Italia Publishers 01/2017

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WHAT’S INSIDE?

Italia Publishers - Anno XXIX - n° 01/2017 - Prezzo euro 10,00 - Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LOM/MI

MEETING LEADERS

Barberán: La rivoluzione digitale abbraccia la parola d’ordine è innovazione il packaging Copertina stampata su carta: Fedrigoni Stucco Old Mill


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sommario 07

EDITORIALE

5 |

Il fragile equilibrio tra contenitore e contenuto

NEWS

6 |

Novità, tecnologie e tendenze dai player del mercato digitale

WHAT’S INSIDE

10 |

La rivoluzione digitale abbraccia il packaging

10 SPECIALI

TECNOLOGIE

32 |

Inchiostri e coating inkjet compatibili con il packaging

24 |

Imagink: «Fenix DG ci sta supportando a 360 gradi nella nostra crescita»

38 |

La domanda del retail di domani alza l’asticella per l’ondulato “digitale”

46 |

Espo & Cartotec con B+B scrive nuove pagine di storia nella cartotecnica digitale

42 |

Le nuove esigenze del mercato trainano la stampa digitale su cartone

48 |

Knowledge-in-a-Box: il packaging digitale esiste ed è nelle vostre mani

56 |

Essere persuasivi ed evitare i conflitti: si può, imparando a comunicare meglio

60 |

Per stampa su materiali XXL 3Esse sceglie l’inkjet fuori dal comune: Flora XTRA 5000

62 |

La calibrazione del colore svelata in cinque mosse

MEETING LEADERS

26 |

L’inkjet di Barberán è una sintesi di innovazione estrema e valori tradizionali

FOCUS 30 |

Kombo TAV-R: il taglio digitale è industriale

36 |

Jetmaster, il packaging sposa l’inkjet diventa digitale

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EVENTI 54 |

Il futuro del packaging è digitale ed è a portata di mano già oggi, parola di HP

STRATEGIE 66 |

Xeikon, è aperta la caccia a nuove applicazioni digitali


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Italia Publishers - Anno XXIX - n° 01 2017 Registrazione: Tribunale di Milano n. 74 del 12/2/94 Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Direttore responsabile Silvia Guglielmi silvia@densitymedia.com Co-editore Lorenzo Villa lorenzo@densitymedia.com

Redazione Roberto Bonsignore roberto.b@densitymedia.com Elena Boromeo elena.b@densitymedia.com Elena Panciera elena.p@densitymedia.com

Responsabile operativo Gabriele Lo Surdo gabriele@densitymedia.com

Hanno contribuito Gianluca Ferrauto Richard Hulme Infotrends

Pubblicità marketing@densitymedia.com

Amministrazione Manuela Spatola manuela@densitymedia.com

Copertina Genuine Roman Art www.genuineromanart.com

Stampa Unigrafica - Gorgonzola (MI) www.unigrafica.it

Tiratura 5.000 copie

Italia Publishers è stampato utilizzando energia elettrica green, proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili.

Associato a

Prezzo: € 10,00 / Arretrati: € 20,00 Abbonamento 8 num: € 70,00 (Italia) / € 140,00 (estero) Uff. abbonamenti: abbonamenti@densitymedia.com

Edito da

density trade magazines for enthusiasts Via Carlo Torre, 29 - 20143 Milano density@densitymedia.com - +39 329 7874378

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editoriale di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com

Il fragile equilibrio tra contenitore e contenuto Ho sempre trovato l'antitesi interessante, così come i poverbi e i modi di dire ispirati da questa figura retorica. L'abito, si sa, non fa il monaco. E in linea di massima nella botte piccola c'è il vino buono. Che si parli realmente di vino, cibo o tecnologia, contrapporre forma e sostanza è quasi inevitabile. Un eterno dilemma o, verrebbe da dire, un fragile equilibrio. Eppure, nell'antitesi tra contenitore e contenuto, quasi sempre siamo indotti a propendere per il secondo, forse perché è sinonimo di sostanza, qualità, valori autentici. Contrapposti all'apparenza. Ma la nostra industria è legata a filo doppio alla comunicazione e per noi, uomini e donne del printing, la forma dovrebbe contare quanto la sostanza. Anzi dovremmo sentirci appagati quando apprendiamo - come farete nelle prossime pagine - che un contenitore può diventare motivo di creatività, di risoluzione di una sfida tecnica e, non ultimo, sorgente di business e di profitto. Anche nella nostra giovane azienda editoriale, che tra poco non potremo più (sigh...) definire “startup”, l'eterno dilemma tra contenitore e contenuto è oggetto di confronto quotidiano. Al punto che la nostra scelta, seppure onerosa da sostenere, è che li vogliamo entrambi. Anzitutto contenuti originali, frutto di esperienze realmente vissute, del contatto con il mercato, della nostra presenza fisica presso le aziende produttrici e trasformatrici in tutta Europa, dei dati di mercato raccolti da partner rilevanti, delle visioni indipendenti di professionisti, consulenti ed esperti di tecnologia. Il tutto confezionato in un fascicolo stampato con le tecnologie top di mercato, con la migliore qualità, su carte di pregio, realizzato secondo criteri di sostenibilità. Per avvolgere il numero che state sfogliando abbiamo poi voluto realizzare un packaging tecnicamente unico e sofisticato, grazie ad un mix di tecnologie di stampa e fustellatura digitali, cui abbiamo concesso il vezzo di una nobilitazione analogica. Se i virtuosismi fini a se stessi hanno poco senso, quelli finalizzati ad eccellere sono la chiave per prosperare. E poi scusate, chi l'ha detto che non si possono avere la botte piena e la moglie ubriaca?


news La progettazione è servita con Esko ArtiosCAD Display Store Una libreria online con oltre 325 progetti per il packaging e i display per punti vendita, pronti per essere scaricati, personalizzati e prodotti in tempi rapidissimi. È questo il nuovo strumento offerto da ArtiosCAD Display Store, il software lanciato da Esko a dicembre 2016 con l’obiettivo di semplificare al massimo la vita dei progettisti. Utilizzare lo store online, infatti, è facilissimo: basta accedere e sfogliare nella libreria i vari modelli (box, display, totem e molti altri progetti cartotecnici). Una volta scaricato

quello desiderato, è possibile impostare le dimensioni, scegliere il materiale e aggiungere la grafica personalizzata in Adobe Illustrator. A questo punto, il progetto è pronto per essere realizzato. I modelli, infatti, sono tutti già stati testati per la produzione, e sono dotati di istruzioni per il montaggio. Inoltre, ogni progetto ha una presentazione in 3D che può essere immediatamente condivisa con il cliente, individuando e apportando rapidamente eventuali modifiche. www.esko.com

|| Con ArtiosCAD Display Store è possibile selezionare fra oltre 325 progetti cartotecnici già pronti e passare dal design alla produzione in pochi passaggi

|| Le soluzioni inkjet Ricoh Pro VC60000 a modulo continuo, e Ricoh Pro C7100SX a foglio singolo hanno ottenuto la certificazione ISO per la qualità del colore.

Ricoh ottiene la certificazione ISO per il colour quality management La qualità del colore di Ricoh da oggi è certificata. Nel Customer Experience Centre di Telford (UK) sono state testate le soluzioni inkjet Ricoh Pro VC60000 e Ricoh Pro C7100SX. Tutti gli output prodotti hanno soddisfatto i requisiti previsti dallo schema di certificazione BPIF ISO126472 per il colour quality management. Che tradotto significa dare ai clienti la certezza della qualità del colore. Questo prestigioso “bollino” sviluppato dalla British Printing Industries Federation (BPIF) è l’unico schema ad es-

sere accreditato UKAS (United Kingdom Accreditation Service). E Ricoh è il primo produttore di soluzioni di stampa digitali ad ottenerlo. La certificazione dimostra come il digitale rientri negli standard cromatici fino ad oggi applicati solo all’offset, e dunque “come sia possibile per gli stampatori trasferire i bassi volumi di stampa dall’offset al digitale”, ha commentato Graham Moore, Business Development Director, Production Printing Business Group di Ricoh Europe. www.ricoh.it

Mimaki Kebab, la nuova frontiera per la stampa su oggetti cilindrici Il costruttore giapponese, che non smette mai di esplorare le infinite possibilità del mondo della stampa digitale, ha lanciato l’opzione Kebab per stampare direttamente su oggetti cilindrici, come bottiglie o flaconi cosmetici. Si tratta di un supporto dotato di rulli rotanti che può essere configurato nei dispositivi UV UJF-3042 MkII, UJF-6042 MkII e UJF-7151 plus. I rulli consentono una rotazione di 360° di oggetti con diametro variabile da 10 a 100 mm e di lunghezza compresa fra 30 e 300 o 600 mm

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(a seconda della stampante). Gli inchiostri LH-100, combinati con l’utilizzo del primer PR-200 di Mimaki, permettono la stampa su materiali tradizionalmente ostici come il vetro, i metalli e le resine, ottenendo risultati durevoli, ma anche l’inserimento di finiture glossy o effetti a rilievo. Grazie al software RasterLink, in grado di elaborare automaticamente la circonferenza esterna dell’oggetto, non è richiesto alcun calcolo in fase di impostazione della stampa. www.bompan.it

|| Con Mimaki Kebab è possibile stampare su oggetti cilindrici sostituendo la grafica delle etichette, e aprendo così la strada a infinite possibilità di personalizzazione


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Piccole e Medie serie? Produrre in casa è facile e redditizio!

Digital Print for Packaging Europe 2016, i nuovi scenari del packaging digitale presentati a Berlino Si è tenuta a Berlino il 6 e 7 dicembre scorsi la conferenza Digital Print for Packaging Europe 2016, organizzata da Smithers Pira. Ben 18 presentazioni, suddivise in 5 diverse sessioni, hanno suscitato un grande interesse tra i 147 partecipanti all’evento. Uno dei punti di forza del programma è stata la possibilità di assistere a testimonianze di rappresentanti di tutta la supply chain, a cominciare dai bran owner, tra cui Nestlè, Twinings e Mars. Alvise Cavallari (Head of Corporate Digital Printing Initiative di Nestlè) ha rilevato come la stampa digitale stia trasformando il marketing e la comunicazione delle aziende, rendendoli più dinamici grazie alla possibilità di differenziare,

customizzare, localizzare, personalizzare i prodotti. Dati variabili, gamification e realtà aumentata possono facilmente essere integrati in edizioni speciali e limitate. Tutti i riflettori sono puntati sul cartone ondulato, il settore che promette la crescita più esplosiva nei prossimi 5 anni: tutti i grandi produttori sono pronti o si stanno attrezzando, e ci sono già i primi case study di successo. Altro tema “caldo”, capire come il digitale si inserirà nella tradizionale filiera del packaging: i software di workflow potranno fare la differenza. Per rimanere aggiornati sull’edizione 2017 ci si può preregistrare nella home page del sito dell’evento (in alto a destra). www.printfutures.com

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news Agfa lancia la nuova roll-to-roll Jeti Ceres RTR3200 LED Massimizzare la produttività, mantenendo elevata la qualità dell’immagine e contenendo al contempo i consumi di inchiostro ed energia. Con questo obiettivo è nata Jeti Ceres RTR3200 LED, l’alternativa rollto-roll alla rinomata serie Jeti Titan di casa Agfa. Lanciata a gennaio 2017, è stata sviluppata appositamente per rispondere alle esigenze di aziende di fascia alta che devono gestire volumi elevati. La tecnologia UV-LED porta con sé importanti vantaggi, come il basso consumo di energia, la durevolezza delle

performance di curing nel tempo, l’abbattimento dei tempi di accensione delle lampade, e la possibilità di stampare anche su materiali termosensibili. Con una luce di stampa di 3,2 m, è in grado gestire diversi supporti a bobina singola o doppia, stampando fino a 186 m²/h. Gli inchiostri ad alta pigmentazione sviluppati dalla stessa Agfa contribuiscono a ridurre i consumi offrendo allo stesso tempo un gamut di colori esteso, per ottenere immagini di qualità eccezionale. www.agfa.com

|| La nuova Jeti Ceres RTR3200 LED, lanciata da Agfa a gennaio 2017, offre anche l’opzione primer per stampare su materiali di difficile adesione

La 3a edizione del DPE si prepara a mostrare nuove vie per il business keting e ai titolari di azienda, il DPE 2017 mostrerà le potenzialità di questi strumenti in vari ambiti. Tra questi il supporto della forza vendite delle aziende, la realizzazione di manualistica interna sempre aggiornata e la creazione di presentazioni efficaci per fiere e meeting. Il panel sarà ricco di professionisti di alto livello come Paolo Santi, Claudio Marconato e Luca Pianigiani, che operano nella comunicazione, nel marketing e nel settore dei social network. digitalpublishingexplorers.it

Il taglio digitale di Valiani cresce nella cartotecnica mondiale

Fervono i preparativi per la terza edizione del Digital Publishing Explorer, dal titolo “New Ways For Business”. La giornata dedicata all’editoria digitale quest’anno verrà ospitata dal Camplus Living Bononia di Bologna, il prossimo 1 aprile. Organizzata, come sempre, dal team di Studio 361°, l’edizione si focalizzerà sulle modalità e sulle modalità di digitalizzazione (es. ebook o app) e distribuzione (es. social network) dei contenuti relativi all’attività aziendale. Destinato principalmente agli uffici mar-

È di poche settimane fa l’installazione di un nuovo cutter Mat Pro Ultra V presso la statunitense TPC Packaging, uno dei principali gruppi cartotecnici degli USA, specializzato negli altissimi volumi di packaging per alcuni dei più importanti brand nazionali del beverage (liquori) e della cosmesi. Il cutter Valiani è stato scelto da TPC Packaging per la sua compattezza, precisione di taglio e versatilità nella lavorazione di differenti materiali. Installata nel reparto di prototipazione, la macchina viene usata per la fustellatura

|| Gli esperti che hanno partecipato lo scorso anno alla II edizione del DPE a Milano. Al centro Michela Di Stefano, titolare di Studio 361° e Adobe Guru dal 2004.

|| Il cutter Mat Pro Ultra V di Valiani è stato installato nel reparto prepress del gruppo cartotecnico statunitense TPC Packaging

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e la cordonatura di prototipi da sottoporre ai brand owner, ma anche per l’intaglio dei caucciù di verniciatura impiegati in produzione con macchine Heildelberg e KBA. La serie Mat Pro è stata adottata dalle aziende cartotecniche di tutto il mondo, a partire da quelle italiane, che rappresentano il mercato di riferimento di Valiani. “Siamo orgogliosi di crescere in un settore esigente e maturo come quello cartotecnico”, commenta Nico Valiani, Managing Director dell’azienda fiorentina. www.valiani.com


ROLL

UP

POP UP

news

“Sapevamo di poter dare un bel contributo decorando un reparto come questo – ha spiegato – per fare in modo che tutti gli esami possano svolgersi nella maniera meno traumatica possibile, in una fantasia quasi onirica. Il valore aggiunto che portano le nostre tecnologie è quello di fare delle stampe per interno senza nessuna componente tossica. La nostra soluzione è inoltre l’unica ad essere assolutamente certificata per decorazioni d’interni”. Oltre ad aver compiuto un’opera encomiabile, Grafix Wide è riuscita a dimostrare ancora una volta di essere un partner in grado di trasformare stampanti e materiali in strumenti per il successo. www.grafixwide.it

E L TʼS

DISPLAY

FLAG SYSTEM

Grazie a Grafix Wide il reparto di radiodiagnostica dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze è diventato una giungla di colori e immagini per i piccoli degenti. Il solution architect toscano ha sviluppato e gestito interamente un progetto di riqualificazione, utilizzando tecnologie di stampa Latex di HP e materiali Avery Dennison. Alcuni mesi di lavoro e di studio hanno permesso che sulle pareti, i pavimenti, i macchinari e perfino il tetto del reparto trovassero posto simpatici animali, navicelle spaziali e una rigogliosa vegetazione. Enzo Marzullo, Sales & Marketing Manager di Grafix Wide, sottolinea l’importanza di disporre di tecnologie green di alta qualità:

A BOARD

Grafix Wide riqualifica un reparto del Meyer e dona un sorriso ai piccoli pazienti, con HP Latex e i supporti high-end di Avery Dennison

M A IN D E

R

|| Da sx, Enzo Marzullo, Sales & Marketing Manager, e Fulvio Tatini, Amministratore Unico di Grafix Wide, con alle spalle alcune applicazioni stampate con tecnologia Latex al Meyer. In alto a dx, porte e muri decorati all’interno del reparto di radiologia.

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What’s inside

Lontano dal rimpiazzare la stampa tradizionale, l’inkjet ne sta diventando un complemento imprescindibile, soprattutto nei grandi formati

La rivoluzione digitale abbraccia il packaging

L

e ricerche di mercato nel settore packaging confermano la tendenza alla frammentazione. A parità di volumi, gli ordini sono più numerosi ma le singole tirature sono più brevi. I brand chiedono flessibilità, replicabilità dei progetti anche a distanza di tempo, personalizzazioni anche estreme, e un time to market sempre più ridotto. Tutto il settore si sta trasformando, ma il segmento meno interessato dalla penetrazione del digitale, quello che dunque offre maggiori spazi di manovra e di crescita, è quello del cartone ondulato. Un settore fortemente industrializzato, in cui l’Italia riveste un ruolo di primissimo piano a livello internazionale. Per rispondere alle richieste di un mercato in rapida evoluzione, dunque, sempre più aziende cartotecniche stanno pensando di integrare il proprio parco macchine con un sistema digitale. I produttori si stanno attrezzando, facendo ricerca e stringendo partnership strategiche. Già ora sono disponibili sistemi inkjet pensati per soddisfare le esigenze di un settore fortemente industrializzato, a partire da requisiti sempre più estremi di produttività, affidabilità, integrazione all’interno di linee produttive esistenti. Anche i produttori di inchiostri stanno proponendo chimiche sempre più performanti, più ecologiche, più sicure. E più economiche, ovviamente. Nei prossimi anni, se non nei prossimi mesi, la fisionomia di questo mercato è destinata a una rivoluzione.

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Il percorso del cartone nella macchina Il cartone ondulato, tra tutti i materiali cartacei, è uno dei più economici e, al contempo, uno dei più difficili da gestire, stampare, movimentare. Le sue proprietà fisiche di leggerezza, rigidità e resistenza sono ottenute grazie all’“onda”, che può essere singola, doppia o tripla. Per la natura stessa del materiale, però, il cartone ondulato tende a incurvarsi. Questo è assolutamente controproducente in fase di stampa, sia perché compromette la qualità del processo, sia perché il foglio rischia di urtare componenti interni della macchina, incluse le teste di stampa, componenti delicate e costose. Per questo motivo i modelli di stampanti pensati per il cartone ondulato vengono equipaggiate con accorgimenti particolari per garantirne la planarità: i belt possono essere suddivisi in zone per ottimizzare l’aspirazione, che può essere potenziata; alcuni costruttori adottano delle guide laterali o dei rulli perpendicolari per mantenere schiacciati i bordi dei fogli. Anche i sensori di controllo possono fare la differenza, per esempio bloccando l’avanzamento del materiale se non è in posizione corretta.


what’s inside Qualità non è solo risoluzione

Una produttività industriale

Parlando di qualità, la risoluzione è un aspetto importante da considerare, ma non l’unico. Per ottenere un risultato visivamente eccellente è infatti importante che tutto il processo di stampa sia perfettamente ottimizzato. Un eventuale pretrattamento del materiale può, per esempio, ridurre il dot gain (l’allargamento della goccia sul supporto) e quindi offrire una maggiore definizione. Esattamente come una perfetta combinazione di pinning e curing che gestisca efficacemente l’asciugatura della goccia, controllando al tempo stesso la lucidità della stampa. Una risoluzione alta non è data solamente dal numero delle teste di stampa, ma anche dalla loro tipologia (per esempio, il fatto che abbiano livelli diversi di grayscale). Infine, sulla base delle proprie esigenze produttive, può essere utile considerare non solamente la risoluzione massima, ma anche quella in modalità high speed.

Il settore degli imballaggi è fortemente industrializzato. Questo si traduce in grandi volumi produttivi, velocità significative, flussi di lavoro consolidati. I sistemi di stampa digitali sono chiamati a rispondere a esigenze precise in termini di produttività, in modo da riuscire a inserirsi in processi di produzione senza diventare colli di bottiglia. La produttività di una macchina, però, non è solamente data dalla sua velocità nominale, ma dal suo effettivo uptime su ogni singolo turno di lavoro. Anche altri aspetti sono fondamentali: un’affidabilità costruttiva come garanzia di base; la possibilità di svolgere la manutenzione ordinaria on the fly (minimizzando le interruzioni); la possibilità di sfruttare sempre la massima produttività della macchina. Fondamentali, in questo senso, anche tutti i dispositivi che consentono di automatizzare i processi, come feeder e stacker automatici.

A ogni mercato la sua chimica Nel packaging, più che in altri settori, la scelta delle chimiche (primer, inchiostri, post-trattamenti) è fondamentale. In primo luogo c’è la necessità di rispondere a normative molto restrittive, soprattutto nel settore food. Bisogna tenere presente la normativa europea, quella svizzera (particolarmente rigida), ed è bene avere sott’occhio anche le linee guida sugli inchiostri per imballaggi di Nestlé, considerate anche da aziende terze e fuori dalla Confederazione. In secondo luogo, per questioni – diciamo – logistiche: i pannelli in cartone teso o ondulato che si accumulano negli stacker pesano in modo considerevole gli uni sugli altri. Scegliere inchiostri low tack (con basso potere adesivo) fa sì che i pannelli non si incollino tra loro. Infine, è cruciale scegliere il giusto livello di pigmentazione in relazione al tipo di applicazione che si vuole realizzare. Recentemente, la scelta tra inchiostri UV (convenzionali o a bassa migrazione) e inchiostri a base acqua si è allargata a chimiche “ibride”, che uniscono la vivacità cromatica dei primi e l’attenzione all’ambiente dei secondi.

Scanning o single-pass?

Il “motore nascosto”

A un sistema di stampa industriale non si chiede solamente di garantire prestazioni qualitativamente e quantitativamente elevate. È cruciale avere chiara la funzione di una macchina all’interno dell’impianto produttivo, come parte di un sistema più grande: solo così si potrà scegliere, in primis, tra una macchina scanning e una single-pass. La prima infatti è ideale in un’ottica di produzione standalone o di backup di una linea analogica, mentre la seconda è un ingranaggio che deve girare alla stessa velocità di una grande industria cartotecnica.

Per sfruttare le potenzialità uniche offerte dal digitale (personalizzazione, creazione di varianti anche uniche, grazie ai dati variabili) la chiave è il software. E tanto più nel packaging, dove aspetti come la fedeltà cromatica dei marchi non sono certo trascurabili. I RIP consentono di gestire correttamente il colore, processare rapidamente i file grafici, minimizzare gli sprechi di materiale grazie all’imposition. Un software di workflow, infine, governa la commessa lungo tutti i dipartimenti aziendali, dalla creatività fino alla configurazione delle macchine di finishing.

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What’s inside

Barberán Jetmaster Series

EFI Nozomi C18000

La Jetmaster Series di Barberán è una famiglia di sistemi di stampa industriali single-pass, sviluppati per il settore la decorazione del legno (ambito in cui l’azienda è leader di mercato da quasi 90 anni) e poi modificati per la stampa imballaggi. Sono disponibili in 3 misure: con luce di stampa di 1.260, 1.680 e 1.890 mm. Uno dei punti di forza delle Jetmaster è la velocità di punta di 60 m/ora, ottenuta grazie alle teste di stampa Seiko con goccie da 12 pl e tecnologia grayscale. Il sistema di movimentazione del materiale ad alta precisione comprende un tappeto aspirante brevettato, un feeder e uno stacker automatici per il cartone ondulato. Per garantire una produttività costante anche in caso di lavorazione su formati inferiori alla luce di stampa, è possibile integrare Twin Feed, che consente di stampare in parallelo 2 o più lavori su 2 o più fogli affiancati. Diversi produttori hanno sviluppato, in collaborazione con Barberán, inchiostri UV-curable a bassa migrazione idonei per il contatto indiretto con gli alimenti. Sono previste 2 configurazioni colore: quadricromia o esacromia (che consente di avvicinarsi a coprire la gamma Pantone). Le Jetmaster hanno un’unità di pretrattamento in linea: il primer aumenta la resistenza, la brillantezza e l’adesione degli inchiostri, riducendo al contempo il dot gain. È disponibile un sistema di coating, opzionale. Il sistema di alimentazione degli inchiostri ad alta capacità garantisce autonomia alla macchina. www.jetmasterseries.com – www.barberan.com

La risposta di EFI alle esigenze del mondo cartotecnico si chiama Nozomi C18000 ed è una piattaforma single pass ad alta velocità, pensata per produzioni automatizzate stack-to-stack. È destinata a chi è alla ricerca di una soluzione di stampa di livello industriale, in grado di gestire dati variabili e produzioni justin-time. La luce di stampa è di 1.800 mm e può gestire fogli con dimensioni che vanno da 610x610 mm a 1.800x3.000 mm, con spessore da 0,35 mm fino alla tripla onda. Nozomi è in grado di raggiungere una velocità di stampa di 75 m/min (7.224 m²/h) con una risoluzione fino a 360x720 dpi grazie alla tecnologia di goccia variabile con 4 livelli di greyscale. EFI Nozomi C18000 può gestire fino a 7 canali colore. Alla quadricromia standard possono essere affiancati – sia all’acquisto che come upgrade successiva – Orange, Violet e bianco per ampliare il gamut cromatico e offrire ulteriori possibilità applicative. Una stazione primer in linea garantisce qualità e brillantezza degli stampati, regolando l’assorbimento dell’inchiostro da parte dei materiali. Il curing UV-LED permette, infine, un minore dispendio energetico e un’alta ripetibilità delle lavorazioni grazie alla stabilità degli elementi illuminanti. Importante risulta la presenza di un sistema di controllo in-line che, tramite telecamera, segnala in tempo reale la presenza di eventuali difetti di stampa. www.efi.com

L’engine di stampa di Barberan Jetmaster è protetto da una cabina chiusa, ma accessibile dagli operatori, a temperatura e umidità controllate. Ciò garantisce alle teste di stampa un ambiente d’esercizio ideale e minimizza la possibilità che queste entrino in contatto con polveri che ne ridurrebbero longevità e qualità di stampa. Accorgimento fondamentale soprattutto se si pensa all’elevata polverosità dei reparti produttivi di cartotecniche e scatolifici. Le teste, disposte su barre estraibili, sono dotate di una capping station: a riposo, vengono coperte automaticamente, per evitare che gli ugelli si ostruiscano. La gestione dei materiali rappresenta uno dei punti di forza di Nozomi C18000. Per il caricamento sono disponibili sia un bottom feeder che un top feeder. Quest’ultimo è ideato per lavorazioni stack-to-stack e include un sistema di allineamento laterale dei fogli. Il top feeder rende inoltre possibile introdurre nell’area di stampa due fogli affiancati per sfruttarne tutta l’ampiezza. L’operatore potrà quindi scegliere se stampare sui due fogli il medesimo soggetto o soggetti differenti.

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Durst Rho 130 SPC

SUN Automation CorrStream

Con produttività di 9.350 m²/h, Durst Rho 130 SPC è una soluzione inkjet single-pass di livello industriale per stampa su cartone teso e ondulato e utilizza speciali chimiche d’inchiostro a base acqua sviluppate da Durst. Rho 130 SPC nasce per lavorazioni 24/7 e si propone come un’efficace alternativa alle stampanti flexo di alta qualità per la stampa di volumi di packaging intorno ai 2.000.000 di m²/anno. Con luce di stampa di 1.300 mm, gestisce supporti con dimensioni da 500x600 mm a 1.300x2.500 mm e spessore massimo di 12 mm. Le teste di stampa – 22 per canale colore – sono sviluppate da Durst su base Fujifilm Dimatix e hanno una tecnologia di goccia variabile che consente una risoluzione massima di 800 dpi. I canali colore sono 4 o 6, con la possibilità di adottare una quadricromia estesa anche se Durst sta già sviluppando tinte piatte (Orange, Green, Violet) per estendere ulteriormente il gamut. Il sistema di curing prevede la coesistenza di un sistema UV per un fissaggio iniziale, immediatamente seguito dall’asciugatura principale che utilizza elementi a raggi infrarossi. L’UV consente tinte brillanti grazie alla sigillatura della goccia che mantiene il gloss, mentre l’unità IR consente di stampare ad elevata velocità. Feeder e stacker sono automatici, mentre una combinazione di sistemi elettronici e meccanici impedisce danni e interruzioni nel corso della produzione industriale. www.durst.it

Efficienti e iperproduttive, queste piattaforme single-pass sono state progettate appositamente per l’industria del corrugated. Nei bassi e medi volumi competono con le flexo, aggiungendo però alcuni importanti vantaggi. Tra cui la possibilità di gestire anche quantitativi di ordine minimi, la riduzione dei tempi di avviamento della produzione, e la grande libertà di personalizzazione propria della stampa digitale. Le applicazioni spaziano dal packaging alle grafiche per punti vendita ai sistemi espositivi cartotecnici. Le luci di stampa variano a seconda del modello (558 nella Series 20, 782 nella Series 40 e 1.345 mm nella Series 66), così come i formati di fogli che possono accogliere (1.000x1.600 per entrambe le Series 20 e 40, 1.600x3.000 mm per la Series 66). La velocità può arrivare a 4.500 m²/h (70 m/ min). Utilizzano inchiostro a base acqua e sono dotate di un sistema di asciugatura a raggi infrarossi. Sono equipaggiate con 5, 7 o 12 teste di stampa, a seconda del modello e sono disponibili in una configurazione standard a 4 canali colore (CMYK). La Series 20 ha una tecnologia scalabile che può essere potenziata di pari passo con la crescita del business (le 5 teste di stampa possono essere upgradate a 7). Infine, il sistema di stampa a goccia variabile consente di ottenere una maggiore velocità a fronte di un’elevata qualità di stampa. www.sunautomation.com

La Durst Water Technology rende Rho 130 SPC in grado di gestire sia materiali trattati che non trattati. Gettabile utilizzando teste di stampa piezoelettriche, la chimica d’inchiostro Functional Aqueous Ink sviluppata da Durst presenta aderenza, brillantezza, gamma di colore e rapidità di essiccazione degli inchiostri UV. A queste caratteristiche abbina l’assenza di odori, la bassa migrazione e il ridotto impatto ambientale delle chimiche base acqua. Durst afferma che il prezzo dei FAI non è superiore a quello degli inchiostri UV. La progettazione di una linea produttiva efficiente e con un alto livello di automazione è parte del DNA del costruttore statunitense specializzato nell’industria del corrugated. La serie CorrStream, infatti, si caratterizza per il suo sistema di alimentazione del materiale dal basso completamente automatizzato, che consente una registrazione accurata del supporto. A questo si aggiunge la tecnologia “Cut2Print”, che permette di rendere più efficiente il proprio flusso di lavoro, abilitando alla stampa su supporti prefustellati per produzioni on-demand.

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Xanté Excelagraphix 4800

EFI VUTEk HS125 Pro

Veloce e con un’ottima qualità di stampa, questa piattaforma single-pass ad alimentazione manuale è ideale per chi vuole esordire nel mondo della stampa digitale su cartone teso e ondulato, o per chi vuole arricchire la propria offerta produttiva. Excelegraphix 4800 permette infatti di realizzare prototipazioni full color in tempi molto rapidi con una qualità di stampa del tutto simile a quella del lotto in produzione, ed è in grado di stampare su cartoni pre-fustellati. Offre inoltre la possibilità di gestire produzioni in cui siano sfruttate appieno le potenzialità del dato variabile, nonché di stampare anche piccoli lotti justin-time, acquisendo nuovi vantaggi competitivi. Con una luce di stampa di 106,7 cm, questa piattaforma può arrivare a stampare 416 fogli/ora, in formato 106,7x60,9 cm, e può essere alimentata con materiali spessi fino a 15,9 mm e lunghi fino a 2,4 m. Da notare la risoluzione nativa di ben 1.600 dpi ottenuta attraverso la tecnologia Memjet Waterfall Printhead con 5 teste di stampa stazionarie montate su una barra fissa. Ciascuna testa è equipaggiata con 5 canali colore (CMYKK) con un doppio nero pensato appositamente per un utilizzo maggiore nel mercato del packaging. L’utilizzo degli inchiostri ad acqua dye based permette di ottenere colori brillanti e un’elevata compatibilità con lavorazioni di finitura successive (laminazione, fustellatura, etc.). www.xante.com

Presentata per la prima volta in Europa a FESPA 2016, con la sua elevata produttività, questa flatbed UV è nata per sfidare l’offset nei bassi e medi volumi, aggiungendo però i vantaggi del digitale, come la flessibilità e la stampa just-in-time. È adatta alle più svariate applicazioni, tra cui imballaggi, materiale cartotecnico, grafiche per il punto vendita, e molte altre. Con una luce di stampa di 3,2 m e un piano automatizzato con 6 zone di aspirazione, è in grado di gestire materiali spessi fino a 5,08 cm. Può essere inoltre implementata con un sistema di carico e scarico materiali automatizzato. Nella modalità “production”, VUTEk HS125 può stampare fino a 125 fogli di dimensione 1,2x2,4m l’ora, mentre nella qualità POP (grafiche per i punti vendita) fino a 90. Dotata di tecnologia di stampa a goccia variabile, offre una risoluzione di 600 o 1.000 dpi. È disponibile in una configurazione standard a 8 canali colore, che include due bianchi. Interessante il sistema Pin & Cure che permette di “congelare” le gocce di inchiostro immediatamente dopo il loro contatto con la superficie del materiale, prevenendone l’allargamento e garantendo così un elevato livello di definizione. Inoltre, per chi realizza applicazioni destinate agli ambienti interni, è utile sapere che gli inchiostri Genuine EFI utilizzati da questa piattaforma hanno bassissime o nulle emissioni di odore. it.efi.com

Nella tecnologia Memjet Waterfall ogni testa di stampa ha una struttura di silicio equipaggiata con ben 70.400 ugelli, organizzati in due file da 800 dpi ciascuna. Questa tecnologia consente di produrre una “cascata” di gocce di inchiostro piccolissime (da 1-2 picolitri). Il risultato finale è una stampa estremamente precisa con una risoluzione di 1.600 dpi in un solo passaggio. Ad accrescere la qualità sono anche gli inchiostri dye based, in cui il colorante è completamente disciolto nell’acqua, a differenza degli inchiostri a pigmento, dove l’acqua è invece utilizzata come vettore. Un sistema opzionale di guide (Material Edge Guides) può essere installato su EFI VUTEk HS125 Pro per la gestione di materiali non perfettamente piatti. È il caso del cartone ondulato, per il quale la forza esercitata dal piano aspirante potrebbe non essere sufficiente a garantirne il fissaggio. Le guide, invece, garantiscono un fissaggio perfetto del supporto, mantenendone i bordi perfettamente aderenti al piano durante tutta la lavorazione. Questo sistema permette di evitare criticità nel processo di stampa, prevenendo, ed esempio, contatti tra il materiale e le teste di stampa.

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HP Scitex 15500 e 17000

Durst Rho 1312 e 1330

Le HP Scitex 15500 e 17000 sono flatbed inkjet UV di grande formato, dedicate agli stampatori con un volume complessivo di lavorazioni elevato ma che include molte tirature piccole e medie. Progettate per produrre 24/7, hanno un piano di lavoro da 1.600x3.200 mm e sono compatibili con materiali di spessore compreso tra 0,8 e 25 mm. Grazie all’alimentatore automatico stack-to-stack possono gestire fino a 4 pannelli per volta – con larghezza massima di 738 mm – e raggiungono una produttività di 650 (15500) e 1.000 m²/h. HP Scitex 15500 dispone di 4 o 6 canali colore (CMYK, Lm, Lc), mentre Scitex 17000 è configurata con 8 canali (2xCMYK). Entrambe sfruttano la tecnologia greyscale proprietaria High Dynamic Range (HDR) con 16 dimensioni di goccia, che abbina velocità e qualità. L’HDR permette, inoltre, di controllare facilmente il gloss e la saturazione dei colori, lavorando nel contempo con un color gamut esteso. Gli inchiostri HP HDR230 Scitex sono sviluppati per avere un odore ridotto ed essere così adatti ad applicazioni per interno ed esterno. Non è un problema scegliere la soluzione più o meno performante, dato che HP sviluppa le evoluzioni delle proprie tecnologie di stampa garantendo la possibilità di effettuare un eventuale upgrade successivo all’acquisto, evitando il rischio di scelte sovradimensionate. www8.hp.com

Fanno parte della Serie 1000 Rho 1312 e 1330, due sistemi inkjet ibridi basati su tecnologia UV e dedicati all’utenza più esigente. Questi sistemi high-end sono specificamente progettati per affrontare volumi importanti mantenendo l’elevata qualità di stampa tipica delle tecnologie Durst. Sono tra le più produttive ibride disponibili sul mercato: Rho 1312 raggiunge i 620 m²/ora e Rho 1330 i 1.250. La risoluzione massima di Rho 1312 è di 1.000 dpi, mentre quella di Rho 1330 è di 600 dpi. La configurazione standard prevede la quadricromia base, ma possono essere aggiunti light cyan e light magenta, arancione e verde oppure arancione e viola. Nella gamma Durst si trovano inchiostri UV-curable a bassa migrazione dedicati espressamente ai supporti cartacei: Rho Paper and Board DM. Una soluzione economica per chi vuole focalizzare la produzione in ambito packaging e cartotecnica. Le Rho 1312 e 1330 dedicate a questi mercati sono caratterizzate da un piano d’aspirazione potenziato e da guide per la gestione di supporti in cartone con onde di tipo B, E e F, che consente di minimizzare l’incurvatura. L’ampia luce di stampa di 2.500 mm offre anche la possibilità di gestire 2 fogli contemporaneamente, grazie al sistema di registrazione meccanico e ottico a 2 punti (usato anche per stampare in bianca e volta) e al feeder e allo stacker automatici. www.durst.it

HP ha risolto su queste Scitex il problema della deformazione del cartone, utilizzando uno strumento di appiattimento meccanico in combinazione con un efficiente sistema di aspirazione. All’interno della stampante è infatti presente un rullo di metallo gestito tramite software che, in base allo spessore e alla tipologia di materiale, lo appiattisce senza danneggiarlo e facendolo aderire perfettamente al piano aspirante. In questo modo HP assicura una stampa ottimale su pannelli con deformazioni fino a 40 mm. Questi due sistemi ibridi sono dotati dell’esclusiva tecnologia Gradual Flow Printing, che consente di ottenere delle stampe con effetto super glossy su fogli di massimo 1.250x2.500 mm. È questa, infatti, la dimensione del carrello che supporta le teste di stampa. Il materiale si posiziona esattamente sotto, e la fase di stampa avviene a materiale quasi immobile, per sfruttare al massimo la precisione delle teste Durst Quadro Array. L’effetto extralucido elimina la necessità di plastificare, e si risparmia quindi un passaggio nella lavorazione.

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Inca Onset X Series

EFI VUTEk GSLX Pro Series

Produttività senza compromessi è la parola d’ordine di questa serie, basata su tecnologia UV lanciata da Inca nel 2015. Le piattaforme flatbed Onset X condividono un’architettura scalabile, che può essere implementata a seconda del livello di produttività e qualità di stampa richiesti. Sono tutte dotate di un’area di stampa di 3,22 x 1,6 m e di un piano con 25 zone di aspirazione indipendenti, in grado di rendere superflue eventuali mascherature, a prescindere dalle dimensioni del supporto, riducendo inoltre i tempi di setup. Sono in grado di gestire materiali spessi fino a 50 mm in modalità manuale e 18 mm in modalità automatica. Il modello entry level Onset X1 LT è in grado di stampare fino a 265 m²/h, per poi passare ai 409 m²/h di Onset X1 e ai 692 m²/h di X2, raggiungendo infine l’impressionante velocità di 900 m²/h con il modello X3. La configurazione dei canali colore può essere personalizzata e varia da uno standard di partenza CMYK che può essere implementato fino a 14 canali (3xCMYK più doppio bianco oppure bianco e arancione). Le teste di stampa Fujifilm Dimatics sono in grado di stampare in grayscale, con una dimensione delle gocce che può variare tra 9/14/27 picolitri, in funzione del risultato che si vuole ottenere (gocce più piccole per una migliore qualità, più grandi per una maggiore velocità). www.incadigital.com

Con la serie VUTEk GS, la casa californiana ha portato la stampa UV LED nella produzione di grandi volumi, con la sua consueta attenzione alla qualità. Disponibili in due formati con luce di stampa di 2 (GS2000LX Pro) o 3,2 m (GS3250LX Pro), queste piattaforme ibride sono adatte per varie applicazioni, tra cui grafiche per punti vendita ed esposizioni, prototipazioni di imballaggi, ma anche stampe fotografiche. Possono gestire materiali con uno spessore massimo di 5,08 mm e vantano una velocità di stampa massima rispettivamente di 186 m2/h o 223 m2/h con una risoluzione di 600 o 1.000 dpi. In termini di produttività, è interessante anche notare che il tempo di caricamento tra un foglio all’altro è di meno di 5 secondi. Sono disponibili in una configurazione a 8 canali colore più due bianchi oppure bianco e vernice. Gli inchiostri sono quelli di casa EFI, con un gamut CMYK esteso per una maggiore corrispondenza con la classificazione Pantone. Entrambi i modelli possono includere opzionalmente l’UltraDrop Technology con goccia nativa da 7 pl, scala di grigi a 4 livelli. Questa tecnologia consente di stampare immagini di qualità elevata, con sfumature morbide, riducendo la produzione delle gocce “satellite”, nonché i consumi di inchiostro. Sono equipaggiate con il software Fieri XF, che garantisce una gestione del colore estremamente precisa. it.efi.com

Attualmente è possibile configurare le piattaforme Onset X con due tipi di sistemi di carico e scarico automatizzati. Il primo per l’automazione a ¾, dove il substrato viene caricato manualmente dall’operatore su un tavolo di precarico per poi essere trasportato automaticamente al piano aspirante e successivamente nella pila. Il sistema “full automation”, invece, usa un alimentatore automatico prodotto da Hostert, e consente di gestire volumi molto elevati. Inoltre entro la primavera 2017 sarà disponibile un nuovo sistema di automazione studiato ad hoc da Inca per il corrugated. La tecnologia LED, marchio di fabbrica di EFI, offre un grande vantaggio nella stampa su materiali cartotecnici. La luce fredda delle lampade LED, infatti, polimerizza l’inchiostro UV a temperature molto più basse rispetto alle tradizionali lampade a mercurio. Questo fa sì che il cartone ondulato eviti di incurvarsi durante il processo di stampa, come invece potrebbe avvenire quando esposto al calore. Le lampade LED inoltre consentono un risparmio sul consumo di energia di circa un terzo rispetto a quelle a mercurio.

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Durst Rho P10

Engico Aqua 250

Durst Rho P10 è una serie di versatili stampanti inkjet UV ibride di alta gamma, costruite con materiali e soluzioni tecnologiche di livello industriale. Sono particolarmente adatte per la stampa di materiale per applicazioni cartotecniche e packaging. Tre i formati disponibili, con luce di stampa da 1.600, 2.050 e 2.500 mm, con velocità da 100 (Rho P10 160) a 400 m²/h (Rho P10 250 HS). Durst Rho P10 (200 e 250) è adatta a produzioni 24/7 grazie alla possibilità di essere configurata con sistemi di caricamento e scaricamento automatici. Le teste di stampa Quadro Array 10, con goccia da 10 pl, sono sviluppate da Durst e consentono una risoluzione massima di 1.000 dpi. Fino a 7 i canali colore configurabili, con la possibilità di aggiungere alla quadricromia anche Lm, Lc, bianco e tinte piatte che estendono notevolmente il gamut. Per cartotecnica e packaging Durst propone gli inchiostri UV Paper and Board, con una grande brillantezza anche su materiali particolarmente assorbenti. Sulle top di gamma HS, per effettuare il curing si affiancano alle lampade UV anche elementi LED, posizionati tra gli array di teste di stampa. I LED sigillano la goccia sul materiale, conferendole maggiore gloss e velocizzando il processo di essiccazione che viene completato dalle lampade UV. Questa soluzione consente di sostenere alte velocità produttive senza dover rinunciare alla qualità. www.durst.it

Aqua 250 è la proposta made in Italy di Engico per la stampa inkjet del cartone. Frutto di un’esperienza trentennale nella produzione di macchine per la lavorazione del cartone ondulato, offre una perfetta gestione del materiale lungo tutto il processo, dal momento del carico fino allo scarico, con l’impiego di un board feeder e di un impilatore opzionali. Il sistema utilizza inchiostri Sensient a base acqua, sviluppati con il preciso obiettivo di garantire una perfetta resa e adesione su ogni tipo di supporto cartaceo, anche patinato, senza bisogno di pretrattamento. La scelta di eliminarlo, concretizzatasi nella “versione 2.0” di Aqua 250, è nata dall’esigenza di semplificare, velocizzare e rendere più affidabile l’intero processo di stampa. Le 8 teste di stampa piezo Kyocera della configurazione base possono essere raddoppiate su richiesta, per aumentare la produttività della macchina. In entrambi i casi Aqua 250 viene fornita con 4 canali colore (CMYK). Riesce a raggiungere una velocità massima di 400 m²/ora e una risoluzione massima di 600x4.800 dpi. Il materiale viene asciugato in continuo, grazie a un sistema che combina lampade IR e aria calda. Una cabina climatizzata consente di isolare il sistema di stampa dall’ambiente esterno, mantenendo sotto controllo temperatura, umidità e polvere. Aqua 250 è compatibile con RIP GMG, Caldera e Onyx. www.engico.com

Rho P10 gestisce cartone con deformazioni fino a 20 mm, grazie a una combinazione di opzioni dedicate. Si può scegliere un piano aspirante apposito, dotato di turbine più potenti e con un maggior numero di camere stagne collegate alle zone di aspirazione, per ottimizzare il fissaggio dei materiali. Durst ha inoltre realizzato speciali guide laterali per la gestione dei supporti più difficili. Si tratta di “sci” che tengono i bordi del cartone abbassati meccanicamente, rendendo impossibile il sollevamento del materiale, garantendone la totale planarità. Un particolare sistema di aspirazione brevettato garantisce una perfetta adesione del supporto ai tre nastri trasportatori in ogni momento, in particolare in fase di stampa, quando l’aspirazione viene potenziata. Aqua 250 riesce a gestire cartone ondulato con uno spessorre minimo di 1,5 e massimo di 15 mm e un peso massimo di 2.500 g/m², cartone teso con peso minimo di 350 g/m² e altri materiali cartacei con spessore massimo di 50 mm. La luce di stampa è di 2.500 mm mentre la lunghezza massima dei supporti stampabili è (virtualmente) infinita.

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Dal B2 al superwide, le stampanti digitali per cartone teso e ondulato vanno incontro a un mercato che cambia e creano nuove occasioni di business

Il packaging tra foglio e bobina

I

sistemi digitali di stampa, a foglio e in bobina, stanno riscuotendo un successo crescente nelle aziende cartotecniche. L’apertura a queste soluzioni, in un settore profondamente legato ai sistemi analogici, è stata favorita da svariati fattori tra cui la parcellizzazione dei lotti, con crescenti richieste di personalizzazione, a fronte di un complessivo aumento dei volumi. Al tempo stesso, i costruttori hanno mostrato, soprattutto nel corso dell’ultima drupa, novità in grado di far guardare al digitale con curiosità anche i più scettici. La possibilità di gestire formati carta più grandi (B2 o superiore) ha certamente rappresentato un grande passo in avanti per le digitali a foglio. Anche le soluzioni a bobina hanno introdotto consistenti novità, tra cui la possibilità di gestire materiali molto economici con risultati decisamente convincenti. Inoltre, le collaborazioni dei costruttori digitali con player storici dell’analogico hanno favorito la crescita di queste tecnologie in un’ottica industriale. Una strategia che ha permesso di ottenere risultati notevoli, dando vita a piattaforme in grado di avvicinarsi al traguardo dei 200 metri lineari al minuto o in grado di stampare più di 3.000 fogli/ora, velocità comparabili a quelle delle piattaforme flexo e offset. Un affiancamento ormai possibile, con in più la possibilità di offrire una risoluzione di stampa certamente superiore e l’accesso ad applicazioni innovative grazie all’utilizzo dei dati variabili, destinati a rivoluzionare questo settore.

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Gestione dei materiali: protagonista del digitale come nel tradizionale Sia per le stampanti a foglio che per quelle a bobina la gestione dei supporti è un elemento chiave. Più si eleva la velocità di stampa e più crescono le criticità da risolvere. Per le soluzioni sheetfed l’obiettivo è quello di semplificare al massimo il percorso dei materiali all’interno della stampante, per evitare inceppamenti. Il livello di difficoltà cresce quando si devono affrontare lavorazioni in bianca e volta, gestendo fogli di cartone teso. Sulle stampanti roll-to-roll è invece necessario disporre di un sistema di tensionamento e allineamento dei supporti che si configuri in base al materiale da gestire e consenta lavorazioni 24/7 a un’elevata velocità senza l’obbligo di presidio da parte di un operatore.


what’s inside La qualità va controllata

Quale tecnologia di stampa?

In un segmento industriale in cui qualità, produttività elevata e ripetibilità sono requisiti fondamentali, è indispensabile prendere in considerazione l’adozione di sistemi di ispezione adeguati. Alcuni sistemi da stampa li incorporano di serie, altri ne prevedono l’aggiunta come optional, altri infine sono privi di una specifica predisposizione ma sono aperti a soluzioni di terze parti. I più diffusi si basano sul rilevamento ottico mediante telecamere ad alta definizione e spettrofotometri. Posizionati in linea, questi strumenti vengono utilizzati in combinazione con appositi software. Le telecamere rilevano in tempo reale la rispondenza tra il prodotto stampato e il file iniziale. Gli spettrofotometri, invece, sono necessari per segnalare eventuali incongruenze dal punto di vista cromatico. La loro funzione è fondamentale soprattutto in presenza di standard molto restrittivi da parte dei brand.

Dal toner all’ElectroInk di HP Indigo (definito anche “toner liquido”), passando per le numerose declinazioni della tecnologia inkjet, base acqua, UV e nanografia. Le possibilità offerte dalle tecnologie digitali sono numerose e tutt’altro che equivalenti. Prima di scegliere è necessario avere le idee ben chiare circa le proprie necessità. Bisogna considerare vari fattori, trovando il giusto compromesso tra l’aspetto economico – costo d’acquisto, costo dei consumabili, manutenzione – e quello operativo. Quest’ultimo si compone di numerose variabili tra cui l’importanza di ottenere determinati effetti cromatici, la facilità d’uso, la necessità di una qualità di stampa più o meno elevata. È determinante, inoltre, valutare la compatibilità delle tecnologie di stampa con i materiali da utilizzare e con le lavorazioni poststampa necessarie per ottenere il prodotto desiderato (plastificazione, nobilitazione, taglio e cordonatura).

La chimica regna sovrana Inchiostri, toner e chimiche di pre- e post-trattamento sono parti integranti di sistemi di stampa completi, generalmente non modificabili. Per questo è bene informarsi accuratamente sulla compatibilità delle chimiche con i materiali che si desidera stampare. Bisogna valutare la convenienza economica di ogni sistema rispetto agli altri e quali limiti imponga ciascuno di essi. È fondamentale capire se possa bastare disporre della quadricromia oppure se sia necessario avere a disposizione anche tinte piatte, bianco e colori speciali (la possibilità di riprodurre tinte Pantone per alcune lavorazioni potrebbe essere determinante). Si deve capire se convenga utilizzare supporti pre-trattati, se sia necessario l’uso di un primer o se invece sia preferibile una chimica che non necessiti affatto di pre-trattamento. Infine, bisogna tenere conto anche di altri parametri. In alcuni casi, infatti, è necessario che le chimiche rispettino rigide norme giuridiche – ad esempio per la stampa di packaging per uso alimentare.

Volumi e formati anzitutto

Non sottovalutare il software

La scelta dei prodotti da realizzare e i volumi produttivi da raggiungere condizionano ogni altra scelta quando si valuta l’acquisto di una stampante. Ovviamente questo discorso vale anche per applicazioni cartotecniche. Disporre di macchine con dimensioni di foglio (o larghezza di bobina) e produttività maggiori fa accedere a una gamma di lavorazioni più ampia, ma bisogna chiedersi quanto questa versatilità rispecchi realmente i bisogni presenti e futuri dell’azienda, per evitare una scelta sovradimensionata.

I software condizionano la qualità delle immagini e la fedeltà dei colori riprodotti, indipendentemente dalla stampante. Velocità e accuratezza delle operazioni di calcolo a loro demandate sono determinanti per sfruttare appieno la produttività dell’hardware, riducendo i fermi macchina ed eliminando gli sprechi dovuti a prove ed errori. Utili specialmente per i sistemi di grande formato, sono le funzionalità che permettono di accorpare automaticamente più lavori, con caratteristiche affini, massimizzando lo sfruttamento del materiale (nesting).

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HP PageWide T400S - T1100S

Xeikon 3050 e 3500

Destinate alla stampa industriale di cartone ondulato, HP PageWide T400S e T1100S (sviluppata insieme a KBA) sono stampanti inkjet single-pass base acqua a bobina. Con luce di stampa di 1.060 mm (T400S) e 2.800 mm (T1100S), gestiscono carta da 60 a 350 g/m², sia trattata che non trattata, e hanno una velocità massima di 183 metri lineari/ora. Con produttività di 11.640 m²/h (T400S) e di 30.600 m²/h (T1100S) si propongono ai grandi stampatori di packaging come alternativa ai sistemi flexo e offset. Le teste di stampa offrono una risoluzione nativa fino a 1.200 dpi. Entrambe le piattaforme stampano in CMYK e utilizzano gli inchiostri pigmentati a base acqua HP A50, conformi alle normative per imballaggi alimentari basati su carta per contatto indiretto. Su queste piattaforme si possono usare un primer e un fissativo, che danno ottimi risultati anche su materiali economici. Il primo può essere applicato sia in-line che near-line e permette di ottenere risultati hi-end su carta offset sia trattata che non trattata, anche molto sottile. Il secondo viene gettato da teste di stampa dedicate e migliora la qualità della stampa sui supporti offset non trattati. Sia i processi di stampa che il trasporto dei materiali sono monitorati da sistemi di controllo. La tensione a ciclo chiuso regola costantemente la tensione della macchina e la mantiene a livelli costanti, affinché la stampa sia sempre allineata. www8.hp.com

Velocità e altissima qualità, combinati con versatilità e fedeltà cromatica, sono i punti di forza di questa serie di piattaforme a toner di fascia alta per la stampa su cartone teso. Alimentate a bobina, Xeikon 3050 e 3500 sono entrambe in grado di gestire materiale con larghezza variabile da 200 a 516 mm, e stampare con una risoluzione nativa di 1.200 dpi. Differiscono invece per la produttività: l’entry level 3050 può stampare fino a 297 m2/h (815 fogli di formato 516x730 mm l’ora), mentre l’ammiraglia 3500 raggiunge l’impressionante velocità di 594 m2/h (1.630 fogli 516x730 mm oppure 516 mm x 1000mm l’ora). Sono equipaggiate con 5 stazioni colore: oltre alla quadricromia è possibile aggiungere un colore spot tra rosso, verde, blu, arancione, ExtraMagenta, SuperBlack, o eventuali altri colori da concordare con il costruttore. La tecnologia con densità di punto variabile consente di ottenere dettagli accurati e una risoluzione elevata. Entrambi i modelli permettono di stampare su materiale non pre-tattato. Inoltre, possono essere integrate con un eventuale impianto di converting pre-esistente e configurate con stazioni di taglio, laminazione e verniciatura, in una soluzione unica che va dalla bobina di materiale vergine al prodotto finito. Per chi lavora nel packaging del food, è importante sapere che la stampa a toner di Xeikon rientra nelle linee guida Nestlé per il contatto con gli alimenti. www.xeikon.com

La Multi-lane Printing Architecture (MLPA) è un sistema di composizione della coda di lavorazione adottato da HP per PageWide T1100S. Viene sfruttata l’intera ampiezza di stampa della bobina per creare più corsie, destinate ad accogliere produzioni con dimensioni e tirature differenti. In questo modo si possono gestire contestualmente lavorazioni brevi con altre più lunghe, con la possibilità di applicare dati variabili, rispondere in maniera efficace e rapida alle richieste del mercato, ottimizzando il carico di lavoro della piattaforma. Il front-end digitale X-800 con cui è equipaggiata la serie Xeikon 3000 è in grado di gestire combinazioni di dati variabili anche molto complesse. Il modulo “Metadata”, infatti, permette l’aggiunta di elementi variabili, come ad esempio codici a barre o numeri sequenziali, utili per la tracciabilità e/o per la prevenzione della contraffazione. Ma anche di immagini rasterizzate, spalancando le porte ad un’infinità di combinazioni creative personalizzate. Questo strumento rappresenta un vantaggio competitivo importante ad esempio nello sviluppo di campagne marketing mirate.

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what’s inside

Heidelberg Primefire 106

Landa S10

Heidelberg ha lanciato a drupa 2016 il suo primo sistema di stampa digitale per formati carta fino a 750x1.060 mm pensato espressamente per la cartotecnica. Primefire 106 sfrutta i punti di forza della collaudata tecnologia Speedmaster: in primis, la struttura e il sistema di movimentazione del materiale, dallo scarico allo scarico. Così Heidelberg offre al mercato una soluzione industriale, ideale per piccole e medie tirature, con una produttività fino a 2.500 fogli/ora. Il cuore di Primefire 106 è l’unità di stampa digitale, realizzata in collaborazione con Fujifilm. Al suo interno si trovano le 7 barre (una per colore) con 175 teste di stampa Samba G3L, scelte per le loro qualità di resistenza agli eventuali urti e definizione. Hanno infatti una risoluzione di 1.200x1.200 dpi. Un’unità integrata che applica un primer sul supporto svincola i converter dalla necessità di usare materiali pretrattati, ed elimina la necessità di pinning. All’uscita dell’unità di stampa, l’esclusivo sistema CoatingStar è dedicato all’applicazione di un coating protettivo waterbased. Il sistema DryStar, che combina lampade IR e aria calda, asciuga completamente inchiostro e coating. La tecnologia Perfect Stack individua ed espelle in tempo reale le stampe che presentano difetti, consentendo solo a quelle corrette di raggiungere lo stacker. www.heidelberg.com

Landa S10, soluzione high end dell’azienda israeliana per la stampa di formati carta fino a 750x1.050 mm, ha debuttato a drupa 2016, cui è seguito l’avvio di un programma di beta testing. Pensata per il mondo cartotecnico, promette di gestire volumi di stampa significativi garantendo risultati qualitativamente elevati e bassi costi di produzione. Con la sua velocità massima di 13.000 fogli/ora e la possibilità di stampare anche in bianca e volta si pone come un’alternativa concorrenziale all’offset. Gli esclusivi NanoInk, prodotti dalla stessa Landa, sono a base acqua (vettore, rispetto ad altre chimiche, più ecosostenibile e più facilmente compatibile con mercati “sensibili” come quello alimentare). Sono in grado di stampare su differenti tipologie di carte, anche non pretrattate per il digitale (carta riciclata, patinata, metallizzata, plastificata). L’unico requisito è che abbiano uno spessore minimo di 60 micron e uno massimo di 800 micron. Una S10 configurata con la quadricromia base riesce a coprire l’84% dei colori Pantone e nel caso vengano aggiunti anche arancione, verde e viola si arriva al 96%. È infine possibile integrare un’ulteriore tinta spot e il bianco, che portano Landa S10 a 8 canali colore. Le teste di stampa piezo Fujifilm Dimatix Samba garantiscono una risoluzione di stampa massima di 1.200x1.200 dpi e 4 livelli di greyscale. www.landanano.com

Gli inchiostri usati nella Primefire 106 sono a base acqua e a bassa migrazione: scelta dettata dalla volontà di proporre una soluzione che risponda anche alle più restrittive norme di sicurezza del settore food. Sono quindi conformi anche alla normativa svizzera, la più severa. Anche le chimiche usate per il pretrattamento del supporto e per il coating sono assolutamente ecologiche e riciclabili. I 7 colori disponibili (CMYK, arancione, verde e viola) consentono di coprire il 95% dei colori Pantone, eliminando la necessità di usare ulteriori colori spot.

La nanografia è una tecnologia brevettata che sfrutta il principio della stampa indiretta. Il trasferimento dell’immagine su un belt riscaldato, prima di essere depositata sulla carta, consente una perfetta evaporazione delle molecole d’acqua dell’inchiostro. La sottilissima patina di pigmento che rimane sul belt è spessa solo 500 nanometri. Viene a questo punto trasferita sul foglio completamente asciutto, ottenendo un’elevata definizione dei dettagli e una resa del colore vivace.

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What’s inside

Komori Impremia IS29

KBA VariJET 106

Komori Impremia IS29 è una stampante UV inkjet a foglio, ad alta produttività, per formati fino a 585x750 mm. Nata come soluzione di alta qualità da affiancare stampanti tradizionali per alti volumi, Impremia IS29 è una piattaforma ideale per piccole e medie tirature di packaging on-demand. Ciò grazie alla possibilità di gestire supporti (anche materiali plastici e carta non trattata) con spessore da 0,06 a 0,6 mm, con velocità di stampa massima di 3.000 fogli/ora. Komori ha applicato a questa piattaforma lo stesso sistema di gestione dei materiali ad alta precisione utilizzato sulle sue stampanti offset, incluso un modulo per la stampa in bianca e volta che permette di passare istantaneamente dalla modalità simplex a quella duplex – in questo caso lo spessore massimo dei materiali è di 0,45 mm con velocità massima di 1.500 fogli/ora. I canali colore sono 4 (CMYK) e ciascuno è dotato di 8 teste di stampa KM1800IS. Queste ultime, realizzate specificatamente per stampare in single-pass ad alte velocità, con risoluzione nativa di 1.200 dpi, dimensione di goccia da 3,5 pl e 8 livelli di greyscale. Impremia IS29 utilizza il sistema di controllo integrato KHS-AI, che governa i processi dalla prestampa al prodotto finito, controllandone l’esattezza dei parametri, abbattendo i tempi di preparazione di ogni lavorazione e risultando determinante per la gestione di un elevato numero di brevi e medie lavorazioni. www.komori.eu

VariJET 106 è il primo sistema di stampa ibrido – con tecnologia inkjet “Powered by Xerox” – prodotto da KBA specificamente per il settore packaging, disponibile in commercio nel 2018. Supporta formati carta fino a 750x1.060 mm e spessori da 0,2 a 0,6 mm, raggiungendo una produttività significativa di 4.500 fogli/ora. Il risultato è un sistema dalla concezione innovativa (almeno per il mondo digitale) che combina stampa inkjet, offset e serigrafica e tecnologie di finitura tradizionali, configurabili in modo flessibile, secondo le esigenze del converter, sia prima che dopo il motore di stampa a getto d’inchiostro. Tra i moduli disponibili, mutuati dalla piattaforma KBA Rapida 106, ci sono quelli per la fustellatura, la verniciatura e il cold foil. Anche il sistema di movimentazione del materiale ad alta velocità deriva dall’esperienza di Rapida 106: DriveTronic Feeder consente un’alimentazione continua e costante, rilevando eventuali fogli doppi grazie a un dispositivo a ultrasuoni ed espellendoli automaticamente. Il sistema brevettato DriveTronic SIS (Sensoric Infeed System) assicura il posizionamento del materiale in modo automatizzato, grazie a comandi elettronici. AirTronic garantisce un’estrema precisione nello spostamento del supporto attraverso la macchina grazie a un sistema brevettato che sfrutta pinze oscillanti e cuscini d’aria, così da non rovinare il materiale. www.kba.com

La tecnologia di curing di Impremia IS29 si basa sull’utilizzo di lampade UV-LED. Gli elementi a luce fredda consentono di gestire supporti plastici sottili senza rischiare di deformarli, consentendo al tempo stesso un’alta ripetibilità delle lavorazioni grazie alla notevole stabilità di erogazione della potenza. L’utilizzo in combinazione con inchiostri UV ad alta pigmentazione permette un’asciugatura immediata dei materiali, che possono essere subito impegnati nelle lavorazioni successive senza alcuna perdita di tempo. Il motore di stampa, ingegnerizzato da Impika (acquisita da Xerox nel 2013), si basa su teste di stampa inkjet che offrono una risoluzione massima di 1.440x1.440 dpi. Sono dotate di un sistema di pulitura automatico e possono essere sostituite facilmente dall’operatore. Gli inchiostri waterbased a marchio Xerox rispondono alle più rigide normative del settori food, tra cui anche quella svizzera. VariJET 106 è configurata a 7 colori (CMYK più arancione, verde e viola). Il sistema di asciugatura dell’inchiostro VariDry, dopo l’unità di stampa, combina lampade IR e aria calda.

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what’s inside

HP Indigo 12000 e 30000

Xerox iGen 5

HP Indigo 12000 e 30000 sono stampanti a foglio basate sulla tecnologia ElectroInk di HP, compatibili con supporti fino a un formato di 750x550 mm. HP Indigo 12000 stampa su carta non trattata e cartone teso con spessore tra 0,075 e 0,45 mm. HP Indigo 30000 aumenta lo spessore a 0,61 mm. Entrambe gestiscono supporti metallizzati e sintetici grazie alla tecnologia One Shot, che permette una registrazione ottimale, trasferendo tutte le separazioni al cilindro, per poi trasportarle sul materiale in un solo passaggio. Le soluzioni combinano produttività (fino a 4.600 fogli/ora), versatilità e qualità paragonabile all’offset, con risoluzione massima di 2.438 dpi. Sono sistemi adatti per stampatori che, già attrezzati per i grandi volumi, sono in cerca di una soluzione altamente remunerativa per le piccole e medie tirature. Entrambe le piattaforme possono gestire fino a 7 canali colore tra cui, oltre a CMYK, bianco, arancio, viola, verde e tinte piatte personalizzate per lavori specifici che le richiedano. HP Indigo 12000 può, inoltre, utilizzare un canale per il primer, mentre HP Indigo 30000 ha di serie una stazione di pretrattamento in linea; la qualità di stampa sarà quindi ottimale anche utilizzando supporti generici non pretrattati. Entrambe le piattaforme utilizzano i software HP SmartStream, in grado di gestire l’intera produzione, dalla creazione dei file, alla produzione fino alle eventuali fasi di finishing. www8.hp.com

La versatile tecnologia a toner Xerox iGen 5 è stata scelta da numerose aziende di stampa che producono astucci e piccoli imballi specialmente per i settori food e farmaceutico. In altre parole, iGen 5 può risultare una scelta interessante per quegli operatori che, fatti i dovuti conti, riescono a produrre (in resa singola o resa multipla) packaging il cui sviluppo non eccede il formato carta di 364x660 mm. Gli stampatori possono scegliere tra 3 versioni: iGen 5 150, iGen 5 120 e iGen 5 90, che stampano rispettivamente 150, 120 e 90 fogli/min. iGen 5 riesce a stampare su supporti fino a 364 x 660 mm di formato, e fino a 350 g/m² di grammatura. Nei modelli 120 e 150 esiste poi la possibilità di integrare Thick Stock Capability, un modulo opzionale per la gestione di supporti spessi fino a 610 micron. Parola d’ordine, qualità: iGen 5 ha in linea un dispositivo brevettato per il controllo automatico della densità delle immagini e uno spettrofotometro per la linearizzazione, la creazione di profili colore avanzati e la calibrazione dei colori. È disponibile Xerox IntegratedPLUS, uno strumento hardware e software per integrare il finishing all’interno del flusso di lavoro tipico di un’azienda cartotecnica. Attraverso dei codici a barre generati appositamente, permette la trasmissione di istruzioni JDF a qualsiasi sistema di finitura, in linea o meno, dotato di appositi dispositivi per la lettura. www.xerox.it

La novità più attesa e significativa – che verrà rilasciata per HP Indigo 12000 nel 2017 – è rappresentata dall’High Definition Laser Array (HDLA). Si tratta della nuova generazione della testa di scrittura laser per la tecnologia ElettroInk, che sostanzialmente raddoppierà la risoluzione di stampa nativa della piattaforma portandola a 1.600 dpi. Come per ogni evoluzione disponibile per le piattaforme Indigo, HP renderà possibile integrare il nuovo modulo di imaging anche sulle stampanti già installate. La risoluzione massima di 2.400x2.400 dpi di iGen 5 garantisce un’elevata qualità di stampa. Il toner opaco permette di simulare l’effetto della stampa offset su supporti non patinati o satinati; in alternativa, si può scegliere il toner standard, più lucido. Il quinto colore opzionale permette di ampliare il gamut in modo significativo, con la possibilità di riprodurre fedelmente larga parte dei colori Pantone. La quadricromia base può essere integrata con arancione, verde o blu, con tinte piatte o con il clear, per ottenere effetti lucidi o di nobilitazione.

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tecnologie Quattro stampanti in tre anni, nuove assunzioni: l’azienda di Bolzano sta cambiando con successo il proprio modello di business

Imagink: «Fenix DG ci sta supportando a 360 gradi nella nostra crescita»

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on si può certo dire che in Imagink si tema il cambiamento. Il “motore” è Andrea Cappello, che in pochi anni è riuscito a trasformare una realtà artigianale in un’impresa di stampa con 9 dipendenti, un parco macchine di tutto rispetto e diverse partnership strategiche con aziende dai business complementari. Come SchriftArt, che si occupa di allestimenti, montaggi e car wrapping, e Kunstdünger, che propone strutture per la comunicazione visiva. Questo cambiamento è nato dalla presa di coscienza che, rimanendo una realtà poco più che unipersonale, sopravvivere sarebbe stata difficile. Tanto più in un contesto come Bolzano, dove il mercato è molto esigente e consapevole. Fenix DG, con la quale c’è un rapporto di totale fiducia e stima, è stata fonte di idee di business, ancora prima che fornitore tecnologico. Il cambiamento ha coinvolto ogni livello aziendale: Andrea si è messo in gioco in prima persona, imparando, da artigiano, il non facile mestiere di imprenditore.

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|| Una vista dall’alto del reparto produttivo di Imagink, a Bolzano, in cui campeggiano swissQprint Nyala e HP PageWide XL 8000


tecnologie tecnologie

intervista a Andrea Cappello Titolare di Imagink

“Investire in tecnologia hardware, differenziata e di alto livello, è stato il primo step per il cambiamento”

In che modo è cambiata Imagink negli ultimi anni? Il cambiamento è cominciato circa sei anni fa. È partito dalla consapevolezza di dover rivoluzionare il modello di business della mia piccola azienda artigiana, che altrimenti il mercato avrebbe soffocato. Mi sono reso conto che questa idea era condivisa da Fenix DG. Sono quindi cominciate le riunioni per capire in che modo potesse supportarmi nella realizzazione della mia idea di business. Riunioni in cui si parlava di tecnologia, ma soprattutto di strategia aziendale, di progetti a medio e lungo termine. Il loro approccio consulenziale al cliente è stato di ispirazione per ridefinire anche il mio. Imagink non doveva più essere “solamente” una stamperia: doveva diventare risolutrice di problemi, partner, alleata. In che modo la tecnologia

hardware ha cambiato il tuo business? Crescere come azienda ci ha portato, come naturale conseguenza, a cambiare il nostro target: clienti più grandi, con maggiore capacità di investimento, ma anche maggiori esigenze qualitative e quantitative. Proporsi al mercato come fornitore di soluzioni, poi, ha un costo anche in termini di responsabilità nei confronti del cliente. Che si aspetta, appunto, la soluzione dei suoi problemi (poco tempo, file inesatti, idee poco chiare, budget limitati...). Investire in tecnologia hardware, differenziata e di alto livello, è stato il primo step per il cambiamento. Solo con macchine produttive e affidabili ci si può proporre al mercato con una certa proposizione di valori. Perché sono la prima garanzia, per l’azienda e per il cliente, di riuscire a gestire gli immancabili picchi produttivi e le emergenze. Inoltre, stampanti come HP La-

tex 1500, HP PageWide XL 8000 e swissQprint Nyala consentono di realizzare applicazioni ad alto valore aggiunto, grazie a lavorazioni particolari o su materiali speciali. Applicazioni che fanno la differenza per i clienti aziendali che volevamo conquistare − e abbiamo conquistato. Com’è cambiato il tuo approccio al cliente? Conquistare un nuovo cliente non è difficile. Difficile è conquistare la sua fiducia e mantenerla. In Imagink ora comunichiamo in modo nuovo, che si può riassumere in: “dialogo e formazione”. Ascoltiamo le esigenze del cliente e cerchiamo di trovare la migliore combinazione tra tempo, costo e qualità per il tipo di lavoro che ci viene chiesto. Ci dedichiamo poi a spiegare le potenzialità applicative delle macchine: spesso il cliente non chiede una lavorazione semplicemente perché non sa che è possibile realizzarla.

Il top della tecnologia HP e swissQprint per garantire qualità e affidabilità anche durante i picchi produttivi Imagink ha compiuto un investimento significativo in tecnologia hardware, negli ultimi 3 anni: alla roll-to-roll HP Latex 370 è seguita la flatbed swissQprint Nyala. Nel 2016, poi, HP Latex 1500 ha sostituito la sorella minore, ed è entrata in azienda anche una HP PageWide XL 8000. Quattro i driver che hanno portato a questi investimenti: ecososteni-

bilità, produttività, automazione e volontà di avere chimiche differenziate per garantire un ampio spettro di lavorazioni. HP Latex 1500 è stata la conferma della scelta compiuta con HP Latex 370, ma aggiornata ai volumi produttivi subentrati negli ultimi 2 anni. «È la macchina più versatile che abbiamo», spiega Andrea. «Quella che ci consente la massima fles-

sibilità sia in termini di materiali lavorabili che di orari». HP Latex 1500, infatti, garantisce una produttività 24/7. HP PageWide XL 8000, abbinata a una taglierina in linea, è poi la soluzione perfetta per quelle applicazioni che vengono chieste da molti dei clienti di Imagink: non solo su blueback, ma su materiali cartacei più pregiati, per allestimenti in store.

|| Imagink ha realizzato per HP Latex 1500 un ambiente con temperatura e umidità controllata. In questo modo può minimizzare l’incidenza delle variabili ambientali sul processo di stampa e garantire ai clienti una qualità di stampa elevata e costante..

Fenix Digital Group srl Via Maggiate 69 28021 Borgomanero (NO) www.fenixdigitalgroup.com T: +39 0322 060 276 F: +39 0322 060 128 info@fenixdigitalgroup.com

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meeting leaders Il costruttore catalano, leader nell’industria del legno, affronta l’inkjet singlepass nel corrugated con un approccio da outsider e un’esperienza quasi secolare

L’inkjet di Barberán è una sintesi di innovazione estrema e valori tradizionali di Elena Panciera // elena.p@densitymedia.com

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Castelldefels, cittadina costiera alle porte di Barcellona, Barberán è un’istituzione dal 1929. E ha un employer branding invidiabile. Molti sognano di lavorare qui. Al momento, lo fanno circa centosessanta persone, che mostrano una fedeltà e un attaccamento all’azienda davvero rari. Le ragioni vanno oltre i meri numeri, e sono forse da cercare nei valori che guidano il business. In un mondo dominato da parole come “profitto” e “produttività”, Barberán parla ancora di “onestà”, “fedeltà”, “persona”, “famiglia”. In un mondo in cui spesso il migliore è semplicemente il più economico, Barberán risponde con l’eccellenza, l’attenzione, la dedizione. I dipendenti, primi araldi dei valori aziendali e gelosi custodi dei suoi segreti tecnologici, amano e difendono l’azienda con tenacia. Alla guida di questo affascinante microcosmo c’è Jesus Barberán, pronipote del fondatore dell’azienda, uomo di poche (ma illuminate) parole. Attorno a lui una squadra di collaboratori fidatissimi, più una famiglia coesa che un classico management team.

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meeting leaders

intervista a José Luis Giménez Vicepresidente di Barberán

“Abbiamo un prodotto assolutamente unico e una grande esperienza nel trattamento delle superfici, ma la nostra vera forza è non aver paura di sperimentare”

Qual è il rapporto di Barberán con l’industria cartotecnica? Se nel settore del legno abbiamo un nome, in quello degli imballaggi siamo i “new guys”, i nuovi arrivati. Ci confrontiamo quotidianamente con dei giganti. Siamo un piccolo costruttore in un mondo di grandi società e multinazionali. Ci stupiamo ogni giorno di questo, ne siamo onorati e lo troviamo molto stimolante. Ripensando alla nostra storia recente, siamo stati protagonisti di varie situazioni favorevoli. Trovandoci ad un bivio abbiamo imboccato la strada che pochissimi altri costruttori dell’inkjet, quasi sempre più grandi di noi, hanno intrapreso: quella del single-pass. Abbiamo preso questa decisione perché stavamo pensando alle esigenze di un mercato – quello del legno – diverso da quello a cui pensavano i costruttori delle arti grafiche. Il nostro obiettivo era riprodurre in modo realistico il legno e i materiali naturali, non fondi piatti perfettamente omogenei. Non cercavamo nemmeno una qualità fotografica. Di conseguenza ci siamo concentrati su aspetti della macchina importanti per i nostri obiettivi:

Quasi un secolo di esperienza al servizio dell’industria Barberán è un’azienda storica, quasi centenaria. Le sue radici affondano profondamente nel territorio, la sua storia si intreccia indissolubilmente con quella della famiglia che l’ha fondata e continua a guidarla. Si trova in una posizione geografica decisamente felice: a circa venti chilometri a sud di Barcellona, nel corso del Novecento il borgo di Castelldefels è diventato un centro con oltre sessantamila abitanti, trainato dal turismo e da un prospero tessuto industriale di aziende manifatturiere e metallurgiche. Dalla sua fondazione, nel 1929 – anno dell’Esposizione Universale di Barcellona – Barberán è cresciuta insieme alla sua città. fino a diventare uno dei più importanti costruttori di macchine industriali della Spagna. Produce infatti a ciclo completo una gamma di sistemi per la verniciatura, la laminazione e il rivestimento, destinate ai settori dell’arredamento, dell’edilizia e del-

la meccanica, per esempio. La nostra giovinezza nel settore cartotecnico ci ha dato un altro importante vantaggio: abbiamo avuto il tempo di sviluppare la tecnologia senza pressioni esterne, dato che né il mercato né i competitor erano consapevoli delle nostre ricerche. Il fatto che la stessa piattaforma che stavamo sviluppando per il legno si sarebbe prestata alle esigenze della cartotecnica, è stata di fatto un’intuizione. Quali i vostri valori aggiunti? Abbiamo un prodotto assolutamente unico e una grande esperienza nel trattamento delle superfici. Siamo estremamente specializzati: costruiamo macchine per l’industria, di cui conosciamo perfettamente le dinamiche e i processi. Non veniamo dall’IT e siamo una società manifatturiera. Ogni fase della produzione viene realizzata internamente, dalla progettazione alla prototipazione, fino alla costruzione dei componenti e all’assemblaggio. Quale rapporto avete con i clienti del settore corrugated? È molto speciale. In particolar

la decorazione, in particolare nel mercato del legno. Nello stabilimento di oltre oltre 27.000 metri quadrati, con un ampio magazzino di materie prime, tutte le lavorazioni chiave vengono svolte internamente: taglio e fresatura dei componenti delle macchine, pulizia, saldatura, verniciatura, assemblaggio. Oltre naturalmente alle imprescindibili fasi di collaudo e controllo qualità, cui vengono sottoposte tutte le macchine prodotte in azienda: Barberàn pone infatti un’attenzione estrema nel rilasciare sistemi di eccellenza. Sono infine i tecnici interni che seguono le installazioni dei macchinari in tutto il mondo, curandone l’avviamento e l’inserimento nei workflow produttivi dei clienti.

La “startup dentro l’azienda” che ha aperto un nuovo mercato Proprio dal settore legno, intorno al 2004, parte il primo input che porta alla creazione di una business unit dedicata alla stampa

modo con il nostro primo cliente, il gruppo spagnolo Hinojosa. Hanno creduto in noi già nel 2013 e ci siamo sentiti responsabili della loro fiducia, di quello che allora era un grande rischio imprenditoriale. Da questa collaborazione abbiamo imparato moltissimo e abbiamo costruito un rapporto di reciproco valore. Lo stesso vale per tutti gli altri clienti che hanno installato JetMaster in tutto il mondo, tra cui uno in Italia. Ora che alle promesse sono seguiti i fatti, il livello di interesse è altissimo. Perché ami lavorare in Barberán? Per la nostra flessibilità. Creiamo soluzioni completamente personalizzate. E poi per la nostra vicinanza al cliente già a partire dalla progettazione, e poi nel percorso di formazione e di assistenza post-vendita. Siamo un’azienda familiare e abbiamo un organigramma quasi piatto: questo fa sì che tutti i nostri collaboratori, prima o poi, debbano “sporcarsi le mani” o abbiano a che fare con il cliente. Infine abbiamo la libertà di sperimentare, e questo è un privilegio che poche aziende ti concedono.

digitale. L’ambizioso obiettivo è quello di realizzare una macchina che possa competere con i sistemi di laminazione e rivestimento analogici per velocità e affidabilità. Ma soprattutto riesca a produrre on-demand, sulla base di un file digitale, effetti di decorazione realistici agli occhi degli esperti del settore: quei costruttori di mobili, arredatori e architetti che per i propri progetti ricorrono sempre più ai materiali melaminici al posto del legno. Per raggiungere l’obiettivo Barberán costituisce una squadra giovane, con elevate competenze ingegneristiche e un grande entusiasmo. Una sorta di “startup in azienda”, che gode di autonomia e totale fiducia da parte della proprietà. «Qui nessuno ha paura di esporre le proprie idee, perché chiunque ne abbia una sa che verrà ascoltato senza pregiudizi. E se l’idea è buona, proviamo a svilupparla, a prescindere dalla posizione di chi la propone» - spiega Eladio Lerga, Innovation & Development Engineer. Il percorso di R&D non è sempre lineare: l’iniziale inesperienza nel campo dell’inkjet

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meeting leaders

viene compensata dai solidi background tecnici e scientifici dei membri del team e dalla possibilità di lavorare direttamente sulla macchina, costruendola letteralmente pezzo dopo pezzo, in un’area dedicata dell’azienda. Gli ingegneri incrociano le proprie competenze, le affinano, e sviluppano via via partnership strategiche con attori del mondo inkjet: produttori di teste di stampa, chimiche d’inchiostro, sistemi di curing. «Sapevamo che ci stavamo assumendo un grosso rischio, perché realizzare una singlepass è un progetto enorme. Un paio di volte siamo stati a un passo dal gettare la spugna, ma infine qualcosa ci ha sempre convinti ad andare avanti, a percorrere una strada alternativa e proseguire. Anche gli errori sono stati importanti per acquisire consapevolezza di cosa non funzionava» - racconta il vicepresidente José Luis Giménez - «E del resto, secondo noi, per un’azienda il vero rischio è non affrontare nessun rischio». Il risultato di questo processo di ricerca e sviluppo è il primo prototipo di macchina da stampa inkjet single-pass per il settore legno, nel 2007. Ben presto, però, l’inkjet di Barberán valica i limiti del proprio mercato di riferimento: nel 2010 una nuova macchina da 60 metri lineari al minuto viene sviluppata e costruita per soddisfare le esigenze di decorazione di uno dei maggiori produttori mondiali di infradito in gomma. Ma la vocazione ai nuovi mercati di Barberán non si ferma qui, e dai pannelli di compensato per cui Jetmaster

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è stata concepita si passa presto ai fogli di cartone ondulato per l’imballaggio e la cartotecnica. Nel 2013 Barberàn non solo entra in un mercato quasi vergine dal punto di vista dell’offerta inkjet, ma lo fa da protagonista, con una single-pass unica e dalle performance oggettivamente straordinarie.

Solidi valori aziendali alla base del successo nel business In Barberàn, però, tutti sono convinti che al successo non concorrono solo l’efficacia del prodotto e una buona rete commerciale, ma anche quei valori che stanno alla base dell’azienda. Vissuti e interiorizzati da tutti, sono ciò che rende l’ambiente di lavoro sereno e costruttivo. Onestà e trasparenza, serietà e responsabilità nei confronti dell’azienda e delle persone, riservatezza, tradizione e famiglia, sostenibilità, innovazione, attenzione alla qualità della vita. Concetti che in Barberàn guidano ogni decisione. È per questo, forse, che in azienda si percepisce da parte di tutti un profondo orgoglio di “far parte della famiglia”. Il proprietario, Jesús, è affezionato ai suoi collaboratori, molti dei quali lavorano in Barberán da decenni. Racconta con rispetto e gratitudine aneddoti che ne sottolineano il valore in un particolare frangente o nella risoluzione di un problema. Fa del conoscere personalmente ogni dipendente un motivo d’onore.

L’innovazione è un gioco di squadra Il team dedicato al digitale in Barberàn è composto da una trentina persone: una vera e propria “azienda nell’azienda”. Un gruppo omogeneo per età e percorso di studi: universitario, ad indirizzo scientifico o tecnico. Tutti sono accomunati dall’attitudine alla ricerca, dalla curiosità, dal desiderio di mettersi in gioco e imparare ogni giorno. Alcuni dei punti di forza di questa squadra sono la coesione e l’interazione tra figure diverse, che si occupano sia dello sviluppo dell’hardware che del software, oltre che di un dialogo serrato e di una ricerca congiunta con le aziende partner. Al fine di accelerare i processi di R&D e la sperimentazione, Barberàn ha scelto di avere sempre installata in azienda almeno una Jetmaster per la stampa su materiali lignei e una per il corrugated. Un investimento rilevante, che consente però al team di engineering di testare differenti configurazioni, oltre naturalmente ad effettuare dimostrazioni e test a favore dei clienti. «Per l’azienda questo è un investimento certamente oneroso, ma necessario. Tra l’altro, le macchine sulle quali si compiono tutti i test sono le stesse che vengono esposte e messe in funzione nelle fiere più importanti» - spiega Lerga.


meeting leaders Una crescita sostenibile, solida e coerente con i propri valori Il futuro di Barberán, grazie a questi anni di continui investimenti in ricerca, innovazione e a questa etica solida, sembra prospettarsi roseo. E la domanda di sistemi Jetmaster cresce esponenzialmente, trainata da una crescita del mercato globale del digital corrugated che gli esperti indicano in oltre il 50% anno su anno. In azienda sono però tutti consapevoli che non si possa e non si debba dormire sugli allori. Il team di sviluppo dell’inkjet è costantemente al lavoro per migliorare ulteriormente ogni aspetto della piattaforma. Inoltre l’azienda catalana ha ben chiara la propria strategia di crescita. Anzitutto questa deve essere “sostenibile”, ovvero graduale, costante, senza picchi eccessivi né passi avventati. E soprattutto non deve prescindere dai valori aziendali. “Crescita” per Barberán non significa quindi moltiplicare fatturati e numero di addetti in tempi fulminei, ma piuttosto costruire negli anni

partnership strategiche e garantire ai propri clienti il miglior servizio possibile. Significa conquistare clienti che non si sentono tali, ma percepiscono di essere parte dell’azienda. Significa formare collaboratori motivati e leali, che non bramino di trovare stimoli professionali altrove. Implica il consolidamento della propria presenza nei due mercati di riferimento, legno e packaging, approfondendo le competenze in modo verticale. E significa potenziare la propria comunicazione e le attività di marketing, anche attraverso iniziative inedite, come gli open house organizzati negli ultimi due anni, che hanno richiamato decine di professionisti della cartotecnica da tutta Europa. «Siamo consapevoli che, soprattutto nel settore packaging, siamo solo all’inizio. Vediamo notevoli margini di crescita e miglioramento» - spiega Dennis van Ijzerloo, Export Manager - «Magari continuando a sviluppare la nostra tecnologia inkjet così che sia compatibile anche con inchiostri a base acqua, che potrebbero aprire nuovi scenari applicativi legati soprattutto al food packaging».

Un approccio vincente al single-pass fa crescere le installazioni in tutta Europa, a cominciare dall’Italia I “new guys” dell’inkjet hanno fugato in pochi anni ogni dubbio del mercato a suon di numeri e performance, anche in un mercato consolidato ed esigente come quello cartotecnico. A oggi si contano 17 installazioni di Jetmaster in entrambi i settori e altre due sono previste per la prima metà del 2017. Le motivazioni di questo successo vanno cercate nel connubio tra offerta – una macchina dalle performance ormai comprovate dai casi di successo – e una domanda derivante dal tessuto industriale. Basta pen-

sare all’indotto dell’industria manifatturiera e alimentare italiana per comprendere le proporzioni di quello generato con gli imballaggi ad essa correlati. Proprio in questo scenario si inserisce la prima installazione nella penisola di una Jetmaster 1680 in provincia di Bari a maggio 2016. Ondapack Sud, che serve numerosi clienti nel mercato industriale e ortofrutticolo, ha scelto di usare inchiostri UV a bassa migrazione che soddisfano le principali normative per il food packaging.

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Kombo TAV-R: il taglio digitale è industriale

carta d'identità PRODUTTORE Elitron

NOME Kombo TAV-R

MATERIALI LAVORABILI Cartone teso, cartone ondulato, materiali plastici e compositi

SPESSORE MASSIMO MATERIALI 20 mm (cartone) – 5 mm (materiali plastici e compositi)

DIMENSIONE PIANO DI LAVORO 3.200x1.600 mm – 3.200x2.200 mm

VELOCITÀ Fino a 102 m lineari/minuto

TIPO DI LAVORAZIONI Taglio e cordonatura

APPLICAZIONI Imballaggi, prodotti cartotecnici, espositori, POP

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Elitron centra i traguardi dell’industria cartotecnica grazie a una soluzione che punta su workflow non-stop, qualità ed elevata produttività Il mondo del packaging sta cambiando rapidamente. A una crescita complessiva del volume delle lavorazioni si affianca una sempre più marcata riduzione dei singoli quantitativi per ciascun lotto, con tempi ridotti. Qualità, personalizzazione e produzione just-in-time sono prerogative ormai imprescindibili per prodotti che sono ormai parte integrante delle strategie marketing delle aziende. Il problema irrisolvibile con i tradizionali sistemi di finitura – che talvolta si trasformano in colli di bottiglia – è la necessità di interrompere costantemente la produzione per modificare i parametri, sostituire fustelle ed effettuare prove. Di contro, fino a poco tempo fa le soluzioni digitali erano considerate inadatte a queste lavorazioni a causa di limiti oggettivi come la necessità di operare 24/7, inserendo efficacemente questo tipo di piattaforme all’interno di un unico workflow, automatizzato, affidabile e produttivo. Grazie ad una non comune capacità di ascolto e all’esperienza maturata sul campo, Elitron ha compreso queste necessità riuscendo a realizzare una soluzione di taglio e cordonatura digitale di livello industriale. Una risposta reale e funzionale alle richieste di un segmento industriale maturo.

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Automazione e modularità al servizio della produttività Tra le caratteristiche più interessanti di Kombo TAV-R c’è la movimentazione dei materiali. Essa non si limita al carico e scarico dell’area di lavoro ma prevede una gestione completa dei pallet nelle fasi pre e post- lavorazione. Il sistema è progettato per essere configurato secondo le necessità del cliente ed essere aperto a successive upgrade. I materiali da lavorare, posizionati su pallet, possono essere automaticamente indirizzati a una zona di attesa

e quindi alla lavorazione vera e propria. Il tutto viene gestito mediante un software dedicato, attraverso il quale l’operatore può organizzare la coda delle lavorazioni da eseguire, per poi lasciare la macchina produrre in totale autonomia. Il sistema include inoltre funzionalità avanzate come la gestione intelligente dei pallet che, una volta svuotati dei materiali da lavorare, vengono riutilizzati per l’impilamento dei materiali lavorati.

Operatività 24/7, senza perdere di vista qualità ed efficienza Kombo TAV-R è progettata per produrre 24/7 con qualità elevata e costante. La gestione efficiente dei materiali aumenta la produttività e ottimizza il workflow. Il Sistema di Pre-Carico prepara i fogli da lavorare mentre l’area di taglio è impegnata nella produzione del precedente. Al tempo

stesso il Seeker System, brevetto Elitron, mediante due telecamere rileva posizione ed eventuali deformazioni della stampa. Il foglio viene quindi posizionato sul piano di lavoro. Kombo TAV-R permette poi di ottimizzare l’area di lavoro grazie alla gestione multi-foglio in fase di carico. Il

software TwinCut suddivide il carico di lavoro tra le due teste e avvia la lavorazione. Infine, il sistema aspirante di scarico Airo Panel preleva prodotto e sfrido (senza ponticelli) per depositarli insieme, risolvendo il problema della gestione degli scarti, ottenendo un impilamento ottimale.

Una macchina per diventare grandi, un passo per volta Kombo TAV-R è studiata per andare incontro sia alle importanti esigenze produttive di scatolifici e grandi aziende cartotecniche, sia per permettere il primo passo verso la vera automazione 24/7 per chi vuole essere più competitivo. È infatti possibile optare inizialmente per una configurazione priva di rulliere, predisposta per un successivo upgrade. Tra le opzioni, un Seeker System aggiuntivo posto sulla testa di ta-

glio per effettuare lavorazioni su materiali plastici e compositi. È inoltre disponibile uno scarico alternativo alle rulliere, un tappeto in Acetal (materiale plastico) che gestisce lo scarico parziale senza fermare la produzione. Rispetto alla pallettizzazione, questo sistema è una soluzione ideale per i web-to-print che si trovano a gestire volumi importanti, frammentati però in numerose commesse con bassi quantitativi.

l’azienda Fondata nel 1984 da Giuseppe Gallucci, Elitron è protagonista al vertice nella produzione di soluzioni di taglio e cordonatura per la cartotecnica e la comunicazione visiva. Con oltre 25 anni di esperienza ed una vision orientata più alla rea-

lizzazione di sistemi integrati invece che singoli prodotti, l’azienda ha continuato a crescere costantemente superando le 2.000 installazioni nel mondo e specializzandosi nell’automazione, realizzando sistemi votati all’alta produttività.

Elitron Viale I Maggio, 42 - Z. Ind.le 63813 Monte Urano (FM) T: +39 0734 842221 www.elitron.com sales@elitron.com

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speciale La migrazione delle chimiche è una criticità della stampa di packaging.È tuttavia possibile realizzare prodotti sicuri e in linea con gli standard internazionali

Inchiostri e coating inkjet compatibili con il packaging di Richard Hulme // rick.hulme@sunchemical.com

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entre continuiamo a testimoniare la crescita nella stampa digitale, è il rapido aumento nel settore dell’inkjet che offre le prospettive più eccitanti per il futuro, specialmente nel campo delle etichette e del packaging. Secondo la ricerca di mercato, è previsto che l’inkjet sorpassi l’elettrofotografia dopo il 2019, mentre entro il 2024 si stima che rappresenterà il 56% del valore e il 53% del volume totale della stampa digitale. I mercati serviti dal digitale continuano a crescere e il packa-

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ging è stata una delle ultime aree ad adottare la tecnologia di stampa digitale. E, come in ogni mercato, il settore del packaging presenta le sue sfide. Tra le principali priorità per brand owner, converter e clienti ci sono le questioni relative a compatibilità e migrazione. Dopo aver riguardato principalmente la stampa convenzionale, la bassa migrazione e la compatibilità sono ora fattori importanti anche nella stampa digitale. Sono quegli aspetti che, se non gestiti nella maniera corretta, potrebbero potenzialmente avere gravi conseguenze, come un danno alla reputazione dei brand e rischi per la salute dei con-

Richard Hulme ha lavorato per 13 anni per SunJet, la divisione inkjet globale di Sun Chemical, ricoprendo vari ruoli strategici. Dal 2014 ricopre la carica di Global Sales & Product Manager in Sun Chemical. È il responsabile dello sviluppo delle chimiche UV e ibride per i settori della grafica, delle etichette e del packaging flessibile. Tra i suoi compiti principali spiccano quelli di divulgare le attuali tecnologie e gestire la costante evoluzione dell’inkjet. Richard investe notevole parte del proprio tempo nello sviluppo dei rapporti con gli OEM, i fornitori di materie prime e le grandi realtà industriali. Il suo obiettivo fondamentale è quello di comprendere quali siano le esigenze del mercato e soddisfarle utilizzando soluzioni inkjet.


speciale i protocolli per una buona pratica di stampa.

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Migrazione e limiti prescritti Le alterazioni di caratteristiche come il sapore o l’odore, così come menzionato nella legislazione della Comunità Europea, sono causate dalla migrazione di vari materiali all’interno del prodotto alimentare (fig. 1). In alcuni casi l’alterazione può essere rilevata analizzando il colore o la consistenza, oppure annusando o assaggiando l’alimento al momento di consumarlo. Comunque, in linea di massima le rilevazioni vengono effettuate utilizzando sofisticate attrezzature di analisi, che stabiliscono il livello di migrazione nel corso di una prova che sottopone un simulante dell’alimento a una determinata temperatura per un determinato lasso di tempo. Nei casi in cui viene effettuata questa tipologia di analisi, vengono applicati i seguenti limiti:

sumatori. Durante la fase di progettazione del packaging, particolare attenzione viene posta ad assicurare che materiali adatti (cartone, pellicola, alluminio o plastica) siano usati per proteggere i vari prodotti alimentari. La scelta di chimiche d’inchiostro e coating è altrettanto importante anche se, nel corso degli anni, è stata a volte trascurata, causando una quantità di richiami per prodotti di alto profilo. Ci sono una quantità di fattori che devono essere tenuti in considerazione per assicurare che gli inchiostri Sun Chemical rispettino i requisiti necessari e le legislazioni.

Comprendere la legislazione che regola la stampa di packaging Dato che la legislazione per la bassa migrazione è varia e complessa, le regole generali sono incluse nel Regolamento della Comunità Europea 1935/2004, in cui si afferma che il packaging alimentare non debba trasferire materiali ai beni contenuti in quantità tali da mettere in pericolo la salute umana o da comportare una modifica inaccettabile della composizione dei prodotti alimentari o un deterioramento delle loro caratteristiche organolettiche. Inoltre, se il supporto è con-

siderato “materia plastica” – definito come polimero a cui possono essere stati aggiunti additivi o altre sostanze, capace di funzionare come principale componente strutturale di materiali e oggetti finiti – verrà applicato il Regolamento della Comunità Europea 10/2011. I produttori di inchiostri come Sun Chemical devono operare seguendo la Good Manufacturing Practice (GMP), la buona pratica di lavorazione, che stabilisce le linee guida raccomandate per materiali e articoli che entrano in contatto con i generi alimentari. Gli inchiostri da stampa devono, oltretutto, essere realizzati in maniera tale da minimizzare ogni potenziale migrazione. L’Autorità Svizzera per la Regolamentazione ha, inoltre, emanato l’Ordinanza RS 817.023.21, che tutti i soggetti interessati sono tenuti a rispettare. Questa normativa delinea liste di specifiche materie prime utilizzabili per realizzare gli inchiostri destinati alla stampa di packaging alimentare. Sebbene da un punto di vista legale riguardi esclusivamente gli inchiostri e il packaging entro i confini svizzeri, in realtà questa Ordinanza è largamente seguita in tutta l’Europa e anche oltre. Comunque, il solo uso di inchiostri e coating a bassa migrazione non assicura la conformità del packaging, dato che devono essere osservati anche

yy Se il packaging e i materiali di cui è composto impattano sul prodotto con una contaminazione in un rapporto inferiore a 10 parti su un miliardo (ppb, parts per billion), il livello è accettabile, a meno che il contaminante non sia una tossina. Ad ogni modo, se il materiale altera il cibo in maniera percepibile, non è adatto all’uso. yy Un livello da 10 a 50 ppb è accettabile qualora l’elemento interessato abbia specifiche informazioni tossicologiche che supportino questa conclusione. Comunque, il materiale deve essere adatto all’uso e non deve alterare il prodotto alimentare. yy Superando il livello migratorio dei 50 ppb, per validare il prodotto deve essere disponibile o effettuabile una valutazione tossicologica completa. Quanto detto si applica a qualsiasi inchiostro o coating utilizzato per il packaging destinato prevalentemente a un uso alimentare e non è destinato a specifiche tipologie di chimica o di processi di stampa. Dato che questo articolo si concentra su inchiostri e coating, dovrebbe essere posta attenzione al fatto che ci sono altre potenziali fonti di contaminazione che devono essere tenute in considerazione (fig. 2). yy I materiali vengono scelti appositamente per l’applicazione. Tuttavia, possono subire alterazioni durante i processi di stampa, specialmente laddove è possibile un’interazione del supporto o una sua componente con fonti di energia UV o EB. yy La stampante può essere un’insospettabile fonte di particelle migratorie, che non devono essere sottovalutate.

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Cos’è la migrazione? 1

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Migrazione diretta Diretta dalla stampa agli alimenti, in situazioni in cui questi ultimi sono a diretto contatto con la stampa

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Migrazione attraverso il supporto Attraverso il supporto fino alla superfice opposta a quella stampata

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Migrazione da “set-off” (controstampa) Per contatto tra la parte stampata e quella non stampata del medesimo supporto, nel caso di bobine, o di supporti differenti, nel caso di fogli impilati

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Migrazione via fase gassosa Volatilizzazione e condensazione di particelle, causate da un aumento di temperatura (ad durante il riscaldamentendo degli alimenti all’interno della confezione)

yy Immagazzinamento e trasporto: la contaminazione può avvenire se gli oggetti non sono correttamente immagazzinati o trasportati. Ad esempio, se lavorazioni a bassa migrazione e altre non a bassa migrazione vengono effettuate negli stessi impianti produttivi, devono essere immagazzinate e inviate ai clienti separatamente, evitando che entrino in contatto.

Altre considerazioni relative alla migrazione Per quanto riguarda i prodotti che necessitano di processi di asciugatura e fissaggio (cosiddetto curing) per mezzo di emissioni di energia, il procedimento di curing non è mai completo al 100%. Vuol dire che vi è comunque la possibilità che particelle come quelle dei monomeri migrino. Nell’asciugatura UV anche i fotoiniziatori sono fonti potenziali di migrazione. Perciò Sun Chemical utilizza materiali polimerici per minimizzare la possibilità che si verifichino problemi di migrazione, ma anche in questo caso bisogna scegliere con attenzione i fotoiniziatori. Anche i pigmenti vanno tenuti in considerazione. Normalmente hanno un peso molecolare elevato e sono relativamente insolubili, ma spesso contengono sottoprodotti residuali, che possono migrare più facilmente. Alcuni di questi sottoprodotti dei pigmenti sono controllati dalla Risoluzione AP (89) 1 del Consiglio d’Europa

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e devono essere attentamente considerati in fase di formulazione. Spesso si presume che i materiali agiscano come barriere, ma questo fatto deve essere verificato, specialmente durante il processo di lavorazione. Infatti, spesso la migrazione avviene durante la fase finale della stampa, quando i materiali vengono riavvolti o impilati. Esistono timori che la presenza di olio minerale nel mercato del cartone sia potenzialmente da addebitare agli inchiostri da stampa. Vari oli idrocarburici vengono usati per la produzione di una moltitudine di inchiostri litografici e tipografici. Sebbene questi inchiostri non siano comunemente utilizzati per il packaging alimentare, la carta stampata per realizzare giornali e riviste viene spesso coinvolta nei processi di riciclo e può, quindi, diventare un componente del cartone riciclato. Non tutta la carta riciclata presenta questo problema, ma in generale rappresenta una potenziale fonte di migrazione.

Responsabilità La responsabilità di assicurare che il packaging sia adatto all’uso finale inizia dal brand

owner e dal suo team di progettazione. La comunicazione tra i brand owner e gli stampatori o converter deve essere molto accurata, per garantire che vengano utilizzati gli inchiostri e i coating appropriati. Anche dopo l’applicazione, il tempo di asciugatura e di curing deve essere strettamente controllato, in maniera tale che alla fine del processo il materiale stampato soddisfi i requisiti richiesti dall’industria e dagli utilizzatori. Come venditore sia di prodotti UV che EB per la stampa inkjet, Sun Chemical può dare assistenza nella messa a punto dei corretti protocolli per testare specifiche applicazioni, ma la responsabilità complessiva resta allo stampatore/converter. In passato si sono fatte supposizioni secondo le quali se un prodotto non è a contatto con la superficie stampata, il prodotto alimentare è al sicuro. Questo non è vero, perché ci sono diverse strade oltre al trasferimento diretto che la migrazione può percorrere. Per esempio, i materiali possono migrare attraverso la penetrazione, passando dalla parte posteriore del supporto (ad esempio in caso di oggetti impilati), oppure sotto forma gassosa durante l’immagazzinamento o la preparazione.

In breve Le sfide che il mercato affronta, così come le questioni e le richieste di tutti i soggetti interessati – dai brand owner ai consumatori – sono fondamentali per condurre l’innovazione verso la fornitura di soluzioni conformi, così come è cruciale anticipare e affrontare le tendenze e le esigenze future. Oggi il packaging deve rispettare una moltitudine di requisiti. Tra questi un impatto visivo gradevole, un aumento della capacità dei pacchi di rappresentare uno strumento di comunicazione, la riciclabilità e la sostenibilità, una vita del prodotto più lunga e un peso ridotto. Tutto questo tenendo conto anche del complesso panorama normativo, dato che l’industria si sforza di rendere più sicuro il packaging alimentare. La stampa digitale può avere un impatto positivo sul packaging e Sun Chemical è orientata esclusivamente a supportare questa visione, basandosi sulla sua vasta esperienza riguardo inchiostri e coating per il packaging. Il fine è quello di fornire al mercato della cartotecnica prodotti inkjet pienamente conformi.

Per maggiori informazioni su Sun Chemical visitate: www.sunchemical.com Per scaricare la Sun Chemical’s Best Practice Guide visitate: http://www.densitymedia.com/u/sun-chemical-low-migration


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focus | Barberán Jetmaster Series

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Jetmaster, il packaging sposa l’inkjet e diventa digitale

carta d'identità

Barberán ha aperto la strada alle single-pass nel settore cartotecnico con una macchina prodotta interamente nella sede di Barcellona

PRODUTTORE Barberán

NOME Jetmaster 1260, 1680 e 1890

MATERIALI LAVORABILI Cartone ondulato

PRE E POST-TRATTAMENTO Unità di pretrattamento integrata, unità di coating opzionale

LUCE DI STAMPA 1.260 mm – 1.680 mm – 1.890 mm

VELOCITÀ fino a 60 m/min alla massima risoluzione di 360x360 dpi

COLORI 4 o 6 (CMYK più colori light oppure arancione e viola)

SOFTWARE Barberán BIJ Printer (gestione macchina), Barberán BDIP Printer (gestione file e costi), ColorGATE Productionserver (RIP)

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Barberán produce macchinari industriali per la lavorazione e la decorazione di superfici nel settore dell’arredamento dal 1929. Da questo contesto nasce l’interesse per la stampa digitale, come alternativa e completamento alla laminazione di pannelli lignei. La serie di stampanti inkjet single-pass Jetmaster, pensata inizialmente per questo mercato, ha però di fatto aperto la strada della stampa digitale single pass su cartone ondulato. Un mercato che, quando è stato sviluppato il primo esemplare, nel 2013, era ancora vergine, ma oggi sta scoprendo appieno le potenzialità del digitale. La vocazione industriale della serie Jetmaster si traduce in una produttività significativa di 60 m/ora e in un’affidabilità 24/7. Jetmaster Series propone tre diversi modelli per il settore cartotecnico, che variano per misura e capacità produttiva. L’azienda barcellonese, tuttavia, ha una spiccata vocazione alla sartorialità e un approccio consulenziale al cliente, resi possibili dal fatto che ogni fase del processo è gestita internamente. Ogni parte del progetto iniziale può venire ripensata, così che la Jetmaster si possa inserire armoniosamente nel flusso di lavoro aziendale.

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Il segreto sta alla base: il sistema di pretrattamento Il modulo di pretrattamento previsto di serie su tutte le Jetmaster è uno dei segreti dell’elevata qualità delle applicazioni realizzate con questi sistemi. Lo speciale primer rende la superficie del cartone perfettamente liscia e omogenea. La stampe sono così uniformi anche su materiali diversi. Al tempo stesso migliorano adesione e resistenza degli inchiostri, ed è possibile minimizzare i fenomeni di deformazione della goccia sulla superficie del materiale (dot

gain). Ne risultano immagini con una definizione e una nitidezza superiori, indipendentemente dalla risoluzione di stampa utilizzata. Un altro vantaggio di questo pretrattamento è la riduzione del consumo complessivo di inchiostro. Il modulo per l’applicazione del primer viene installato in linea, prima della cabina con il motore di stampa. Un forno ad aria asciuga istantaneamente il liquido. Come gli inchiostri, anche il primer è low migration.

Triplo curing per un’asciugatura in profondità Nell’industria cartotecnica, dominata da processi analogici, è fondamentale che i fogli stampati di cartone ondulato siano rapidamente pronti per le operazioni di finitura, dovendosi inserire in flussi di lavoro consolidati senza creare colli di bottiglia. Barberán ha studiato per i propri sistemi

digitali un sistema di asciugatura brevettato che combina lampade UV LED, per il pinning all’interno del motore di stampa, e lampade UV al mercurio e al gallio, in un forno esterno. Il pinning serve a bloccare l’espansione della goccia poco dopo il contatto con il supporto. Le lampade al gallio

asciugano lo strato inferiore dell’inchiostro, così da evitare migrazioni, mentre quelle al mercurio agiscono su quello superiore, così da ottenere una finitura superficiale uniforme. La combinazione di queste tre tecnologie dà esito a un’essiccazione dell’inchiostro in profondità.

Una movimentazione industriale dei supporti La serie Jetmaster ha una movimentazione automatizzata studiata per sfruttare completamente le potenzialità della macchina. Un belt con aspirazione potenziata, ottimizzato per il cartone ondulato, permette una perfetta adesione del materiale. L’opzione Twin Feed consente di effetuare in parallelo fino a 10 lavori, stampandoli su 10 fogli affiancati anche di diverse larghezze. Così viene sfruttata tutta

la luce di stampa, mantenendo un livello di produttività costante. Nel settore cartotecnico solitamente basta avere la possibilità di stampare 2 fogli affiancati. Sensori ottici, gestiti tramite il software proprietario BIJ Printer, monitorano la posizione del materiale. Sono disponibili un feeder e uno stacker automatici che consentono di gestire due pallet in parallelo, oppure è possibile inserire Jetmaster in linee industriali.

l’azienda Barberán nasce nel 1929 come azienda produttrice di macchine industriali per la finitura di superfici nei settori dell’arredamento, dell’edilizia, della decorazione e del packaging. Ha quattro divisioni: laminatura, rivestimento, verniciatura e stampa digitale.

Ogni fase della lavorazione viene svolta nella sede di Barcellona, dalla progettazione alla produzione della maggior parte dei componenti (software inclusi). Esporta l’85% delle proprie macchine, che sono attualmente presenti in più di 60 paesi.

Barberán SA Carrer Galileo, 3 08860 Castelldefels Barcellona (Spagna) Tel: +34 936350810 www.barberan.com www.jetmasterseries.com barberan@barberan.com

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speciale Da uno dei brand leader del digitale, una panoramica sui trend tecnologici e applicativi, basato su una visione chiara e supportato da numeri incontrovertibili

La domanda del retail di domani alza l’asticella per l’ondulato “digitale” di Luis Christophe // luis.christophe@hp.com

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uello della stampa e del converting del cartone ondulato è un segmento grande, dinamico e ricettivo all’adozione delle tecnologie digitali, che impone un approccio pragmatico ma innovativo da parte di committenti, creativi e stampatori.

Stampare packaging, una grande opportunità. Ma grande quanto? Per rispondere dobbiamo analizzare l’industria del packaging nella sua interezza e poi segmentare

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quei settori che per affinità materica, quantitativa e qualitativa più si prestano alla decorazione e personalizzazione digitale. Definire i confini di un mercato così grande, che influenza ogni aspetto della nostra vita di consumatori, è tutt’altro che semplice. La dimensione globale dell’industria del packaging è stimata in 760 miliardi di dollari nel 2015, di cui 184 miliardi solo nella regione EMEA. Di questo enorme volume una larga parte – parliamo di 372 miliardi di dollari a livello globale e 101 miliardi solo nell’area EMEA – è stampato. E l’industria alimentare ne assorbe larghissima parte. In volume assoluto il cartone ondulato gioca già un ruolo guida rispetto ad altri materiali stampati

Veterano di HP con alle spalle 25 anni di carriera in azienda, Luis Christophe è il Marketing Manager del large format per l’area EMEA ed è concentrato sui segmenti del Sign & Display e della stampa di imballaggi in cartone ondulato. Durante la sua carriera in HP, Luis ha ricoperto differenti posizioni lavorative all’interno della business unit, sia a livello EMEA che nella regione iberica, passando dalle funzioni di marketing alle vendite alla finanza, ma sempre nel segmento della stampa di grande formato. Prima di entrare in HP ha lavorato per diverse banche in Brasile. Ha conseguito un MBA presso la ESADE School e un Executive MBA presso la IESE. Nativo del Brasile, Luis ha vissuto a Barcellona per gli ultimi 26 anni.


speciale Printed Packaging

Corrugated $31.9 billion in EMEA in 2016 Labels Flexibles Metal

Corrugated

Rigid Plastics Cartons

che esprimono esigenze legate alla sicurezza e all’anticontraffazione, a partire dalla costruzione di ologrammi e codici univoci. Per non parlare delle crescenti sfide dettate dall’ottimizzazione della logistica e della tracciabilità delle spedizioni. La possibilità del digitale di gestire dati variabili complessi, inserire codici di tracking e RFID, può garantire vantaggi enormi. Per non parlare del packaging shelfready, che supera le classiche logiche dello scaffale e riduce l’impatto del lavoro umano nei punti vendita della GDO. È una strategia già oggi applicata negli hard discount, che la tecnologia di stampa digitale di grande formato rende percorribile anche nei punti vendita tradizionali, magari abbinata alla personalizzazione e al tracking.

In che misura la qualità è un requisito chiave nella stampa del cartone ondulato? per l’imballaggio, posizionandosi davanti al cartone teso, al packaging flessibile, al packaging metallico e alle etichette. Nella sola area EMEA la stampa di ondulato vale 32 miliardi di dollari e non si limita agli imballi, ma è sempre più il materiale prescelto per la produzione di display e materiali POP. Nei prossimi 5 anni i volumi di ondulato stampato sono destinati ad aumentare in modo organico per tutto il comparto, sebbene sarà la stampa inkjet a trainare la crescita, specie in Europa e Nord America.

Quali sono gli attuali driver della stampa digitale su cartone ondulato? Tutti riconosciamo che la stampa digitale è una tecnologia abilitante, capace di aumentare il valore economico di un prodotto. Ma la domanda che ci poniamo è: “Perché un brand owner dovrebbe chiedere espressamente un prodotto digitale? E soprattutto perché dovrebbe essere disposto a pagare di più?”. Ci sono innumerevoli ottime ragioni. Il 45% dei brand owner afferma che sarebbe disposto a spendere di più per tirature di packaging sotto i 200 pezzi, o ancora per avere differenti varianti – 50 anche o anche più – di un medesimo prodotto. La personalizzazione e il versioning sono percorribili grazie alla capacità della stampa digitale di rendere unico ogni singolo pezzo o lotto di produzione, sulla base delle informazioni contenute in un database. Pensiamo allora a quanto risulterebbe efficace l’immagine del prodotto sul suo imballo.

Non una generica, ma la foto dettagliata con il colore e gli accessori relativi al modello che il consumatore troverà nella scatola. Ancor meglio se accompagnata da un testo riprodotto nella sua lingua.

Quali invece le sfide del prossimo futuro? Ci sono segmenti del packaging e del retail

Etichette da vino, packaging farmaceutici e imballaggi alimentari su adesivo e cartone teso sono prodotti che si guardano da vicino, con immagini di altissima qualità, loghi e tinte piatte che devono aderire alla brand identity del cliente, codici di sicurezza e anticontraffazione, ma anche effetti speciali e nobilitazioni. In questo segmento HP detiene la leadership con le tecnologie HP Indigo a foglio e a bobina. Agli imballaggi in cartone ondulato finora non sono state richieste particolari perfor-

Inkjet corrugated packaging ($ billion, constant 2015 values) $6.0 $5.0 $4.0 $3.0 $2.0 $1.0 $0.0 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021

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speciale

mance qualitative, ma sempre più anche questi prodotti sono chiamati a giocare un ruolo nelle strategie di marketing sul punto vendita. La stampa digitale del cartone ondulato dovrà rispondere sempre più a requisiti di produttività, personalizzazione, possibilità di riprodurre immagini di qualità fotografica. Uniti a caratteristiche funzionali di resistenza all’usura, agli urti, alle abrasioni, oltre all’adesione a precisi requisiti di sicurezza e riciclabilità. Tutte istanze cui HP sta dando risposte concrete con lo sviluppo della tecnologia PageWide.

Quanto deve costare e durare il packaging? È ovvio che il costo di un imballo deve essere rapportato alla sua destinazione d’uso, all’im-

requisiti qualitativi, produttivi, creativi ed economici richiesti.

patto comunicativo ed emozionale richiesto, alle dinamiche commerciali che è chiamato a scatenare. L’etichetta o la scatola di un vino di pregio, sebbene unitariamente costose, possono influenzare la scelta del consumatore, la sua percezione qualitativa del prodotto e del brand e, non ultimo, la sua attitudine alla spesa. La scatola di un televisore o di un forno a microonde, se possono condizionare il comportamento del consumatore sul punto vendita, esauriscono la propria funzione nel momento in cui il prodotto viene acquistato. Salvo rare eccezioni, come per esempio la scatola di un gioco di società o un contenitore alimentare realizzato secondo un preciso progetto creativo. Pack di questo tipo continuano a dialogare e interagire con il consumatore. HP è impegnata nello sviluppo di differenti tecnologie hardware e software, ciascuna capace di soddisfare i

Perché far dialogare brand owner, creativi e stampatori? Se è la tecnologia digitale a rendere possibile la realizzazione di progetti innovativi, è altrettanto vero che per sfruttarne il potenziale servono committenti sensibili, ma soprattutto designer evoluti e proattivi. Questa dinamica fa parte della cultura e della consapevolezza di HP che da sempre, parallelamente allo sviluppo di tecnologie di stampa digitale industriali, supporta stampatori e converter nello sviluppo del loro business e nel dialogo con le loro controparti. L’elemento chiave è poi il dialogo con i creativi, cui HP offre opportunità formative,

Features Brands Are Willing to Pay Extra For

Q: For which of the following services or features would your company be willing to pay a premium? Environmentally friendly paper, film, or board…

68%

1 print job with less than 200 labels or packages

45%

Variable data printing for track and trace codes

45%

1 print job for 50 or more product versions

41%

Variable data printing for personalized print

36%

Printed security features such as holograms,…

34%

Electronic security features such as RFID

29%

None of the above

13% 0%

20%

N = 265 Respondents that are brand owners in Europe / Multiple Responses Permitted

40

40%

60%

80%


speciale Digital Workflow for Corrugated Applications Creation & order submission

Pre-Press RIP

Media Handling Input

Printing

Media Handling Output

Finishing

MIS Integration

workshop e tool integrati con i software di grafica più diffusi. A questo si aggiungono le risorse umane, economiche e progettuali messe in campo per rendere i brand owner più consapevoli di ciò che la stampa digitale rende possibile.

In che modo la stampa digitale si inserisce in workflow integrati e complessi? Ci sono segmenti come l’office e il publishing dove la gestione del file, della carta, del pro-

cesso di stampa e del finishing comprendono un numero di variabili limitato. Industrie complesse e fortemente industrializzate come quella del packaging, invece, implicano variabili e problematiche di handling, automazione, lavorazioni accessorie di cordonatura e fustellatura ad alta velocità. Questo richiede skill e livelli di specializzazione elevatissimi. Nessun fornitore oggi può affermare di poter offrire soluzioni end-to-end proprietarie di prestampa, stampa e converting completamente mature ed efficaci. La capacità di stringere partnership, connessioni e alleanze

è la chiave. E HP è all’avanguardia in questo. I nostri sforzi e investimenti in R&D sono tutti concentrati sulla tecnologia di stampa, mentre le lavorazioni accessorie e le funzionalità di workflow sono affidate ai migliori partner sul mercato, dal software al taglio digitale. Se un modulo o un processo sono già disponibili e a livelli di eccellenza, perché reinventare la ruota?

Quanto il mercato richiede sistemi ultraproduttivi? E quanto tecnologie modulari e accessibili? Non stupisce che i riflettori siano puntati sui sistemi inkjet single-pass e che il mercato si interroghi sull’effettiva possibilità di rimpiazzare l’analogico nella stampa offset, flexo e rotocalco. Ma è pur vero che oggi la richiesta di adottare la tecnologia digitale parte più spesso dai reparti di progettazione e prototipazione degli stessi colossi dell’analogico, o ancora dai piccoli e medi operatori che gestiscono medi volumi just-in-time. Per questo HP è impegnata su più fronti. Da un lato nello sviluppo di tecnologie digitali destinate alla stampa di alti e altissimi volumi direttamente sulle linee di converting. Dall’altro per rendere accessibili e scalabili le proprie stampanti inkjet per il packaging, a partire da quelle basate su tecnologia PageWide, permettendo a stampatori e converter di investire gradualmente al crescere dei volumi.

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speciale Sebbene oggi interessino soltanto una minima parte dei volumi di cartone ondulato e teso stampati nel mondo, InfoTrends conferma la previsione di una crescita imponente delle produzioni realizzate con tecnologie digitali in questi mercati

Le nuove esigenze del mercato trainano la stampa digitale su cartone

C

on un tasso di crescita annuo che sfiora o supera il 50%, il mercato della stampa digitale per il packaging e le applicazioni cartotecniche si sta affermando come uno dei settori più interessanti e promettenti dei prossimi anni. Gli sforzi dei principali costruttori mondiali, alle prese con lo sviluppo di nuove tecnologie studiate ad hoc per questi ambiti applicativi finora inesplorati o marginali, stanno andando di pari passo con i rapidi mutamenti di un mercato che chiede sempre maggiore flessibilità, velocità e libertà creativa. InfoTrends, leader delle ricerche di mercato nel settore del printing, sostiene – dati alla mano – che in questo momento la stampa digitale si sta dimostrando un’alternativa più tempestiva ed economica rispetto a quella analogica per le basse tirature. E le basse tirature sono destinate ad aumentare. Basti pensare alla crescente domanda di “mass customization”, ovvero di produzione su larga scala di packaging

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InfoTrends è un’azienda indipendente leader a livello mondiale nella fornitura di servizi di ricerca di mercato e consulenza strategica per le soluzioni di imaging e gestione digitale dei documenti. Mette a disposizione ricerche, analisi, previsioni per aiutare i clienti a comprendere le tendenze di mercato. Per maggiori informazioni visitare il sito: keypointintelligence.com


speciale e materiali di comunicazione. Ma anche alla necessità che hanno sempre di più le aziende di ridurre le scorte di magazzino, oppure al bisogno di rispondere “just-in-time” ai cosiddetti “eventi”, come le promozioni stagionali sul punto vendita, o alle opportunità offerte dal mercato legate, ad esempio, ad eventi non programmabili e destagionalizzati.

I numeri della crescita

Il cartone ondulato e la tecnologia multi-pass Per circa 20 anni o forse più la stampa digitale a colori ha rappresentato un supporto vitale per i converter del packaging che avevano bisogno di realizzare prototipi. Le piattaforme utilizzate per queste lavorazioni sono tipicamente stampanti flatbed multi-pass a getto d’inchiostro, come HP Scitex e Inca, ma non solo. In passato, dunque, il plus offerto dalla tecnologia multi-pass è stato essenzialmente offrire una via pragmatica per verificare l’efficacia di un progetto prima di commissionare un’intera e più costosa produzione. Dal 2013 circa le cose sono un po’ cambiate. HP, Inca e verosimilmente molti altri fornitori di flatbed multi-pass hanno iniziato a vedere sempre di più il corrugated come una vera e propria opportunità di mercato e hanno iniziato così a studiare soluzioni inkjet per la produzione di bassi e medi volumi: ad esem-

pio 200 grafiche per il punto vendita o 500 box di cartone arricchiti di grafica. Le basse tirature rappresentano un bisogno in crescita per i brand owner. E i principali costruttori di dispositivi inkjet multi-pass hanno risposto a questa domanda con lo sviluppo di tecnologie dotate di un alto livello qualitativo e produttivo, reso possibile anche dall’introduzione di alimentazione automatica dei materiali. Ma uno dei limiti per le aziende che vogliono investire nella stampa digitale per il corrugated è rappresentato dall’elevato costo di queste tecnologie. Piattaforme come HP Scitex 15500 e Inca Onset S40 (di cui potete trovare una descrizione tecnica approfondita nel What’s Inside di questo numero di Italia Publishers) hanno un costo che, come sottolinea InfoTrends, può superare il milione di euro. Tuttavia, a queste macchine di fascia alta si affiancano tecnologie multi-pass meno costose (il cui prezzo, come indicano gli esperti, può aggirarsi sui 200 mila euro). InfoTrends stima che ci siano diverse centinaia

foto: Barberán

La combinazione di questi fattori sta aprendo la strada a nuove occasioni di business nel mondo del digital printing. InfoTrends stima infatti che il valore della stampa digitale nel cartone ondulato sia pari a 833,9 milioni di dollari (dove con “valore della stampa” si intende il fatturato lordo per lavori di stampa finiti riferito all’area EMEA, che comprende il 90% dei Paesi UE). Cifra che è previsto triplichi da qui al 2020, quando ci si aspetta che raggiungerà 2.440,7 milioni. Il tasso di crescita annuo (CAGR) per il corrugated, calcolato prendendo in esame l’arco di tempo che va dal 2015 al 2020, è del 56,9%. Leggermente inferiore, ma comunque importante, è anche la crescita del mercato della stampa digitale su cartone teso. In questo caso, secondo InfoTrends, il valore attuale si aggira attorno ai 236,4 milioni di dollari e raggiungerà i 556 nel 2020. Il CAGR del cartone teso nel periodo 2015-2020 è del 38,1%. Si tratta di numeri che descrivono un vero e proprio boom della stampa digitale per il packaging, sia in Europa che a livello globale. Eppure oggi il digital printing rappresenta soltanto una piccolissima fetta (1%) di tutta la stampa su cartone ondulato, e una percentuale ancora inferiore se riferita al folding carton.

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foto: Xeikon

speciale

di macchine come queste installate in giro per l’Europa. Il più delle volte sono utilizzate per stampare su cartone soltanto “part-time” (il resto del tempo producono altri tipi di materiali), ma in ogni caso costituiscono uno strumento in più per i converter. Gli studi ci dicono che il mercato di queste piattaforme multi-pass sta continuando a crescere e continuerà a farlo anche nei prossimi anni.

Il cartone ondulato e la tecnologia single-pass Nonostante la sua funzionalità, il multipass ha un limite chiave: la produttività. Questa tecnologia, infatti, è adatta principalmente per prototipi o basse e medie tirature. Notoriamente il single-pass, che sfrutta un sistema con teste di stampa fisse in grado di stampare in un solo passaggio, è di gran lunga più produttivo. Ma si tratta di una tecnologia ancora molto giovane. Tra i principali costruttori ci sono HP con PageWide, Barberán con JetMaster, e Sun Automation con CorrStream. Altri come Bobst, EFI e BHS/Screen hanno annunciato il lancio di soluzioni single-pass per il cor-

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rugated a drupa 2016. Questo dà la misura di quanto lo sviluppo del single-pass sia soltanto agli inizi. Va anche detto che nella maggior parte dei casi si tratta di sistemi molto costosi (da 1,5 milioni di euro in su, come indica InfoTrends), fatta eccezione per Xanté Excelegraphix, una piattaforma single-pass con tecnologia Memjet ad alimentazione manuale che al momento, però, ha conosciuto fortuna soprattutto in Nord America (per le caratteristiche tecniche consultare la scheda nel What’s Inside). Tranne il dispositivo Xanté, parliamo di macchine industriali “stazzate”, in grado di produrre anche un milione di metri quadri in poche settimane. HP T1100S arriva anzi a produrre quantità simili in pochi giorni. Questo significa che le single-pass inkjet possono competere con le macchine flexo per la produzione dei bassi e medi volumi, offrendo in più i vantaggi del digitale.

Il cartone teso Come nel caso del cartone ondulato, la stampa digitale su quello teso non rappresenta che meno dell’1% di tutto il volume

che viene stampato complessivamente nel mondo. Questo tipo di applicazione è ancora più recente: ha avuto inizio attorno al 2009 grazie agli sforzi tecnologici di costruttori come HP Indigo, Xeikon e Xerox. In alcuni casi la stampa del cartone è nata come applicazione extra per le tecnologie narrow-web già esistenti dedicate al mondo etichette (come HP Indigo WS6000 e Xeikon 3300). In altri, è nata come implementazione di macchine a foglio (come nel caso di Xerox iGen). Queste prime soluzioni per la stampa digitale su cartone teso hanno avuto successo, ma le ridotte dimensioni della bobina o del foglio hanno rappresentato una limitazione non trascurabile per la stampa di packaging di grandi dimensioni su cartone teso. C’è un’eccezione, ed è HP Indigo 30000, una piattaforma lanciata nel 2014, progettata espressamente per il folding carton e alimentata a foglio in formati fino al B2. Si tratta di una macchina molto produttiva, ma comunque di fascia alta, e quindi costosa: in tutto il mondo se ne contano circa 30, molte delle quali installate in Europa. Guardando al futuro non è un caso che, in termini di stampa digitale di packaging, drupa 2016 sia stata in un certo senso “la drupa del B1”, con la presentazione da parte di molti costruttori (tra cui Heidelberg con PrimeFire, Konica Minolta KM-C, KBA con VariJET 106 e Landa con S10) di soluzioni inkjet in grado di gestire fogli di formato B1, sebbene al momento soltanto Heidelberg conti già qualche installazione, in particolare negli Stati Uniti. Secondo le valutazioni di InfoTrends, la chiave dello sviluppo della stampa digitale su cartone teso sta proprio nelle macchine da stampa inkjet B1. Un simile formato carta non ha precedenti nel mercato della stampa digitale e potrebbe realmente offrire una valida alternativa all’offset per stampatori e converter che già stampano cartone teso o che vogliono aprirsi a questo segmento.


Rho P10 200 La stampante UV più versatile e produttiva della sua categoria Nuova funzione Fine Art Quality per immagini ancora più definite e ricche di contrasto • Affidabilità garantita per produzioni 24/7 e massima precisione nel posizionamento dei materiali rigidi • Estrema flessibilità e totale automatizzazione nel carico del materiale • Disponibile anche in versione cartotecnica e Roll to Roll •

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tecnologie Tra i pionieri del digitale in cartotecnica, l’azienda emiliana pone al centro della propria strategia la gestione dei processi con Packway e il workflow Esko

Espo & Cartotec con B+B scrive nuove pagine di storia nella cartotecnica digitale

P

arte dell’universo Arti Grafiche Reggiane dal 2011, Espo & Cartotec è da sempre in prima linea per l’innovazione. Specializzata in allestimenti POP, l’azienda esalta le proprie qualità nell’ideazione, progettazione e realizzazione di complesse isole promozionali per alcuni dei più importanti brand operanti in Italia. L’azienda è nata nel 2008 dalla fusione di Espo Service con Cartotec. È stata senza dubbio tra le prime realtà imprenditoriali italiane ad aver creduto con forza nelle potenzialità delle tecnologie digitali per la stampa e il finishing del cartone ondulato. Una stampante modificata ad hoc per gestire cartone ondulato ha inaugurato la creazione di un parco macchine digitale sempre più ampio e performante, che attualmente può contare su due Durst e cinque piattaforme di taglio digitale Esko Kongsberg, tra cui le serie XP e XP Auto. L’azienda ha ottenuto risultati notevoli abbinando alle tecnologie processi efficienti e funzionali, costituendo al suo interno sia un team

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di marketing che un gruppo di designer. Il primo è deputato allo studio della fattibilità e delle modalità di evoluzione di un progetto. Il secondo ne cura la realizzazione pratica. La centralità dei processi è sottolineata dal fatto che l’azienda gestisce interamente ogni fase: sviluppo dell’idea, progettazione, campionatura, produzione e realizzazione dell’allestimento nei negozi. Per governare ogni attività in maniera totale, già da un decennio Espo & Cartotec utilizza ArtiosCAD da anni e dal 2016 ha integrato il software Packway, completando il processo di integrazione dell’innovativo sistema di produzione “Formula Digitale”, ideato da B+B. A quasi 12 mesi dall’installazione abbiamo visitato Espo & Cartotec per scoprire come Packway, il gestionale specifico per la cartotecnica e il sign & display, sta facendo la differenza nell’operatività aziendale. || In alto, da sx, Kongsberg XP Auto, solo una delle molte piattaforme di taglio Esko installate in azienda. A dx, un espositore Espo & Cartotec progettato con ArtiosCAD.


supplies tecnologie

intervista a Davide Brandolini Direttore Commerciale Espo & Cartotec

“Non è soltanto il costo produttivo a influire sulla scelta del digitale. Ci sono una serie di fattori che superano l’aspetto economico”

Cosa vi ha portato a scegliere fin dall’inizio tecnologie digitali per applicazioni cartotecniche? Siamo sempre stati convinti che bisognasse guardare avanti, puntare a fare qualcosa di nuovo prima degli altri. Stampavamo packaging quando non esistevano macchine dedicate, adottando soluzioni come le slitte laterali per garantire la planarità del cartone ondulato. I nostri prodotti, su tutti le isole promozionali, sono complessi e richiedono più tipi di materiali e lavorazioni. Le soluzioni digitali si sono rivelate da subito le più adatte. Quali sono i nodi più delicati dell’integrazione di tecnologia digitale hardware e software? È una continua evoluzione, con crescenti velocità di lavorazione e tempistiche ogni volta più ristrette. Ciò porta a una perenne rincorsa tra hardware e software. Questi ultimi devono essere aggiornati per fronteggiare nuove richieste e sfruttare le nuove

possibilità applicative. Di contro devono restare compatibili col resto del parco macchine. Cosa vi ha convinti a seguire il percorso di Formula Digitale proposto da B+B? È stato un processo graduale o avete operato una ridefinizione radicale dei flussi? Già ai tempi di Espo Service usavamo il predecessore di Packway. Dopo la fusione abbiamo adottato un altro software, riscontrando però molti problemi: non era modulare, non si interfacciava adeguatamente con i processi di lavorazione. In breve, non era performante. Così lo scorso anno abbiamo deciso di tornare a B+B anche per il gestionale, dato che i nostri designer lavoravano già su 16 postazioni di ArtiosCAD. Il processo è stato radicale e ha coinvolto praticamente ogni fase. Oggi Packway governa dal brief iniziale col cliente alla bollettazione, ed è sempre in linea con le aspettative.

Quali sono i tre più grandi benefici che un’azienda come la vostra trova in una soluzione gestionale come questa? Innanzitutto si interfaccia con tutti i centri di produzione, effettuando rilevazioni a bordo macchina anche su macchine analogiche, che quindi non rilasciano dati. È un plus fondamentale nel settore cartotecnico, dove è raro trovare reparti totalmente digitalizzati. Inoltre Packway semplifica flussi gestionali complessi, grazie al dialogo bidirezionale con i software di progettazione e con quelli di produzione di Esko. Per esempio gestisce contestualmente tutte le fasi di stampa e quelle taglio digitale sul medesimo materiale, riducendo tempi e scarti di lavorazione e azzerando nel contempo il rischio di errori. Infine va sottolineata la sensibilità di B+B alle nostre richieste. Il software è aggiornato e personalizzato di continuo, trasformandosi in uno strumento ormai irrinunciabile.

Packway esalta il potenziale di aziende cartotecniche e scatolifici con un approccio modulare e verticale Packway è tra i gestionali più utilizzati dalle aziende che realizzano packaging ed espositori. Tra i motivi principali di questo successo vi sono l’efficienza, la reale adattabilità a ogni realtà produttiva e la verticalità dell’offerta. Grazie alla sua logica modulare e pay-per-use (noleggio mensile all-inclusive), il gestionale cresce insieme alle necessità dell’azien-

da. Si può decidere l’ambito in cui utilizzare il software – CRM, preventivazione, pianificazione e controllo produzione, logistica e statistiche – e dotarsene in base alle necessità. Packway si interfaccia agevolmente con la maggior parte dei flussi di lavoro e dei software preesistenti (anagrafiche, contabilità, progettazione etc.) che l’azienda desidera continua-

re a usare. Inoltre, il gestionale risponde sia alle esigenze delle realtà dotate di soluzioni digitali che di quelle (la maggior parte) che utilizzano anche sistemi analogici. Interessante la possibilità di integrare il gestionale con altri software B+B e con le soluzioni Esko Kongsberg per creare il workflow globale e strutturato definito “Formula Digitale”.

|| A sinistra, espositori progettati da Espo & Cartotec con ArtiosCAD. A destra, flusso di lavoro realizzato dall’azienda utilizzando Packway.

B+B International srl Vicolo Boccacavalla 3/F, 31044 Montebelluna - TV Tel. +39 0423 289090 Fax +39 0423 1912102 info@bbinternational.com www.bbinternational.com

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tecnologie Grazie alla fiducia e al supporto di alcuni partner d’eccezione, il team Density si è confrontato con l’ideazione e lo sviluppo di uno speciale progetto cartotecnico realizzato con tecnologie digitali e analogiche d’avanguardia

Knowledge-in-a-Box: il packaging digitale esiste ed è nelle vostre mani

L

e tecnologie digitali per il mondo cartotecnico sono sulla bocca di tutti, in ogni parte del mondo. Ne discutono ingegneri e chimici nei laboratori di ricerca e sviluppo; animano webinar, conferenze, eventi e dibattiti; rappresentano l’attrattiva principale nelle fiere di settore; sono oggetto di innumerevoli pronostici e studi di mercato. Ovviamente anche noi non trascuriamo l’argomento e questo numero tematico di Italia Publishers ne è la riprova. Studiando e scrivendo delle tecnologie disponibili per questo settore, ci siamo però trovati di fronte a un limite. Oggi esse offrono possibilità straordinarie che è estremamente difficile raccontare solo mediante testi e immagini. Abbiamo così coinvolto un gruppo selezionato di partner nella creazione di un esempio realistico di quello che è possibile ottenere utilizzando esclusivamente tecnologie digitali. Il risultato è la confezione esclusiva in cui abbiamo avvolto ognuna

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delle 5.000 copie di questo numero, compresa quella che stai sfogliando. Il design della fustella è stato sviluppato in pochi semplici click mediante la piattaforma web-based Packly (pack.ly). Le 9 differenti varianti grafiche sono state preparate internamente dal team di Density, così come i tracciati per la fustellatura decorativa e la numerazione progessiva di ogni copia. La stampa è stata affidata alla stampante inkjet single-pass Fujifilm JetPress 720S (fujifilm.eu) installata presso l’azienda Faservice (faservice.it). Quest’ultima si è occupata anche della nobilitazione della testata mediante l’applicazione di foil a caldo. Infine la fustellatura è stata gestita da Pringraf (pringraf.com) con l’innovativa tecnologia Highcon Euclid. La confezione è realizzata in cartoncino Fedrigoni X-PER (fedrigoni.com) da 320 g/m², certificato FSC. Nelle prossime pagine proveremo a raccontarvi tecnologie, aziende e processi grazie ai quali l’edizione speciale “Knowledge-in-a-Box” ha preso vita.


tecnologie

intervista a Renzo Farinati Titolare di Faservice

“Progetti unici e di qualità, questo è ciò che i clienti ci chiedono maggiormente”

Faservice è leader nella nobilitazione. Cosa vi ha spinti a prendere in considerazione una stampante digitale? Cambiare non ci spaventa. La nostra azienda è nata oltre 50 anni fa, nel 1966, come fotolito. Nel 1996 abbiamo cambiato nome diventando FaService e a metà degli anni Duemila abbiamo affrontato una trasformazione radicale, specializzandoci nelle finiture di alta gamma. All’epoca abbiamo capito l’importanza di differenziare la nostra offerta, investendo nello sviluppo di competenze uniche e in tecnologie d’avanguardia. La flessibilità dei sistemi di stampa digitale ha catturato rapidamente il nostro interesse in un’ottica di ampliamento e completamento dell’offerta. L’idea chiaramente non è mai stata di competere con gli stampatori nostri clienti bensì di offrire loro qualcosa in più. Ad

esempio la possibilità di realizzare piccole tirature a costi competitivi oppure progetti unici incentrati sulla personalizzazione creativa di ciascuna copia. Come mai la vostra scelta è ricaduta su Jet Press? Le prime tecnologie digitali che abbiamo testato non si sono dimostrate compatibili né con la qualità né con i formati richiesti dai nostri clienti. Nel 2012 abbiamo iniziato a dialogare con Fujifilm. Le prime impressioni su Jet Press sono state ottime: la qualità di stampa era straordinaria e la produttività perfettamente in linea con le nostre aspettative. Non avendo esperienza con questo tipo di tecnologie, abbiamo prestato particolare attenzione a valutare la complessità d’uso di una macchina così importante. Sorprendentemente anche sot-

to questo punto di vista Fujifilm aveva fatto importanti sforzi, rendendo Jet Press facile da gestire e manutenere anche per operatori privi di esperienza. Infine abbiamo molto apprezzato la perfetta compatibilità con le carte più usate dai nostri clienti. Nel 2013 abbiamo installato la prima Jet Press 720 in Italia e nel 2014 abbiamo effettuato l’upgrade al modello Jet Press 720S. Per quali applicazioni il digitale si è rivelato una scelta vincente? In questi anni abbiamo realizzato in digitale prodotti di ogni genere. I nostri clienti hanno capito rapidamente le potenzialità di questa tecnologia e hanno iniziato a sviluppare progetti incentrati su di essa come, ad esempio, cataloghi in edizione limitata o piccole tirature stagionali di brochure promozionali.

Le piccole e medie tirature, personalizzate e di alta qualità, diventano una concreta opportunità di business con Fujifilm Jet Press 720S Fujifilm, leader a livello mondiale nello sviluppo di tecnologie inkjet, ha sviluppato JetPress non solo come alternativa digitale alle tecnologie tradizionali. Essa è infatti capace di aprire scenari di business del tutto nuovi e maggiormente redditizi per gli stampatori commerciali. La visione della multinazionale nipponica va oltre la consueta dinamica di “inseguimento all’offset” e si concentra sul portare la

tecnologia inkjet ad esprimere il massimo del suo potenziale. Il cuore pulsante di Jet Press 720S sono le quattro barre di teste di stampa proprietarie SAMBA. La loro risoluzione nativa di 1.200 dpi e la tecnologia VersaDrop (proprietaria) per la modulazione della dimensione della goccia – 4 livelli di grayscale, a partire da 2 pl – permettono di raggiungere risultati sbalorditivi in termini di definizione

(testi leggibili fino a 2 pt) e di produttività (2.700 fogli/ora). Fujifilm ha inoltre sviluppato appositamente per Jet Press 720S la linea di inchiostri base acqua VIVIDIA e il primer RCP (Rapid Coagulation Primer). Essi, oltre a offrire cromie brillanti e abilitare alla stampa su un’ampia gamma di supporti, hanno consentito a Jet Press 720S di ottenere le certificazioni FOGRA e GRACoL. La qualità di stampa però non è

tutto. Jet Press 720S ha numerosi altri punti di forza. Grazie al workflow XMF l’operatore è in grado preparare e avviare le produzioni in pochi minuti. Il controllo qualità in linea InLine Sensor (ILS) verifica ogni foglio prodotto e corregge in tempo reale eventuali difetti. La manutenzione delle teste di stampa è automatizzata per prolungarne la vita e ridurre al minimo i fermi macchina.

|| Presentata in anteprima mondiale a drupa 2008, la tecnologia Fujifilm Jet Press ha fatto un ulteriore passo in avanti nel 2014 con l’introduzione del modello 720S. Quest’ultimo vanta importanti migliorie mirate all’incremento della qualità di stampa e della produttività.

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tecnologie Con Highcon Euclid si apre l’era del Variable Data Cutting e della fustellatura digitale vantaggiosa ed efficace anche per i medi volumi Highcon nasce nel 2009 a Yavne, in Israele, dalle vulcaniche menti di Aviv Ratzman e Michael Zimmer, due ex-manager HP Indigo con oltre 15 anni di esperienza nel printing. All’epoca la digitalizzazione dei processi di fustellatura del cartone era ferma ai tavoli da taglio in piano. Dispositivi perlopiù ad alimentazione manuale, adatti a produzioni fino a qualche centinaio di copie. Un grosso limite questo, specialmente in un mondo in cui la penetrazione delle tecnologie digitali di stampa a foglio era in costante crescita. Il team della neonata Highcon si è messo così al lavoro per sviluppare una tecnologia che rendesse possibile e vantaggiosa la fustellatura digitale sia di piccoli lotti, sia di tirature medie (fino ad alcune migliaia di fogli). Nel 2012, a drupa, è stata presentata la piattaforma Euclid che, grazie alle sue caratteristiche uniche e innovative, ha segnato l’inizio di una nuova era nel mondo del

intervista a Giuseppe Prioriello Fondatore e CEO di Packly

“Creare packaging in modo facile e veloce deve essere alla portata di tutti.”

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packaging. Highcon è infatti riuscita pienamente nel suo intento di creare una tecnologia digitale in grado di replicare e superare le caratteristiche del prodotto realizzato con processi tradizionali. Nel sistema Euclid la cordonatura è resa possibile dall’esclusiva tecnologia brevettata Highcon DART. Una testa deposita su una matrice cilindrica una speciale resina polimerica in corrispondenza delle cordonature. In seguito la resina viene essiccata mediante raggi UV. Al tempo stesso, su un secondo cilindro, contrapposto al primo e avvolto da un caucciù, vengono incisi i controsolcatori. L’intero processo richiede appena 15 minuti. Superati i cilindri del sistema DART, i fogli cordonati vengono fustellati mediante un sofisticato sistema di laser CO₂ che permette di eseguire tagli anche molto complessi, irrealizzabili con tecnologie analogiche. Questa seconda fase può inoltre essere variabilizzata, con l’opzione Variable Data CutCome è nata l’idea di Packly? Stampa e cartotecnica sono entrate a far parte del mio mondo oltre 22 anni fa. Ascoltare i clienti, per me è importante, richieste, feedback e criticità sono delle risorse fondamentali per l’idea di business. Quindi, partendo dalle problematiche dei clienti nel creare packaging ho voluto trovare delle soluzioni. Di qualsiasi prodotto si parli, il packaging è un’ingrediente fondamentale per il suo successo. Perché allora doveva essere così complicato da realizzare, costoso e difficilmente accessibile proprio per quelle aziende che ne avevano maggior bisogno? Nel 2014 ho pensato di dire la mia a riguardo e l’ho fatto dando vita a Packly. Sono passati tre anni. Chi sono oggi i vostri clienti? La nostra clientela è molto varia. Spesso lavoriamo per grandi aziende cartotecniche che, focalizzate principalmente nel gestire volumi

ting. Il taglio, liberato dai vincoli imposti per decenni dai processi tradizionali, diventa così un ulteriore strumento a disposizione dei creativi per sviluppare progetti unici, incentrati sulla personalizzazione spinta. Euclid III, ultima nata della famiglia, è compatibile con cartone fino a un formato di 760x1.060 mm e fino a uno spessore di 1.2 mm (onda N ed F). La sua produttività raggiunge i 1.500 fogli/ora. Durante lo scorso drupa

Highcon ha inoltre presentato in anteprima Beam, ancora più produttiva (5.000 fogli/ora) e compatibile con cartone ondulato fino a 2 mm. Caratteristiche che dimostrano come Highcon abbia compreso (con largo anticipo) l’opportunità rappresentata da un mondo in cui le commesse si fanno sempre più frammentate, le campagne di comunicazione sempre più mirate e il time-tomarket sempre più breve.

|| Highcon Euclid III è la terza evoluzione dell’innovativa piattaforma digitale di taglio e cordonatura sviluppata dall’israeliana Highcon

importanti, scelgono Packly come strumento di acquisizione di nuovi clienti o progetti pilota. Per loro ovviamente gestiamo tutti quei lotti che non avrebbe senso fare in tradizionale. Designer e agenzie creative invece apprezzano molto la possibilità di produrre in 48 ore mock-up singoli o tirature minime (50-200 pezzi), utili sia per presentare progetti al cliente finale, sia per testarne l’efficacia nei punti vendita pilota. Recentemente abbiamo inoltre sviluppato collaborazioni importanti con diversi e-commerce. Nella vendita online il packaging è un potentissimo strumento di fidelizzazione. Trascurarlo, scegliendo imballi anonimi, significa lasciarsi sfuggire un’importante opportunità. Ma gli e-commerce spesso non hanno spazi da dedicare allo stoccaggio di imballi ordinati in grandi quantitativi. Al tempo stesso alcuni di questi clienti ci hanno spiegato che preferiscono ordinare a piccoli lotti

per poter, di volta in volta, aggiornare la grafica in base al periodo dell’anno e alle offerte in corso. Parlando di tecnologie, in che modo Highcon è stata determinante per lo sviluppo del progetto Packly? Per far crescere Packly abbiamo cercato a lungo tecnologie adeguate, ovvero che offrissero analoga flessibilità e che fossero pensate per il mercato di domani. Nella fustellatura digitale Highcon ha dimostrato di avere una visione molto chiara e una piattaforma, Euclid, con performance a tutt’oggi ineguagliate. Poi si sono dimostrati capaci di ascoltare i nostri feedback e trasformarli in migliorie per la macchina. Una cosa non da poco. Tra l’altro oggi sfruttiamo solo parte delle potenzialità di Euclid. Siamo cioè già pronti ad ampliare l’offerta Packly includendo nuovi prodotti. È solo una questione di tempo.


tecnologie

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Il concetto di macchina 972 completamente CNC (servomotori) permette la decorazione di bottiglie con una varietà di forme: cilindriche, ovali, parallelepipedi irregolari, Half Moon, poligoni ... Le testine di stampa sono totalmente indipendenti l'uno dall'altro per consentire decorare flaconi di forme complesse. È possibile programmare una forma geometrica e un disegno diverso di una testina di stampa ad un altro. La macchina 972 consente di trasportare fino a 5 colori UV sulla stessa bottiglia con la sincronizzazione tra i colori con grande precisione. Per ulteriori informazioni, si prega di contattare il nostro specialista. BEVILACQUA Franck

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|| Foto 1 e 2: l’impilatore di Fujifilm Jet Press 720S durante la produzione del pack “Knowledge-in-a-Box” con grafica e testo variabili. Foto 3 e 4: l’applicazione dello speciale foil, con effetto tattile 3D, in corrispondenza della testata Italia Publishers.

È italiana, si chiama Packly ed è la piattaforma web-based che ha democratizzato la progettazione e la stampa di packaging Il packaging è uno strumento fondamentale per la presentazione e la vendita di qualsiasi prodotto. Eppure oggi le aziende in grado di sviluppare un progetto cartotecnico dalla a alla z sono poche. Inoltre quasi tutte sono rivolte a clienti medio-grandi perché le tecnologie tradizionali di cui dispongono sono vantaggiose solo al di sopra di certi quantitativi. Di fatto un’azienda che voglia realizzare confezioni di qualità, per un numero di pezzi contenuto, è fortemente penalizzata e talvolta costretta ad adottare soluzioni di compromesso. Soprattutto se non conosce Packly,

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ovvero il primo software al mondo che permette a chiunque di progettare il proprio packaging personalizzato in meno di 60 secondi e di ordinarne la stampa senza limite minimo di quantitativo. Packly è la risposta a un mondo in rapido cambiamento in cui, ad esempio, sempre più aziende (soprattutto medio-piccole) vendono direttamente ai propri clienti, tramite e-commerce. Realtà per le quali il packaging ha una funzione fondamentale nella costruzione di una user experience positiva e dunque nella fidelizzazione del cliente. Oggi, grazie a Packly si possono

ordinare scatole anche in piccoli quantitativi, riceverle in 2 giorni lavorativi, analizzarne l’impatto sulla clientela, modificarne grafica o struttura (se necessario) e riordinarle solo quando se

ne ha effettivamente bisogno. Il tutto tramite un’interfaccia straordinariamente intuitiva e veloce. Idee ben chiare (e uniche) eseguite senza lasciare nulla al caso… questo è Packly.

|| Dopo aver scelto il modello di scatola desiderato, l’utente inserisce misure e materiale richiesti. Packly genera automaticamente l’anteprima 3D e un file PDF scaricabile con i tracciati fustella.


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eventi Il quartier generale HP di Barcellona ha accolto oltre 200, tra converter e stampatori, per l’evento “Reinvent Your Future with Digital”, dedicato a fare il punto sulla rivoluzione digitale che coinvolgerà l’intero mercato cartotecnico

Il futuro del packaging è digitale ed è a portata di mano già oggi, parola di HP di Elena Panciera // elena.p@densitymedia.com

U

n brand deve cercare di emergere, di differenziarsi rispetto agli altri. Come? La stampa digitale può essere una delle risposte». Ronen Zioni, Corrugated Sales Director HP, durante la sua presentazione a Reinvent your Future with Digital, il 31 novembre e 1° dicembre scorsi, ha mostrato un super-

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mercato tipo, pieno di prodotti allineati, accostati gli uni agli altri. Il problema per i brand è evidente. E del resto, in un mondo dove i consumatori sono bersagliati da tutte le parti di messaggi pubblicitari, il packaging è l’ultima chance per i brand di farsi scegliere prima dell’acquisto. Per parlare delle risposte che la tecnologia digitale può offrire, declinate per il mondo del cartone

ondulato, HP ha organizzato nella propria sede di Barcellona l’evento Reinvent Your Future with Digital. In questa occasione 212 stakeholder provenienti da oltre 28 paesi, 5 speaker e 12 partner tecnologici si sono radunati per comprendere l’evoluzione di questo mercato, acquisire strumenti e creare strategie insieme per tenere il passo del cambiamento. Proprio grazie alla collaborazione di partner come

Caldera, ColorGATE, Elitron, Esko o Zünd (solo alcuni nomi), che hanno presentato la propria offerta durante la visita all’Experience Center, i partecipanti hanno potuto osservare un flusso di lavoro interamente digitale: dalla stampa (realizzata grazie a una flatbed HP Scitex 11000) al confezionamento della scatola, passando per taglio e cordonatura. E del resto, le prime aziende car-


eventi totecniche che sfruttano tecnologie inkjet ci sono già; tra queste, Ghelfi Ondulati, che nel 2016 ha installato nella propria sede di Buglio in Monte le single-pass da 183 metri al minuto HP PageWide T400S e T1100S, e che ha portato la propria esperienza durante l’evento. In Italia, un’altra antesignana della stampa digitale per il packaging è Trocart: partita con una HP Scitex FB6700 a base acqua, che oggi usa una Scitex 11000.

Quanto vale il mercato della stampa digitale nel packaging? Le ricerche di mercato condotte da InfoTrends e Smithers Pira, presentate durante l’evento, confermano che il momento è positivo per il settore packaging, che ha un giro d’affari di 12,3 miliardi di euro ed è interessato dalla digitalizzazione solo in minima parte (circa il 7%). Le tendenze che si riscontrano in questo mercato sono le stesse di settori adiacenti, sempre legati alla stampa (book publishing, signage...), ricorda Ronen Zioni. Ovvero un lieve incremento dei volumi, a fronte di una parcellizzazione delle commesse: fattori che contribuiscono a aumentare l’incidenza dei costi fissi delle tecnologie tradizionali. I produttori di tecnologie digitali, d’altro canto, negli ultimi anni hanno lavorato molto per abbassare i costi di macchine e consumabili. In questo modo, il punto di pareggio si è abbassato, vale a dire che la tecnologia digitale è diventata competitiva rispetto all’offset anche su volumi più alti rispetto al passato. Pat McGrew di InfoTrends ha confermato che i brand sono disposti a pagare di più per la stampa in caso di tirature inferiori alle 200 copie o con più di 50 varianti, così come per prodotti dotati di elementi funzionali come ologrammi, codici di individuazione e tracciamento, tecnologia RFID.

Sean Smyth di Smithers Pira è sicuro che, tra tutti i materiali usati negli imballaggi, il corrugated sarà il protagonista della comunicazione in store: «È uno dei materiali più economici, eppure è molto versatile. Offre letteralmente spazi molto ampi per la comunicazione (pensiamo alle dimensioni delle scatole o alle superfici degli espositori). E i brand lo sfruttano solo in minima parte».

La rivoluzione digitale: nuovi interlocutori ed equilibri In effetti, la rivoluzione digitale investirà il settore packaging a tutti i livelli, dai brand, alle agenzie, per arrivare agli stampatori (che non dovranno farsi cogliere impreparati). Pensiamo al percorso del consumatore: dopo essere stato sottoposto a varie sollecitazioni pubblicitarie, l’ultimo, decisivo input gli arriverà dall’imballaggio del prodotto che intende comprare. «La tecnologia digitale consente di

|| Qui sopra, Pat McGrew di InfoTrends durante uno dei suoi due interventi a Reinvent Your Future with Digital. In alto, scatole in cartone ondulato stampato digitalmente. Nella pagina a fianco, la presentazione di Ronen Zioni di HP

realizzare progetti finora impraticabili con tecnologie tradizionali: varianti anche uniche, edizioni limitate (stagionali, locali), legate magari a iniziative particolari come concorsi, dati variabili, inchiostri fluorescenti e realtà aumentata, elementi di sicurezza e anticontraffazione... Le possibilità sono pressoché infinite, non solo sul versante comunicazione, ma anche su quello della sicurezza e dell’anticontraffazione», spiega McGrew. Gli interlocutori di scatolifici e cartotecniche potranno cambiare: non più solamente agenzie o uffici acquisti, ma anche dipartimenti di marketing e controllo qualità. Il ROI (Return of Investment) di operazioni marketing realizzabili grazie alla stampa digitale non è facilmente quantificabile. Vari casi di successo ne hanno però dimostrato l’importanza non solo, o non tanto, in termini di vendite, ma anche – soprattutto – di brand awareness e posizionamento nel mercato.

Il futuro è già realtà, con HP e i suoi partner tecnologici È possibile già adesso integrare un flusso di lavoro interamente digitale all’interno di uno scatolificio o di una cartotecnica. Anche grazie a partner d’esperienza che hanno lavorato insieme a HP per integrare le proprie macchi ne e sviluppare software che soddisfino le esigenze del mercato degli imballaggi. Durante la visita all’Experience Center i visitatori hanno potuto toccare con mano il loro contributo per il settore packaging: gestione del colore (fondamentale per i brand), integrabilità in realtà industriali, dialogo con i sistemi di stampa digitale. Il futuro è vicino. I produttori sono pronti, HP è in prima fila. Ora sta agli operatori del settore dotarsi degli strumenti per realizzarlo.

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idee per crescere È impossibile non comunicare: anche se non lo facciamo con le parole, sono i nostri gesti a parlare, i nostri silenzi. Ma siamo sicuri di farlo bene?

Essere persuasivi ed evitare i conflitti: si può, imparando a comunicare meglio di Gianluca Ferrauto // ferrautogianluca@gmail.com

C

omunicare significa “mettere in comune”, cioè “far partecipe”. Non possiamo fare a meno di comunicare, e quindi viene spontaneo domandarsi: quanto siamo consapevoli della nostra comunicazione e delle reazioni che provoca? Siamo in grado di gestire le differenti situazioni? Quando comunichiamo non sappiamo con precisione come reagirà il nostro interlocutore: ci auguriamo comprenda e condivida, ma potrebbe anche non capire o non accettare il nostro pensie-

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ro. In questo caso è meglio imboccare la direzione di un sano e positivo confronto. Infatti, durante una discussione, in riunione o semplicemente mentre chiacchieriamo con amici o conoscenti, il contrasto è in agguato, è normale e frequente. Saremo noi a decidere se farlo diventare un conflitto anziché un confronto. Il conflitto è dannoso, logora e impoverisce, allontanando le parti; viceversa, il confronto risulta arricchente, agevola la comprensione e, come spesso accade, crea i presupposti per migliori relazioni, siano esse di business o personali.

Gianluca Ferrauto, dal ’76 all’84 giocatore di pallavolo semiprofessionista (ha giocato 8 anni in serie A), ha poi ricoperto ruoli dirigenziali in importanti compagnie italiane ed estere. È stato direttore generale in Condé Nast e amministratore delegato di Finservice (gruppo Cerved), per ricordare solamente qualche esperienza. Ha deciso di mettere a frutto come consulente la sua conoscenza di ogni sfumatura delle delicate dinamiche relazionali nel mondo sportivo e professionale. Ha attitudine al pensiero strategico, al lavoro di gruppo, alla gestione e al rafforzamento del talento. Come specialista delle relazioni, agisce accompagnando le persone in azienda in un percorso di sviluppo e acquisizione di autoconsapevolezza.


idee per crescere

Ma come mai è così facile cedere al conflitto piuttosto che accettare un confronto? Richard Bandler, psicologo, saggista, linguista e life coach statunitense, negli anni Settanta ha fondato insieme a John Grinder la PNL (Programmazione Neuro Linguistica), una disciplina pseudoscientifica. Secondo il suo pensiero, ciascuno di noi si costruisce nella propria mente una rappresentazione della realtà, una mappa che traccia i punti essenziali della propria percezione. Attraverso questa personalissima mappa noi percepiamo e viviamo la realtà, filtrandola e traducendola secondo i nostri valori, principi e convincimenti. Creiamo quindi una sorta di “realtà personale”, la nostra, parallela a quella vera, fatta di situazioni oggettive e inconfutabili. La nostra mappa però non rappresenta mai il territorio in maniera precisa, ma sempre approssimativa, per motivi di economia delle risorse (siamo tutti, ahimè, votati al risparmio energetico!) e di necessità di utilizzo (una mappa troppo precisa sarebbe difficile da “maneggiare”, sarebbe troppo vasta e non adempirebbe al suo scopo). Consideriamo ancora che le mappe di due individui che rappresentano attraverso di essa lo stesso territorio sono diverse, non solo da un punto di vista formale, ma anche e soprattutto sostanziale: di uno stesso paesaggio marino una può rilevare prevalentemente le increspature del mare e le barche, l’altra l’orizzonte e i riflessi del cielo. Se due individui si confrontano sullo stesso territorio con mappe diverse (senza possibilità di accedere al territorio in sé) hanno buone

possibilità di non comprendersi. A questo punto la comunicazione si arricchisce di un aggettivo: “esplorativa”. La comunicazione esplorativa comunemente usata da chi conduce trattative o negoziazioni commerciali (“negoziazione” è il termine con cui si indica la conduzione di un negozio, ovvero un affare, una trattativa) ci fornisce strumenti semplici e potenti come l’ascolto empatico, la sospensione del giudizio, la formulazione delle domande. Usandoli, possiamo esplorare la mappa di chi ci sta di fronte per capire come lui vede il territorio, allineare la rappresentazione che le mappe danno della realtà (anzi, “delle realtà”) e allontanare il rischio del conflitto. La sfera di applicazione della comunicazione esplorativa può essere dunque estesa a quelle che possiamo semplicemente definire relazioni, o comunque laddove sussista un’interazione con un altro soggetto al fine di conseguire un vantaggio reciproco. La comunicazione potrebbe dunque rivelarsi come una “caccia al tesoro”, la ricerca di qualcosa di misterioso che, una volta trovato, dovrebbe riempire di gioia e di soddisfazione il fortunato e tenace esploratore. Il nostro tesoro è riuscire ad avere una comunicazione relazionale consapevole ed efficace. In effetti stiamo parlando di relazioni e, in particolare, di alcune modalità comunicative molto utili per conoscere, comprendere e quindi interagire correttamente con gli altri. La comunicazione è un fatto imprescindibile: noi comunichiamo sempre, indipendentemente dalla nostra volontà e sempre con persone

diverse, siano esse parenti, amici, colleghi, capi, collaboratori o anche emeriti sconosciuti. Noi comunichiamo sempre anche con noi stessi, ma spesso non sappiamo da dove arriva e dove porta quello che ci stiamo dicendo. Ecco allora che diventa indispensabile far partire la nostra comunicazione dall’esplorazione di noi stessi per poter giungere a quella degli altri, e comunicare con loro accogliendo e ricomponendo armonicamente le loro unicità e differenze con le nostre.

La comunicazione esplorativa intrapersonale Quando comunichiamo dovremmo essere consapevoli della nostra comunicazione e sempre più pronti ad accorgerci di quando e perché sopraggiungono le nostre resistenze a una piena comprensione del messaggio entrante; le nostre difficoltà di gestione delle emozioni attivate dal messaggio in entrata o in uscita; le nostre reazioni al “non noto” che ostacolano l’apertura e il confronto; le nostre debolezze, le paure e i timori che generano situazioni conflittuali. Il primo assioma della comunicazione di Paul Watzlawick, psicologo e filosofo austriaco naturalizzato statunitense, eminente esponente della statunitense Scuola di Palo Alto, cita: «È impossibile non comunicare». Non a caso, dato che qualsiasi interazione umana è una forma di comunicazione e «qualunque atteggiamento assunto da un individuo diventa immediatamente portatore di significato per gli altri».

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idee per crescere Per diventare consapevoli di tutto ciò che sta dietro o dentro al nostro messaggio e al nostro stile comunicativo occorre allora cominciare l’esplorazione partendo da noi stessi, chiedendoci se i nostri scambi si fondano sull’uguaglianza o sulla differenza, se sono simmetrici (ovvero se i comunicanti sono sullo stesso piano) o complementari, se sono improntati alla trasparenza o pagano il conto di finalità nascoste, se nascono da un ascolto profondo di noi stessi e degli altri.

La comunicazione esplorativa interpersonale Con la consapevolezza di come si attivano le nostre dinamiche interne diventiamo capaci di riconoscere quando e come si attivano quelle degli altri, e di conseguenza siamo in grado di neutralizzare quelle dinamiche emotive interpersonali che da un contrasto di opinioni, che è normale, ci portano a un “conflitto di posizione”, che è distruttivo. Diveniamo allora

capaci di passare dal contrasto al confronto e sappiamo coglierne il valore aggiunto per noi e per gli altri. Un sano confronto ci permetterà di conoscere le esigenze dell’altro, ma soprattutto di comprendere i perché delle sue richieste e alla fine magari arriveremo ad apprezzare persone completamente diverse da noi, allargando la nostra capacità d’azione oltre che del nostro orizzonte. Viceversa, un conflitto chiuderà ogni possibile trattativa obbligandoci a rinunciare alle opportunità che non siamo riusciti a cogliere per l’allontanamento delle posizioni e le barriere che abbiamo alzato a nostra difesa. La buona comunicazione è basata su alcune abilità come l’ascolto che – in assoluto – è il modo migliore per non apparire minacciosi nei confronti dell’altro e per non metterlo sulla difensiva. L’altra grande area di miglioramento è quella di imparare a fare domande. Domande al posto di affermazioni, per non apparire aggressivo. Domande per assicurarsi di avere capito quello

che l’altro dice. Domande di approfondimento per non dare scontate cose sulla base di somiglianze che spesso sono solo apparenti. “Esplorare” è dunque la parola d’ordine: tutti i grandi esploratori della storia, da Ulisse a Marco Polo, da Amudsen a Cristoforo Colombo, sono sempre stati mossi dalla curiosità, dal coraggio e dalla predisposizione al rischio. Capacità di autocontrollo emotivo, spirito di osservazione, capacità di ascolto, massima attenzione ai dettagli, sospensione del giudizio (tutto è possibile), affidabilità, ottima preparazione (domande), profondo e sincero desiderio di conoscere, capacità di affrontare i rischi con saggezza, creatività. Conoscere le esigenze, conoscere i perché, conoscere le opportunità, conoscere i valori, trovando il giusto equilibrio tra ragione e sentimento, sono tutte caratteristiche che suggeriscono una capacità esplorativa associabile solo a una personalità aperta, capace di esporsi agli stimoli dell’ambiente circostante; in estrema sintesi, a una persona capace di comunicare.

Obiettivo SMART n. 4: migliora la tua capacità comunicativa Ci siamo presi l’impegno, qualche mese fa, di svolgere degli esercizi concreti per cercare di mettere in pratica i suggerimenti dati all’interno dell’articolo. L’idea è quella di porsi degli obiettivi SMART, acronimo che sta per Specifici, Misurabili, raggiungibili (dall’inglese Achievable), Rilevanti e definiti nel Tempo. Ritieni di essere un buon comunicatore? Sei portato al confronto o al conflitto? Durante

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una discussione, cerca di osservarti e ascoltarti in modo imparziale. Fai mente locale non appena finisce e prendi degli appunti su un taccuino. Conta quante e quali domande “aperte” (quelle che offrono la possibilità di rispondere ampiamente esprimendo concetti o pareri) o “chiuse” (offrono solo la possibilità di rispondere sì o no) fai. Durante la discussione sei riuscito a “sospendere il giudizio”? Modifi-

cando il tuo comportamento e la tua modalità tipica di comunicazione, ritieni che la tua capacità di comunicazione migliori? Ritieni che le persone ti ascoltino più volentieri? Tu comprendi meglio quanto hanno da dirti, hai la mente più lucida e “sgombra”? Fai delle prove, ricordandoti di monitorare i risultati appuntandoli, a caldo e magari anche a distanza di tempo. Ci sono delle differenze di percezione?


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La nostra promessa è quella di consentire a tutti gli stampatori di riprodurre sempre risultati prevedibili con un’elevata fedeltà del colore e alta qualità, sia che si tratti di stampa imballaggio che di stampa commerciale.

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tecnologie La storica azienda pugliese ha puntato con decisione sulla soluzione roll-to-roll industriale con larghezza di stampa di 5 metri, distribuita in esclusiva da Digitalia

Per stampa su materiali XXL 3Esse sceglie l'inkjet fuori dal comune: Flora XTRA 5000

L

a ricetta perfetta per un business di successo non è ancora stata trovata. Esistono, tuttavia, alcuni elementi fondamentali dai quali non si può prescindere. Tra questi vi sono la conoscenza del proprio mercato, la competenza e la capacità di offrire prodotti di qualità. Da quasi quarant'anni 3Esse pone questi fattori alla base della propria attività nelle arti grafiche. Nata nel 1977 ad Alessandria per operare nella stampa serigrafica e tipografica, nel 1981 l'azienda si è trasferita in Puglia, terra di origine del titolare Giovanni Silletti. Qui è cresciuta e si è affermata, estendendo l'attività agli allestimenti pubblicitari, spaziando dal POP alla realizzazione di insegne luminose, fino alle lavorazioni cartotecniche. Nel corso del tempo 3Esse ha costruito solidi rapporti di collaborazione con alcune delle più importanti aziende del territorio, riuscendo a combinare produzioni standardizzate e automatizzate con lavorazioni totalmente artigiana-

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li. Questo è stato possibile grazie alla presenza di uno staff competente e professionale, che ha saputo sfruttare adeguatamente le tecnologie a disposizione e gli investimenti dell'azienda. Il parco macchine è cresciuto e ha iniziato a includere anche piattaforme digitali. La prima stampante inkjet è stata una Roland acquistata oltre 15 anni fa, a cui sono seguite macchine ibride e roll-to-roll, sulla scorta di una richiesta crescente di stampa di grande formato da parte dei clienti. L'ultima arrivata, Flora XTRA 5000, ha rappresentato per l'azienda pugliese un importante punto di svolta. La roll-to-roll industriale – distribuita in Italia da Digitalia – ha infatti permesso a 3Esse di soddisfare le esigenze realizzative dei propri clienti, intercettando al tempo stesso la domanda da parte di un pubblico sempre più interessato e vasto. || In alto, a sinistra il team di designer di 3Esse durante le fasi di progettazione di alcuni espositori, a destra il reparto di stampa offset con Heidelberg Speedmaster CD


tecnologie tecnologie

intervista a Giovanni Silletti Titolare di 3Esse

"Il fattore umano per noi è ancora determinante. E le soluzioni digitali innovative ne accrescono notevolmente le potenzialità"

Qual è oggi la proporzione tra digitale e analogico nella vostra realtà? Prevedete che cambierà nei prossimi anni? Utilizziamo soluzioni digitali per il 20% delle nostre produzioni. È una quota destinata a crescere, perché le richieste dei clienti spingono verso una personalizzazione sempre più marcata. Unendo la nostra capacità artigianale con la stampa digitale è possibile realizzare soluzioni originali e ad elevato valore aggiunto. Cosa vi ha spinto a cercare una stampante roll-to-roll con luce di 5 metri? E perché avete scelto Flora XTRA 5000? Negli ultimi tempi è cresciuta notevolmente la richiesta di stampa di grandi dimensioni su tessuto e backlit, sia per applicazioni per interni che per esterni. Così abbiamo deciso di dotarci di una macchina fuori dal comune, che potesse farci intercettare la domanda, aumentando nel contempo la visibilità dell'azienda sul territorio. Flora XTRA 5000 ci ha stupito per velocità e qualità

di stampa. Inoltre riteniamo che l'inchiostro UV sia la chimica migliore per le nostre applicazioni. C'è una caratteristica inattesa della stampante che vi ha favorevolmente colpito? La gestione dei materiali, estremamente accurata. Sebbene fossimo abituati a utilizzare soluzioni roll-to-roll, non ci aspettavamo questa facilità di utilizzo. Stiamo pur sempre parlando di una piattaforma da 5 metri. Una settimana di corso con i tecnici di Digitalia ci ha fornito tutti gli strumenti per iniziare immediatamente a produrre.

Come è nato il rapporto con Digitalia e in che modo questo interlocutore ha saputo fare la differenza? Lavoriamo con Digitalia da oltre dieci anni. Li abbiamo scelti per lo stesso motivo per cui continuano a essere nostri partner: ci sono sempre. La loro rete di vendita e assistenza qui al Sud funziona egregiamente. Sono accanto al cliente, sanno ascoltare con attenzione e trovano sempre una soluzione idonea ai problemi. Inoltre la loro offerta è completa e il rapporto qualità/ prezzo sia per i materiali che per i macchinari non delude mai.

|| Da sx, Giovanni Silletti e Marino Rossetti, CEO Digitalia, davanti a Flora XTRA 5000

Teste di stampa e gestione dei materiali ancora migliori, per abbinare qualità e produttività 24/7 Il top di gamma di Flora compie un notevole passo in avanti. Destinata a stampare tessuto, backlit, banner e PVC, la roll-to-roll inkjet UV con luce di stampa di 5 metri – disponibile anche nella versione da 3.300 mm – presenta novità tecnologiche che la rendono ancora più adatta a lavorazioni 24/7. La prima innovazione è rappresentata dalle teste di stampa Konica Minolta KM1024i, con goccia da 14 pl, 8 livelli di greyscale e

|| La Flora XTRA 5000 di 3Esse utilizza il RIP Onyx Thrive

risoluzione di 1.440 dpi. Queste teste di stampa dispongono di una frequenza di getto quasi triplicata rispetto alle KM1024, il che permette di stampare a velocità più elevate. Per sfruttare appieno queste performance, Flora ha riprogettato totalmente la gestione del carrello di stampa. XTRA 5000 utilizza un sistema magnetico di movimentazione dello shuttle, che consente di raggiungere una produttività di 100 m²/h aumentando nel contempo precisione e stabilità grazie all'assenza di attrito e quindi di vibrazioni. Inoltre, XTRA 5000 gestisce in maniera idonea sia supporti come il PVC che materiali elastici, come i tessuti, grazie alla sincronizzazione tra i rulli che evita di deformare i supporti a causa di un'eccessiva tensione. Studiato per ridurre a un solo metro totale (500 mm all’inizio e 500 mm alla fine delle lavorazioni) lo scarto di lavorazione di ogni bobina, il sistema di gestione multi-roll consente di stampare contemporaneamente su due bobine affiancate. Possibilità di scelta, infine, anche per la configurazione dei canali colore: a CMYK è possibile infatti aggiungere bianco e primer, configurando le teste di stampa disponibili – da 8 a 16 – secondo le necessità del cliente.

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speciale Un viaggio attraverso le tappe fondamentali della gestione del colore per sfatare le false credenze e trarre il massimo dei benefici per il proprio business

La calibrazione del colore svelata in cinque mosse di Andrea De Rossi// derossi@tecnologiegrafiche.it

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isterioso e popolato da innumerevoli miti (spesso privi di fondamento), il mondo della gestione del colore è tanto complesso quanto imprescindibile per chi lavora nel settore della stampa digitale. Conoscere le regole che lo governano, così come sfatare le false credenze su di esso, può fare la differenza per chi vuole crescere a farsi strada in un mercato esigente come quello di oggi. “Se non puoi sconfiggere il tuo nemico, fattelo amico”, diceva Giulio Cesare. E la gestione del colore è sicuramente meglio averla come “amica”, non solo perché ignorarla può essere dannoso, ma soprattutto per i

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benefici che può portare. Basti pensare all’importanza che ha la riproduzione fedele della cromia di un marchio sul packaging o sui prodotti per la comunicazione visiva. Ottenere risultati conformi non è affatto scontato, ma al tempo stesso è essenziale per rispondere alle esigenze del cliente, evitando errori e prevenendo così eventuali contestazioni. Senza contare che un’azienda capace di garantire un’elevata fedeltà cromatica è in grado di distinguersi nel mercato, scavalcando i competitor. Inoltre, c’è un altro aspetto che tavolta viene trascurato, e che invece va tenuto presente perché porta un beneficio a tutta la produttività aziendale: la gestione del colore consente di risparmiare tempo e risorse

Diplomato presso la Scuola Grafica San Zeno di Verona, dove ha svolto anche il ruolo di insegnante e assistente del prof. Pietro Chasseur, Andrea De Rossi è da 25 anni membro di FOGRA e, nel 1991, è stato il primo in Italia a introdurre l’omonimo processo di standardizzazione per la stampa offset. È inoltre esperto certificato da UGRA, centro svizzero di competenza per le tecnologie di stampa e i media, dove risulta tra i primi nel ranking internazionale dei professionisti. Pioniere in Italia nella gestione del colore mediante profili ICC può vantare al suo attivo la calibrazione e standardizzazione dei processi di stampa di oltre 600 aziende. Tra le altre attività è consulente alla certificazione secondo la norma ISO 12647-2.


speciale la dovuta attenzione. Attenzione che va principalmente indirizzata alla valutazione delle caratteristiche tecniche e produttive della stampante digitale. Infine, non va dimenticato un aspetto centrale: calibrare il colore vuol dire fare economia grazie a un minor consumo di inchiostro, maggiore sicurezza, efficienza e velocità di produzione, nonché qualità di stampa superiore a quella dei concorrenti. Nei paragrafi che seguono tratteremo brevemente alcuni dei temi che verranno ripresi in maniera più approfondita nei prossimi numeri di Italia Publishers.

La linearizzazione

|| La lettura delle patch colore su un supporto trasparente, effettuata con un spettrofotometro Barbieri Spectro LFP

preziose (inchiostro e materiali), riducendo la necessità di stampare innumerevoli prove prima di ottenere i risultati voluti. Le variabili in gioco sono moltissime, ed è proprio la loro combinazione a rendere la gestione del colore un mondo particolarmente complesso. Con questo articolo inauguriamo una serie di approfondimenti per guidare i lettori di Italia Publishers attraverso tutte le tappe della calibrazione del colore.

Uno sguardo d’insieme La calibrazione del colore si compone principalmente di due fasi: la linearizzazione e la profilazione. La prima serve a garantire la ripetibilità del processo e quindi della resa cromatica nel tempo. La profilazione invece permette di caratterizzare o mappare il colore. Questo infatti varia in funzione della modalità di stampa e del supporto utilizzati. Bisogna tenere presente che ogni materiale ha una sua particolare struttura superficiale su cui il colorante (toner o inkjet) si deposita e aderisce in modo diverso. Anche la chimica degli inchiostri (ad esempio ad acqua o UV) influenza il comportamento del colore. Non solo: poiché poiché spesso gli inchiostri da stampa sono semitrasparenti, il colore cambia anche a seconda della tonalità del bianco del supporto. La profilazione ha come obiettivo quello di ottenere lo stesso risultato cromatico su materiali differenti, con modalità di stampa differenti e addirittura con stampanti differenti. Ottenere profili di qualità e, di conseguenza, benefici pratici immediatamente apprezzabili dipende da: un’accurata linearizzazione della stampante, precisione di misura dello spettrofotometro, ottimizzazione dei

dati di caratterizzazione e tecnologia del software di profilazione. La qualità oggettiva della riproduzione stampata dipende invece dalla preventiva conversione del colore mediante l’uso di profili device link (DLP) e di un color server, oppure dalla corretta impostazione dei moduli di gestione colore integrati nei RIP. I flussi colore – che fino ad alcuni anni fa gestivano principalmente file raster – sono oggi in grado di elaborare anche file PDF complessi con numerosi elementi vettoriali, trasparenze, sovrastampe, etc.

Una domanda in crescita Le aspettative di qualità relative agli strumenti di gestione del colore sono in continua crescita. Essi devono garantire risultati perfetti in qualsiasi condizione di stampa, per accontentare anche i committenti più esigenti. Si pensi al mondo del packaging, le cui commesse più consistenti provengono da brand estremamente attenti alla cromia dei propri prodotti. Oppure a quelle lavorazioni, destinate a usi decorativi, su materiali strutturati e difficili da calibrare (tessuto, legno, metallo, plastica, ceramica, vetro, plexiglas etc.). Va considerato, inoltre, che le forniture di questi materiali non sono sempre costanti nei diversi lotti di produzione, sia come caratteristiche fisiche che come colore del supporto, ed influenzano il risultato provocando deviazioni cromatiche non accettabili nelle produzioni industriali in serie. Altra importante variabile da controllare è quella riferita alla diversa resa cromatica di più stampanti dello stesso tipo, contemporaneamente coinvolte nella produzione dello stesso prodotto. Il quadro che ne risulta è alquanto complesso e merita

La linearizzazione è un’operazione che permette di ottenere una risposta costante e controllata da parte dell’hardware della stampante e che rappresenta la base per le successive attività di calibrazione del colore. Con la linearizzazione si garantisce la ripetibilità della tecnologa di stampa adottata. Fa parte di questa operazione anche l’individuazione dell’ink limit (limite inchiostrazione) ottimale per il supporto da calibrare. Si tratta di una procedura finalizzata a stabilire la quantità massima di inchiostro che il supporto può accettare senza che si verifichino difetti di stampa quali bleeding, banding, picking, etc. Si ottiene una buona linearizzazione quando tutti i canali colore della stampante sono regolati in modo da ottenere incrementi tonali e di contrasto costanti tra i toni a percentuale minima (1%) e i toni a percentuale massima (100%). Si garantisce così la massima gradualità tonale nelle sfumature.

La caratterizzazione La caratterizzazione è un’operazione che consente di mappare il colore così come viene reso dalla combinazione di stampante, supporto e tipo di inchiostro. Si inizia stampando uno specifico color target (ad esempio l’IT8.7/4 da 1.617 tacche), con composizioni cromatiche dei colori più rappresentativi di una stampa. Il color target deve essere misurato con uno spettrofotometro che abbia caratteristiche idonee al tipo di supporto su cui si è stampato. Mediante la misurazione spettrofotometrica per ciascuna delle 1.617 tacche si ottengono: una curva spettrale del colore, un valore colorimetrico LAB, un valore tristimolo visivo XYZ e una densità (spessore di inchiostro). Queste misure vengono salvate in un file testo chiamato “file di caratterizzazione” che rappresenta la mappa dei colori di quelle specifiche condizioni di stampa. In ultima analisi, questi

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speciale

dati rappresentano la carta di identità della stampa. Il mercato offre sostanzialmente due tecnologie di misura spettrofotometometrica del colore: quella con scansione manuale e quella con scansione automatizzata. Queste due tecnologie si differenziano sostanzialmente per il tempo impiegato per la misurazione e per la precisone con cui viene eseguita. Esistono spettrofotometri in grado di misurare solo materiali opachi, per riflessione, e altri in grado di misurare anche materiali trasparenti come vetro, plexiglass e backlite, per trasmissione. Vale la pena sottolineare, ancora una volta, che misurazioni di elevata qualità e precisione sono il presupposto fondamentale per una buona profilazione. In tal senso è molto importante scegliere con cura il proprio spettrofotometro, confrontando attentamente le specifiche dei modelli presenti sul mercato.

L’ottimizzazione dei dati Per ottenere un profilo esente da difetti e di qualità superiore è raccomandato effettuare un’ottimizzazione dei dati di caratterizzazione precedentemente raccolti. Anche se le misure sono state eseguite con un ottimo spettrofotometro, le tacche misurate hanno valori alterati dalla reazione (rifiuto) che hanno gli inchiostri quando sono in sovrapposizione gli uni sugli altri (trapping e microtrapping) e forniscono misure diverse da quelle attese. Si devono correggere a monte queste deviazioni cromatiche per evitare che la sommatoria di errori di stampa ed errori di lettura comprometta l’intero processo di profilazione, portando inevitabilmente a risultati scadenti.

in bianco/nero) al tipico spazio colore CMYK della periferica di stampa con la quale la si vuole riprodurre. I profili ICC sono di vario tipo: RGB, CMYK, LAB, B&W, pentacromia, esacromia, eptacromia e DLP (Device Link Profile). La qualità della trasformazione del colore dipende dalla bontà del programma di profilazione e dal suo algoritmo matematico di calcolo. Per qualità di conversione si intende la capacità del software di color management di convertire il colore garantendo la massima corrispondenza tra i valori del file di input e i colori della copia stampata. Negli ultimi 20 anni numerose software house hanno messo in commercio moduli di profilazione standalone o integrati all’interno dei RIP da stampa. Sebbene si possa dire che oggi tutte queste soluzioni sono in grado di offrire risultati accettabili, è bene sottolineare come solo poche di esse riescano a gestire efficacemente anche le situazioni più critiche.

La gestione del colore Una volta completata la profilazione della stampante, le operazioni di gestione del colore possono essere affidate a software chiamati color server in grado di presiedere a tutte le conversioni dei file, in prestampa, a monte del RIP. Questi ultimi gestiscono le stampanti, e offrono numerose funzionalità fondamentali

per una corretta preparazione dei file (es. nesting, pannellizzazione, etc.). Non sono però così evoluti nella gestione del colore sebbene essa sia inclusa tra le loro funzioni. Il color management affidato a un color server offre importanti vantaggi, specialmente in ambienti produttivi in cui siano presenti diversi RIP. Tutti i file vengono infatti processati dal medesimo software – con la certezza di risultati qualitativi omogenei – invece di essere distribuiti tra software differenti con risultati imprevedibili. Alcune soluzioni permettono inoltre di visualizzare a monitor un’anteprima del risultato di ciascuna conversione, prima che essa venga effettuata. Se dotati di un monitor high-end gli operatori avranno così la possibilità di intervenire in tempo reale laddove se ne presenti la necessità e minimizzare ulteriormente le possibilità d’errore. La gestione del colore sovrintende a tutti i flussi di lavoro per i diversi formati dei file. Le conversioni possono essere costruite secondo le proprie necessità: RGB-to-RGB; RGBto-CMYK, CMYK-to-CMYK, RGB-to-5-6-7 colors, CMYK-to-5-6-7 colors. Un’opzione importante è rappresentata dalla gestione dei profili DeviceLink indispensabili quando si producono e si utilizzano file PDF per i quali bisogna garantire fedeltà del colore, non solo per le immagini bitmap ma soprattutto per gli elementi di grafica vettoriale che contengono colori spot.

La generazione del profilo La generazione del profilo è la procedura mediante la quale si elaborano i file di caratterizzazione per creare un profilo ICC. Quest’ultimo è un file digitale che consente la trasformazione (conversione) del colore di un qualsiasi file (vettoriale, raster, a colori o

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|| Qui sopra, la schermata principale del color server ZePrA di ColorLogic. In alto, le curve tonali di una stampante digitale prima (a sx) e dopo (a dx) il processo di ottimizzazione.



strategie A un anno dall'acquisizione da parte di Flint Group, il costruttore belga prosegue la sua crescita e offre nuove soluzioni dedicandosi sempre più al packaging

Xeikon, è aperta la caccia a nuove applicazioni digitali

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poco più di un anno dall'acquisizione da parte di Flint Group, Xeikon continua la politica di investimento ed espansione, come testimonia l'apertura di una nuova divisione in Australia e Nuova Zelanda. L'azienda sta sfruttando appieno la forza commerciale della casa madre, che l'ha collocata all'interno della sua neonata terza divisione Digital Solutions, che va ad affiancarsi alle esistenti Print Media e Packaging. L'obiettivo è quello di sfruttare appieno la grande qualità della tecnologia Xeikon, applicandola a settori in cui la stampa a toner può offrire risultati di alto livello senza alcuna necessità di adattamento. Quello del packaging è sicuramente uno dei settori più interessanti e in espansione, su cui Xeikon sta puntando con decisione, con una particolare attenzione nei confronti delle appli-

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cazioni in ambito alimentare. In questo contesto, infatti, le stringenti normative sulla sicurezza degli inchiostri promuovono l'utilizzo di chimiche d'inchiostro a migrazione bassa o nulla, tra cui quelle a toner. L'azienda belga si sta impegnando anche nello sviluppo di soluzioni per il workflow sempre più complete, integrando le sue stampanti anche con piattaforme per la nobilitazione – come mostrato nel corso di Labelexpo e drupa – e implementando il suo digital front-end X-800. Specifici software accessori sono infatti destinati a facilitare la gestione dei materiali, la crezione di barcode, il controllo dei colori (pilotando spettrofotometri in linea) e l'integrazione con le soluzioni per il finishing. || In alto, Xeikon 3500 con luce di stampa di 508 mm, configurata per cartone teso e dotata di un fusore Alpine che estende la gamma di materiali gestibili.


strategie

intervista a Filip Weymans Vice President Marketing di Xeikon

“Il nostro obiettivo è quello di oltrepassare l'arte nota nella produzione digitale del packaging, aiutando gli stampatori e i converter a capire dove risieda realmente il valore”

Cosa spinge un potenziale cliente a scegliere le vostre soluzioni di stampa? Crediamo fermamente che sia importante determinare se una soluzione digitale abbia o meno valore per un certo tipo di business in questo preciso momento oppure – dato che non desideriamo certamente un insuccesso dei nostri clienti – se possa averlo in futuro. Xeikon è un'azienda pragmatica. Forniamo attrezzature utili, che funzionano bene. Il nostro obiettivo è riuscire ad andare oltre le teorie sulle varie applicazioni possibili per la stampa digitale. Dobbiamo offrire ai nostri clienti produttori di packaging soluzioni che li aiutino a tirare fuori realmente il massimo valore dai loro prodotti. Cosa ci può dire in merito alle nuove applicazioni disponibili per il mercato delle etichette e del packaging? I nostri clienti stanno sfruttando appieno la possibilità di disporre di nuovi sistemi di workflow, nuovi supporti di stampa e soluzioni di finishing. Questo li sta portando ad accrescere costantemente il livello delle lavorazioni, oltrepassando i limiti della stampa digitale. Nel corso di anni pieni di successi, sia nell'industria delle etichette che in quella di cartone teso per il packaging, abbiamo notato che questi settori si stanno ampliando. Etichette sempre

più sottili, buste stand-up, liner per cartone ondulato e una forte crescita nel segmento dei bicchieri di carta. La nostra attenzione per questo settore è particolarmente elevata e abbiamo molte richieste da parte di potenziali utilizzatori. Alcune sono opportunità davvero importanti, e stiamo notando un certo interesse a rimpiazzare la laminazione litografica nel settore del cartone ondulato con la Xeiko-Lam. Qual è il principale punto di forza delle vostre tecnologie di stampa? Un aspetto importante è il bisogno di packaging per uso alimentare. La sicurezza del cibo è uno dei punti di forza della tecnologia a toner di Xeikon: il toner è approvato e considerato sicuro per usi alimentari in molte regioni, tra cui Europa e America del Nord. Abbiamo due clienti in Olanda che hanno prodotto per molti anni etichette di carta leggera (21 g/m²) applicate direttamente sulle forme di formaggio. Un materiale non può essere più vicino di così agli alimenti. Un altro esempio è la produzione di bicchieri di carta, in forte crescita in gran parte del mondo. Abbiamo venduto diverse macchine destinate a questo segmento. Bicchieri personalizzati vengono prodotti con successo da aziende che si stanno spostando sulla stampa digitale, rendendo più

economiche le piccole tirature. A Labelexpo e a drupa Xeikon ha mostrato la sua tecnologia Fusion. Di cosa si tratta? È un concept di combinazione digitale che amplia il range delle possibilità applicative per il packaging hi-end. Poniamo molta attenzione all'idea di nobilitazione Fusion che abbiamo mostrato. In particolare il bianco paragonabile a quello stampato in serigrafia, insieme alla laminazione e al varnishing. Tuttavia si è trattato di dimostrazioni tecnologiche, attualmente in fase di sviluppo, presentate per valutare la risposta del mercato. A fine marzo ci sarà la terza edizione dello Xeikon Café. Cosa rappresenta questo evento e cosa vorreste trasmettere ai partecipanti? Sarà l'edizione più grande di sempre. Xeikon è riuscita a creare una base di clienti vasta e di successo e questa è un'opportunità per aiutarli a trovare nuove possibilità di business. Verranno mostrate in funzione piattaforme utilizzate quotidianamente dai converter per realizzare prodotti e applicazioni. I visitatori potranno partecipare alle conferenze che si terranno nel corso dell'evento e avranno modo di imparare da Xeikon e dai suoi partner, con la speranza che possano utilizzare proficuamente quanto appreso.

|| Alcune applicazioni in cartone teso, realizzate utilizzando Xeikon Serie 3000.

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