Italia Publishers 02/2017

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WHAT’S INSIDE?

Stampanti a piano fisso: sempre più evolute, mostrano i muscoli e non temono rivali

Italia Publishers - Anno XXIX - n° 02/2017 - Prezzo euro 10,00 - Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LOM/MI

MEETING LEADERS

Per swissQprint la qualità non è uno standard da applicare ma una passione innata

EVENTI

Agli Hunkeler Innovationdays il top dell’inkjet ad alta velocità si mette in mostra


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sommario 02

EDITORIALE

5 |

Solo le solide certezze creano nuovo business

NEWS

6 |

Novità, tecnologie e tendenze dai player del mercato digitale

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WHAT’S INSIDE?

10 |

Le stampanti a piano fisso non temono rivali

STRATEGIE

22 |

Il gigante dell’espanso è più “brilliant”, pensa green e cresce nell’inkjet in Italia

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Pannelli e lastre à-la-carte? Spandex apre a Milano il nuovo impianto dedicato

MEETING LEADERS 24 |

Il flatbed di qualità svizzera è preciso, puntuale e affidabile

42 |

Dall’industria al punto vendita l’officina creativa prende vita con il taglio e fresatura Protek

52 |

Fujifilm Italia con Onset X propone l’inkjet industriale scalabile e “full service”

EVENTI 34 |

Connect 2017 è buona formazione, solide relazioni e... intelligenza artificiale?

44 |

Il futuro dell’high-speed inkjet in mostra agli Hunkeler Innovationdays

SPECIALE

IDEE PER CRESCERE

28 |

Avete il coraggio di stampare in modo diverso?

56 |

Flessibilità, ovvero la carta vincente nelle relazioni

40 |

L’importanza di riconoscere le opportunità mediatiche e sfruttarle per farsi notare

60 |

La stampante UV desktop, piccolo genio da valutare con cura e professionalità

TECNOLOGIE 32 |

UVgel: la rivoluzione diventa prodotto con Océ Colorado

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La 50a swissQprint in Italia affronta sfide di produzione multimaterica di alta qualità

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Italia Publishers - Anno XXIX - n° 02 2017 Registrazione: Tribunale di Milano n. 74 del 12/2/94 Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Direttore responsabile Silvia Guglielmi silvia@densitymedia.com Co-editore Lorenzo Villa lorenzo@densitymedia.com Responsabile operativo Gabriele Lo Surdo gabriele@densitymedia.com

Redazione Roberto Bonsignore roberto.b@densitymedia.com Elena Boromeo elena.b@densitymedia.com Hanno collaborato Daniele Bosco Gianluca Ferrauto

Pubblicità marketing@densitymedia.com

Amministrazione Manuela Spatola manuela@densitymedia.com

Copertina Genuine Roman Art www.genuineromanart.com

Stampa Unigrafica - Gorgonzola (MI) www.unigrafica.it

Tiratura 5.000 copie

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editoriale di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com

Solo le solide certezze creano nuovo business Da qualche tempo si è scatenata una gara al "what's next", o ancora a quell'effetto "wow" che molti - il sottoscritto compreso, lo confesso candidamente - faticano a capire cosa significhi. Forse i costruttori dovrebbero progettare tecnologie "alternative" perché il mercato non vuole più quelle "normali"? Forse tutti gli stampatori, piccoli e grandi, che realizzano con successo stampati commerciali di qualità egregia dovrebbero a tutti i costi inventarsi nuove nicchie o mettersi improvvisamente a stampare tessuti e wallpaper? Forse tutti gli editori dovrebbero smettere di stampare e ripiegare su non meglio precisati "canali online", distruggendo così i valori fondanti che tengono in piedi la nostra industria? E perché mai? A beneficio di chi? Troppi dimenticano o ignorano che aprire un nuovo business implica anzitutto un'analisi approfondita del mercato in cui si desidera operare e sul target di potenziali clienti, cui dovrebbe seguire uno studio di fattibilità approfondito, un'analisi della competition, una valutazione sulle tecnologie, sulle competenze e sulle dinamiche commerciali da implementare. Nonché un calcolo del ritorno dell'investimento. Non è difficile intuire perché la maggior parte dei player tecnologici, tra la delusione di alcuni e il sollievo di molti, scelgono di restare fedeli al proprio prodotto e investono le proprie risorse nel farlo sempre meglio. Emblematica è swissQprint, che abbiamo coinvolto nel nostro "Meeting Leaders" di questo mese. Ne sono chiari esempi i tanti brand del settore che continuano a produrre robuste stampanti flatbed - forse l'architettura più datata seconda solo al roll-to-roll - e le migliaia di stampatori che considerano queste attrezzature un bene solido su cui investire e remunerarsi per i prossimi 5/10 anni. Che sia chiaro: a noi di Italia Publishers piace sperimentare, e ve ne sarete accorti toccando con mano i progetti di stampa personalizzata che hanno caratterizzato le nostre ultime due uscite. Ma di una cosa siamo persuasi: le mode passano. E nel nostro settore la tecnologia - quella "all'ultimo grido" - è solo il fattore abilitante di un'idea imprenditoriale vincente e radicata. Supportata da infrastrutture efficaci, fornitori validi, valori solidi e competenze autentiche.


news HP lancia un programma di formazione nelle scuole Il digital printing è una vera disciplina che può offrire sbocchi professionali molto interessanti per i giovani. Le competenze relative a questo settore in rapida evoluzione sono molto richieste da agenzie creative, di design e PSP in tutto il mondo. Tuttavia, la ricerca dei giusti talenti rappresenta oggi una delle sfide più difficili. Per questo HP ha lanciato un programma di formazione per le scuole a livello europeo, dove l’Italia è in prima linea con un progetto pilota presso il Centro di formazione professionale Pio XI di Roma. L’azienda ha messo

a disposizione della scuola una macchina da stampa HP Indigo 5r per supportare la progettazione grafica e la stampa per l’intero portafoglio di corsi. Questo programma sarà reso disponibile in tutta Europa nel 2017 a partire da Spagna, Italia, UK, Francia e Germania. Oltre a offrire la tecnologia, HP consentirà agli studenti di accedere alle ultime innovazioni dei reparti R&D e Labs dell’azienda. Gli allievi potranno inoltre partecipare al summer camp HP e usufruire delle attività di tutoring. www.hp.com

|| La sala stampa digitale del Centro di Formazione Professionale Pio XI con, sullo sfondo, la stampante HP Indigo 5r

Domino Sistemi lancia i mini totem da banco personalizzabili Compatti e personalizzabili non solo nella struttura, ma anche nei contenuti, i nuovi e-post Short sono l’ultima novità lanciata da Domino Sistemi, società del Gruppo Masserdotti specializzata nel digital signage. Ideali per essere posizionati sul bancone di una reception, sugli scaffali del punto vendita o in prossimità delle casse, i totem e-post Short mettono direttamente in relazione il cliente con il il messaggio trasmesso. Non è soltanto il contenuto multimediale a poter essere customizzato, ma anche il design stesso. Infatti, la struttura

in allumino, rifinita con due pannelli in metacrilato trasparente, è sagomabile in base al progetto che il committente richiede al team di architetti e designer del Gruppo bresciano. Questo significa che il nuovo mini totem può prendere una forma legata al visual aziendale o anche incorporare supporti per posizionare il prodotto. Ancora una volta, il cuore tecnologico di questi display è targato Samsung SMART Signage, mentre il software Palinsesto è sviluppato da Domino Sistemi. www.dominodisplay.com www.masserdotti.it

Ricoh Pro C7100 festeggia 2.000 installazioni in Europa Nuovo traguardo per il costruttore giapponese, che a febbraio ha messo a segno la duemillesima installazione della serie Pro C7100 a livello europeo. A scegliere questa soluzione a foglio singolo lanciata da Ricoh nel 2014 questa volta è stata un’azienda italiana: il fornitore di servizi di stampa genovese Ligurgraf. Tra le caratteristiche più apprezzate di questa serie ci sono la quinta stazione colore (scelta da ben 7 acquirenti su 10), la capacità di gestire supporti fino a 700 mm di lunghezza,

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nonché l’elevata produttività (fino a 90 pagine/min). Notevole anche la risoluzione, che può arrivare fino a 1.200 x 4.800 dpi. La serie Pro C7100 si adatta a molte applicazioni, tra cui poster, brochure in formato A4 e copertine di libri. “La combinazione dell’elevata qualità di stampa con la versatilità resa possibile dalla quinta stazione colore ci permettono di ampliare l’offerta e migliorare la nostra immagine sul mercato”, ha dichiarato Alessadro Dario, titolare di Ligurgraf. www.ricoh.it

|| La serie Ricoh Pro C7100 può essere equipaggiata con il bianco o il trasparente per arricchire la gamma di applicazioni.


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Piccole e Medie serie? Produrre in casa è facile e redditizio!

Successo di Golden Opportunities, l’evento in cui BiancoDigitale ha trasformato in oro ciò che è Xerox L’evento Golden Opportunities si è rivelato un successo, andando oltre le più rosee aspettative. Il 17 e 18 marzo un grande numero di visitatori ha avuto modo di toccare con mano le potenzialità delle soluzioni di stampa proposte da MC System, golden partner di Xerox. La visionaria azienda italiana, attraverso il proprio marchio BiancoDigitale, ha rivoluzionato il mondo della nobilitazione a foglio a livello mondiale, grazie a soluzioni ingegneristiche che hanno trasformato le stampanti Xerox in incredibili piattaforme per nobilitazioni ad alto valore aggiunto. All’interno dei locali della Fortezza da Basso, a due passi dalla stazione di Firenze, i tecnici di MC System hanno mostrato come sia possibile

modificare stampanti a toner come le Xerox Versant80 e, soprattutto, la “piccola” C60 Multiverse-Plus, che grazie alle ingegnose implementazioni studiate e brevettate dalla stessa azienda italiana, è in grado di gestire carta e cartone teso fino a 450 g/m², integrando notevoli capacità decorative come la stampa di bianco, oro, argento, gloss e perfino colori fluo. Il più grande riconoscimento è arrivato proprio da Xerox che, dopo aver adottato il modulo speciale di MC System come un upgrade ufficiale, ha comunicato che le piattaforme modificate dalla società italiana verranno distribuite in Portogallo attraverso la rete ufficiale Xerox con il doppio marchio. www.biancodigitale.it

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|| In alto, alcune applicazioni realizzabili con il sistema BiancoDigitale. In basso, || dimostrazione di sostituzione rapida del modulo per la nobilitazione sulla Xerox C60

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news La flotta DPDgroup cambia volto grazie ad Avery Dennison Tra il 2015 e il 2017 l’azienda di trasporti DPDgroup ha operato, in collaborazione con Avery Dennison, un’imponente rebranding, che ha coinvolto la sua intera flotta di automezzi in Europa. Per rivestire circa 30.000 veicoli e 4.500 rimorchi DPDgroup ha richiesto alla multinazionale una soluzione onnicomprensiva. Avery Dennison ha quindi sviluppato un progetto complesso, che ha coinvolto converter e applicatori certificati su tutto il territorio europeo, utilizzando i materiali più indicati e le chimiche adatte per garantire non solo una

perfetta corrispondenza cromatica ma anche una durevolezza del risultato garantita per almeno 5 anni. Avery Dennison ha accettato la sfida utilizzando, in base alle necessità degli applicatori e di ciascuna nazione, le pellicole Printed Durable Screen 6903 e MPI Cast Digitale (entrambe con pellicola di plastificazione) e Avery Dennison Signage 700 PF Series, garantendo il prodotto finale con la garanzia personalizzata ICS Platinum, che garantisce standard e performance del prodotto nell’intero ciclo di servizio dei mezzi. www.averydennison.com

|| Un furgone appartenente alla flotta di automezzi di DPDgroup, totalmente rivestita utilizzando film specifici Avery Dennison, applicati da professionisti certificati.

Grazie a Digital Lizard la prima HP Indigo 50000 sbanca Las Vegas

|| Da sinistra, Wolfram Verwüster, Segment Manager di Durst e Thomas Bauernfeind, Managing Director di Bauernfeind. Sullo sfondo, la Durst Delta WT 250 nel reparto produzione di Bauernfeind + Display.

È austriaco il primo cliente della nuova, attesissima, Durst Delta WT Bauernfeind Print + Display è stato il primo stampatore al mondo a installare, lo scorso febbraio, la nuova piattaforma Delta WT 250. Realizzata da Durst sfruttando la tecnologia proprietaria Water Technology, la multi-pass con luce di stampa di 2.500 mm è realizzata per gestire in maniera ottimale sia il cartone ondulato che altri tipi di supporti, come i pannelli alveolari. L’azienda austriaca è specializzata nelle applicazioni cartotecniche e ha investito in maniera mirata

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sull’innovativa stampante con l’obiettivo di aumentare del 25% il proprio fatturato nel corso di un anno – con un incremento stimato di 2.000.000 di euro –, cogliendo le grandi opportunità del mercato grazie alla Water Technology. Settori come food & beverage, cosmesi e farmaceutica sono costantemente alla ricerca di soluzioni “green” che rispettino le sempre più stringenti normative europee e mondiali per la stampa degli imballaggi in cartone ondulato. www.durst.it

Presentata a drupa 2016, la nuova stampante HP Indigo 50000 prosegue il suo percorso verso il rilascio definitivo che avverrà il prossimo luglio. A puntare sulla straordinaria web-fed è Digital Lizard di Las Vegas, divisione digitale del colosso americano Creel Printing. Il beta-tester, giunto alla diciottesima HP installata, è specializzato nella produzione di stampati digitali con dati variabili. Offre inoltre numerose opzioni di finitura in linea e la spedizione

dei prodotti nello stesso giorno. Digital Lizard ha intenzione di sfruttare HP Indigo 50000 come principale soluzione per la produzione di album fotografici di grandi dimensioni, riviste personalizzate, libri, cataloghi, direct mail, calendari e altro ancora. Grazie alla sua tecnologia avanzata, alla grande capacità produttiva e alla qualità assimilabile a quella offset, il player americano conta di aumentare il proprio fatturato del 40%. www.hp.com

|| Il team di Digital Lizard davanti alla nuova HP Indigo 50000 appena installata. Al centro William Wieners, presidente dell’azienda.


news

Kodak consolida la sua presenza nel digitale, ampliando la famiglia di stampanti NEXPRESS Quello della stampa digitale resta per Kodak un settore in cui investire. Sebbene la leadership nella vendita di lastre e CTP per la stampa analogica componga l’80% del suo fatturato, l’azienda crede fermamente nella crescita della stampa toner a colori a foglio. Per questo motivo Kodak continua a investire in R&D, realizzando nuove piattaforme digitali. Durante l’incontro con la stampa dello scorso febbraio, Giuliano Bianchet, Business Director Southern Europe, ha spiegato che “l’obiettivo è sviluppare una soluzione che possa posizionarsi tra l’elettrofotografia similare all’offset e l’inkjet”. Nel frattempo, sarà presto disponibile sul mercato la nuova

ammiraglia, denominata provvisoriamente “Max Platform”, che guiderà il range di soluzioni NEXPRESS, insieme alla entry-level ECO2500 e alla ZX. Max Platform prevede molte innovazioni, tra cui un sistema di scrittura LED a 12 bit, un’opzione longsheet per gestire fogli fino a 356 x 1.219 mm e la possibilità di scegliere in quale sequenza applicare i canali colore sul materiale. Interessante, inoltre, la possibilità di gestire cartone teso spesso fino a 0,6 mm. Questa opzione sarà disponibile anche per ZX, con un apposito Substrate Expansion Kit retrofittabile e conferma l’interesse di Kodak per il settore del packaging digitale. www.kodak.com

|| Da sinistra, Alfredo Lorenzini, Marketing Manager Mediterranean Cluster e Giuliano Bianchet, Business Director Southern Europe di Kodak. In alto, la nuova stampante toner hi-end a foglio a colori, che amplierà l’offerta digitale dell’azienda.

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What’s inside

Qualità elevata, effetti speciali e gestione flessibile dei materiali: i sistemi true flatbed si evolvono e continuano a riscuotere grande successo tra gli utenti più esigenti

Le stampanti a piano fisso non temono rivali

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serigrafi sono stati i primi ad apprezzarle, all’inizio degli anni 2000, per via delle modalità di lavoro simili a quelle adottate appunto con le macchine serigrafiche. Da allora i sistemi true flatbed hanno fatto enormi passi avanti. Oltre all’aumento di produttività e qualità, dovuto allo sviluppo della tecnologia inkjet in generale, questi sistemi sono stati dotati di importanti strumenti per una gestione efficiente dei materiali. Oggi alcuni di essi permettono di gestire materiali in bobina fino a 3,2 m di larghezza. Altri sono dotati di sistemi robotizzati di carico e scarico dei materiali. Altri ancora permettono di personalizzare a proprio piacimento la lunghezza del piano di stampa, grazie a una struttura modulare. Infine molti di questi sistemi prevedono configurazioni inchiostri che includono chimiche speciali (pretrattamenti e vernici) per dar vita a lavorazioni particolari su supporti inusuali, ricche di effetti e ad alto valore aggiunto. Se dunque per un certo periodo si è pensato che queste piattaforme potessero essere inadatte in ambienti estremamente produttivi, oggi è chiaro che le possibilità offerte sono ampiamente superiori ai loro limiti. E oltre alla compatibilità con le più svariate lavorazioni di grande formato, queste stampanti sono anche ideali per produrre applicazioni di piccolo formato, destinate al mondo industriale o dei gadget, in cui siano richieste qualità e lunga durata nel tempo. Non resta dunque che scoprire nelle prossime pagine quale sia la true flatbed che fa al caso vostro.

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Prima di tutto, il piano fisso aspirante Le stampanti true flatbed sono riconoscibili dall’ampio piano di lavoro che quasi sempre ne determina l’area di stampa. Fanno eccezione solo i sistemi dotati di opzioni speciali per il trasporto dei materiali durante la stampa. È quindi importante scegliere con cura il formato di cui dotarsi e considerare che solo raramente è possibile ampliare l’area di lavoro in un secondo momento. La solidità del piano è fondamentale per permettere lavorazioni su materiali molto pesanti: in alcuni casi esso sostiene fino a 100 kg/m², in altri meno della metà. Le caratteristiche del piano incidono anche sulla qualità di stampa e sulla stabilità dell’intero processo. Una mancanza di planarità creerà irregolarità negli stampati; un’aspirazione debole o mal distribuita porterà al sollevamento dei materiali con la possibilità di crash più frequenti. Per ovviare a queste criticità ogni costruttore ha sviluppato delle proprie soluzioni, che è bene conoscere. Inoltre, visto che certamente capiterà di affrontare anche lavori di formato ridotto, è bene avere chiaro quali strumenti siano offerti per concentrare l’aspirazione in un’area di lavoro più piccola o ottimizzare lo sfruttamento della superficie complessiva, mediante opzioni di lavorazione alternata sul fronte e sul retro della macchina (tandem).


what’s inside L’importanza della chimica

Tutta una questione di dati

La riuscita di qualsiasi applicazione di stampa dipende dalle chimiche d’inchiostro utilizzate. Ad oggi quasi tutte offrono colori brillanti e una buona resistenza all’invecchiamento in esterni. Se però si pensa ad applicazioni che debbano rispettare particolari requisiti sarà bene prepararsi a effettuare test molto accurati. Capita sempre più spesso che vi sia la necessità di stampare colori particolari, ottenere una durevolezza eccezionale, effettuare post lavorazioni complesse senza danneggiare lo stampato, decorare superfici non idonee alla stampa, affrontare tirature importanti a costi competitivi. In simili circostanze la riuscita dell’applicazione dipende dall’inchiostro e dalle altre chimiche coinvolte (solitamente primer e vernici). Negli ultimi anni i produttori hanno fatto importanti passi avanti in questo ambito, ampliando la loro offerta. Testare estensivamente prima di operare una scelta è, come sempre, d’obbligo.

Il software ha un ruolo da protagonista indiscusso in qualsiasi azienda di stampa digitale. Eppure, al momento dell’acquisto, esso viene spesso sottovalutato. Si presume infatti che le sue funzionalità siano secondarie rispetto alle caratteristiche della stampante. È bene ricordare però che, tanto quanto quest’ultima, il software è responsabile di definizione, produttività, cromia ed economicità del processo di stampa. Una buona combinazione di strumenti di preflight, gestione del workflow, preparazione alla stampa, color management e rasterizzazione può trasformare completamente la redditività di un reparto di stampa. Specialmente se si affrontano quotidianamente tante produzioni, con requisiti differenti, è bene mettere alla prova la combinazione hardware e software simulando una ciclo produttivo tipo. Solo così le performance misurate saranno realmente attendibili per determinare una scelta.

All’origine del “getto”, le teste Non si può parlare di inkjet senza parlare di teste di stampa. È grazie ad esse infatti se qualche centinaio di megabyte di dati digitali diventa un’immagine stampata in grado di comunicare, decorare, vendere. Dal numero delle teste e degli ugelli di una stampante, nonché dalla frequenza di getto, dipende la sua velocità di stampa (m²/h). Dalla distanza degli ugelli tra loro dipende la risoluzione (dpi). Dalla dimensione delle gocce di inchiostro che essa è in grado di gettare dipende la morbidezza complessiva dello stampato e il consumo d’inchiostro. Si può dunque andare “sul sicuro” scegliendo la stampante in base alla bontà di questi valori? No. Le specifiche tecniche sono un importante punto di partenza ma, per una valutazione accurata, è opportuno considerare anche altri aspetti tra cui la qualità percepita dello stampato, la ripetibilità del risultato ottenuto e la stabilità del processo nella sua interezza.

Scelte costruttive determinanti

La gestione dei materiali

A seconda del carico di lavoro che si intende affrontare è importante esaminare con cura gli aspetti meno digitali della stampante. La qualità e la ripetibilità dei risultati ottenibili dipendono infatti anche dagli accorgimenti adottati dal costruttore nella progettazione dei sistemi di movimentazione delle teste sul piano di stampa. Costruire una stampante digitale non è un’operazione estremamente complessa, lo è invece azzerare le variabili che possano alterare la bontà dei risultati ottenibili. Per evitare brutte sorprese è importante testare il comportamento della stampante anche in condizioni limite. Ad esempio nelle modalità più produttive potrebbero verificarsi vibrazioni, banding o problemi di asciugatura dell’inchiostro (a seconda dei materiali utilizzati). Criticità fisiologiche, che però è bene conoscere e tenere in considerazione nel valutare il valore reale di una stampante e la sua capacità di fare fronte alle proprie esigenze.

Definite le proprie priorità in termini di qualità, affidabilità e produttività, è opportuno affrontare il capitolo gestione dei materiali. In tal senso le tentazioni sono due: configurazione full optional a prescindere o rinuncia di qualsiasi opzione fino al momento del reale bisogno. È invece molto importante valutare l’impatto di ciascuna possibilità offerta. In alcune produzioni un sistema di carico/scarico può portare a un incremento di produttività del 70%. Mentre alcuni dispositivi possono abilitare alla realizzazione di applicazioni altrimenti precluse e permettere di avere un ritorno sull’investimento più rapido. Ne è un esempio l’opzione roll-to-roll che, oltre a gestire supporti in bobina, permette di sfruttare la stampante anche in orari notturni in cui altrimenti sarebbe ferma. Vale la pena ricordare che per automatizzare processi di stampa complessi è possibile rivolgersi anche a specialisti terzi.

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What’s inside

Agfa Jeti Mira

swissQprint Generation 2

Altamente produttiva e versatile, questa tecnologia UV di casa Agfa è ora disponibile anche con un sistema di curing LED. Grazie alla possibilità di integrare un sistema roll-to-roll, è in grado di stampare sia su materiali rigidi che flessibili, adattandosi alle più svariate applicazioni, tra cui pannelli, POP, mock-up, backlit, stampa su gadget, decorazioni per interni. Dotata di un piano di lavoro con larghezza di 2,69 m e profondità di 1,6 o 3,2 m, può gestire materiali con spessore massimo di 50 mm. Il sistema di aspirazione indipendente a 6 zone consente di mantenere il substrato perfettamente piano durante la lavorazione. Jeti Mira è equipaggiata con le affidabili teste di stampa Ricoh Gen5 con goccia da 7 pl, che permettono di ottenere una risoluzione fino a 1.000 x 1.200 dpi. Nella versione HS è in grado di stampare fino a 231 m²/h, e in tema di produttività è particolarmente interessante la modalità “Print & Prepare”, che consente di sfruttare alternativamente la parte anteriore e quella posteriore del piano di lavoro, per lavorare senza interruzione. Jeti Mira può accogliere fino a 8 canali colore. Oltre alla quadricromia estesa (CMYKLcLm) e al bianco, è possibile scegliere tra primer o vernice. Gli inchiostri sono proprietari Agfa e, grazie all’alta pigmentazione, offrono un’elevato gamut cromatico a fronte della stesura di uno strato molto sottile di colore. www.agfa.com

La “Generation 2” rappresenta per swissQprint un ulteriore passo nella direzione dell’eccellenza. Essa può vantare importanti migliorie rispetto al passato. Tutti i sistemi hanno una risoluzione massima di 1.080 dpi. Oryx 2 e Impala 2 hanno un’area di stampa di 2,5 x 2 m e una produttività massima rispettivamente di 65 e 180 m²/h. Nyala 2 invece ha un’area di stampa di 3,2 x 2 m e una produttività di 206 m²/h. Da dicembre dello scorso anno è stata inoltre introdotta l’opzione “4x4” per Impala 2 e Nyala 2. Sfruttando per la sola quadricromia 8 canali, dei 9 disponibili, essa permette di raggiungere velocità quasi doppie nelle modalità “Fine Art”, “Quality” e “Production”. Ad esempio per Nyala 2 esse passano da 32, 54 e 103 m²/h a 57, 101 e 206 m²/h. A livello di compatibilità con i materiali tutte le piattaforme swissQprint sono in grado di gestire un peso massimo di 100 kg/m² e spessori fino a 5 cm. Possono lavorare in modalità tandem, ovvero permettere il caricamento/scaricamento del piano di lavoro mentre il sistema sta producendo nell’area opposta. Inoltre, a seconda delle proprie necessità, è possibile dotarsi delle opzioni roll-to-roll, per bobine fino a 3,2 m di luce, e “board option”, per lavorare pannelli lunghi fino a 4 metri. Per le lunghe produzioni, su supporti fino a un formato di 70 x 100 cm, è possibile automatizzare l’intero processo con Rob, un sistema di carico/scarico completamente automatico. www.swissqprint.com

Uno dei maggiori vantaggi della tecnologia LED – sviluppata di recente da Agfa per il modello Jeti Mira – è la costanza nel tempo delle performance di curing, che si traduce in una stabilità cromatica degli stampati. Le lampade LED infatti, a differenza di quelle a mercurio, non necessitano dei tempi di riscaldamento all’accensione e hanno un’emissione luminosa costante. Inoltre, come è noto vantano un’elevata durata nel tempo, consumano meno energia e grazie alla luce fredda permettono di stampare anche su materiali termosensibili. La “board option” di swissQprint consente la stampa di pannelli con una lunghezza superiore alla profondità del piano (max 4 m). Due prolunghe, posizionate davanti e dietro la stampante, sostengono le parti di pannello eccedenti il piano. La movimentazione avviene grazie all’uso combinato di una barra aspirante, collocata sulla trave, e un cuscino d’aria, creato invertendo l’aspirazione del piano di lavoro. In questo modo il sistema è in grado di trasportare con la massima precisione fino 100 kg di peso e riprendere la lavorazione da dove era stata interrotta.

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What’s inside

Canon Océ Arizona La gamma di stampanti Canon Océ Arizona comprende numerosi modelli in grado di rispondere praticamente a ogni esigenza in termini di qualità, produttività, dimensione dell’applicazione ed effetti grafici richiesti. I sistemi della gamma sono suddivisi in GT, XT e XTS, principalmente in base all’area di lavoro (GT: 125 x 250 cm / XT e XTS: 250 x 305 cm). I 6 modelli della serie 1200 hanno una produttività da 33,6 a 35 m2/h; i 4 modelli della serie 2200 hanno una produttività da 58,7 a 63,4 m2/h; i 2 modelli della serie 6100 hanno una produttività di 155 m2/h. Per ogni serie esistono modelli dotati esclusivamente della quadricromia base e modelli configurabili in base alle proprie necessità con colori light, vernice e bianco. In termini di nitidezza delle immagini, tutte le serie hanno teste con goccia variabile, da 6 a 42 pl, e la capacità di riprodurre testi fino a una dimensione minima di 2 pt. Il perfetto fissaggio dei pezzi da lavorare è garantito da una suddivisione del piano aspirante in zone. I sistemi GT prevedono 6 zone mentre gli XT e XTS ne prevedono 7 ma dispongono anche di 2 sistemi di aspirazione indipendenti per permettere di lavorare alternativamente tra metà anteriore e posteriore della stampante. Tutti i sistemi Canon Océ Arizona possono accogliere materiali rigidi con spessori fino a 50,8 mm e peso fino a 34 kg/m2. www.canon.it

Mimaki JFX200 series e JFX500-2131 Due formati di stampa, elevata qualità, produttività fino a 60 m2/h, bassi consumi e inchiostro bianco disponibile per tutti i modelli. Questa la proposta di Mimaki per quanto riguarda il flatbed di wide format. Tutti e tre i sistemi JFX sono in grado di gestire materiali fino a uno spessore di massimo di 50 mm e con un peso entro i 50 kg/m2. Grazie al sistema di curing LED è possibile stampare senza difficoltà anche supporti particolarmente sottili o sensibili al calore. Le numerose chimiche d’inchiostro disponibili per questi sistemi permettono di realizzare le più disparate applicazioni: dalle grafiche per POP all’insegnistica, dalla decorazione per interni alla personalizzazione di oggetti. JFX200-2513 ha un’area di lavoro di 2,5 x 1,3 m e un piano aspirante suddiviso in 2 zone; JFX200-2531 ha invece un’area di lavoro di 2,5 x 3,1 m e il piano di lavoro suddiviso in 4 zone. Entrambe queste stampanti raggiungono la velocità massima di 25 m2/h. Il modello JFX5002131, ideale per necessità produttive più importanti, raggiunge i 60 m2/h in CMYK (45 m2/h in CMYKW) e ha un piano di lavoro di 2,1 x 3,1 m, suddiviso in 4 zone. I modelli della serie JFX200 possono essere configurati con 6 colori + bianco, primer o vernice mentre JFX500-2131 con 4 colori + bianco o primer. www.bompan.it

La Roll Media Option permette di gestire bobine con larghezza da 900 a 2.200 mm, con peso massimo di 50 kg. Il dispositivo racchiude svolgitore e riavvolgitore in un’unica struttura posizionata sul fronte della macchina. Questa soluzione evita sovrapposizioni tra le operazioni di stampa su rigido e bobina, azzerando i tempi di passaggio da un tipo di lavorazione all’altro. Il sistema è dotato di un controllo costante del tensionamento e della posizione del materiale, che permette di lasciare la stampante produrre senza la supervisione di un operatore. La serie JFX offre la possibilità di scegliere fra diversi tipi di inchiostro, a seconda delle caratteristiche del substrato e del risultato che si vuole ottenere. L’inchiostro rigido LH-100 è particolarmente resistente e consente di ottenere una qualità dell’immagine elevata. Il LUS-150, invece, è un inchiostro flessibile al 150%, in grado anche di accelerare i tempi di asciugatura, riducendo l’effetto “appiccicoso”. Infine, il LUS-200 è un inchiostro flessibile indicato per quelle applicazioni che richiedono delle lavorazioni particolari dopo la stampa, come la termoformatura.

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Inca Digital SpyderX

MuchColours Practika K86

SpyderX è una flatbed UV dotata di un piano aspirante che misura 3,2 x 2 m e in grado di stampare a una velocità massima di 230 m2/h. La sua elevata produttività ne fa una soluzione ideale per affrontare anche picchi produttivi o volumi importanti. SpiderX può stampare su supporti con uno spessore massimo di 50 mm come carta, cartone, pannelli in PVC e materiale composito, anche se la struttura robusta consente di gestire materiali più pesanti come legno, vetro e metacrilati. Il piano di lavoro è suddiviso in 6 zone di aspirazione indipendenti ed è dotato di un sistema di pin di registro retrattili, che permettono di posizionare i supporti con la massima precisione. Inoltre, grazie alla possibilità di integrare l’opzione per la stampa rollto-roll sul fronte da 3,2 m, SpyderX risulta essere una piattaforma dalla grande versatilità, trasformandosi in una superwide in grado di gestire anche supporti in bobina come vinili adesivi, banner in PVC e materiali adatti alla chimica UV-curable. Le teste di stampa hanno un sistema di goccia variabile e riescono a garantire una risoluzione di 1.000 dpi. I canali colore sono 7 e affiancano a CMYK anche Lc, Lm e White, consentendo di disporre di uno spazio colore ampio e, grazie al bianco, di una vasta gamma di possibilità applicative. Tra queste la stampa su supporti colorati, la stampa bifacciale e gli effetti gloss e 3D. www.incadigital.com

Practika K86, grazie agli inchiostri basati su nanocoloranti e alla logica modulare, è un sistema di stampa in piano ideale per realizzare applicazioni di alta qualità sia in ambito grafico che industriale. È compatibile con un’ampia gamma di materiali rigidi (PVC, compositi, metacrilato, vetro, legno, metallo, etc.) fino a uno spessore massimo di 25 cm. Questo la rende particolarmente adatta ad affrontare progetti articolati e di forte impatto, in cui la comunicazione visiva incontra la decorazione industriale. La logica costruttiva modulare permette di adattare le dimensioni del piano di lavoro alle proprie esigenze. Quest’ultimo si compone infatti di un modulo base, di dimensioni 220 x 180 cm, a cui si possono aggiungere, anche successivamente all’acquisto, ulteriori moduli standard, ciascuno dei quali con profondità 180 cm. A seconda dell’ambito d’impiego, Practika K86 può montare teste di stampa Ricoh Gen4 o Gen5 ed essere configurata con un massimo di 8 canali colore, di cui 4 destinati a colori speciali (bianco, clear, metal silver). Questi ultimi rappresentano un plus importante per dar vita ad applicazioni uniche e con un elevato valore aggiunto. I Nanoink, privi di solventi ed ecofriendly, aderiscono efficacemente e senza bisogno di primer anche sulle superfici più critiche. La loro polimerizzazione avviene con il calore ed è affidata a un flusso di aria calda. www.muchcolours.com

Il modulo roll-to-roll utilizzato da SpyderX permette di gestire materiale in bobina con larghezza compresa tra 750 e 3.200 mm e uno spessore massimo di 0,5 mm. Questo permette di realizzare una vasta tipologia di lavorazioni XXL, destinate sia ad applicazioni indoor che outdoor. Le bobine possono raggiungere un peso massimo di 150 Kg e un diametro di 250 mm. Il modulo roll-to-roll può essere acquistato insieme alla stampante oppure può essere implementato successivamente. Gli innovativi inchiostri NanoLux hanno la stessa formulazione di base dei Nanoink, ma sono destinati esclusivamente alla stampa inkjet di superfici trasparenti come vetro e Plexiglas. Risultano totalmente invisibili fino a quando non vengono esposti alla luce di LED alla specifica frequenza di 405 nm. Sono disponibili nei colori rosso, verde, blu e bianco e sono destinati a una notevole varietà di applicazioni tra cui segnaletica, allestimenti fieristici e di aree commerciali, interior decoration.

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NoeCha DOT1

HP Scitex 15500 e 17000

L’ottima qualità di stampa e i consumi d’inchiostro competitivi sono le prerogative principali di questa flatbed UV LED superwide, destinata a piccole e medie produzioni nel sign & display. NoeCha DOT1 gestisce praticamente ogni tipo di materiale rigido o semirigido con spessore fino a 40 mm, tra cui PVC, schiume, vetro, metallo, legno e cartone. Il piano di lavoro ha una superficie di stampa di 3.200 x 1.600 mm ed è dotato di un sistema aspirante molto efficace, suddiviso in 21 zone di vuoto indipendenti, che consentono di gestire contemporaneamente più pannelli dello stesso materiale, anche con forme irregolari, mantenendo la massima precisione e sfruttando appieno l’area di stampa. NoeCha DOT1 è la prima flatbed ad adottare teste di stampa Kyocera con dimensione della goccia da 1,5 pl, risoluzione nativa di 1.200 dpi e 3 livelli di greyscale. Questo permette di ottenere al contempo stampe di qualità fotografica e livelli di produttività apprezzabili (115 m2/h). I canali colore standard sono 4 (CMYK), con il bianco opzionale. Le chimiche d’inchiostro fornite da NoeCha sono studiate per offrire un’elevata coprenza. Il sistema di curing prevede l’utilizzo di elementi LED, che permettono di gestire materiali sensibili al calore senza deformarli, ottenendo al contempo un risparmio energetico e un’alta ripetibilità delle lavorazioni. www.noecha.com

Le HP Scitex 15500 e 17000 sono flatbed UV di concezione industriale, dotate di un piano aspirante da 1.600 x 3.200 mm, particolarmente adatte alla stampa di cartone teso e cartone ondulato. In grado di gestire materiali di spessore tra 0,8 e 25 mm, sono progettate per andare incontro alle esigenze di stampatori con un elevato volume complessivo di lavorazioni, suddiviso tra piccole e medie tirature. In grado di operare 24/7, entrambe le flatbed sono dotate di un alimentatore automatico stack-to-stack che permette loro di gestire fino a 4 pannelli per volta, con larghezza massima di 738 mm. La produttività massima è di 650 (15500) e 1.000 m²/h. HP Scitex 15500 è configurata con quadricromia o esacromia, mentre HP Scitex 17000 dispone di 8 canali (2xCMYK). Entrambe utilizzano la tecnologia di goccia variabile proprietaria High Dynamic Range (HDR), che coniuga velocità e qualità. L’HDR consente un controllo preciso del gloss e della saturazione dei colori, garantendo nel contempo un gamut cromatico esteso. Gli HP HDR230 Scitex Inks hanno un odore ridotto e risultano adatti sia ad applicazioni per interno che per esterno. Inoltre, per tutelare gli investimenti dei clienti, HP garantisce la possibilità di effettuare un eventuale upgrade successivamente all’acquisto, evitando il rischio di incappare in scelte sovradimensionate. www.hp.com

Entro il Q3 del 2017 NoeCha DOT1 disporrà, tra le opzioni, di un modulo roll-to-roll e di sistemi di carico e scarico semiautomatici di fogli e pannelli, che la renderanno ancora più versatile. Il feeder, utilizzando un sistema a ventose, preleva i materiali da una pila – alta al massimo 200 mm – per posizionarli correttamente sul piano di lavoro. Lo stacker, anch’esso dotato di un sistema basato sull’utilizzo di ventose, provvede a prelevare i supporti, posizionandoli in un’area di scarico predefinita. Su queste flatbed Scitex HP è venuta a capo del problema della deformazione del cartone. La soluzione è stata la combinazione tra uno strumento di appiattimento meccanico e un performante sistema di aspirazione. All’interno della stampante, pilotato da un software, è infatti presente un rullo di metallo che appiattisce, senza rovinarlo, il materiale in base allo spessore e alla tipologia, facendolo aderire in modo ottimale al piano aspirante. Così HP permette una stampa ottimale anche su pannelli con deformazioni fino a 40 mm.

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Italgrafica pronta a cogliere nuove opportunità di business con la sua HP PageWide XL Italgrafica raggiunge una maggiore produttività e punta a nuovi mercati, grazie alla nuova HP PageWide XL Italgrafica, azienda leader nel settore della stampa digitale e offset, con sede a Novara, nasce negli anni ’80 dall’iniziativa di tre soci. L’azienda si rivolge principalmente alla stampa per i punti vendita e retail e alla stampa di prodotti offset come cataloghi, brochure e riviste. Franco Burlone, responsabile di produzione per Italgrafica, ci racconta la sua esperienza con l’ultimissima

acquisizione dell’azienda, la nuova HP PageWide XL 5000. La macchina, acquistata nel luglio 2016, viene utilizzata principalmente per produrre manifesti, prodotti di affissione e poster per grafiche interne ed esterne. “La scelta di comprare la HP PageWide XL è stata dettata dalla necessità di avere una produttività maggiore per poter assistere i clienti nelle loro esigenze di produrre volumi sempre maggiori in tempi ridotti. Le mie caratteristiche preferite di questa macchina sono la produttività, la qualità e l’affidabilità.” Le stampanti HP PageWide XL offrono stampa monocromatica e a colori a velocità rivoluzionarie, fino al 60% superiori alle più veloci macchine da stampa monocromatiche a LED, consentendo a laboratori riprografici,

provider di servizi di stampa (PSP), reparti riprografici centrali (CRD) e sale di stampa di riprodurre disegni CAD e grafici, aprendo così nuove opportunità di business. Franco Burlone spiega come prima dell’acquisto della HP PageWide XL, si spostavano ad utilizzare le loro tecnologie offset quando la richiesta del cliente era superiore alle 80100 pagine in formato 70-100. Successivamente all’introduzione della HP PageWide XL, è molto più conveniente utilizzare la stampa digitale anche fino alle 200 copie. “Se doveste portarmi via la macchina adesso mi creereste un grande problema. Adesso non c’è una alternativa nel mercato che possa sopperire alle sue caratteristiche in termini di velocità e volumi di stampa.” Ulteriori informazioni sull’installazione della stampante HP PageWide XL 5000 presso Italgrafica sono disponibili su YouTube (Italgrafica HP PageWide XL technology).


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InkTec Jetrix KX7

SmartColor SmartFlat

L’ammiraglia InkTec è una flatbed UV robusta e affidabile, con un ottimo rapporto tra qualità e velocità (fino a 60 m2/h). L’area di stampa di 2.500 x 3.060 mm permette un’ampia gamma di lavorazioni su materiali con spessore massimo di 100 mm, destinati sia al sign & display, come Forex e Dibond, che ad applicazioni differenti, come supporti acrilici, legno, vetro e metallo, adatti all’interior décoration. Inoltre, grazie all’opzione roll-to-roll è possibile stampare anche su materiali in bobina come vinili, banner e tessuti, con larghezza massima di 2.190 mm. Per aumentare la precisione delle lavorazioni Jetrix KX7 utilizza un piano aspirante suddiviso in 6 zone di vuoto indipendenti. Le teste di stampa Konica Minolta da 6 pl con sistema di goccia variabile offrono una risoluzione fino a 1.440 x 720 dpi. Il motore di stampa può gestire fino a 7 canali colore, che contano su un massimo di 14 teste di stampa. Questo rende Jetrix KX7 una soluzione ancora più versatile, con la possibilità di sfruttare 4 differenti configurazioni colore, secondo le proprie necessità. Si può, ad esempio, utilizzare una doppia quadricromia senza rinunciare al bianco e al primer o al varnish. Il sistema di curing è basato su lampade UV ed è molto efficace. Il warm-up avviene in circa 60 secondi e rende la piattaforma immediatamente operativa. www.digitaliaspa.com

SmartFlat è una flatbed tailor made che si propone di democratizzare l’accesso all’industrial printing, in genere appannaggio di macchine che richiedono investimenti ben superiori. Configurabile con diversi tipi di chimiche d’inchiostro e curing, la stampante è basata sulla combinazione tra motori di stampa inkjet standard “reingegnerizzati” da SmartColor e un robusto piano di lavoro realizzato on-demand dal costruttore. Disponibile con o senza aspirazione, il piano di lavoro può misurare da 800 x 1.400 fino a 2.600 x 4.100 mm. Questa flatbed è in grado di gestire materiali flessibili, rigidi e semirigidi. Tessuto, vinile, PVC, metacrilati e materiali compositi, ma anche materiali industriali come pelle, metallo, vetro, legno e pietra, con spessori fino a 250 mm (a richiesta fino a 500 mm). In base alle necessità, le variazioni riguardano non solo le misure, ma anche personalizzazioni estreme come la realizzazione di fori di aspirazione specifici per lavorazioni ottimizzate su determinati tipi di materiale. Le teste di stampa hanno una risoluzione massima di 1.440 dpi con sistema di goccia variabile. I canali colore configurabili variano da 4 a 8 e prevedono l’utilizzo di primer e varnish. Gli inchiostri vengono ottimizzati dal laboratorio di SmartColor e vanno dagli inks sublimatici a quelli acidi, fino ai reattivi, pigmentati e, naturalmente, eco-solvent, base acqua e UV-LED. www.smartcolor.it

Le chimiche di inchiostro, i primer e il varnish utilizzati da Jetrix KX7 sono formulati appositamente per questa stampante. La formulazione permette consumi ridotti, in combinazione con tempi di asciugatura rapidi. A questo si aggiunge una notevole brillantezza dei colori, che riescono ad offrire ottimi risultati anche in termini di saturazione e di gamut. Da sottolineare la resistenza evidenziata dai test all’esterno, nel corso dei quali è stata riscontrata l’assenza di alterazioni evidenti prima dei 3 anni di esposizione. Il modulo per la stampa su oggetti cilindrici abilita ad una varietà di lavorazioni ad alto valore aggiunto. Completamente progettato e realizzato da SmartColor, si installa facilmente a bordo macchina ed è personalizzabile in base alla tipologia di prodotto che si vuole decorare e alla quantità di supporti da stampare contemporaneamente. Gestisce oggetti con diametro da 3 a 200 mm e viene pilotato direttamente dal software SmartColor. Il carico e lo scarico degli oggetti è manuale e può avvenire anche senza interrompere la lavorazione.

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Roland VersaUV LEJ-640F

Azon Matrix

Solida e versatile, questa flatbed UV LED è ideale per chi ha necessità di produrre piccoli volumi o pezzi unici con un’altissima qualità. È in grado di stampare su diversi materiali con spessore fino a 150 mm, tra cui poliuretano, polistirene, PVC, alluminio, cartone ondulato e acrilici. Un sensore integrato rileva automaticamente lo spessore del supporto, determinando l’esatto posizionamento delle teste di stampa e prevenendo così eventuali errori o danneggiamenti. VersaUV LEJ-640F può essere utilizzata per varie applicazioni nell’ambito del sign&display, della prototipazione di imballaggi e della personalizzazione di gadget e oggetti. Le dimensioni del piano di stampa sono di 1.625x2.100, con la profondità estendibile fino a 3.300 mm (a seconda del formato). Dotata di teste di stampa con sistema a goccia variabile (da 4 pl) è in grado di offrire una risoluzione massima di 1.440 x 1.440 dpi. È disponibile in una configurazione standard a 6 canali colore: CMYK + bianco e vernice, oppure CMYK + doppio bianco o doppia vernice per sfruttare al massimo le potenzialità delle finiture glossy. Il sistema UV LED consente di ottenere performance costanti nel tempo nel curing dell’inchiostro e un risparmio sul consumo di energia. Roland ha inoltre stimato che le lampade LED in dotazione su questa macchina durano fino a 10.000 ore. www.rolanddg.it

Elevata risoluzione di stampa – fino a 2.880 dpi –, compattezza e versatilità caratterizzano questa stampante UV LED, che si presta a un utilizzo in ambito industriale, ma anche ad applicazioni grafiche e alla prototipazione ad alta precisione. Ampia la gamma di materiali gestibili, con spessore massimo di 200 mm, tra cui PET, ABS, acrilici, legno, vetro, metalli e pietra. È disponibile in 3 “taglie” con dimensioni di stampa di 600x1.200, 600 x 1.800 e 1.100 x 2.500 mm. La struttura monoblocco in alluminio del piano aspirante è robusta e accoglie supporti fino a 100 Kg. Azon Matrix ha un’ingegnerizzazione di elevato livello: la movimentazione dello shuttle è basata su un sistema dotato di cuscinetti a sfera, che permettono spostamenti molto precisi e regolari. Inoltre, la stampante è dotata di un dispositivo per il controllo automatico dello spessore dei materiali, che preserva le teste di stampa da eventuali crash. Gli inchiostri ad alta densità UV TurboJet, abilitano ad una vasta gamma di applicazioni, grazie anche alla presenza di un bianco coprente e del clear. I canali colore sono 8, con 3 configurazioni disponibili (CMYK, 2xWhite, 2xClear – CMYK, 4xWhite – CMYK, Lc, Lm, Lk, LLk). Il RIP Azon processa velocemente le lavorazioni, con la possibilità di memorizzare configurazioni personalizzate, consentendo applicazioni ad alto valore aggiunto come effetti 3D con embossing fino a 2 mm. www.azonprinter.com

Il software proprietario Roland VersaWorks Dual utilizza una “libreria” con più di 1.000 tinte spot e 512 colori metallici, che consente di ottenere risultati accurati e tinte brillanti. Inoltre VersaWorks ha una funzione che permette di convertire automaticamente i colori PANTONE nel profilo CMYK per una maggiore fedeltà cromatica dello stampato. La Roland Texture Library offre la possibilità di scegliere fra una gamma di effetti 3D realizzabili con più layer di inchiostro gloss, nonché funzioni di ritaglio, pannellizzazione e nidificazione. Il modulo Rotax è un’opzione plug & play che consente la decorazione diretta di oggetti cilindrici e conici. Facilmente posizionabile sul piano di lavoro di Matrix, l’adattatore può gestire supporti con diametro da 41 a 127 mm, con un’altezza massima di 279 mm, come bottiglie, bicchieri, bombolette, tazze e candele. La disponibilità di questo tool abilita Matrix a una serie ancora più ampia di applicazioni – che sfruttano sia la quadricromia che il bianco – destinate a campagne pubblicitarie o alla decorazione di piccoli lotti di prodotti.

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Roland VersaUV LEF-200 e LEF-300 Per chi ha necessità di produrre piccoli volumi di oggetti ad alto valore aggiunto, queste flatbed UV LED rappresentano una soluzione ottimale. Disponibili in due versioni con area di stampa di 508 x 330 (LEF-200) o 770 x 330 mm (LEF-300), sono ideali per la personalizzazione di oggetti con altezza fino a 100 mm e peso massimo rispettivamente di 5 e 8 Kg, come cover di smartphone, chiavette USB, custodie di occhiali, e altro. Grazie all’utilizzo del primer, permettono di stampare su materiali tradizionalmente ostici quali vetro e metallo, oltre a PVC, legno, tela e tessuto. Con una risoluzione massima di 1.440 dpi, sono disponibili in una configurazione a 6 o 7 canali colore, a seconda del modello. LEF-200 offre 3 possibili combinazioni: CMYK + varnish e bianco, CMYK + primer e bianco, oppure CMYK + doppio bianco. LEF-300, invece, oltre alla quadricromia dà la possibilità di scegliere tra 2x varnish + bianco, oppure primer + varnish e bianco. A seconda della combinazione è possibile ad esempio far risaltare le immagini utilizzando il bianco per creare un fondo opaco, oppure creare nobilitazioni con l’applicazione del varnish. LEF-200 e LEF-300 sono equipaggiate con il software proprietario VersaWorks DualRIP. www.rolanddg.it

Mimaki Serie UJF Ideali per la stampa on demand di prodotti ad elevato valore aggiunto e prototipazione di alta qualità, queste flatbed UV LED di piccolo e medio formato si distinguono per la loro versatilità. La serie comprende le “sorelle” UJF-3042 MkII e UJF6042 MkII che variano per le dimensioni dell’area di stampa, rispettivamente di 300 x 420 mm e 610 x 420 mm, e il modello UJF-7151 plus, in grado di gestire formati di dimensioni fino a 710 x 510 mm. Equipaggiate con teste di stampa con tecnologia a goccia variabile, permettono di ottenere una risoluzione di 1.200 x 1.200 dpi, ideale per lavorazioni high end e per la produzione di stampati destinati all’industria (tastiere a membrana, strumentazione interna autoveicoli, etc) solitamente prodotti in serigrafia. Sia le MkII che la 7151plus sono dotate di 6 canali colore: alla quadricromia è possibile aggiungere il bianco e il clear o il primer. Sulla 6042MkII invece è possibile utilizzare anche la quadricromia estesa al posto di bianco e clear o primer. Gli inchiostri possono essere scelti in base alle proprie esigenze: i LUS-100 e LUS-120 sono più rigidi, mentre i LUS-350 (compatibili con UJF-7151 plus) sono estremamente flessibili (fino al 350%) e dunque perfetti per la stampa su superfici curve. La serie UJF è equipaggiata con il software RIP proprietario RasterLink 6, noto per la sua facilità d’uso. www.bompan.it

VersaUV LEF-200 e LEF-300 sono dotate di un sensore laser incorporato che permette un facile allineamento dei differenti materiali. Il sistema riesce a individuare il corretto posizionamento dell’area di stampa utilizzando i sensori: uno o due raggi laser (a seconda che la forma sia tonda o rettangolare) vengono proiettati sull’oggetto per registrare le coordinate di riferimento. I dati vengono quindi trasmessi al software VersaWorks che li elabora automaticamente, e a questo punto l’immagine può essere stampata correttamente. Tutti i dispositivi della serie UJF possono essere configurati con l’opzione Kebab di Mimaki, un modulo che consente la stampa diretta su oggetti cilindrici, come bottiglie di vetro o flaconi per la cosmesi. Uno speciale sistema di rulli permette la rotazione a 360° di oggetti con diametro compreso fra 20 e 100 mm e lunghezza da 10 a 100 mm e di lunghezza compresa fra 30 e 300 o 600 mm (a seconda che si tratti del modello UJF-3042 MkII o UJF-6042 MkII). L’utilizzo del primer PR200 consente la stampa su materiali “difficili” come il vetro e le resine.

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POP UP

Effetec EffeJet F2132

A BOARD

ROLL

UP

EffeJet F2132 è una true flatbed UV con piano aspirante da 3.200 x 2.100 mm, con una struttura robusta e componenti di qualità. Raggiunge una velocità massima di 114 m2/h ed è destinata a lavorazioni in differenti mercati, dagli allestimenti POP ai progetti speciali di livello industriale. Può gestire materiali flessibili, rigidi e semirigidi, tra cui vinile, polistirene, acrilici e compositi, ma anche legno, pelle, vetro e metalli, con uno spessore massimo di 100 mm. Il piano di lavoro è diviso in 8 zone di aspirazione indipendenti, che permettono di fissare in maniera ottimale anche piccoli oggetti o pannelli, grazie anche alla presenza di pin di registrazione. EffeJet F2132 utilizza teste di stampa Konica Minolta KM1024 con goccia variabile e risoluzione massima di 2.880 x 1.440 dpi. Lo shuttle accoglie fino a 6 canali colore, con la possibilità di affiancare a CMYK anche Lc, Lm, W, e Varnish, secondo la configurazione desiderata. La flatbed è dotata di sistemi meccanici sia per il rilevamento automatico dell’altezza dei materiali durante la preparazione della stampa che per la protezione delle teste in caso di contatto con i supporti nel corso della lavorazione. Tra le opzioni di serie è interessante il modulo roll-to-roll integrato nella parte anteriore della macchina, che permette di passare dalle lavorazioni in bobina alla stampa di pannelli in tempi molto ridotti. www.effetec.com/it

E L TʼS

R

FLAG SYSTEM

DISPLAY

M A IN D E

Il Twin Mode è una funzione che permette di sfruttare appieno la produttività di EffeJet F2132. Il software di gestione suddivide il piano di lavoro in due zone, sfruttando sia il lato frontale che quello posteriore della macchina, con una proporzione rispettivamente di 2/3 e 1/3 della superficie complessiva. In questo modo, l’operatore può gestire le lavorazioni senza dover mai arrestare la stampa per posizionare e prelevare pannelli e oggetti, ottenendo una drastica riduzione dei tempi morti e ottimizzando l’operatività della macchina.

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strategie Con oltre 1.600 dipendenti, il colosso tedesco Simona non smette di innovare e propone pannelli per la stampa digitale con un rapporto prezzo/prestazioni unico

Il gigante dell’espanso è più “brilliant”, pensa green e cresce nell’inkjet in Italia

U

n nome femminile dal suono tutto italiano, che negli anni è entrato nell’immaginario collettivo del nostro mercato tra i tanti sinonimi – talvolta quasi dei nomi propri - che definiscono questo o quel materiale per la comunicazione visiva. Un po’ come il Forex, storico competitor e coleader di casa 3A, il pannello espanso di Simona è riuscito a guadagnarsi popolarità e consensi grazie alle caratteristiche di altissima qualità, stampabilità e stabilità nelle fasi di lavorazione e installazione. Il business di Simona, per cui l’Italia rappresenta il terzo mercato europeo e uno dei primi al mondo, negli ultimi vent’anni è cresciuto esponenzialmente, partendo dal mercato serigrafico e allargandosi sempre più alla stampa inkjet UV-curable. Dalla fine degli anni ‘90 con i primi approcci di Zund, Durst e VUTEk sono infatti migliaia le macchine flatbed e ibride installate oggi sul nostro territorio da un numero sempre crescente di costruttori,

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cui nel tempo si sono affiancate tecnologie accessorie come i plotter da taglio per la sagomatura dei pannelli. L’Italia, come afferma l’inossidabile responsabile commerciale Federica Zamboni, rappresenta per Simona un mercato chiave, esigente ma al tempo stesso capace di comprendere concetti come qualità, innovazione, ricerca e sviluppo. Per questo, insieme a Giovanni Vesco, amministratore delegato di Simona Italia, abbiamo voluto fare il punto sullo stato dell’arte della tecnologia applicata ai materiali espansi per la stampa inkjet, saperne di più sul nuovissimo materiale denominato Brilliant e capire meglio come uno dei leader globali del settore affronta dinamiche complesse come la validazione e distribuzione del prodotto e, in prospettiva, la crescente domanda di materiali ecosostenibili. || Nei centri di ricerca e sviluppo e nei reparti di produzione di Simona (sopra) tutto è improntato alla ricerca e sviluppo, al miglioramento dei prodotti e all’eccellenza


strategie

intervista a Giovanni Vesco AD di Simona Italia

“Ai nostri partner commerciali chiediamo di essere un punto di riferimento nella supply chain del cliente...”

Quanto è importante il segmento del printing per Simona? E qual è la vostra quota di mercato? La presenza di Simona nel segmento del printing è incentrata sul PVC espanso e sul PETG trasparente. In un mercato sovra saturo di proposte, questa focalizzazione, all’apparenza limitante, consente di produrre massa critica, di intensificare la continua innovazione del prodotto e di garantire il miglior rapporto qualità/prezzo, nonostante la crescente competizione. Negli ultimi due decenni Simona ha gradatamente aumentato volumi e quota di mercato, mantenendo una qualità costante ed ottimale. Non è semplice indicare le dimensioni precise di un mercato da migliaia di tonnellate, in assenza di dati definiti ma il riscontro delle vendite posiziona Simona tra i leader di mercato. Come coniugate la qualità con l’economicità del prodotto? Qualità è la caratteristica imprescindibile dei prodotti Simona. Negli ultimi anni sono state svi-

luppate diverse soluzioni per la stampa digitale: a partire da un materiale base, con ottime caratteristiche meccaniche e densità ridotta, fino al nuovo prodotto top di gamma, denominato, non a caso, Brilliant. Quali sono i valori unici di Brilliant? Brilliant deriva dal preesistente pannello Digital, apprezzato per il particolare punto di bianco brillante. La presenza all’interno di Digital di specifici additivi gli conferiva però caratteristiche tali da risultare “over-engineered” per le applicazioni di stampa digitale standard. Con Brilliant, Simona ha raggiunto l’ottimizzazione della densità del pannello, con un prodotto rigido e consistente ma al tempo stesso competitivo e ha preservato il medesimo punto di bianco, che assicura una brillante riproduzione delle immagini anche per i colori più tenui. Già a partire da spessori di 3 mm, la densità del pannello Brilliant induce un peso ottimale per offrire ai suoi utilizzatori un supporto di

alta gamma ad un prezzo competitivo. La fase di lancio di Brilliant è stata completata in sinergia con alcuni partner: Eurmoma in distribuzione e Studio Acca per l’accoppiamento di pannelli sandwich. La risposta del mercato ha fornito riscontri positivi, che ben lasciano intenderne il livello di gradimento. Come siete organizzati in Italia e cosa chiedete ai vostri rivenditori? La rete di distribuzione di Simona in Italia si avvale di piccoli e medi rivenditori indipendenti, con forte presenza locale/regionale. La fiducia reciproca nei nostri partner fa sì che il marchio Simona venga promosso con professionalità e passione quotidiane. Essere partner Simona significa dunque essere un punto di riferimento nella catena di distribuzione, contribuire personalmente all’attività commerciale, aggiungendo valore all’efficienza ed assicurare quel livello di serietà nel fare impresa e quei valori etici, in cui Simona stessa si riconosce.

Passione di famiglia e dimensioni da multinazionale Con i suoi 160 anni di storia e 1.600 collaboratori, pur essendo quotata in borsa, Simona resta un “family business” ed è tutt’oggi mossa dallo spirito che l’ha vista nascere, incentrato sul lavoro di squadra. Pur vivendo le dinamiche di un mercato gobale, il team di Simona esprime passione e competenza a tutti i livelli, ripor-

tandoli in modo virtuoso nel business di ogni giorno e rimettendoli al servizio dei propri rivenditori e clienti finali, con l’obiettivo di supportarli e renderli più competitivi. La serietà nei rapporti, la qualità e stabilità del prodotto, così come l’aderenza alle più rigide normative di sicurezza e resistenza al fuoco, hanno reso il “film rosso”

che protegge i pannelli Simona un marchio una garanzia per i più grandi stampatori e allestitori di fiere e punti vendita, in Italia e nel mondo. Ciliegine sulla torta, un programma di training e supporto tecnico capillare, oltre alla disponibilità di finiture e formati “tailor made” anche per quantitativi medio/bassi.

|| Il moderno sito produttivo Simona di Kirn, solo uno degli stabilimenti del gruppo che produce in Europa, Nord America e Asia

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meeting leaders Nell’anno del decennale, superato il tetto delle 800 installazioni in 40 paesi, swissQprint insidia le multinazionali tra alta tecnologia e passione di famiglia

Il flatbed di qualità svizzera è preciso, puntuale e affidabile

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e si pensa alla Svizzera, la mente corre a valori che tutti invidiano e pochi sanno emulare: precisione, puntualità, affidabilità. In casa swissQprint questi prendono la forma di tre modelli di stampanti flatbed ormai diventati iconici – Oryx, Impala e Nyala, con le loro rispettive versioni “2”. Con un nome che è una dichiarazione d’intenti (“swiss” e “print” non hanno bisogno di spiegazioni, mentre la “Q” centrale sta per “quality”), l’azienda svizzera ha il proprio quartier generale a Kriessern, nel Canton San Gallo. È stata fondata nel 2007 dall’attuale CEO Reto Eicher con Roland Fetting e Hansjörg Untersander, tuttora alla guida dell’azienda, che unendo le competenze hanno trasformato un gruppo di cinque persone in un’azienda di quasi ottanta, che ed esporta in tutto il mondo. Oggi swissQprint è un brand riconosciuto per la qualità, la solidità e il design dei suoi prodotti, con oltre 800 installazioni, una filiale già operativa negli Stati Uniti e, per il 2017, due subsidiary nuove di zecca in fase di apertura in Germania e in Giappone.

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meeting leaders

intervista a Reto Eicher CEO di swissQprint

“swissQprint ha scelto la specializzazione, per mantenere il controllo su ogni parte del processo ed eccellere nel proprio segmento”

Qual è il paradigma che sta alla base di swissQprint? Chiunque lavori in swissQprint ama profondamente il proprio mestiere. Ci mette passione, precisione, impegno, e per questo è affidabile al 100%. Questo fa la differenza, per l’azienda e per le persone, a partire dai partner commerciali, clienti finali e ovviamente colleghi. Lo percepisce anzitutto chi visita la nostra sede e respira questa atmosfera. Le dimensioni di swissQprint aiutano sicuramente a sentirsi “in famiglia”. e non so se questo modello sia replicabile su scala globale. Oggi siamo un’ottantina di persone in spazi molto ampi, ma ci conosciamo ancora tutti. Certo, all’inizio, quando eravamo una decina, per prendere una decisione bastava sedersi attorno a un tavolo e parlarne. Oggi non è più possibile, abbiamo bisogno di più comunicazione, organizzazione, reporting. Ma quando andiamo a una fiera come FESPA, insieme ai nostri distributori ci sentiamo una famiglia. Oggi il sapere è condiviso tra più persone e può crescere a partire dal confronto. Credete che sbagliare sia un modo per accelerare lo

Un’azienda giovane, dal profondo background tecnico Tutti e tre i fondatori di swissQprint hanno una formazione tecnica. Background che accomuna non solo il management, ma la maggior parte dei collaboratori dell’azienda, che ha il suo cuore nel dipartimento di ricerca e sviluppo, coordinato dallo stesso Reto Eicher. Se pure swissQprint è nata nel 2007, le sue radici sono infatti ben più profonde. Risale al 1996 la prima esperienza nell’inkjet dei tre soci, con il primo progetto di stampante flatbed UV Variotron. Nel 1999 inizia invece la collaborazione con Zünd, durata 8 anni, che ha dato vita alla leggendaria UVjet 215. Quando Zünd sceglie di concentrare il proprio engineering esclusivamente sulla costruzione di plotter da taglio, Eicher, Fetting e Untersander fondano la loro azienda. Fin da subito, alle sfide di un mercato che chiede sempre più velocità e automazione, swissQprint risponde con ponderatezza ed equilibrio, per evitare

sviluppo del prodotto? Cerchiamo di sbagliare il meno possibile! Ma ovviamente siamo aperti alle nuove idee. Inoltre ci è chiaro che quella che dieci anni fa poteva essere una direzione sbagliata, oggi potrebbe rivelarsi una strategia vincente. La cosa più importante non è tanto non sbagliare, quanto non commettere gli stessi errori. Come riuscite a guardare al futuro con un’offerta che, di fatto, è basata su un’unica piattaforma? In effetti il nostro modello di business è diverso da quello di altre aziende, che basano la propria value proposition sulla differenziazione e sull’ampiezza della loro gamma. Il nostro prodotto, pur modulare, pur versatile e integrabile con moduli aggiuntivi, come il roll-to-roll, è – fondamentalmente – uno solo. Ma swissQprint ha scelto la specializzazione, per mantenere il controllo su ogni parte del processo ed eccellere nel proprio segmento. Progettare e costruire sistemi affidabili per la stampa su ceramica, tessuto, vetro non è affatto semplice e significa governare innumerevoli variabili: teste

mosse azzardate ed errori. Anzitutto viene definito il posizionamento e un target chiaro: stampatori che guardano non solo alla produttività, ma alla qualità estrema e alla possibilità di produrre applicazioni speciali, difficilmente realizzabili con altra tecnologia. E soprattutto all’affidabilità complessiva del sistema. Nel 2008, a un anno dalla fondazione, vede la luce Oryx, la prima stampante flatbed a marchio swissQprint. Solo due anni dopo, a FESPA 2010, viene presentata Impala. drupa 2012, la prima cui swissQprint partecipa con un proprio stand, è invece il trampolino di lancio per Nyala. Anni vissuti in piena velocità, che consentono a swissQprint di interpretare le istanze di un settore che guarda con interesse ai formati extra large, al punto che nel 2013, su 107 macchine installate ben 58 sono Nyala. L’anno successivo, a FESPA 2014, la nuova Nyala 2 riscuote infatti un enorme successo: su 126 sistemi venduti 51 sono Nyala 2 e 32 sono Nyala – praticamente due terzi dell’intera produzione. Nel 2015 viene raggiunto il numero record di vendita di 163 macchine; di queste

di stampa, chimica, automazione, curing. Noi non vogliamo rischiare di proporre prodotti meno che perfetti, o entrare in mercati che non conosciamo a regola d’arte. Non è la nostra filosofia. Tuttavia, se anche oggi non sentiamo l’esigenza di cambiare, domani chissà... Com’è possibile costruire un prodotto unico senza sviluppare tecnologie proprietarie, come teste di stampa e inchiostri? In swissQprint non siamo chimici: non avrebbe senso sviluppare gli inchiostri internamente. Lo stesso vale per le teste di stampa. Per questo abbiamo degli ottimi partner. Abbiamo comunque un dipartimento di ricerca e sviluppo molto attivo, in cui è impiegato circa il 15% del personale. Così riusciamo a sviluppare l’elettronica, la meccanica e la parte software delle nostre stampanti senza dipendere da nessuno e mantenendo in azienda la conoscenza. L’unicità del nostro prodotto, comunque, non si basa su questo, ma sulla proposta di opzioni uniche come i 9 canali colore, o la possibilità di realizzare l’effetto lenticolare.

circa il 30% sono seconde e terze unità, vendute a clienti già esistenti e fidelizzati. All’inizio del 2015 – swissQprint conta ormai oltre 50 collaboratori – viene inaugurata la nuova sede in un complesso industriale a pochi chilometri da Altstätten, costruito con un layout personalizzato e secondo gli standard costruttivi e ambientali più rigidi, così da ridurre l’impatto ambientale e contenere il consumo di suolo. Nello stesso anno, a FESPA, viene completato il passaggio alla seconda generazione di stampanti. Oggi swissQprint impiega 78 persone, che si conoscono e lavorano insieme da anni: «Abbiamo un turnover di personale molto basso, e anche il management è lo stesso fin dall’inizio», spiega Eicher. I dipendenti si dividono quasi equamente tra uffici e produzione. Infatti, quella svizzera resta l’unica unità produttiva di swissQprint, dove viene di fatto realizzato l’80% del prodotto. Qui si trovano anche i dipartimenti di ricerca e sviluppo, progettazione, marketing, amministrazione e acquisti, logistica, assistenza e direzione commerciale. «In questo modo riusciamo a

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meeting leaders

mantenere uno stretto controllo su ogni fase della produzione, che è un aspetto molto importante per noi», spiega Eicher. swissQprint è anche molto attenta alla scelta dei propri partner: l’84% dei produttori di componenti impiegati in produzione è di origine elvetica, e molti vengono dalle immediate vicinanze. Questo fa sì che ben il 94% dei circa 2.200 componenti delle macchine swissQprint sia costruito in Svizzera. Nel quartier generale di Kriessern ci sono due grandi reparti dedicati alla produzione, che viene svolta su un unico turno: il primo consente di assemblare fino a 40 macchine della serie Nyala 2 in contemporanea, mentre nel secondo si concentra la produzione delle serie Oryx 2 e delle Impala 2. Ad oggi nei reparti produttivi vengono prodotte, in media, da quindici a venti macchine al mese. Negli ultimi anni è stato previsto un “buffer” di basi macchina pronte per l’assemblaggio finale. In sostanza si porta avanti la costruzione della macchina fino a un certo stadio, per poi completarla sulla base della configurazione scelta dal cliente, a partire dal numero di teste e colori. Questo permette a swissQprint di gestire con efficienza i picchi nella domanda. Il prodotto swissQprint è modulare e scalabile, per salvaguardare l’investimento del cliente, che in questo modo può partire con una flatbed in configurazione base e aggiornarla sul campo in funzione della propria crescita. I reparti produttivi sono volutamente ampi e luminosi, parte di una precisa strategia aziendale, come puntualizza Eicher: «Pensiamo che

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sia più facile lavorare in un ambiente piacevole, e quando abbiamo progettato la nuova sede abbiamo prestato grande attenzione al design degli interni». E non solo a quello: tutta la struttura è stata disegnata per rispondere alle più avanzate esigenze di sicurezza, sostenibilità ambientale ed efficienza. Un solo esempio: il magazzino della minuteria d’officina viene gestito in modo automatizzato, grazie a un sistema che consente di rilevare tramite sensori quali componenti sono in via di esaurimento e di inoltrare gli ordini ai fornitori in modo automatico.

Lo “spirito svizzero” che si fa stampante flatbed In swissQprint lo “spirito svizzero” non è una cosa da poco: si capisce che è un tassello importante fin dalla scelta del nome. Ma in cosa consiste, esattamente? «È una questione di mentalità. Siamo nati qui, e per noi l’affidabilità non è solo una questione di meccanica. È molto di più: è un modo di lavorare. Siamo precisi, puntuali, affidabili, anche sul fronte qualitativo. In produzione controlliamo tutto, e se qualcosa non va bene deve essere corretta subito. Le stesse caratteristiche di qualità e precisione si riscontrano nell’assistenza: i nostri addetti al supporto clienti devono dare una risposta immediatamente, non domani. Senza dimenticare, ovviamente, la qualità di stampa delle nostre macchine, dove credia-

Un network commerciale snello, basato sugli OSSP Attiva in 40 paesi nel mondo, swissQprint si basa su 35 OSSP (Official Sales & Service Partners) che si relazionano direttamente con gli end user sia per la vendita che per gran parte dell’assistenza post vendita. Questo significa, facendo un esempio concreto, che se uno stampatore italiano sceglie di acquistare una swissQprint potrà rivolgersi al partner esclusivo per l’Italia, Fenix Digital Group, che si occuperà della vendita, della formazione tecnica presso il proprio centro demo, dell’installazione e dell’assistenza di primo livello. A Kriessern è poi disponibile un centro demo per quegli OSSP che, operando su country più piccole, non ne possiedono uno, oltra a un training centre sfruttato soprattutto dal personale tecnico dei rivenditori. Qui è ancora perfettamente funzionante anche il primo esemplare di flatbed, prodotto nel 2007 e usato in molte fiere e per molti test. L’apertura di due nuove filiali swissQprint, negli Stati Uniti e in Giappone, è stata decisa per presidiare da vicino due mercati di primaria importanza. Per lo stesso motivo, ad aprile verrà inaugurata una filiale in Germania, nell’area di Düsseldorf.


meeting leaders mo di esprimere il meglio a livello mondiale. Il beneficio per il cliente finale è la possibilità di fidarsi di noi in modo totale» – racconta Eicher. Queste qualità sono fondamentali, in swissQprint, che da sempre sceglie partner tecnologici e commerciali che le condividono. Per trasmettere al meglio i propri valori, inoltre, nella filiale statunitense tre degli otto manager sono svizzeri. Lo stesso approccio viene adottato anche in Asia, che a oggi conta oltre 100 installazioni (la maggior parte delle quali sono in Giappone, seguito da Cina e Hong Kong), ed è quindi uno dei mercati più importanti per swissQprint. Non è casuale che proprio il Giappone sia la terza country, dopo USA e Germania, in cui l’azienda svizzera ha scelto di costituire una presenza diretta attraverso una propria filiale di vendita e assistenza. In quest’ottica, avere una dimensione contenuta è un punto di forza: così si riesce a mantenere il controllo diretto su ogni fase del processo, dalla produzione alla scelta dei partner, fino al dialogo con il cliente finale. Questo è uno dei motivi per cui swissQprint riesce a essere competitiva in un mercato po-

polato da giganti. Sebbene il valore più grande resti quello di una squadra appassionata e affiatata, che condivide la medesima visione e i medesimi valori. Eicher ne è convinto: «Il nostro non è un modello top-down. La direzione non si limita a teorizzare a tavolino una strategia, che poi tutti gli altri devono seguire ciecamente. Credo anzi che il top management di molte multinazionali non abbia una percezione esatta di cosa serve, perché è lontano dal mercato. Il nostro valore è comunicare ed essere una famiglia», spiega. Questo si traduce, in concreto, in una diversa modalità di lavoro: non solamente strategica e finanziaria, ma più immediata e – appunto – familiare. Paola Mortara, CEO di Fenix DG, collabora con Eicher da quasi vent’anni, quasi otto dei quali come OSSP per l’Italia di swissQprint. «Lo stesso sorriso che Reto ha oggi c’era dieci anni fa, quando l’avventura è cominciata. Questo descrive bene l’attitudine dell’azienda: se c’è un problema, qui si sorride e si risolve, tutti insieme, come team. Nessuno è solo. Vivendo e lavorando in un ambiente d’eccellenza, poi, si tende a diventare eccellenti» – conclude Paola.

Ricerca e sviluppo made in Switzerland swissQprint è molto orgogliosa della propria indipendenza. È ciò che permette all’azienda di fare ricerca e sviluppo secondo i propri valori, senza ingerenze di alcun tipo. Alla base della R&D targata swissQprint c’è una concezione di accesso alla conoscenza e proprietà intellettuale incentrata sulla condivisione e sullo scambio di idee e informazioni – pur preservando la giusta tutela della proprietà intellettuale. Eicher dice: «Abbiamo dei brevetti: sono necessari, servono per proteggerci. Ma io personalmente non li amo

molto, soprattutto se vengono depositati con lo scopo di bloccare le iniziative altrui». Oggi un team numeroso di ingegneri elettronici ed esperti di software si dedica esclusivamente a studiare e sviluppare la parte elettronica e meccanica delle stampanti, integrando la tecnologia inkjet di Konica Minolta, collaborando con due produttori di inchiostri e con tutti i partner tecnologici che contribuiscono alla realizzazione dei tre modelli di stampanti. Anche il software e l’interfaccia utente vengono sviluppate internamente.

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speciale “Dare to print different” è lo slogan di FESPA 2017, il cui leader Neil Felton esorta ciascun membro della community del printing a guardare la tecnologia con occhi nuovi, percorrere nuove vie e osare per differenziarsi dai concorrenti

Avete il coraggio di stampare in modo diverso? di Neil Felton // neil.felton@fespa.com

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all’8 al 12 maggio 2017 la fiera globale del printing FESPA 2017 apre le porte ad Amburgo, in Germania, mettendo insieme innovazione, formazione e ispirazione nell’ambito della serigrafia, della stampa digitale di grande formato, del textile printing e del signage. Coprendo 10 padiglioni della fiera di Amburgo e con oltre 700 espositori, FESPA 2017 sarà fedele alla reputazione di FESPA come l’evento e la piattaforma di riferimento per il lancio di prodotti per la community globale del printing. Siamo entusiasti che, a partire dal 2017, questo straordinario evento onnicomprensivo sulla stampa digitale e sul textile diventerà un punto di riferimento annuale per

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gli stampatori di tutto il mondo, offrendo loro un’unica destinazione dove saranno certi di trovare ogni anno tutte le tecnologie, i materiali di consumo e i servizi che potrebbero aiutarli a sviluppare il proprio business. Nessuna eccezione, nessuna complicazione. Un solo grande show che mette tutti questi elementi sotto un unico tetto. Perché questo cambiamento? Ritornando alle origini dell’organizzazione della fiera, più di cinquant’anni fa FESPA è iniziata come un evento quadriennale, con profonde radici nella stampa serigrafica per tutte le applicazioni. Nell’ultimo decennio abbiamo alternato l’evento fieristico FESPA in Europa con FESPA Digital, il nostro evento spin-off creato specificamente per aiutare gli stampatori ad esplorare il nuovo mondo digitale

Neil è Chief Executive Officer di FESPA. Ha ricoperto diversi ruoli nel settore fieristico prima di entrare a far parte di FESPA, fino ad assumere l’incarico di direttore esecutivo di William Reed. Il suo passato portfolio di eventi B2B comprendeva lo show del settore alimentare più grande del Regno Unito e il suo focus nella gestione è quello di costruire squadre d’eccellenza nell’ambito degli eventi. Neil è entrato a far parte di FESPA nel 2011 come Managing Director Exhibitions & Events e ha assunto il suo ruolo attuale nel 2013. Neil è membro del board dell’AEO (Association of Event Organizers), un’organizzazione influente nel settore delle manifestazioni internazionali. Si è laureato in Studi Europei Moderni e parla correntemente tedesco.


speciale

in un contesto più focalizzato. Oggi, però, i visitatori ci dicono che hanno meno bisogno di un evento digitale dedicato. La realtà è che oggi le aziende di stampa non sono definite dai processi con cui lavorano, o dalle tecnologie che utilizzano, ma sempre più da ciò che stampano e per chi stampano.

Chi ha coraggio, vince Serigrafia o digitale. Serigrafia e digitale. La vera forza trainante del settore oggi è lo sviluppo di applicazioni creative, con un livello di innovazione tecnologica capace di supportare questa diversificazione. Ed è questo il pensiero dietro lo slogan di FESPA 2017: “Osare per stampare diversamente”. Viaggio in tutto il mondo per fiere, seminari, congressi e roadshow di FESPA. Incontro le nostre 37 associazioni nazionali, i loro membri e i visitatori dei nostri eventi. Di ogni conversazione mi colpisce la grande forza imprenditoriale che guida la nostra community. Ho visto stampatori di tutto il mondo, con fiducia, spiccare un grande salto nella tecnologia digitale e trasformarla a proprio vantaggio, ripensare i processi produttivi, scoprire nuove opportunità e costruire una base solida per una crescita sostenibile e redditizia. La nostra è un’industria piena di colore e ricca di risorse. Gli stampatori di grande formato hanno una capacità invidiabile di vedere la tecnologia con occhi creativi, cogliendo istintivamente il suo potenziale per consentire loro di fare qualcosa che non facevano prima. Naturalmente c’è ancora un

focus su efficienza e produttività, giustamente. E la competitività sul prezzo rimane un fattore vitale per un business vincente. Ma noi vediamo i veri vincitori nella stampa come coloro che osano fare qualcosa che li distingue, perché realizzano un prodotto e differenziante, perché occupano una nicchia o perché hanno un modello di servizio unico nel suo genere. Spendo anche molto tempo con i fornitori e vedo il loro impegno energico verso l’innovazione. Ogni volta che uno show di FESPA si avvicina, ci chiediamo se l’innovazione tecnologica potrebbe cominciare a perdere il suo slancio. Tuttavia, ad ogni successivo FESPA, vediamo che i fornitori continuano a riscrivere le regole, rendendo possibile l’impossibile, spingendosi fuori dai confini delle macchine, dei materiali e delle chimiche d’inchiostro. Quando la tecnologia supporta la creatività, il risultato può essere incredibile, come espresso dalla mano meccanica che rilascia la farfalla dai colori accesi nella nostra campagna FESPA 2017. Riteniamo che questa continua innovazione significa che esiste ancora un grande potenziale inespresso in qualsiasi business legato alla stampa. Quando esortiamo la nostra community a “osare per stampare in modo diverso” ricordiamo agli stampatori di spostarsi e aprire le loro menti all’opportunità che quasi certamente è ancora lì per aiutarli a migliorarsi ed evolvere. Vogliamo che pensino alle vie che non hanno ancora esplorato, a nuovi modi per essere diversi, ad agire con modalità che i loro concorrenti non conoscono, a spostare le loro relazioni con i clienti ad un nuovo livello.

FESPA 2017 A FESPA 2017 ad Amburgo i visitatori troveranno l’ambiente ideale e più completo per cercare l’innovazione e l’ispirazione che potrà supportare il loro sviluppo. Ogni elemento della fiera punta verso un viale di opportunità, iniettando idee fresche e orientamenti verso il business nel mondo reale per fare un passo indietro e trovare un maggiore vantaggio competitivo. Lo show offre tre zone distinte che serigrafia, wide format digitale e stampa tessile, così che l’intero spettro di applicazioni sia lì da esplorare. Grafica e soft signage, stampa industriale, abbigliamento e articoli promozionali, interior decoration, decorazione delle superfici e rivestimento di automezzi. E’ tutto a FESPA 2017. Inoltre, FESPA 2017 ha due eventi collaterali sotto lo stesso tetto. European Sign Expo per il signage non stampato e la comunicazione visiva, e Printeriors per l’interior decoration stampata. E’ possibile accedere a tutti e tre gli eventi con un solo biglietto per i visitatori, quindi che tu sia uno stampatore o un sign-maker, o qualsiasi altra cosa, FESPA ha qualcosa per te. Spostandosi liberamente tra i tre eventi puoi esplorare tutte le soluzioni necessarie per supportare i tuoi piani di crescita. Per ulteriori informazioni su FESPA 2017 visita: www.fespa2017.com. E per registrarti per l’ingresso gratuito usa il codice FESM708. Troverai i dettagli dei nostri partner per viaggio e soggiorno, e tutte le altre informazioni pratiche necessarie per pianificare il tuo viaggio. Non vediamo l’ora di incontrarti ad Amburgo.

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tecnologie Leader nella distribuzione di materiali per grafica e POP, la multinazionale ha aperto nell’area della Fiera di Milano una sede da 1.000 m2 per la vendita di supporti rigidi

Pannelli e lastre à-la-carte? Spandex apre a Milano il nuovo impianto dedicato

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’avventura di Spandex ha preso il via in Inghilterra oltre 40 anni fa, realizzando sistemi in alluminio destinati alla segnaletica. Ben presto ha iniziato a fornire anche i materiali per personalizzare i suoi prodotti, partendo dai vinili autoadesivi e diventando, nel corso degli anni, un colosso presente direttamente in 17 paesi con oltre 750 dipendenti, rappresentato nel mondo in maniera capillare. L’Italia ricopre un ruolo centrale nelle strategie di investimento della multinazionale, grazie alla forte domanda di materiale promozionale e alla crescente richiesta di soluzioni e supporti innovativi. Durante gli ultimi anni, grazie anche all’acquisizione dei distributori Bibiemme e Sanvido, Spandex ha rafforzato la presenza sul territorio, collocando a Bologna il suo hub europeo principale per l’interior decoration, con un vastissimo assortimento di materiali hi-end in bobina. La nuova sede di Lainate ha un peso strategico notevole per-

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ché testimonia la consapevolezza di una crescita del mercato italiano. Ciò è avvenuto sia in termini di volumi che a livello qualitativo, con un’evoluzione della domanda, più matura e qualificata parallelamente alla diffusione dei sistemi di stampa digitale flatbed. La nuova struttura è destinata soprattutto alla distribuzione di supporti rigidi, con un’offerta ricca, che include lastre e pannelli realizzati dai più grandi produttori del mercato. Il sito risponde alle necessità dei clienti di tutto il Nord Italia, evadendo le consegne con puntualità, rappresentando anche un funzionale cash & carry. Una soluzione ideale per stampatori, decoratori e allestitori di fiere ed eventi, le cui dinamiche di produzione just-in-time impongono un approvvigionamento del materiale in tempo reale. || In alto, da sx, il rendering della nuova sede di Spandex. A dx, una fase delicata della movimentazione dei materiali rigidi all’interno del magazzino di Lainate.


supplies tecnologie

intervista

a Giorgio Volpi Marketing Manager di Spandex

“La nostra forza è la capacità di unire fattori essenziali come alta qualità, varietà dell’offerta, efficienza ed estrema competenza”

Perché avete scelto Lainate per realizzare la nuova sede? È stata una scelta strategica. La gestione logistica di supporti rigidi è decisamente complessa. È impensabile affidare la consegna di pannelli, spesso molto voluminosi ed estremamente delicati, a uno spedizioniere. Per questo utilizziamo nostri mezzi per effettuare le consegne. Siamo collegati nel miglior modo possibile al nodo autostradale di Milano Nord. È una connessione strategica, sia per l’asse Nord-Sud della Lombardia che per regioni chiave come Piemonte e Veneto, che ci permette di rispondere nell’arco di 24 ore alle richieste dei clienti in un raggio di oltre 150 km. Inoltre, un hub alle porte della Fiera di Milano è una risorsa per gli allestitori, che possono ritirare il materiale direttamente a magazzino. In che modo Spandex riesce a soddisfare le richieste su tutto il territorio italiano?

Siamo presenti in Italia con tre strutture. L’hub di Bologna, con una superficie di oltre 5.000 m2, è il polo centrale per i materiali in bobina, ma offre uno stock importante di tutti i nostri prodotti, anche lastre e pannelli. La sede di Lainate e quella recentemente acquisita di Grantorto, in provincia di Padova, sono invece destinate principalmente a soddisfare la domanda di supporti rigidi in tutto il Nord Italia. In questo modo è possibile servire i clienti del centronord. Per il Sud Italia, invece, abbiamo ritenuto più efficace affidarci ai nostri distributori ufficiali, che riescono a servire i clienti in maniera capillare. Quanto incide sul mercato nazionale la richiesta di materiali rigidi? Come sta mutando la domanda? La crescita che stiamo riscontrando in questo settore è importante. A oggi, i supporti rigidi rappresen-

tano una quota importante dei nostri volumi di vendita. In seguito alla diffusione di stampanti a piano fisso sempre più performanti, i clienti acquistano volumi crescenti di pannelli ed esigono qualità e varietà nella gamma di prodotti. Per esempio, stiamo proponendo sul mercato un nuovo tipo di sandwich con il core nero, che rappresenta un tratto distintivo e originale. La sfida è riuscire ad abbinare l’alta qualità con un costo accessibile. Quanto conta saper offrire consulenza durante la vendita? È determinante. Scherzando, i nostri commerciali affermano che facciamo più formazione che vendita. Per creare un rapporto forte e duraturo coi clienti non bastano i migliori prodotti, ma è necessario mettere la nostra esperienza al servizio degli stampatori, per aiutarli a ottenere il miglior risultato possibile e scoprire le potenzialità applicative di ciascun materiale.

Svariati tipi di supporto rigido in magazzino, materiali esclusivi e possibilità di realizzare prodotti on-demand Ciò che differenzia un grande gruppo come Spandex da un normale distributore di materiali è l’esclusività, unita alla disponibilità a magazzino di numerose tipologie di materiali in differenti formati, spessori, finiture e colorazioni. È uno sforzo logistico e finanziario che solo un’azienda solida può fare. Spandex dispone di prodotti unici come ImageBond,

composito di alluminio adatto ad allestimenti POP complessi. Disponibile in tre differenti spessori (con lamine da 0,15, 0,21 e 0,3 mm) e in diverse colorazioni, ImageBond è studiato per essere stampato in digitale con chimiche UV. Il controllo diretto sulla produzione di materiali esclusivi fa sì che Spandex possa adottare personalizzazioni talvolta mol-

to importanti – con produzione minima di 600 m2 – come colori spot, coating speciali, perfino supporti con spessori ad hoc. La multinazionale è, inoltre, in grado di seguire progetti speciali all’interno del proprio laboratorio chimico europeo, dove si studiano costantemente soluzioni per poter soddisfare i clienti nella quasi totalità dei casi.

|| A sx macchinari per la bordatura e il taglio dei materiali. A dx alcuni dei molteplici tipi di supporti all’interno del magazzino.

Spandex srl Via Don Luigi Sturzo, 10/12 20020 Lainate - MI Tel. +39 0331 869311 Fax +39 0331 869320 info@spandex.it www.spandex.it

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tecnologie Debutta la roll-to-roll wide format ad alta produttività che utilizza l’innovativa chimica d’inchiostro di Canon ed è pronta a competere con latex ed eco-solvent

UVgel: la rivoluzione diventa prodotto con Océ Colorado

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i fronte a più di 70 persone, tra giornalisti e addetti ai lavori, il Customer Experience Center di Venlo, storica sede di Océ e centro nevralgico europeo di Canon, ha ospitato il debutto mondiale della rivoluzionaria Océ Colorado 1640. È il primo prodotto di un progetto che ha richiesto anni di ricerche, investimenti e innovazione. Canon ha realizzato un sistema di stampa proprietario completo. Dall’hardware alle teste di stampa, fino al famoso UVgel, l’innovativa chimica d’inchiostro presentata lo scorso settembre, che promette una combinazione di alta qualità, produttività, versatilità e bassi costi. Uno sforzo notevole anche per un colosso come Canon che, è bene ricordare, non è affatto un outsider nel mondo della stampa wide format. Il brand nipponico rappresenta un punto di riferimento sia nel flatbed – con la gamma Océ Arizona – che nel roll-to-roll di qualità fotografica. Qui

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Canon è leader di mercato con imagePROGRAF, basata su tecnologia thermal inkjet proprietaria e ideale per stampe artistiche e applicazioni indoor di altissima qualità. La lunga attesa, prima del debutto nel più vasto tra i segmenti della comunicazione visiva, sottolinea il desiderio di Canon di farlo da protagonista, disponendo di una tecnologia di stampa che punta a giocare un ruolo chiave rispetto a latex ed eco-solvent. La scelta del marchio Océ non è casuale e sottolinea la vocazione industriale di questa imponente roll-to-roll, con cui Canon si rivolge agli stampatori con volumi produttivi da 8.000 a 100.000 m²/anno. Il prezzo di 55.000 euro ne fa una soluzione alla portata di una vasta fascia di stampatori. E in attesa di FESPA 2017 – inizio ufficiale delle vendite – anche tra i potenziali nuovi reseller cresce l’attenzione. Proprio in vista del lancio di Océ Colorado, infatti, Canon ha avviato già nel 2016 un progetto di potenziamento della propria rete di vendita.


tecnologie

intervista a Mark Lawn Direttore Graphic & Communications Group Canon Europe

“L’UVgel offre una combinazione di caratteristiche tanto innovative da poter diventare la nuova chimica di riferimento”

Crede che l’UVgel possa raggiungere o addirittura superare il livello di innovazione che la nostra industria ha percepito con il lancio del latex? In una sola parola: sì. Assolutamente. Confidiamo molto nelle capacità dell’UVgel. Gli aspetti che ci portano ad essere così positivi sono molteplici. Ha qualità, velocità, versatilità e un total cost of ownership molto vantaggioso. È una tecnologia pronta per la produzione, con un’incredibile rapidità di asciugatura a bassa temperatura, che facilita la stampa di materiali termosensibili e ben si adatta all’esigenza dei clienti di eseguire lavorazioni just-in-time. Inoltre, in base ai nostri test, l’UVgel ha un gamut molto ampio, che copre i principali standard cromatici richiesti dall’industria. Ora la cosa importante è che siano agli stampatori a scoprire la versatilità e le possibilità applicative dell’UVgel.

Pensa che a breve Canon potrebbe utilizzare la stessa tecnologia per sviluppare stampanti con luce di stampa di 3,2 o 5 metri? In questo momento siamo concentrati solo su Océ Colorado 1640 e sulla gestione del suo ingresso nel mercato internazionale. In ogni caso, poniamo molta attenzione allo sviluppo della famiglia di soluzioni Canon, ed è ovvio che il nostro interesse sia quello di ascoltare e tentare di soddisfare le richieste che provengono dai clienti. Investiamo molto tempo e molte risorse in ricerche di mercato: vogliamo essere in grado di trovare il giusto compromesso che permetta di rispondere alle necessità del più grande numero possibile di stampatori. Per quale range di applicazioni l’UVgel è in grado di offrire qualcosa in più rispetto alle altre chimiche d’inchiostro?

La nostra innovativa chimica d’inchiostro ha dimostrato, in base ai test, un’elevatissima resistenza all’abrasione, al lavaggio, alla luce solare e agli agenti atmosferici. Questo permette all’UVgel di essere realmente competitivo per un range di lavorazioni molto vasto, sia per applicazioni destinate all’outdoor che per quelle indoor, includendo flooring e wallpaper. In quest’ottica è importante evidenziare anche la quasi totale assenza di odore già al termine del processo di stampa. Quali sono i limiti attuali di questa tecnologia? Non parlerei di limiti. Direi piuttosto che ci sono alcuni aspetti su cui solo un utilizzo intenso da parte dei beta tester ci potrà dare risposte. Ad esempio, abbiamo già certificato circa 100 materiali per l’utilizzo con l’UVgel, ma l’assortimento è destinato a crescere rapidamente.

Océ Colorado: qualità, produttività, velocità e la promessa di ridurre il consumo d’inchiostro fino al 40% rispetto a latex ed eco-solvent Océ Colorado 1640 è un concentrato di novità. La roll-to-roll con luce di stampa da 1.640 mm ha una stazza da macchina industriale – ben 740 kg – e copre un vasto range di applicazioni indoor e outdoor, dal sign & display all’interior decoration. Accoglie fino a 2 bobine di materiale di peso fino a 50 Kg e, con una velocità massima di 159 m²/h, può gestire picchi produttivi importanti, stampando in massima

qualità a 40 m²/h. Le 8 teste di stampa piezo sono sviluppate e realizzate da Canon per l’UVgel e gestiscono 4 canali colore (CMYK), con risoluzione massima di 1.800x600 dpi. Un sistema proprietario di controllo degli ugelli, utilizzando le onde sonore, effettua un monitoraggio costante, che ne previene l’occlusione attraverso la compensazione. Il curing combina il riscaldamento del materiale con l’utilizzo

di lampade UV LED, posizionate su uno shuttle indipendente. L’UVgel combina rapidità e qualità grazie a velocità di essiccazione, assenza di dot gain e alta pigmentazione. L’UVgel si deposita esclusivamente sulla superficie del materiale, senza permearlo, e offre una straordinaria coprenza, che consente di usare fino al 40% d’inchiostro in meno rispetto ad altre tecnologie, a parità di coprenza.

|| A sx in evidenza il sistema a doppia bobina per rapidi cambi di lavorazione. A dx il motore di stampa studiato per l’UVgel, totalmente separato dagli elementi di curing UV LED.

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eventi La 17a edizione della user conference di EFI a Las Vegas sottolinea l’importanza degli eventi formativi come momento di confronto, aggregazione e riflessione

Connect 2017 è buona formazione, solide relazioni e... intelligenza artificiale? di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com

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no dei CEO più carismatici della nostra industria che scende dal palco e si intrattiene a chiacchierare qualche minuto – tra centinaia di top customer e partner internazionali – con uno dei tanti clienti EFI sparsi per il mondo, non ha prezzo. Ma forse è proprio questa la potenza di aziende come EFI e di uomini come Guy Gecht, saldamente alla guida dell’azienda dal lontano 2000, al punto da non esserne più solo il top manager ma qualcosa di più simile ad una guida spirituale e carismatica. I quattro giorni di Connect 2017, l’annuale conferenza degli utilizzatori di tecnologie EFI, sono stati ancora una volta l’occasione per mettere in scena uno spettacolo fatto di tecnologia e di grandi brand riuniti per mostrare l’evoluzione del printing. Ma per questo basterebbero una fiera o un seminario – verrebbe da obiettare. Infatti a Connect si è

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soprattutto parlato, ascoltato, riflettuto e imparato. Parlato del proprio business e delle proprie personali esperienze con la tecnologia, i fornitori, i clienti. Ascoltato le esperienze, i suggerimenti e le visioni di esperti del settore, ma anche di utilizzatori finali piccoli e grandi. Riflettuto su come applicare certi suggerimenti e certe best practice alla propria azienda. Imparato, tanto, sull’utilizzo pratico di strumenti – a partire dai software di EFI – che dovrebbero assumere un ruolo centrale nelle strategie di investimento. Tema del keynote speech di quest’anno è stata l’intelligenza artificiale. Un argomento delicato quello delle macchine capaci di apprendere, che ci preoccupa come uomini, come professionisti e come consumatori. E come stampatori? Tecnologie più “smart” sapranno, per esempio, ridurre i costi di manutenzione e di riparazione? EFI, dal canto suo, è già impegnata nello sviluppo di software capaci di apprendere.


eventi

intervista

a Frank Mallozzi Senior Vice President of Worldwide Sales & Marketing di EFI

“Quando acquisiamo un’azienda con una core technology solida investiamo per garantire tutte le risorse necessarie a scalare i prodotti nel modo migliore”

Quanto conta l’Italia per EFI? E’ un mercato chiave, anzitutto perché in Italia abbiamo importanti attività. Pensiamo solo all’acquisizione di Reggiani e ai numerosi partner industriali che forniscono componenti per molti dei nostri prodotti. Inoltre abbiamo operazioni commerciali consolidate e capillari per VUTEk e altri prodotti. Gli stampatori italiani, poi, apprezzano più di altri la qualità e di conseguenza i nostri sistemi VUTEk si sono guadagnati una reputazione speciale. Abbiamo ovviamente una presenza rilevante nell’industria tessile italiana, grazie a Reggiani, così come nel comparto ceramico con Cretaprint. Pensate di sviluppare ulteriormente la produzione e le operazioni in Italia, magari sul sito di Reggiani? EFI è presente in tutto il mondo e, alla luce delle acquisizioni, cerchiamo di promuovere il giusto bilanciamento e il giusto mix di competenze. Per esempio concentreremo R&D e produzione delle stampanti ibride nel nuovo sito americano di Manchester, a un’ora da Boston. Mentre Israele è già oggi il polo di eccellenza del roll-to-roll, dove abbiamo un enorme patrimonio di conoscenza e di engineering: è peraltro un sito che stiamo espandendo. Tornando all’Europa, in Italia abbiamo stabilito il centro di eccellenza per il Tessile con R&D,

25 anni di Fiery Un traguardo importante per una tecnologia che ha saputo interpretare l’evoluzione dei motori di stampa digitale e affermarsi nell’immaginario collettivo dei print-service providers mondiali. Prima come strumento esclusivo nei reparti di produzione di copisterie e tipografie. Successivamente come il cervello che sta alla base delle funzioni di stampa evolute della maggior parte degli engine di stampa sul mercato. Anche quelli di fascia media e bassa, al punto da trasformarli in vere e proprie macchine da stampa capaci di produrre documenti complessi, finalmente arricchiti di colori affidabili e dati variabili.

manufacturing e centro dimostrativo. In Spagna abbiamo il centro di eccellenza per il singlepass, che nasce da Cretaprint, che oggi si sta allargando al corrugated e ci permetterà di entrare nel legno e in altri segmenti industriali. In India c’è poi il centro di eccellenza dedicato a Fiery e al software, dove sviluppiamo i DFE. Guardando al resto del mondo, lavoriamo in tutti i paesi, attraverso agenti, uffici diretti o attraverso partnership. Sul fronte Fiery, ad esempio, abbiamo un numero di dealer compreso tra 4.000 e 5.000 in tutto il mondo. A questi si aggiungono i dealer per l’inkjet, gli agenti per Cretaprint e Reggiani, e i nostri venditori diretti nei paesi chiave come l’Italia. Naturalmente a questo network fa capo un servizio capillare di assistenza tecnica, erogato direttamente o tramite dealer. Qual è stato il feedback del mercato su Nozomi? Un sogno che diventa realtà.Tutti i clienti che l’hanno vista ci hanno fatto mille domande e hanno confermato la bontà della nostra visione. Su Nozomi abbiamo fatto moltissima ricerca e abbiamo ascoltato il mercato. Quali riscontri avete dalla prima installazione? L’Italia potrà essere la prossima? Riguardo la prima Nozomi in Spagna, abbiamo identificato un cliente vicino alla nostra fabbrica,

Inutile sottolineare come la forza di EFI sia stata anche quella di scalzare quasi tutti i potenziali competitor, portando l’intera industria a integrare Fiery – con poche eccezioni – come il DFE standard. Ma è quando il gioco si fa duro che i duri cominciano a giocare. E nel nostro settore le difficoltà nel pilotare un engine di stampa derivano principalmente dalla sua produttività e dall’esigenza di implementare funzionalità particolari, per lo più quelle tipiche del segmento applicativo in cui la stampante è impiegata: stampa commerciale, packaging, etichette, tessuti. I nuovi DFE targati Fiery sono ad esempio quelli impiegati da Landa per pilotare le proprie macchine da 13.000 fogli/ora, e ancora i sistemi single pass industriali come Nozomi,

così da poter raccogliere riscontri utili al continuo miglioramento del prodotto. L’Italia è senz’altro rappresentativa di tutti i segmenti in cui stiamo investendo e in cui il single-pass potrà penetrare. Come si può condurre un cliente verso il single-pass? Cerchiamo anzitutto di approcciare il cliente dandogli accesso a un ecosistema digitale, abituandolo progressivamente, a partire da prestampa, gestione colore, proofing. Grazie a Fiery sappiamo di poter governare i processi del corrugated, ma oggi stiamo investendo di più nel farci conoscere da nuovi interlocutori e imparare il loro linguaggio. Parlando di tessile, come riuscite a concentrarvi sia sul soft signage che sull’industria? Quando acquisiamo un’azienda con una core technology solida investiamo per garantire tutte le risorse necessarie a scalare i prodotti nel modo migliore. Con Reggiani abbiamo fatto qualcosa di speciale. L’azienda aveva una tecnologia tessile industriale e una linea dedicata al soft signage. Abbiamo chiesto di marchiarla VUTEk e l’abbiamo inserita nella nostra offerta commerciale, di assistenza e fornitura inchiostri. Così non abbiamo distratto Reggiani dal suo core business ma abbiamo avuto un grande successo. E l’Italia è stato il primo paese in cui lo abbiamo fatto.

che richiede la gestione di file complessi da stampare direttamente su fogli di cartone ondulato a velocità lineari di 75 m/min.

2016: un anno record per i prodotti EFI Per EFI non c’è appuntamento più azzeccato di Connect per fare il punto sulla propria gamma di prodotti, sempre più numerosi e segmentati in differenti categorie. Il 2016 in particolare è stato un anno particolarmente ricco, grazie alla combinazione tra lo sviluppo delle piattaforme “storiche” e le più recenti acquisizioni. Marc Olin, direttore finanziario di EFI, ha dedicato un’intera

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eventi

|| Connect è luogo di confronto tra opinion maker e management di EFI su strategie e dinamiche di mercato. A sx con Paul Cripps, Managing Director EMEA e qui sopra con Michele Riva, Sales & Marketing Director di EFI Reggiani

sessione per illustrare le principali novità A partire dai nuovi DFE della gamma Fiery per Ricoh, Canon, Konica, Riso e i player storici del digital printing a foglio, con l’aggiunta di modelli dedicati all’high-speed inkjet di casa Xerox e ai nuovi modelli VUTEk, Cretaprint e Jetrion. Un’occasione per ribadire la centralità del workflow management e per ricordare come negli ultimi 6/7 anni i software di stampa siano passati dalla “semplice” gestione di hot folder e di colour management CMYK alla piena integrazione con MIS, flussi di comunicazione industriali e spazi colore complessi. Numerosi i nuovi modelli anche nell’area delle stampanti, con l’introduzione delle nuove HS125 Pro con inchiostri UVcurable e della nuova gamma FabriVU con inks sublimatici e dispersi, così come i nuovi modelli di fascia medio/bassa H1625. Anche nell’area delle soluzioni industriali EFI non si è risparmiata, con il lancio della nuova Cretaprint M4, di un nuovo inchiostro Clear per VUTEk e di nuovi inchiostri low-migration per Jetrion. Last but not least due novità destinate a lasciare un segno indelebile: l’ormai nota piattaforma single-pass Nozomi e la nuova serie di inchiostri AquaEndure, presentata a drupa e tutt’ora in fase di sviluppo. Inutile dire che lo sviluppo di chimiche “aqueous” segue a ruota il crescente interesse per mercati di alto volume come le wallpaper, il packaging e i segmenti del display graphics non tessili.

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Non solo ispirazione, ma tanta formazione tecnica di livello Se la dimensione emozionale e motivazionale derivante dai keynote speech resta un fattore scatenante che rende unico un evento come Connect, quello che spinge anno dopo anno migliaia di professionisti del printing a investire tempo e denaro per partecipare alla conferenza sono le innumerevoli occasioni di networking e di apprendimento. Sono state oltre 220 le sessioni dell’edizione 2017, ciascuna di durata media tra i 60 e i 75 minuti, cui hanno partecipato delegati di 40 differenti nazioni. Per erogare al meglio un programma formativo così ricco e offrire un livello qualitativo adatto anche ai palati più esigenti, EFI mette in campo decine di trainer selezionati tra i propri esperti di prodotto e manager coinvolti nella ricerca e sviluppo. Il programma 2017, che ciascun visitatore ha potuto personalizzare sulla base dei propri interessi, si è articolato su 16 differenti aree tematiche, dal Business al Web-to-Print, passando per il Corrugated, il Packaging e le differenti aree del software. Per migliorare l’esperienza dei partecipanti all’evento, che come ogni anno si tiene a gennaio presso il Wynn Las Vegas, EFI ha realizzato una app (disponibile per iOS e per Android) che consente di accedere a tutti i contenuti, interagire e restare informati e interconnessi in tempo reale.

Il textile printing tema tecnologico chiave di Connect La presenza massiccia del team italiano di EFI Reggiani a Connect 2017, guidata dai top manager Adele Genoni e Michele Riva e supportata da manager di spicco come l’onnisciente Paolo Torricella, la dice lunga sull’importanza del textile printing nella strategia globale di EFI. Non è casuale che la multinazionale dell’imaging abbia scelto l’evento di Las Vegas per il lancio della nuova VUTEk FabriVU 520, la nuova 5 metri tessile Made in Italy che per l’occasione è stata supportata e raccontata da un team di tecnici ed esperti tessili. La ricetta vincente di EFI nel segmento tessile è stata la fusione tra l’esperienza nel soft signage sin qui maturata dal team americano di VUTEk e la tradizione tessile tutta italiana di Reggiani. Mai come oggi l’azienda di Bergamo, controllata da EFI, è attiva nella ricerca e sviluppo e nel rilascio di piattaforme di stampa inkjet solide e innovative anche nell’industria tessile per applicazioni legate al fashion e all’home textile. Inutile dire che i seminari tecnologici sul digital textile sono stati tra i più seguiti dagli stampatori del Nord e Centro America presenti al Connect.


eventi Il mercato cresce? Sì, ma il successo non è a prova di bomba! Il nostro settore cresce da qualche anno, ma non è ancora tornato ai livelli pre-recessione. E soprattutto – ha ricordato l’eclettico economista Andy Paparozzi a un elettrizzato pubblico di stampatori, per lo più americani – il domani non assomiglierà all’oggi. Una riflessione che ci piace riportare al di qua dell’Atlantico, dal momento che anche alle nostre latitudini è in corso una revisione dei modelli di business, in cerca di una crescita che fatica ad essere sostanziale. Perché di fatto, come ben sottolinea Paparozzi, i risultati variano drammaticamente da azienda ad azienda. Di fronte ad un numero decresciuto di operatori della stampa, i processi digitali stanno

di fatto sostenendo la crescita. Al punto che alcuni imprenditori (sbagliando) iniziano a pensare che questa sia a prova di bomba. L’invito di Paparozzi agli stampatori è quello di imparare a riconoscere e a leggere i segnali di debolezza, iniziare a porsi delle domande e soprattutto porle in modo diretto e sincero ai propri clienti: “Cosa faccio io meglio di altri fornitori con cui fai business? Cosa potrei fare per migliorare la tua customer experience? Cosa i miei concorrenti fanno meglio di me? In che modo cercheresti un’azienda come la mia su Google?”. Non accettando risposte vaghe e (of course) utilizzando le risposte per delineare una strategia credibile.

|| Andy Paparozzi, Chief Economist di Epicomm e Idealliance ha stimolato la platea del Connect sulle sfide che l’industria del printing si prepara ad affrontare

|| Guy Gecht, CEO di EFI, con i suoi ospiti durante le fireside chat al Connect 2017. A sx con Jeff Jacobson di Xerox e a dx con Joel Quadracci di Quad/Graphics

Conversazioni attorno al fuoco. Con Xerox, il partner di sempre (che guarda al packaging) e Quad Graphics, lo stampatore più ammirato Due poltrone (vere) accanto al fuoco (rigorosamente stampato) sono l’allestimento ideale per le “fireside chat” del Connect 2017, che hanno visto Guy Gecht impegnato in vere e proprie interviste ad alcuni dei CEO più influenti e rispettati nell’industria del printing. Anzitutto Jeff Jacobson, designato lo scorso anno alla guida

della “nuova” Xerox, nata dalla separazione della leggendaria multinazionale in due aziende indipendenti. A dimostrazione del focus sul professional printing e sulle tematiche tecnologiche della nostra industria, Jacobson ha dichiarato che la tecnologia a toner e quella inkjet coesisteranno ancora a lungo, sottolineando il cre-

scente focus di Xerox sul mercato del packaging, partendo da progetti di stampa ibrida (analogico/ digitale) come quello sviluppato con KBA per Varijet 106. Altra chiacchierata attorno al fuoco di prim’ordine quella di Guy Gecht con Joel Quadracci, CEO di Quad/ Graphics, che con 20.000 dipendenti e un fatturato che supera i

4 miliardi di dollari, è uno dei primi stampatori USA. Un’azienda diventata grande con le proprie forze e, dal 2010, cresciuta a forza di acquisizioni di aziende in crisi, tutte incorporate con successo. Fino alla quotazione in borsa, che ha reso Quad/Graphics un’azienda pubblica, ma tuttora controllata dalla famiglia Quadracci.

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tecnologie Un grande traguardo per Fenix DG, condiviso con CR DIGITAL Group che, grazie alla consolidata esperienza ha scelto Impala 2 come tecnologia di svolta per il suo business

La 50a swissQprint in Italia affronta sfide di produzione multimaterica di alta qualità

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ur anagraficamente giovane, CR DIGITAL Group è espressione di una famiglia con un’esperienza nella tipolitografia lunga oltre 50 anni. Cresciuto tra caratteri mobili in piombo e legno, a partire dal 2001 il titolare Roberto Cavina ha iniziato ad avvicinarsi alle soluzioni di stampa digitale. Macchine a foglio di alta gamma come HP Indigo e Xerox, unite al top della bobina con Xeikon, hanno convissuto per qualche anno con le tecnologie offset. Finché, nel 2008, è iniziata la trasformazione che in un paio d’anni ha portato alla nascita di CR DIGITAL Group, azienda interamente dedicata alla stampa digitale wide format. Un’evoluzione basata sul desiderio di sperimentazione, passando dalle stampanti

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roll-to-roll alle ibride, in cerca di applicazioni innovative. Culminata con l’acquisto di Impala 2, una stampante di altissimo valore, la cui struttura modulare è cresciuta di pari passo con l’azienda bolognese. Eppure, come per altri imprenditori di cui vi abbiamo raccontato nei mesi scorsi, Impala 2 è stata anche per CR DIGITAL Group la scelta che ha permesso di conquistare una clientela visionaria ed esigente, offrire qualità di stampa eccezionale e al tempo stesso preservare la versatilità, salvaguardare l’investimento e prepararsi alla crescita dei volumi produttivi. || In alto a sx pannelli alveolari totalmente riciclabili, stampati con Impala 2. A dx il reparto produttivo di CR, che include il workflow Caldera e un sistema di taglio Zünd S3.


tecnologie tecnologie

intervista a Roberto Cavina Titolare di CR DIGITAL Group

“Impala 2 offre una combinazione eccezionale tra alta qualità e sostenibilità ambientale, per servire i brand farmaceutici, della cosmesi e del food”

Perché avete scelto una macchina importante come una swissQprint Impala 2? Eravamo alla ricerca di una flatbed affidabile perché sempre più clienti chiedono di stampare su cartone ondulato e alveolare. Volevamo poi una soluzione che offrisse un livello qualitativo e una versatilità tali da riuscire ad andare oltre le richieste, così da poter sperimentare e proporresoluzioni esclusive. Impala 2 è stata una scelta ponderata. Prima di decidere abbiamo testato varie soluzioni, ma nessuna prova ci ha soddisfatto più di quelle effettuate insieme a Fenix. I nostri clienti ci pressavano perché trovassimo al più presto il modo di soddisfare le loro necessità: anche per questo non potevamo permetterci di sbagliare. Sebbene ci fosse chiara la superiorità delle macchine realizzate da swissQprint, devo ammettere che, una volta installata, Impala 2 è andata oltre le

aspettative più ottimistiche. Qual è stato l’aspetto della stampante che vi ha sorpreso? In realtà ci sarebbero più punti da evidenziare. Innanzitutto questa è l’unica flatbed con cui siamo riusciti a stampare caratteri in corpo 2: un’applicazione estrema, cui come tipografi non vogliamo rinunciare. C’è poi l’engineering straordinario di impala 2, che consente sia la ripetibilità delle lavorazioni che l’efficiente gestione dei materiali in bobina con l’opzione roll-to-roll. Inoltre, la perfetta sovrapposizione di più layer di inchiostro ci ha permesso di brevettare un sistema di stampa in rilievo su film per applicazioni in braille, soprattutto per le tastiere. A tutto questo si somma l’aspetto green degli inchiostri che, con un livello molto basso di odore, sono adatti anche alle applicazioni indoor. Che impatto ha avuto questo

acquisto sulla vostra attività? Abbiamo avuto riscontri positivi da parte di clienti prestigiosi, dal settore farmaceutico a quello alimentare. Ma ciò che stupisce è la vastità di progetti speciali che stiamo portando avanti. Stampiamo su pelle e similpelle per la creazione di accessori di grandi griffe. Inoltre, si è intensificata la collaborazione con aziende cosmetiche per le quali l’alta riciclabilità dei prodotti è fondamentale così come l’altissima qualità di stampa. Che importanza hanno per voi il supporto e la visione strategica di Fenix DG? Fenix DG è un partner affidabile e innovativo. Contrariamente ad altri dealer, grazie al proprio centro demo e a specialisti tecnici con un’esperienza ultradecennale, riesce a realizzare e validare applicazioni estreme, permettendo a noi stampatori di sperimentare e realizzare prodotti unici.

Impala 2 è affidabilità, precisione e aggiornabilità, dal flatbed “estremo” al roll-to-roll di formato XXL Impala 2 è una flatbed UV con piano aspirante da 2.500x2.030 mm e velocità massima di 180 m2/h. Solida e funzionale, è aggiornabile anche dopo l’installazione. La gestione ottimale – grazie all’opzione roll-to-roll – di materiali flessibili larghi fino a 2.500 mm, ne consente un uso quotidiano in questa modalità. I supporti rigidi possono raggiungere un peso di 100 kg/m²

e 50 mm di spessore. Ciò consente di alimentare sia pannelli progettati per la comunicazione visiva che lastre di PVC, legno e materiali compositi per applicazioni industriali che possono spingersi, grazie al primer, anche al vetro e all’acciaio. Le teste di stampa hanno un sistema di goccia variabile con risoluzione di 2.160 dpi. Da 4 a 9 i canali colore (CMYK, W, O, G, V, Varnish,

Primer e tinte spot), configurabili secondo specifiche esigenze. L’opzione Tandem divide il piano di lavoro in 2 zone di stampa distinte, da 2.500x1.030 mm ciascuna, e permette di posizionare i materiali sia dal fronte che dal retro della stampante, caricando e scaricando i supporti senza interrompere la stampa. Così si aumenta la produttività fino al 70%.

|| Da sinistra un particolare del sistema di riavvolgimento utilizzato dal modulo roll-to-roll di Impala 2. A destra applicazioni su legno che permettono di evidenziare sia la precisione di stampa che la versatilità della stampante swissQprint.

Fenix Digital Group srl Via Maggiate 69 28021 Borgomanero (NO) www.fenixdigitalgroup.com T: +39 0322 060 276 F: +39 0322 060 128 info@fenixdigitalgroup.com

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speciale Molte aziende trovano difficoltà nella gestione della propria comunicazione. Un team pronto a cogliere le opportunità, contenuti in grado di sedurre e una strategia multicanale possono far emergere la tua azienda tra la folla

L’importanza di riconoscere le opportunità mediatiche e sfruttarle per farsi notare di Louis De Nolf // louis.dn@duomedia.com

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umerose aziende operanti nei settori più disparati, compreso ovviamente quello delle tecnologie e delle soluzioni per il printing, hanno difficoltà nel gestire la comunicazione. In modo particolare a riconoscere le opportunità offerte dai mass media e capire come influenzarli. Comprendere quando si presenta un’occasione e intraprendere le giuste azioni nel processo di comunicazione è la chiave per sfruttare al meglio queste chance. Il primo passo è riconoscere un’opportunità quando questa si presenta e potrebbe trasformarsi in una storia da raccontare: ad esempio un nuovo cliente che finalizza un ordinativo importante, una collaborazione con un’altra azienda leader che viene avviata, un cliente particolarmente soddisfatto che può diventare ambasciatore del tuo brand. O ancora una nuova sede aziendale che viene aperta in una certa regione, oppure un nuovo distributore che entra a far parte del network commerciale.

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speciale

Attirare l’attenzione, generare fiducia e cogliere le occasioni La combinazione di diverse storie può avere un impatto molto positivo sulla reputazione dell’azienda. Il tuo pubblico di riferimento vede quanto essa è attiva, e questo genera fiducia perché mostra quanto la tua sia un’attività dinamica. Le persone associano il successo e la prosperità di un’azienda con il fatto che questa attiri molta attenzione. Vale l’opposto, invece, per un’attività che sembra restare sempre nell’ombra. Una buona preparazione è fondamentale, e richiede un dipartimento di comunicazione strutturato. Per essere capaci di reagire rapidamente è importante essere chiari circa le responsabilità e sapere quando è il momento di avviare il motore della comunicazione. Durante una fiera, per esempio, le opportunità possono scaturire all’improvviso. Se non si hanno gli strumenti giusti o dei partner pronti, la finestra per un’intervista o una testimonianza può dissolversi sempli-

cemente di fronte ai tuoi occhi.

Uno sforzo extra: investire in una comunicazione professionale e seducente Se hai intenzione di fare qualcosa, falla bene. È un peccato vedere un’azienda sprecare una grande storia per il timore di spendere troppo. Lo so, per un’agenzia di comunicazione è facile dirlo. Ma sto parlando di uno di quei momenti in cui un’azienda getta una chiave inglese negli ingranaggi del suo stesso motore di comunicazione. Ad esempio non usare un professionista della scrittura perché “anche Marco della produzione può scrivere”. Oppure non utilizzare un fotografo professionista perché “qualcuno del nostro team può fare le foto con lo smartphone”. Il risultato? Una grande opportunità per generare visibilità viene trasformata in una storia insignificante in ultima pagina. C’è poi da sottolineare che nella nostra società, in cui il ritmo delle informazioni è frenetico, la comunicazione deve saper sedurre l’audience. Per distinguerti tra la folla hai bisogno di una grafica accattivante, un titolo allettante e un testo ben scritto e coinvolgente, che sia facile da assimilare. Louis De Nolf è il direttore generale di duomedia, agenzia di comunicazione e pubbliche relazioni internazionale specializzata nel B2B, con sede a Bruxelles. È cresciuto nell’azienda di famiglia, attiva in Belgio nell’industria dei media, con attività che spaziavano dalla stampa alla televisione, dalla radio al

Non risparmiare sulla tua comunicazione. Anche al termine del processo di creazione dei contenuti le cose possono ancora andare storte. Ad esempio diffondendo il contenuto in inglese per tutto il mercato europeo. È naif pensare che i giornalisti delle testate online e della carta stampata si sobbarchino prontamente i costi della traduzione per te. Questa è la verità: non lo faranno, e forse faresti meglio a non mandare affatto il tuo comunicato stampa, dal momento che daresti l’impressione che tale regione e tale canale di comunicazione non valgono lo sforzo della traduzione da parte tua.

Buoni contenuti e una strategia multicanale Oggigiorno i professionisti possono essere raggiunti attraverso diverse piattaforme. Mettere tutte le “uova” della comunicazione nello stesso paniere non darà molta visibilità al tuo brand. L’attenzione del tuo pubblico è sparpagliata su diverse piattaforme di comunicazione. Sii presente con dei buoni contenuti e con una buona strategia sui canali che meglio si confanno alle tue esigenze, e la stella del tuo business brillerà luminosa. web, fino alla lead-generation (e non solo). Durante la sua carriera ha avuto la possibilità di sperimentare in prima persona molti aspetti diversi dell’editoria, dalla prestampa e dal colour management fino alla vendita di spazi pubblicitari. Prima di entrare in duomedia, ha lavorato nei media, nella comunicazione e nel marketing.

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tecnologie Con una produzione che spazia dai componenti industriali agli allestimenti POP per l’alta moda, la marchigiana Giromari completa la sua offerta puntando su Unico TT

Dall’industria al punto vendita l’officina creativa prende vita con il taglio e fresatura Protek

I

n principio è nato tutto dalla passione di famiglia per la scultura, quell’arte della lavorazione del marmo trasmessa di padre in figlio cui Raffaele Bastianoni ha unito la curiosità per il mondo dell’industria e dell’automazione, la voglia di progettare e creare. Oggi, a distanza di oltre trent’anni, Giromari è un virtuoso esempio di come si possa fondere l’amore per lo stile delle forme con una solida concezione aziendale, facendo dell’efficacia e dell’ottimizzazione due punti irrinunciabili della propria offerta. Una gamma di servizi vasta, che va dalla produzione di componenti e strutture industriali alla realizzazione di progetti di interior design navale e abitativo, fino all’allestimento delle vetrine per alcuni dei più grandi brand della moda. Un sito produttivo da oltre 4.000 m2 accoglie macchinari in grado di affrontare la lavorazione di ogni tipo di materiale, trasformandolo in prodotti finiti. La fresatura e il taglio sono operazio-

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ni fondamentali nel ciclo produttivo di Giromari. Dal laser all’idrogetto, con frese in grado di perforare l’acciaio più resistente. Tante le frecce all’arco dell’azienda di Bastianoni che peraltro, da oltre 7 anni, conta già su una soluzione CNC Protek Compact dedicata esclusivamente alla fresatura. Tuttavia, grazie alla sua notevole versatilità, Unico TT ha ampliato ulteriormente la gamma di applicazioni di Giromari. La possibilità di affiancare una fresatura precisa ed efficace al taglio a lama di schiume, cartone teso e ondulato, pelle, tessuti e vinili ha permesso di internalizzare lavorazioni precedentemente affidate a terzi. In questo modo l’azienda ha ottenuto indubbiamente un risparmio economico, ma soprattutto la possibilità di produrre just-in-time. || In alto, da sx, la Unico TT con piano aspirante da 3.000x2.000 mm e cambio automatico a 12 utensili installata presso Giromari. A dx uno dei reparti produttivi.


tecnologie tecnologie

intervista a Raffaele Bastianoni Titolare di Giromari

“Unico TT è una macchina industriale stupefacente: la sua semplicità d’uso permette di affidarne l’utilizzo anche a un operatore inesperto”

Perché avete scelto Unico TT ? Dopo aver visto la macchina in funzione ho pensato semplicemente che non avrei potuto farne a meno. Protek ha realizzato un prodotto che abbina la potenza e l’affidabilità del mondo industriale a una versatilità straordinaria. Grazie a Unico TT oggi abbiamo un ventaglio di lavorazioni completo, ma soprattutto possiamo rispondere in tempo reale alle richieste dell’ultimo minuto. Unico TT ci permette di effettuare lavorazioni totalmente differenti tra loro con tempi di setup ridottissimi. Questo per noi è fondamentale visto che, lavorando prevalentemente conto terzi, ci troviamo a dover soddisfare richieste ogni volta differenti. Avete installato il cutter da soli tre mesi. Quali sono le prime impressioni? Unico TT è entrata immediatamente in azione, lavorando su

due turni come se fosse a nostra disposizione da anni. Quello che mi ha colpito più di ogni altra cosa è stata la capacità di Protek di costruire una macchina così facile da usare. Noi siamo fresatori esperti, in grado di gestire attrezzature complesse, che spesso richiedono un’attenzione elevata. Per questo apprezziamo ancora di più la competenza nel realizzare una soluzione che, dopo solo un paio di giorni di corso, può essere affidata anche a un operatore senza particolari competenze nel taglio e fresatura. Il software di gestione di Unico TT è stato sviluppato con cura ed è quasi impossibile fallire una lavorazione se vengono rispettate le procedure. Da un punto di vista tecnico è apprezzabile la capacità di fissare saldamente sul piano aspirante anche oggetti molto piccoli. Inoltre, la precisione delle lavorazioni è elevata e sottolinea il notevole livello di ingegnerizzazione raggiunto da Protek.

Quanto pesano sulle vostre decisioni d’acquisto la consulenza e l’assistenza post-vendita? Avendo già acquistato una Protek in passato, sapevo di avere a che fare con un’azienda affidabile. L’analisi che ha preceduto l’acquisto è stata molto attenta. Ho potuto personalizzare la macchina scegliendo tra varie opzioni come dimensioni del piano, conveyor, tipologia di teste, utensili e software. La consulenza è stata attenta e ognuno degli strumenti scelti si sta rivelando funzionale. Riguardo il post vendita, il corso di istruzione sull’utilizzo pratico della macchina e del software per differenti materiali e lavorazioni è stato chiaro ed efficace. Ha permesso ai nostri operatori di iniziare subito la produzione. Per il resto Unico TT sta ricalcando le orme della nostra prima Protek, che ci regala soddisfazioni e per cui l’assistenza è sempre stata tempestiva.

Unico TT è un cutter potente, affidabile e versatile che dispone di un’ampia gamma di strumenti e opzioni Ideato per tagliare, fresare e cordonare, Unico TT fa trasparire un’anima industriale. Un robusto telaio in acciaio elettrosaldato assicura stabilità e assenza di vibrazioni, per produzioni precise e affidabili. Oltre a gestire cartone teso e ondulato, vinili, schiume e pelle, Unico TT permette di lavorare anche metalli, materiali compositi, Dibond, metacrilati

o legno, con spessore massimo di 80 mm. Il mandrino da 3,5 kW ha un innovativo sistema di raffreddamento e può raggiungere e mantenere una frequenza di rotazione di 50.000 giri/min, permettendo a Unico TT di affrontare i supporti più impegnativi. Il piano di lavoro ha 12 zone aspiranti indipendenti, per bloccare anche oggetti di dimen-

sioni ridotte. Tra gli strumenti opzionali, Giromari ha scelto il sistema di controllo Visiotek. Composto da un laser e da una videocamera HD, Visiotek verifica posizione e orientamento dei materiali sul piano di lavoro, leggendo nel contempo i crocini e permettendo al software Protek di compensare eventuali distorsioni in maniera automatica.

|| Il sistema di controllo Visiotek montato sulla testa multiutensile del cutter insieme all’utensile di taglio e alla rotella di cordonatura

Protek Zona Industriale C.da Congiunti 65010 Collecorvino (PE) www.protek.it protek@protek.it T: +39 085 8208888 F: +39 085 8206685

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eventi I big globali dell’inkjet hanno mostrato a Lucerna le potenzialità delle proprie tecnologie a bobina e a foglio, abbinate al finishing Hunkeler

Il futuro dell’high-speed inkjet in mostra agli Hunkeler Innovationdays

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’è un momento in cui la tecnologia si spinge oltre la propria pura evoluzione. Influenza i nostri compor tament i, cambia le nostre abitudini, e – silenziosamente – riscrive le regole del mercato, creando nuove opportunità di business. Basta guardare a come i big data stanno cambiando il mondo della comunicazione: in un’epoca in cui i messaggi piatti

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e massivi stanno esaurendo il loro appeal, la vera sfida si sta giocando sul terreno della targetizzazione e della personalizzazione. Ma per sfruttare queste risorse occorrono strumenti creativi adeguati e tecnologie flessibili in grado di rispondere “just in time” alle esigenze del mercato. Le soluzioni di stampa digitale high-speed – sia a bobina che a foglio – presentate a Lucerna dai costruttori di tutto il mondo, in combinazione

con i moduli di finishing targati Hunkeler, rappresentano una fotografia del livello di innovazione raggiunto, ma anche un’anticipazione di ciò che verrà. Tecnologie come l’HDNA di HP permettono di incrementare la produttività di pari passo con l’aumento della qualità. Nello stesso tempo, i software di gestione del dato variabile consentono di moltiplicare le possibilità creative. Mentre le soluzioni di finishing Hunkeler

sono in grado di trasformare il materiale in uscita ad alta velocità in una moltitudine di applicazioni. Questo significa spalancare le porte ad una serie di applicazioni prima difficilmente gestibili in digitale: libri, magazine e cataloghi che necessitano di un livello di qualità “graphic arts” potranno essere realizzati con tecnologie inkjet (ma anche toner o electroink) in modo efficace ed economico, anche in tirature medio/alte.


eventi Con gli inks High Fusion, Xerox stampa su carta patinata offset Aumentare la produttività e rendere la tecnologia inkjet più accessibile in termini di costi, introducendo al tempo stesso novità dirompenti come la possiblità di stampare direttamente su carta patinata offset. Sono alcune delle caratteristiche della nuova generazione di stampanti targate Xerox presentate agli Hunkeler Innovationdays. Produttività è la

parola d’ordine di Brenva HD Production, una macchina a foglio in grado di stampare fino a 197 fogli A4 al minuto (con volumi complessivi fino a 6.000.000 di pagine al mese), anche su stock di carta non trattati per l’inkjet. Dotata di tecnologia a goccia variabile, Trivor 2400 è invece alimentata a bobina e può produrre una risoluzione di 600 dpi con velocità

lineari fino a 168 m/min. Trivor si distingue per la possibilità di stampare direttamente su carta patinata offset grazie all’utilizzo degli inchiostri High Fusion. Questa soluzione consente di abbattere i costi di pretrattamento della carta e di ridurre i tempi di produzione, eliminando una tappa nel processo di lavorazione. Per chi invece vuole esplorare nuove

possibilità nel mercato transazionale e direct mailing, la macchina a bobina Rialto 900 è dotata di una perforatrice dinamica in linea che consente tagli orizzontali, verticali o a T, utili ad esempio nel caso di coupon o ticket. Con una risoluzione di 600 dpi, è in grado di stampare fronte/retro con velocità lineari fino a 48 m/min. www.xerox.it

Parliamo di qualità: a che punto è arrivata la vostra tecnologia inkjet? Io credo che la qualità dell’inkjet oggi si adatti bene alla maggioranza delle applicazioni, come i cataloghi, il direct mailing e alcuni tipi di libri. Ma non si può ragionare di qualità senza tener conto di altri aspetti, come ad esempio il costo del materiale.

picolitri, riusciamo a ridurre anche i consumi di inchiostro.

di personalizzazione di un catalogo, ad esempio: l’utente lo riceve direttamente a casa e sfogliandolo può, attraverso il proprio smartphone, ordinare direttamente online.

|| Xerox Trivor 2400 è il primo dei sistemi di stampa inkjet di Xerox a utilizzare i nuovi High Fusion Ink

intervista a Robert Stabler Vice President Continuous Feed di Xerox

“La chiave del successo sta nella gestione intelligente dell’intero processo creativo e produttivo.”

Quali sono i risparmi generati dalle vostre soluzioni? La carta pretrattata per l’inkjet ha un costo molto elevato. La nostra tecnologia oggi è in grado di stampare senza primer. E questo porta due benefici: l’abbattimento del costo dello stesso primer, e un minor utilizzo dell’acqua in fase di pretrattamento, che si traduce in un maggior controllo del processo di stampa. Abbiamo lavorato con diversi partner per ottenere inchiostri in grado di dare questo risultato. Inoltre, grazie all’utilizzo di gocce da 6

Quali sono i segmenti di mercato più interessanti oggi? Il mercato dei libri a colori è uno di questi. Negli anni scorsi molti stampatori hanno trasferito la produzione in Cina per motivi di costi. Ma questo ha significato allungare i tempi di realizzazione. Oggi stiamo assistendo ad un’inversione di tendenza: gli imprenditori stanno rilocalizzando la produzione in Europa per consegnare più velocemente tirature più basse e di alta qualità. Questa è una grande opportunità per l’industria del libro. Un altro segmento molto interessante è quello dei cataloghi, che in passato venivano prodotti al 100% in offset. Oggi con le nuove possibilità di interazione tra la carta e il web, i brand owner si stanno interessando sempre di più alla possibilità di sfruttare i benefici della stampa digitale. Basti pensare alle possibilità

Qual è il ruolo dei software per la gestione del dato variabile, come Xmpie? Molti stampatori sono focalizzati solo sui volumi e sui costi, perdendo di vista la possibilità di aggiungere valore al prodotto. Un software come Xmpie aiuta proprio a capire come sfruttare la creatività. Ad esempio, di recente è stato lanciato un portale web dove qualunque stampatore può progettare una campagna multicanale per il proprio cliente, combinando l’uso dei dati variabili e delle personalizzazioni con le applicazioni per smartphone, le email e la carta stampata. Non è più solo una questione di stampa, ma di gestione intelligente dell’intero processo creativo e produttivo. Io credo che la chiave del successo sia qui.

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eventi

intervista a David Leshem Vice President World Strategic Business di HP Indigo

“Oggi non basta saper stampare, bisogna anche gestire la complessità. Con PrintOS cerchiamo di ‘educare’ il mercato passo dopo passo.”

HP investe molto in R&D e sulla qualità dell’inkjet ha fatto molti progessi. Qual è il livello raggiunto oggi? Oggi con l’HDNA possiamo dire che l’inkjet ha raggiunto una qualità eccezionale. È una tecnologia che permette di produrre anche piccoli volumi con ottimi risultati. E come per tutte le tecnologie che sviluppiamo, facciamo in modo che possano essere integrate con le macchine esistenti. Puntiamo molto sull’innovazione: in 4 anni HP ha investito circa un miliardo di dollari in R&D nel segmento “graphics”. Come affrontate la sfida della stampa su stock di carta non pretrattati? Alcune delle nostre macchine sono equipaggiate con una stazione di stesura del primer in linea. Si tratta di una soluzione che risolve tutti i problemi relativi alla gestione dei supporti, che infatti è molto apprezzato dai nostri clienti. Il pretrattamento in linea,

inoltre, migliora le performance produttive e permette di essere più competitivi. Quali le linee guida della vostra futura ricerca & sviluppo? Non sappiamo quale sarà il futuro, ma stiamo ascoltando le necessità di tutti i nostri clienti. C’è chi già chiede maggiori velocità, chi una qualità migliore. HP sta sviluppando in tutte le direzioni. Ad esempio, l’HDNA ci permette di offrire una qualità superiore. HP Indigo con l’HDLA offre una qualità persino più alta. Non tutti ne hanno bisogno, ma chi vuole differenziarsi posizionandosi al top nel mercato, sì. In Italia in particolare vedete maggiori opportunità per HP Indigo o per l’high speed a bobina? In Italia abbiamo clienti che le hanno installate entrambe. In generale l’Italia è un Paese molto esigente dal punto di vista della qualità, che certamente non può

essere fine a se stessa ma deve risultare vendibile. Ci sono quindi delle applicazioni adatte all’inkjet e altre ad HP Indigo. Va detto poi che in Italia ci sono brand del lusso, ad esempio nel campo della moda, che non accettano compromessi, e che quindi hanno bisogno del massimo della qualità possibile. E noi possiamo offrirgliela. Quanto è importante l’abbinata hardware-software? Oggi non basta saper stampare, bisogna anche essere in grado di gestire la complessità dell’intero ecosistema produttivo. Ad esempio, ci sono clienti che devono produrre lo stesso lavoro in più siti. In questo caso elementi come la gestione e la ripetibilità del colore diventano essenziali. Non è più solo una questione di macchine – qui gli strumenti ci sono già – quanto di training e di cultura nella gestione del workflow. Piattaforme come PrintOS vanno esattamente in questa direzione.

HP svela PageWide T235 HD con tecnologia HDNA È un passo nel futuro dell’highspeed inkjet quello compiuto da HP con la tecnologia HDNA (High Definition Nozzle Architecture). Grazie all’utilizzo di teste thermal inkjet con una densità di 2.400 ugelli per pollice, la tecnologia HP abbina altissima qualità di stampa ed elevate velocità. A Lucerna è stato possibile

toccare con mano i risultati ottenuti con PageWide T235 HD, la nuova entry-level equipaggiata con tecnologia HDNA, che arriva a stampare fino a 122 metri al minuto in modalità “performance” e 61 in quella “quality”. In quest’ultimo caso, T235 HD utilizza un sistema con due differenti dimensioni di goccia,

combinabili nella riproduzione di ciascun colore per ottenere immagini dai dettagli estremamente definiti e sfumature omogenee. È una macchina ideale per applicazioni quali publishing e direct mail, e quando la produzione cresce PageWide T235 HD può essere aggiornata per diventare T240 HD. Accanto alla

|| Grazie all’uso dell’HP Priming Agent, PageWide T235 HD produce stampe di alta qualità su carta patinata offset lucida e opaca

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tecnologia inkjet, HP ha mostrato Indigo 12000 Digital Press, l’ultimo modello in formato B2 che conta già 12 installazioni in Europa. L’electroink proprietario di HP permette di ottenere una qualità che compete con l’offset, aggiungendo però vantaggi come immagini e dati variabili. www.hp.com


eventi Ricoh “democratizza” l’high-speed inkjet con il lancio di Pro VC40000 Velocità elevata, alta risoluzione e semplicità d’uso sono le caratteristiche della nuova Pro VC40000 lanciata da Ricoh in occasione degli Hunkeler Innovationdays. Ideale per la produzione di applicazioni quali stampa transazionale e direct mailing, questa piattaforma inkjet a modulo continuo è stata pensata per offrire una soluzione intermedia tra la già consolidata IP5000 e

l’ammiraglia Pro VC60000 (anch’essa presentata a Lucerna). La nuova macchina – che è previsto entri in commercio in autunno – raggiungerà una velocità di stampa massima di 120 m/min (che equivalgono a oltre 100.000 A4/ora) con una risoluzione nativa di 600 dpi. Si tratta di performance molto vicine a quelle del modello top di gamma, che però offre anche

|| In alto l’ammiraglia Ricoh Pro VC60000, già presentata a Lucerna nel 2015 e nota per il suo sistema di coating in linea che permette di stampare su tutti i tipi di carte

l’opzione di stampa a 1.200 dpi con una velocità di 50 m/min. VC40000 è configurata con una quadricromia base, con la possibilità di aggiungere una quinta serie opzionale di teste di stampa con inchiostri di sicurezza, ad esempio, o MICR (Magnetic ink character recognition). Durante

l’evento di Lucerna Ricoh ha mostrato anche l’ormai nota macchina a foglio Pro C9100, che, che grazie all’uso della tecnologia Vertical-Cavity-Surface-Emitting Laser è in grado produrre una risoluzione di stampa fino a 1.200 x 4.800 dpi. www.ricoh.it

Continua il viaggio #adaltavelocità di MCA Digital Per poter competere sul mercato le imprese devono cambiare e il cambiamento deve passare attraverso una nuova progettazione dell'organizzazione aziendale. Flessibilità e adattabilità diventano quindi i principali fattori di successo. Questa la filosofia che MCA Digital ha scelto di seguire salendo sul "treno del cambiamento" e selezionando partner e collaboratori che condividono lo stesso obiettivo. Un lavoro di squadra tra persone che hanno il coraggio di cambiare.

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eventi Qualità e colore al top per la nuova Canon Océ ProStream Coniugare produttività e altissima qualità è la sfida della nuova Canon Océ ProStream a modulo continuo, presentata in anteprima agli Hunkeler Innovationdays. Può stampare libri, cataloghi, brochure e altri prodotti ad alto valore aggiunto con velocità fino a 80 m/min. La macchina è equipaggiata con teste di stampa Kyocera da 1.200 dpi nativi di risoluzione e utilizza un nuovo set di inchiostri ad alta densità

di polimeri, in grado di offrire un gamut cromatico molto esteso. Inoltre, grazie all’utilizzo del ColorGrip (un fluido steso a tavola piena che rende i materiali adatti alla stampa inkjet) è in grado di stampare anche su carta offset patinata e non. Questa macchina si distingue anche per un sistema di asciugatura innovativo, in cui il materiale non viene a contatto né con rulli, né con altri componenti, riducendo al minimo lo

stress dello stampato. ProStream, che conta già 6 installazioni in fase di test e sarà disponibile sul mercato entro poche settimane e potrebbe riservare altre novità in futuro: una sesta stazione colore, già predisposta, potrebbe ospitare una tinta Pantone o altri colori. Accanto a ProStream, Canon ha portato a Lucerna anche la soluzione a foglio Océ VarioPrint i300, una macchina full-color molto produttiva

(fino a 300 A4/min) con teste di stampa Kyocera da 600 dpi e tecnologia a goccia variabile. Anche in questo caso l’utilizzo del ColorGrip consente di stampare anche su carta offset. Lanciata nel 2016, ha ricevuto un’ottima accoglienza (conta già 70 installazioni in tutto il mondo) ed è molto usata per applicazioni quali stampa transazionale, direct mailing e libri. www.canon.it

Quindi, sia per una ragione strategica, sia perché il livello della tecnologia raggiunto oggi ci consente di ampliare il ventaglio delle applicazioni, stiamo orientando le nostre macchine anche verso altri segmenti.

caso la Suite Prisma – debba servire a massimizzare l’uptime, quindi a permettere ad esempio di raggruppare i lavori a seconda del formato carta, in modo da rendere il sistema più efficiente possibile. In secondo luogo cerchiamo di facilitare l’integrazione dei sistemi high speed nelle aziende grafiche e nei loro workflow pensati per l’offset. In questo caso il software deve essere in grado di interfacciarsi perfettamente con il resto del sistema. In altre parole, se si vuole mantenere il flusso di lavoro preesistente, noi siamo immediatamente compatibili. Se invece si vogliono sfruttare tutte le caratteristiche tipiche di Prisma, offriamo al cliente il supporto per abbracciarne appieno la filosofia di output management. Prisma Production, ad esempio, permette di gestire i dati variabili in forma massiva: ovvero di processare centinaia di migliaia di record in tempi rapidissimi.

|| In alto, la soluzione a foglio Canon Océ VarioPrint i300. A destra, la nuova Canon Océ ProStream con sistema di voltura della bobina coperto.

intervista a Riccardo Porro Project & Marketing Manager Commercial Print Channel di Canon Italia

“La nostra tecnologia high-speed inkjet ha raggiunto dei traguardi di sviluppo che ci consentono di guardare alle arti grafiche”

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Qual è la penetrazione del continuous feed digitale in Italia? Storicamente l’Italia è tra i leader in questo mercato, non solo a livello europeo ma direi anche mondiale. Nel nostro Paese vantiamo uno dei parchi macchine più importanti d’Europa, che oggi conta circa 200 motori di stampa Canon installati. Certamente il numero si è un po’ ridotto negli ultimi anni, ma è un fenomeno diffuso: le nuove piattaforme sono molto più veloci delle generazioni precedenti ed è naturale che una di queste vada a sostituirne 4 o anche 6 di quelle precedenti. Qual è il segmento che traina il mercato? Il transazionale è sempre stato e continua ad essere il nostro “bread and butter”, ovvero la nostra attività vitale. Ma sappiamo che in molti segmenti del transazionale i volumi si assesteranno o decresceranno.

La nuova Océ ProStream aprirà le porte delle arti grafiche? Questa macchina è stata sviluppata con nuova tecnologia ad altissima risoluzione che strizza l’occhio ad applicazioni quali il direct mailing di alta qualità e le arti grafiche in senso ampio, come la stampa commerciale, i libri, l’editoria scolastica. ProStream è certamente meno focalizzata sulla stampa transazionale e più sul mercato delle arti grafiche. Quanto è importante l’integrazione tra hardware e software? Noi ci basiamo sostanzialmente su due principi: da una parte pensiamo che il software – nel nostro


eventi

|| La piattaforma Domino K630i è stata presentata a Lucerna, in combinazione con il sistema di taglio Hunkeler

Domino scommette sulla crescita del digitale nel book printing e a Lucerna porta la piattaforma inkjet monocromatica K630i Dopo il debutto del 2015, quest’anno il costruttore inglese è tornato agli Innovationdays con il sistema di stampa monocromatico K630i, utilizzato per l’occasione per la stampa di libri. Si tratta di una piattaforma single-engine duplex estremamente

compatta, in grado di stampare fino a 150 m/min. Equipaggiata con teste Kyocera con risoluzione di 600 x 600 dpi con 4 livelli di greyscale, K630i utilizza inchiostri sviluppati e prodotti interamente da Domino. “Il mercato della stampa di libri black & white

è molto interessante per noi”, fa sapere Bryan Palphreyman, Product Manager di Domino Digital Printing Solutions. “È vero che nel complesso il mercato della stampa dei libri è in flessione dell’8% annuo – osserva – ma allo stesso tempo il digital printing

in questo settore oggi rappresenta il 20% del mercato, e cresce del 40% anno su anno”. In futuro non mancheranno sorprese: la scommessa di Domino sarà quella di efficientare al massimo l’intero processo di produzione. www.domino-printing.com

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eventi

intervista a Giorgio Copellotti Sales Area Manager Document, Italy & Switzerland di Xeikon

“L’utilizzo del quinto colore permette di creare prodotti unici e non falsificabili”

Agli Hunkeler Innovationdays avete giocato il ruolo degli outsider... In un evento targato inkjet, noi abbiamo deciso di rispondere suonando la nostra musica. I nostri sistemi di stampa a toner non sono pensati per una produzione massiva – pur raggiungendo velocità di 20 m/min – ma si distinguono nettamente per il livello di qualità che sono in grado di offrire. Sono adatti ad applicazioni ad alto valore aggiunto, in particolare a prodotti che coniugano il valore estetico con le esigenze di anticontraffazione. Quali caratteristiche rendono le vostre macchine uniche? Sicuramente l’utilizzo del quinto colore, che si somma alla quadricromia. È possibile configurare la macchina con una tinta spot nella stazione frontale e un toner trasparente che riflette la luce UV nella stazione posteriore. La tinta spot permette sia di ampliare il gamut cromatico,

sia di creare un prodotto difficilmente riproducibile. Il toner trasparente consente di stampare testi e immagini che diventano visibili solo sotto una fonte di luce UV, permettendo così un rapido check dell’autenticità del documento. Quali sono dunque i segmenti di mercato più interessanti? Le applicazioni per la sicurezza rappresentano un settore molto appetibile per noi perché ci permettono di esprimere al meglio i nostri punti di forza. Ma ci sono altri segmenti molto interessanti, anche in Italia, come il direct mailing. Si pensi alle campagne oneto-one dei supermercati e alla possibilità di creare tagliandi personalizzati con gli sconti. Un altro segmento con ottime potenzialità di crescita è quello dei bugiardini dei prodotti farmaceutici, che oggi possono essere valorizzati con l’utilizzo dei colori. Le nostre macchine hanno il

vantaggio di poter gestire senza problemi anche carte leggerissime, fino a 40 g/m2, tipiche dei foglietti illustrativi. Quali materiali siete in grado di gestire? La nostra tecnologia a toner è in grado di stampare su tutti i tipi di carte, trattate o non trattate, nonché sulla patinata offset. Mettiamo a disposizione dei nostri clienti una libreria online costantemente aggiornata con tutte le tipologie di carte che le nostre macchine sono in grado di gestire. Qual è la vostra filosofia in tema di software? Il software è lo strumento chiave che va a capitalizzare tutto il potenziale offerto dalle macchine. Tra le altre caratteristiche, è utile sapere che il nostro front-end X-800 è stato sviluppato per essere compatibile con qualunque ambiente di lavoro preesistente, nonché con applicazioni di terzi.

Xeikon resta fedele al toner e conquista le applicazioni per la sicurezza In un panorama in cui l’inkjet è ormai predominante, Xeikon resta fedele al toner, e durante gli Hunkeler Innovationdays dimostra tutto il virtuosismo della sua tecnologia con la macchina a bobina 9800 duplex. Con una risoluzione nativa di 1.200x3.600 dpi, Xeikon 9800 è in grado di offrire una qualità di stampa fotografica, adatta per la

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produzione di libri illustrati, copertine, album, manuali tecnici, brochure, foglietti illustrativi. Ma non solo. L’estrema precisione nella riproduzione dei dettagli e l’utilizzo di un quinto colore con un’ampia gamma di opzioni (tra cui tinte piatte, Pantone, SuperBlack, MatteSilver o il toner trasparente fluorescente UV) rende questa macchina ideale per

applicazioni che richiedono una stampa molto elaborata o difficilmente imitabile. Xeikon 9800, ad esempio, è in grado di stampare microtesti che possono contenere informazioni utili per la tracciabilità o l’identificazione di prodotti farmaceutici o cosmetici di fascia alta. Per proteggere l’autenticità è anche possibile utilizzare guilloches (decorazioni

arabescate composte da linee ondulate con trama ripetibile), effetti fluorescenti visibili ai raggi UV, barcode, immagini nascoste e altre soluzioni avanzate per l’anticontraffazione. www.xeikon.com || In basso, Xeikon 9800 e un esempio di ticket prodotto con l’utilizzo di toner trasparente anticontraffazione


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tecnologie Dal debutto nel ‘2000 Inca Digital ha creato tre generazioni di sistemi flatbed, oggi basati su tecnologia Fujifilm. Un binomio d’eccellenza pronto a conquistare l’Italia

Fujifilm Italia con Onset X propone l’inkjet industriale scalabile e “full service”

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i sono tecnologie e prodotti che fanno velocemente breccia nel cuore di certe categorie di utilizzatori. Ce ne sono altre che impiegano molto più tempo per affermarsi. Questo dipende da molti fattori, che includono l’oggettiva bontà di un prodotto, la sua capacità intrinseca di rispondere all’esigenza di una specifica categoria di utenti o alle istanze di una particolare area geografica. Molti di voi ricorderanno l’effetto dirompente generato dalla prima generazione di sistemi inkjet tar-

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gati Inca Digital: quella Eagle 44 che a molti deve essere sembrata un miraggio, con il suo particolare sistema di movimentazione del materiale e prestazioni talmente estreme da risultare a tratti futuristica, con quel formato di stampa atipico, di derivazione più serigrafico/cartotecnica e di stampo anglosassone, al punto da essere poco compresa alle nostre latitudini. D’altra parte prodotti visionari come visionario è il suo co-fondatore Bill Baxter, che abbiamo recentemente intervistato per la nostra rivista Industrial Dots. Mentre Eagle 44 ha incontrato velocemente favori e

successo commerciale in alcune aree d’Europa - a partire dal Regno Unito, sua country d’origine - l’accoglienza in Italia è stata più tiepida. Eppure la ricerca e sviluppo è proseguita incessantemente nell’ultimo decennio, con il lancio e il continuo perfezionamento di Onset. Una piattaforma che mutua l’esclusiva architettura di movimentazione del materiale che è alla base dell’engineering Inca, ma che introduce un nuovissimo concetto di modularità e scalabilità, tutto basato sulla tecnologia inkjet di Fujifilm, insieme ad esclusive opzioni di automazione nel carico


tecnologie

intervista a Roberto Gambarotta Product Specialist Inkjet, Fujfilm Italia

“Una macchina come Onset X si discosta molto sia dalle tradizionali macchine con conveyor belt che dalle flatbed tradizionali, introducendo valori e vantaggi unici”

Come stanno reagendo le aziende grafiche e cartotecniche italiane di fronte alla nuova strategia di Fujifilm sull’inkjet? C’è un misto di sorpresa e di curiosità, che infine si traduce in un grandissimo interesse. Troppi ancora ignorano che Fujifilm è una delle pochissime aziende globali che sviluppa e produce teste di stampa industriali per applicazioni scanning e singlepass, chimiche d’inchiostro inkjet sia UV-curable che base acqua, così come piattaforme hardware e software ad alte prestazioni. È una storia straordinaria che conta più di mille brochure di prodotto, specie per un imprenditore che sente la responsabilità di disegnare il futuro della propria azienda. Quali invece i principali limiti che state incontrando? Negli ultimi due decenni Fujifilm è stata vista come un partner d’eccellenza nell’ambito dei consumabili per le arti grafiche. Quando parliamo a clienti e prospect italiani delle nostre piattaforme professionali scontiamo un gap di storicità e di base installata . Eppure tecnologie come Inca Onset e Jetpress sono ormai consolidate e ampiamente utilizzate, in Europa e nel mondo. Ma fa parte del gioco e ci spinge ad essere ancora più

e scarico del materiale. Al punto da averla trasformata in uno strumento di stampa e decorazione capace di esprimersi al massimo in un mercato esigente come quello cartotecnico, ma anche in aree dell’industria che stanno seriamente valutando di rimpiazzare la serigrafia. A supportarla in Italia oggi c’è la stessa Fujifilm, a piena garanzia di visione globale ed efficacia locale.

Verso la produzione industriale, non solo nell’industria L’aggettivo “industriale” è ormai tra i preferiti degli operatori e vendor del printing, spesso utilizzato a sproposito per definire piccole applicazioni decorative che fuoriescono leggermente dal tradizionale business della grafica.

professionali ed esaurienti nelle attività di analisi, validazione e dimostrazione. Siamo entusiasti e fiduciosi nelle potenzialità della nostra tecnologia: finora dove ci siamo trovati in concorrenza e dove è stata fatta un’analisi approfondita da parte del cliente, siamo spesso risultati vincenti sulla concorrenza, in particolare a fronte di esigenze estreme di color matching e di raggiungimento degli standard Pantone. Quanto contano test e demo? Come li gestite? In Fujifilm Italia abbiamo costituito un team di specialisti dedicato all’inkjet, che ci consente di rispondere in modo puntuale e convincente alle richieste dei clienti, formulando per loro configurazioni e workflow personalizzati. Tutte le attività di testing e dimostrazione sono invece gestite a livello europeo. Presso l’Advanced Printing Technical Center a Bruxelles è sempre installata una Onset configurata in modalità semi-automatica. Presso la nostra fabbrica di inchiostri inkjet di Broadstairs in UK abbiamo poi una seconda unità, destinata alla ricerca e sviluppo e alla verifica massima compatibilità delle chimiche d’inchiostro con il materiale del cliente. Vengono fatti numerosi test che vengono sottoposti al cliente, alla fine viene effettuata una demo.

Come dimostrano esperienze imprenditoriali di successo che vedono protagonista la tecnologia inkjet – sempre più diffuse anche in Italia – la vera industrializzazione di un processo di stampa implica invece la capacità di gestire volumi rilevanti, integrare e governare le fasi che stanno prima e dopo la stampa, rendere la produzione prevedibile e ripetibile, se necessario automatizzare e quindi rimpiazzare la forza lavoro umana con dispositivi automatici nei processi a basso valore aggiunto, come l’alimentazione del materiale. L’esigenza di industrializzare è sempre più diffusa, non solo in settori già sensibili come quello cartotecnico, ma anche presso i grandi clienti del Sign & Display che anno dopo anno vedono crescere i propri volumi, al punto da trovarsi a gestire basi installate ampie e più o meno eterogenee.

La concorrenza sulle macchine UV di fascia alta è agguerrita. Cosa vi rende unici? Anzitutto una macchina come Onset si discosta molto sia dalle tradizionali macchine con conveyor belt che dalle flatbed tradizionali, introducendo valori e vantaggi unici. Mi piace definire Onset X una stampante industriale anti-age, che consente al cliente di partire con una configurazione base e di crescere in modo graduale su tutti i fronti: numero di teste, numero di colori, tipologia di automazione e perfino livello di qualità. Quanto è forte la spinta sul costo di produzione? C’è una piccola porzione di operatori del display graphics che tenta ancora disperatamente di confrontare le tecnologie su ipotetici costi al metro quadrato. È una dinamica superata, che rifiutiamo perché non ha senso, specie su una tecnologia industriale. Al contrario ci sforziamo di determinare con precisione i consumi di ciascun cliente, facendo una valutazione analitica della sua applicazione presso il nostro centro di R&D. Onset X si rivolge infatti a quelle aziende della grafica e della cartotecnica che hanno ormai raggiunto volumi di produzione industriali e che vogliono affrontare le sfide del futuro in modo efficace e maturo.

Verso il single-pass? Lo sforzo dei principali costruttori negli ultimi anni è stato quello di sviluppare piattaforme inkjet sempre più performanti, sia di tipo “scanning” che costruiscono l’immagine in più passaggi del carrello, sia basate su architettura single-pass, ovvero con teste di stampa fisse disposte su barre sequenziali – una o più per ogni colore - fino a coprire l’intera larghezza di stampa, sotto cui il materiale – a foglio o in bobina – scorre ad alta velocità. Grazie alla tecnologia di teste di stampa e inchiostri inkjet Fujifilm, Inca Digital è da sempre in prima linea nella ricerca e sviluppo dell’architettura di stampa a teste fisse. Sebbene Onset X non si possa definire una vera e propria single-pass in quanto la costruzio-

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tecnologie

|| A sinistra, alcune delle configurazioni rese possibili dai 14 canali colore di Onset X. A destra, le tre tipologie di teste di stampa disponibili, con le relative dimensioni di goccia.

ne e la saturazione dell’immagine avvengono attraverso passate multiple del materiale sotto la print bar. Il risultato ottimale si può ottenere aumentando la frequenza di getto della testa, oppure aumentando il numero di passi. L’estrema velocità e precisione del movimento, anche in presenza di accelerazioni e decelerazioni repentine, sono garantite dai motori lineari magnetici. A titolo esemplificativo, Onset X3 raggiunge i 900 m²/ora, o per essere più precisi i 180 pannelli/ora. Ma sullo stand Fujifilm a drupa l’engine è stato spinto a ben 1.150 m²/ora, riducendo il numero di passi a 2 (anziché 4) e aumentando la quantità di inchiostro grazie alle funzionalità RID - Relative Ink Density.

Inchiostro: a ciascuno il suo Sebbene il design di Onset X nasca per un’ampia gamma di utilizzi, il sistema è personalizzabile al punto da soddisfare anche esigenze molto specifiche. A fare la differenza, come serigrafi e addetti ai lavori sanno bene, sono anzitutto gli inchiostri. E Fujifilm ne offre per Onset ben 5 diverse tipologiei. A partire dai tre più utilizzati: gli OW per applicazioni industriali che richiedono elevata adesione, gli OL (low odour) per applicazioni sul punto vendita, fino agli LM (low migration) che consentono di produrre packaging secondario senza contatto diretto col cibo. A questi si aggiungono gli OB, con cromie brillanti e ottima adesione, e gli OZ ad asciugatura rapida. La scelta viene fatta insieme al cliente sulla base della propria applicazione. Gli inchiostri vengono prodotti nello stabilimento Fujifilm di Broadstairs, UK (ex-Sericol) dove vengono prodotti tutti gli inchiostri a solvente e serigrafici della

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multinazionale. Gli inchiostri vengono spediti in poche ore ai clienti europei direttamente dal magazzino di Broadstairs, così che abbiano sempre la scadenza più lunga possibile, ma Fujifilm Italia dispone di uno stock locale di inchiostri e parti di ricambio per soddisfare eventuali richieste urgenti e non programmate.

Onset X cresce parallelamente alle esigenze dell’utilizzatore Onset X nasce da una struttura comune a tutti i modelli. Si può partire da un modello base con un numero limitato di teste e colori, per poi aggiornarlo continuamente fino al top di gamma X3. Tutte le macchine sono già predisposte con 14 canali colore, che vengono popolati con le teste di stampa al crescere delle esigenze dell’utilizzatore.

Tre tipi di testa, tre livelli di qualità e innumerevoli configurazioni di colore Onset è equipaggiata con le teste inkjet industriali Sapphire Q Class, prodotte da Fujifilm Dimatix in Nord America. Queste teste, costruite con tecnologia Silicon MEMS, sono disponibili in tre differenti versioni da 9, 14 e 27 picolitri: una scelta che viene fatta insieme al cliente e che, nel corso della vita della macchina, può essere rivista. Dopo aver scelto la qualità necessaria alla propria applicazione si passa quindi a definire la produttività richiesta, che tocca il massimo con l’installazione della tripla quadricromia. Chi invece vuole eccellere nella riproduzione di sfumature e incarnati può inserire Cyan e

Magenta light, mentre la scelta dell’arancio è quella giusta per chi necessita di ampliare la gamma di tinte Pantone. Infine bianco per la stampa di materiali scuri ed effetti speciali. Le teste Sapphire sono estremamente durevoli e robuste, grazie anche alla superficie antigraffio in silicio che protegge gli ugelli. La tecnologia inkjet Fujifilm prevede anche un avanzato sistema di mappatura degli ugelli, con un testo che identifica eventuali ugelli mancanti e provvede al cleaning o al rimpiazzo con ugelli efficienti. È importante sottolineare che il cleaning è effettuato tramite la nebulizzazione di uno specifico fluido e non implica consumi di inchiostro per le operazioni di “purge”. Nei casi più critici la mappatura riesce a coprire un numero rilevante di ugelli mancanti, garantendo qualità costante e assenza di banding e righe.Ogni singola unità di Onset X è controllata in remoto 24/7 direttamente da Inca, a piena garanzia che tutte le funzionalità della macchina siano operative.

Curing industriale e finiture gloss e matt Sebbene Fujifilm sia in prima linea nello sviluppo di inchiostri UV-curable per tecnologia LED, Onset X è dotata di lampade di asciugatura mercury disposte lungo l’intera barra di stampa, corredate di un efficace sistema di raffreddamento. Inca ha considerato questa come la soluzione più efficace per una perfetta asciugatura dell’inchiostro anche ad altissime velocità. La differente modulazione del curing consente altresì di ottenere una finitura della stampa gloss o matt, sulla base dei gusti del cliente e delle richieste del brand owner.


tecnologie Stampa su ogni tipo di materiale Onset X può alimentare materiali molto leggeri - a partire da un foglio di carta - fino pannelli di spessore 5 cm. Anche il peso del materiale, da molti considerato un limite per un’architettura come questa, è gestibile entro un ampio range grazie alla possibilità di regolare la velocità. Si va dai pannelli standard con peso massimo di 12 Kg, fino ai 70-90 Kg (e anche più), stampabili senza problemi a condizione di ridurre la velocità. La presenza di sistemi di controllo, sensori anti-crash e di un piano di alimentazione intermedio che “spiana” il cartone prima di metterlo in macchina, consentono di stampare cartoni ondulati e alveolari anche molto imbarcati. A stabilizzare il materiale in fase di stampa pensa invece il potente sistema di aspirazione a 25 zone indipendenti, che interagisce con i dispositivi di controllo e blocca all’istante la macchina nel caso in cui il vacuum dovesse presentare la minima perduta causata da sollevamento o altri fattori.

La sinergia Fujifilm/Inca a garanzia totale di uptime e assistenza Per chi fa produzioni industriali, magari operando su più turni, i fermi macchina sono un lusso inaccettabile. Per questo l’affidabilità di Onset X è stata portata ai massimi livelli e l’offerta include un programma di manutenzione annuale, che prevede un minimo di due check-up completi da parte di un tecnico. I livelli di assistenza previsti sono poi differenziati in base alle aspettative del cliente: Fujifilm offre differenti coperture in base al numero di visite, ai ricambi e al numero di teste eventualmente inclusi. Al team di assistenza tecnico nazionale di Fujifilm per l’inkjet, composto da 5 tecnici e coordinato da Roberto Feroli, si affianca sempre l’assistenza remota di Inca. Agli operatori viene erogato un corso base sull’uso e sulla manutenzione base della macchina e sulla pulizia teste. Fujifilm si occupa infine di supportare il cliente nella profilazione dei materiali del cliente e nella calibrazione iniziale del sistema.

Automazione on-demand

|| In alto, il sistema di alimentazione 3/4. In basso, l’innovativo sistema di cartico e scarico robotizzato dei pannelli

Onset X prevede differenti livelli di automazione, dal più “classico” sistema 3/4 per l’alimentazione di pannelli di massimo 10 Kg di peso, oppure un più sofisticato sistema robotizzato che moltiplica questo valore e consente di prelevare dal medesimo bancale fino a 4 formati pannello differenti. Il registro è garantito da un sistema di telecamere montate sul braccio del robot, che legge il bordo del foglio in due posizioni, muove i gruppi di ventose aspiranti (riposizionabili in base alle esigenze) su 6 assi e quindi deposita i fogli nella posizione desiderata sul piano di stampa con una precisione decimale. Rispetto ad un sistema di carico tradizionale, i fogli non hanno attrito tra loro e questo consente di lavorare materiali come lamiera e metallo. Un secondo robot, movimentato su 4 assi, scarica i pannelli e li deposita in ordine su un secondo bancale.

Fujifilm Italia S.S. 11 Padana Superiore 2/B 20063 Cernusco S.N. (MI) T: +39 02 929741 M: +39 348 7808145 roberto.gambarotta@fujifilm.it www.fujifilm.it

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idee per crescere Spesso, per orgoglio o per principio, preferiamo “spezzarci” piuttosto che “piegarci”. Ma nelle relazioni tra persone, può essere più fruttuoso porsi in ascolto e mettersi in discussione.

Flessibilità, ovvero la carta vincente nelle relazioni di Gianluca Ferrauto // ferrautogianluca@gmail.com

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rangar non flectar”, dicevano i latini. Ovvero “mi spezzerò ma non mi piegherò”. E se invece piegarsi fosse meglio che spezzarsi? Flettersi, cioè adattarsi, ascoltare pareri differenti, indagare per comprendere il pensiero altrui potrebbero risultare sinonimo di grande intelligenza. In altre parole, rigorosi sì, ma rigidi no: meglio rendersi disponibili, ascoltare e se necessario cambiare idea invece che restare fermi sulle nostre posizioni solo per puntiglio o perché non vogliamo darla vinta. Vero è che i principi hanno

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generato guerre e conflitti ma (forse) stiamo evolvendo. Pertanto, dobbiamo ammorbidire le nostre posizioni pur salvaguardando i nostri valori, approfondire la conoscenza e la comprensione di alcuni accadimenti affinché si possa crescere ed evolvere, sviluppando relazioni positive. L’immagine metaforica dell’iceberg che lascia scoperto solo il 10% della sua massa totale è ciò che accade anche a noi quando osserviamo superficialmente senza indagare o senza scoprire il restante 90% nascosto sotto il livello del mare. Proviamo a sintetizzare così: 10% è cosa vedo, 90% è perché vedo quella cosa.

Gianluca Ferrauto, dal ’76 all’84 giocatore di pallavolo semiprofessionista (ha giocato 8 anni in serie A), ha poi ricoperto ruoli dirigenziali in importanti compagnie italiane ed estere. È stato direttore generale in Condé Nast e amministratore delegato di Finservice (gruppo Cerved), per ricordare solamente qualche esperienza. Ha deciso di mettere a frutto come consulente la sua conoscenza di ogni sfumatura delle delicate dinamiche relazionali nel mondo sportivo e professionale. Ha attitudine al pensiero strategico, al lavoro di gruppo, alla gestione e al rafforzamento del talento. Come specialista delle relazioni, agisce accompagnando le persone in azienda in un percorso di sviluppo e acquisizione di autoconsapevolezza.


idee per crescere altri, oltre a come apprendere il linguaggio altrui. Il BTSA permette di potenziare l’efficacia comunicazionale ed entrare meglio in sintonia col nostro interlocutore.

Le quattro modalità relazionali

La flessibilità relazionale e mentale Basterebbe riflettere sul fatto che tutto cambia continuamente e che la flessibilità ci aiuterebbe a cogliere la parte migliore, quella buona del cambiamento. La flessibilità relazionale e mentale è utile per questo motivo: predispone positivamente, agevola le relazioni con gli altri aiutandoci a comprendere il perché di qualcosa, che sia un comportamento, una battuta o un gesto apparentemente incomprensibile, strano o inaspettato. Cos’hanno in comune le persone con cui ci relazioniamo in giorno, siano esse clienti, colleghi, amici o emeriti sconosciuti? La loro particolarità è che sono tutte diverse fra loro, hanno modalità di comportamento e di relazione differenti, nonché punti di forza e di debolezza diversi. Serve dunque un’abilità per riconoscere le diverse modalità di comportamento e riuscire ad entrare in sintonia con ciascuna di queste modalità. Questa abilità si chiama flessibilità relazionale e mentale. Questa differenza caratterizza tutti gli esseri umani: provate a ragionare su di voi, elencate i principali punti di forza e le aree di miglioramento, confrontateli con quelli di altre persone e verificate quanti sono uguali a voi. Nessuno? Molto probabile.

tà, della capacità di analisi, della capacità di sintesi, del pensiero strutturato e della capacità di schematizzare; nell’emisfero destro la sede dell’emotività, della creatività, del pensiero laterale, della capacità di ragionare per associazioni di idee, della comunicazione non verbale. Questa spaccatura, ormai nota a tutti, si è evoluta col tempo. Altri studiosi hanno elaborato teorie sul cervello e sulle modalità comportamentali. Un’importante psicologa e neurofisiologa di nome Katherine Benziger, anch’essa statunitense, ha studiato e promosso uno strumento molto valido per valutare in quale modalità ci relazioniamo con gli altri. Il BTSA (Benziger Thinking Styles Assessment) è uno strumento che aiuta le aziende, i gruppi di persone e i singoli individui a meglio comprendere il loro vero stile di pensiero naturale e quale impatto ha sugli altri. Fornisce inoltre valide indicazioni per comprendere come siamo visti dagli

Le modalità relazionali sono, in estrema sintesi, quattro: emotivo/armonico, creativo/ immaginifico, analitico/logico e ordinato/ procedurale. Emotivo, meglio definito come basale destro, questo tipo di pensiero specializzato cerca di armonizzare la singola parte rispetto al contesto. L’armonia è necessaria e fa sentire felici e stimolati. I basali destri hanno una caratteristica impressionante nell’adattare e percepire il proprio e l’altrui umore. Comprendono un repertorio di gesti verbali e non verbali in modo profondo. Quest’area della corteccia infatti è deputata al riconoscimento di volti, suoni e colori (se danneggiata non riconosciamo bene le persone). Creativo, meglio definito come frontale destro, questo tipo di pensiero riunisce più teorie in una unica soprattutto dal punto di vista spaziale. I frontali destri riescono a immaginare e a manipolare le immagini e lo fanno in modo brillante. Hanno una grande intelligenza spaziale. Sistemano gli elementi in pile fino a creare cataste strutturate, coerenti e stabili. Il vantaggio è che non hanno bisogno di etichette. Ordinato, meglio definito come basale sinistro, questo “tipo” cerca di ordinare in sequenza ciò che percepisce. Alfabetizza un insieme di file, esegue compiti step-by-step e ha una spiccata capacità di concentrarsi sui dettagli concreti. I basali sinistri sono formidabili nell’organizzare compiti di routine e gruppi di compiti di

Le prime teorie scientifiche Negli anni ‘80, Roger Sperry, neuropsicologo e neurobiologo statunitense, vince il premio Nobel per la medicina elaborando una nuova teoria riguardante l’evoluzione della mente umana, e per fare questo spacca il cervello in due, come una mela: individua nell’emisfero sinistro la sede della logica, della razionali-

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idee per crescere

routine. Lo fanno in modo assolutamente affidabile. Il “tipo” analitico, meglio definito come frontale sinistro, vede e sente le informazioni in maniera completa. Questo pensiero specializzato analizza e valuta ciò che percepisce riparandolo o rimettendolo a posto. Riesce a dare etichette e nomi e lavorare con la memoria per recuperare questi dati in modo eccellente. Questi dati saranno richiamati e ridiscussi con altri. Il frontale sinistro è capace di separare un intero nelle parti che

Obiettivo SMART n. 5: migliora la tua capacità relazionale Immaginate una situazione lavorativa nella quale dovete proporre una nuova macchina, una stampante di ultimissima generazione. Come possiamo sintonizzarci con il nostro interlocutore? Cosa pensate che egli valuterà per prima cosa? Quali caratteristiche dovrà avere la nostra macchina per essere comprata? Come posso proporla? Le persone sono diverse e dunque danno attenzione a caratteristiche diverse, dal prezzo all’affidabilità, dalla velocità di esecuzione alla sua manutenzione. Fate un check veloce e verificate se avete sempre agito così. Se invece preferite uscire dal vostro campo, immaginate di essere un’agenzia di viaggi che deve vendere un pacchetto vacanza. Come vendere a tutti i potenziali clienti, siano essi emotivi, logici/analitici, creativi oppure ordinati/procedurali? Le argomentazioni cambieranno o no? Fate un elenco di possibili argomentazioni e mettetele a confronto.

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lo compongono. Ha analisi critica, riesce a suddividere o raggruppare cose in categorie o elementi senza l’uso di linee guida stabilite.

Come si relazionano tra loro tipologie diverse? Se io sono un “emotivo”, quindi capace di armonizzare, di entrare in empatia dovendo relazionarmi con un analitico farò bene

a trovare ogni possibile contatto con la sua caratteristica di analisi critica. Allo stesso modo, se un ordinato incontra un creativo dovrà sforzarsi di essere meno procedurale, meno organizzato e dare piuttosto spazio alle immagini e alle metafore. Questi suggerimenti sono importanti perché risulta difficile che siano gli altri a modificare il loro comportamento: meglio se siamo noi a modificare il nostro. Questi brevi esempi, probabilmente non esaustivi, sono utili ad aprire la riflessione, ma lo strumento è molto complesso e ricco di variabili. Ad esempio, nel BTSA c’è anche chi vuole “falsificare il tipo”. Significa utilizzare una o più competenze non naturali per un così lungo periodo di tempo tale da identificarci con esse. Il risultato è un forte calo di energia, disorientamento, perdita del carattere e di autostima, insicurezza per ciò che si “è” e per ciò che si fa, oltre ad un forte calo di entusiasmo. Riconoscere costoro è molto importante, ma è anche possibile (per non dire frequente) che si espongano da soli facendosi riconoscere per quello che sono: poco affidabili, poco trasparenti e quindi negativi. La flessibilità relazionale e mentale è dunque un modo di porsi, un comportamento volto a comprendere prima di giudicare, un atteggiamento aperto, disponibile. Flessibili come l’erba che si piega senza essere spezzata o portata via dal vento forte che viceversa, sradica gli alberi e distrugge le case.


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idee per crescere Troppo spesso alcune tecnologie ultraversatili appaiono lo strumento giusto per conquistare senza sforzi nuove nicchie di mercato ad alta redditività

La stampante UV desktop, piccolo genio da valutare con cura e professionalità di Alessandro Bosco // www.consulenzaplotter.it

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egli ultimi anni le installazioni di stampanti UV desktop sono aumentate a vista d’occhio. Pur non trattandosi di una tecnologia recente (esiste già da anni nel campo serigrafico e tampografico) ha aperto le porte a nuove e interessanti nicchie di mercato. Uno degli aspetti più rilevanti è la possibilità di produrre piccole tirature in quadricromia su molti materiali e oggetti, eliminando il problema dei costi d’impianto tipici delle tecnologie di stampa analogiche che fino a qualche anno fa erano le uniche a permettere la stampa su oggetti promozionali. La tecnologia UV sta

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prendendo piede anche nel settore della personalizzazione dei gadget, un tempo dominato dalla sublimazione. Un esempio lampante è la stampa su cover per smartphone. Ovviamente, ogni tecnologia di stampa digitale o tradizionale ha i suoi vantaggi e svantaggi. Di certo, la possibilità di utilizzare effetti speciali come l’inchiostro gloss trasparente, anche per un solo pezzo, non è facilmente replicabile con le tecnologie analogiche. Inoltre, le dimensioni ridotte delle stampanti UV consentono l’installazione anche in aziende che hanno problemi di spazio (e non sono poche!). In questo articolo proverò a suggerire alcune riflessioni che sarebbe opportuno fare prima di un acquisto.

Affiatati nella vita e nell’azienda di famiglia, la palermitana Bosco Forniture Grafiche, i fratelli Bosco vantano competenze complementari. Con il suo brand “Sistema Consulenza Plotter” e un decennio di esperienza nel settore, Alessandro supporta ogni anno decine di aziende grafiche nella scelta della stampante più idonea per applicazioni e necessità specifiche. A sua volta Daniele, all’attivo oltre 14 anni di stampa digitale e di supporto telefonico a clienti di ogni tipologia e dimensione, ha scelto di specializzarsi nella consulenza su materiali di consumo ed espositori pubblicitari. Dal 2016, complici la loro contagiosa positività e voglia di comunicare, contribuiscono ad arricchire la “diversity” dei contenuti di Italia Publishers.


idee per crescere 5 errori di valutazione comuni Nella mia esperienza, su questa tipologia di stampanti, ho riscontrato degli errori di valutazione abbastanza diffusi. Il primo è la convinzione che un prodotto “bello” sia certamente vendibile. In realtà, non è così. Anche se la stampante offre un’ottima risoluzione e gli effetti gloss e embossing rendono un oggetto stupefacente, non è detto che il prodotto sia interessante per il tuo target. Il secondo errore è la stagionalità. Se compri una stampante per produrre gadget nel periodo ottobre-dicembre devi pensare a cosa fare nel resto dell’anno: senza una strategia definita il rischio è tenere la macchina ferma per molti mesi. Il terzo (e forse più rischioso) errore è pensare che l’UV possa stampare su tutto. È vero in parte. L’inchiostro viene polimerizzato e quindi fissato su un materiale tramite luce UV (LED), ma su alcuni oggetti non riesce a fare presa e si sfoglia. Quindi, per evitare brutte sorprese, bisogna sempre testare con attenzione i materiali prima dell’acquisto della macchina. Il quarto errore è sottovalutare il tempo che l’operatore impiega per le operazioni di carico e scarico dei materiali. Anche se è vero che “è il plotter a lavorare”, nel caso di stampe commerciali in cui una plancia può essere stampata in pochi minuti, l’operatore si deve dedicare al carico e scarico della dima. Non bisogna prendere alla leggera questo aspetto. Il quinto errore è una comunicazione alla clientela assente o troppo superficiale. Molto spesso vedo messaggi incentrati sull’acquisto della nuova stampante accompagnati da slogan come “stampiamo su tutto”. Ebbene, sarebbe più opportuno comunicare quali problemi puoi risolvere al tuo cliente grazie a questa stampante. Il cliente finale non è un tecnico, quindi che la stampante sia UV o utilizzi inchiostri a base

acqua cambia poco per lui. L’importante è fargli percepire i vantaggi che può ottenere stampando da te. L’errore più grande è non comunicare niente! Cosa che capita spesso quando non si possiede una lista clienti, e quindi anche mandare una semplice email diventa un’impresa titanica.

Produzione di massa o unicità? Le applicazioni più diffuse delle stampanti UV sono forse i gadget e le cover. È possibile realizzare piccolissime produzioni, ad esempio di 100 penne stampate in quadricromia, offrendo ai clienti prodotti di qualità a cifre contenute. Questa possibilità si sposa perfettamente con il trend del mercato odierno che richiede lotti di produzione sempre più piccoli ma acquistati con maggiore frequenza.

Con l’avvento di plotter UV desktop sempre più veloci (con doppia lampada), le produzioni si rivelano convenienti anche per tirature un tempo realizzabili solo in tampografia o serigrafia. Un altro parametro che gioca a favore di questa tecnologia è il minor consumo di inchiostro, se paragonato ad altre chimiche (ad esempio a base acqua), in quanto l’inchiostro non viene assorbito dal materiale, ma rimane in superficie. Inoltre, c’è la possibilità di creare pezzi totalmente unici, come nel caso degli album fotografici da matrimonio dove la stampa UV può essere utilizzata per impreziosire le copertine. Dunque, meglio puntare su prodotti unici, magari con lavorazioni più lunghe, oppure su quelli tipicamente commerciali e di massa? Non mi sento di dare una risposta secca, ma certamente differenziarsi nel mercato con prodotti “da battaglia” è molto difficile. Il giusto mix potrebbe garantire una diversificazione efficace. La vera sfida oggi è posizionarsi sul mercato in maniera differente e unica rispetto alla concorrenza.

Primer e materiali Hai appena letto che l’inchiostro delle stampanti UV desktop non fa presa su tutti i materiali. Questo dipende dall’adesione dell’inchiostro e dal materiale su cui si stampa. Se l’inchiostro non fa presa, la soluzione è utilizzare un primer. Ovvero una sorta di “colla” che aumenta la capacità di adesione di un inchiostro sulla superficie di un materiale. Alcune macchine possono stendere un primer “universale” direttamente sull’oggetto e successivamente stampare il colore. Questa

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idee per crescere Viceversa se stampi tanti oggetti di dimensioni ridotte in piccolissimi lotti puoi optare per una macchina più piccola e aumentare la frequenza di carico e scarico degli oggetti. Ovviamente ad ogni stampatore piacerebbe una macchina con la superficie più grande possibile e un’altezza di 30 cm, ma bisogna scegliere la soluzione migliore in base al rapporto tra caratteristiche tecniche e bugdet.

Mercato e soluzioni

soluzione fa risparmiare tempo all’operatore (che non deve stendere il primer sugli oggetti), ma dall’altra parte potrebbe non risolvere il problema della stampa su tutti i materiali. Infatti, lo stesso primer non può andare bene per vetro, ceramica, metalli e plastiche di diversa natura. La vera difficoltà, soprattutto di fronte a un materiale plastico, è capirne l’esatta tipologia: è un PVC o un PP? È trattato superficialmente? Rispondere a queste domande non è sempre semplice. In commercio puoi trovare diversi primer, il mio consiglio è quello di testare sempre prima di dare garanzie o fare l’acquisto. Se utilizzati su superfici lucide, i primer possono generare un effetto opacizzante al passaggio delle lampade UV, quindi ribadisco… testare!

puoi montare il bianco (utile per dare coprenza su materiali colorati o trasparenti), il gloss per lucidare particolari della grafica o creare il cosiddetto embossing, ovvero la stampa a rilievo. Puoi dedicare anche un canale colore al primer. La scelta dovrebbe essere basata sul tipo di cliente che vuoi servire e sulle sue esigenze. Ad esempio, se sei in grado di stampare sul 70-80% dei materiali che pensi di utilizzare, è meglio preferire i colori speciali che possono fare la differenza in molti lavori, rispetto al primer. Pensa ad esempio ad una cover con effetto in rilievo: ti puoi spingere là dove la sublimazione non può arrivare.

Scegliere tipologia di inchiostro e configurazione

Devi decidere anche qual è la superficie utile di stampa e l’altezza massima che ti può servire. Se devi stampare pezzi grandi e spessi sei obbligato ad aumentare la superficie e l‘altezza.

Gli inchiostri disponibili sul mercato si differenziano a seconda della flessibilità e dell’adesione. Scegliere con quale serie di inchiostri configurare la macchina è un momento importante perché determinerà la possibilità o meno di stampare su alcuni supporti. Un inchiostro troppo rigido applicato su ecopelle o su gadget “antistress” si spaccherà. Invece, un inchiostro molto flessibile è adatto per applicazioni “estreme” come la termoformatura, ma non per i pannelli. Per fare questa valutazione bisogna sapere con chiarezza quale sarà il proprio mercato. Una volta scelta la tipologia di inchiostri bisogna pensare alla configurazione di quelli speciali:

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Formato e altezza

Le stampanti UV di piccolo formato possono permetterti di raggiungere nuovi target, ma è indispensabile fare un’analisi di mercato preventiva. Focalizzarti su nicchie precise ti permette di comunicare chiaramente le soluzioni innovative che puoi offrire. Al contrario, se pensi di stampare “tutto per tutti” rischi di farti percepire dai clienti come uno dei tanti service. Ti consiglio anzitutto di analizzare cosa sia vendibile e in quali periodi. Questo ti garantisce di pianificare l’investimento. Ad esempio, se riesci a vendere targhe in plexiglass tutto l’anno, gadget stagionali e al contempo a coltivarti una nicchia di clienti privati che possano spendere cifre interessanti per lavori unici (ad esempio una foto su un plexi da 20 mm o una cover con effetti in rilievo) ti puoi garantire un lavoro continuo. Puoi anche puntare esclusivamente sui gadget e cercare clienti che ne hanno bisogno tutto l’anno, come gli organizzatori di eventi, convegni e fiere. Nella mia esperienza, l’acquisto di questa stampante dev’essere fatto se c’è una chiara idea del beneficio che porterà alla tua azienda. Un acquisto fatto per “provare a fare qualcosa di diverso” molto spesso si traduce in una macchina che resta quasi sempre spenta. Al contrario, una stampante UV può rappresentare un complemento eccellente per un’azienda grafica avviata, oppure un’ottima macchina d’esordio per un’attività che può valorizzare i suoi prodotti grazie alla stampa in quadricromia e agli effetti speciali.


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29a Mostra Convegno Internazionale di Comunicazione Visiva

29th International Trade Fair and Conference on Visual Communication

www.viscomitalia.it


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