MEETING LEADERS
CCL Label crea a Dornbirn
la sua label factory più moderna e sostenibile
SPECIALE
Con il digitale, il packaging si prepara alle nuove leggi e diventa più sostenibile
STRATEGIE
Ceriana, il peso piuma del cartone ondulato che s da i giganti con PageWide C550
Italia Publishers - Anno XXXVI - n° 01/2024 - Prezzo euro 10,00 - Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LOM/MI
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EDITORIALE
5 | Packaging: meno creatività e più regole?
NEWS
6 | Novità dai player del mercato digitale
MEETING LEADERS
12 | CCL Label crea a Dornbirn la sua label factory più moderna e sostenibile
SPECIALE
20 | Con il digitale, il packaging si prepara alle nuove leggi e diventa più sostenibile
STRATEGIE
26 | Ceriana, il peso piuma del cartone ondulato che sfida i giganti con PageWide C550
32 | DEM Media crea espositori e imballaggi green con inkjet base acqua e due Kombo TAV
36 | Dopo JETvarnish, Solution cresce nella nobilitazione con la prima AccurioShine 3600
42 | Imoco cambia le regole del gioco e punta su etichette più complesse con Cartes GT360
IDEE PER CRESCERE
46 | Vendere stampa nel 2024: quattro (semplici) strategie per partire col piede giusto
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sommario 01
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12
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B+B International pag. 15
Bobst pag. 31
Cartes pag. 1
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Italia Publishers – Anno XXXVI – n° 01/2024
Registrazione: Tribunale di Milano n. 74 del 12/2/94
Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015
Direttore editoriale
Lorenzo Villa Direttore responsabile Gabriele Lo Surdo
Collaboratori Matthew Parker Copertina Sara Ciprandi
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Milano
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di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com
Packaging: meno creatività e più regole?
contributor
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Genio e sregolatezza sono da sempre parte del nostro variopinto settore, in quasi tutte le sue sfaccettature. Del resto, benché la sua Bibbia a quarantadue linee sia da tempo parte del programma “Memory of the World” dell’UNESCO, lo stesso Johannes Gutenberg fallì nel suo business tipografico per aver sottostimato qualche dettaglio finanziario e geopolitico. Senza cercare paragoni estremi, basta osservare il mercato odierno per concludere che la comunicazione stampata è infarcita di usi e consuetudini, ma pressoché priva di regole. A pochi, infatti, sembra interessare se il volantino del supermercato è stampato su carta naturale o patinata, se una plastifica soft touch contiene PVC oppure no. Da qualche anno, consapevolezza e coerenza dei messaggi stanno crescendo, questo è vero, ma raramente si va oltre il greenwashing. La recente infatuazione degli stampatori per il packaging, e la digitalizzazione in atto nella stampa di etichette, film, scatole in cartone teso e ondulato sembrano tuttavia porre basi più solide per una presa di coscienza collettiva. In questo numero di Italia Publishers, vi portiamo alla scoperta del più moderno sito produttivo europeo di CCL Label, dove scopriamo come il più grande produttore mondiale di etichette rende i suoi prodotti più sicuri e sostenibili. A pagina 20, analizziamo invece i trend che traineranno l’uso della stampa digitale negli imballaggi. In questi e in altri articoli, emergono evidenze di come il mercato del packaging sia sempre più regolamentato e di come marche grandi e piccole siano chiamate ad aderire a legislazioni locali, nazionali e sovranazionali. Al di là dei macro-temi trattati dai governi alla COP 28, pochi mesi fa, il Parlamento Europeo ha approvato l’ultima versione del PPWR, il regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio, che contiene nuove disposizioni sulla riciclabilità e sulla circolarità del packaging. I primi a recepirle saranno multinazionali, retailer e grandi converter, ma è inevitabile che presto anche piccoli acquirenti e trasformatori dovranno allinearsi. Se il packaging è il vostro futuro, creatività e stampa digitale vi daranno certamente un vantaggio, ma da sole non basteranno.
Editore
Density srl, Via Thaon di Revel 21, 20159
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drupa
editoriale
Certificato CSST 2022-6578
Eco Flexibles è il primo utilizzatore europeo di Fujifilm Jet Press FP790
Presentata nel 2023 come una delle prime alternative inkjet a flexo, rotocalco e tecnologia elettrofotografica per la stampa di packaging flessibile, Jet Press FP790 non è più solo un concept o un’opportunità remota. Nelle scorse settimane, Fujifilm ha annunciato la prima installazione in Europa presso Eco Flexibles, converter britannico specializzato nella produzione di film flessibile e pouches, storico utilizzatore delle sue lastre Flenex FW. La nuova macchina da
stampa è parte dell’investimento strategico in un nuovo sito produttivo di 3.700 m², destinato alla produzione di innovative soluzioni di packaging flessibile in carta e film monopolimero. Grazie agli inchiostri a base acqua, alla larghezza di stampa di 790 mm e alla risoluzione di 1.200x1.200 dpi, Jet Press FP790 consentirà a Eco Flexibles di creare nuovi prodotti e offrire servizi on-demand. Restate sintonizzati perché torneremo a parlarne molto presto. fujifilm.com
‖ Fondato nel 1911 e già quartier generale di Planeta, il sito Koenig & Bauer di Radebeul è dedicato alle soluzioni per la stampa a foglio e ospita parte dei laboratori di ricerca e sviluppo di Koenig & Bauer Durst.
Koenig & Bauer Durst potenzia la ricerca e sviluppo a Radebeul
La joint venture tra il costruttore di macchine offset tedesco e il leader italiano dell’inkjet sembra essere a una svolta. Il 2024 si apre infatti con un subentro nella posizione di General Manager. Robert Stabler lascia il posto a Daniel Velema (in precedenza VP Corrugated & Solution Services presso Xeikon). Al contempo, l’azienda ha annunciato un potenziamento delle attività di ricerca e sviluppo presso il sito Koenig & Bauer di Radebeul, storica fabbrica dedicata
swissQprint raggiunge il 50% di autosufficienza energetica
Investire nel fotovoltaico nel 2024 può sembrare a molti un fatto scontato o una bella operazione di marketing da raccontare a clienti e investitori. Ma chi conosce swissQprint sa che per lei non è così. Sin dalla sua nascita, il costruttore svizzero ha fatto ogni sforzo per rendere le sue tecnologie più sostenibili. È stato tra i primi a introdurre l’asciugatura LED e ha sempre progettato le sue macchine per essere solide e durevoli. Inoltre, già nel 2018, ha sottoposto le sue stampanti a
un processo di audit energetico condotto da FOGRA secondo la norma ISO 20690:2018.
Con l’installazione di 1.276 pannelli solari sulla copertura del suo stabilimento, da febbraio 2024, l'azienda sarà in grado di produrre circa 613.000 kWh di elettricità ogni anno, che corrispondono a circa la metà del fabbisogno del proprio edificio, che condivide con altre società e che risponde ai criteri di efficienza energetica più stringenti. swissqprint.com
ai sistemi offset a foglio.
Dal 2019 a oggi, Koenig & Bauer Durst ha posto le basi del futuro con il lancio di VariJET 106, per la stampa digitale su cartone teso, e ha promosso le single-pass CorruJET e Delta SPC130, per la stampa digitale su cartone ondulato. Nell’anno di drupa, nel bel mezzo di un periodo cruciale per la trasformazione digitale nella stampa degli imballaggi, le aspettative non sono mai state così alte.
koenig-bauer-durst.com
‖
6 news
Dal 2024, il business park Schützenwiese, sede di swissQprint, produrrà 613.000 kWh all’anno, riducendo ulteriormente il proprio (già contenuto) impatto ambientale.
‖ Taku Ueno e Manuel Schrutt di Fujifilm (al centro) tra Simon Buswell (a sinistra) e Matt Francklow (a destra), rispettivamente direttore vendite e marketing e direttore di Eco Flexibles.
EFI e Agfa, da rivali ad alleate nel superwide format di fascia industriale
Sebbene non sia una fusione, l’alleanza tra EFI e Agfa nella stampa di grande formato è una notizia bomba, destinata a cambiare (e non poco) gli scenari commerciali nella fascia più alta del mercato delle stampanti ibride e roll-toroll. Molti, infatti, si chiedono già come andranno le cose per due tra i costruttori più noti e rispettati dell’inkjet, per i loro rivenditori e per i clienti finali. Ciò che
sappiamo è che, in base all’accordo, Agfa integrerà i sistemi rollto-roll di EFI nella sua offerta, mentre EFI avrà accesso alle piattaforme ibride più performanti di casa Agfa. Senza dubbio EFI, con una leadership pluridecennale nei formato 3 e 5 metri (e due brand leggendari come VUTEk e Matan) può vantare una leadership nel roll-to-roll che Agfa non ha. Sul fronte delle stampanti ibride lo
scenario è più complesso, dato che entrambi i costruttori hanno un portfolio prodotti ben congegnato e grandi basi installate. Da un lato, EFI con le sue VUTEk h3 e h5 (oggi in versione “plus”) e dall’altro Agfa con Jeti Tauro da 3,3 e 2,5 m, che negli ultimi anni ha conseguito importanti successi. Entrambi sono anche produttori di inchiostri inkjet, ed entrambi hanno una lunga tradizione nel
software, rispettivamente con Fiery (oggi indipendente da EFI) e Asanti. Al di là delle dichiarazioni entusiastiche dei rispettivi CEO, ora non ci resta che attendere FESPA e drupa per saperne di più. agfa.com efi.com
‖ Sotto: a sinistra, VUTEk Q5r è la roll-toroll 5 m di EFI; a destra, Agfa Jeti Tauro H3300 LED ibrida con automazione.
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Liyu Italia consolida la crescita con il suo centro
Dall’automotive all’informatica, dalla telefonia alla stampa digitale, nel campo della tecnologia la contrapposizione tra Occidente e Oriente ha rappresentato per decenni un fatto esistenziale. Da qualche anno, tuttavia, la tecnologia orientale ha acquisito popolarità e credibilità, inizialmente per ragioni economiche, poi per un rapporto favorevole tra qualità, prezzo, prestazioni e design.
Oltre ai progressi compiuti dalle case produttrici, il merito è da attribuirsi alle controparti europee che hanno creduto e investito nella tecnologia asiatica: importatori, distributori, rivenditori. Nel nostro Paese, tra gli apripista c’è Liyu Italia, nata nel 2017 grazie all’iniziativa del gruppo industriale turco Liyu International (proprietario di Anhui Liyu), supportato e coordinato dalla brescia-
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nica. L’ultima, ambiziosa, mossa è l’apertura alle porte di Milano di uno spazio di 800 m² dedicato alle attività dimostrative e di validazione tecnica e applicativa nei campi della grafica, del packaging e della decorazione industriale. liyuprinter.it
‖ Sotto: a sinistra, il centro demo di Liyu Italia; a destra, Mauro Piotti (primo da destra) con il management dell’azienda.
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10 news
CCL Label crea a Dornbirn la sua label factory più moderna e sostenibile
Il sito produttivo austriaco è un modello di efficienza, oltre che il simbolo dello slancio del leader globale dell’etichetta verso modelli produttivi più green e responsabili
Classica, chic o minimalista, la casa rispecchia il gusto del suo proprietario. In un contesto B2B, essa definisce spesso il carattere e le ambizioni di un’azienda. Senza scomodare Apple, BMW o Hearst, le cui sedi sono entrate nell’immaginario collettivo come vere icone, non sono pochi i costruttori e i converter di settore che hanno dato vita a siti produttivi a loro modo iconici, espressione dei valori aziendali e del proprio
modo di concepire la relazione tra business, persone e ambiente circostante. Presente in 46 Paesi con 210 siti produttivi, in oltre settant’anni, CCL Label si è affermata come il leader globale nella produzione di etichette, pur preservando un legame speciale con i mercati locali che l’hanno resa grande. Tra questi c’è l’Austria, dove CCL Label ha da poco inaugurato il suo sito produttivo più moderno ed eco-sostenbile. Siamo andati a esplorarlo e a conoscerne alcuni dei suoi manager.
meeting leaders 12
di Lorenzo Villa
Una storia di innovazione
Fondata da Günther Birkner e Thomas Summer, Pachem avvia la produzione di etichette per il settore caseario nel 1992, a Götzis, cittadina Austriaca a una manciata di chilometri da Svizzera, Germania e Lichtenstein. L’azienda impiega macchine da stampa tipografiche e una linea flexo per realizzare etichette in carta e film plastico.
Nel 1995, l’etichettificio si sposta in una nuova sede, a Hohenems, dove cresce rapidamente sotto la
guida appassionata e improntata all’innovazione dei suoi due fondatori. Presto il focus si sposta sulle etichette in-mould, che meglio soddisfano l’accresciuta domanda di contenuti grafici sui vasetti di yogurt.
Nel 2003, Pachem entra nell’orbita di CCL Label, che la ingloberà nel 2005, facendola diventare il suo trentaseiesimo sito produttivo, e introdurrà la tecnologia shrink sleeve, per etichette in grado di adattarsi a confezioni delle forme più svariate.
Con il crescere dei volumi, nel sito di Hohenems arrivano nuove unità ibride rotocalco e offset. Poi, nel 2016, l’azienda raggiunge la massima espansione possibile sul terreno a sua dispozione. Così, nel 2021, il gruppo decide di costruire un nuovo stabilimento di 10.000 m² nella vicina Dornbirn. È qui che, a pochi mesi dopo l’inaugurazione del sito, abbiamo incontrato Reiner Druml, Head of Sales di CCL Dornbirn, in azienda dal 1995, e Marika Knorr, Global Head of Sustainability di CCL Industries.
«Se riguardassimo oggi a Pachem potremmo definirla una startup innovativa», racconta Druml. «In pochi anni abbiamo ridisegnato la fabbrica, specializzandola nella produzione di shrink sleeve, di cui ora siamo uno dei cinque più grandi produttori al mondo». Ogni giorno dal sito di Dornbirn escono circa 15 milioni di sleeve, per lo più destinate a “vestire” bevande a base di latte, yogurt,
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‖ Sullo sfondo, il nuovo sito produttivo CCL Label a Dornbirn, in Austria.
“Oltre al fine vita delle nostre etichette, dare una seconda vita alle nostre macchine è un impegno concreto per la sostenibilità.”
‖ 1) Il sito CCL di Dornbirn genera autonomamente il 20% dell’energia che consuma. 2) La sala stampa è posta in pressione positiva per ridurre le polveri, e riutilizza il calore dei macchinari per la climatizzazione.
acque minerali premium, bibite, prodotti per la pulizia e la cura della persona. Il nuovo sito crea etichette per le principali marche globali attive nel mercato DACH e spedisce i suoi prodotti entro un raggio di 800 km.
Meno consumi ed emissioni
Lo stabilimento di Dornbirn si estende su una superficie complessiva di 22.000 m² che include gli spazi di stoccaggio e il magazzino automatizzato, alto 27 m e capace di ospitare circa 5.000 pallet. L’edificio è progettato per ridurre consumi energetici ed emissioni di CO₂. Persino i tetti sono concepiti per diventare spazi verdi, in grado di trattenere l’acqua piovana, ridurre il calore all’interno e all’esterno, e favorire la biodiversità. Un impianto fotovoltaico da 900 kW, inoltre, garantisce un apporto di energia pari al 20% del fabbisogno della struttura. L’edificio è riscaldato con il calore recuperato dal funzionamento dei macchinari e, grazie a un sofisticato sistema di ricircolo e filtraggio dell’aria, temperatura e umidità sono mantenuti costanti a 23-24°C tutto l’anno. Grazie ad ampie vetrate,
che si aprono sull’area produttiva, gli ambienti godono di molta luce naturale, che contribuisce a ridurre i consumi di energia elettrica. Sul fronte delle emissioni in atmosfera, il sito è dotato di un post-bruciatore per i vapori di solvente. Usando contenitori più grandi per i solventi e un impianto centralizzato di pompaggio degli inchiostri verso le macchine da stampa, l’azienda ha poi ridotto drasticamente i trasporti e il packaging da smaltire. Nello stabilimento sono impiegati 170 addetti, che operano su cinque turni per cinque o sei giorni alla settimana.
Tecnologia allo stato dell’arte
Entrando in produzione siamo
invitati a indossare calzature protettive, camici e cuffie di colore rosso, riservati ai visitatori. Gli stampatori indossano maglie blu, i tecnici di prestampa verdi, i capiturno grigie, i manutentori nere e gli addetti al finishing azzurre. Nel reparto di prestampa sono installate due linee CtP automatiche Agfa, che garantiscono il backup in caso di fermi macchina e manutenzioni. In sala stampa l’azienda impiega cinque linee ibride a bobina di larghezza 1.050 mm, di cui tre manroland Goss ibride con gruppi rotocalco e offset. Queste ultime rimpiazzano macchine di generazione precedente, che CCL ha ricondizionato e trasferito presso una consociata spagnola. «Quando aggiorniamo i nostri
macchinari, prima di smaltirli, verifichiamo se possono servire in altre parti del mondo», rimarca Knorr. «Oltre al fine vita delle nostre etichette, dare una seconda vita alle nostre macchine è un impegno concreto per la sostenibilità».
Le linee di stampa sono configurate con un’unità rotocalco in entrata (impiegata per l’applicazione su film trasparente di un’eventuale vernice di nobilitazione ottica o tattile), cui seguono il gruppo di voltura (la stampa è sempre sul retro) e sette castelli offset, utilizzati per la quadricromia e le tinte piatte. A fine linea, tre unità rotocalco sono utilizzate per l’applicazione del bianco (dietro ai colori) o per lavorazioni speciali. Le mac-
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leaders
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Marika Knorr
Global Head of Sustainability di CCL Industries
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Head of Sales di CCL Label, Dornbirn
“I volumi sono complessivamente in aumento, ma sono più polverizzati tra edizioni limitate, personalizzate e in altre lingue.”
chine da stampa sono dotate di sofisticati sistemi di ispezione per mantenere qualità e registro.
«I volumi sono complessivamente in aumento, ma sono più polverizzati tra edizioni limitate, personalizzate e in altre lingue», spiega Druml. «L’ibridazione ci consente di stampare una base rotocalco comune e di personalizzare le serie in offset».
Processi produttivi sicuri e attenti all’ambiente
Benché a Dornbirn non produca packaging destinato al contatto diretto con gli alimenti, CCL Label si impegna a realizzare etichette sleeve sicure, oltre che sostenibili, resistenti e accattivanti.
Per la stampa rotocalco, l’azienda usa inchiostri a base solvente, mentre per l’offset impiega inchiostri con polimerizzazione EB (Electron Beam), che riducono i rischi di migrazione. Le tinte piatte sono miscelate nella cucina colori interna, nella quantità strettamente necessaria per la tiratura, così da azzerare gli scarti.
Le bobine di film – che sono avvolte su anime in plastica e appoggiate su pallet in plastica, per
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‖ 3) Il cockpit di una delle linee di stampa. 4) Tutte le nuove linee ibride manroland Goss integrano gruppi rotocalco e 7 castelli offset. 5) Il reparto di slitting e sleeving con recupero e separazione automatica degli sfridi.
Reiner Druml
Head of R&D, QM di CCL Label, Dornbirn
“Non testiamo solo l’etichetta, ma il suo comportamento quando è applicata alla confezione, in condizioni reali.”
ridurre la presenza di polveri in produzione – vengono prelevate dal magazzino automatico e portate in sala stampa 24 ore prima di essere utilizzate, così da prevenire shock termici, variazioni dimensionali e deviazioni cromatiche. I dispositivi di splicing, presenti su tutte le linee, consentono di ridurre i fermi macchina e gli sprechi di materiale.
Al termine della stampa, le bobine raggiungono il reparto di finitura, dove vengono rifilate su tre linee di slitting e poi confezionate su otto linee di sleeving, progettate e costruite da CCL Industries per i propri stabilimenti in tutto il mondo. Ciascun dispositivo di sleeving è dotato di un sistema di ispezione che esegue controlli automatici su registro e tolleranze, codificando i batch di produzione e generando una serie di report, consultabili in caso di contestazioni e conservati per l’intera shelf life dell’etichetta. Anche i cilindri rotocalco sono codificati in entrata e in uscita dal magazzino automatico con l’aggiunta di informazioni sul consumo e sulla vita utile residua. Le bobine di sleeve, impilate su pallet, vengono quindi preparate per la spedizione.
Gli sfridi di tutte le lavorazio -
ni vengono aspirati, separati per materiale e conferiti, attraverso una rete di tubazioni, all’impianto di stoccaggio, che invia automaticamente notifiche alle società di riciclo al raggiungimento di un volume prefissato.
Patiti per qualità e sicurezza, votati alla sostenibilità
Negli stabilimenti di CCL Label è presente un laboratorio con tecnici specializzati e strumenti sofisticati per mettere a punto i prodotti, ottimizzare i processi, analizzare e prevenire eventuali difettosità.
A Dornbirn, il team di laboratorio esegue analisi gascromatografiche per verificare la ritenzione dei solventi dopo la stampa, effettua
test sulle proprietà meccaniche del film e sul restringimento, misura i valori di trasmissione della luce delle etichette con effetto barriera, esegue test di invecchiamento accelerato e di resistenza a calore, vapore, chimici e detergenti, ed effettua test di galleggiamento per le soluzioni EcoFloat.
«Non testiamo solo l’etichetta, ma il suo comportamento quando è applicata alla confezione, in condizioni reali», spiega Norbert Fenkart, Head of R&D, QM di CCL Label a Dornbirn.
Il sito austriaco di CCL Label non si occupa solo di produrre le sue shrink sleeve in modo sostenibile ma lavora anche a stretto contatto con altri siti del gruppo per migliorare la riciclabilità dei prodotti
realizzati da questi ultimi. Oltre alle etichette separabili per galleggiamento, per esempio, l’azienda ha introdotto particolari tecniche di perforazione per consentire di rimuovere più facilmente le eticchette dai flaconi.
Infone, il team CCL Label di Dornbirn partecipa al Positive Program aziendale, che mira al raggiungimento di sette degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, e collabora ad iniziative sociali a favore della comunità locale. Lo stabilimento austriaco, insieme a una manciata di altri siti definiti “world class”, è considerato da CCL Label un modello cui ispirarsi per realizzazione di future unità produttive o per la riqualificazione di quelle esistenti.
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meeting leaders
‖ 6) Il magazzino automatizzato può contenere circa 5.000 pallet.
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7) Un momento della nostra visita al laboratorio analisi di CCL Label a Dornbirn.
Norbert Fenkart
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La domanda dei consumatori, le richieste dei brand oltre che le mosse di governi e legislatori favoriranno la crescita del digitale a scapito della stampa tradizionale
Con il digitale, il packaging si prepara alle nuove leggi e diventa più sostenibile
di Sean Smyth
Nel 2024, il maggior driver per il futuro della stampa e del packaging è senz’altro la sostenibilità, in linea con le richieste dei consumatori di ridurre l’impatto ambientale dei propri acquisti. A loro volta, governi locali e nazionali sono spinti a legiferare in tal senso, obbligando marche e retailer ad adottare comportamenti più sostenibili. La Con-
ferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico, COP28, tenutasi a dicembre 2023 a Dubai, ha raggiunto un accordo che segna “l’inizio della fine” dell’era dei combustibili fossili, e impegna i governi a limitare l’impatto dei cambiamenti climatici.
In Europa, il Green Deal mira a rendere il nostro continente la prima regione neutrale dal punto di vista climatico, in risposta alla minaccia esistenziale del cambia-
mento climatico e del degrado dell’ambiente. Il Green Deal mira a trasformare l’UE in un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, garantendo l’assenza di emissioni di gas serra entro il 2050.
Il cambio di atteggiamento dell’opinione pubblica, con il coinvolgimento di molti gruppi di interesse e lobbisti, sta incoraggiando un maggiore controllo normativo, con una legislazione
Oltre a scrivere e tenere seminari, Sean Smyth è un analista di mercato attivo nella stampa e nel packaging. È un tecnologo della stampa e ha lavorato in aziende grandi e piccole (anche come proprietario) dove ha utilizzato la tecnologia per un semplice scopo: fare soldi. Smyth è inoltre uno stratega aziendale; lavora con brand, costruttori di attrezzature, fornitori materiali di consumo e converter, cercando di dar loro strumenti ed indicazioni per sfruttare le tante opportunità derivanti dall’adozione della stampa digitale da parte di stampatori, etichettifici e cartotecniche. Smyth è infine ricercatore, consulente e direttore non esecutivo presso Smithers.
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foto: BHS Corrugated
sempre più incentrata sulla protezione dell’ambiente e sul controllo del clima. Un trend che sta ormai diventando una priorità improrogabile a causa degli effetti più marcati del cambiamento climatico e di condizioni meteorologiche estreme, assieme a una crescente tassazione sui rifiuti.
Gli imballaggi rappresentano una fonte di rifiuti importante per i consumatori, che sono chiamati sempre più a separare i materiali riciclabili dai rifiuti generici.
Europa e resto del mondo più allineate nel cambiamento
Nel novembre 2022, l’UE ha pubblicato una revisione del Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio (PPWR). Entro la fine del 2024, i Paesi dell’UE dovranno garantire l’istituzione di schemi di responsabilità del produttore per tutti gli imballaggi, mentre gli obiettivi di riciclo di tutti gli imballaggi dovranno raggiungere il 65% nel 2025, per arrivare al 70% entro il 2030. La revisione mira a prevenire la generazione di rifiuti da imballaggio, riducendone la
quantità e promuovendo al contempo il riutilizzo e il refill. Essa garantirà che tutti gli imballaggi presenti sul mercato dell’UE siano riciclabili in modo economicamente conveniente entro il 2030.
Negli Stati Uniti, la California è all’avanguardia con l’Assembly Bill 2026, entrato in vigore nel 2022, che ha l’obiettivo di ridurre la quantità di imballaggi in plastica monouso. In Giappone, nell’aprile 2022, il Ministero dell’Ambiente ha implementato il Plastic Resource Circulation Act, che introduce sussidi per incoraggiare le aziende a ridurre la produzione di plastica monouso oltre che sviluppare e adottare prodotti e sistemi più circolari. Anche la Cina ha annunciato nuove restrizioni sugli imballaggi in eccesso, richiedendo a tutti i produttori di alimenti e cosmetici di aderire a linee guida specifiche che determinano il volume di imballaggi consentito in proporzione a un prodotto. Queste normative stanno spingendo le marche e i retailer a modificare i materiali di imballaggio e il modo in cui vengono prodotti.
In sintesi, in tutto il mondo gli
‖ 1) Penetrazione della stampa digitale in tutti i segmenti degli imballaggi stampati in Europa Occidentale, in valore, 2018-2028. Fonte: Smithers.
I processi di stampa veri e propri, tuttavia, sono difficili da confrontare, a causa dell’ampia varietà di macchine da stampa utilizzabili, e delle diverse modalità d’impiego, velocità, metodi di asciugatura e coperture d’inchiostro. Ciò significa che l’impatto relativo alla produzione di uno stesso lavoro può variare notevolmente in funzione dei singoli processi.
imballaggi sono sotto pressione per il cambiamento.
La relazione tra stampa digitale e sostenibilità
In genere, sono film plastici e cartone a contribuire maggiormente alle emissioni di anidride carbonica, anche se il riciclo può compensare in modo significativo il loro impatto, seguiti dalle lastre da stampa e dall’energia necessaria per il funzionamento delle macchine da stampa e dei relativi gruppi di asciugatura. Eliminare le lastre da questo scenario ridurrà notevolmente tale impatto. Molti studi dimostrano che la stampa digitale ha prestazioni migliori in termini di sostenibilità per determinati aspetti, ma di solito essi non analizzano tutto ciò che contribuisce all’impatto. Senza dubbio, tendono a presentare la verità, ma forse non tutta la verità, a seconda di chi finanzia la ricerca.
Le moderne macchine da stampa digitale producono stampe di alta qualità sugli stessi tipi di carta, film e cartone stampabili in offset, flessografica o rotocalco.
Le macchine da stampa offset utilizzano soluzioni di bagnatura, molte ancora contenenti alcol isopropilico, cui si aggiungono prodotti chimici per il lavaggio dei caucciù e della macchina da stampa, e i solventi usati in sala stampa. Gli inchiostri a solvente sono utilizzati nella stampa flessografica e nella rotocalco a banda larga, e si sommano ai solventi utilizzati per il lavaggio. In genere, con la stampa a getto d’inchiostro, la preparazione è più rapida e gli scarti di avviamento sono inferiori (in alcuni casi pari a zero), mentre i clienti possono ordinare solo ciò di cui hanno bisogno, contribuendo a ridurre la conseguente ridondanza lungo la supply chain. Questo vantaggio sul piano della sostenibilità sta spingendo un’adozione sempre più marcata della stampa digitale nella produzione di etichette e altri tipi di imballaggi, che a sua volta sta attirando un maggior numero di fornitori di macchine da stampa con tecnologia inkjet ed elettrofotografica per cartone ondulato e teso, imballaggi flessibili, metallo e plastica rigida, oltre che per le etichette autoadesive.
Stampa digitale e “passaporti digitali”
Oltre alla sostenibilità, ci sono diverse ragioni a supporto della crescita dei processi digitali, a partire da una legislazione che incoraggerà l’adozione della stampa digitale. Una politica importante in fase di sviluppo è il Passaporto Digitale di Prodotto dell’UE.
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0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027 2028 Digital print penetration into printed packaging in Western Europe, by value Labels Corrugated Cartons Flexible packaging Rigid plastics Metal All packaging & labels 1
Inkjet
AÞnia, Arrow Systems, Astro Nova, Bitek, Colordyne, Comexi, DJM, Durst, Founder, FujiÞlm, Guangdon Arojet, Guangzhou Pulisi, Hapa, HP, IIJ, IN2, Kodak, K&B, Konica Minolta, Labelgraff, Landa, Miyakoshi, Nanjing TTZS, Neos, PadaLuma (Palis), PCMC, Rigoli, Rollenco, Sealed Air (SEE), Screen, Systec, Uteco/Kodak, VShapes, W&D, W&H, WiPak
Agfa, Barberán, Bonak, FujiÞlm, K&B Metalprint, Neos, Sacmi
Inkjet
3Sixty, Acelorex, Axzyra, Bergstein, CAPrint, Cyan Tec, EPS, Fermac, Hapa, Heidelberg, Hinterkopf, IIJ, Inkcups, Isimat, ITW Morlock, Juno DTS, KHS, K&B Kammann and MetalPrint, Krones (Till/Dekron), LSINC, Machines Dubuit, MOSS (Martinenghi), NTS Group, Omso, OPM Europa, Perigon, Plastipak, Quantix- Digital, Sacmi, SLAC International, SMTD, Tapematic, Tonejet, Wifag Polytype, Velox, Xerox
Inkjet Bobst, Colordyne, FujiÞlm, Gallus, HP, Kodak, Koenig & Bauer, Neos, PCMC (Barry-Wehmiller)
‖ 2) Mappa tecnologica del packaging digitale con le macchine di stampa elettrofotografiche e a getto d’inchiostro disponibili nel 2024.
Si tratta di uno strumento per la raccolta e la condivisione di dati sui prodotti durante l’intero ciclo di vita, dall’ideazione alla fine del ciclo di vita, che fornirà gli attributi di sostenibilità, ambientali e di riciclabilità di un prodotto. I dati registrati sul prodotto, provenienti da tutta la catena di fornitura, compresi l’approvvigionamento di materie prime e il processo di produzione, saranno riportati sul passaporto e condivisi tra una serie di stakeholder, sbloccando benefici, casi di utilizzo e valore in interi ecosistemi. Anche se non è chiaro come sarà implementato praticamen-
Entry Level
ADSI, DTM Print (Primera), Isys Label, OKI, Cut Sheet
HP Indigo, Xeikon, Konica Minolta, Mark Andy, Ningbo
Entry Level AÞnia, Bitek, Epson, Isys Label, NTS Print, Valloy
EP HP Indigo, Xeikon BHS, DPi, Conprinta hybrid, Engico, Flora, HP PageWide
Bobst, Canon, Colordyne, Domino/ MPS/ABG/CEI/ Lombardi/ Multitec/ Spande/UV Graphics, Edale/FFEI, Focus, Gallus, IIJ, Mark Andy, MonoTech, Nilpeter/Screen, Omet/ Durst, PCMC, PPSI, Prati/Screen, Pulisi, Weigang, also white/high-build varnish print bars
Amica Systems, Anytron, Atlantic Zeiser, Bobst, Canon, Coaso, Colordyne, CSat, Daco, Dantex, Dilli, Domino, DropJet, Durst, Edale/FFEI; Epson, Flora (Shenzhen Runtianzhi), Founder, FujiÞlm, Gallus, Hanway, Haotian, Hapa, IIJ, IN2PS, INX, Iwatsu, Mark Andy, Miyakoshi, Monotech JetSci, Mprint, MTex, Multitec, Neos, New Solution, PCMC, Pulisi, Rapid, Screen, SEI, Shiki, Systec, Trojan, UP Group, Uteco, Winjet, Xeikon
te, esso comporterà un sistema di identificazione univoco per ogni prodotto: un duplicato digitale di informazioni che rappresenterà un’applicazione blockchain per le catene di fornitura.
Sebbene il concetto di tracciabilità dei prodotti non sia nuovo (il sistema russo Chesty Znak è in funzione da diversi anni) il nuovo passaporto digitale dei prodotti utilizzerà la tecnologia blockchain per registrare e proteggere crittograficamente i dati dei prodotti, per porre maggiore enfasi sull’accessibilità da parte dell’utente finale. L’identificatore sarà probabilmente presente nella confezione o nell’etichetta di molti prodotti, e l’utilizzo della stampa digitale consentirà di produrre un identificatore unico per ogni confezione. Il primo lancio è previsto
Kolbus, Konica Minolta, K&B/Durst, Komori, Landa, MGI, Ricoh, Rollenco, Sealed Air (SEE), Simply Inkjet, Systec, WinJet, Xanté
EP FujiÞlm, HP Indigo, Canon, KM, Kodak, Xerox, Ricoh
per il 2026 per batterie e veicoli, prodotti tessili, elettronica e ICT, mobili, plastica, materiali edili e prodotti chimici, con “la maggior parte dei prodotti entro il 2030”.
Basse tirature e layout variabili
La stampa digitale è estremamente conveniente per le piccole e medie tirature, in quanto non ci sono lastre o cilindri, e la preparazione della macchina da stampa è generalmente molto efficiente, con pochi scarti. Il costo di ogni stampa può essere leggermente superiore a quello della flessografia o dell’offset, e il punto di crossover economico è un parametro importante per i trasformatori che vogliono produrre nel modo più conveniente. Via via che le marche e i retailer produ-
AMI, Arrow, Barberán, Baysek, BME, Boxmaking Machinery, BW Papersystems, Ceßa Finishing, CMC, Clorobbia, CycJet, DPi, Domino, Durst, EFI, Flora, Foshan Winlink, FujiÞlm, Handway, HP, HRB Pack, Inways, JS Machine, Kento Digital, King Tau, Kodak, Koenig & Bauer/Durst, Kolbus, Konica Minolta, Limitronic, Macarbox, MasterWorks, MTex, NSE, Panotec, PGA, PinLong, Qingzhou Yiheng, Qres, Sealed Air (SEE), Sparck, Suzhou Tektronix, Sun Automation, Taiyi Precision, Teckwin, Xanté, Xeikon, Winjet, WonderJet
cono e vendono più versioni del medesimo prodotto, la lunghezza media della tiratura di etichette e scatole tende a diminuire. Ad esempio, possiamo avere versioni multilingue dello stesso prodotto, con quantitativi minimi anche molto bassi.
L’altro fattore di impatto è l’ascesa dei marchi artigianali, che producono quantità relativamente piccole, almeno all’inizio. Nel settore degli alimenti e delle bevande, queste aziende stanno insidiando i marchi leader, assecondando il desiderio dei consumatori di provare cose nuove.
Qualsiasi brand oggi può utilizzare la stampa digitale per il lancio di nuovi prodotti, testando la risposta dei consumatori con prototipi stampati in digitale, e passare poi all’offset o alla fles-
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PACKAGING Flexibles Rigids (glass, plastic metal) Cartons Corrugated Labels Webfed Sheetfed Webfed Direct to shape Flat sheet Inkjet EP Postprint inkjet Liner inkjet Inkjet Agfa, Boxmaking Machinery, Colordyne, Domino, FujiÞlm, Kirk-Rudy,
EP Xeikon
Inkjet hybrid 2
raccolti mostrano la crescente penetrazione della stampa digitale nel campo delle etichette e degli imballaggi stampati.
sografia quando aumentano i volumi di vendita. Il digitale consente anche la stampa di etichette completamente variabilizzate, con numerazioni o codici QR unici, che consentono maggiore efficienza logistica e nuove opportunità di coinvolgimento dei consumatori.
Ci sono poi campagne promozionali interamente basate sulle potenzialità della stampa digitale. La più nota è l’operazione “Share-a-Coke” di Coca-Cola, che ne ha realizzate molte versioni di grande successo in settanta Paesi, con miliardi di bottiglie e lattine vendute nell’ultimo decennio. Ce ne sono molte altre, con marche che si prestano al gioco o, in alcuni casi, sostengono campagne meritevoli e sensibilizzano su temi di interesse generale. Pur generando spesso visibilità (e approvazione da parte dei consumatori), questi progetti rappresentano una piccola percentuale del volume totale del packaging digitale.
La società di market intelligence Smithers ha monitorato i mercati delle etichette e degli imballaggi per molti anni, e i dati
Il time to market traina il digitale
Il settore più sviluppato è quello delle etichette autoadesive, dove le macchine da stampa a bobina, sia a toner che inkjet, già da anni hanno superato le linee flessografiche standard in tutto il mondo. Le macchine da stampa digitale in grado di stampare etichette di alta qualità esistono da oltre 25 anni, guidate dalle tecnologie elettrofotografiche a toner. Le tecnologie sono migliorate costantemente in qualità e produttività, insieme al flusso di lavoro e ai processi di design associati. I metodi di prestampa sono fondamentali per far funzionare con successo una macchina da stampa digitale: senza i file necessari, anche la macchina da stampa digitale più veloce non può produrre. E quando una macchina da stampa non stampa, non guadagna, il che è ormai chiaro in tutti i settori.
Smithers ha organizzato l’ultima conferenza Digital Print for Packaging a Londra lo scorso dicembre, attirando circa 150 delegati da tutta la supply chain per due
giorni di presentazioni e discussioni. Durante la conferenza, i rappresentanti di marche, trasformatori e aziende fornitrici hanno spiegato perché guardano alla stampa digitale come alternativa all’analogico. Per Kellanova la velocità di commercializzazione è una questione importante. Il marketing utilizza i social media, le offerte e la messaggistica sul web e sull’e-commerce in un giorno, mentre la pubblicità outdoor impiega cinque giorni, ma un nuovo design di packaging stampato in analogico richiede 60 giorni per arrivare sul mercato. Se il packaging è un touchpoint sempre più importante per il cliente, il packaging digitale dovrà essere molto più veloce di quello analogico. Altri brand hanno espresso priorità differenti: facilità di collaborazione, flessibilità, consegna puntuale, sostenibilità, prezzi competitivi.
NAPCO, dagli Stati Uniti, ha pubblicato una ricerca secondo cui i marchi intervistati vogliono lavorare con converter che abbiano capacità digitali.
Una corsa al digitale che interessa tutto e tutti
Per le ragioni citate, il mondo delle macchine da stampa digitale per il
packaging è in grande fermento. Recentemente, Agfa ha presentato la sua SpeedSet 1060 (una macchina da stampa inkjet, formato B1, con una velocità massima di 11.000 fogli/h e la possibilità di applicare sia primer che vernice con teste inkjet) sostenendo che è più economica dell’offset per tirature fino a 5.000 fogli. Anche il produttore statunitense di apparecchiature PCMC (Paper Converting Machine Company) ha annunciato che la sua innovativa macchina da stampa ION è ora installata presso un cliente vicino a Dallas. Progettata per imballaggi flessibili fino a 1,32 m di larghezza, basata su tecnologia inkjet Memjet, può essere lunga 30 m e configurata con 2 unità flexo in linea, un motore inkjet a 4 colori, un gruppo di voltura e 2 unità flexo finali.
A pochi mesi da drupa ci saranno ulteriori lanci, con fornitori di macchine da stampa analogiche che offriranno nuove soluzioni, nel tentativo di conquistare una quota di un mercato dinamico in rapida crescita.
In Italia, l’adozione del digitale nel cartone ondulato è all’avanguardia nel mondo, con trasformatori innovativi che utilizzano soluzioni inkjet single-pass sia pre che postprint.
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‖ 3) ION è la macchina da stampa ibrida flexo-inkjet per imballaggi flessibili basata su tecnologia Memjet del costruttore americano PCMC.
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Ispirato dai principi della produzione Lean, lo storico scatolificio veronese affianca il digitale a flexo HD e offset, ampliando così la gamma di prodotti e servizi offerti
Ceriana, il peso piuma del cartone ondulato che sfida i giganti con PageWide C550
di Lorenzo Villa
Sebbene siano i grandi gruppi a dominare le cronache e dipingere scenari futuribili, sono quasi sempre le piccole e medie imprese a riscrivere la storia e i modelli di business di interi settori. Del resto, quella della stampa digitale è stata e resta una rivoluzione “partita dal basso”, in ogni segmento della nostra industria.
La storia di Ceriana, azienda familiare di Pescantina (VR) specializ-
zata negli imballaggi in cartone ondulato, poggia su un mix singolare di fortuna e abilità. Due fattori che, lo scorso anno, l’hanno condotta all’installazione di una single-pass HP PageWide C550, affrontando un investimento che farebbe tremare i polsi a molti “pezzi grossi”. Ma ora torniamo a parlare di fortuna. È il 1959 quando Adriano Ceriana, brillante funzionario commerciale di un mobilificio del veronese, gioca una schedina del
Totocalcio e centra un “13”. L’inattesa disponibilità economica lo induce ad acquistare alcuni macchinari dal suo datore di lavoro e ad avviare una produzione di scatole da trasporto. Il business cresce spontaneamente, assecondato dal boom economico che spinge ogni settore dell’economia nazionale. All’azienda, però, manca un piano industriale. La seconda nota fortunata è l’incontro, nei primi anni Ottanta, tra Adriano Ceriana e Gian Antonio Barichello, esperto
di organizzazione industriale nel campo delle materie plastiche, ma soprattutto aspirante imprenditore. Sotto la guida di Barichello, che entra in società, l’azienda acquista moderne attrezzature per la produzione di scatole in ondulato e, nel 1987, è pronta ad acquisire un concorrente. Ceriana non è pronto per la mossa, così Barichello rileva le sue quote, incoraggiato dalla
‖ In alto, la single-pass HP PageWide C550 installata presso Ceriana.
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moglie Anna Cona, che più tardi assumerà la guida commerciale dell’azienda. Nel 1994, lo scatolificio compie due nuovi passi decisivi: la costruzione di una nuova sede di 16.000 m² e l’ingresso in azienda di Giovanni Barichello, seguito più tardi dal fratello Marco. Ceriana conta oggi 70 collaboratori e sviluppa un fatturato di 19 milioni di euro (2022).
Problem solver, perdutamente innamorati della stampa
L’attività di Ceriana è fortemente legata al tessuto economico del suo territorio, coperto di vigneti e ricco di piccole e medie imprese nei settori alimentare e industriale. Con l’andare degli anni, alle porte dell’azienda bussano gruppi della GDO e del retail, aziende manifatturiere, multinazionali farmaceutiche e alimentari, che apprezzano l’alto livello di servizio, la consulenza e il supporto organizzativo offerto. Il portfolio prodotti include scatole in ondulato a singola e doppia onda E, vassoi ed espositori in cartone microonda, con copertine naturali e patinate. Gli imballaggi vinicoli, alcuni dei quali brevettati, sono da sempre il prodotto di punta e rappresentano il 25% del fatturato. «La nostra è un’offerta sartoriale, ma sempre a prezzi di mercato», spiega Giovanni Barichello, CEO di Ceriana. «I clienti fidelizzati ci dicono che lavorare con noi
si traduce in un risparmio, perché siamo puntuali, precisi, e forniamo un prodotto che non si inceppa nelle loro linee di confezionamento automatizzate».
Tra gli ingredienti che rendono unica la proposta di valore di Ceriana, la stampa ha un ruolo centrale Nel 2010 l’azienda è tra le prime in Veneto a installare un fustellatore rotativo con stampa flexo a 6 colori, seguito nel 2015 da una linea flexo HD a 7 colori. La stampa offset è invece eseguita presso tipografie partner.
«Abbiamo capito che l’immagine ci piace moltissimo, e piace ai nostri clienti», sottolinea Barichello.
«Sempre più clienti si rivolgono a noi perché abbiamo le competenze e la tecnologia per rendere i loro
imballaggi non solo più funzionali, ma anche accattivanti». Per Ceriana la qualità di stampa non è retorica da tipografi col lentino in tasca, ma una sintesi equilibrata di tinte piatte impeccabili, testi e codici nitidi, e risultati ripetibili nel tempo. Tanto che, dal 2016 a oggi, l’azienda si è aggiudicata numerosi trofei Best in Flexo. Nell’ultimo decennio, la quantità di imballaggi stampati è esplosa, fino a rappresentare una porzione predominante del business. La crescente frammentazione dei volumi, tuttavia, si è trasformata in un collo di bottiglia.
«I big dell’alimentare creano continuamente nuove versioni di prodotto, e le insegne della GDO inventano nuovi marchi com -
‖ 1) Marco Barichello nel reparto di prototipazione, che impiega il software ArtiosCAD e un sistema di taglio Kongsberg. 2) Il cockpit da cui l’operatore può controllare tutte le funzionalità di PageWide C550.
merciali, moltiplicando le varianti grafiche e riducendo le tirature», spiega Barichello. «In un simile scenario competitivo, presentare soluzioni originali e poterle consegnare in tempi fulminei può fare un’enorme differenza».
Ispirati dalla Lean production e da un mindset digitale
Forte della cultura dell’automazione instillata da Gian Antonio Barichello, la produzione di Ceriana è in larga misura automatizzata e robotizzata, e gli interventi manuali ridotti all’osso. L’azienda integra una linea flexo Göpfert, due linee piegaincolla e una fustellatrice automatica Asahi con palletizzatore integrato. Nell’edificio adiacente, climatizzato e con umidità controllata, trovano spazio un fustellatore rotativo, un tavolo di ispezione digitale BOBST da 2.800x1.600 mm, il nuovo reparto di prestampa e la macchina da stampa digitale HP PageWide C550. Per sfruttare al meglio gli spazi, i magazzini sono disposti su tre livelli: nella zona interrata gli stock di prodotto finito, al piano terra cartone e materie prime, e al livello superiore un magazzino
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“Non avremmo mai accettato una qualità inferiore all’offset, né rinunciato ai formati e alla flessibilità della flexo. Sapevamo cosa ci serviva e che era il momento giusto.”
compattabile per le fustelle. Per offrire un servizio chiavi in mano, Scatolificio Ceriana dispone anche di un reparto di prototipazione degli imballaggi, equipaggiato con il software di progettazione parametrica ArtiosCAD e un sistema di taglio digitale Kongsberg. Nel 2014, inoltre, l’azienda ha avviato un progetto per applicare i criteri della Lean production in produzione, logistica, amministrazione e vendite.
«Abbiamo iniziato a cercare inefficienze, sprechi e nuove modalità per ridurre scarti, sprechi e tempi di lavorazione, e produrre più efficacemente i piccoli quantitativi», spiega Marco Barichello, direttore di produzione e co-titolare di Ceriana. «È un percorso che ci ha
‖ 3) Il belt di trasporto dei fogli dall’unità di stampa al gruppo di asciugatura.
4) Con un motore di stampa CMYK, PageWide C550 riproduce facilmente un’ampia gamma di tinte piatte.
i livelli di qualità, produttività e affidabilità sufficienti a giustificare un investimento milionario.
«Per i grandi gruppi è più facile immobilizzare grosse somme per testare una nuova tecnologia, perché l’investimento si innesta su fatturati enormi», sostiene Giovanni Barichello. «Una realtà come la nostra, invece, deve ripagarsi l’investimento rapidamente, e non può commettere errori». La svolta avviene a gennaio 2023, durante una demo di HP PageWide C550, evoluzione della versione C500, già nel mirino dell’azienda da qualche anno. I titolari di Ceriana restano colpiti dalla maturità raggiunta dall’unità di stampa inkjet postprint di HP e si convincono che è il momento di investire.
«Non avremmo mai accettato una qualità inferiore all’offset, né rinunciato ai formati e alla flessibilità della flexo», continua Barichello. «Sapevamo cosa ci serviva e che era il momento giusto».
Una transizione digitale fatta (anche) di persone, competenze e approcci nuovi
resi più maturi e consapevoli, e ci ha fatto comprendere il potenziale della stampa digitale».
La stampa inkjet post print che sintetizza il meglio della flexo e dell’offset
L’analisi di mercato sul digitale inizia nel 2018 e porta i fratelli Barichello a testare a fondo le principali stampanti inkjet disponibili sul mercato. L’obiettivo non è creare un piccolo reparto per prototipi, ma piuttosto dotarsi di una tecnologia in grado di affiancare la flexo e aprire nuove prospettive. Sebbene alcune soluzioni single-pass appaiano promettenti, l’impressione è che la tecnologia digitale non abbia raggiunto
Alla firma dell’ordine, anziché riconvertire personale già presente in azienda, Ceriana decidere di assumere due nuovi collaboratori destinati a gestire la C550, e arricchisce il reparto di prototipazione di nuovi software di grafica e gestione del colore. Al termine dell’installazione, durata sei settimane e completata a settembre 2023, l’unità inkjet entra in produzione e arriva rapidamente a operare su un turno completo. Benché i volumi siano ancora ridotti, la stampa digitale riscuote interesse tra i clienti, e consente al team di stampa e di prestampa di misurarsi con nuovi progetti. Se la flexo resta l’opzione migliore per le lunghe tirature e i lavori più semplici, che sfruttano forme da stampa e matrici di fustellatu-
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Giovanni Barichello CEO e co-titolare di Ceriana
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create
future
ra già in archivio, la maggior parte dei nuovi lavori con quadricromia e tinte piatte vengono dirottati sul digitale. Dall’ingresso in azienda di PageWide C550, inoltre, Ceriana ha pressoché azzerato gli acquisti di stampa offset.
«Quando mostriamo a clienti e prospect le potenzialità del digitale, pensano a come trarne vantaggio, e a volte tornano da noi chiedendo prodotti e servizi impensabili», spiega Barichello. «Anche chi non ha un lavoro digitale oggi ci guarda con occhi diversi, e spesso ci affida progetti analogici a più alta marginalità». PageWide C550 stampa in formato massimo di 1.320x2.500 mm, con una velocità di 90 m/min, una risoluzione di 1.200 dpi, combi-
nando bonding agent e inchiostri CMYK a base acqua, totalmente inodori e conformi alle normative di sicurezza più stringenti. Queste caratteristiche consentono di stampare con definizione offset su qualsiasi tipo di cartone, favorendo un travaso naturale di volumi dalla flexo al digitale, con vantaggi consistenti in termini di qualità, tempi e costi di avviamento.
Sostenibilità, tracciabilità e operazioni “smart”
A influenzare l’investimento di Ceriana in PageWide C550 ci sono i temi della sostenibilità e della sicurezza che guidano le decisioni d’acquisto degli acquirenti di imballaggi. Combinando stampa a
base acqua con quantitativi ridotti, consegne just-in-time e potenti opzioni di personalizzazione, l’azienda ha centrato gli obiettivi dei suoi clienti e prospect.
«In preparazione all’investimento avevamo preparato un business plan realistico, imperniato su flessibilità e qualità», spiega Barichello. «Non sapevamo quando lo avremmo applicato, né se avrebbe funzionato davvero su un’azienda del nostro calibro, ma i risultati sin qui ottenuti vanno oltre le più rosee aspettative».
Ceriana ha intrapreso un percorso di trasformazione tecnica, organizzativa e commerciale, che sta portando in tutti i reparti nuove idee, risorse umane e competenze, e sta promuovendo la creazione
di nuovi di strumenti di comunicazione e vendita. Parallelamente, il team di prestampa padroneggia ormai i software di variabilizzazione della suite HP SmartStream Designer, mentre il team di produzione sfrutta le funzionalità di HP PrintOS per il monitoraggio e la manutenzione predittiva della macchina da stampa.
«I temi della personalizzazione e della tracciabilità sono il vero cambio di paradigma nel dialogo con clienti nuovi e storici», conclude Barichello. «A dimostrazione che, seppur non enorme, quella del packaging personalizzato non è una promessa fumosa, ma la risposta a un’esigenza reale».
L’installazione di HP PageWide C550 coincide con l’ingresso in azienda di Marta Barichello, figlia di Giovanni, che dopo gli studi in Nord America coordina il progetto Lean e supporterà la creazione di un nuovo team focalizzato su marketing e comunicazione. In pochi mesi la stampa digitale ha creato entusiasmo a tutti i livelli dell’azienda, ponendo le basi per la crescita dei volumi di stampa e del giro d’affari, nonché per la progressiva digitalizzazione di altri processi produttivi, a partire dalla fustellatura.
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‖ 5) e 6) Imballaggi in cartone ondulato stampati con HP PageWide C550. 6) Giovanni Barichello verifica la qualità di una commessa insieme a un operatore del reparto di digitale.
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Lo stampatore romeno digitalizza la fustellatura dei lotti medio-piccoli e dà vita a un sito produttivo automatizzato ed eco-sostenibile grazie alla tecnologia Elitron
DEM Media crea espositori e imballaggi green con inkjet base acqua e due Kombo TAV
Doru Ursu è ancora studente quando, a metà degli anni Novanta, inizia a lavorare in un’agenzia pubblicitaria di Galati, città portuale romena sul Danubio, a pochi chilometri dal confine ucraino. Insieme alla compagna Marcela, che diverrà poi sua moglie e socia in affari, l’imprenditore scopre una vocazione per la produzione e, nel 2000, fonda DEM Media. L’azienda apre i battenti
usando come spazi produttivi il garage di casa, dove viene installata una saldatrice, e in un piccolo laboratorio con una macchina da taglio a filo caldo e un plotter per l’intaglio del vinile. L’offerta inizialmente si limita a teloni, prespaziati ed elementi decorativi per vetrine. La crescita del giro d’affari, però, incoraggia gli Ursu ad acquistare le prime stampanti digitali di grande formato e una fresatrice VHF per lavorazioni su legno e plexiglas.
Il salto di qualità avviene nel 2006, quando Arabesque, il principale distributore di materiali da costruzione del Paese, affida a DEM Media l’allestimento di punti vendita, eventi e fiere. Così, lo stampatore acquista un terreno alla periferia della città e costruisce una sede di 2.000 m² in cui, negli anni successivi, installa una fresatrice Multicam, una fustellatrice, i sistemi di taglio Kongsberg i-XL44 e C64, e una Durst Rho 800, rimpiazzata poi da una Rho
P10 250 HS con carico e scarico automatico.
A settembre 2023, DEM Media ha trasferito stampa UV e taglio flatbed in una nuova sede (a Bucarest) e, con l’acquisto di due stampanti a base acqua e due Elitron Kombo TAV-R, ha trasformato la sede storica in un sito produttivo per display e packaging.
‖ In alto: a sinistra, la stampante Hanway HighJet 2500D; a destra, i due sistemi da taglio Elitron Kombo TAV-R.
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di Lorenzo Villa
Diversificati, creativi ed efficienti per prosperare in un mercato che cambia
DEM Media deve il suo successo all’atteggiamento pionieristico e allo spirito di sacrificio dei suoi fondatori, coadiuvati da un gruppo di collaboratori competenti e appassionati. Nelle sue due sedi, l’azienda replica un modello di fornitura chiavi in mano che spazia dalla consulenza alla progettazione grafica e strutturale, fino alla stampa e alle fasi di taglio, assemblaggio, confezionamento e logistica. La gamma di prodotti include ogni genere di materiale decorativo e pubblicitario in carta, plastica, materiali compositi, legno e metallo, sebbene la vera specialità della casa siano i display e le soluzioni espositive in cartone ondulato. DEM Media annovera tra i suoi clienti agenzie pubblicitarie, tipografie, commercianti, strutture ricettive, industrie e retailer, ma anche grandi brand dell’alimentazione e delle bevande, tra cui Nestlé. Per soddisfare i requisiti più stringenti nel campo del packaging e dei materiali POP, l’azienda ha conseguito le principali certificazioni imposte dalle multinazionali del settore alimentare.
Una “green factory” per realizzare packaging e display
Sebbene la sede amministrativa
si sia spostata nella capitale, DEM Media ha concentrato gli investimenti strategici nella sede di Galati, dove risiedono gli operatori e i tecnici più esperti. Qui, nel 2022, prende corpo l’idea di creare un polo produttivo totalmente green, energeticamente indipendente e capace di produrre materiali per la comunicazione eco-sostenibili in piccole, medie e grandi quantità.
«Lavorando con agenzie, brand e retailer nazionali e internazionali, abbiamo analizzato a fondo i loro bisogni e adattato la nostra offerta, dando fondo alla nostra capacità produttiva con le stampanti UV e i sistemi di taglio che avevamo», spiega Doru Ursu, CEO di DEM Media. «Infine, abbiamo concluso che per giocare seriamente nella
cartotecnica ci servivano tecnologie digitali più automatizzate ed eco-sostenibili».
Il budget a disposizione è limitato, ma DEM Media vuole pensare in grande, e decide di aderire ad alcuni bandi europei per l’innovazione tecnologica. Contestualmente, avvia un’analisi su macchine da stampa inkjet e sistemi di fustellatura digitale automatizzati. Puntando a crescere in volume, appare subito chiaro che taglio e cordonatura rappresentano il vero collo di bottiglia da sciogliere.
Stampa a base acqua e Kombo TAV-R per un workflow di produzione automatizzato
Nell’ambito della stampa, DEM
‖ 1) Un solo operatore per turno è in grado di gestire le due linee di taglio Kombo TAV-R e la stampa digitale.
2) Le due teste di taglio sono governate dal software Elitron TwinCut.
Media decide di puntare sulla tecnologia a base acqua. Dopo un’attenta analisi, l’azienda acquista una HP Latex R2000 per campionature e piccoli quantitativi di qualità offset, e una Hanway HighJet 2500D per i medi volumi. La multi-pass di costruzione cinese, equipaggiata con un feeder automatico con presa dal basso e uno stacker ad alta capacità, presenta infatti il rapporto più favorevole tra prezzo, qualità, prestazioni e costi operativi. DEM Media testa poi le versioni automatizzate dei sistemi di taglio proposti dai principali produttori, tra cui Kombo TAV-R, che il team aziendale ha visto all’opera presso uno scatolificio belga qualche anno prima, e che in Romania vanta già alcune installazioni finalizzate da Printman, il partner locale di Elitron.
«Non eravamo convinti della velocità, ma abbiamo provato tutte le macchine in condizioni analoghe, e le prestazioni di Elitron ci hanno sorpresi», spiega Ursu. «A parità di file e supporti, tra tutte le soluzioni di taglio automatizzate che abbiamo testato Kombo TAV-R è risultata la più produttiva». Completato con successo l’iter burocratico dei progetti, DEM
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“A parità di file e supporti, tra tutte le soluzioni di taglio automatizzate che abbiamo testato, Kombo TAV-R è risultata la più produttiva.”
Media installa quasi contemporaneamente le due stampanti e le due linee di taglio Elitron, integrate in un flusso di lavoro che di cui fanno parte anche gli applicativi Automation Engine e ArtiosCAD di Esko, e il software CAD 3D Elitron Elipack.
Automazione, autonomia, efficienza energetica: le ragioni di Kombo TAV-R
Produttività e automazione sono cruciali per DEM Media, ma l’azienda pone un focus particolare anche su sostenibilità ambientale ed economica delle sue lavorazioni. Anche in quest’ambito, Kombo TAV-R si rivela particolarmente virtuosa grazie al suo ingombro
ridotto e all’esclusiva tecnologia EPMS (Elitron Power Management System), che modula la potenza delle pompe di aspirazione in base all’effettivo bisogno, riducendo i consumi fino al 50%. Inoltre, grazie alla tecnologia Airo Panel e all’esclusivo sistema di movimentazione del pallet su rulliere, sotto al piano di taglio, Kombo TAV-R consente di alimentare anche fogli molto incurvati, nonché di impilarli senza bisogno di tacche di tenuta. L’altezza massima delle pile di materiale gestibili (1,4 m) e l’estrema affidabilità del sistema consentono poi a DEM Media di completare lunghi cicli di fustellatura senza il presidio dell’operatore. «Con le nostre precedenti attrez-
‖ 3) e 4) DEM Media progetta e realizza innumerevoli tipologie di materiali POP in cartone per retailer e marche.
5) Doru e Marcela Ursu, co-fondatori e titolari di DEM Media.
zature di stampa e taglio gestivamo a fatica tirature di 2-300 fogli con tre o quattro operatori, mentre ora produciamo efficacemente anche 1.500 fogli con un solo operatore», evidenzia Ursu. «Al di là del vantaggio economico, abbiamo internalizzato lavorazioni che prima affidavamo a scatolifici partner, con un time to market ridotto da giorni a ore».
Per i suoi lavori, DEM Media utilizza cartoni singola, doppia o tripla onda. Inoltre, la maggior parte delle commesse non prevede plastificazione.
«I clienti ci chiedono di eliminare il film plastico e creare prodotti più facili da smaltire», conclude Ursu. «Avere un processo al 100% digitale, automatizzato e a base acqua ci dà un posizionamento unico sul mercato».
Per ridurre ulteriormente la sua impronta di carbonio, DEM Media ha installato un impianto fotovoltaico da 50 kW, che copre circa il 50% del suo attuale fabbisogno energetico.
Con due Kombo TAV il converter romeno ha margini di crescita impensabili fino a pochi mesi fa e si prepara ad incrementare la sua offerta di imballaggi personalizzati.
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Doru Ursu Co-fondatore di DEM Media
Pioniere della verniciatura e del foiling digitale con MGI, lo stampatore veneto rafforza il suo modello sartoriale installando la nuova piattaforma Konica Minolta
Dopo JETvarnish, Solution cresce nella nobilitazione con la prima AccurioShine 3600
Solution nasce nel 1997 a Pieve di Soligo (TV), nel cuore della zona di produzione del Prosecco DOCG e del distretto del mobile trevigiano. Dopo quindici anni di lavoro come geometra di cantiere, Paolo Ronfini decide di unire le competenze maturate con l’innata passione per la grafica digitale. L’idea è aprire uno studio specializzato nell’impaginazione tecnica di manuali, cataloghi, listini prezzi,
schemi di montaggio. Gli affari vanno bene e cresce la domanda di edizioni personalizzate e multilingua, da produrre in pochi pezzi per mercati geografici specifici. Incoraggiato dalle richieste dei clienti, Ronfini acquista una stampante a toner Minolta QMS magicolor 330, con cui stampa tutte le edizioni limitate. L’azienda cresce, trasformandosi in laboratorio, assumendo i primi dipendenti e accrescendo la propria cultura della stampa e del
colore. Nel 2006, entra in azienda Katia Rossi, moglie di Ronfini, che prende in carico l’amministrazione mentre il fondatore si concentra sullo sviluppo di nuovi mercati e nuove linee di prodotto. Nel 2010, il declino della manualistica impone uno spostamento del focus sulla cartotecnica, che sfocia nell’acquisto di un MGI JETvarnish 3D con iFoil, seguita da nuove attrezzature e sostituita, a novembre 2023, dalla prima AccurioShine 3600 in Italia.
Creatori di soluzioni
Se il nome “Solution” può apparire a molti scontato, in realtà la scelta non è casuale o avventata. Sin dagli esordi, l’azienda punta sulla produzione 100% in-house, senza avvalersi di fornitori esterni. «Ho sempre creduto che il cliente
‖ In alto: a sinistra, uno scorcio sul reparto nobilitazione di Solution;; a destra, la nuova AccurioShine 3600 installata presso l’azienda.
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Lorenzo Villa
di
dovesse entrare qui con un’idea e uscire con il lavoro fatto», spiega Ronfini. «Pur con budget ridotti, abbiamo acquistato tutti i macchinari per completare anche la commessa più complicata». Il parco macchine include le macchine da stampa AccurioPress C12000 e C4080, sistemi monocromatici, stampanti di grande formato, e una macchina digitale a bobina per la stampa di etichette. A valle della stampa, Solution esegue cucitura a punto metallico, brossura PUR, spiralatura e accoppiatura e fustellatura.
Tra i suoi clienti, l’azienda annovera cantine vinicole, mobilifici, agenzie creative e tipografie, per cui realizza lavorazioni speciali e piccoli quantitativi. La gamma di prodotti include stampati commerciali e promozionali, materiali di marketing, etichette da vino in bobina, packaging ed espositori da banco, se necessario plastificati con finiture soft touch, opache, antigraffio, lucide e sabbiate.
Un’azienda che ama correre, con un nodo da sciogliere
Ogni giorno Solution gestisce decine di piccole commesse, ciascuna caratterizzata da innumerevoli lavorazioni. L’azienda, che non ha mai voluto aprire un negozio online, ama proporsi come alternativa efficace e qualitativa ai web-to-print, e come partner realizzativo per chi esige
prodotti sartoriali in tempo reale, senza attendere i due o tre giorni richiesti dai web-to-print e senza esporsi ai tempi di consegna incerti dei corrieri.
«Nel rapporto tra qualità, prezzo e velocità, ho sempre creduto che la tempistica sia il fattore decisivo», spiega Ronfini. «Grazie ai miei collaboratori, in poche ore riusciamo ad aprire il file del cliente, lo ottimizziamo, forniamo un campione stampato, nobilitato e fustellato, completiamo revisione e approvazione, e consegniamo il lavoro». Quello di Solution è un modello di business sfidante, che vede nella creatività, nei formati personalizzati, e nella combinazione di carte, materiali, tecniche di stampa, effetti speciali e lavorazioni
manuali una ricetta complessa e difficile da replicare.
Una lunga militanza nella nobilitazione digitale
Il rapporto tra Solution e Konica Minolta inizia nel 2008, con l’installazione di una bizhub C550, apripista di una nuova generazione di macchine da stampa. Per dare impulso al suo processo di trasformazione tecnologica, lo stampatore decide di affidarsi a Tinet, partner di Konica Minolta per l’Est del Veneto, il Friuli Venezia Giulia e l’Alto Adige.
«Tinet e Konica Minolta ci hanno ascoltati, guidati e supportati nelnostro percorso di sviluppo per 15 anni», racconta Ronfini. «È anche
‖ 1) A sinistra, Paolo Ronfini, titolare di Solution, e Angelo Marson di Tinet analizzano uno stampato nobilitato. 2) Verniciatura selettiva e applicazione di foil su copertine di libri e cataloghi sono tra le lavorazioni più richieste dai clienti dell’azienda.
grazie a loro se siamo cresciuti in qualità e capacità produttiva, e se abbiamo abbracciato prima di altri la nobilitazione digitale». Il cambio di passo avviene nel 2017, quando Solution rileva un appiattimento negli ordini di sola stampa, mentre decollano le richieste di progettazione e prototipazione cartotecnica, che tuttavia faticano a tradursi in ordini. Per offrire un prodotto chiavi in mano, l’azienda decide così di investire in tecnologie adatte a realizzare progetti complessi, specie se in piccoli quantitativi e con tempi di consegna ridotti. Su suggerimento di Tinet, i titolari di Solution assistono a una demo di MGI JETvarnish 3DS con iFoil, e decidono di acquistarla.
«Se oggi la 3DS è piuttosto diffusa, ai tempi era considerata costosa e complessa da gestire e ammortizzare per una piccola realtà», spiega Ronfini. «Eppure abbiamo capito che la nobilitazione avrebbe segnato il nostro futuro».
Per completare il flusso di lavoro, Solution installa anche una nuova plastificatrice, un finitore multifunzione, e un plotter da taglio e cordonatura con mettifoglio e scarico automatico, che le consento-
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Titolare di Solution
“Dopo anni con JETvarnish, testando AccurioShine 3600 in produzione, abbiamo visto una macchina di nobilitazione ancora più matura, versatile, industriale.”
no di realizzare una vasta gamma di prodotti stampati, nobilitati e fustellati.
Da JETvarnish ad AccurioShine
Per anni, Solution aumenta costantemente i volumi affidati a JETvarnish. Contestualmente, stringe collaborazioni con aziende grafiche e cartotecniche, per cui esegue lavorazioni di nobilitazione conto terzi.
«JETvarnish ci ha portato a collaborare stabilmente con centinaia di tipografie», rimarca Ronfini. «Ad oggi la nobilitazione pesa circa la metà del nostro fatturato e continua a crescere». Inaspettatamente, a ottobre 2023 Solution ha l’opportunità di muo-
vere un nuovo passo nel campo della nobilitazione.
«Dopo sette anni di produzione ininterrotta, la nostra JETvarnish necessitava di manutenzione straordinaria», racconta Ronfini. «Ma eravamo in un periodo intenso e non potevamo fermarci». Negli stessi giorni, Tinet e Konica Minolta presentano AccurioShine 3600 nell’ambito di un roadshow nazionale. Solution osserva in anteprima la nuova tecnologia, frutto della collaborazione tra MGI e Konica Minolta, e ne apprezza sia gli elementi di continuità con JETvarnish che le migliorie apportate. In particolare, lo stampatore trova vincente il sistema di alimentazione a cassetti con cinghie, che rende l’in-
serimento dei fogli più semplice e affidabile, specie con grammature elevate e carte molto lavorate. Inoltre, AccurioShine è equipaggiata di serie con il trattamento corona, che migliora l’adesione su numerosi materiali, e anche il foiling risulta migliorato. Il formato carta di 364x750 mm, la produttività massima di 2.077 fogli/h e le nuove procedure automatizzate di manutenzione, infine, convincono Solution a confermare l’investimento.
«Dopo anni con JETvarnish, testando AccurioShine 3600 in produzione, abbiamo visto una macchina di nobilitazione ancora più matura, versatile, industriale», conclude Ronfini. «Perciò abbiamo chiesto e ottenuto di acquistare l’unità esposta all’evento». Pochi giorni dopo, il sistema di nobilitazione è già installato da Solution e inizia immediatamente a produrre, provando la sua efficacia su una vasta gamma di carte e cartoncini patinati e naturali, tra cui le celebri Sirio Pearl e Tintoretto di Fedrigoni. Grazie ad AccurioShine 3600, Solution è pronta a incrementare ulteriormente i suoi volumi di nobilitazione, ad alzare nuovamente l’asticella della qualità, e ad ampliare il suo parco clienti.
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Paolo Ronfini
‖ 3) e 4) Esempi di stampati nobilitati con AccurioShine 3600. 5) Da sinistra, Angelo Marson di Tinet con Katia Rossi e Paolo Ronfini di Solution.
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Il gruppo italiano consolida la crescita e si prepara a conquistare i mercati esteri investendo in competenze e tecnologie di nobilitazione sofisticate e modulari
Imoco cambia le regole del gioco e punta su etichette più complesse con Cartes GT360
Se molti converter di stampa e packaging devono una certa celebrità al loro particolare modello di business, a prodotti unici e tecnologie inusuali, Imoco gioca in una categoria a sé.
Al di là delle sue eccellenze produttive, il gruppo è noto al grande pubblico per i successi della sua squadra di pallavolo femminile: la Imoco Volley. Fondata nel 2012, la squadra ha forgiato o ingaggiato
campionesse del calibro di Paola Egonu, Isabelle Haak, Ekaterina Antropova e Anna Danesi, e ha vinto cinque volte il titolo di campione d’Italia e due volte quello di campione del mondo. Con le atlete della sua squadra di pallavolo, Imoco Group condivide l’ambizione all’eccellenza. Nata nel 1980, come tipografia per la stampa di moduli continui, l’azienda ha progressivamente ampliato il business a stampa commerciale, grande formato,
editoria, materiali per l’immagine coordinata, cartotecnica ed etichette autoadesive, arrivando a contare quattro siti produttivi in tre regioni. Del gruppo fanno parte la capogruppo Imoco di Villorba (TV), Europrint di Quinto di Treviso (TV), Arti Grafiche Friulane di Fagagna (UD) e Label Glass di Paternò (CT), per un fatturato complessivo che sfiora i 40 milioni di euro (2023). Forte della sua apparteneneza al territorio del Prosecco DOC (che è anche spon-
sor di Imoco Volley) il gruppo ha fatto dell’etichetta da vino il suo cavallo di battaglia. Per potenziare la capacità produttiva, a settembre 2022, Imoco ha installato una linea Cartes GT360 presso lo stabilimento di Fagagna, ed è già pronta a introdurre un’unità gemella entro la fine del 2024.
‖ In alto: a sinistra, la linea Cartes GT360 installata presso Imoco Group a Fagagna (UD); a destra, l’unità di nobilitazione digitale Jet D-Screen.
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Lorenzo Villa
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Dall’idea alla stampa, per “coccolare” clienti premium
Il 90% delle etichette prodotte da Imoco è destinata al mercato enologico e alle acque minerali di lusso. Il restante 10% è suddiviso tra cosmesi, alimentazione e industria. Il gruppo è presente nei distretti vinicoli italiani più prestigiosi, tra cui la Franciacorta e il Trentino, e nei mercati emergenti di Puglia e Sicilia. Tutto è realizzato internamente, dai prototipi alle preserie, fino alle tirature da milioni di pezzi per la GDO.
«Il packaging gioca un ruolo cruciale per i nostri clienti, perché distingue il loro prodotto sullo scaffale», afferma Luca Moretto, direttore generale di Imoco. «Anche su vini di media qualità, un’etichetta impreziosita produce un aumento delle vendite».
Sia nel 2022 che nel 2023, il solo Prosecco DOC ha superato i 600 milioni di bottiglie/anno prodotte da circa 700 aziende, di cui 150 riunite nel Consorzio di Tutela del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene. Oltre l’80% del prodotto è esportato verso Stati Uniti e UK (che assorbono ciascuno oltre il 20% del volume), seguiti da Germania, Francia e altri mercati minori. Numeri da capogiro che, uniti a una buona valorizzazione economica della bottiglia e a migliaia di varianti linguistiche e di marca, rendono l’idea del volume di etichette che ruota attorno
alle bollicine veneto-friulane. Un sito produttivo progettato per etichette top di gamma
Fondata nel 1922, come casa editrice e stabilimento grafico, ed entrata in Imoco Group nel 2006, Arti Grafiche Friulane è la punta di diamante del gruppo. L’azienda, che nel 2013 si è trasferita in un nuovo stabilimento costruito ad-hoc, è specializzata nella produzione di etichette in bobina con tecnologia offset, serigrafica, flexo e digitale. Nel suo parco macchine Imoco annovera moderne macchine da stampa Gallus Labelmaster 440 a 6 e 12 colori per le lunghe tirature, tre HP Indigo 6900 per medi quantitativi ed eti-
chette speciali con layout variabili, e una Epson SurePress per la produzione di poche centinaia di pezzi e test di mercato. Il sito di Fagagna, che in un decennio è già stato ampliato due volte, è concepito per garantire una qualità totale. Per prevenire shock termici di materie prime e prodotti finiti, per esempio, il sito è dotato di tunnel condizionati per l’ingresso e l’uscita dei mezzi, e di zone di carico, scarico e stoccaggio delle bobine a temperatura controllata. La sfida di Imoco è realizzare etichette premium, riducendo tempi e scarti di avviamento, assecondando la crescente domanda di ordinativi frammentati e tempi di consegna sempre più stretti «I clienti ci scelgono per qualità,
‖ 1) Il dispositivo Label On Label (LOL) consente di applicare a registro etichette prefustellate su una bobina di etichette stampate. 2) Un’etichetta realizzata con la tecnologia LOL.
servizio e capacità di fare proposte uniche», spiega Moretto. «Per ogni nuovo progetto elaboriamo nuove idee e, prima di andare in produzione, ne realizziamo più varianti, fino alla perfezione».
Il beneficio della nobilitazione all-in-one con Cartes GT360
A spingere Imoco verso Cartes è l’esigenza di rimuovere finestre fustellate su sagome molto piccole e a velocità molto elevate. Dopo una lunga ricerca, la soluzione arriva dalla tecnologia di dépastillage del costruttore italiano, che incoraggia il team di Imoco ad approfondire l’offerta di Cartes anche su altri fronti. L’esplorazione, e i risultati sorprendenti ottenuti, si traducono nel progetto di una linea complessa, equipaggiata con verniciatura flexo semirotativa, due gruppi serigrafici, unità di foiling a caldo e a freddo, fustellatura semirotativa, dispositivo Label On Label (LOL) per l’applicazione di etichette a registro sul materiale prestampato, stazione di embossing e dépastillage, e nobilitazione digitale Jet D-Screen in linea. Una configurazione estremamente completa, che consente di realizzare in un solo passaggio
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“Il nostro obiettivo è spostare la competizione da mere logiche di prezzo a dinamiche tecniche più complesse, così da stare un passo avanti ai concorrenti.”
etichette complesse.
Dalla gara sul prezzo alla competizione tecnica
Imoco disegna la sua nuova linea di nobilitazione sfruttando l’estrema modularità della piattaforma GT360 e integrando gli elementi che rendono unica l’offerta di Cartes. Tra gli altri, la tecnologia di nobilitazione digitale Jet D-Screen, che consente di realizzare verniciature selettive, effetti braille e lamine metalliche piatte e a rilievo, senza bisogno di telai e cliché.
«Jet D-Screen produce una qualità e uno spessore che la serigrafia non può raggiungere», afferma Moretto. «Poter applicare diver-
si spessori di vernice sulla stessa etichetta ci permette di realizzare progetti straordinari, altrimenti non fattibili per ragioni tecniche ed economiche»
Grazie alla combinazione delle esclusive tecnologie Image Distortion System (IDS) e Air Gap System (AGS), GT360 consente poi di modificale le dimensioni di una fustellatura fino al ± 20% rispetto alle dimensioni della fustella e di regolare con precisione la profondità del taglio, riducendo il ricorso a nuove fustelle e gli sprechi di materiale in fase di avviamento e cambio lavoro.
«Il nostro obiettivo è spostare la competizione da mere logiche di prezzo a dinamiche tecniche complesse, così da stare un passo vanti
ai concorrenti», sottolinea Moretto. «Grazie a Cartes, e alle nostre competenze, possiamo creare prodotti difficilmente replicabili». Imoco ha spostato su GT360 larga parte delle lavorazioni eseguite su macchinari fuori linea, aumentando la complessità media dei lavori e accrescendo il livello di soddisfazione dei clienti. La linea, che oggi opera su due turni completi, verrà affiancata da un’unità gemella entro la fine del 2024, e supporterà i nuovi investimenti in tecnologia di stampa digitale di Imoco.
Pronta a sbarcare in borsa e a conquistare nuovi mercati
Con un portafoglio clienti consolidato e prestigioso, tecnologie all’avanguardia e nuove acquisizioni all’orizzonte, Imoco Group ha posto le condizioni per una crescita vigorosa nel prossimo decennio. Nel breve termine, l’azienda punta alla quotazione in borsa e ad accrescere la sua presenza nei mercati esteri più attenti alla qualità, inclusi Asia e Nord America. In quest’ottica, Imoco considera la presenza globale di Cartes e la sua capillarità tecnica e commerciale come un asset strategico per i propri piani di sviluppo.
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‖ 3) e 4) Due etichette da vino su carte di pregio realizzate in un solo passaggio sulla linea Cartes GT360. 5) Luca Moretto, direttore generale di Imoco, con Enrica Lodi di Cartes.
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Luca Moretto Direttore generale di Imoco
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Vendere stampa nel 2024: quattro (semplici) strategie per partire col piede giusto
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Avete già elaborato un piano per vendere i vostri prodotti stampati nel 2024? Del resto, questo è il periodo dell’anno in cui tutti i nostri pensieri sono rivolti al futuro. Definiamo budget e strategie di vendita per i prossimi mesi, elaboriamo piani su come conquistare nuovi clienti importanti, stabiliamo tattiche per aumentare la spesa dei clien-
ti chiave, e via discorrendo. Alcuni piani di vendita saranno ovviamente più convincenti di altri. Per esempio, ho visto tanti stampatori stabilire budget e obiettivi basandosi sull’ottimismo più che sul realismo. Una volta, un manager mi ha detto candidamente che i suoi piani di vendita erano pura finzione ed erano creati unicamente per soddisfare la direzione. Naturalmente, la maggior parte degli stampatori fa piani che ritie-
ne realistici e, in genere, cerca di raggiungere obiettivi di crescita ed espansione ragionevoli. Tuttavia, anche questi piani spesso sono incentrati sul desiderio di ottenere grandi successi piuttosto che una crescita progressiva e costante.
Quando elaborano piani di vendita, le aziende di stampa devono tenere a mente due aspetti importanti. Il primo è che la maggior parte delle aziende dovrebbe
Matthew Parker opera attraverso il suo brand Profitable Print Relationships. Matthew ha oltre 20 anni di storia nell’ambito dell’acquisto di stampa e tra le altre esperienze ha gestito gli acquisti di stampa di Future Publishing, uno dei principali editori di riviste consumer nel Regno Unito. Nel corso della sua carriera ha gestito oltre 1.400 trattative con aziende di stampa e oggi mette a frutto la sua esperienza di buyer come formatore e mentore in grado di aiutare le aziende di stampa a vendere di più e con maggiori marginalità. Potete scaricare gratuitamente l’e-book di Matthew “Dieci errori comuni nella vendita di stampa e cosa fare in proposito” dal sito profitableprintrelationships.com.
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aspettarsi di perdere il 15% del proprio business esistente nei prossimi dodici mesi. Questo non significa che la loro azienda stia lavorando male, ma è necessario tenere conto del naturale ricambio del business, e del fatto che alcuni clienti cesseranno l’attività, o smetteranno di utilizzare la stampa. L’altro aspetto da tenere presente è che i piani che dipendono da “grandi vittorie”, come l’acquisizione di nuovi importanti clienti o lo sviluppo di nuove fonti di guadagno molto remunerative, possono essere molto difficili da mettere in pratica. Basta un solo obiettivo mancato perché il piano di vendita incontri grossi problemi. Per questo, è importante concentrarsi su strategie incentrate sulla fidelizzazione dei clienti esistenti e sulla creazione di una
serie costante di successi più piccoli. In ogni caso, potete puntare anche a nuovi clienti o flussi di entrate più grandi, ma è meglio prevedere che solo alcuni di questi avranno successo.
Tenendo conto di ciò, ecco quattro strategie che non dovrebbe essere difficile applicare, ma che credo potranno cambiare le carte in tavola per la vostra organizzazione. In effetti, molti potrebbero obiettare che non sono una novità. Tuttavia, se messe in pratica con regolarità, porteranno risultati che faranno una grande differenza per i profitti dell’azienda. Il problema è che solo poche aziende portano avanti un’attività di vendita regolare e “noiosa”. Molte, al contrario, preferiscono l’ebrezza di inseguire i grandi successi. Ecco allora quattro attività
impegnati per occuparsi della realizzazione dei materiali stampati di cui hanno bisogno. In base alla mia esperienza, la maggior parte delle aziende grafiche che si rivolgono regolarmente ai clienti inattivi raccolgono un numero di ordini nettamente superiore a quello che avrebbero ottenuto dedicando la stessa quantità di tempo a cercare di raggiungere nuovi clienti. Questa attività ha anche il vantaggio che i contatti iniziali possono essere presi da un membro del personale relativamente giovane: di solito non sono richieste capacità di vendita elevate.
2. Le “raccomandazioni”
che consiglio a tutte le aziende di stampa di svolgere.
1. I clienti inattivi
È fondamentale contattare regolarmente i vecchi clienti che hanno smesso di servirsi da voi. Anche solo una telefonata o un’e-mail in cui chiedete cosa sia successo potrebbero farne tornare alcuni. Naturalmente, altri potrebbero aver cessato l’attività e in questo caso non ci sarà molto da fare. Ma altri ancora potrebbero solo aver smesso di usare la stampa, e magari ora se ne staranno pentendo. Allo stesso modo, alcuuni potrebbero aver iniziato a lavorare con un vostro concorrente e potrebbero esserne pentiti. Infine, alcuni potrebbero essere stati troppo
Secondo Dale Carnegie, noto formatore americano nell’ambito delle vendite, in media il 93% dei vostri clienti sarà disposto a raccomandarvi o presentarvi a qualcuno della sua rete di contatti. Tuttavia, solo l’11% dei venditori chiede effettivamente referenze. Se ben sfruttate, le raccomandazioni possono essere uno strumento potente per la creazione di nuovo business. Fatevi raccomandare da qualcuno che il vostro cliente conosce e di cui si fida. In questo modo sarà molto più facile avere una conversazione di vendita proficua. Inoltre, la maggior parte delle persone preferisce collaborare e fare affari con qualcuno che è stato loro raccomandato. Lo sviluppo del business attraverso le raccomandazioni non deve necessariamente portare a nuovi clienti casuali, che possono essere o meno adatti alla vostra organizzazione. Quando chiedete una raccomandazione, potete essere molto specifici sul tipo di persona a cui volete essere presentati. Per portare avanti questa strategia non occorrono venditori esperti. È probabile che molti dipendenti della vostra azienda conoscano qualcuno che ha bisogno di stampare qualcosa. Tuttavia, spesso non pensano a raccomandarvi. Suggerisco alle aziende grafiche di introdurre un sistema di bonus per chi presenta il giusto tipo di prospect. L’acqui-
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sizione di lead può essere un’attività molto costosa, quindi è giusto premiare coloro che presentano prospect caldi. Infine, i dipendenti dovrebbero ricevere un ulteriore bonus se il prospect che hanno presentato si trasforma in un cliente con un certo livello di fatturato o di marginalità.
3. Il potere dell’upselling
La maggior parte dei vostri clienti non sa molto di stampa. Di conseguenza, spesso non è consapevole di quanto si possa migliorare uno stampato. Oppure non sa cos’altro potrebbe acquistare da voi per raggiungere i suoi obiettivi. Una azienda grafica dinamica dal punto di vista commerciale dovrebbe fornire queste informazioni. Tuttavia, troppe aziende si limitano a fornire un preventivo per l’articolo richiesto dal cliente. Dovrebbe essere una procedura standard offrire ai clienti opzioni più costose, spiegando in modo convincente i relativi vantaggi. Se fatto bene, un upsell sarà interessante per il cliente. E il prezzo sarà tale da consentire alla tipografia di ottenere un margine di profitto più elevato. Nel numero 3/2023 di Italia Publishers, ho trattato in modo più dettagliato la struttura ideale dell’upselling. Consiglio di creare uno documento schematico che consenta a tutti i membri del personale che dialogano con i clienti di consigliare facilmente un upsell senza dover ogni volta pensare alla soluzione migliore.
4. Ringraziamenti e riscontri Ricordate che durante quest’anno probabilmente perderete il 15% dei clienti esistenti? C’è un modo per minimizzare questo fenomeno. Una delle ragioni principali della perdita di clienti è l’indifferenza percepita. In altre parole, il cliente pensa che non vi interessiate abbastanza a lui. Crede che lo diate per scontato. Ciò significa che sarà vulnerabile agli approcci dei vostri concorrenti. Potrebbe persino essere lui a iniziare a guardarsi attorno in cerca di un
nuovo fornitore.
Di conseguenza, è importante avere degli standard nella cura dei clienti. La cosa più ovvia è assicurarsi che qualsiasi errore da parte vostra venga rapidamente corretto. Inoltre, dovreste scusarvi e far sapere al cliente cosa avete fatto per evitare che un errore simile si ripeta. Molti giudicano i propri fornitori in base al modo in cui rimediano agli errori. Tuttavia, questo non vi sarà di grande aiuto con i clienti con cui non avete commesso errori (che spero siano la maggior parte dei vostri clienti!). Anche questi clienti, tuttavia, devono sapere che tenete a loro. Può essere sufficiente ringraziarli con un biglietto per essersi affidati a voi, e se scriverete il biglietto a mano, esso avrà un impatto ancora maggiore. Potreste anche inviare loro dei cioccolatini o dei fiori come ringraziamento. Non dovete fare
regali costosi. Lo scopo è semplicemente quello di dimostrare ai clienti che vi ricordate di loro e che apprezzate la loro fiducia. Infine, chiedete regolarmente ai clienti un riscontro su cosa potreste migliorare. Spesso è un piccolo inconveniente che finisce per infastidire un cliente. Ed è a quel punto che decide di cambiare fornitore. Porre questa domanda significa avere la migliore opportunità possibile di conoscere questi problemi e di intervenire prima che diventino più gravi.
Strategie semplici alla base del vostro successo
Spesso vengono elaborati piani dettagliati per cercare di massimizzare le possibilità di chiudere con successo grandi affari. Al contempo, però, si presta poca attenzione alle attività di vendita quotidiane. È davvero impor-
tante che queste ultime ricevano la stessa attenzione. Esse dovrebbero essere accompagnate da un semplice piano di attività, con obiettivi di fatturato correlati. In questo modo, tutti i dipendenti dell’azienda potrebbero rendersi conto dell’importanza di queste attività. Inoltre, l’azienda potrebbe controllare che queste attività vengano svolte regolarmente e misurarne il successo. In un’azienda grafica, concentrarsi su attività come quelle descritte in questo articolo può fare una grande differenza per il successo delle vendite. Assicurarsi che queste attività siano svolte con regolarità assicura che i vostri piani per il 2024 abbiano possibilità di successo maggiori rispetto a tentare di conquistare pochi nuovi grandi clienti. Significa anche che avete una strategia basata su successi concreti, piuttosto che su un ottimismo sfrenato.
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