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Meeting leaders - Landa

Nessun dubbio: il Gutenberg dell’era digitale è israeliano, e il suo nome è Benny Landa

Con 12 installazioni annunciate (tra S10 e S10P), il costruttore fuga ogni dubbio sulla sua invenzione e su come l’industria della stampa sarà presto digitalizzata

di Lorenzo Villa

Se a Gutenberg è tradizionalmente attribuita l’invenzione della stampa, a Benny Landa si può senza dubbio attribuire quella della stampa digitale. O, meglio, quella della prima tecnologia digitale che gli stampatori hanno considerato effettivamente utile al proprio business. Più che un’invenzione, potremmo descrivere quella di Gutenberg come una sintesi di tecniche e strumenti preesistenti (tra tutti il torchio, sino ad allora usato per produrre vino) applicati alla riproduzione seriale di grafismi. Allo stesso modo, sin dagli anni Settanta, Benny Landa, inventore, imprenditore e filantropo israeliano, ha lavorato per reinventare stampa, prima con Indigo (diventata in seguito HP Indigo), poi con Landa Corporation. Dopo sedici anni e centinaia di milioni di dollari investiti in ricerca e sviluppo, Landa ha tolto ogni velo dalla sua tecnologia, durante il Landa VIP Event 2019 (organizzato presso il suo quartier generale), cui hanno preso parte clienti, prospect e influenzatori delle industrie del packaging e della stampa commerciale.

Benny Landa, a drupa 2012, durante il suo discorso di presentazione di Landa Digital Printing.

Tra gli ospiti dell’evento c’eravamo anche noi. Abbiamo così avuto modo di assistere al lancio globale di S10 e S10P (che ha coinciso con l’avvio della produzione in serie delle attrezzature), nonché di immergerci per due giorni nella vita dell’azienda. Un’occasione per confrontarci vis-à-vis con Landa e il suo team sui traguardi già raggiunti e sulle loro visioni per il futuro.

La stampa digitale, da nicchia a mainstream

Per capire cosa c’è dentro la tecnologia di Landa, bisogna anzitutto comprendere il carattere e lo spirito del suo fondatore. Benny Landa non è un uomo d’affari che antepone le potenzialità commerciali di un macchinario al sogno che esso deve incarnare. Per questo, pur forte di una tecnologia ormai stabile, il fondatore di Landa Digital Printing ha accolto i suoi ospiti raccontando la sua personalissima, intima e straordinaria storia. Quella di un ragazzo nato in Polonia, alla fine della Seconda guerra mondiale, i cui genitori, sopravvissuti all’Olocausto, tentano di lasciare l’Europa alla volta di Israele. Dopo anni in un campo per rifugiati, raggiungono il Canada, dove il padre Oscar trova lavoro come carpentiere e rileva infine un negozio di tabacchi con annesso studio fotografico.

Da qui inizia un percorso di riscatto, fatto di sfide sistematicamente affrontate e vinte, che fa emergere la vena inventiva di Benny, sospeso tra il carattere dogmatico e ambizioso del padre e quello creativo e intellettuale della madre: «Tra capitalismo e socialismo», ha sintetizzato lo stesso Landa. Un dualismo che ispira il giovane talento nel suo corso di studi – prima tecnici, poi umanistici, quindi artistici –, e che lo guiderà in ogni tappa della sua crescita, sia umana che professionale.

Dopo una breve parentesi a Londra, dove fonda la sua prima startup (Imtec), Landa si trasferisce definitivamente in Israele nel 1974. Qui matura la sua particolare percezione della tecnologia, che colma il tradizionale abisso tra macchina e creatività. «Scienza e ingegneria non sono meno creative della scultura, della pittura e della musica», ha spiegato Landa. «Inizi con un foglio bianco, e crei qualcosa che nessuno ha mai fatto: così cambi la società, l’industria, le vite delle persone. Nel nostro settore, in particolare, crei macchine che producono arte».

Tre anni dopo, nel 1977, nasce Indigo, concepita come un laboratorio di ricerca e sviluppo. Per anni l’azienda si finanzia con derivanti dai brevetti concessi in licenza alle multinazionali dell’imaging. Finché arriva l’illuminazione: sviluppare un inchiostro liquido che possa essere utilizzato in abbinamento con la tecnologia elettrofotografica.

«La nostra visione era combinare gli attributi della stampa convenzionale con il computer, per ottenere elettronicamente la bellezza, brillantezza, creatività e produttività dell’offset», ha continuato Landa. «Il mio obiettivo era inserire Israele nella mappa di questa industria, rendendola il leader della stampa digitale».

Benny Landa a drupa 2016.

Nascono così gli speciali inchiostri battezzati ElectroInk, intorno ai quali Landa e il suo team sviluppano la prima stampante digitale a marchio Indigo (E-Print 1000), che lanciano sul mercato nel 1993, in occasione della fiera IPEX.

Tra il 2000 e il 2002 Landa traghetta Indigo nell’orbita di HP e, poco dopo, esce di scena: «Quando mi sono reso conto che l’elettrofotografia era troppo complicata e costosa per diventare mainstream, ho deciso che non faceva più per me. Non volevo vivere la mia vita in un mercato di nicchia, benché grande. Per trasformare questa industria serviva una tecnologia che potesse diventare mainstream, grazie a qualità, velocità e valori economici comparabili all’offset».

Così Landa si allontana dal mondo del printing e fonda Landa Group, al cui interno viene incorporata Landa Labs, una newco dedicata all’innovazione in campo energetico attraverso l’uso di nanotecnologie e nanoparticelle. È durante alcuni test sui pigmenti che il team di Landa Labs elabora dei nanocoloranti, capaci di trasmettere la luce in modo inedito e di riprodurre, con i soli colori primari, un gamut estremamente ampio. Così prende corpo il progetto di Landa Digital Printing, che per i primi sette anni di attività si concentra sul processo (inchiostri, teste di stampa, blanket, etc) e negli ultimi nove anni sulla macchina da stampa.

Una ricetta unica per cambiare l’industria

Se molti considerano storicità e stazza requisiti imprescindibili per un costruttore che voglia guidare l’evoluzione tecnologica della nostra industria, Landa, al contrario, conta di farsi strada puntando su una combinazione di innovazioni dirompenti. «Nel corso degli ultimi 600 anni dopo Gutenberg, l’industria della stampa è stata guidata da aziende tedesche», ha spiegato Landa. «La mia previsione è che riporteremo la corona in Israele. Ne sono convinto. Non tanto per la tecnologia che abbiamo creato, quanto per le persone che ci sono dietro. Non mi riferisco solo allo staff di Landa Digital Printing, ma agli Israeliani in generale. Credo che il successo che abbiamo in ambito tecnologico sia collegato a quel pizzico di salutare irriverenza che fa parte di tutti noi. Qui le persone cercano di lavorare per uno scopo più alto, che va oltre i soldi e riguarda la gioia di creare, di cambiare la società, di guidare una rivoluzione».

Negli ultimi 600 anni, l’industria della stampa è stata guidata da aziende tedesche. La mia previsione è che presto porteremo ‘la corona’ in Israele.

— Benny Landa, fondatore di Landa Digital Printing

Quella descritta da Landa è un’attitudine che, quando sei sul suolo israeliano, percepisci ad ogni conversazione e in ogni impresa che visiti. La stessa che ha consentito a Landa Digital Printing di uscire dalla lunga fase di ricerca, sviluppo e beta testing, per avviare la produzione seriale delle attrezzature ed effettuare installazioni ai quattro angoli del pianeta.

Alle installazioni di Graphica Bezalel (2017, Israele) e Edelmann (2018, Germania), si sono infatti recentemente aggiunte quelle di Schelling AG (Svizzera), Route1Print (Regno Unito) e Groupe Prenant (Francia), nonché quelle di Virtual Packaging, Mercury Print e Marketing Alliance (Stati Uniti), e quella di ZRP (China).

La macchina da stampa Landa S10P esposta al Landa VIP Event 2019.

Testimoniando il loro entusiasmo di essere parte di un gruppo di pionieri vocati all’innovazione, tutte le suddette aziende hanno partecipato compatte al Landa VIP Event 2019.

«Non abbiamo riunito qui stampatori qualunque, ma persone che cercano opportunità per far crescere le loro aziende», ha spiegato Yishai Amir, ex CEO di Landa Digital Printing. «Realtà capaci di affrontare costruttivamente i mutamenti del mercato, e di non farsi trovare impreparate di fronte alle nuove richieste dei clienti». Nell’ambito retail sono infatti in atto due rivoluzioni cruciali: la migrazione dai punti vendita fisici verso l’online, e la conseguente proliferazione nuove marche rivolte a specifiche nicchie di consumatori. Questo processo implica una maggiore frammentazione dell’audience, che rende obsoleto il marketing di massa e impone approcci basati su una targetizzazione sempre più accurata dei prodotti, supportata da imballaggi e materiali di comunicazione adeguati. «Siamo di fronte a una globalizzazione della domanda e della fornitura; ma anche a un aumento del numero di differenti prodotti disponibili sul mercato», ha spiegato Amir. «Questo si tradurrà in grandi cambiamenti per le marche e per la supply chain, in un ciclo di vita del prodotto e un time-to-market sempre più brevi».

Infrastrutture e servizi per crescere a livello globale

Se è vero che, dai primi anni Novanta, i volumi stampati in digitale sono cresciuti esponenzialmente, va anche ricordato che, oggi, essi non superano il 3% dei volumi di stampa globali. L’opportunità per la stampa digitale è dunque ancora enorme, ma le tecnologie attualmente disponibili sul mercato non permettono di coglierla. Ed ecco dove entra in gioco l’innovazione introdotta da Landa, che però sta facendo i conti con lo scetticismo dei grandi stampatori sull’effettiva capacità del costruttore israeliano di produrre macchine e inchiostri, ed erogare supporto e assistenza su scala globale.

Un momento della nostra conversazione con Benny Landa, durante il Landa VIP Event 2019.

Durante la nostra trasferta in Israele, abbiamo potuto visitare gli stabilimenti di Landa Digital Printing, nata come startup e rapidamente evolutasi in azienda produttiva. Al primo sito, che ospita i laboratori della ricerca e sviluppo e il centro demo, si sono presto aggiunti due ulteriori edifici, System Plant 2 (2017) e System Plant 3 (2019), destinati al testing e alla costruzione delle macchine S10 e S10P. System Plant 3 ospita inoltre uno spazio dedicato allo sviluppo della nuova W10 a bobina per il flexible packaging.

«Più ancora della tecnologia, vogliamo essere sicuri di poter offrire ai clienti tutto il necessario per utilizzarla quotidianamente con successo», ha spiegato Nachum Korman, CCO di Landa Digital Printing. «Stiamo lavorando a una System Plant 4, che ci consentirà di passare da poche decine a centinaia di macchine ogni anno. In parallelo, stiamo potenziando il team di supporto, costruendo infrastrutture IT, efficientando la spedizione di consumabili e parti di ricambio. Vogliamo essere certi di poter supportare e assistere ogni macchina installata, e farla “decollare”».

Il pulpito della Landa S10P.

Solide fondamenta tecniche

Negli ultimi anni gli ingegneri di Landa Digital Printing hanno investito notevoli energie nell’analisi e la rimozione dal processo di stampa di qualsiasi collo di bottiglia, nonché nel migliorare qualità di stampa, gestione del colore, alimentazione di supporti di diversi formati, produttività, costo di produzione e sostenibilità del processo.

Sul fronte cromatico, nella configurazione a 7 colori (CMYK‑OBG), Landa S10 può riprodurre il 96% delle tinte PANTONE – un plus rilevante per un’attrezzatura che si rivolge anzitutto ai produttori di imballaggi. Allo stesso modo, grazie a un sistema di controllo e correzione del colore, il sistema garantisce la consistenza cromatica sulle lunghe tirature e nelle produzioni distribuite su diverse unità, anche se dislocate su più siti produttivi remoti.

Sean Smyth, analista di Smithers Pira e collaboratore di Italia Publishers, analizza i risultati di stampa prodotti da Landa S10

La qualità dell’immagine è poi garantita dalla combinazione tra le teste di stampa Fujifilm SAMBA da 1.200 dpi, gli inchiostri proprietari NanoInk, e l’esclusivo sistema di trasferimento dell’immagine “one-shot” (la stampa viene prima creata su un nastro riscaldato e poi trasferita, in un singolo passaggio, da esso alla carta). Quest’ultimo aspetto del processo consente di ottenere punti dal contorno definito, con uno strato d’inchiostro sottilissimo, e di utilizzare le stesse carte utilizzate per la stampa offset.

Per quanto riguarda la produttività, Landa S10 raggiunge i 6.500 fogli/ora (formato B1) ma l’obiettivo del team di sviluppo è portarla presto a 13.000 fogli/ora.

Gli early adopter concordano: Landa c’è!

Il Landa VIP Event 2019 ha riunito sotto lo stesso tetto sia gli stampatori che hanno già installato una macchina Landa, sia quelli che hanno confermato il loro investimento e installeranno la macchina nei prossimi mesi. Per loro l’evento è stata un’occasione per condividere la portata delle proprie sfide, oltre che i risultati ottenuti con la nuova macchina.

«Quando Landa ci ha presentato la tecnologia, abbiamo messo in chiaro che la sola quadricromia non ci bastava, e che non avremmo potuto fare a meno di uno spalmatore. Cercavamo una soluzione per stampare imballaggi in modo più flessibile, ma nessuna delle soluzioni esistenti incontrava le nostre richieste», ha spiegato Eyal Harpak, Deputy GM di Graphica Bezalel, primo stampatore al mondo ad aver installato Landa S10. «I risultati sono stati sorprendenti. Specie nei lavori con bassa copertura, il processo è più stabile e controllabile dell’offset, e ci consente di stampare su materiale da 60 a 800 micron, anche con dati variabili, mantenendo la velocità di crociera».

La tecnologia single-pass di Landa sfrutta un nastro riscaldato, su cui l’immagine viene costruita e asciugata, per essere poi trasferita sulla carta con l’ausilio di un cilindro pressore.

Dello stesso tenore i commenti di Christian Schamberger, Presidente di Mercury Print, e Gerhard Meier, CEO di BluePrint AG. Entrambi sottolineano come le caratteristiche di S10 e S10P consentano di realizzare profittevolmente sia stampati editoriali che commerciali. Di Landa S10P ha parlato anche Philippe Vanheste, direttore marketing della pariginina Groupe Prenant: «Quando abbiamo conosciuto Landa, abbiamo espresso tre desideri: poter stampare su carte offset; poter avere una qualità uguale o superiore all’offset; poter produrre con la stessa velocità offset. Dopo qualche mese, abbiamo fatto dei test su S10 con file di immagini di gioielli, orologi e accessori moda. Siamo rimasti impressionati dai colori e dai dettagli ottenuti. Allo stesso tempo abbiamo scoperto che con Landa potevamo cambiare il nostro modo di operare». Vanheste ha inoltre auspicato la nascita di un network tra gli utilizzatori di Landa, che faciliti la nascita di collaborazioni.

Stiamo potenziando il team di supporto, costruendo infrastrutture IT, efficientando la spedizione di consumabili e parti di ricambio.

— Nachum Korman, Chief Commercial Officer di Landa Digital Printing

La tedesca Edelmann ha raccontato la sua esperienza come beta tester di S10, sottolineando il valore della partnership costruita con il team di Landa. «Non splende sempre il sole, ma abbiamo avuto più giorni buoni che cattivi. E alla fine abbiamo sempre trovato una soluzione per fare meglio. Ad ogni update della macchina abbiamo visto grandi passi in avanti nelle performance e nella qualità», ha spiegato Oliver Sattel, Managing Director di Edelmann. «Siamo felici di essere parte di questa famiglia e siamo persuasi che i nostri clienti siano interessati alla stampa digitale. Il nostro commerciale l’ha proposta per anni alle marche, senza successo; ma oggi sono loro stesse a chiederla».

Una tecnologia digitale ed economicamente sostenibile

Quando si parla degli aspetti economici della stampa digitale, per molti è inopportuno fare comparazioni dirette con l’offset. Si preferisce infatti concentrare l’attenzione sul maggior valore dei prodotti realizzabili con questa tecnologia, piuttosto che sul loro effettivo costo di produzione. Ma un simile approccio non può essere applicato tale e quale a una tecnologia che ambisce proprio a rimpiazzare l’offset. Anche in questo caso, sono i primi utilizzatori di S10 a offrire nuove chiavi di lettura. Secondo Graphica Bezalel, il principale vantaggio di questa macchina risiede nella possibilità di effettuare avviamenti e cambi lavoro in tempi molto brevi, specie per quei lavori che necessitino di due o più tinte piatte oltre alla quadricromia. «Ridurre i tempi e i costi connessi alla prestampa, rende remunerative anche commesse di 5 o 6.000 fogli», ha spiegato Eyal Harpak. Lo stampatore israeliano ha inoltre raccontato come, grazie a Landa S10, possa stampare locandine cinematografiche in poche copie per decine di diversi soggetti, e realizzare direttamente in macchina prototipi e prove contrattuali da sottoporre ai clienti. «È un vantaggio operativo ed economico, specie con carte costose e tirature molto basse. Se devi fare solo 200-300 pezzi, non puoi buttarne 50 o 100 per l’avviamento», ha proseguito Harpak. «Se due anni fa mi avessero chiesto di S10, avrei risposto che non era ancora una tecnologia matura. Ma oggi la mia risposta sarebbe diversa: i progressi fatti sono incredibili e possiamo usare la macchina per stampare packaging di alta qualità. Forse S10 non renderà la tecnologia offset obsoleta, ma oggi credo che investirei più volentieri in una seconda Landa che in una offset».

Presso i Landa Labs vengono formulati, messi a punto e prodotti gli esclusivi NanoInks.

A quanto pare, la tecnologia digitale di Landa oltre a colmare il gap tra offset e digitale, risulta “sexy” agli occhi dei clienti. Cheryl Kahanec di Quantum Group – che ha siglato l’ordine per una S10P proprio durante l’evento – ha testimoniato infine che la prospettiva di lavorare su una macchina così innovativa si sta anche rivelando un fattore di attrazione per le nuove generazioni di dipendenti in azienda.

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