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Strategie - Ghelfi Ondulati
from Italia Publishers 01/2020
by Density
Ghelfi Ondulati trasforma la stampa di imballaggi con il pre-print digitale base acqua
Il noto converter ha concluso con successo l’avviamento del suo progetto di stampa digitale, basato sulla combinazione di una HP PageWide T1170 e un ondulatore BHS
di Lorenzo Villa
Due sono le caratteristiche che, più di altre, rendono Ghelfi Ondulati un’azienda unica: un modello di business incentrato sulla produzione ultra-efficiente di packaging per l’industria ortofrutticola, e una storia costellata di scelte tecnologiche improntate all’eccellenza. A conferma di ciò, nel 2016 il converter valtellinese è stata la prima azienda italiana (nonché una delle prime al mondo) a installare le macchine da stampa digitale alimentate a bobina HP PageWide T400S (a gennaio) e HP PageWide T1100S (a settembre).
Ghelfi Ondulati nasce nel 1952 a Talamona (SO). Nel 1977 si trasferisce nell’attuale sito di Buglio in Monte, dove nel 1992 arriva il primo ondulatore, che trasforma lo scatolificio in un produttore integrato di ondulato.
L’azienda oggi trasforma 80 milioni di metri quadri all’anno, con un fatturato di quasi 90 milioni di euro e circa 160 dipendenti.
Dal packaging generalista al focus sull’ortofrutta
Sfavorita da una posizione geografica periferica, Ghelfi Ondulati cerca, sin dagli anni Ottanta, di aprirsi un varco in un settore dai margini risicati. Servendo i produttori di mele delle contigue valli del Trentino, l’azienda si specializza nella realizzazione di contenitori per la frutta, ampliando rapidamente il business a Centro-Sud Italia, Francia e Spagna. Oggi, l’80% del fatturato di Ghelfi Ondulati deriva dalla vendita di imballaggi per l’ortofrutta. La proposta dell’azienda ruota intorno a prodotti di alta qualità, arricchiti di innovazioni tecniche (talvolta brevettate). L’azienda ha studiato inoltre alcuni servizi accessori, volti a semplificare e migliorare la vita dei sui clienti. Per esempio, essa fornisce in comodato d’uso una macchina monta-vassoi a una rete selezionata di partner (principalmente gli stessi produttori di ortofrutta). Questi ultimi possono così stoccare i vassoi stesi e montarne, di volta in volta, solo la quantità di cui hanno effettivamente bisogno.
Qualità ed efficienza, valori fondanti e preludio alla stampa digitale
Prima dell’arrivo del digitale, Ghelfi Ondulati gestiva i suoi volumi di prodotti stampati solo con macchine flexo post-print – tra cui una BOBST Masterflex HD a 7 colori, impiegata per imballi di alta qualità su carta patinata. Per la trasformazione, l’azienda si affida a due fustellatrici rotative e una fustellatrice piana BOBST Mastercut con sistema Power Register, per una perfetta corrispondenza tra stampa e tracciato fustella. Un parco macchine completo, organizzato in modo efficiente, che l’azienda non ha tuttavia considerato sufficiente a fronteggiare le nuove sfide imposte dal mercato: ordini più frammentati, quantitativi più bassi, tempi di consegna più brevi e imballaggi che devono “interagire” con i consumatori.
Così la stampa digitale si configura come un investimento ineludibile. A tale scopo, Ghelfi Ondulati costituisce, nel 2015, una “task force”, guidata da Luca Simoncini e incaricata di identificare la soluzione più idonea.
La scelta del pre-print
La prima decisione che Simoncini e la sua squadra si trovano a dover prendere è se adottare una macchina per il post – o il pre-print. Alcuni considerano il pre-print digitale più rigido e complesso del post-print, sostenendo, per esempio, che la stampa inkjet post-print, eseguita su fogli di ondulato già tagliati, consente di realizzare più efficacemente piccoli lotti. Un’affermazione che Ghelfi Ondulati non condivide. «Se realizzi packaging per un utilizzo specifico, non puoi convertire cartone generico. E poi, tenere cartone a magazzino è un costo», spiega Simoncini. «Forse ha senso se stampi poche centinaia di scatole con una stampante multi-pass, e poi le tagli con un plotter digitale. Ma non in una produzione industriale».
Per realizzare il suo progetto, Ghelfi Ondulati ordina un ondulatore BHS da 2,8 metri di luce, già predisposto per l’integrazione in un workflow digitale con una macchina da stampa digitale a bobina.
Al momento dell’inserimento della macchina da stampa, non essendo ancora disponibili modelli della larghezza desiderata, la scelta ricade su HP PageWide T400S, con una luce di 1.060 mm e una velocità lineare massima di 183 m/min. La piattaforma HP convince Simoncini per gli inchiostri base acqua, la risoluzione di 1.200 dpi e la compatibilità sia con carte patinate che naturali.
Un processo a base acqua integrato
La macchina da stampa viene installata a gennaio 2016 in una nuova area dello stabilimento, con temperatura e umidità controllate, nonché dotato di un impianto per l’abbattimento delle polveri. I primi mesi di utilizzo consentono di mettere a punto il processo, formare gli operatori, accrescere le competenze nella gestione del workflow, del colore e dei dati variabili. Il tutto avviene tanto rapidamente che – quando, a drupa 2016, HP svela la serie T1100, che ha una luce di stampa di 2.774 mm – Ghelfi Ondulati è già candidata all’acquisto della macchina.
La nuova macchina da stampa HP PageWide T1100S viene installata da Ghelfi Ondulati nell’autunno del 2016. «Non ci sentivamo pronti, ma HP ci ha incoraggiati ad entrare nel programma T1100 per la nostra particolare interpretazione della tecnologia», afferma Simoncini. «Alcune multinazionali dell’ondulato puntavano a usarla per rimpiazzare la stampa flexo nella produzione di scatole e prodotti massivi, mentre il nostro progetto verteva sul valore della personalizzazione».
Nel 2018, infine, il converter effettua l’upgrade della macchina alla versione T1170, che prevede due canali colore aggiuntivi (arancio e viola).
Il sistema installato da Ghelfi Ondulati è configurato con svolgitore, unità flexo per la stesura del primer, unità di stampa inkjet, forno di asciugatura, sistema di ispezione, unità flexo per la verniciatura protettiva, stazione di umidificazione e ribobinatore.
In combinazione con gli inchiostri base acqua pigmentati, HP ha sviluppato per la serie PageWide Industrial un primer proprietario (HP Priming Agent), che viene steso a tavola piena con un gruppo flexo per aumentare l’adesione dell’inchiostro e la qualità di stampa sulle carte offset patinate. Per migliorare la densità ottica dell’immagine sulle carte naturali, le macchine di questa serie possono inoltre gettare un ulteriore fluido (HP Bonding Agent) in corrispondenza delle sole aree che saranno stampate, utilizzando una barra di teste inkjet dedicata.
— Luca Simoncini, Responsabile Nuovi Progetti di Ghelfi Ondulati
Al fine di accrescere ulteriormente affidabilità e ripetibilità qualitativa, Ghelfi Ondulati ha scelto di installare a bordo della macchina un sistema di ispezione Isra Vision. Il dispositivo verifica in tempo reale cromia, densità, tenuta del registro, posizionamento del file sulla bobina, coerenza tra la grafica stampata e il file originale. Tra le funzioni che verranno implementate a breve, anche il controllo dei dati variabili.
Ondulatore e macchina da stampa digitale: due facce di un flusso produttivo multi-lane
Più ancora dell’accresciuta produttività (30.600 m²/h contro gli 11.640 m²/h di T400S), la larghezza di stampa di PageWide T1170 ha portato Ghelfi Ondulati alla piena compatibilità tra macchina da stampa e ondulatore, rendendo possibile produrre in modalità multi-lane. Al pari del nesting nella stampa digitale di grande formato o del gang-run printing nell’offset, la produzione multi-lane (“a più corsie”) consiste combinare più lavori o più versioni di uno stesso lavoro sulla stessa bobina. La complessità di questo approccio nasce proprio nell’ondulatore, che ad altissima velocità accoppia la carta e quindi taglia e separa le singole commesse, rilasciando i fogli di cartone ondulato sullo stacker, pronti per le successive lavorazioni di fustellatura.
L’ondulatore di Ghelfi Ondulati sfrutta un sistema di registro tra stampa e taglio basato su telecamere. Esse rilevano dei codici QR stampati insieme alla grafica e comunicano all’ondulatore quando deve avvenire un cambio lavoro. Quest’ultima operazione avviene poi in velocità, con scarti minimi, grazie al rapido avvicendamento di un set di lame longitudinali con il successivo, e al cambio di ritmo della taglierina trasversale.
Un workflow efficiente
Ghelfi Ondulati ha raggiunto un’elevata efficienza nella produzione digitale, su tirature sia lunghe che medie. «Se un lavoro è programmato in anticipo, riusciamo a stampare un solo file per bobina, ma è frequente stamparne anche sette, otto o dieci diversi. Tutto moltiplicato per dieci o quindici avviamenti ogni giorno», continua Simoncini.
L’azienda utilizza PageWide T1170 su un turno, 5 giorni a settimana; e con essa copre il 20% del proprio fabbisogno di stampa. Ma l’obiettivo è spostare sull’inkjet la totalità dei volumi stampati. «A breve aggiorneremo la macchina alla versione T1190, che porterà la velocità a 305 m/min, consentendoci di produrre oltre 100 milioni di metri quadrati all’anno», spiega Simoncini. «Per produrre lo stesso volume con una tecnologia post-print servirebbero più stampanti affiancate, che penalizzerebbero l’efficienza». Sul fronte dei costi, la scelta di un pre-print digitale, più qualitativo della flexo, ha messo l’azienda nella condizione di non dover (né voler) fare un confronto diretto con il processo convenzionale. «Non abbiamo fatto calcoli precisi sul punto di break-even con la flexo, ed è plausibile che la sola componente stampa sia più costosa in digitale», spiega Simoncini. «Secondo noi il beneficio economico va cercato in altri fattori, come l’assenza di impianti stampa, la maggior qualità, la costanza del processo, i dati variabili».
Prestampa, creatività e marketing, insieme per vincere
Gli operatori di prestampa di Ghelfi Ondulati si avvalgono degli applicativi della suite HP SmartStream, tra cui Composer, per la gestione di testi, immagini e codici QR variabili. Emblematico è il case study di Melinda, con i suoi 3,2 milioni di vassoi variabilizzati con le foto di 1.000 coltivatori. Ma la personalizzazione ha giocato un ruolo fondamentale anche in numerosi altri progetti. «Per Ciliegia di Vignola abbiamo creato un vassoio con grafica e codici QR variabili, e sviluppato una app che permette al consumatore di sapere dove e a che ora sono state raccolte le ciliegie che sta mangiando», racconta Roberta Bottà, Responsabile Marketing di Ghelfi Ondulati. «Per un’azienda che in 24 ore va dal campo al supermercato, è un grande plus di marketing». Per il cliente Mondodelvino, il converter produce scatole variabilizzate, che riproducono porzioni di un’immagine più grande, e affiancate e impilate creano un’isola espositiva. Per progetti di personalizzazione spinti, l’azienda utilizza HP Mosaic. «Capiti i vantaggi del digitale, li abbiamo spiegati ai clienti», conclude Bottà. «Dimostrandone benefici e opportunità creative, incoraggiamo i designer a elaborare progetti creativi ambiziosi».
Verso un’offerta 100% digitale, sostenibile e remunerativa
Tra i fattori distintivi dell’offerta digitale di Ghelfi Ondulati ci sono ecosostenibilità e riciclabilità dei prodotti, facilitati dalla tecnologia a base acqua di HP. «Crediamo che gli inchiostri base acqua siano più coerenti con il profilo dei nostri clienti, e più compatibili con i processi di riciclo del packaging», spiega Simoncini.
Ultima sfida che l’azienda si appresta ad affrontare è ammortizzare l’investimento fatto; un traguardo che conta di raggiungere attraverso il progressivo spostamento delle lavorazioni dalla flexo al digitale e con l’acquisizione di nuovi volumi di stampa. «Il piano è saturare quanto prima la capacità produttiva di T1170. Occorrerà qualche anno, ma possiamo dire che il digitale ha dato gli effetti sperati, portando anche nuovi clienti a rivolgersi spontaneamente a noi», conclude Simoncini.
Nato alla stregua di una startup indipendente, il reparto digitale di Ghelfi Ondulati può dirsi, oggi, avviato con successo. Dalla primavera del 2020 esso è gestito dall’ufficio tecnico aziendale, ed è parte integrante della produzione.