieducativo, altrimenti ci hanno assicurato che ci faranno ritornare al no‐
stro stato d’origine, ovvero degli embrioni nullafa‐ centi che sono costretti ad attendere la carità di persone, mosse da un amore incondizionato, che ci diano sostentamento. Io, invece, voglio essere la fautrice della mia vita e, anche se qui dentro sono poco più di un insieme di numeri arabi, ci riuscirò; terminerò il mio corso rieducativo e mi prospetterò alla vita vera! Ora scappo perché tra poco suona la campana che annuncia l’arrivo del nostro amato week‐ end di libertà, ma che non è abbastanza per respirare la vita perché tra due giorni siamo costretti a ritornare nel mondo dei detenuti prima che chiudano i cancelli! Ecco la probabile testimonianza che ognuno di noi, alunni del De Rogatis, si sentirebbe di scrivere dopo gli ultimi avvenimenti scolastici. Be’ non c’è da dire molto…Se, da una parte, il nostro orgoglio studentesco è stato calpestato, dall’altra, siamo stati proprio noi a fornirne i moti‐ vi con varie assenze arbitrarie e un intero quadri‐ mestre di ritardi, entrate ed uscite fuori orario. Ergo ciò che è stato è passato, lavoriamo nel pre‐ sente per raccogliere i frutti del futuro. E quest’estate tutti al mare a mostrar le chiappe chiare!
GIOVANI SANNICANDRESI ALLA RISCOSSA San Nicandro, piccolo paesino della provincia di Foggia, ormai definito come un paese morto, o un paese per soli “vecchi”... riesce dopo molte gene‐ razioni a rinascere, riportando alla luce l'ormai dimenticata “cultura DEL SABATO SERA”... Ebbe‐ ne, si ,miei cari compaesani,un gruppo di giovani studenti, grazie all iniziative e alle direttive dell ormai conosciutissimo Giuseppe Soccio, sono riusciti a riportare nel paese lo spirito festaiolo del sabato sera, organizzando feste private e pubbli‐ che, di natura liceale, ma che riescono come sem‐ pre a coinvolgere gran parte della popolazione giovanile. Lo staff organizzativo composto da circa cinque ragazzi, grazie alla loro infinita fantasia, realizzano delle feste utilizzando spesso dei temi molto conosciuti, come ad esempio la disco degli anni 80, festa che ha riscosso un grande successo e che ha spinto questi ragazzi a continuare con l organizzazione di questi party. Tutto questo è stato reso possibile però, oltre che al grandissimo impegno preso da questi ragazzi, grazie a Giusep‐ pe Soccio, un talentuoso ragazzo che ha saputo coltivare questa sua passione per l'organizzazione
d'eventi sin da quando era adolescente, e che ha saputo fare dello show‐business il lavoro della sua vita. Giuseppe poche settimane fa è riuscito ad aprire il suo primo “studio”fondando la “Giuseppe Soccio Advertising and Events”, agenzia di spetta‐ colo e concessionaria pubblicitaria da lui ideata che gestirà eventi d'ogni genere in Puglia e non solo. Non bisogna però dimenticare che Giusep‐ pe non ha mai abbandonato la sua prima passio‐ ne, quella di fare il dj, e proprio per questo è lui stesso a selezionare i brani, ad intrattenere i ra‐ gazzi durante le feste e ad animarle, con accanto la sua spalla destra Tommaso Rispoli. Per questo motivo credo che un GRAZIE sia quasi “d'obbligo” nei confronti di questi ragazzi, e speriamo che questa “cultura” sia stata riscoperta per non esse‐ re più abbandonata... In oltre per concludere, bisogna ringraziare il GRAN CAFFè GARIBALDI, che ospita i giovani durante queste grandiose feste.... Concludo con il motto che per eccellenza caratte‐ rizza Giuseppe e spero gran parte di noi, DEFEN‐ DEMOS L' ALEGRIA....(sempre)....
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IL LICEALE
di Simona De Rogatis
Attualità
Differenti mentalità di pensiero in questo Quinquennio.
IL LICEALE
di Giuseppe La Piscopia
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Gli anni passano, e purtroppo o per fortuna, tutti noi cresciamo, personalmente mi sembra solo ieri il mio primo giorno di scuola, mi ricordo quasi tutto: entrare per la prima volta nell’aula magna, vedere gente mai vista, nuovi insegnanti, nuove materie; mi ricordo ancora il vestito della mia prof il primo giorno di scuola! Mamma mia quanti ricordi! Certe cose proprio non si dimenticano mai!:‐) Però alcuni passaggi, alcuni ragionamenti, alcuni complessi degli anni passati non me li ricordo, oppure li ho proprio cancellati dalla testa, ma comunque sono curioso delle paure dell’ultimo anno, della maturità, dell’università per alcuni di noi: li si che è tutta un’altra storia! Ma voi dell’ultimo anno vi ricordate cosa facevate al primo? Oppure a voi di terzo non piacerebbe vedervi tra qualche anno, all’esame di maturità? Oppure ancora, a voi di quarta così, dicia‐ mo, tanto per dire, non vorreste ricordare i “complessi” dell’ anno passato? Vediamo: Durante le ultime due settimane sono andato solo “Ingimentando”, come si dice a San Ni‐ candro, parecchia gen‐ te che frequenta i diversi indirizzi e le diverse classi, dal primo anno al quinto. Ne ho tratto diverse mentalità, anche se alcune non sono cambiate molto, altre invece radicalmente: per esempio sapevate che quelli di primo “sganciano in classe”? oppure non lo sapevate che guardano il lato B ai prof? Voi più grandi l’avete mai fatto? Oppure sapevate che nel bagno dei maschi del primo piano del biennio quelli di prima si mettono a cerchio e uno alla volta, a turno, si fanno pesta‐ re dagli altri? Vedere, per esempio, questa è una cosa assurda, che io personalmente non ho mai fatto… E mi pare anche le altre classi che c’erano al biennio qualche anno fa (probabilmente noi eravamo un po’ più svegli, però voi non glielo dite a nessuno, mi raccomando, shh!! Ahahah!). Uno studente mi ha confessato, per esempio, che vorrebbe passare una notte di fuoco con Chamy (I AC) perché la trova fortemente sexy, oppure un altro vorrebbe godere della compagnia delle ra‐ gazze di 5 A oppure di qualcuna della I AC, mentre un altro dei giovincelli del nostro amato liceo con‐ sidera una delle ragazze di 3B molto sexy e mi ha confessato che un “giretto” se lo farebbe volen‐
tieri con lei; una ragazza invece vorrebbe trascor‐ rere una bella serata da sola con Ale(4 B) mentre un’altra, scherzando, mi ha liquidato dicendo che verrebbe farsi un giro con me… (Magariii). Per quel che riguarda invece i migliori amici avuti in questo periodo, c’è gente che ringrazia di cuore Burè ( Costanza Borazio IIIAC), un ragazzetto salu‐ ta Gaia Pacilli e Marco di Napoli ( 1A ), un altro ammira Enzo Panizio e Raffaella Marinacci ( 3B) e una bella giovincella manda un bacione ad Ales‐ sandro Caruso (4C) Da questo sondaggio naturalmente non poteva venir fuori che il prof e la materia preferita (anche se devo ammettere che pochi mi hanno saputo dare una risposta seria), infatti c’è a chi piace ma‐ tematica (‐.‐‘’), italiano oppure filosofia, ad una ragazza pensate che piace latino e greco, ma ha detto solo ed esclusivamente la letteratura, per‐ ché ha detto che a grammatica, diciamo che non ha voti ottimi (cara mia non sai quanto io ti capi‐ sca!!! Eheh), mentre alla stragrande maggior par‐ te dei casi la materia amata, immaginate quale possa essere? Ovviamente educazione fisica. Sono venuti fuori anche i prof preferiti, come ad esempio la prof Ciaccia che ad una ragazza piace perché pratica sport, oppure la prof Tancredi per‐ ché è stimata da molti ed è considerata una gran‐ de, oppure il prof Stefania su grande richiesta perché, a detta di un ragazzo, fa ridere quando “skakkia la wocca” e fa le facce strane (Ciao Prof), ad un altro invece piace il prof Fini perché “j’è nu scroccon!” (nel senso positivo del termine), una ragazza dice invece che si rispecchia molto nella prof Malizia perché ha dei gesti abituali degni della sua ispirazione e un ragazzo mi ha confessa‐ to che vorrebbe chiamare il prof Vocino Nazy! (con simpatia). Qualcuna si ricorda che, tempo fa, quando ancora stavano nel plesso del biennio, durante lo studio autonomo, a volte o hanno ballato oppure si sono divertiti facendo parodie sul programma di “Uomini e Donne”, mentre in una classe, sempre qualche annetto fa, un ragazzo, durante l’ora di storia, al biennio, si è tolto le scarpe per mettersi le ciabatte e andare a buttare una carta mentre la prof spiegava: immaginate le risate; a qualcuno è piaciuto molto il progetto dell’anno passato “Scuola Pulita” perché si sono divertiti moltissimo a pitturare la scuola,naturalmente, ma sopratutto le persone. Volete sapere invece cosa ne pensano alcuni della Luna? Bene: è un pianeta molto utile alle relazioni delle coppie oppure una palla che dà felicità a tutti gli innamorati che la guardano,e ancora, evo‐ ca tanti pensieri positivi e passati e per finire, una
Attualità ragazza mi ha detto che sarebbe magnifico viver‐ ci. Immaginate invece chi vorrebbero uccidere della redazione de “Il Liceale” i miei cari studenti che si sono sottoposti, in maniera del tutto “liberale” a questo sondaggio? Naturalmente me, Giuseppe La Piscopia (IIAC), perché ad uno ho fatto perdere una partita di poker, ad un’altra perché faccio troppe domande, a quello perché non ha voglia mai di fare niente e a quel altro perché non mi può sopportare. “Divertitevi e, mi raccomando, non studiate trop‐ po, ma soprattutto godetevi questi anni di Liceo che sono sempre i più belli”, questo è il consiglio che ci da una ragazza che ormai è dell’ultimo an‐
no, mentre altri consigliano di andare all’alberghiero se si è ancora in tempo, di divertir‐ si e cercare di non studiare mai per rendere così i pomeriggi migliori oppure di improvvisare perché a volte, secondo la tesi di un tale, si dicono cose molto più giuste di quelle scritte nei libri. Per finire io ringrazio tutti gli studenti che hanno risposto sinceramente alle domande che ho sot‐ toposto e spero di non aver trascurato niente, ma soprattutto spero di non aver offeso nessuno e ricordo a tutti che “Il Liceale” è un mezzo di infor‐ mazione tra studenti e docenti e tutto il personale della scuola e vorrei solo dire di non considerarlo solo come un mezzo di critica o di offese per altri! Grazie a tutti!:‐)
DATTI UN TITOLO Parliamoci chiaro, non mentiamo a noi stessi, non facciamoci prendere in giro da professori e gior‐ nalisti, siamo ragazzi del XXI secolo non ci interes‐ sano i loro pensieri, non ci interessa di chi gover‐ na e di chi preoccupa per noi! Non ci interessa la religione né siamo portati verso dei noiosi libri, ci interessa poco la cultura. Ci piace divertirci ridere, fino alle lacrime, ci interessano le cose poco chia‐ re, che siano vampiri o ufo, ci piacciono le perso‐ ne con del carisma! Sogniamo l’America: alcuni dell’Usa sognano solo Little Italy altri l’Upper East Side. In noi non ci sono più i vecchi valori, abbia‐ mo poca stima di noi stessi ma sorridiamo a tutti fingendoci sicuri! Non crediamo nell’amicizia e nell’amore, chiediamo solo felicità e quei compa‐ gni di viaggio ce ne danno un po’! Forse siamo superficiali o menefreghisti o troppo sensibili sen‐ za darlo a vedere. Ci rimaniamo male per piccole stronzate se causate da qualcuno a cui teniamo. Fingiamo di non far caso ai brutti i voti, e invece ci interessano e come, non per il voto in sé per sé ma perché temiamo che una insufficienza ritardi il nostro scappare via da questo posto, che ci sta sempre troppo stretto. Preferiamo parlare 3 ore al telefono di cose inutili con una persona qualsia‐ si che stare davanti alla tv a sentire come ci dipin‐ gono, perché la verità è che di noi non hanno ca‐ pito proprio nulla, loro. Ci piace andare alle feste, ma una serata con le amiche di sempre, cavolo se vale la pensa di essere vissuta! Ci piace essere informati su tutto, ci piacciono le persone buone e tranquille ma noi spesso non riusciamo a essere
come loro. Odiamo i finti buonisti ,anche se ne siamo circondati, e spesso odiamo qualcuno in particolare. Odiamo professori che spiegano solo il programma e non ci danno insegnamenti per la vita, non ci trasmettono nulla, odiamo anche quelli falsi, che hanno preferenze, che non riesco‐ no a vedere la nostra buona volontà, il nostro valore. Odio le persone che mi ritengono intelli‐ gente e non mi trattano come tale. Siamo lunati‐ ci , annoiati e ribelli. Ascoltiamo cantanti che par‐ lano la nostra lingua e guardiamo film che ci emo‐ zionano o nei quali ci rispecchiamo. A differenza di Orazio (che si pensa che io abbia studiato poco, vabbè) siamo fiduciosi nel domani perché come dice Fabrizio Moro “domani uscirà il sole anche se dentro piove”. Ci rifugiamo dentro dei sogni e delle speranze: ci illudiamo che il meglio deve ancora venire. Scriviamo, si scriviamo tanto, can‐ zoni , citazioni, pensieri in questa maniera ci sfo‐ ghiamo, non usiamo diari o quaderni per farlo, bensì pezzi di fogli strappati che racimoliamo sot‐ to il banco, e sì, scriviamo anche su di esso! Ci piace girare senza meta con le cuffie nelle orec‐ chie per non sentire il brulicare delle nostre idee. AMIAMO IL MONDO. Quando parlo a plurale par‐ lo per me, “ovvio che parlo per me. uno, quando parla, lo fa per sé”, cerco di descrivere i ragazzi che vedo intorno a me, magari non ci si può rico‐ noscere o non può piacere come vi (ci) ho descrit‐ ti, ma ve l’ho detto sono una ragazza del XXI seco‐ lo non mi interessa piacervi!
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IL LICEALE
di Betta Mascolo
Studenti tutti,salve! A ormai parecchio tempo dall'ultima uscita del nostro adorato Liceale, siamo tornati con tante bel‐ le novità musicali per voi! E questa volta ce n'è davvero per tutti i gusti! Dunque non perdiamoci in ulteriori preamboli: play, play, play! Buon tuffo nella musica a tutti!
Fresh news from the world Lady GaGa e l'inno all'uguaglianza L' 11 Febbraio la dissa‐ crante Lady GaGa è torna‐ ta con il suo nuovo singolo Born This Way, già record d'incassi su iTunes e prima nella Billboard Hot 100, la classifica musicale più influente negli U.S.A., pubblicata ogni settimana sull'omonima rivista Billboard. La canzone, presentata dalla cantante per la pri‐ ma volta ai Gremmy Awords il 13 Febbraio, si presenta come un mix di generi che vanno dalla dance all’urban. Il testo della canzone, ricco di significato, è stato già considera‐ to da molti l'inno universale all'ugualianza. Con BORN THIS WAY Lady GaGa esorta i suoi fans ad essere se stessi e a credere nelle propie capacità...Nell'attesa del secon‐ do singolo "JUDAS", la cui uscita è prevista per il 15 di maggio, e del suo terzo album, la cui presentazione sul mercato musicale mondiale è stata stabilita per il 23 di maggio, non mi resta altro che consigliarvi di ascoltare questa nuova frenetica track della cantante più eccentrica di sempre. E per dirla alla Lady GaGa… “BE ALWAYS YOURSELF”! Nicola Marrocchella Goooood guys! Anche per questa uscita abbiamo concluso! Come sempre rinnovo l'invito a quanti fossero interessati o a‐ vessero richieste particolari, di farsi pure avanti! Siamo tutti orecchi per voi! Ringrazio quanti di voi si interessano anche per un attimo a queste pagine, sperando di non annoiarvi e anzi, di potervi dare anche qualcosa di stimolante! Oh! Un ringraziamento particolare va ai due cari membri della
Made in Italy Già da qualche settimana Caparezza è tornato sulle scene musi‐ cali italiane con il singolo “Goodbye Malinconia”, il quale ha preannunciato l’uscita del suo nuovo album “Il sogno ereti‐ co” (già uscito l’1 marzo). Inoltre, prima della sua uscita, l’album è stato anticipato da una mini serie di filmati visibili sul sito del cantante pugliese; si tratta delle puntate della mini‐ serie “The Boias”, che racconta le vicende di una famiglia di boia. Passando al dunque, in questo nuovo brano, che acquista una nota melodica grazie alla partecipazione di Tony Hadley (leader storico degli Spandau Ballet), Capa sfoga tutta la sua rabbia e la frustrazione per un Paese che sembra aver perso quasi del tutto i suoi punti di riferimento e che sta andando alla deriva, causa per cui la maggior parte dei giovani scappa prima che sia troppo tardi. Allora muove una forte critica alla superfi‐ cialità del nostro Paese, infatti tutto è basato sull’apparenza, l’importante è avere un bel corpo, una bella faccia e non sapere nessuna regola di grammatica per fare tanti soldi e si fa portavoce dei giovani italiani i quali si sentono co‐ stretti a scapppare da questa Italia troppo superficiale poiché non riesce a promettere loro un futuro. Anche questa volta Capa è riuscito a tratta‐ re problematiche serie con il suo stile inconfondibile, non mi resta che augurarvi buon ascolto! Francesca Pacilli
I concerti che ci attendono Beady Eye: Caparezza: Subsonica:
16/03 Alcatraz di Milano 16/03 Bari, La Casa delle Musiche Puglia Sounds 01/04 Napoli, Casa della Musica 08/04 Caserta – Palamaggiò 09/04 Bari – Palaflorio
IL LICEALE
redazione che per questa faticosa uscita hanno contribuito alla grande per far rimanere in piedi in modo più che degno questa ru‐ brica! Prima di salutarvi con la citazione usuale, colgo l'occasione per augurare un pazzissimo e sfrenato Carnevale a tutti! Hei, abbiamo pochi giorni per impazzire come si deve durante l'anno, perciò dateci dentro! Mi raccomando!... Ci “sfogliamo” alla prossima uscita! Stay free!
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Rubrica a cura di Manuela Gabriele
Ragazzi, allacciate le cinture! :) di Alessia Stefania Ebbene si, la rubrica Tendenze non è solo at‐ tenta alle mode femminili, infatti questo nu‐ mero, baldi giovani, è tutto per voi. Dovete sapere che noi ragazze siamo piuttosto stanche di vedere i vostri variopinti boxer... Monocromatici, fosforescenti, con i fiori o con i disegnini, con la scritta "UOMO" o meno, stanno iniziando a darci un po' fastidio. La mo‐ da che da un po' di anni ha attraversato un po' tutto il mondo, sta andando aldilà del limite: infatti girano ragazzi con i pantaloni completa‐ mente abbassati che lasciano in mostra l'inti‐ mo, senza pudore. Ovviamente, non tutti i giovani si "abbassano" a questa moda, ma molti esagerano, con il rischio di trovarsi senza vestiti. Girando sul web, ho scoperto che in America è impazzita la moda dei reggi‐pantaloni, per tut‐ ti quei giovanotti che vogliono a tutti i costi mostrare il loro intimo, senza però rischiare di rimanere senza braghe. Come per le reggicalze
delle donne (ma per niente sexy) sono stati creati per assicurare ai giovani che vogliono a tutti i costi seguire le moda e camminare sen‐ za problemi (o quasi). Infatti queste "molle", che si allacciano ai passanti dei pantaloni han‐ no delle cinte regolabili per stabilire e che al‐ tezza i pantaloni devono stare; quindi potreb‐ bero scendere anche alle ginocchia (povere noi D:). Sinceramente non so se considerarla una buona notizia o meno, visto che i pantaloni potrebbero sco‐ prire parti che proprio non vanno scoperte. In qualun‐ que caso, anche se la moda dei pantaloni bassi è molto diffusa, non significa che sia buona e che tutti devono seguirla a qualunque costo.
CHE PROBLEMA HANNO I MASCHI CON LO SHOPPING? Ormai siamo arrivati alla conclusione che agli uomini non piaccia andare per negozi, cioè si scocciano se chiediamo loro di accompagnarci in giro per fare acquisti. Ma perché? Perché da una recente analisi della Priva‐ lia.com si è assodato che i maschi preferiscono di gran lunga passare i pomeriggi distesi sul divano davanti ad una partita di calcio e non gradiscono passare il pomeriggio per negozi in quanto loro si accontentano di quello che gli compra la mamma oppure quello che si com‐ prano da soli in 10 minuti di shopping. Ci avete fatto caso che i maschi chiedono sem‐ pre a noi ragazze un consiglio su come abbi‐ nare maglia e jeans, oppure su come farsi i capelli. Però il fatto che i ragazzi non impieghino tanto tempo nello scegliere i vestiti dovrebbe anche contagiarci qualche volta. Personalmente
spendo un sacco di tempo per scegliere una maglia da comprare tra le decine che mi sono fatta uscire della commessa e che stanno sul bancone, e sono sicura di non essere l'unica. Mentre gli uomini sono più semplici, vedono una maglia che gli piace entrano in quel nego‐ zio e in 5 minuti se ne escono con un piccolo sacchettino contenente esclusivamente quel capo di abbigliamento visto prima in vetrina. Quindi per gli uomini fare un pomeriggio inte‐ ro di shopping è una vera tortura dato che sono abituati a fare le cose molto velocemen‐ te. Però non chiediamo mica un grandissimo sa‐ crificio se magari qualche volta adoperano quella parte del loro cervello dove si trova la buona volontà e la pazienza e ci aiutano a de‐ cidere cosa comprare o cosa ci sta meglio.
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IL LICEALE
di Laura Zaccagnino
I FANTASTICI VIAGGI DI GULLIVER: Lilliput arriviamoooooo.. ! ! di Manuela Gabriele
IL LICEALE
05/02/11 ore 13:45 Aspettando il mezzo che mi porterà sul luogo della mia missione,mi sono equi‐ paggiata con zaino, cappotto, scarpe comode e datate ai pie‐ di. I minuti scorrono in fretta grazie all'ausilio del mio insepa‐ rabile lettore musicale, ma non è il momento di parlare di mu‐ sica, oggi la parola d'ordine è una sola: CINEMA! ...Dopo un'oretta circa giungo sul po‐ sto stabilito, e dopo essere riuscita a beccare il mezzo giusto (‐scusi questo porta al multisala?‐) sono a destina‐ zione. Finalmente le porte del cine‐ ma si aprono per me e tra un tripudio di ragazzini, di gente che fa la fila per i pop corn immancabili, anche alle quattro del pomeriggio, raggiungo il posto designato dal mio biglietto(che fortuna, una fila vuota!). Ed eccomi, inforcati i magici oc‐ chialini, nel mondo a tre dimensioni: così ini‐ zia il mio “viaggio ne I Fantastici Viaggi di Gul‐ liver”, con protagonista Jack Black, ad appena un giorno di distanza dalla distribuzione in Italia. Ma partiamo dal principio...
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La storia nasce da Jonathan Swift, brillante satirista inglese, che tra il 1721 e il 1725 scri‐ ve Travels into Several Remote Nations of the World, meglio conosciuto come Gulli‐ ver's Travels, storia narrata in quattro libri dei viaggi di Lemuel Gulliver, medico di pro‐ fessione, che si ritrova in mondi nuovi e sco‐ nosciuti, in cui le dimensione a volte contano davvero molto! Infatti il nostro caro protago‐ nista passa dall'essere il gigante della situa‐ zione all'omuncolo domestico, ma anche l'u‐ nico sano di mente (a meno che voi non rite‐ niate di poter ricavare raggi solari dai cetrioli insomma) o, contrariamente l'anello primo della specie umana, sottomessa a un saggio popolo di cavalli, gli Houyhnhnms. Nel nostro caro XXI secolo invece, i produtto‐ ri Ben Cooley, John Davis e Gregory Good‐ man, affiancati dallo stesso Black, ci presen‐ tano un Gulliver tutto nuovo e dotato di una personalità stravagante, che solo un attore come Jack Black (già maestro tutto particola‐ re in School of Rock, ma anche fidanzato ric‐ cioluto ne L'amore non va mai in vacanza) poteva essere in grado di esprimere al me‐ glio. Ma non è l'unica modifica, infatti la sto‐ ria tratta solo di alcune delle parti del lavoro originale di Swift, adattando così le vicende al mondo moderno e alla trama di fondo del film. Lemuel Gulliver è infatti un impiegato nel settore posta del New York Tribune, da ormai undici anni, senza aver avuto nessuna opportunità di emergere in qualsivoglia modo ne tantomeno di dichiarare il suo amore segreto, da ben cinque anni, per Darcy Silverman (Amanda Peet), capore‐ dattore della sezione viaggi. L'arrivo di un nuovo dipendente al reparto poste (T.J. Miller), e la sua fulminea promozione, spin‐
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g a m b e corte! Immancabili anche sono pez‐ zi coreografati esilaranti, ma anche scontri agguerriti, amori contrastati e corteggiamenti un pòòòò..fantasiosi, diciamo molto anni ot‐ tanta (XD Kiss!)! Un uso non spropositato del 3D inoltre, ren‐ de il tutto ancora più piacevole al pubblico, esaltando, oltre che i titoli per aria, anche la dinamicità (o non dinamicità, date le belle cadute di Black) dei vari personaggi. Che altro dire, non sarà certo un sotitutivo della vostra lezione di letteratura inglese (Prof non ho letto il libro, ma ho visto il film!), ma se aveta voglia di un film spensie‐ rato e, magari, anche con un pochino di sano rock 'n'roll e romanticismo, l'avete trovato! Risalgo quindi sul mezzo, in un viaggio di ri‐ torno che mi sembra lunghissimo, accompa‐ gnato anche da un mini malessere fisico (dannate patatine!), ma che volete è la vita del giornalista questa! Concludo il mini repor‐ tage augurandovi buona visione e, cosa inevi‐ tabile, buon divertimento!
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IL LICEALE
geranno Gulliver a pren‐ dere l'iniziativa con Darcy, ma per un equivoco il caro sprovveduto si ritoverà inviato per un servizio nel famoso e temuto Triangolo delle Bermude. A un certo punto del viaggio, Gulliver sarà catapultato nel mini mondo di Lilliput, abitato da omini tanto la‐ boriosi quanto produttivi, e subito catturato dal rigorosissimo Generale Edoardo (“E‐vviva Lilliput!”...Chris O'Dowd, il Simon di I Love Radio Rock). Durante la sua permanenza riu‐ scirà a ottenere il favore dei Lillipuziani e dei suoi sovrani, re Teodoro (Billy Connelly) e la regina Isabella (Catherine Tate), grazie all'aiu‐ to che darà loro nella guerra contro i Blefu‐ schiani, nemici giurati di Lilliput. In questo piccolo grande mondo, Gulliver riuscirà ad avere finalmente quel successo che nella sua Manhattan non era riuscito mai a raggiunge‐ re, grazie anche all'amico Orazio (Jason Se‐ gel), inizialmente suo compagno di prigioni, che, tra le altre cose, aiuterà nell'impresa di conquista del cuore della bella principessa Mary (Emily Blunt, già vista ne Il Diavolo ve‐ ste Prada), inimicandosi però sempre più il Generale Edoardo, anch'egli pretendente del suo amore. Tra onori ricevuti, fantastiche storie delle sue gesta (quasi tutti film in realtà) e cariche politiche arbitrariamente appiopatesi, il caro Gulliver sarà poi costretto a dire la verità per via di “cause esterne” (dico solo che c'entra il Generale, ma shhhh! Non vi ho detto nulla eh!), lasciando spazio a un finale tutto da gustare! Dato il soggetto protagonista, non possono certo mancare grandi successi del rock e comportamenti fuori dal comune nel film (è sempre Jack Black in fondo!). Risultato? Un film per tutti, capace di far sorridere e di in‐ segnarci anche qualcosa, sull'amore, sull'ami‐ cizia e sul fatto che in fondo le bugie hanno le
Dalla Regina delle Tenebre: Intervista col vampiro, di Anna Rice. di Giuseppe La Piscopia “Romanzo horror, romanzo gotico, romanzo stori‐ co e filosofico, Intervista col vampiro ha segnato l’inizio di una delle saghe narrative di maggior successo mondiale degli ultimi anni. Con il suo capolavoro, Anna Rice ha ricreato il mito notturno del vampiro, trasformandolo in una figura estre‐ mamente luminosa capace di incantare, e di rac‐ contare, i mali, le paure, le angosce di noi con‐ temporanei”. Credo che la critica sia stata abbastanza chiara sul dipinto di questo libro. Anna Rice viene definita la regina delle tenebre da molti critici letterari con‐ temporanei, soprattutto grazie alle “Cronache dei vampiri” di cui uno dei libri è proprio questo, e alla “Saga delle streghe Mayfair”. Come dice la critica sopra riportata, la scrittrice è imbattibile nel dipingere i vampiri, personaggi che ormai da secoli sono caratterizzati come dei bevitori di sangue, avidi di potere e a volte anche di gloria, assetati di lussuria e manipola‐ tori mentali, come degli animali molto più simili a noi, caratterizzati dai senti‐ menti, che a volte prendono anche il sopravvento sulla loro natura “sanguinosa”, dalle passioni, dalle delu‐ sioni e da tutto ciò che implica il piano sentimen‐ tale del personaggio stesso. La storia, dalla quale è stato tratto l’omonimo film diretto poi da Neil Jordan e interpretato da Tom Cruise, Brad Pitt e Antonio Banderas, inizia in me‐ dias res, a vicenda avviata… Immaginate un gior‐ nalista con la sigaretta in bocca, registratore alla mano, pronto ad ascoltare un personaggio molto curioso: bellissimo, alto, magro, capelli lunghi e che parla in un modo che sembrerebbe lontano da quello contemporaneo: lui è un vampiro, il suo nome è Louis, ed è pronto a raccontare la propria
storia da vampiro e non a partire dal 1791. Louis è un giovanotto felice e contento, che vive nella sua contea in America con la moglie, il figlio, e la sua amata piantagione di tabacco grazie alla quale si è arricchito. Dopo qualche tempo, a cau‐ sa di una pestilenza, i suoi cari vengono a manca‐ re e lui rimane da solo, sperduto “in un mondo che non vedeva più suo”. Credendo di svagarsi decide di andare in una delle case di piacere della zona, e si imbatte in un uo‐ mo ricco, Lestat, che proviene dalla Francia, e che posa occhi su di lui per tutta la serata. Lestat è il vampiro tipicamente avido, assatanato di sangue e manipolatore mentale; egli non vede l’ora di cibarsi di quel sangue tanto puro, ma decide, stra‐ namente di dare una possibilità al nostro giovane Louis, e gli chiede cortesemente se vuole morire oppure vivere una vita “da re”. Lui spaventato decide di vivere e da qui… parte la vicenda! Nuovi personaggi e fantastici viaggi attendono questi due vampiri che gireranno il mondo a de‐ stra e a manca mentre il tempo cambia tutto, tranne loro. Il personaggio più interessante è la giovane Clau‐ dia, che possiamo definire figlia adottiva di questi due galantuomini: fu creata dallo stesso Louis perché ormai aveva abbandonato la compagnia del suo “vampiro fidato Lestat”, e di cui se ne innamora follemente ma l’amore è talmente con‐ trastato dall’immaturità fisica di lei, che ormai, anche se è nel corpo di una bambina è ormai una donna nell’animo, e non può ricambiare i proprio sentimenti verso il suo amato. Questo e molto altro vi attende nel romanzo, pie‐ no di avventura e di passioni. Non ha niente a che fare con i romanzi di vampiri moderni, tipo Twi‐ light e tutte quelle altre storielle da quattro soldi. Anna Rice rimane ancora imbattuta e non credo, personalmente, sia tanto facile batterla. Per il resto… scopritela!
IL LICEALE
Della stessa autrice in libreria:
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CRONACHE DEI VAMPIRI Scelti dalle tenebre La regina dei dannati Il ladro di corpi Memmoch il diavolo Armand il vampiro Merrick la strega
Il vampiro Marius SAGA DELLE STREGHE MAYFAIR L’ora delle streghe Il demone incarnato Taltos. Il ritorno
CHE BELLA GIORNATA 10 giugno (fine della scuolaaa) PROFONDO ROSSO Michel Marie Pagano (ma pur Nazario Zaccagnino!) RAPUNZEL Marie SCUSA MA TI CHIAMO AMORE Leo Iannacone e Michele Grifa RAMBO Enrico Di Lella LA GRANDE GUERRA 5^C vs 5^B SE MI LASCI TI CANCELLO Giovanni Vocino
LORD RANDAL Prof. Caputo TRANNE TE (FABRI FIBRA) Il Pedagogico (by sempre il Pedagogico) FARE A MENO DI TE (DUE DI PICCHE) La Matematica GENTE CHE SPERA Il triennio nelle gite RAINING BLOOD 5^C se non andiamo in gita
Questa lettera, che ci ha passato la professoressa Ciaccia, è stata realmente spedita ad un’agenzia assicurativa… Con l’intento di farci ridere un po’, la prof ci ricorda anche l’importanza della cultura! ;)
“Centilissima Compagnia di a sicurazione C******,
In tata 25/2/86 il mio forcone tarcata NA****** mentre scenteva Via *** si stornellava improvi samente e si inficava con il musso sotto il musso ti unaltra machina che stava fermato per i ca**i suoi Il patrono della machina è andato in cattiveria e antava cercando scè scè (soldi, ndr)
Tico io atesso se l a sicurazione è per forza perché il patrono della machina non si è acquietato e cercava scè scè?
Una risposta ci sarebbo, il Signore tice che Voi tella C****** fato schife e che non pacate a nisciuno neanche a pertere o tiempo e c nun va truanno paglia per cento cavalli.
Con la aucurio che lavvocato del Signore che cercava scè scè non mi manta acitazione Vi esequio
Vostro ***”
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IL LICEALE
Cesù Gristo pirciò quanto la mia Poliza si sfiata io mi a sicuro con unaltra sicurazione che piaca subito e no fa
IL LICEALE
1) Classe? a. 3^A b. V ginnasio 2) Indirizzo? a. Scientifico b. Classico 3) In che luogo del “campus” vi trovate? a. Accost o pres’d… b. Biennio 4) In media quante note prendete all’anno? a. una quindicina fra individuali e di classe b. zero 5) Quante persone hanno preso debiti al primo quadri‐ mestre? a. 24 su 28 b. 6 6)In un’ora, quante persone in genere escono per anda‐ re in bagno? a. 7 o 8 b. la maggior parte… 7) Quale docente eliminereste dal consiglio di classe? a. Adoriamo tutti ‐.‐‘ b. Tutti tranne Fini 8) Qual è, invece, il docente che credete non vi soppor‐ ti? a. Vocino b. Russo 9) Vi hanno mai punito togliendovi la gita? a. Sono 3 anni! E per alcuni 4! b. No 10) Raccontate l’aneddoto più clamoroso che avete combinato a. Abbiamo riempito il cortile di palline di carta e il prof. Ritoli ce le ha fatte raccogliere tutte! b. Abbiamo rotto (“sficcato”) la porta! 11) Partecipate alle assemblee d’istituto? Se si, che fa‐ te? a. Come no… poi ce ne andiamo in villa b. Si, ci giriamo i pollici!
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12) Partecipate agli scioperi? a. Ovvio! b. Solo 5 abitualmente 13) 3 aggettivi per descrivervi: a. Studiosi, costanti e bugiardi! b. Lecchini, bimbiminchia, invidiati! 14) 3 aggettivi di per descrivere l’altra classe: a. “Vavus”3 b. No comment 15) Un consiglio che dareste all’altra classe: a. Svegliatevi e partecipate agli scioperi! b. Chi si fa gli affari suoi campa 100 anni! 16) Che rapporto avete/avevate con il collaboratore scolastico del vostro piano, al biennio? a. Conflittuale b. Tonino the best! 17) Ora di supplenza: come vi comportate? a. Dipende dal supplente… b. Con alcune eccezioni, giochiamo a macedonia! 18) Qual è il voto più basso mai preso? a. 1 b. 2 19) E quello più alto? a. 10…a religione e fisica! b. 9 e mezzo 20) Cosa pensate de “Il Liceale”? a. E’ bello il “The Wall” b. Ci sono troppe persone che non sanno quello che scri‐ vono. Si giudica senza conoscere. 21) Percentuale di secchioni? a. 7% b. 50% 22) Siete uniti? a. Sci, e tutt…ma tutti contro Maira! :P b. NO! 23) Salutate i lettori: a. Tante belle cose… b. Ciaoooooo :)
A cura di Daria Bucci e Incoronata Ciavarrella (con la collaborazione degli “scribi” Matteo Tancredi, Lucia Corso e Francesca Rita Scanzano)
Costantina Buoncristiano 2^A: Tantissimo, 2 volte al giorno per 4/5 ore. Non ho conosciuto persone o saputo cose che hanno cambiato la mia vita e il tempo che dedico allo studio è lo stesso. Antonio Flena 3^A: Poco. Trascorro tanto ma proprio tanto tempo. Ogni volta che mi collego sto 1 ora. Studio di meno ma non ho conosciuto persone ho saputo cose che hanno cambiato la mia vita. Matteo Villani 2^B: Troppo. Sono sempre collegato, studio mentre sono collegato! Ma il tempo che trascorro realmente su facebook è mezz’ora. Studio molto di meno ma non ho conosciuto persone ho saputo cose che hanno cambiato la mia vita. Raffaela Flena 5^B: Tanto. Mi collego 2 volte al giorno per 2 ore. Non ho conosciuto persone o saputo cose che hanno cambiato la mia vita ma il tempo che dedico allo studio è diminuito di molto. Michele Giovanditto 4^C: Affatto. Mi sono cancellato da facebook per due motivi: per motivi di gelosia e perché facebook non aveva una funzione utile per i miei scopi. Teresa Di Leo 3^A: Per niente. Sono sempre collegata ma non ho conosciuto persone ho saputo cose che hanno cambiato la mia vita ! Io non ho mai studiato!!! Francesca D’Avolio 3^B: Non tanto. Mi collego una volta al giorno per 1 o 2 ore. Grazie a facebook ho conosciuto persone e saputo cose che hanno cambiato la mia vita. Non studio di meno. Mariachiara Facchino 3^B: Assai. Sono collegata notte e giorno, non esco per stare su facebook, mangio con facebook!! Ho sia conosciuto persone che saputo cose che hanno cambiato la mia vita..Studio di meno: i risultati si vedono soprattutto a matematica e latino! Angelo Marinacci 2^A: Uguale. Mi collego 2/3 volte al giorno per mezz’ora. Ho conosciuto persone che hanno cambiato la mia vita e lo studio è diminuito! Costantino Iannone 3^B: Non sono iscritto a facebook perché non posso perdere troppo tempo, dentro casa non ci voglio stare. Prof.Tusino: Poco. Mi collego una volta ogni 3 o 4 giorni per mezz’ora. Ho saputo cose che hanno cambiato la mia vita. Io studio sempre!! Raffaele Bevilacqua 4^C: Da quando ho facebook ho 200 iument!! Giorgia De Rogatis I AC: Poco. Mi collego due volte al giorno per 1 o 2 ore. Non ho né conosciuto persone né saputo cose che hanno cambiato la mia vita e le ore che dedico allo studio sono le stesse. Alessandro Placentino 4^B: Poco più di prima. Di solito sono sempre collegato ma non sono sempre al pc. Sono realmente collegato per circa 5 ore al giorno. Ho saputo cose che più o meno hanno cambiato la mia vita e studio di meno! Emi Pagano 4^P: Tanto. Basti pensare che non studio quasi più. Mi collego 10 volte al giorno e ci sto anche per 5 ore…a volte esco ma durante il giorno per la maggior parte del tempo sto collegata. Non ho conosciuto persone che hanno cambiato la mia vita, è difficile trovare persone del genere attraverso internet. Michele Gaggiano 4^A: Non molto. Mi collego 2 o 3 volte al giorno per circa un ora. A volte studio di meno ma non ho conosciuto persone o saputo cose che hanno cambiato la mia vita. Mariangela Soccio V ginnasio: Poco. Mi collego 3 o 4 volte al giorno per 2 ore. Grazie a facebook ho conosciuto persone nuove ma non mi hanno cambiato la vita. Studio di meno! Gabriele Fulgaro 5^C: Mi collego 1 o 2 volte al giorno, raramente 3. A mezzogiorno resto collegato un paio ho mai studiato, però con facebook ho dimenticato anche come si fa. Domenico Vicedomini 4^A: Non è cambiata per niente. Mi collego una volta al giorno per 1 ora. Miriana Foschi 5^A: Un po’ è cambiata. Mi collego moltissime volte, almeno 2 per circa 2 ore( se non ho da fare). Non ho conosciuto persone o saputo cose che mi hanno cambiato la vita. Studio normalmente.
A cura di Rita Iannone
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d’ore. Nel pomeriggio un’oretta. Ho conosciuto persone e saputo cose che hanno cambiato la mia vita. Non
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Buongiorn a tutti quandi, Ji song Cummar 'Ngttina, e joj vaja mbarà a ffà li “pupurat”, in particolar quiddi d Carnual, la Pupata e lu C'rvon! Vuja mo d'cit, e questa qua, da dova jè sciuta?, lu sacc, lu sacc. Ma lu fatt è iut accuscì: dat' ca n'potma cap'tava a casa nu iorn d quisti, c n'è v'nuta ch stu giurnalett mman, e au post d iutarm a scurcià li patann, c lggeva tutt li cos d quassop! Allora e chiest: ”Ti, annonna, ch ddjè ssu cos ca t ligg ddo?”, e iessa: ”Eh nonnì è lu giurnal d la scola!”. Mo a me sta cosa m jè sunata nova, quann mà alla scola c facevn li giurnalett? Allora e dumandat: ”E ch c scriv ddo sop? Li Rcett, li cos accuscì...?” quedda monella m pozza rir mbacc: ”Ma no nonnì! Quest iè lu giurnal d li giuvn!” m'ha rspost “mica c servn ssi cos a nuja mo!”. Allora e ditt “e com jè? Li giuvn nn sap'n cuc'nà? Semb c'ana mbarà ”e iessa: ”eh...boh”. Mo sta cosa a me m'ha dat da pnzà! E vist ca stam v'cina a Carnual, ca a li giuv'n tand li piac, e pnzat “Tindamè! Quisti senza sapè fa li pupurat proprj n'g pon sta!”, quindi, s pddjat carta e penna, facc come quedda d la televisiona, Benedetta...Benedetta...sci quedda nzomma avit capit! Dunc da po' (allora)... -Nu chil d farina, u tip “00” -tre iova -150 gramm d mel dll'ap, cattat da G'ggin U' l'apar -50 gramm d mel d ficura, meddj s d ficura surd (tipo di fico) -200 gramm d'oddj paesan d vuliva -La scorcia rattata e lu suc d nu portaiall (arancia) -la cannella -la cciuculata -2 bustin d lievito Bartulin (no u corrier!) -na zenna d carbunata (bicarbonato) -nu poch d latt, quand c n 'nzurpa -i pr'ncciul e lu cumbett ch decoraziona Massat tutt cos e facit'la rpusà 10 mnutla. Dop d chè, dat la forma all'impast: a forma d C'rvon, nu poch curvata praticamend, e a forma d Pupata, ch tand d v'stcciola m raccumand! Pddjat li pr'ncciul e facit la faccia sia d un, ca d l'auta e m raccumand lu cumbett inter ca c mett mmocca au c'rvon sa! A stu pund, mttitli a coc ch nu quart d'ora, vint mnutla ( a 180 grad dic npotma, ji, v cunsigl lu furnedd a lena!) e po' li putit ascì. Mèh, ch vaja dic chiù, quest ieva la r'cetta, s'cur chiù fina d na l'cetta, a fa i pupurat vaj 'mbarat e mo putim dic: COTT E MAGNAT! Facit li brav m raccummann, ma chiù d tutt, bon carnual a tutt quand!!! affettuosamend da cummar 'Ngttina PS:le tradizioni, cari ragazzi, si mantengono! Quindi evviva cummar 'Ngttina! Oh a proposito ,per tutti quei prof e non solo, che magari ci hanno capito poco, rivolgetevi pure ai vostri alunni, o fateci sapere se occorre una traduzione eh!!!! La redaziona...ehm scusate...La redazione 20
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A cura di Emanuele Vocale
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La Redazione: Bucci Daria, Ciavarrella Incoronata, Contessa Carmela, De Rogatis Simona, Gabriele Manuela, Giagnorio Deborah, Guerrieri Alessandro, Iannone Rita, La Piscopia Giuseppe, Marrocchella Nicola, Marsilio Annachiara, Mascolo Benedetta, Mastrosimone Camilla, Mimmo Arianna, Pacilli Francesca, Panizio Enzo, Stefania Alessia, Tancredi Matteo , Vocale Emanuele, Zaccagnino Laura. Docente referente: Prof. Giovanni Mascolo Impaginazione e grafica a cura di Daria Bucci