6 minute read
Strategie - Cartotecnica Rigon
from Italia Publishers 01/2020
by Density
La veneta Cartotecnica Rigon debutta nell’inkjet con una Agfa Jeti Tauro H3300 LED
Dopo tre decenni di attività negli imballaggi, la svolta verso gli espositori grazie al digitale di grande formato, integrato in un ecosistema di tecnologie tradizionali
di Lorenzo Villa
La storia della famiglia Rigon e della loro Cartotecnica affonda le radici nell’Italia rurale del secondo dopoguerra. All’inizio degli anni Sessanta, Pietro Rigon presenta alla famiglia il progetto di rilevare l’azienda in cui è impiegato. Per supportarlo, il padre Guido vende terre di famiglia, casa e animali, e la famiglia si trasferisce a Carrè, a nord di Vicenza. Così, nel 1963, nasce lo Scatolificio Rigon.
«È stato il primo scatolificio in tutto il Veneto a scommettere sul cartone ondulato», commenta Fiorenzo Rigon, figlio di Pietro. Nel 1971 i Rigon rilevano lo scatolificio LA.C.O. e danno vita a LA.C.O.R., che nei decenni successivi si afferma come uno degli operatori dell’ondulato più rilevanti della regione, con attività diversificate dalle scatole americane ai fustellati, fino, più tardi, alla stampa offset. Finché nel 1998 la famiglia cede questo ramo d’azienda a una multinazionale dell’ondulato e fonda Cartotecnica Rigon, per concentrarsi sulla produzione di packaging stampato di alta qualità.
La nuova azienda nasce snella, animata dall’intraprendenza che contraddistingue la famiglia. I Rigon investono su nuove macchine da stampa, accoppiatrici, piega-incolla e fustellatrici, continuando a servire i propri clienti storici e aumentando il volume d’affari fino al traguardo dei dieci milioni di fatturato, nel 2018.
Oggi l’azienda conta 50 collaboratori ed è guidata dalla seconda generazione di Rigon, Fiorenzo, Stefano, Donatella, Manuel, Domenico e Piera. Ciascuno ha incarichi e competenze specifiche, ma tutti obbediscono allo stesso imperativo: non dire mai “no” a un cliente. Per farlo, in un mercato sempre più esigente e competitivo, Cartotecnica Rigon ha costruito un nuovo sito produttivo all’avanguardia, acquistando i terreni necessari alle future espansioni. Entrare nell’azienda, adagiata nelle campagne di Carrè, equivale a calarsi in uno scrigno di design, eccellenza tecnologica e automazione spinta. A questa ricetta, da qualche mese, si è aggiunto un ulteriore ingrediente: la stampa digitale.
Automazione dalla A alla Z
Fiorenzo Rigon ci mostra il nuovo magazzino compattabile, che si sviluppa in altezza fino a 7 metri ed è integrato con il gestionale aziendale. Una scelta inusuale per un converter, che testimonia l’ambizione all’eccellenza dell’azienda vicentina. «I clienti non vogliono più fare magazzino, e gli ordini sono estremamente frammentati. A questa tendenza rispondiamo anzitutto efficientando la logistica di materie prime, semilavorati e prodotti finiti». Nel reparto di produzione è obbligatorio indossare cuffie e calzari, per non pregiudicare la sicurezza degli imballaggi alimentari. Ciò che più colpisce sono le modalità di movimentazione dei fogli da un reparto all’altro e da un centro di lavorazione al successivo. Il tutto si svolge all’insegna dell’automazione. Già dal magazzino il cartone è prelevato su pallet e trasportato mediante nastro verso la produzione.
La macchina da stampa offset è una Koenig & Bauer Rapida 164, in formato 120x160 cm, a 7 colori, con doppio spalmatore, servita da due nastri trasportatori modulari con sistema di accumulo, sia in corrispondenza del mettifoglio che dell’impilatore. Questi consentono di pre-alimentare i pallet di cartone per le varie commesse, nell’esatta sequenza di esecuzione dei lavori e senza intervento manuale dell’operatore. Lo stesso avviene in uscita, dove i pallet vengono avviati verso le linee di finitura.
Se richiesto, il cartone viene laminato su una linea Stock in formato 160x160 cm. Per la fustellatura l’azienda si avvale di due macchine manuali e due macchine automatiche BOBST: una NovaCut 142 e una VisionCut 160 con tecnologia Power Register, per il controllo automatico del registro tra la fustella e l’immagine stampata. Il reparto è poi dotato di tre piega-incolla: una Jagenberg 105, una Vega 160, e una BOBST Expertfold con sistema di confezionamento Cartonpack. A fine linea, Rigon ha installato un sistema robotizzato per la pallettizzazione e cellofanatura. Le commesse di astucci confezionati in scatole, o di imballaggi piegati e impilati su pallet, vengono depositate su nastro per il trasporto al magazzino, o inviate direttamente all’area di carico.
Verso la produzione digitale
Prestampa, stampa e taglio digitale non sono un tema inedito per Cartotecnica Rigon. L’azienda è infatti dotata di un reparto di prestampa con CtP automatico Agfa Avalon e si avvale di software di progettazione Esko ArtiosCAD, piattaforme di stampa inkjet e sistema di taglio Esko Kongsberg. Solo nell’ultimo anno, però, è maturata la convinzione di applicare la stampa digitale alla produzione di packaging ed espositori, sia in cartone teso che ondulato.
«Abbiamo snellito al massimo i processi analogici, ma questo tipo di produzione richiede modifiche dell’ultimo minuto e tempi di consegna fulminei, dove un avviamento offset e una fustella tradizionale sono inapplicabili», spiega Rigon. «Questa considerazione ci ha portato a valutare il digitale sia per efficientare le lavorazioni esistenti che per nuove applicazioni».
La scelta non è ricaduta su una tecnologia digitale a foglio di piccolo formato ‒ la più ovvia per chi viene dall’offset e dal cartone teso ‒ ma su una stampante di grande formato Agfa Jeti Tauro H3300 LED. Una piattaforma inkjet multi-pass a 6 colori più il bianco, con una luce di stampa di 3,34 m, capace di raggiungere una produttività massima di 453 m²/h. Cartotecnica Rigon ha scelto di configurare la macchina con carico e scarico automatico. Questo le consente di prelevare fogli da pallet affiancati (fino a quattro) e produrre 24/7, senza presidio dell’operatore. «Volevamo fare un passo decisivo, che ci consentisse di gestire in digitale volumi importanti, non limitandoci a poche decine o centinaia di fogli, ma arrivando ad alcune migliaia», sottolinea Rigon. «Se il cliente ha fretta, paga volentieri un prezzo più alto a fronte di un servizio imbattibile».
Durante la nostra visita in azienda abbiamo assistito a una produzione di espositori da banco in microonda, che Jeti Tauro ha consegnato già impilati su pallet, pronti per la fustellatura. Tra i plus della tecnologia Agfa ci sono gli inchiostri ad alta pigmentazione, che riducono al minimo lo spessore dello strato di inchiostro depositato sul foglio. Essi, garantendo un’elevata resistenza allo sfregamento e alle screpolature da cordonatura, rendono la laminazione del prodotto finito non indispensabile. Infine, la macchina assicura la tenuta del registro per l’intera tiratura mediante un sistema di messa in battuta con pin frontali e laterali.
Più efficienza e nuovi business
Per Cartotecnica Rigon l’introduzione del digitale non è finalizzata solo alla produzione più efficiente di tipologie di commesse già esistenti, bensì alla possibilità di offrire espositori e prodotti cartotecnici di grande formato e di complessità superiore. «Un espositore in più pezzi richiede tre o quattro impianti stampa, che si traducono in altrettanti avviamenti, con tutte le relative prove e scarti. In casi analoghi, il vantaggio del digitale sull’offset diventa lampante», conclude Rigon. Strategicamente, Jeti Tauro è stata installata in una nuova area dell’azienda, dove convivono operatori di prestampa, progettisti, e sistemi di prototipazione. Una mossa che la dice lunga sull’importanza del digitale per gli imprenditori del packaging più lungimiranti: non è solo un modo più efficiente di produrre, ma uno strumento strategico di ricerca, sviluppo e innovazione.