Italia Publishers 04/2017

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MEETING LEADERS

Durst, nel cuore delle Alpi tra storia, ricerca, tecnologie e innovazione WHAT’S INSIDE

Stampanti ibride: versatili e vocate all’Industria 4.0

Italia Publishers - Anno XXIX - n° 04/2017 - Prezzo euro 10,00 - Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LOM/MI


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Aqua 250: Engico si conferma in prima linea nella rivoluzione digitale del cartone ondulato Lo scorso maggio è stato inaugurato il centro di condivisione esperienze Engico all’interno dell’azienda, poco distante da Milano. Si tratta non solo di un semplice centro demo quanto piuttosto di un luogo di condivisione esperienze, dove i visitatori avranno la possibilità di conoscere ed approfondire tutte le fasi di un workflow completo di stampa digitale, dove portare la propria esperienza, le proprie domande e le proprie criticità al fine di condividere la rivoluzione digitale con un partner aperto ad ascoltare le reali necessità del mercato. All’interno del centro è operativa una stampante digitale Aqua250. Vi invitiamo a contattare il nostro ufficio commerciale per programmare una demo dedicata sales.digital@engico.com

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advanced digital ink chemistry


sommario 04

EDITORIALE

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Ibrido è affascinante, vantaggioso, inevitabile

NEWS

6 |

Novità, tecnologie e tendenze dai player del mercato digitale

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WHAT’S INSIDE?

10 |

20 |

Stampanti ibride: versatili e vocate all’Industria 4.0

SUPPORTI

MEETING LEADERS

40 |

Il regno dell’inkjet si trova nel cuore delle Alpi ed è un mix di storia e innovazione

Carta, legno, “nidi d’ape” e nuove plastiche: il pannello esce dalla commodity

52 |

Ti-Vu Plast aggiunge esperienza e intelligenza all’honeycomb ecologico

EVENTI 24 |

IDEE PER CRESCERE

Show o non show, il futuro del printing passa solo dall’innovazione autentica

54 |

Devo o voglio farlo? Come trovare la motivazione

TECNOLOGIE

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32 |

WeMakers apre nuovi percorsi green nell’interior decoration e nel soft signage

Siete concentrati su di voi oppure sul vostro cliente?

66 |

34 |

Grafiche Lambro: con l’inkjet il workflow ibrido “perfetto” dal progetto alla fustella

Trattative di qualità per vendere meglio gli stampati? Non è impossibile

60 |

Il gigante italiano del direct marketing amplia il business e punta sul wide format

SPECIALI 38 |

2

La stampa digitale continuerà a erodere quote di mercato all’offset

FOCUS 58 |

Heleva è automazione universale per stampa e taglio

STRATEGIE 70 |

Perspective 2020: una ricerca su scala mondiale delinea la rotta di Durst verso il futuro


20

40

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Italia Publishers - Anno XXIX - n° 04 2017 Registrazione: Tribunale di Milano n. 74 del 12/2/94 Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Direttore responsabile Silvia Guglielmi silvia@densitymedia.com Co-editore Lorenzo Villa lorenzo@densitymedia.com Responsabile operativo Gabriele Lo Surdo gabriele@densitymedia.com

Redazione Roberto Bonsignore roberto.b@densitymedia.com Caterina Pucci caterina@densitymedia.com Hanno contribuito Luis De Nolf Gianluca Ferrauto Matthew Parker Smither Pira

Pubblicità marketing@densitymedia.com

Amministrazione Manuela Spatola manuela@densitymedia.com

Copertina Genuine Roman Art www.genuineromanart.com

Stampa Unigrafica - Gorgonzola (MI) www.unigrafica.it

Tiratura 5.000 copie

Italia Publishers è stampato utilizzando energia elettrica green, proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili.

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density trade magazines for enthusiasts Via Carlo Torre, 29 - 20143 Milano density@densitymedia.com - +39 329 7874378

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editoriale di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com

Ibrido è affascinante, vantaggioso, inevitabile Un aggettivo prevedibile, cui ultimamente – complice l’industria automobilistica – abbiamo imparato a dare un significato nuovo. Un’auto ibrida ha due motori, uno termico e uno elettrico, che operano in modo sinergico, garantendo efficienza, recupero dell’energia e consumi ridotti in ogni contesto. Nel packaging, che abbiamo trattato nel numero di inizio anno, il trend è sempre più quello di affiancare linee flexo e offset con tecnologie inkjet o elettrofotografiche, che talvolta vengono addirittura integrate a bordo delle macchine analogiche. Non dissimile è il mercato del commercial printing, a tutt’oggi dominato dall’offset, dove la competizione analogico/digitale si è evoluta in una coesistenza imprescindibile. A pagina 12 di questo numero analizziamo poi un’altra forma di ibridazione, che riguarda quelle stampanti inkjet di grande formato progettate per alimentare materiali rigidi e flessibili. Dotate di un conveyor belt per il trasporto dei pannelli e di avvolgitori motorizzati per le bobine, esse sono appunto definite “ibride”. Ma è forse osservando il mondo animale e vegetale che l’aggettivo ibrido rivela il suo significato più autentico e ci parla dell’incrocio di diverse specie. Guardando alle aziende del printing, ai loro modelli di business e talvolta anche alle loro storie societarie e imprenditoriali, ci accorgiamo che la nostra è ormai un’industria prevalentemente ibrida. Tralasciando qualche gruppo industriale – sempre più raro a dire il vero – ancora iper-specializzato nella stampa di alti volumi di periodici, packaging, etichette o shopping bag, quasi tutte le piccole e medie imprese e gli online printers sono di fatto provider di prodotti e servizi per la comunicazione a 360°. Esse sono spesso la sommatoria di due o più anime produttive, di cui conservano intatte le specificità e le competenze, incrociandole. Ne trovate un esempio emblematico a pagina 60, dove vi raccontiamo l’evoluzione della veronese Leaderform e del suo brand Extremeprinting. I modelli di aggregazione, collaborazione, coesistenza e valorizzazione reciproca sono una realtà da metabolizzare e valorizzare, non solo nei nostri articoli ma tra le aziende, i professionisti e le reti vendita del nostro settore.


news Pixartprinting lancia il progetto di content marketing “Berlin Lines” Ogni fermata ha un volto, e ogni volto una storia, una palette di colori e uno stile tipografico. Il nuovo progetto di content marketing “Berlin Lines” lanciato da Pixartprinting, l’azienda italiana leader del web to print, ha come protagonista la celebre metropolitana di Berlino. Si tratta di 20 storie, i cui protagonisti sono abitanti della città associati a una fermata della U-Bahn, raccontati attraverso gli scatti del fotografo tedesco Sebastian Spasic. Concepito per toccare tutti i temi cult per i professionisti della grafica e della creatività, lo storytelling analizza gli aspetti tipografici e

gli accostamenti cromatici che contribuiscono a definire lo stile delle stazioni rivelando il motivo per cui i personaggi sono legati alle fermate in cui sono ritratti. Il progetto, ideato dal reparto marketing dell’azienda, vuole offrire ai professionisti della comunicazione e della stampa fonti di ispirazione per alimentare la loro creatività. “Gli argomenti, affini al nostro core business, sono affrontati con originalità e narrati utilizzando con estro e professionalità tutti i media digitali”, afferma Paolo Roatta, amministratore delegato di Pixartprinting. www.pixartprinting.it

|| Gli scatti di Sebastian Spasic ritraggono 20 abitanti della capitale tedesca. Ciascuno di essi, per storia personale e stile, è associato ad una fermata.

I film Avery Dennison si vestono di novità a FESPA 2017 “Transforming for you” è il tema scelto quest’anno da Avery Dennison, che ha deciso di puntare tutto sulla sperimentazione per offrire ai propri clienti sempre nuove opportunità di business. Una strategia emersa anche a FESPA 2017 dove Avery Dennison ha presentato cinque innovativi prodotti. Cavallo di battaglia è stata la nuova serie digitale per il wrapping MPI 1105. Grazie alla tecnologia Easy Apply RS, infatti, i nuovi film per il rivestimento dei veicoli assicurano elevati

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livelli di stampabilità, qualità dell’immagine, conformabilità 3D ai materiali, durevolezza e adattabilità a rivetti e ondulazioni. Nel settore dell’architectural, è stata presentata la serie di film da esterni ad elevata coprenza 5600 LD Translucent Films, i Facade Film per la decorazione degli edifici. La serie Supreme Wrapping Film si arricchisce inoltre di 18 nuovi colori che ampliano la gamma di tonalità disponibili a oltre 100 colorazioni. www.averydennison.com

HP Latex Print and Cut 315 e 335: semplici, efficienti e produttive In anteprima mondiale a ISA Sign Expo 2017 ed europea a FESPA 2017, HP ha presentato le soluzioni HP Latex Print and Cut 315 e HP Latex Print and Cut 335, rispettivamente con luce di stampa da 137 e 163 cm. Il principale vantaggio offerto è la possibilità di stampare e tagliare simultaneamente, aumentando la produttività ed evitando colli di bottiglia. Inoltre la tecnologia HP Latex, grazie all’asciugatura istantanea dell’inchiostro, consente di eliminare i tempi di attesa tra stampa e taglio. Il

software HP FlexiPRINT and Cut RIP gestisce il processo da un’unica postazione e in soli cinque passaggi, rendendolo semplice e intuitivo per l’utente. Il sistema ottico OPOS garantisce precisione di taglio anche per lavori molti lunghi e individua automaticamente i file da produrre leggendo i codici a barre presenti sulle stampe. Le due soluzioni brillano dunque per versatilità e sono ideali per entrare o crescere nel poliedrico mercato delle applicazioni sagomate. www.hp.com


news Grafica Sette verso nuove vette di creatività con Kodak NexPress ZX 3300 Quando la stampa diventa qualcosa di più di una professione nascono realtà come Grafica Sette, fondata nel 1977 a Bagnolo Mella (BS). Per trent’anni la stampa offset ha rappresentato il core business dell’azienda. Tuttavia, nell’ultimo decennio, la rapida evoluzione del mercato ha convinto la proprietà a differenziare l’offerta introducendo progressivamente tecnologie di stampa digitale e dando vita alla

divisione creativa Seven Media Lab. Gli scorsi 9 e 10 giugno, l’azienda ha aperto le porte a partner e clienti per festeggiare i suoi quarant’anni e presentare la neoinstallata stampante digitale Kodak NexPress ZX 3300. L’introduzione di questa nuova macchina si inserisce in una strategia per il futuro volta ad ampliare la gamma di applicazioni disponibili e rispondere in maniera più articolata alle

esigenze dei clienti. Le numerose opzioni di nobilitazione e la possibilità di stampare in formato extralungo hanno consentito a Grafica Sette di realizzare applicazioni differenzianti di alto valore. La flessibilità della macchina riduce, inoltre, i tempi di sviluppo di nuove idee creative, dando ai designer la possibilità di sperimentare soluzioni estetiche, realizzare rapidamente bozze e proporre ai clienti mock

up fedeli al definitivo. Dall’installazione della macchina, a dicembre 2016, Grafica Sette ha visto aumentare considerevolmente le commesse. Alcune delle applicazioni realizzate con Kodak NexPress ZX 3300 sono state esposte al Cosmoprof di Bologna, riscuotendo notevole interesse e confermando la volontà dell’azienda a proporsi in nuovi mercati. www.graficasette.it

|| A sinistra, Alfredo Lorenzini di Kodak e Remo Cattina di Grafica Sette posano davanti alla nuova Nexpress ZX 3300. Qui sopra, alcuni sample realizzati per dimostrare le potenzialità della stampante agli ospiti dell’open house.

NUOVA FOTOBA XLD320HS Taglierina X/Y per bobine fino 3,2 m di larghezza • Altissima produttività

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news Durst Tau 330/OMET Xflex X6: il label printing ibrido a Interpack A Interpack 2017 abbiamo gustato le potenzialità dell’integrazione tra Durst Tau 330 e OMET Xflex X6. Questo sistema di stampa ibrido combina la versatilità della stampante inkjet UV Durst Tau 330 e le possibilità applicative dei sistemi tradizionali di stampa e finitura narrow web OMET. Tau 330 è stata presentata in linea tra due moduli flexo Xflex X6, destinati rispettivamente al priming e alla verniciatura. Una combinazione che apre a una moltitudine di lavorazioni, anche su supporti economici. Durst ha inoltre presentato il nuovo software

Durst Workflow per la stampa di etichette. Basato su browser, permette l’accesso da ogni tipo di device. Esso pilota tutte le fasi di prestampa, la rasterizzazione e la gestione dei colori. Presenta, inoltre, funzioni che ottimizzano i consumi, come l’esclusione automatica della stampa di parti esterne all’area di taglio, il calcolo dei costi e la gestione semplificata dei dati variabili. Durst ha mostrato infine la sua piattaforma web-toprint, importante strumento con cui visualizzare l’anteprima dei prodotti e ordinarli online. www.durst.it

Pure Digital: lo show che non c’era, tra stampa digitale e creatività I creativi non si interessano alle tradizionali fiere del printing? FM Brooks lancia lo show Pure Digital che si propone di celebrare il meglio del design creativo, sfruttando le innumerevoli possibilità applicative della stampa digitale. “Vogliamo fare da catalizzatore delle energie provenienti da questi due mondi, evidenziando le potenzialità della stampa digitale e creando nuove opportunità di business” spiega Frazer Chesterman, cofondatore dell’evento. A parlare saranno direttamente le applicazioni, realizzate con stampanti digitali per settori

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come arredamento, packaging, campagne pubblicitarie, vendita al dettaglio. Inoltre, i professionisti delle arti grafiche e del design potranno dialogare con stampatori, costruttori e rivenditori per informarsi sulle tecnologie più innovative sul mercato e valutare le soluzioni più adeguate alle loro necessità. Pure Digital invita i creativi a lasciarsi ispirare, ripensare le proprie strategie di business e abbracciare la rivoluzione innescata dalla stampa digitale. L’appuntamento è dal 17 al 19 aprile 2018 al RAI di Amsterdam. www.puredigitalshow.com

|| Da sx, Alessandro Manes, CEO di Aleph, e Andrea Negretti, nuovo International Sales Manager di Aleph, a FESPA 2017. Sullo sfondo la stampante Aleph LaForte.

Aleph, due novità per entrare tra i big globali del textile printing Il costruttore comasco di tecnologia inkjet Aleph mette a segno due colpi che daranno slancio alla sua crescita internazionale. Il primo è l’ingresso nel capitale del gestore di fondi Wise SGR con una quota di maggioranza. Il secondo è l’ingresso in azienda di Andrea Negretti, quale nuovo International Sales Manager. Nella stampa tessile digitale Negretti vanta un’esperienza internazionale ultraventennale, costellata di successi. “Credo profondamente nel progetto LaForte perché stabilisce un nuovo standard nella tecnologia

di stampa digitale“ – commenta Negretti. Ma è l’ingresso del nuovo investitore a dare un nuovo grande respiro ad Aleph, il cui management potrà concentrarsi sull’R&D e sullo sviluppo dei prodotti e del business globale. Alessandro Manes, CEO di Aleph, afferma: “Wise ha una conoscenza significativa del nostro settore e un record di successo nel sostegno alle PMI come noi in un business crescente, attraverso miglioramenti delle operazioni, internazionalizzazione e acquisizioni”. www.alephteam.com


news

31 tecnologie innovative premiate a FESPA con gli EDP Awards 2017 Dieci anni sono un traguardo importante, che insieme ai nostri partner europei della European Digital Press Association (EDP) abbiamo voluto vivere con sobrietà, regalando alla nostra associazione un nuovo logo e concentrandoci sulle sfide del futuro. Tra tutte la responsabilità di essere i portavoce della trasformazione digitale della nostra industria in un’Europa sempre più grande e complessa.

Ma anche il non facile compito di identificare e premiare le tecnologie più innovative, performanti e con il maggiore potenziale di sviluppo. Capite bene quanto sia complesso arrivare a definire un prodotto “il migliore” nella sua categoria. A questo scopo abbiamo creato gli EDP Awards, che oggi a buona ragione possiamo considerare i technology awards europei più rilevanti nell’ambito delle tecnologie di

produzione per il printing. E per dare maggiore consistenza alle nostre preferenze – che vengono discusse e poi votate democraticamente dai membri dell’associazione – abbiamo incaricato un comitato tecnico in grado di argomentare e supportare le scelte degli editori di EDP nell’assegnazione dei premi. I prodotti premiati nel 2017 sono stati ben 31, in altrettante categorie che includono sistemi

di stampa e finishing, soluzioni software e consumabili. E se alcuni brand sono ormai una presenza fissa con le proprie tecnologie - HP, Durst, Esko, Canon, Roland, Mimaki, Ricoh e altri - come sempre non sono mancati outsider capaci di esprimere autentica innovazione. www.edp-award.com || In alto, i vendor premiati durante la cerimonia degli EDP Awards 2017

ATPcolor srl Via Mascagni, 42 - 20030 SENAGO (MI) ITALY Tel. +39 02 9986777 - https://www.atpcolor.it - info@atpcolor.it

9 Triple purpose printer: Fabric Off Line Fixation / Fabric In Line Fixation / Sublimation Paper


What’s inside

Nate come compromesso tra rigido e flessibile, le stampanti ibride sono sempre più ambite e “industriali”

Stampanti ibride: versatili e vocate all’Industria 4.0

S

tate affacciandovi per la prima volta al mondo della stampa in piano? Oppure siete alla ricerca di una soluzione industriale per produrre applicazioni su materiali rigidi in elevati volumi? Ebbene avete qualcosa in comune. Una stampante ibrida potrebbe essere la soluzione che fa per voi. Per chi ha storicità nella stampa di grande formato roll-to-roll, padroneggiare la realizzazione di applicazioni su materiali rigidi richiederà tempo. La flessibilità di una stampante ibrida permetterà di affrontare questo percorso al ritmo che si preferisce. Essa potrà infatti accogliere il carico di lavoro precedentemente assegnato a sistemi roll-to-roll e al contempo affrontare un crescente volume di stampa su pannelli. Spesso i costruttori di sistemi di fascia medio-alta sviluppano versioni più o meno performanti delle loro stampanti, così da renderle accessibili anche a chi inizialmente ha esigenze più contenute. Appositi kit permettono inoltre di aggiornare alle versioni superiori le stampanti già installate. L’utente finale può così affrontare investimenti a misura delle proprie tasche e crescere quando ne ha bisogno. Per rispondere alle esigenze dell’utenza industriale i sistemi ibridi high-end offrono velocità di stampa oltre i 1.000 m2/h e la possibilità di automatizzare completamente la produzione, integrandosi in linea con dispositivi di terze parti. Infine essi sono spesso predisposti per comunicare bidirezionalmente con MIS, ERP e altri software gestionali così da garantire una migliore integrazione delle fasi di stampa all’interno della produzione.

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Dal pannello alla bobina, nella gestione ibrida sono i dettagli a fare la differenza L’architettura delle stampanti ibride è l’elemento che più caratterizza queste macchine, quello che permette loro di gestire sia materiali rigidi che flessibili. Il carrello di stampa si muove in maniera orizzontale, mentre la movimentazione dei supporti è affidata ad un conveyor belt abbinato a un piano aspirante o, più raramente, a pinch roller. Questo sistema trasporta attraverso la macchina i pannelli o i materiali in bobina, coadiuvando lo svolgitore e il riavvolgitore motorizzati. La precisione del sistema di trasporto è importante tanto quanto la presenza di strumenti che assicurino il corretto posizionamento dei supporti sul tappeto. Pin di registrazione, sistemi di messa in battuta e guide laterali sono fondamentali per la corretta alimentazione dei pannelli, soprattutto quando è necessario mettere in battuta due o più pannelli affiancati. Allo stesso modo, per alimentare materiali flessibili soggetti a variazioni dimensionali, è bene che la macchina disponga di riavvolgitori e svolgitori motorizzati, dotati di sistemi di controllo del tensionamento dei materiali.


what’s inside Carico e scarico automatico: per molti, ma non per tutti

Le teste di stampa non sono tutte uguali: cosa c’è da sapere

Sono anzitutto i modelli a più elevata produttività a rendere suggeribili o indispensabili sistemi automatici o semiautomatici di carico e scarico dei pannelli, per lavorazioni non presidiate o estremamente semplificate per l’operatore. Questi sistemi vanno scelti in base alla loro affidabilità, precisione, versatilità e autonomia. I primi due fattori richiedono l’utilizzo di strumenti di registrazione, sia elettronici che meccanici, come sensori laser e pin retrattili o removibili. Anche poter gestire più pannelli affiancati è un fattore rilevante, per sfruttare appieno la produttività e il formato della stampante. L’autonomia produttiva, direttamente proporzionale alla capacità del feeder e dello stacker, è altrettanto importante.

Le teste di stampa non possono generalmente essere scelte dal cliente. È bene, però, conoscere qualche nozione utile a capire come e perché questi componenti possono fare la differenza. E perché il loro costo e la loro longevità possono variare sensibilmente. Sono molti i fattori da considerare. Ad esempio, più elevata è la densità di ugelli (per cm o per pollice) tanto più alta è la risoluzione nativa. La frequenza di getto, invece, influisce sulla velocità di stampa, mentre la tecnologia di goccia variabile ha un impatto sulla qualità finale percepita. Se una goccia più piccola è vitale per riprodurre microtesti e passaggi tonali morbidi, una goccia grande è d’aiuto nei fondi pieni. Una testa inkjet robusta e ben progettata richiede poi minori cicli di pulizia e manutenzione, migliorando l’uptime e riducendo i costi.

La sfida delle chimiche d’inchiostro “universali” Quasi tutte le ibride in commercio utilizzano inchiostri UV-curable, solo apparentemente simili a quelli in uso su piattaforme flatbed (a piano fisso) e roll-to-roll. La necessità di stampare sia su supporti rigidi che flessibili implica infatti un’ottimizzazione della chimica, cui vengono solitamente aggiunte sostanze promotrici di adesione e altre in grado di conferire all’inchiostro asciutto maggiore resistenza ai successivi step di lavorazione. La difficoltà è trovare il giusto mix tra adesione e flessibilità, per ottenere una stampa resistente a pieghe, cordonature, tagli e fresature. Per questo la ricerca si sta orientando verso l’ibridazione tra l’UV e le chimiche a base acqua, che consentiranno una flessibilità oggi difficilmente ottenibile, gamut cromatici ampi, assenza di odore e di migrazione.

Da sempre allineate alla logica della produzione smart

Tra rigido e flessibile, quando il software semplifica la vita

I sistemi ibridi, grazie alla loro architettura modulare, sono da sempre ideali per essere inseriti all’interno di flussi produttivi articolati. Il materiale da stampare e quello stampato possono infatti essere movimentati in maniera parzialmente o totalmente automatica. Quasi tutte le stampanti ibride di fascia alta dispongono di dispositivi di carico/scarico automatico che permettono di ridurre l’impiego dell’operatore. Esse possono inoltre facilmente integrarsi in linee di produzione che prevedano lavorazioni di pre e post stampa (pretrattamento, verniciatura, finitura, etc.). Infine è sempre più frequente che questi sistemi rendano disponibili in tempo reale, per la consultazione o l’importazione in software terzi, i dati sullo stato della stampante, agevolando il controllo e la programmazione della produzione.

Se una stampante inkjet è il cuore di un ecosistema produttivo complesso, la stampante ibrida è di fatto lo snodo di due (o più) differenti workflow produttivi, ciascuno con proprie caratteristiche e regole nell’ambito della prestampa, del color management e del finishing. Un paradigma che può riflettersi più o meno bene nella dotazione software offerta dai costruttori. In linea generale, la combinazione ideale tra RIP software e interfaccia utente a bordo macchina dovrebbe essere quella in grado di garantire all’operatore una gestione versatile e intuitiva delle code di stampa relative ai differenti materiali. Un enorme beneficio deriva, ad esempio, dalla possibilità di creare delle hot folder, che automatizzano i processi di invio, preflight, archiviazione, monitoraggio e ristampa dei lavori.

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What’s inside

Rho Serie P10 e WT 250

Agfa Jeti Tauro LED

La best seller Rho P10 e la nuova Rho WT 250 condividono la maggior parte della tecnologia, ad eccezione della chimica d’inchiostro (UV la prima, ibrida a base acquosa la seconda) e del sistema di curing. Entrambe sono tecnologie hi-end, destinate alla grafica e alla cartotecnica. La “green” Rho WT 250 è particolarmente indicata per l’indoor e per il packaging. Rho P10 può avere luce di stampa da 160, 200 e 250 cm e velocità da 100 a 400 m²/h (a seconda della configurazione). Rho WT 250 ha luce di stampa da 250 cm e velocità massima di 190 m²/h. L’ampia gamma di inchiostri UV, proposti da Durst per Rho P10, permette di stampare virtualmente su ogni tipo di materiale sia rigido che flessibile. La Water Technology, cuore pulsante di Rho WT 250, è compatibile sia con materiali cartacei che plastici. Per questi ultimi è però necessario l’impiego di supporti trattati con un apposito primer sviluppato da Durst. Il motore di stampa di Rho P10 prevede fino a sette canali colore, con la possibilità di includere CMYK, due light o due tinte piatte e il bianco. Rho WT 250 prevede invece fino a sei canali colore, con due possibili configurazioni: CMYK e CMYKcm. Entrambe le stampanti utilizzano teste di stampa Quadro Array da 10 pl con risoluzione massima di 1.000 dpi e sono adatte a produzioni 24/7. Vasta la gamma di opzioni, tra cui caricamento e scaricamento automatico dei materiali, per lavorazioni non presidiate. www.durst.it

Punta di diamante di Agfa nelle tecnologie inkjet, Jeti Tauro è una stampante UV-LED di fascia alta, con luce di stampa di 2.500 mm. Jeti Tauro è realizzata per operare 24/7, con una produttività massima di 275 m²/h. Gestisce sia materiali in bobina che supporti rigidi con spessore massimo di 50 mm e dimensioni fino a 2.540x4.000 mm. Jeti Tauro è ideale per applicazioni nell’ambito della comunicazione visiva e allestimenti POP. La stampante è adatta anche a produzioni cartotecniche, poiché gestisce cartone ondulato grazie a guide opzionali che ne garantiscono la planarità. La produttività è assicurata dal sistema di automazione 3/4, composto da uno stacker e dall’ABF (Automated Board Feeder). Quest’ultimo è un sistema di alimentazione che sfrutta la presenza di pin di registrazione retrattili. I pin sono gestiti automaticamente dal software Asanti, in base alle lavorazioni, per aiutare l’operatore nel posizionamento dei pannelli. In tal modo si velocizzano le operazioni e si abbatte la possibilità di errore. Jeti Tauro è configurabile con 6 o 8 canali colore. Alla configurazione base, CMYKcm, è possibile aggiungere primer e bianco. Quest’ultimo consente di realizzare effetti particolari come l’embossing o la stampa bifacciale su materiali trasparenti. Il primer è, invece, molto importante per migliorare l’adesione su materiali critici ed è gettabile come un normale inchiostro, solo dove necessario. www.agfa.com

La Durst Water Technology è eco-friendly e allineata al regolamento REACH. Tra le sue caratteristiche principali ci sono l’assenza di odore, la bassa migrazione e la composizione chimica non tossica. Gli inchiostri di questa famiglia offrono un gamut cromatico e una brillantezza superiori a quelli ottenibili con le chimiche UV. Le loro performance in termini di flessibilità sono ottime ed evitano l’insorgere di problemi durante eventuali post lavorazioni. A ciò si aggiunge l’ulteriore vantaggio di un costo al litro analogo a quello degli UV. La nuova tecnologia di curing di Jeti Tauro è basata sull’utilizzo di lampade UV-LED. Si tratta di elementi illuminanti molto potenti (16 W/ cm²), con un ridotto consumo energetico e una durata di circa 10.000 ore. La potenza massima è disponibile immediatamente, all’accensione degli elementi, riducendo i tempi di avviamento stampa tra una lavorazione e l’altra. Questa tecnologia aumenta anche la ripetibilità delle lavorazioni, visto che gli elementi UV-LED garantiscono un’erogazione omogenea e costante nel tempo della potenza.


valiani.com / flatbed-plotter.com

EFI Pro 16h Esteticamente molto simile al modello precedente, EFI Pro 16h è in realtà un concentrato di novità. Questa stampante inkjet UV-LED con luce di 1.650 mm si posiziona sul mercato tra le mid-range, sia per qualità che per produttività. EFI Pro 16h stampa a una velocità massima di 90 m²/h, gestendo sia materiali in bobina che supporti rigidi con spessori fino a 50,8 mm. Può realizzare una vasta gamma di applicazioni indoor e outdoor, tra cui stampe per l’allestimento del punto vendita, poster, banner, backlit, ecc. Questa ibrida è adatta a chi desidera una macchina dai costi accessibili, solida e facile da usare. La presenza del bianco come quinto e sesto canale colore, rende questa tecnologia ancora più versatile. EFI Pro 16h utilizza teste di stampa Ricoh Gen5 da 7 pl. Queste ultime, in combinazione con la nuova elettronica, offrono un incremento della velocità di stampa del 40% rispetto al modello precedente e una risoluzione massima di 1.200 dpi. Il sistema di gestione dei materiali adotta un trascinamento dei supporti più preciso del precedente, grazie a un cambio dell’architettura di tensionamento del tappeto. Inoltre, una barra trasversale posta all’ingresso della macchina aiuta l’adesione dei materiali al tappeto di trascinamento, prevenendo perdite di aspirazione e conseguenti crash. www.efi.com

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La possibilità di contare su un front-end come EFI Fiery ProServer rappresenta un notevole vantaggio per una stampante di questa fascia. Il software EFI, dotato della Fiery Accelerated System Technology (FAST RIP), presenta una maggiore potenza di calcolo, che si traduce in una velocità fino a sette volte più elevata rispetto a H1625. Inoltre, la funzione Fiery Dynamic Smoothing ottimizza la resa in stampa delle sfumature, rimuovendo eventuali artefatti dovuti alla compressione di file e preservando la nitidezza di testi ed elementi grafici sottili.

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Ideali per la realizzazione e finitura di piccoli e medi lotti, i sistemi di taglio Valiani permettono di lavorare in piena autonomia e garantiscono la più ampia libertà di scelta nell’utilizzo di materiali per grafica pubblicitaria, stampa digitale, segnaletica, arredamento, abbigliamento e imballaggio. Dotati di un potente piano aspirante, un esclusivo sistema di teste intercambiabili e modulari e un software di utilizzo semplice e intuitivo, i nostri plotter garantiscono massima produttività e precisione per tutti i tipi di lavorazione (taglio, mezzo taglio, cordonatura, disegno e decoro) e per la realizzazione di scatole, espositori, adesivi, prototipi, mock-up e molto altro L’ottimo rapporto qualità/prezzo, la robustezza e l’affidabilità della tecnologia rendono i nostri plotter la vostra scelta vincente! *con testa Oscillante opzionale.

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What’s inside

Fujifilm B1PE7

HP Scitex FB550 e FB750

Presentata in anteprima mondiale a FESPA 2017, Fujifilm B1PE7 è una stampante inkjet pensata per integrarsi in un sistema produttivo completo. È compatibile con formati fino a 1.050x750 mm e ha una produttività massima di 200 fogli/ora. Può gestire supporti cartacei e plastici spessi fino a 10 mm. Fujifilm B1PE7 è indirizzata a stampatori offset e serigrafi in cerca di una soluzione digitale per basse tirature e produzioni ad alto valore aggiunto. I canali colore disponibili sono 8 e inizialmente saranno configurabili solo con doppia quadricromia. In futuro saranno disponibili opzionalmente light cyan, light magenta e orange. Fujifilm B1PE7 ha 96 teste di stampa con risoluzione massima di 960 dpi e goccia fissa da 7 pl. Quest’ultimo dettaglio le rende più affidabili e longeve poiché meno sollecitate elettronicamente di quelle a goccia variabile. Il curing avviene in due fasi distinte: elementi LED presenti sul carrello effettuano il pinning, mentre l’asciugatura finale avviene all’interno di un forno in linea. Questa soluzione impedisce che si generi calore in prossimità delle teste di stampa, evitando che l’inchiostro possa seccarsi al loro interno. Un accorgimento fondamentale per rendere il sistema più affidabile ed efficiente. Il dispositivo di asciugatura indipendente permetterà probabilmente di utilizzare Fujifilm B1PE7 anche con chimiche di inchiostro differenti. www.fujifilm.it

HP Scitex FB550 e FB750 sono soluzioni mid-range, che permettono anche a operatori inesperti di ottenere stampe di qualità elevata. Le due ibride hanno luce di 1.630 (FB550) e 2.500 mm (FB750) e stampano a una velocità massima di 85 m²/h (FB750). Sono adatte a una vasta gamma di applicazioni tra cui gli allestimenti pubblicitari, sia indoor che outdoor, e piccole tirature di packaging ed espositori. Entrambe stampano sia su materiali rigidi spessi fino a 64 mm che su bobine con un peso massimo di 81 kg. HP ha studiato, inoltre, il Table Top Roll Holder, dispositivo opzionale per eseguire brevi produzioni da bobina, senza dover alterare il set-up della macchina. Il kit è costituito da due supporti, muniti di rulli, che si fissano sul tavolo di caricamento, sfruttando specifici fori per il bloccaggio. La bobina viene poggiata sui supporti e il materiale viene introdotto manualmente nell’area di stampa mentre un’apposita barra, rivestita di spugna, garantisce l’assenza di grinze. Le stampanti dispongono di 6 canali colore, con configurazione base CMYK, Lc, Lm. I light si possono sostituire con il bianco, anche dopo l’acquisto. La risoluzione massima è di 1.200x600 dpi e gli inchiostri utilizzati sono caratterizzati da un’elevata flessibilità. Questi consentono di ottenere alcuni effetti interessanti tra cui una finitura di stampa lucida a zone, senza l’applicazione di vernice. www.hp.com

Fujifilm B1PE7 può essere abbinata a feeder e stacker automatici ma anche a sistemi di carico e scarico manuali o semiautomatici. La stampante nasce per far parte di una linea di produzione totalmente flessibile ed è progettata per adattarsi alle necessità e alle specifiche richieste dai singoli clienti. Questo approccio modulare contempla che possano essere facilmente inserite in linea stazioni di pretrattamento e finitura, così come svolgitori e riavvolgitori per gestire anche materiali in bobina. Queste stampanti puntano su una gestione dei materiali efficace e funzionale che ottimizza la loro produttività. Il caricamento continuo permette di posizionare sul tavolo di carico fino a 4 (FB550) o 6 (FB750) pannelli affiancati – anche di dimensioni differenti – durante la stampa di un altro lavoro. Lo spazio necessario tra i supporti già in fase di stampa e quelli in coda è di soli 120 mm. Il posizionamento viene agevolato dalla presenza di pin di registrazione e di una barra trasversale per l’ allineamento frontale dei materiali.


Agfa Anapurna Hybrid LED Le stampanti Anapurna Hybrid sono pensate da Agfa per rispondere alle esigenze di insegnisti, fotolaboratori serigrafie e stampatori digitali di medie dimensioni. I modelli disponibili sono tre: H2050i LED, H2500i LED e H3200i LED, rispettivamente con luce di 2.050, 2.500 e 3.200 mm e velocità fino a 104, 115 e 129 m²/h. Anapurna Hybrid è adatta sia per applicazioni indoor che outdoor grazie agli inchiostri UV curable. Essi la rendono compatibile con una vasta gamma di supporti flessibili e rigidi fino a uno spessore di 45 mm. La possibilità di stampare al vivo consente di semplificare la produzione di pannelli squadrati, eliminando le operazioni di taglio post-stampa. H2050i LED e H2500i LED possono integrare un piano di carico automatico. Grazie ai pin retrattili, esso permette il posizionamento di più pannelli contemporaneamente, affiancandoli tra loro. Il successivo inserimento in macchina avviene in modo automatico. Per gestire pannelli 3.210x3.200 mm, H3200i LED prevede rulliere opzionali con guide laterali e pin regolabili manualmente. Tutte le stampanti Anapurna Hybrid hanno 7 canali colore (CMYKcm+W) e utilizzano teste con risoluzione massima di 720x1.400 dpi. Il software proprietario Asanti gestisce l’intero processo produttivo, semplificando le operazioni di pre-stampa e garantendo un’alta rispondenza cromatica tra file e prodotto stampato. www.agfa.com

Nuovo sistema, di apertura a strappo, una soluzione unica nella categoria delle carte per l’ufficio

SE M P L I C E E F F I CAC E SI C U RO Il sistema di curing UV-LED delle ibride Anapurna è funzionale ed efficace anche grazie agli appositi inchiostri Agfa 1500 LED. Queste chimiche sono caratterizzate da un’elevata pigmentazione, che consente alta coprenza anche con piccole quantità di inchiostro. In più, i fotoiniziatori sono calibrati sulla specifica frequenza delle lampade UV-LED, differenziandosi dagli inchiostri UV, che devono poter accettare un range più vasto di frequenze. Questa caratteristica permette di ottenere una migliore polimerizzazione, più rapida e con un’adesione più tenace ai materiali.

New product of the year, EOPA 2016

Rey, semplicemente efficace


What’s inside

Fujifilm Acuity LED 1600 II

Engico Aqua 250

Acuity LED 1600 II è una stampante inkjet UV-LED ideale per lavorazioni creative di alto valore. La velocità massima di 33 m²/h risulta superiore del 50% rispetto a quella della “sorella” Acuity LED 1600. Con luce di stampa di 1.610 mm, Acuity LED 1600 II può gestire una vasta gamma di materiali in bobina, inclusi i termosensibili, ma anche pannelli plastici, cartone teso e supporti rigidi compositi, con spessore massimo di 13 mm. Per passare da una tipologia di lavorazione all’altra sono necessari pochi minuti e una limitata serie di operazioni. Acuity LED 1600 II è ideale per allestimenti POP e stampa di banner, ma anche per produzioni just-in-time o per la prototipazione di packaging. La stampante può contare su 8 canali colore (CMYK, Lc, Lm, white e clear). Questa configurazione completa permette lavorazioni estremamente creative, che sfruttano la precisione delle teste di stampa Dimatix Q-class con tecnologia di goccia variabile e risoluzione massima di 1.200 dpi. Gli inchiostri Fujifilm ad alta pigmentazione, realizzati appositamente per queste teste di stampa, ne sfruttano appieno le prestazioni, garantendo cromie brillanti e immagini molto definite. Acuity LED 1600 II può, inoltre, sovrapporre fino a tre livelli di inchiostro, alternando colore, bianco e clear. Ciò permette lavorazioni particolari come la stampa bifacciale su supporti trasparenti. www.fujifilm.eu

Costruita dall’italiana Engico, Aqua 250 è una piattaforma inkjet progettata per stampare materiali cartacei con inchiostri a base acqua. La stampante può alimentare cartone ondulato fino al tripla onda, cartone teso da 350 g/m² e altri supporti cartacei, inclusi pannelli alveolari, con spessore massimo di 50 mm e larghezza fino a 2.500 mm, con produttività che toccano i 400 m2/ora. Le principali aree applicative sono il packaging e i materiali POP. Aqua 250 è ideale per le basse e medie tirature o le produzioni just-in-time, con qualità assimilabile a quella offset. A fronte di una sola configurazione colori, CMYK, la stampante può avere a bordo 8 o 16 teste di stampa – con goccia da 5 pl, tecnologia greyscale e risoluzione massima di 600x4.800 dpi. Aqua 250 è l’unica stampante al mondo ad utilizzare l’innovativa chimica d’inchiostro Sensient Sensijet SX. Oltre all’assenza di odore e di emissioni nocive, questa chimica permette di stampare direttamente su cartone non trattato, senza applicare un primer. Garantisce, inoltre, un alto livello di adesione anche su carta patinata e assicura resistenza e assenza di screpolature in fase di cordonatura, taglio e piega. Aqua 250 adotta un sistema di gestione dei materiali brevettato, che impiega tre conveyor belt affiancati, abbinati a un potente sistema di aspirazione con fori di aspirazione che si aprono in base al tipo di materiale, al suo peso e alle dimensioni. www.engico.com

Fra le stampanti appartenenti a questo segmento, Acuity LED 1600 II è la sola a utilizzare un curing UV-LED suddiviso in due fasi, che consistono in un pinning e un’asciugatura finale. Le lampade di preasciugatura a bassa potenza sigillano la goccia non appena si deposita. Subito dopo i supporti vengono sottoposti alla seconda fase di curing, attraverso l’utilizzo delle lampade principali, per ottenere il prodotto finito. Questa operazione evita il dot gain e conferisce maggiore definizione alle immagini, con contorni più precisi. Il sistema di asciugatura di Engico Aqua 250, montato all’uscita della stampante e completamente rinnovato nella versione 2.0, è basato su una combinazione di lampade IR ed elementi radianti. Analoga tecnologia IR, con minore potenza, è utilizzata nella fase di pre-asciugatura della stampa: i corpi illuminanti asciugano parzialmente il primo strato d’inchiostro, che funge da layer di supporto per le passate successive. Questa soluzione tecnica permette di ridurre al contempo il dot gain e il consumo di inchiostri.


SmartColor H150 Progettata per rendere l’architettura ibrida accessibile a un vasto pubblico di end-user, H150 è la combinazione dell’engineering di SmartColor con alcune delle piattaforme inkjet più affidabili e diffuse. La nuova gamma ibrida SmartColor è disponibile con larghezze di stampa da 700 a 2.642 mm e permette di alimentare un’ampia gamma di materiali, sia rigidi che in bobina. I possibili impieghi includono la produzione di materiali POP, l’interior decoration e il sign & display. In base alle diverse esigenze, le stampanti possono essere configurate con chimiche d’inchiostro UV-LED, eco-solvent e base acqua. I canali colore possono essere 6 o 8. Oltre alla quadricromia estesa o alla doppia quadricromia è possibile aggiungere il bianco e il varnish, che aprono agli stampatori molteplici possibilità di realizzare applicazioni sia indoor che outdoor. Le teste di stampa, con goccia da 4 pl, sono dotate di tecnologia greyscale e offrono una risoluzione massima di 1.440 dpi. Un livello qualitativo ideale per realizzare stampati di alta qualità. Grazie alla combinazione tra queste caratteristiche tecniche e un’offerta estremamente competitiva in termini di prezzi, la gamma ibrida SmartColor rappresenta una scelta adeguata ai piccoli stampatori che desiderano far crescere il proprio business, pur disponendo di budget ridotti. www.smartcolor.it

La serie SmartColor H150 è dotata di un robusto ed efficiente sistema di gestione dei materiali, completamente realizzato dal costruttore italiano. Il conveyor belt abbinato al piano aspirante consente di alimentare i materiali pannelli in continuo, riducendo i tempi morti. Svolgitore e riavvolgitore motorizzati permettono poi una gestione efficace dei materiali in bobina. Questa architettura flessibile consente H150, sia per piccole lavorazioni che per stampa non presidiata di intere bobine.


What’s inside

Roland VersaUV LEJ-640

Mutoh ValueJet 1638UH

VersaUV LEJ-640 è da anni tra i punti di riferimento nel mercato entry level. Versatilità e praticità caratterizzano questa inkjet UV-LED con luce di 1.615 mm che, senza rinunciare a un’ottima qualità di stampa, gestisce supporti in bobina, così come materiali rigidi spessi fino a 13 mm. Le applicazioni di stampa di VersaUV LEJ-640 vanno dalle insegne agli allestimenti POP, alla prototipazione di packaging ed espositori fino alle produzioni artistiche. VersaUV LEJ-640 ha concorso a creare la figura dell’“artigiano tecnologico”, diventando il punto di accesso alla stampa digitale in piano per molte piccole aziende. Parte del merito è anche del motore di stampa di VersaUV LEJ-640, che ospita 6 canali colore, con 3 configurazioni: CMYK, bianco e vernice, per gestire un’ampia varietà di lavorazioni; CMYK e doppio bianco, per stampe con un bianco altamente coprente; CMYK e doppia Vernice, per ottenere più rapidamente effetti di embossing. Un altro punto di forza è la gestione dei materiali: le guide di allineamento permettono un posizionamento corretto e rapido dei pannelli, mentre due strumenti impediscono danni alle teste di stampa. Il primo è l’asta MB-640, posizionata nella parte anteriore della macchina, che evita che i supporti si inarchino. Il secondo è il sensore di rilevamento dello spessore dei materiali, che ne verifica sempre la corrispondenza con i parametri impostati dall’operatore. www.rolanddg.it

Compatta e versatile, la stampante inkjet UV-LED Mutoh ValueJet 1638UH è una soluzione entry level che abbina alta qualità di stampa a un’ampia gamma di possibilità applicative. ValueJet 1638UH gestisce supporti flessibili con larghezza massima di 1.625 mm e materiali rigidi con misure fino a 1.625x1.200 mm e spessore massimo di 15 mm. Il sign & display e l’allestimento POP sono ambiti applicativi congeniali a questa stampante che si dimostra adatta anche alla prototipazione di packaging oltre che alla realizzazione di progetti di interior decoration. ValueJet 1638UH dispone di 8 canali colore, configurabili con doppia quadricromia oppure abbinando a CMYK anche white, varnish o entrambi. In combinazione con l’opzione di stampa multilayer, la configurazione con white e varnish amplia notevolmente le possibilità applicative di ValueJet 1638UH, permettendo di ottenere colori più brillanti anche su supporti colorati – grazie alla base bianca – ed effetti gloss. I canali colore sono suddivisi su due teste di stampa con dimensione di goccia minima di 3,8 pl e risoluzione massima di 1.440x1.440 dpi. Montate sfalsate, le teste di stampa sfruttano la tecnologia proprietaria Intelligent Interweave (i²), che fa depositare le gocce creando un pattern ondulato, realizzando contorni delle immagini più morbidi e limitando la possibilità di banding. www.mutoh.eu/it

Roland VersaUV LEJ-640 utilizza due differenti tipi di inchiostro: ECOUV ed ECO-UV S. I primi sono caratterizzati da un’alta pigmentazione ed elevata flessibilità, che permette di utilizzarli indistintamente sia sui materiali ridigi che su quelli in bobina. Gli inks ECO-UV S, invece, sono in grado di resistere a un allungamento fino al 220% e sono indicati per lavorazioni particolari, che richiedono una marcata distorsione e alterazione dimensionale dei supporti. È il caso, ad esempio, di materiali per la termoformatura o di film speciali come quelli per il wrapping. La flessibilità è una caratteristica distintiva degli inchiostri UV-LED Mutoh. La loro particolare formulazione consente una reticolazione esclusivamente orizzontale durante il curing. In tal modo si ottiene uno strato d’inchiostro più sottile e anche più morbido rispetto alle normali chimiche UV. Questo permette applicazioni anche su materiali molto deformabili, come i vinili per progetti di wrapping. Di contro, a causa di una minore resistenza allo sfregamento, per realizzare applicazioni outdoor durevoli è consigliabile sottoporre i materiali a laminazione.


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Wherever a color goes it stays that color

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La nostra promessa è quella di consentire a tutti gli stampatori di riprodurre sempre risultati prevedibili con un’elevata fedeltà del colore e alta qualità, sia che si tratti di stampa imballaggio che di stampa commerciale.

Poiché stiamo mantenendo questa promessa da più di 30 anni, le aziende di tutto il mondo si affidano sempre più al software realizzato da GMG. We know color.


meeting leaders Tra l’avveniristica sede di Lienz e lo storico stabilimento di Bressanone, Durst sviluppa tecnologie allo stato dell’arte, che l’hanno resa un mito per gli stampatori

Il regno dell’inkjet si trova nel cuore delle Alpi ed è un mix di storia e innovazione di Roberto Bonsignore // roberto@densitymedia.com

P

ossedere una Durst nel settore della stampa digitale è motivo di prestigio. Per molti stampatori rappresenta un vero e proprio status symbol, dato che la presenza di una o più Durst in un parco macchine è considerata anche il termometro della salute di un’azienda, del suo modo di lavorare e generare profitto avvalendosi di tecnologie di alto livello. Ovviamente, non sempre tutto ciò che appare poi corrisponde a verità ma quello che è certo è che per ottenere una percezione così elevata da parte del mercato, nel corso del tempo Durst ha costantemente investito in qualità e ricerca, offrendo sempre standard elevati e realizzando una enorme quantità di lavoro. Questo viene svolto interamente tra la sede austriaca di Lienz e quella di Bressanone, che racchiudono la quasi totalità dell’universo Durst. A Lienz, tra le Alpi del Tirolo orientale, l’azienda ha scommesso su potenzialità professionali ancora inespresse,

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per costruire da zero una fabbrica dedicata all’inkjet con lo stesso spirito pionieristico che ha sempre contraddistinto l’azienda fin dalla sua creazione. La R&D sul getto d’inchiostro è nata e si è evoluta contestualmente alla fabbrica, assumendo persone che poco sapevano di inkjet, proprio per fare R&D unitamente allo sviluppo di prodotto. Eppure, nonostante questo apparentemente ostentato isolamento, fin dagli anni ‘70 Durst è un fornitore globale e garantisce la propria presenza diretta attraverso subsidiary commerciali sul mercato USA, oltre a quello tedesco, inglese e francese. Una presenza consolidata, che continua a crescere grazie a macchine in grado di abbinare estrema stabilità ed elevata qualità di stampa, mantenendo valore nel corso del tempo. || In alto, alcuni scorci degli stabilimenti produttivi di Durst a Lienz. Nella pagina a fianco, il rendering del nuovo building che sta per sorgere a Bressanone.


meeting leaders

intervista a Christoph Gamper CEO di Durst Phototechnik

“Tutte le persone impiegate qui hanno una passione per questo lavoro e per le montagne. È un grande vantaggio dare alla gente ciò che desidera. Vogliamo essere i migliori datori di lavoro possibili”

Mentre tutti gli altri costruttori “globali” hanno sedi e persone sparsi per il mondo, Durst concentra le competenze in mezzo alle Alpi. Come è possibile? Chi visita questi luoghi per la prima volta può rimanere interdetto guardandosi attorno, ed è una reazione del tutto comprensibile. Credo tuttavia siano proprio questi paesaggi, queste montagne che ci hanno permesso di diventare quello che siamo. Abbiamo sviluppato una forte identità aziendale, che ha portato ognuno di noi a legarsi a ciò che fa. In Israele, nel raggio di pochi chilometri si possono trovare decine di aziende che operano nel settore della stampa inkjet. In quei contesti è normale assistere a continui passaggi di persone da un’azienda all’altra. Qui in Durst questo non avviene, perché chi lavora qui ha una motivazione più grande.

tedesco. In molti preferiscono cercare lavoro nell’area di Monaco di Baviera, dove i grandi brand dell’industria sono sempre in cerca di ingegneri e professionisti esperti. Tuttavia, da circa 3 anni, grazie alla nostra politica di miglioramento della qualità del lavoro, stiamo assistendo a un ritorno di molte persone. Come si manifesta in Durst l’eredità del mondo fotografico? Attraverso la ricerca della qualità assoluta dell’immagine. Abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare nella fotografia, anche oggi. Questa contaminazione arricchisce la nostra capacità critica e ci spinge a migliorare costantemente.

Qual è la difficoltà di operare efficacemente in tanti diversi ambiti applicativi? Ogni settore di applicazione ha il proprio linguaggio. Packaging, grafica wide format, etichette, ceramica o tessile. Ogni segmento ha i suoi processi da seguire prima e dopo la stampa, un proprio workflow dedicato. La sfida è riuscire a comprenderne la complessità e integrarsi in essi nella maniera più efficace. Anche Durst si trasformerà o confluirà in una multinazionale? Assolutamente no. Desideriamo continuare a mantenere quella forte identità che ci ha sempre contraddistinto e la nostra totale indipendenza.

È difficile trovare personale specializzato in un simile contesto geografico? Nella zona di Lienz ci sono molte scuole che rappresentano per noi una grande risorsa, ma ci sono anche molte persone nella regione che desiderano spendere qui le proprie professionalità. A Bressanone è più difficile, perché si tratta di una città molto ricca, in cui la maggior parte delle persone parla sia italiano che

Innovativi fin dalle origini, senza mai perdere l’identità La fondazione di Durst Phototechnik è datata 1936, ma già dalla fine degli anni ‘20 i fratelli Julius e Gilbert Durst dimostrano la genialità dei predestinati, ideando e realizzando (ma anche riparando) macchinari fotografici di tutti i tipi. L’ingresso dei capitali della famiglia Oberrauch dà la possibilità di avviare ufficialmente l’azienda, che fin da subito stabilisce la propria sede a Bressanone, all’interno dei capanoni dismessi di una fabbrica di birra. Macchine fotografiche e sistemi di ingrandimento sono i prodotti realizzati da Durst, che deposita brevetti a ritmi sostenuti (prassi consolidata nel corso dei decenni, anche a livello

internazionale)garantendo così un livello di innovazione costante. Durst attraversa quasi indenne il secondo dopoguerra, lanciando nuovi prodotti e divenendo sempre più apprezzata a livello internazionale. Nel 1963 si decide di interrompere la produzione di macchine fotografiche per concentrarsi nel settore dell’ingrandimento, che diventerà fondamentale per la successiva espansione dell’azienda. Nel decennio successivo vengono aperte filiali in Inghilterra e negli USA e Durst ottiene un grande successo con i suoi prodotti per ingrandimento amatoriale. All’inizio degli anni ‘80 si assiste a un rapido declino degli strumenti di ingrandimento dedicati ai piccoli sviluppatori, mentre i laboratori fotografici professionali sono sempre più rivolti alla produzione di immagini di grande formato, richieste in ambito

pubblicitario e per allestimenti museali.

Lambda inaugura la rivoluzione digitale del costruttore italiano La svolta epocale avviene nel 1994 quando Durst presenta Lambda 130. È la prima tecnologia laser di grande formato in grado di stampare in alta risoluzione testi e immagini digitali su supporti fotografici tradizionali larghi fino a 1.270 mm. Il successo è immediato. Dall’anno seguente iniziano le installazioni e Lambda diventa uno standard di qualità nel settore delle foto artistiche, trovando applicazione anche in centri di prestampa e reparti industriali. Alla fine le installazioni saranno oltre 900 in tutto il mondo.

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meeting leaders Durst Lienz: una startup dedicata all’inkjet

Rho 160 manda in pensione la stampa laser: inizia l’era inkjet Alle soglie del nuovo millennio, il management Durst comprende appieno le potenzialità della stampa inkjet e l’azienda viene proiettata con decisione nella nuova era della stampa di grande formato. Nel 1999 nasce a Lienz la Durst Digital Technology GmbH. Nel 2001 debutta Rho 160, la prima stampante inkjet UV di Durst, in grado di stampare sia su supporti rigidi che flessibili con larghezza massima di 1.600 mm. Rho 160 è il passepartout per accedere al mondo della comunicazione visiva wide format, fino a quel momento appannaggio delle tecnologie serigrafiche e di una manciata di costruttori sparsi tra Israele e USA. Forte dell’accoglienza calorosa del mercato, di cui Durst raccoglie il feedback e i suggerimenti, solo 2 anni dopo arriverà anche Rho 205, totalmente sviluppata dal reparto R&D di Durst, con un’architettura molto differente da quella di Rho 160 e caratteristiche più evolute, finalmente adatte al sign & display. Au-

Sümer Cetin Director Corporate Communications di Durst Group “Nel corso degli ultimi 13 anni l’azienda ha affrontato un importante percorso di internazionalizzazione che ne ha accresciuto le prospettive”

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mentano larghezza di stampa (2.050 mm) e velocità, ma vengono anche introdotte nuove feature tra cui la possibilità di gettare il bianco. Entrando in un mercato enormemente più ampio e competitivo, ricerca e sviluppo acquisiscono un valore ancora più determinante. L’inkjet è materia viva e così nasce l’esigenza di aumentare le competenze chimiche, fisiche e meccaniche in una fase febbrile dell’evoluzione di questa tecnologia. Ricerca e sviluppo diventano ancora più centrali nella strategia del costruttore, che nel 2010 inaugura a Lienz il suo nuovo laboratorio di ricerca chimica, ad oggi tra i poli all’avanguardia in Europa tra quelli presenti in aziende produttrici di hardware. Una decisione che contribuirà ad accrescere ulteriormente le prestazioni delle tecnologie Durst, consolidandone la percezione come marchio di riferimento nel display graphics, nel packaging e in altri segmenti applicativi.

Come si direbbe in inglese, la sede Durst di Lienz è stata progettata “from scratch” con l’obiettivo di cogliere tutte le opportunità della regione tirolese, a partire dal serbatoio di risorse umane con formazione tecnico/scientifica sfornate dalla vicina università. A Lienz convivono la funzione produttiva e quella di ricerca e sviluppo. Qui vengono infatti costruite le stampanti ibride delle serie Rho P10, Rho 1000 e la nuova Delta, mentre l’avveniristico centro di ricerca, situato in un edificio in vetro incorniciato dalle Alpi, ospita i laboratori. Ciò che rende unico e insostituibile questo sito è la sua vocazione innovativa: pur in piena osmosi con la storica fabbrica di Bressanone, qui si pensa e si opera con la rapidità e l’agilità di una startup. Lienz è ad esempio la culla della Water Technology, l’innovativa tecnologia ibrida acqua/UV che Durst sta introducendo sulle nuove piattaforme scanning e single-pass. E ancora il luogo dove la tecnologia delle teste di stampa Quadro Array viene messa a punto e diventa parte integrante delle stampanti Durst. Una spinta alla sperimentazione sostenuta dall’esigenza di Durst di essere - laddove possibile - sempre uno passo più avanti rispetto ai competitor.


meeting leaders

Barbara Schulz Chief Executive Officer di Durst Digital Technology

Peter Weingartner Chief Technical Officer di Durst Group

Stefan Kappaun Executive Vice President Inks and Fluids di Durst Phototechnik

“Siamo un gruppo in continua crescita e riusciamo ad attrarre professionisti di altissimo spessore da ogni parte del mondo che desiderano lavorare in un contesto come il nostro”

“Ero già qui 17 anni fa, quando si decise di avviare il progetto inkjet di Durst. Da allora non è cambiato nulla: continuiamo a innovare per stare sempre un passo avanti”

“La sfida che Durst ha vinto è stata quella di riuscire a essere più che un costruttore, sviluppando il know-how che ha permesso di diventare un player globale”

All’ombra delle montagne c’è una community Da oltre 80 anni Durst è considerata una comunità nella comunità. Tutti i suoi collaboratori tendono infatti a sviluppare un senso di appartenenza fuori dal comune. Questo perché per Durst il fattore umano ha un valore importantissimo. L’azienda da sempre investe nello sviluppo del suo staff mettendo a disposizione un’ampia gamma di strumenti formativi. Le politiche di centralità della persona e gli sforzi per mantenere elevata la qualità del

lavoro e della vita, hanno contribuito a creare in Durst un contesto attraente per professionisti eccellenti provenienti da altri Paesi. Poter fare affidamento su tecnici e studiosi con background e visioni differenti ha permesso a Durst di continuare a crescere, senza però perdere la propria identità. L’apertura della sede di Lienz ha accelerato il processo di sviluppo, creando nel corso degli anni un continuo passaggio di informazioni con Bressanone. Questa osmosi di esperienze, know-how e competenze ha portato l’azienda ad assecondare una naturale evoluzione dei due poli. A Bressanone si sviluppano tutte le tecnologie

Da costruttore di hardware a software house Durst considera il software un elemento chiave all’interno della propria strategia di crescita. Con un team di oltre 30 ingegneri informatici, coadiuvato da alcuni partner esterni, Durst sta sviluppando una serie di soluzioni proprietarie destinate alla gestione efficiente della commessa, dall’acquisizione alla stampa. La prima a essere rilasciata è Durst Workflow-Label, presentata in anterprima a Labelexpo 2015 e ad oggi utilizzata presso 35 aziende in tutto il mondo. Si tratta di una suite integrata e modulare che si occupa di gestire ordini, prestampa, RIP e color management, fornendo al contempo dati sui costi di stampa e sull’andamento della produzione. Entro i prossimi due anni è previsto il rilascio di analoghe soluzioni dedicate agli stampatori che operano in ambito viscom, tessile e cartotecnico. Durst sta inoltre sviluppando soluzioni web-to-print e web-to-pack per offrire ai propri clienti ulteriori stumenti per lo sviluppo del business.

roll-to-roll, sia wide format che narrow web, mentre Lienz è il centro in cui si concentrano gli studi e la produzione rivolta alla stampa di materiali rigidi, con tecnologia UV e con la Water Technology.

Il metodo Durst: cosa c’è dietro il mito del costruttore La visione aziendale è importante, ma se Durst è a tutti gli effetti un’icona nella stampa digitale di grande formato, il merito è soprattutto della qualità delle sue macchine. L’intero procedimento di assemblaggio delle stampanti viene svolto esclusivamente negli stabilimenti di Lienz e Bressanone. Utilizzando imponenti macchinari per la fresatura industriale, collocati all’interno di un reparto dedicato, i tecnici modellano l’acciaio con cui vengono realizzati sia le travi che le altre parti del telaio, assicurando il rispetto di elevati standard qualitativi. Nulla è lasciato al caso durante la costruzione delle macchine, e tutti i componenti vengono verificati. Ad esempio, ogni testa di stampa, dopo essere stata assemblata, viene testata da una delle 4 persone che in Durst svolgono esclusivamente la funzione di controllo di questo specifico componente. Ovviamente la qualità dei componenti non è tutto: l’engineering è sicuramente ancora più importante perché permette di sfruttare appieno le tecnologie di cui si dispone per ottenere i migliori risultati possibili. Peter Weingartner, CTO di Durst, sostiene che “le nostre tecnologie funzionano meglio e funzionerebbero meglio anche se gli altri usassero esattamente gli stessi componenti. Questo perché noi conosciamo quei componenti meglio dei venditori e sappiamo come combinarli nella maniera più funzionale al risultato che desideriamo ottenere”.

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eventi Se l’edizione record di Amburgo 2017 ha sofferto di qualche limite logistico, non sono mancati importanti annunci e tante novità da scoprire

Show o non show, il futuro del printing passa solo dall’innovazione autentica

L

’edizione 2017, luccicante come sempre, si è trasformata nella FESPA più grande di sempre ed è riuscita a creare zone tematiche iper-verticali – prima tra tutte quella dedicata al textile – in grado di descrivere l’intera filiera produttiva. Unici nei le connessioni per Amburgo da alcune parti d’Europa (e d’Italia) e una logistica un po’ “complessa” che

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ha penalizzato alcune delle hall più periferiche. Ma d’altra parte anche i più irriducibili tra coloro che amano mitizzare gli eventi fieristici come “il luogo in cui succedono le cose” si stanno via via allineando su posizioni più moderate. Che in fiera si faccia business è fuori discussione – non è casuale che tecnicamente si chiamino “trade show” – ma è altrettanto vero che le fiere non possono da sole generare business, innova-

zione, community, networking, contenuti, ispirazione e tutto ciò di cui un mercato necessita per aggregarsi e prosperare. Ciò che più ci ha colpiti – positivamente s’intende – di questa edizione di FESPA sono stati però i veri protagonisti dello show. Quei costruttori, piccoli e grandi, che hanno scelto Amburgo come palcoscenico per presentare le proprie innovazioni. Talvolta più prospettiche – diciamo così – ma

in larga misura reali e sostanziali. È poi vero che l’innovazione non è sempre evidente e leggibile, ma anche per questo il team di Italia Publishers investe centinaia di giornate/uomo ogni anno per visitare decine di show nella grafica, nel packaging e nell’industria. Solo così possiamo raccontarvi, in questo e in tanti altri articoli, buone storie create da buone aziende. Laddove possibile, s’intende, storie di innovazione autentica.


UP

ROLL

UP

POP delle taniche di inchiostro conferisce a HP Latex 3600 un’ampia autonomia. Entrambe le stampanti si avvalgono del supporto di HP PrintOS che ottimizza la gestione del flusso di lavoro, consentendo al singolo operatore di gestire contemporaneamente fino a quattro stampanti. Tra le applicazioni incluse, l’HP Signage Suite che rende estremamente intuitivo gestire tramite web la creazione e gli ordini di lavori nell’ambito del décor e della segnaletica. Novità anche per la flatbed HP Scitex 17000, per cui è disponibile l’opzione Media Loader che consente il caricamento automatico dei supporti di stampa fino a 0.1mm di spessore e fino a un peso di 115 g/m2. www.hp.com

LETʼS

DISPLAY

FLAG SYSTEM

Tecnologia e applicazioni sono stati i cardini che hanno accompagnato i visitatori dello stand HP a FESPA 2017. Sul fronte applicazioni, intere sezioni sono state allestite con le grafiche progettate da designer e brand rinomati e realizzate con la tecnologia HP Latex. Live demo hanno mostrato la resistenza e aderenza degli inchiostri latex a diversi tipi di supporti. Sul fronte delle tecnologie, per la serie HP Latex il lancio dei modelli 3200 e 3600 da 3.2 m è stata la principale novità di quest’anno. Il Tiling Mode consente di suddividere e organizzare lavori di grandi dimensioni in pannelli con una consistenza cromatica migliorata; il Media Saver riduce gli sprechi fino a un metro per rullo; la capacità fino a 10 litri

A BOARD

HP spinge sul formato 3,2 metri con le nuove HP Latex 3200 e 3600

M A IN D E

R

|| In alto, un particolare della nuova HP Latex 3600 da 3,2 m, capace di stampare fino a 180 m2/h e compatibile con HP PrintOS. Qui sopra, Michael Smetana, Head of Marketing di HP Europe, di fronte a una HP Latex 365 da 1,6 m.

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eventi Protagonista indiscussa sullo stand Canon è Océ Colorado 1640 Presentata in anteprima mondiale a FESPA 2017, Océ Colorado 1640 è la prima stampante Canon roll-to-roll basata su tecnologia UV gel. L’inchiostro “gelifica” a contatto con i media, posizionando in maniera stabile e precisa il colore. La polimerizzazione LED a basse temperature riduce i tempi di asciugatura. L’inchiostro, inoltre, essendo privo d’acqua, non produce l’effetto di rigonfiamento sui supporti di stampa. Si presta dunque ad applicazioni grafiche per interni ed esterni, poster, banner, segnaletica, POS, cartelloni, vetrofanie, PVC adesivo e wallpaper. Il concept dello stand Canon ha enfatizzato questa versatilità, dando vita a una campagna di comunicazione per un immaginario brand di bellezza. In collaborazione con client e artisti sono state prodotte 19 differenti

applicazioni, ciascuna legata a una diversa fase della campagna dal marketing agli imballaggi. Alla Océ Colorado 1640 si sono affiancate diverse soluzioni della famiglia Canon per il grande e piccolo formato. Per la stampa di POS e packaging sono state utilizzate Océ Arizona 6170 XTS e Océ Arizona 1280 GT. Quest’ultima semplifica le operazioni grazie alla perfetta integrazione con il sistema di finitura Océ ProCut S-Series e migliora la gestione del workflow grazie al software Océ ProCut. Sono state inoltre impiegate soluzioni per la stampa fotografica come imagePROGRAF PRO-4000, PRO-6000S e DreamLabo 5000. Infine, la realizzazione di poster e comunicazione on-demand è stata affidata a Océ colorWAVE 910 e imagePRESS. www.canon-europe.com

|| In alto, Mark Lawn di Canon Europe, posa con la nuova stampante Canon Océ Colorado 1640, presentata in anteprima mondiale durante FESPA 2017. Qui sopra, particolare del riavvolgitore durante una dimostrazione di stampa.

|| Qui sopra, Vadim Timofejev di Veika. A destra, lo stand Veika a FESPA 2017 con, in primo piano, il sistema integrato per stampa ed embossing digitale DIMENSOR S

Stampa ed embossing delle wallpaper diventano digitali con Veika DIMENSE Tra le novità più interessanti scoperte a FESPA 2017 c’è DIMENSE di Veika, azienda lituana specializzata dal 1991 nella produzione di chimiche e materiali per la realizzazione di carta da parati. Una tecnologia che, grazie all’innovativa stampante DIMENSOR, rende digitale un processo fino ad oggi possibile solo nella stampa tradizionale: la creazione di

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spessori variabili, in combinazione della stampa, per effetti 3D sia visivi che tattili. Contestualmente al processo di stampa, alla carta viene applicata una speciale chimica trasparente in quantità variabile a seconda dello spessore che si desidera creare, fino a un massimo di 1mm. L’effetto embossing è reso possibile da ECODECO, carta da parati ecologica, PVC e migration

free, pensato per la goffratura chimica. ECODECO è stata testata in alcuni grandi stabilimenti europei di stampa analogica, ma Veika estenderà a breve il suo utilizzo anche alla stampa digitale. Inoltre, “abbiamo intenzione di triplicare le linee di produzione di ECODECO per coprire una fetta consistente del mercato europeo della carta da parati” afferma Vadim Timofejev,

marketing manager di Veika. Per quanto riguarda la piattaforma di stampa, l’attuale DIMENSOR in formato S (20 m2/h), non è che un primo passo verso la creazione di soluzioni per la stampa di wallpaper non solo per piccoli volumi. Entro il 2020 è infatti già previsto il lancio dei modelli M e L con produttività fino a 1.000 m2/h. www.veika.it


ENGINEERED ON

Roll to roll

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Flatbed

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RAM

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eventi Nuovo look e tecnologie di finishing più ergonomiche: così Flexa si prepara a festeggiare 25 anni e a crescere nel mondo Il prossimo anno Flexa, azienda italiana specializzata nella realizzazione di soluzioni per il finishing, compirà venticinque anni. Per l’occasione il marchio si è sottoposto ad un massiccio rebranding, stravolgendo al contempo immagine aziendale e design delle macchine. FESPA 2017 ha offerto l’occasione di presentare il nuovo volto dell’azienda. “L’operazione ha l’obiettivo di aumentare la brand awareness e

l’usabilità delle tecnologie” rivela Barbara Gallo, marketing manager di Flexa. “Oltre a cambiamenti di carattere estetico” aggiunge “abbiamo introdotto alcuni importanti accorgimenti di ergonomia per migliorare l’esperienza d’uso dell’operatore. In primis, l’accorpamento di tutti i dispositivi di controllo e regolazione su un unico lato delle macchine”. Con la rinnovata immagine, nel prossimo futuro Flexa intende

consolidare la propria presenza sul mercato italiano, europeo ed extraeuropeo. Sullo stand erano presentate le tecnologie più significative proposte dall’azienda. Come Miura II Plus, taglierina XY ultraveloce con opzione controllo automatico del bordo, esposta sia in versione standard che WP, specifica per il finishing di carta da parati. Presente in fiera anche la calandra per sublimazione Sublimax, studiata per mantenere

la temperatura stabile durante l’intero processo e uniforme su tutto il cilindro. Nella gamma di soluzioni per il taglio, si distingue Easylite Lam & Sound, laminatrice professionale provvista di diffusore Bose Soundlink, che offre all’operatore la possibilità di ascoltare musica durante il lavoro. Infine, la tagliarotoli TGE ed Extrim, taglierina elettrica con sistema di taglio preciso Accu View. www.flexa.it

|| A sinistra, lo stand Flexa rivela la nuova immagine aziendale del costruttore veneto. Qui sopra, un dettaglio del sistema del pannello di controllo di Miura II Plus e sullo sfondo il sensore ottico che allinea automaticamente i tagli alla stampa

Inca Digital presenta la ibrida SpiderX e il nuovo software per la gestione del workflow IncaConnect Sullo stand di Inca Digital a FESPA 2017 ci hanno accolto le prodezze di un abile prestigiatore, ma la magia più straordinaria è sicuramente quella senza trucco e senza inganno delle soluzioni presentate. Protagonista dello stand è stata SpiderX, stampante flatbed UV che è possibile integrare con l’opzione roll-to-roll. Ampiezza di stampa 3.2 x 2 m, velocità fino a 230 m2/h, sette canali colore e una risoluzione che raggiunge 1000 dpi. Il piano fisso è suddiviso in sei zone di aspirazione indipendenti tra di loro che, insieme a un sistema di pin di registrazione, permette di posizionare i supporti in maniera estremamente precisa. Sempre il piano fisso gestisce materiali di stampa fino a 50 mm di spessore mentre l’opzione roll-to-roll

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consente la stampa di materiali in bobina fino a 0,5 mm. Lanciata nel 2016, SpiderX si propone come una stampante middlerange dal prezzo competitivo, capace di assicurare stampati di qualità su un’ampia varietà di supporti. FESPA è stata inoltre l’occasione per lanciare IncaConnect, un software sviluppato da Inca Digital per rispondere alle esigenze di gestione del flusso di lavoro dei clienti Onset e Spyder. La suite, accessibile tramite browser, consente all’utente di essere sempre informato, mediante statistiche aggiornate su dati di stampa, trend e costi. Ridurre l’intervento manuale e aumentare la produttività: è questa la magia che Inca Digital tira fuori dal cilindro di FESPA. www.incadigital.com

|| In alto, John Millis, CEO di Inca Digital, presenta l’azienda e il suo portfolio di prodotti, durante la conferenza stampa. Qui sopra, Chris Ellis, Commercial Director, durante una dimostrazione della Inca SpyderX.


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eventi Onyx Site Solutions: massima efficienza per l’ambiente di lavoro Onyx Graphics, leader nello sviluppo di software per la stampa di grande formato, punta da sempre su soluzioni scalabili, capaci di adattarsi a qualsiasi ambiente di lavoro ed evolversi al passo con le esigenze dei centri stampa. A FESPA 2017 l’azienda ha presentato in anteprima sul mercato europeo ONYX Site Solutions, una piattaforma che integra gestione della produzione, connessione dei diversi reparti aziendali e monitoraggio dei dati. La gestione di produzione è affidata a ONYX Thrive che, grazie alla licenza di rete, consente massima flessibilità di configurazione e uso. L’architettura a 64 bit incrementa la produttività, mentre gli strumenti avanzati per il controllo colore riducono il margine d’errore assicurando lavori di alta qualità. I moduli ONYX Connect e ONYX

Switch Connect automatizzano il flusso di lavoro, assicurando integrazione ed efficienza. I software di gestione dei diversi reparti produttivi e commerciali risultano così sempre connessi tra loro in maniera bidirezionale, riducendo tempi morti e interventi dell’operatore in operazioni ripetitive. Il server ONYX Hub, accessibile tramite browser, fornisce aggiornamenti in tempo reale sui dati di stampa ed elabora accurati report di produzione. Il monitoraggio costante di produttività e costi consente agli stampatori di intervenire tempestivamente per migliorare il proprio business. Sullo stand, infine, è stato presentato in anteprima il software RIP ONYX 12.2, con velocità di elaborazione e trasferimento dati tre volte superiore rispetto alla versione 12. www.amccolor.com

L’offerta ColorGATE non è solo questione di ripping Come i più impavidi esploratori, ColorGATE non perde occasione per varcare nuovi orizzonti e offrire agli utenti una gamma sempre più variegata di soluzioni software e hardware. Per riuscire nell’impresa la software house tedesca coniuga, da circa vent’anni, una solida expertise e una chiara visione di ciò che è e di quello che vuole diventare nel futuro. Nell’ambito della stampa commerciale, ColorGATE si

impegna a offrire strumenti per la stampa digitale, analogica e i processi di prestampa. Anche nel settore industriale, le tecnologie ColorGATE si prestano a un range applicativo sempre più esteso: dal décor alla ceramica, dal packaging al tessile. È inoltre disponibile, a partire dallo scorso anno, la versione 10 del software RIP disponibile sia per le linee Commercial Productionserver, Filmgate e

Proofgate che per l’Industrial Productionserver. La suite aggiornata, insieme all’aumento della velocità di rasterizzazione e al perfezionamento della tecnologia Ink Saver, include un kit che esplora le potenzialità della stampa di dati variabili. Completano la panoramica Rapid Spectro Cube, strumento per la misurazione del colore e Colorrizer, software per l’ottimizzazione dei processi di colorazione. A

questa ampia offerta di prodotti, durante l’ultima edizione di FESPA, ColorGATE ha affiancato una selezione di applicazioni che è possibile realizzare mediante le sue soluzioni. Lo stand è stato rinominato Industrial Inkjet Reality Room, a conferma dell’intenzione dell’azienda di dedicarsi maggiormente alle potenzialità delle tecnologie industriali. www.colorgate.com

|| A sinistra, Andrea Panizzut, Regional Sales Manager Italy di ColorGATE, con due colleghi della casa madre, durante una dimostrazione di Rapid Spectro Cube. Qui sopra, alcuni esempi di applicazioni presenti sullo stand.

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tecnologie Lo stampatore pugliese, tra i pionieri dell’adozione dell’inkjet, si affida a Fenix DG per un nuovo business superwide con HP Latex 1500

WeMakers apre nuovi percorsi green nell’interior decoration e nel soft signage

A

ll’inizio degli anni ‘80, a Gioia del Colle, la radio locale Studio 99 sta per chiudere malinconicamente i battenti. Il proprietario Francesco Addabbo, ha già deciso di iniziare una nuova avventura, creando un’agenzia di comunicazione per vendere idee e progetti. Tuttavia, i clienti si dimostrano restii ad acquistare solo le idee, chiedendo a corredo anche prodotti tangibili. Questo è il principale motivo per cui la giovane WeMakers – letteralmente “noi creatori” –, senza alcuna esperienza, diviene prima un’azienda di stampa serigrafica e poi, alla fine degli anni ‘90, un service di stampa digitale. Oggi WeMakers realizza stampe pubblicitarie, allestimenti POP, progetti di wrapping e non solo. La serigrafia, grazie, in particolare alle squadre professionistiche di pallavolo pugliesi, ha permesso al team di Addabbo di penetrare il business dello sportswear e dei gadget già dai primi anni ‘90, adottando le prime pionieristiche tecnologie inkjet

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sublimatiche negli anni 2000. In breve tempo è sorta la necessità di dotarsi di soluzioni in grado di rispondere anche a richieste specifiche, per le quali la serigrafia non poteva più essere l’unica risposta. Così sono arrivati i primi plotter per la stampa di vinili, la stampa di alta qualità su materiali rigidi grazie a swissQprint Impala e le soluzioni con inchiostri a base acqua. Con lo stesso piglio, oggi WeMakers prosegue incessantemente la ricerca di tecnologie allo stato dell’arte, in grado di fare la differenza e di offrire nuove soluzioni applicative. L’interior decoration, come conferma l’acquisto di HP Latex 1500, è la nuova sfida che lo stampatore ha deciso di affrontare con l’entusiasmo proprio dei visionari. Dimostrando che la ferma volontà di innovare porta quasi sempre a risultati degni di nota. || In alto, da sinistra, una parte del team di WeMakers. A destra, una stampa pubblicitaria di alta qualità su materiale rigido realizzata con swissQprint Impala.


tecnologie

intervista a Francesco Addabbo Titolare di WeMakers

“Per noi è fondamentale sperimentare, trovare nuove soluzioni applicative e provare ogni giorno a creare qualcosa di unico”

Quali sono state le ambizioni che vi hanno spinto a puntare su una roll-to-roll da 3,2 m? Abbiamo preso la decisione di acquistare una stampante con queste caratteristiche perché ci ha permesso di entrare in nuovi mercati, come quello dell’interior decoration, della pubblicità XXL sulle facciate dei palazzi e l’allestimento dei grandi eventi fieristici. Abbiamo ponderato questa scelta con molta attenzione, ragionando e applicando le stesse logiche che circa 3 anni fa ci hanno portato al fortunato acquisto della nostra swissQprint Impala, che all’epoca ha trasformato le nostre modalità e capacità produttive. È più o meno lo stesso tipo di impatto che ci aspettiamo da una roll-to-roll con questa larghezza di stampa. Stiamo ampliando l’offerta anche in ambiti applicativi in cui eravamo già presenti, come gli allestimenti fieristici e i materiali POP di alta qualità.

Un’azienda che si definisce “creatrice di idee” cosa vuole quando compra una tecnologia? E cosa non vuole? Non vogliamo limiti. Cercavamo una soluzione capace di gestire un range notevole di materiali e che aprisse le porte al superwide di livello industriale. Adesso possiamo realizzare applicazioni molto particolari e ricercate, senza preoccuparci del formato. Inoltre, la tecnologia di stampa Latex si sposa perfettamente con la nostra visione in termini di versatilità e di rispetto dell’ambiente, superando il limite degli ambienti di applicazione. Poter stampare su materiali non nocivi con inchiostri privi di emissioni e odori è un notevole punto di forza per chi, come noi, intende concentrarsi in maniera decisa sulla decorazione completa degli interni. Un obiettivo che intendiamo raggiungere combinando le potenzialità di HP Latex con le possibilità applicative di Impala.

Il vostro sodalizio con Fenix DG nasce più di 10 anni fa. Cosa rende ancora oggi speciale il vostro rapporto? Quando acquistiamo una macchina da Fenix sappiamo che non dobbiamo partire da zero ma abbiamo un vantaggio competitivo rispetto ad altri che hanno la stessa stampante. Fenix conosce profondamente le tecnologie, perché le testa, le analizza, ne sperimenta le applicazioni più estreme. Chiunque ti può vendere una macchina, ma in pochi sanno metterti da subito in condizione di sfruttarla al 101% delle sue possibilità. Un altro punto di forza è la capacità di tirare fuori il massimo dalla nostra azienda. Sanno di cosa abbiamo bisogno e la loro consulenza è sempre preziosa, anche sulle modalità da seguire per realizzare specifiche applicazioni finali. Infine, anche se non è affatto scontato, l’assistenza è puntuale e accurata. Per questi motivi continuiamo ad affidarci a Fenix.

Qualità, produttività, ecologia e formato superwide rendono HP Latex 1500 l’apripista per gli alti volumi Collocata tra la serie 3000, connotata da produttività industriale, e le “piccole” della serie 300, HP Latex 1500 è una roll-toroll con luce di stampa 3.200 mm e velocità massima di 74 m²/h. Al pari delle altre HP Latex, la 1500 stampa su una vasta gamma di materiali, anche non pretrattati, ed è ideale sia per applicazioni outdoor che per interior deco-

ration, tra cui la produzione di wallpaper. HP Latex 1500 utilizza inchiostri pigmentati a base acqua low odor e dal minimo impatto ambientale, ed è dotata di 7 canali colore, affiancando a CMYK, Lc e Lm anche l’Optimizer, un promotore di adesione che migliora l’aggrappaggio degli inchiostri anche su supporti non pretrattati. HP Latex 1500

è molto affidabile grazie allo spettrofotometro integrato, che garantisce il matching iniziale e la tenuta della cromia lungo la lavorazione, mentre il brevetto HP OMAS (Optical Media Advance Sensor) è un sensore ottico che legge la tramatura del materiale, ottimizzando l’avanzamento dei supporti ed evitando così fenomeni di banding.

|| HP Latex 1500 può essere configurata con bobina singola da 160 kg oppure con due bobine da 80 kg (opzione scelta da WeMakers)

Fenix Digital Group srl Via Maggiate 69 28021 Borgomanero (NO) www.fenixdigitalgroup.com T: +39 0322 060 276 F: +39 0322 060 128 info@fenixdigitalgroup.com

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tecnologie La cartotecnica è passata in pochi mesi dalla stampa offset a una Durst Rho P10 200, senza scendere a compromessi sulla propria vocazione industriale

Grafiche Lambro: con l’inkjet il workflow ibrido “perfetto” dal progetto alla fustella

I

l concetto di lavorazione complessa è da sempre all’ordine del giorno in Grafiche Lambro. Dal 1981 l’azienda lombarda realizza infatti progetti cartotecnici che includono progettazione, stampa offset, fustellatura, incollatura e logistica. Fino al 2000 le lavorazioni venivano effettuate prevalentemente in outsourcing ma, con l’inizio del nuovo millennio e l’ingresso di nuovi soci, si è assistito a un progressivo cambiamento, sia strategico che produttivo. Anzitutto iniziando a dialogare esclusivamente con clienti diretti, senza più intermediari. Inoltre, le scatole hanno progressivamente lasciato spazio a espositori e materiali POP. Il 2016 è stato l’anno del cambiamento più radicale, che ha visto l’azienda dismettere la tecnologia di stampa offset Manroland utilizzata fino a quel momento, che ha ceduto il posto a una inkjet industriale Rho P10 200. Questo passo ha snellito il workflow produttivo dell’azienda, dimostrando come la transizione dall’analogico al digitale non sia necessariamente sinonimo di lacrime e sangue.

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|| In alto, il reparto di assemblaggio, dove vengono costruiti, incollati e preparati per la consegna tutti gli espositori realizzati da Grafiche Lambro. Nella pagina accanto, in alto, l’ufficio di progettazione dell’azienda cartotecnica lombarda.


tecnologie Dall’idea al file: il primo passo verso il vero end-to-end Grafiche Lambro ha compiuto una scelta importante, dotandosi di un team di progettazione interno. Tre progettisti coordinati dall’art director Germano Porro e un direttore di produzione hanno il compito di assistere i clienti dall’ideazione fino all’approvazione del prodotto desiderato. Maurizio Fumagalli, CEO dell’azienda, definisce il reparto “il nostro fiore all’occhiello, grazie a cui riusciamo a partire dal foglio bianco e aiutiamo il cliente a dare forma a un prodotto assolutamente unico, ideato secondo i suoi desideri”. La presenza costante del direttore di produzione all’interno del gruppo è fondamentale per garantire che ogni passaggio sia ottimizzato, tenendo conto esigenze tecniche e delle specifiche adottate in fase di lavorazione.

Stampa digitale, finishing e confezionamento Una volta ottenuto il file definitivo, la fase di stampa ha inizio su Durst Rho P10 200. La macchina acquistata da Grafiche Lambro è dotata di un piano aspirante più potente rispetto a quello utilizzato solitamente sulle

stampanti dedicate al sign & display e utilizza speciali guide in carbonio, non deformabili, che abbassano i bordi del materiale per garantire la planarità anche nel caso di fogli di cartone ondulato molto imbarcati. Dopo la fase di stampa, si effettuano le eventuali verniciature, plastificazioni, nobilitazioni o accoppiature, cui seguono la fustellatura tradizionale o il taglio digitale, in funzione del quantitativo e della tipologia di materiale da convertire. “Provenendo dal settore cartotec-

nico tradizionale – spiega Fumagalli – oltre al taglio digitale disponiamo di 2 fustellatrici automatiche e di una platina manuale. Questo ci permette di gestire volumi rilevanti ed eventuali picchi di produzione, senza colli di bottiglia”. Il passaggio successivo è l’incollaggio di tutte le parti stampate e sagomate. Si tratta di un procedimento che può essere svolto con l’utilizzo di robot o manualmente, e che consente di ottenere espositori assemblati in maniera molto precisa. Per molte

Produttività 24/7, affidabilità ed elevata qualità di stampa: ecco la formula che fa di Rho P10 un’ibrida di fascia industriale Durst Rho P10 è una stampante inket UV concepita per medi e alti volumi, in grado di lavorare 24/7 e disponibile con larghezza di stampa di 1.600, 2.050 e 2.500 mm. Con produttività che vanno da 100 a 400 m²/h è ideale per applicazioni grafiche e cartotecniche. Può alimentare materiali plastici, legno, cartone, metacrilati, ma anche materiali in bobina come carta, banner in PVC e autoadesivi. Fino

a 7 i canali colore configurabili: quadricromia estesa oppure CMYK più due tinte piatte, cui si può aggiungere il bianco. In base alle differenti applicazioni Durst fornisce diversi tipi di inchiostri UV, così da garantire risultati ottimali a prescindere dai materiali, come nel caso degli inks “Paper and Board” che, con costi contenuti, offrono colori brillanti anche su carta e materiali assorbenti. Durst Rho P10 è configurabile

con feeder e stacker automatici per lavorazioni non presidiate. Inoltre, come sulla Rho P10 di Grafiche Lambro, è disponibile un’opzione per gestire cartone ondulato con deformazioni fino a 20 mm. È una combinazione tra un sistema di aspirazione potenziato e speciali guide laterali in carbonio che garantiscono la planarità del foglio di cartone lungo tutto il percorso di alimentazione, stampa e rilascio.

|| Da sx, un particolare del conveyor belt di Durst Rho P10 200, abbinato a un sistema di aspirazione più efficace grazie al maggior numero di zone di aspirazione indipendenti e alle turbine potenziate. A destra Rho P10 dotata di feeder e stacker.

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tecnologie

intervista a Maurizio Fumagalli Amministratore Delegato di Grafiche Lambro

“Sfruttiamo la nostra esperienza nel mondo analogico partendo dalla stampa digitale, realizzando prodotti unici, plastificando, accoppiando e nobilitando per ottenere risultati sorprendenti”

Come siete arrivati alla decisione di introdurre una linea di produzione digitale? Da circa tre anni stavamo investigando sui plus e sulle evoluzioni dell’inkjet. Parallelamente, già da qualche anno, i quantitativi medi hanno iniziato a decrescere e i tempi di consegna sono sempre più stretti. C’era un mercato che vedevamo crescere e che non potevamo soddisfare. Inoltre, dovevamo fronteggiare la costante riduzione delle marginalità della stampa analogica, mentre invece osservavamo grandi possibilità di guadagno sul mercato digitale. Lo scorso anno abbiamo quindi deciso di rimpiazzare la macchina da stampa offset con un engine di stampa inkjet. Cosa vi ha portato a scegliere la tecnologia Durst? Cercavamo una macchina inkjet in tutto e per tutto integrabile nel nostro processo cartotecnico, a partire da una qualità di stampa compatibile con gli standard richiesti da clienti e brand owner. Abbiamo considerato tutte le principali piattaforme presenti sul mercato, iniziando proprio da Durst. La P10 è stata fin dal principio il nostro metro di paragone, rivelandosi, infine, la scelta ottimale. Ci hanno convinto il mix tra qualità delle lavorazioni e solidità

lavorazioni questo rappresenta l’ultimo step prima della consegna. Grafiche Lambro offre infatti anche servizi aggiuntivi. “Molti dei nostri clienti usufruiscono del servizio ‘plus’ – spiega Fumagalli – che prevede anche il riempimento degli espositori con i prodotti, precedentemente consegnati presso la nostra sede. In questo modo, dopo essere stati imballati, gli espositori sono già pronti per essere consegnati presso i punti vendita”.

Il fattore umano resta l’elemento determinante Poter partire dal brief e offrire un prodotto realizzato su misura è, indubbiamente, un grande vantaggio. Ed è qualcosa di realizzabile solo grazie alle persone. “Grafiche Lambro – continua Fumagalli – conta oggi 30 collaboratori, il più “anziano” dei quali

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della struttura, ma anche l’elevata produttività complessiva, che ci dà tranquillità nell’affrontare i frequenti picchi di produzione. È stato determinante anche poterla configurare con un gran numero di opzioni, tra cui feeder e stacker automatici, che permettono di effettuare lavorazioni non presidiate, soprattutto di notte. È una grande soddisfazione arrivare la mattina in azienda e trovare la pila di cartone stampato, perfettamente a registro e pronto per le lavorazioni successive. Quali difficoltà avete affrontato passando a un sistema di stampa digitale? Per noi è stato un processo rapido e quasi naturale. Credo che

questa sensazione sia dovuta al fatto che la tecnologia di Durst è studiata per facilitarne la comprensione, l’adozione e l’utilizzo. Come giudicate il servizio e l’assistenza forniti da Durst sia in fase di startup che a distanza di alcuni mesi? Abbiamo installato la P10 il 9 gennaio 2017 e due giorni dopo eravamo già a pieno regime. Questo è stato possibile anche grazie al team di installazione e addestramento di Durst. Anche in seguito all’installazione Durst è stata sempre presente per ogni domanda e finora non siamo mai stati fermi un giorno. Questo è tutto ciò che un’industria si aspetta dalla stampa digitale.

|| Un lotto di espositori per prodotti cosmetici, stoccati all’interno degli stabilimenti di Grafiche Lambro, pronti per essere imballati e consegnati al cliente.

ha 45 anni. Abbiamo tanta energia e la cura del cliente è un elemento imprescindibile attorno al quale ruota tutto il resto”. Con grande consapevolezza delle prerogative di una PMI, Fumagalli sottolinea che, anche in caso di una ulteriore crescita dell’azienda, la peculiarità di Grafiche Lambro resterà quella di essere agili. Solo così si potrà riuscire a correggere rapidamente il tiro in base alle necessità del mercato, con una rapidità che una struttura più complessa non permetterebbe.

Software e controllo dei processi per fare la differenza Disporre di processi ben definiti e funzionali è importante per qualsiasi azienda. La gestione di lavorazioni complesse come quelle realizzate da Grafiche Lambro implica necessariamente l’utilizzo di software che per-

mettano di razionalizzare i processi. Questo consente di abbattere le possibilità di errore, ottimizzare le tempistiche e ridurre i costi scegliendo, ad esempio, quale tecnologia di stampa sia più adatta a una particolare lavorazione. Alcune aziende preferiscono dotarsi di un unico software per controllare tutto il workflow. Grafiche Lambro, invece, ha scelto di utilizzare una combinazione di differenti software, abbinando il proprio gestionale al software di stampa Caldera, fornito in dotazione con Durst Rho P10 200. La suite è stata modificata appositamente, in base alle necessità tecniche e produttive dell’azienda, rendendo possibile l’esecuzione integrata di tutte le procedure amministrative, come l’acquisizione degli ordini, la preventivazione e la fatturazione. Il gestionale si integra in maniera funzionale con il RIP e da ogni computer all’interno della rete aziendale è possibile controllare l’intera fase produttiva.


© Kodak, 2017. Kodak e NexPress sono marchi registrati di Kodak.

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speciale Sebbene le tecnologie analogiche giocheranno ancora a lungo la parte del leone, l’inkjet cresce inesorabilmente a fronte di oggettivi vantaggi tecnici ed economici

La stampa digitale continuerà a erodere quote di mercato all’offset di Smithers Pira // info@smitherspira.com

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l nuovo report di Smithers Pira – The Future of Digital vs Offset Printing to 2022 – quantifica la stampa digitale come il 16,2% del valore del mercato globale di stampa e il 2,9% del suo volume per il 2017. Questo valore è in crescita rispetto al 2,1% in volume riportato nel 2012. La transizione al toner e in particolare alle macchine da stampa inkjet accelereranno fino a ad attestarsi al 3,9% dell’output di stampa nel 2022, quando le nuove macchine da stampa ad alte prestazioni si renderanno disponibili per numerose nuove applicazioni. Gran parte di questa espansione avviene a scapito della stampa offset. La quota mondiale per questo processo scenderà dal 48,1% di tutta la stampa e imballaggi stampati nel 2012, al 39,5% nel 2022. Tra i processi analogici, solo la flexo andrà incontro ad un aumento del proprio valore su scala mondiale.

Panoramica La stampa digitale si è sviluppata notevolmente rispetto alla

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Smithers Pira è un riferimento a livello mondiale nell’industria del packaging, della carta e della stampa. Fondata nel 1930, offre ai propri clienti servizi di consulenza tecnico-strategica finalizzati ad approfondire la conoscenza di questi mercati, identificare opportunità e valutare performance di prodotto. Per maggiori informazioni visitare il sito www.smitherspira.com o scrivere a info@smitherspira.com.


speciale Litho, analogue and digital print market development, 2012–22, in volume and value terms GLOBAL SHARE OF PRINTING PROCESSES (%) Value

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Source: Smithers Pira

sua introduzione negli anni ’70 per la stampa transazionale, con l’arrivo dei sistemi a colori a foglio singolo a metà anni ’90. Da allora, elettrofotografia ed inkjet hanno beneficiato della quota principale nei budget di ricerca e sviluppo spesi per le tecnologie di stampa. Questo ha spinto in avanti la qualità, l’affidabilità e la produttività dei sistemi, riducendo allo stesso tempo il costo di produzione per l’utente finale. Ciò ha portato all’adozione di questa tecnologia da parte degli stampatori e dei converter di imballaggi, inizialmente grazie alla possibilità di stampare dati variabili e ai benefici economici nelle basse tirature. Con l’aumento dell’investimento in tecnologia da parte degli utenti finali stanno nascendo e crescendo nuovi mercati di nicchia e benefici per i print buyer, spingendone ulteriormente l’adozione. Ci sono stati cambiamenti significativi nella tecnologia inkjet, dove la qualità ottenibile è migliorata enormemente, così come l’affidabilità e l’uniformità di stampa. I budget destinati allo sviluppo dell’inkjet eccedono quelli destinati a tutte le altre tecnologie di stampa e imballaggio, ed è un trend destinato a continuare. Oggi sono disponibili macchine da stampa single-pass alimentate a foglio e a bobina adatte alla maggior parte delle applicazioni. In termini di valore la stampa offset, un tempo predominante, è in declino e la flexo nell’ambito degli imballaggi è in lieve crescita. Ma il digitale mostra una forte crescita. L’offset domina ancora in termini di numero di stampe e di pagine e per il 2022 rappresenterà ancora il 70% dell’output mondiale di stampa. La maggior parte della stampa offset

è usata per stampare pubblicazioni di valore relativamente basso come quotidiani, riviste e cataloghi, i cui volumi sono in calo. Gli sviluppi nel workflow stanno abbassando i costi associati alla stampa, aprendo nuove opportunità di mercato ad individui e microimprese. La stampa offset a foglio ha tratto beneficio dal raggruppamento di più lavori su formati carta di grandi dimensioni, che consente di abbattere i costi di setup. L’utilizzo di alti livelli di automazione sta riducendo gli scarti e i tempi di avviamento, rendendo la stampa offset economicamente vantaggiosa rispetto alle macchine a toner a colori a foglio singolo. Questi sviluppi incrementali si riflettono in tutti i processi di stampa. E molte aziende stanno adottando tecniche di produzione avanzate per migliorare ulteriormente la propria efficienza.

Sviluppo di sistemi inkjet ibridi Molti prodotti sono stampati usando molteplici processi, sia con passaggi separati (per esempio la sovrastampa monocromatica nel direct mail, nelle stampe di sicurezza e nel transazionale) o integrati in sistemi singlepass, come ad esempio in una macchina da

stampa per etichette. C’è stato un ampio dibattito sui potenziali sviluppi di macchinari ibridi tra digitale e analogico. Per alcune applicazioni ha senso combinare digitale e convenzionale. Kodak riferisce di molte istallazioni del suo sistema di stampa Prosper su macchine da stampa per giornali, moduli continui e riviste. I moduli S10, S20 e S30 usano la tecnologia Stream, con teste singole che garantiscono 105,6 mm di larghezza a 600 dpi con elevata produttività. Kodak ha aumentato la capacità con S20, che consente velocità di oltre 600 m/min a 600x300 dpi, e oltre 900 m/min con S30. Il modulo S20 può includere fino ad un massimo di 12 stazioni di stampa e 24 teste di stampa per garantire la massima flessibilità, ed è disponibile come un upgrade del modulo S10. Più teste possono essere unite in modo da ottenere un’area di stampa più ampia e più colori una volta collegate al controller di stampa e ai serbatoio dell’inchiostro. La stampa inkjet ibrida sta crescendo nell’ambito delle etichette, con molti fornitori che oggi offrono sistemi ibridi flexo/inkjet, talvolta connessi a sofisticati sistemi di finitura. C’è un trend significativo che si sta sviluppando nell’ambito delle macchine ibride inkjet/ flexo, con partnership che hanno portato al rilascio di macchinari sul mercato, tra cui: • Gallus e Fujifilm • Nilpeter e Screen • Mark Andy e Ricoh • Edale e FFEI • Focus Machinery con IIJ • MPS e Domino • Omet in partnership con Durst. Tutti stanno vendendo soluzioni per il converting delle etichette. PPSI e IIJ offrono anche moduli che i converter possono aggiungere alle loro linee di macchinari di flexo esistenti per estendere la vita utile del bene. L’idea è quella di consentire la stampa di grandi formati con tinte piatte omogenee, incluso il bianco, attraverso la flessografia, mentre il tono continuo e tutti i dati variabili sono stampati con l’inkjet. Questo porta benefici economici rispetto al costo degli inchiostri inkjet nelle aree di maggiore copertura, e una maggiore flessibilità rispetto alla flexo. The Future of Digital vs Offset Printing to 2022 è disponibile a £ 4,500.

Questo articolo evidenzia alcuni dei punti chiave del nuovo report di Smithers Pira The Future of Digital vs Offset Printing to 2022. Per ulteriori dettagli su questa pubblicazione di market intelligence potete visitare il sito web di Smithers Pira all’indirizzo www.smitherspira.com o contattare Paul Adam ai seguenti recapiti: +44 (0)1372 802186 - padam@smithers.com

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supporti Se molti stampatori e rivenditori sembrano aver perso la speranza di costruire valore attorno ai materiali rigidi, tecnologia ed ecologia sono i nuovi driver

Carta, legno, “nidi d’ape” e nuove plastiche: il pannello esce dalla commodity di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com

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hi l’ha detto che i materiali sono tutti uguali e che, di conseguenza, l’unico argomento possibile è il prezzo? Che l’Italia sia in una certa misura un cosiddetto mercato “price sensitive” non è una novità. Ma è altrettanto vero che la nostra industria del printing non è da terzo mondo. Forse, ancora una volta, il nostro è un problema culturale, di comunicazione e di corretta trasmissione e comprensione dei valori che stanno alla base di un prodotto. Non si spiegherebbe,

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altrimenti, l’enorme discordanza tra un comportamento d’acquisto quasi sempre guidato dalla qualità e dall’eccellenza – pensiamo all’italiano consumatore di cibo, vino, calzature e automobili – e questa sospetta tendenza a “tirare sul prezzo” quando si tratta di comprare carta, vinile, materiali e inchiostri per la nostra azienda di stampa. Molti direbbero che questa attitudine è il risultato di una committenza sempre più cinica, disinteressata alla qualità e intenzionata a risparmiare, a costo di scatenare una competizione violenta tra fornitori. Noi siamo

più propensi a credere che, più semplicemente, larga parte di questa committenza non sia mai stata coinvolta o guidata dai propri fornitori in un processo di apprendimento dei reali valori aggiunti di un materiale stampato “come dio comanda” rispetto a un prodotto “la qualunque”. Ci riesce davvero difficile pensare che il 100% dei brand owner, piccoli o grandi che siano, non possa o non voglia comprendere i vantaggi di avere un prodotto più innovativo, sostenibile, facile da applicare e rimuovere, riciclabile, sicuro o addirittura certificato o certificabile.


supporti

|| Lo stand di Katz Group, uno dei più creativi di FESPA 2017, ha permesso di toccare con mano la miriade di applicazioni grafiche e strutturali di Katz Display Board

Dai sottobicchieri nasce il pannello digitale ecostenibile per il POP L’innovazione portata da Katz nel mercato della comunicazione nasce da un’esperienza davvero unica: per oltre un secolo l’azienda tedesca ha dominato il mercato dei sottobicchieri per birra. Uno dei valori chiave di Katz è la sostenibilità, che si sostanzia in uno stretto legame con le risorse forestali e nel loro uso rispettoso e responsabile. In quest’ottica si inserisce anche Katz Display Board, che come gli altri prodotti

dell’azienda è realizzato con un core di polpa di legno laminato con due layer di carta e si propone come alternativa sostenibile a molti altri materiali utilizzati nella comunicazione sul punto vendita e nella grafica. La gamma si compone di più varietà di pannelli, che differiscono per la loro finitura superficiale o per una particolare colorazione, oltre che per differenti spessori e relative grammature. Grande attenzione è stata posta

O talvolta semplicemente più bello. Perché alla fine una carta o un materiale, se esprimono vera qualità, sono tutta un’altra vita. Vantaggi che anche lo stampatore – spesso disattento, disinteressato o disperato – può fare propri, migliorando sensibilmente la qualità del proprio lavoro. Ancora una volta la saggezza popolare ci viene in aiuto con l’inossidabile regola per cui “chi più spende, meno spende”. Ma torniamo ai nostri supporti rigidi, che oggi rappresentano un universo sconfinato di materiali con cui realizzare progetti di comunicazione o interi

dalla ricerca e sviluppo di Katz nel garantire le migliori caratteristiche di stabilità dimensionale, stampabilità e lavorabilità con i sistemi di taglio digitale. Display Board è disponibile anche nella versione Outdoor, che è idrorepellente e in fase di test ha mostrato un’eccellente resistenza agli agenti atmosferici fino ad alcune settimane. Il range è ampio e parte dalla versione unlined, la più economica, che è pura polpa di legno

allestimenti di ambienti e punti vendita. Vediamone insieme alcune caratteristiche, prima di immergerci in una full immersion tra alcuni dei prodotti e dei fornitori che più si stanno dimostrando innovativi.

Stampabilità Uno dei driver che più ha favorito la crescita dell’offerta di materiali rigidi è senz’altro la possibilità di personalizzarli attraverso la stampa, per lo più realizzata con tecnologie

senza copertine in carta. A questa si affiancano la glazed, laminata su entrambi i lati con carta patinata e ideale per stampa offset e digitale, e la versione canvas laminata con carta naturale con effetto telato. C’è poi la versione aqua-ink, laminata con carta speciale per stampa di poster, ottimizzata per la stampa con inchiostri inkjet waterbased. Gli spessori variano tra 0,8 mm (solo per unlined) e 5 mm, a seconda delle singole finiture.

inkjet per stampa diretta (flabted e ibride) con tecnologia d’inchiostro UV-curable. Il pannello ideale, quindi, deve possedere caratteristiche fisiche e meccaniche che garantiscano un’ottima planarità del materiale sotto le teste di stampa, facilitino l’adesione dell’inchiostro e restituiscano cromie brillanti, tinte piatte omogenee e immagini ben definite. Oltre che dalla natura stessa del supporto – carta, plastica, metallo – la stampabilità è condizionata dagli eventuali trattamenti superficiali che il produttore ha scelto di conferire al materiale.

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supporti Peso, spessore, densità, resistenza, deformazione... Al pari di una carta – che normalmente si caratterizza per una certa grammatura (o peso in g/m2), per uno spessore oggettivo espresso in micron e per valori non sempre definibili di rigidità e di “mano” – anche i pannelli per la comunicazione visiva prevedono un’analoga caratterizzazione. Ai classici valori di spessore (da pochi micron a svariati centimetri) e grammatura, molte tipologie di pannelli affiancano un valore di densità, espresso in g/cm3, che può variare a parità di spessore. Maggiore è la densità, migliore è la qualità del pannello e (di norma) più elevate sono le performance del materiale in termini di rigidità e planarità. Parlando in molti casi di materiali plastici o compositi, il cui formato è spesso generoso e la cui applicazione finale può prevedere stress meccanici o un utilizzo outdoor, altri due parametri da tenere in considerazione sono il coefficiente di dilatazione e la resistenza all’impatto. Ma ce ne sono molti altri, variabili in funzione della tipologia di materiale e quasi sempre ben descritti nelle schede tecniche fornite dal produttore.

Composizione, sicurezza e riciclabilità Un altro aspetto troppo spesso sottovalutato o ignorato da committenti e stampatori è la composizione del pannello prescelto o utilizzato per l’applicazione finale o la lavorazione. Senza ambire alle competenze di un ingegnere chimico, sapere di cosa è fatto il nostro materiale può rappresentare un grande vantaggio in diverse situazioni, per diversi motivi e con differenti interlocutori. Anzitutto sapere cosa stiamo maneggiando – o ancor meglio stampando, tagliando e fresando – può essere utile per mettere in campo eventuali precauzioni o contromisure a tutela del benessere degli operatori. Altrettanto importante è poi la necessità di aderire a specifici capitolati, che spesso impongono o bandiscono la presenza di alcuni materiali, specie se il pannello o il manufatto – stampato oppure no – dovrà essere applicato in luoghi pubblici, punti vendita, scuole, ospedali. C’è infine il tema della riciclabilità, che coinvolge tanto gli scarti di produzione in azienda, quanto lo smaltimento dello stesso pannello una volta giunto a fine vita. Avere a che fare con un rifiuto speciale non è una tragedia, ma è un’evenienza cui è opportuno arrivare preparati e su cui è fondamentale sensibilizzare creativi e brand-owner. È opportuno ricordare che lo stesso utilizzo di materiali “paper-based”

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non è automaticamente garanzia di sicurezza e riciclabilità: laddove questi siano stampati con chimiche d’inchiostro non compatibili con i normali processi di riciclo o siano accoppiati con altri materiali, è possibile che debbano essere smaltiti secondo procedure speciali. Restando in tema, non dimentichiamo poi che alcuni supporti sono progettati o trattati per aderire a specifici standard internazionali come REACH e RoHS, e ancora per garantire particolari performance di resistenza al fuoco.

Lavorabilità a plotter In un universo applicativo e di mercato che non è più fatto di pannelli stampati e rifilati, ma di applicazioni complesse realizzate abbinando processi di stampa con tecniche di taglio a lama e fresatura, praticamente non esiste materiale che possa dirsi indenne da un’eventuale sagomatura, cordonatura o piega. Questo impone agli utilizzatori di conoscere con precisione il tipo di lavorazioni realizzabili con quel dato materiale, oltre naturalmente agli utensili compatibili e alle modalità di lavorazione consigliate. Qui si rivelano sempre più preziose le raccomandazioni e le linee guida dei fornitori di materiali, o ancora i “preset” software resi disponibili dai produttori dei vari sistemi di taglio e fresatura. Improvvisare, senza aver maturato una buona conoscenza di base di ogni singolo materiale, potrebbe tradursi in scarti, rifacimenti, aggravi di costo e – nella peggiore delle ipotesi – anche in gravi danni all’utensile di taglio, al conveyor belt (se presente) o al piano di lavoro del cutter.

Utilizzo indoor o outdoor? Quando creano campagne e progetti di allestimento e decorazione, creativi e brand owner tendono ad essere sempre più imprevedibili ed esigenti, al punto che gli stampatori e i converter si trovano sempre più spesso coinvolti in processi di ricerca, sviluppo e validazione di applicazioni inedite. Se però le tecnologie di stampa – a partire dall’UV-curable, dal solvente e dal latex – rappresentano oggi una variabile piuttosto controllabile prevedibile, lo stesso non si può dire per i materiali. Come si comporterà un sagomato o un desk realizzato in materiale espanso o in honeycomb se utilizzato in esterno per un periodo più o meno lungo? I fornitori stanno mettendo a punto materiali, colle e coating superficiali sempre più performanti, in grado di assorbire e rilasciare umidità senza pregiudicare la planarità e la resistenza del manufatto. Ma anche in questo caso, vale la pena verificare preventivamente.

Un materiale, un brand e i suoi valori: un’interazione sempre più intima Sempre più spesso l’utilizzo di una particolare carta – naturale, patinata, riciclata, progettata ad-hoc – definisce e sottolinea nel medio-lungo termine l’identità di un brand nell’ambito dei suoi materiali di comunicazione. Cataloghi, brochure e packaging, unitamente alle tecniche di stampa e nobilitazione prescelte, sono sempre più spesso i veicoli visuali, tattili ed emozionali per rendere un marchio o un prodotto più connotato e percepibile al suo pubblico. Un trend che progressivamente si sta allargando alla comunicazione visiva e ai materiali per il punto vendita, dove materiali talvolta “poveri” o dozzinali lasciano spazio a supporti più ricercati, tecnici o evocativi. Tra i più apprezzati e diffusi, grazie al loro aspetto naturale e alla loro suggestiva anima ondulata o alveolare, ci sono gli honeycomb in carta. Bianchi o avana, più o meno spessi, con le copertine tono su tono o con cromie abbinate – bianco/nero, bianco/rosso, etc. – gli honeycomb godono di crescente popolarità e vengono sempre più associati a brand e prodotti ecosostenibili, meglio se stampati con tecnologie waterbased e senza plastificazione.


supporti

intervista John-Åke Svensson Managing Director, Stora Enso Packaging Solutions

“Spieghiamo ai converter come progettare e condividiamo con loro i migliori file per progetti di successo”

Re-board è stato tra i primi pannelli a nido d’ape riconosciuto e specificato da stampatori e brandowner, anche in Italia. Quali progetti avete per il futuro? Lavoriamo con il nostro partner Euroscreen per offrire agli utilizzatori finali italiani una fornitura del materiale il più possibile rapida ed efficace. Parallelamente vorremmo anche entrare in contatto con altri distributori sul mercato italiano, che possono facilitare l’offerta a stampatori e converter di successo. Quanto è importante per Re-board dialogare con brand-owner, progettisti, specificatori e influenzatori? Come interagite con questi soggetti? Cerchiamo di dialogare con tutti questi interlocutori a vari livelli. Anzitutto inviamo loro regolarmente una newsletter, partecipiamo a diverse fiere europee

e sosteniamo le manifestazioni regionali. Inoltre spieghiamo ai converter come progettare e condividiamo con loro i migliori file per progetti di successo. Chi acquista Re-board come converter riceve poi inviti a workshop internazionali dove incontrare altri utilizzatori, condividere esperienze e sperimentare nuove tecnologie. Cosa rende unica la vostra offerta odierna e quanto spazio vedete per introdurre ulteriori innovazioni tecniche? Re-board è già un prodotto super leggero con una resistenza eccezionale. Tuttavia continuiamo a promuovere la ricerca e sviluppo come uno degli investimenti più importanti per il futuro. Credete sia possibile combinare un buon prezzo con un’adeguata resistenza, stampabilità e lavorabilità? Un buon prezzo è essenziale per

il cliente, ma il design deve trarre vantaggio dalle doti di resistenza, planarità, rigidità, stampabilità e lavorabilità di Re-board. Come agite per migliorare l’esperienza di acquisto e utilizzo di stampatori e converter? Prima di tutto ampliando la rete di distributori in tutto il mondo, così che siano più vicini ai converter. Ma crediamo che anche i workshop, in cui condividere esperienze e guardare alle nuove tecnologie, svolgano un ruolo chiave. Con quali servizi e prodotti supportate i clienti? I nostri distributori possono, ad esempio, aiutare il converter a scegliere la giusta tipologie di Re-board in funzione del suo progetto. Quattro volte l’anno organizziamo dei corsi in cui formiamo gli utilizzatori finali a realizzare il giusto design.

Re-board: l’apripista dei compositi in cartone torna alla ribalta? È stato lui, nei primi anni 2000, ad affermare il composito in cartone come un materiale innovativo, in grado di offrire performance ed effetti estetici inediti e – last but not least – a costruire attorno al marchio Re-board un senso di esclusività e di appartenenza a una sorta di “club esclusivo”. Oggi Re-board è parte del

gruppo cartario Stora Enso, la concorrenza è cresciuta e molti altri produttori internazionali e regionali hanno ampliato la propria gamma di pannelli a nido d’ape (o strutture simlilari) e contribuito alla crescita dei volumi. Eppure Re-board continua ad affermare la propria leadership attraverso una ricerca & sviluppo

d’eccellenza, soprattutto per chi cerca leggerezza, solidità costruttiva per progetti architettonici e di allestimento complessi, oltre che caratteristiche tecniche talvolta uniche. È disponibile per esempio una versione di Reboard resistente al fuoco, testata secondo la normativa europea EN 13501 e comparabile con

la classificazione tedesca DIN 4102-1 “B1”. Anche in fatto di riciclabilità, i pannelli di Stora Enso seguono lo stesso percorso della normale carta. Anche a FESPA 2017 Re-board ha giocato un ruolo di primo piano ed è stato la prima scelta per alcuni importanti costruttori di tecnologia di stampa e taglio.

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|| A FESPA 2017 Brett Martin ha puntato su materiali capaci di unire le migliori performance tecniche a un certo livello di eco-sostenibilità e riciclabilità

Brett Martin innova nell’espanso e apre al PETg “green” nel trasparente La britannica Brett Martin non è tra i brand più noti nel mercato italiano, eppure è oggi tra le aziende europee che più esprimono qualità, attenzione all’ambiente e atteggiamenti virtuosi nella ricerca e sviluppo. Brett Martin è tra i principali player continentali nell’ambito dei materiali espansi di qualità.

Tra i prodotti “classici” a farla da padrone è Foamlux White, un pannello in espanso caratterizzato da un eccellente punto di bianco, ottima stampabilità e formati che arrivano al 3 x 2. A questo si affiancano prodotti più ricercati come Foamlux Xtra, caratterizzato da due copertine di PVC bianco e un’anima nera realizzata

con materiale riciclato ad elevata compattezza e solidità. All’ecosostenibilità, Xtra abbina un’eccellente lavorabilità con sistemi di taglio e fresatura. Entrando nell’ambito dei supporti colorati troviamo Foamlux Colour, disponibile in 15 colorazioni vivaci con finitura opaca (comprese alcune “limited edition”)

e Foamlux Ultra, che prevede il bianco e 6 colori con finitura ultra-lucida. Tra gli highlight di FESPA, Brett Martin ha inoltre inserito una nuova gamma di lastre trasparenti in PETg, che uniscono alle ottime caratteristiche ottiche una buona termoformabilità a basse temperature e una riciclabilità totale.

|| Anche a FESPA 2017, la tedesca 3A Composites ha incentrato la propria presenza su materiali tecnologici, sostenibili e pensati per applicazioni ad alto valore aggiunto

3A Composites innova a suon di carta FSC e balsa, con Dispa e Banova Nonostante la leadership conquistata con i prodotti in PVC e alluminio composito ad altissime prestazioni, 3A Composites è tra i produttori di pannelli più impegnata in un processo di innovazione continua nell’ambito di materiali sostenibili e riciclabili. Una sfida non sempre facile, specie in segmenti come la comunicazione visiva indoor e outdoor, l’allestimento e la decorazione di punti vendita, dove ai pannelli vengono richieste

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caratteristiche di stampabilità, lavorabilità con sistemi di taglio a lama e a fresa, possibilità di accoppiamento, resistenza meccanica e durata. Oltre naturalmente ad un costo commisurato al valore dell’applicazione finale. Per rispondere a queste istanze, senza tradire la propria vocazione all’innovazione e all’ambiente, 3A Composites ha creato Dispa e Banova, che a FESPA si sono rivelati un’accoppiata vincente. Il primo è un pannello costruito

interamente in carta goffrata certificata FSC, che unisce elevata planarità, rigidità e stabilità alla completa riciclabilità e all’eccellente stampabilità, facilitata dall’ottimo punto di bianco. Dispa è ideale per la stampa con tecnologie inkjet, ma è anche serigrafabile, accoppiabile con fogli di carta prestampati e lavorabile con plotter da taglio. Più particolare e adatto ad applicazioni di nicchia, Banova è invece un pannello di compensato leggero con

una finitura superficiale in legno di balsa, anch’essa certificata FSC. Nella versione “Digital”, Banova è ottimizzato per la stampa diretta digitale o serigrafica, ma può anche essere dipinto, verniciato o laminato con foil. Con spessori che arrivano a 50 mm, è adatto a progetti di allestimento e di comunicazione di pregio, capaci di valorizzare la finitura lignea del materiale unita alla forma della struttura da realizzare e all’impatto delle immagini.



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|| A sx alcune applicazioni realizzabili con Nidoboard, esposte sullo stand Ti-Vu Plast a una recente edizione di FESPA. A dx Nidoboard con finitura superficiale nera e avana.

Design, funzionalità e performance: Nidoboard unisce forma e sostanza Quella della società veneta Ti-Vu Plast è una storia incentrata in tutto e per tutto sul cosiddetto nido d’ape, o honeycomb per usare un termine più internazionale. Nidoboard – questo il brand commerciale del pannello – è interamente progettato e costruito in Italia sulla base di una profonda conoscenza delle materie prime, delle tecnologie e degli accorgimenti necessari per conferire ai pannelli le migliori performance. Una conoscenza

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maturata nell’esigente mercato dell’imballaggio, cui nel tempo sono stati affiancati tutti i valori estetici e tecnici richiesti nella comunicazione visiva, nella progettazione e nell’architettura. La gamma base Nidoboard è composta da 3 differenti varianti cromatiche – avana, bianco patinato e nero – sia per le copertine che per l’anima alveolare, che mixate danno vita a ben 9 versioni uniche, con spessori compresi tra i 10 e i 50 mm. Sulla base di

quantitativi minimi prestabiliti, inoltre, Ti-Vu Plast può realizzare altre colorazioni personalizzate. Come accennato, tra i principali vantaggi di Nidoboard c’è la resistenza, che consente di costruire complementi d’arredo ed espositori per il punto vendita solidi, duraturi e con elevata portata. L’altra caratteristica chiave è la stampabilità su entrambi i lati, utilizzando sia tecnologie analogiche (la serigrafia in particolare) che stampanti inkjet UV. L’elevata

qualità e accuratezza costruttiva consente poi di sagomare, tagliare e conformare Nidoboard utilizzando plotter a lama (fissa, oscillante e angolata) e sistemi laser, ottenendo anche effetti estetici particolari che mettono “a nudo” la struttura a nido d’ape declinata in una colorazione diversa dalla superficie esterna, meglio ancora se in contrasto con immagini e pattern stampati. La certificazione FSC sottolinea la vocazione green di Nidoboard.



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|| A sinistra un bancale di pannelli Simona nel magazzino Eurmoma, caratterizzati dall’inconfondibile film protettivo rosso. A destra uno stock di Polionda

Eurmoma è il “one stop shop” per i professionisti del design & print Forte delle competenze tecniche e serigrafiche di un management visionario, la capitolina Eurmoma ha vissuto nell’ultimo decennio una crescita esponenziale in termini di dimensione aziendale, capillarità, presidio del territorio, risorse umane e – last but not least – ampiezza della gamma di prodotti e servizi offerti. Grazie alle due piattaforme logistiche a sud di Roma, Eurmoma garantisce infatti una straordinaria disponibilità di

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prodotti a magazzino e capacità di converting per formati e quantitativi personalizzati. Nell’ambito dei pannelli per la comunicazione, l’allestimento e l’architettura, il range è vastissimo e include prodotti ad alto contenuto tecnico, come quelli della tedesca Simona e dell’italiana Ondaplast. Simopor è un espanso in PVC a bassa densità ma ad altissime prestazioni, con un eccellente punto di bianco e ottimizzato per la stampa inkjet diretta. Dal

canto suo Polionda – forse uno dei brand più citati e imitati nel suo campo – resta il punto di riferimento per chi chiede il top al polipropilene alveolare. La superiorità di Polionda risiede anzitutto nell’alta tecnologia di estrusione, che si traduce in leggerezza, planarità, resistenza agli agenti chimici e buona stampabilità, unite all’eccellente riciclabilità e riusabilità del prodotto. Parliamo infine di Lastrapiuma, una gamma di compositi costituiti da

un nucleo di polistirene estruso (XPS) con rivestimento rigido in PVC espanso bianco su entrambi i lati, caratterizzata da un’ottima planarità e stabilità, buon isolamento termico e resistenza ai raggi UV, che lo rendono il supporto ideale per allestimenti e strutture fieristiche, cartelli pubblicitari e pareti divisorie. Lastrapiuma è facilmente decorabile con tecnologie inkjet per stampa diretta, e lavorabile con sistemi di fresatura digitale.


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intervista a Rowan Maher CMO di Xanita

“Crediamo che nel nostro mercato il risparmio derivi più dal processo che dal costo delle materie prime”

Che cosa rende Xanita un prodotto unico e quali sono le aree di sviluppo? I nostri sforzi ci hanno portati ad avere un prodotto ricco di vantaggi rispetto alla concorrenza. Un esempio è la nostra resistenza all’umidità, la migliore nella nostra categoria. Ma quello che davvero ci distingue sono i nostri servizi. Aiutiamo gli agenti, i brand owner e gli utenti finali affinché l’adozione del panello Xanita sia semplice e immediato. I tre pilastri del nostro servizio sono la nostra training academy gratuita, il nostro archivio online di file di taglio e il nostro Global Design Portal. Ci sarà sempre spazio per migliorare e innovare e siamo abbastanza flessibili per adattarci alle esigenze del mercato. Ora, però, il nostro obiettivo è far crescere il mercato e insegnare alle persone come lavorare, oltre a generare ricavi dai nostri prodotti esistenti piuttosto che creare un prodotto che il mercato non saprebbe come impiegare.

Come si combinano prezzo e performance tecniche? Crediamo di essere competitivi nelle applicazioni giuste e che nel nostro mercato il risparmio derivi più dal processo che dal costo delle materie prime. Confrontando Xanita con un MDF, il prezzo non è molto diverso, ma considerando il processo produttivo molto più rapido, la capacità di spedire imballaggi piatti, un setup più veloce e facile, oltre al fatto che il prodotto è sostenibile, i benefici e i risparmi sono evidenti. Come lavorate sulla customer experience? Crediamo nel costruire una relazione col cliente. Questo ethos significa che facciamo sempre un passo in più per aiutare i nostri clienti e gli end user. Questo si concretizza attraverso accordi specifici, fornitura di design virtuale e supporto tecnico, creazione di file di taglio e strutturazione di percorsi formativi commerciali e tecnici locali.

Quali tool offrite agli stampatori? Incoraggiamo tutti i nuovi clienti a passare dalla nostra accademia di formazione online, che è gratuita e fornisce le indicazioni di base per lavorare con i materiali Xanita. Quello dell’accademia è un progetto che stiamo ampliando con la creazione di nuovi contenuti, nuovi disegni e istruzioni di montaggio, oltre a video che mostrano suggerimenti e trucchi che abbiamo imparato nel corso degli anni. E’ quasi tutto disponibile e gli stampatori lo trovano davvero utile. Dove possibile, poi, offriamo formazione in loco, direttamente sull’attrezzatura utilizzata dal cliente. Proviamo anche a costruire rapporti con gli OEM e stiamo lavorando per essere certi di avere il setup dei profili del materiale a tutti i livelli. A tutto questo affianchiamo servizi di supporto tecnico e, in determinati casi, persino supporto nel marketing e nella vendita.

Xanita è l’honeycomb che abbina printing, performance costruttive, percorsi progettuali e formativi La sudafricana Xanita, ancora poco nota in Italia è tra le aziende che più hanno approfondito le tematiche costruttive, architettoniche e tecniche correlate al nido d’ape in carta. Già navigando il sito web di Xanita si resta colpiti dalla quantità di informazioni messe a disposizione degli utilizzatori finali, dei progettisti e dei brand owner. La gamma Xanita si compone di quattro prodotti, destinati a differenti utilizzi come alternativa “leggera” a materiali convenzionali. Mentre Xanita MDF e Xanita Plywood si prestano a utilizzi tecnici nel settore della costruzione e dei complementi d’arredo, dove rimpiazzano MDF e compensato, Xanita Kraft è pensato per combinare le medesime performance con l’effetto estetico e tattile “eco-chic”

della carta kraft, cui si aggiungono un’eccellente lavorabilità a plotter e una buona decorabilità. Ma è Xanita Print, con le sue copertine in carta kraft bianca, la soluzione per chi vuole abbinare le migliori performance strutturali e ambientali (il materiale è VOC-free, senza polietilene e riciclabile per fare nuova polpa) con un’eccellente stampabilità in digitale. Il materiale Xanita può inoltre essere utilizzato per applicazioni outdoor di breve e media durata: se assorbe umidità, infatti, si gonfia temporaneamente ma non si delamina. Tra le risorse online più interessanti sul sito di Xanita c’è una Training Academy completamente gratuita, con un programma didattico che parte dai “tips & tricks” e arriva alla vendita dell’applicazione finale.

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supporti Come si sta evolvendo la strategia di Spandex sui materiali rigidi? Con l’apertura del nuovo centro logistico dedicato abbiamo impresso un’ulteriore accelerazione alle strategie di prodotto e di servizio al cliente. E i risultati sono già tangibili. In queste settimane, per esempio, siamo impegnati nel lancio di due nuove serie di pannelli a marchio Spandex: ImageFoam e ImageBond.

intervista a Giorgio Volpi Product Manager di Spandex

“Se non sai raccontare e argomentare ogni singolo prodotto, il rischio è di fare il supermercato...”

Cosa intendete per produzione propria? Quali vantaggi porteranno ai clienti finali? Ovviamente parliamo di materiali prodotti su nostre specifiche da partner esterni, ma pienamente integrati nella gamma prodotti worldwide di Spandex. I vantaggi per stampatori e progettisti sono molteplici, a partire dal pieno controllo della disponibilità e delle specifiche del prodotto. Per ImageBond, ad esempio, possiamo introdurre nuovi colori e

addirittura colori differenziati per entrambe le facce del pannello. Quella della personalizzazione è un’esigenza molto sentita? Produrre su specifiche del cliente finale è una dinamica ancora poco percepita in Italia, ma è un trend destinato a crescere sull’onda della mass customization che ormai guida la nostra industria. Sappiamo di essere degli apripista, ma guardare avanti ci sta portando a crescere. Come rendete questi vantaggi percepibili agli utilizzatori finali e agli specificatori? I nostri commerciali e promotori ricevono una formazione continua: fa parte della filosofia Spandex e riguarda l’intera gamma di prodotti. Non dimentichiamo che la nostra resta un’azienda multibrand, che tratta i marchi più rilevanti del mercati. E’ una grande opportunità ma anche una

responsabilità: se non sai raccontare e argomentare ogni singolo prodotto, il rischio è di fare il supermercato. Se al contrario riesci a differenziare e orientare le scelte dell’utilizzatore finale o del creativo, dai un senso alla vendita e fidelizzi il cliente. Il materiale rigido ha un contenuto tecnico elevato, ma abbiamo commerciali preparati e il più delle volte dialoghiamo con clienti che conoscono già i materiali. Come andrete a costruire la gamma di pannelli del futuro? Il nostro è un portafoglio nuovo ed è ancora limitato rispetto alla bobina. Abbiamo già due offerte sull’acrilico, due sul PVC e altre opzioni, nell’ottica di avere sempre un prodotto standard e uno premium. Nel Nord Europa l’utilizzo del cartone ondulato e degli honeycomb è spaventoso: ci sono logiche di riciclo e impatto ambientale più spinte, che speriamo di poter introdurre anche in Italia.

ImageBond e ImageFoam: Spandex punta sul proprio marchio ImageFoam è il nuovo brand di pannelli in PVC espanso caratterizzati da un elevato punto di bianco e progettati specificamente per la stampa digitale e l’allestimento. Una delle caratteristiche chiave è leggerezza, anche su formati molto grandi, la stampabilità con tecnologie inkjet UV, la lavorabilità con sistemi di taglio, cordonatura e fresatura digitali. ImageFoam è

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disponibile in formati fino a 2 x 3 metri e in spessori compresi tra 2 e 10 mm. A piena garanzia di sicurezza e sostenibilità dell’applicazione, il nuovo media Spandex è pienamente compatibile con la legislazione REACH e RoHS, oltre che 100% riciclabile se non stampato. ImageBond è invece il nuovo brand che caratterizza i materiali in alluminio composito

con core interno in polietilene 100% riciclato, disponibile in una varietà di colori, finiture, spessori e dimensioni, tutti sempre caratterizzati dalla costruzione con alluminio della serie 1000, ovvero il top di gamma. Mentre la gamma “standard” prevede due lastre di alluminio da 0,3 mm ed è adatta ad applicazioni tridimensionali, nella versione “lite” la superficie

dell’alluminio è di 0,21 mm e meglio si presta al 2D. Entrambe le versioni sono ottimizzate per la stampa inkjet UV. Alla conformità ai principali standard di sicurezza (REACH, RoHS, certificazione ignifuga B-s1, d0), ImageBond abbina la possibilità di avere il materiale in colori RAL su richiesta e finiture personalizzatre con minimi d’ordine a partire da 600 m2.


PGE acquisisce nuovi clienti grazie alla nuova HP PageWide XL

PGE più competitiva e con più appiglio nel mercato con la sua nuova HP PageWide XL RIETI, Febbraio 2017 Basandosi su un’ esperienza di oltre 25 anni, PGE è un’azienda che si occupa di comunicazione rivolta al settore della grande distribuzione organizzata (GDO). Le attività principali vanno dall’impaginazione grafica fino alla stampa digitale per grafiche da interni. Vengono anche proposte grafiche per esterni, stampate principalmente su blueback e carta da affissione. Inoltre, negli ultimi anni si è sviluppato un nuovo dipartimento che si occupa della parte web. Attenta a rispondere ad

ogni esigenza di stampa con tecnologie sempre all’avanguardia, PGE si è affidata alla tecnologia HP PageWide, per cogliere nuove opportunità di business, puntando al contempo a migliorare ulteriormente i propri lavori, in termini di qualità, velocità e flessibilità di stampa. Le stampanti HP PageWide XL offrono stampa monocromatica e a colori a velocità rivoluzionarie, fino al 60% superiori alle più veloci macchine da stampa monocromatiche a LED, aprendo così importanti opportunità di business.

“Abbiamo scelto la stampante HP PageWide XL 8000 per diverse ragioni”, dichiara Jacopo Rivoltella, responsabile di produzione di PGE. “Il primo punto è dato dalla velocità - una velocità che si è mostrata anche correlata all’affidabilità e che richiede poca manutenzione. Il secondo punto è dato dalla facilità di utilizzo e facilità di gestione. Il terzo aspetto è dato dalla competitività e quindi mi riferisco ai costi. Questa macchina ha un costo sul mercato assolutamente competitivo. “ La stampante sta rispondendo efficacemente a tutte quelle che sono le esigenze di stampa di PGE, quali velocità, facilità di utilizzo e competitività sul mercato. Inoltre, Jacopo Rivoltella conferma che grazie alla semplicità di utilizzo del suo software – HP SmartStream – la nuova stampante HP PageWide XL permette di svolgere al meglio il loro lavoro con un riscontro immediato sui processi di stampa. Il software HP SmartStream infatti, riduce del 50% il tempo impiegato per la preparazione e l’elaborazione dei processi di stampa.

“Grazie all’ingresso di questa macchina siamo riusciti a produrre di più, ad acquisire nuovi clienti e ad avere un maggiore appiglio sul mercato”, conclude Jacopo Rivoltella “Non avere più questa macchina a disposizione sicuramente ci farebbe fare dei passi indietro. Non avremmo in alcun modo la possibilità di colmare questo gap. ” Ulteriori informazioni sull’installazione della stampante HP PageWide XL 8000 presso PGE Rieti sono disponibili su YouTube (PGE Rieti HP PageWide XL technology).


supporti Il produttore veneto compie 50 anni e da due generazioni persegue un’unica mission: rendere “nobile” il cartone. E lo fa con prodotti e servizi innovativi

Ti-Vu Plast aggiunge esperienza e intelligenza all’honeycomb ecologico

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l pari di molte industrie italiane, più impegnate ad eccellere nella propria mission di innovare e servire il mercato che non a raccontare le proprie virtù, la trevigiana Ti-Vu Plast è la classica “azienda che non ti aspetti”. In un mercato ormai dominato da una manciata di cartiere e megabrand del packaging di scala globale, che talvolta hanno inglobato produttori blasonati di media dimensione, sembra che nel segmento dei pannelli a nido d’ape si sia ormai raggiunto lo stato dell’arte. Eppure gli spazi per ulteriori evoluzioni tecnologiche ci sono. E osservando attentamente gli sforzi e gli investimenti in ricerca e sviluppo di Ti-Vu Plast, ci si rende conto che Nidoboard – il pannello Made-in-Italy – è un concentrato di tecnologia e attenzione all’ambiente, pronto a rispondere alle esigenze estetiche e progettuali di una moltitudine di mercati. Anzitutto quelli della comunicazione e dell’allestimento, sempre più maturi, esigenti e indisponibili a scendere a compromessi sul piano tecnico, progettuale ed economico.

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|| Nidoboard è considerato uno standard di fatto nella comunicazione visiva, mentre è sempre più apprezzato in nicchie dell’architettura e dell’arredo ad elevata marginalità, come la costruzione di sedute, tavoli, mobili e corpi illuminanti di design.


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intervista

a Simone Vanzo Titolare e Responsabile Marketing & Qualità, Ti-Vu Plast srl

“Portiamo avanti un miglioramento qualitativo che non solo sente, ma ascolta le esigenze dei clienti e le traduce in problem solving”

Quale porzione occupa Nidoboard nel business di Ti-Vu Plast? Quanto spazio c’è per ulteriori innovazioni? Nidoboard rappresenta una parte importante dell’azienda ed è diventato il prodotto di “nicchia” di Ti-Vu Plast perché è arrivato con il tempo a soddisfare le richieste più eterogenee del mondo della comunicazione visiva, ed è sempre più richiesto. Per questo la richiesta è in costante aumento. Non c’è uno spazio temporale e quantitativo programmato per introdurre ulteriori innovazioni tecniche: la nostra ricerca e sviluppo segue un modus operandi e un pensiero che si attua in itinere, basato sulle semplici richieste quotidiane. Potremmo affermare che Nidoboard, rappresenta il nostro “deus ex machina” nei confronti delle varie esigenze del mercato. Ti-Vu Plast ha saputo ritagliarsi uno spazio tra nomi blasonati e grandi cartiere. In che modo avete reso unica l’esperienza degli stampatori? Lavoriamo con grande passione

al miglioramento qualitativo del prodotto, e paradossalmente è stato proprio il mercato ad affidarci un ruolo importante tra quelli che definite nomi blasonati. La nostra offerta risulta unica perché portiamo avanti un miglioramento qualitativo che non solo sente, ma ascolta le esigenze dei clienti e le traduce in problem solving. La sinergia tra domanda e offerta di prodotto e soluzioni, probabilmente, è la chiave del nostro successo. Per questo ci permettiamo di affermare che abbiamo reso nobile il cartone. Il prezzo è un driver chiave per molti operatori. In che modo si coniuga con adeguata resistenza, rigidità, stampabilità e lavorabilità? Per quanto ci riguarda il problema non sussiste, perché Nidoboard parte già con queste caratteristiche base, pertanto non dobbiamo imporre aumenti di prezzo a fronte di migliori caratteristiche. Nonostante il nostro prezzo sia concorrenziale, utilizziamo carte di elevata qualità e collanti non nocivi per la salute dell’uomo

e dell’ambiente. La nostra filosofia aziendale è quella di produrre materiali eco-compatibili e rispettosi dell’ambiente. L’utilizzo dei materiali per progetti outdoor è un trend in crescita. Come affrontate sul piano tecnico questa sfida? Continuiamo a investire in R&D per formulare nuove versioni di Nidoboard adatte a differenti applicazioni, tra cui pannelli che siano adatti all’outdoor. Quali caratteristiche rendono Nidoboard un prodotto unico? Nidoboard presenta 9 combinazioni tra copertina e alveolo nei colori avana, bianco e nero. Le caratteristiche che lo rendono unico sono riciclabilità, versatilità, stampabilità, leggerezza, planarità e resistenza. Siamo stati i primi a introdurre il pannello con l’anima bianca e nera e c’è una costante ricerca per mantenere un’elevata qualità di taglio a lama fissa, oscillante e a 45 °, oltre a un’elevata resa cromatica nella stampa. L’intera gamma Nidoboard è certificata FSC.

Nidoboard è il game changer nella stampa digitale e nella progettazione ad alto valore aggiunto Nidoboard nasce dall’esperienza pluridecennale maturata da TiVu Plast con Nidopan, un pannello in cartone alveolare per l’imballaggio. Partendo da basi solide, Ti-Vu Plast ha sviluppato Nidoboard con l’obiettivo di rispondere alle esigenze di stampa inkjet diretta, lavorabilità a

plotter e applicazione finale in settori competitivi ed esigenti, come la comunicazione sul punto vendita. Per questo Nidoboard è arricchito da servizi di supporto telefonico e consulenza specifica sulle tecnologie e le tecniche di lavorazione più idonee. A questo si aggiunge il costante dialogo

tra Ti-Vu Plast e i più importanti brand-owner, designer e specificatori, che consente all’azienda veneta di migliorare costantemente il prodotto, generare sinergie tra stampatori e committenti e - non ultimo - sponsorizzare le idee e i progetti innovativi considerati più interessanti.

|| Le numerose combinazioni cromatiche tra la copertina e l’anima alveolare sono da sempre uno dei plus di Nidoboard

Ti-Vu Plast srl Via M.Pellicciaio, 6 31100 Treviso P. +39 0422 302884 F. +39 0422 421358 www.tivuplast.it

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idee per crescere La motivazione può fare la differenza sia sia sul lavoro che fuori. Ma come è possibile trovarla quando non la si ha? Ecco alcune riflessioni possono aiutare a riscoprirla

Devo o voglio farlo? Come trovare la motivazione di Gianluca Ferrauto // ferrautogianluca@gmail.com

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rima di fare qualcosa, tutti noi ci siamo chiesti almeno una volta se vogliamo o dobbiamo farla. La differenza, apparentemente sottile, è in realtà profonda e nasce dalla nostra motivazione, dal “perché farò qualcosa” e di conseguenza “come la farò”. L’avere voglia di farlo alleggerisce il nostro operato, ci rende maggiormente disponibili e anche il lavoro più duro risulta così meno pesante. La voglia di fare determina anche l’impegno che metterò nel fare e il circolo virtuoso si chiuderà con il proba-

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bile raggiungimento dell’obiettivo. Tutto questo potremmo definirlo e sintetizzarlo con una frase: motivazione = avere il motivo per agire. Tuttavia, per raggiungere un obiettivo non bastano la voglia o la preparazione. Sono infatti necessarie diverse altre componenti, come la conoscenza delle regole, il possesso degli strumenti adeguati e infine una ricompensa, un premio (non necessariamente in denaro, ma altrettanto soddisfacente da ottenere). Le regole sono importanti perché guidano il nostro fare durante l’azione. Infatti, qualsiasi disciplina sportiva ha delle regole da rispettare: guidare l’au-

Gianluca Ferrauto, dal ’76 all’84 giocatore di pallavolo semiprofessionista (ha giocato 8 anni in serie A), ha poi ricoperto ruoli dirigenziali in importanti compagnie italiane ed estere. È stato direttore generale in Condé Nast e amministratore delegato di Finservice (gruppo Cerved), per ricordare solamente qualche esperienza. Ha deciso di mettere a frutto come consulente la sua conoscenza di ogni sfumatura delle delicate dinamiche relazionali nel mondo sportivo e professionale. Ha attitudine al pensiero strategico, al lavoro di gruppo, alla gestione e al rafforzamento del talento. Come specialista delle relazioni, agisce accompagnando le persone in azienda in un percorso di sviluppo e acquisizione di autoconsapevolezza.


idee per crescere

to senza conoscere il codice della strada, ad esempio, potrebbe risultare molto pericoloso. Allo stesso modo sono fondamentali gli strumenti adatti: correre con gli zoccoli, nuotare con le scarpe o bucare un muro con le forbici confermano quanto sarebbero utili le scarpette da corsa, le pinne e il trapano. In sintesi, servono regole chiare e strumenti adatti.

La ricompensa Una volta giunti alla fine del nostro lavoro dobbiamo essere premiati. Ciascuno di noi desidera una ricompensa, che sia in denaro o sotto un’altra forma, ad esempio anche semplicemente un complimento sincero e sentito da parte del capo, dei colleghi o dei collaboratori. Nel caso di una dieta saremo ricompensati dal calo peso e dai complimenti che riceveremo, nello sport la vittoria prevede medaglie e coppe, nel lavoro un bonus, una promozione o una citazione ben fatta daranno senso e riconoscimento ai nostri sforzi.

Il livello di rischio che siamo disposti ad accettare La motivazione è dunque determinante se vogliamo fare qualcosa. Tuttavia, abbiamo un ostacolo al nostro fare che non sempre identifichiamo con precisione e che limita la nostra capacità di agire: si tratta del livello di rischio che siamo disposti ad accettare. Ad esempio, se decidessimo di metterci a dieta per il solo piacere di sentirci dire “come stai bene, sei tornato in forma”, il livello di rischio

sarebbe bassissimo e potremmo rinunciare o rimandare l’inizio della dieta, ma se un medico ci dicesse “lei deve dimagrire, altrimenti rischia la vita” non rimanderemmo nulla e inizieremmo subito la dieta. Quindi, se quanto appena detto è condivisibile, possiamo affermare che per raggiungere risultati ambiziosi serve sacrificio e una forte motivazione che cresca con l’aumentare della posta in gioco. Immaginatevi gli allenamenti di un atleta che si prepara per le olimpiadi: anni di alimentazione controllata, test e verifiche settimanali, rinuncia a momenti di svago o ad altre attività sportive che potrebbero causare traumi o dolori imprevisti. Ma tutto questo perché? Per vincere la medaglia d’oro o solo per partecipare sapendo di non avere nessuna possibilità di conquistare il podio? Poco importa, la motivazione c’è e il premio potrebbe essere la consapevolezza di avere fatto il massimo, al meglio delle nostre possibilità.

I diversi tipi di motivazione Proviamo ora ad analizzare quanto accade in ufficio, quali motivazioni abbiamo o troviamo per andarci tutti i giorni, e come potremmo alleggerire un dovere vivendolo come un piacere. Molti lavorano perché così possono guadagnare i soldi con i quali mantenere la famiglia, godere dei propri hobby e comprare auto, moto o quadri. Altri lavorano perché credono in quello che fanno: ad esempio, chi lavora nel servizio sanitario, nell’ordine pubblico o in associazioni senza scopo di lucro solitamente trova una forte motivazione proprio nel senso del dovere. Altri ancora

(purtroppo una minoranza) lavorano per il piacere di farlo, contenti del proprio mestiere perché appassionati.

La passione può fare la differenza Poniamo il caso che tutti e tre i lavoratori, nonostante le differenti motivazioni, abbiano ottime capacità, buone relazioni, siano produttivi e attenti alla qualità, la domanda per voi è: con chi tra questi vorreste lavorare, oppure chi vorreste assumere in azienda? Molto probabilmente il terzo esempio è quello vincente: avere passione in ciò che si fa è uno straordinario acceleratore per la motivazione. Infatti, lavorare per il piacere di farlo ci rende più disponibili e agevola l’assorbimento degli sforzi, fisici o mentali ai quali siamo sottoposti. “Scegli un lavoro che ti piace, e non dovrai lavorare neppure un giorno della tua vita”. Forse Confucio esagera, ma la citazione è ricca di significato e invita a riflettere affinché si possa trasformare il lavoro in vero piacere con meno stress, minori obblighi, ma più gioia e più soddisfazione. Vorrei proporvi una serie di passaggi che partendo dalla motivazione, ci consentano di arrivare all’obiettivo. Questo percorso migliorerà il nostro atteggiamento nell’affrontare le sfide quotidiane che la vita ci propone, tanto in ufficio quanto in famiglia. Premessa necessaria: è necessario stabilire a priori un obiettivo. Secondo alcuni studiosi, tra cui l’esperto di negoziazioni Stuart Diamond, infatti, solo il fatto di porsi un obiettivo offre il 20% in più di possibilità

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idee per crescere

di raggiungerlo. Ecco gli step: 0. Perché: esplicitare la motivazione, ovvero perché faccio o farò questa cosa; 1. Regole: stabilire come voglio giocare e con quali paletti o vincoli giocherò; 2. Percorso: scegliere la strada, vado diretto o trovo alternative; 3. Strumenti: dotarsi di strumenti adeguati rispetto al percorso che dovrò fare; 4. Atteggiamento: è necessario affrontare gli ostacoli, dal momento che evitarli mi rallenterà senza risolvere il problema; 5. Autostima: rafforzarsi con le vittorie accrescerà la mia autostima e farò esperienza; 6. Valutazione: analizzare i comportamenti per valutare come ho agito; 7. Correzione: correggere i comportamenti sbagliati e migliorarli; 8. Premiarsi: raggiungere l’obiettivo, festeggiare e condividere. Ci sono persone che trovano la motivazione

Obiettivo SMART n. 6: migliora la tua capacità relazionale Ed eccoci all’obiettivo. Scrivete quali sono le cose, gli eventi e le persone che vi motivano. Quindi osservate le persone motivate che vi circondano e chiedetevi: cosa fanno che io non faccio? Ripetere questo esercizio per una settimana, o ancora meglio un mese (affinché possa diventare un’abitudine), quindi mettere in atto comportamenti che diano motivazione a voi stessi e agli altri, rilevando le differenze ottenute.

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nel momento del bisogno, ad esempio atleti che dopo aver subito traumi terribili oggi sono campioni paraolimpici, o altri personaggi nati e cresciuti in determinati ambienti che hanno completamente cambiato la loro attività affermandosi in nuovi e diversificati ruoli.

Valori e comportamenti A questo punto risulta utile riprendere il tema dei valori, delle convinzioni e dei nostri comportamenti. Difficile che una persona onesta diventi un fuorilegge. Non posso affermare che sia impossibile ma è davvero molto raro, così come è altrettanto raro il percorso inverso. I nostri valori sono fortissimi e ci legano a convinzioni che condizionano i nostri comportamenti (ne parla anche Robert Dilts nella sua Mappa dei livelli logici). Viceversa, possiamo trovare

maggiore possibilità di confronto se paragoniamo due persone con la stessa motivazione (seppur diverse tra loro): agirebbero nello stesso modo? Non lo sappiamo, perché puntando a raggiungere lo stesso obiettivo potrebbero comportarsi differentemente spinti dalla stessa motivazione. Il desiderio di primeggiare rende le persone determinate e purtroppo, in alcuni casi, anche aggressive. Avere chiaro dove voglio arrivare è l’obiettivo che mi sono posto, ma come lo raggiungerò? Onestamente, rispettando le regole, contando sulle mie sole forze, viceversa, potrò raggiungerlo usando scorciatoie, senza rispettare le regole e approfittando degli altri. Stessa motivazione, ma diversi comportamenti. Come sempre, la diversità tra gli esseri umani è così ampia che risulta difficile (o quasi impossibile) coprire tutte le infinite combinazioni. Resta un fatto: il rispetto delle regole imposte dalle leggi, e aggiungerei dal “bon ton”, separano i comportamenti corretti da quelli scorretti, le cose giuste da fare da quelle ingiuste, e di conseguenza le persone per bene da quelle che non lo sono. La motivazione è fondamentale: se non fossimo motivati saremmo come dei soprammobili, usati saltuariamente e quasi mai per qualcosa di importante. Così diventa fondamentale anche la motivazione degli altri, la capacità di dare ai nostri colleghi e collaboratori un motivo per agire. Obiettivi comuni, interessi condivisi e premi o riconoscimenti dovranno essere parte integrante del lavoro di tutti i giorni. Avere nel proprio gruppo persone motivate è bello, stimolante e crea una buona atmosfera. I collaboratori motivati sono maggiormente disponibili, si concentrano sull’obiettivo e lavorano sereni.



focus | Elitron - Heleva

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Heleva è automazione universale per stampa e taglio Il sistema Elitron aumenta la produttività, riduce l’impiego di operatori e velocizza l’ammortamento delle stampanti inkjet ibride integrandosi nel workflow carta d'identità PRODUTTORE Elitron

NOME Heleva

MATERIALI LAVORABILI Supporti cartacei, cartone ondulato, pannelli plastici e compositi

PESO MASSIMO MATERIALI Da 250 g/m² a 20 kg/foglio

OPZIONI DI CARICO Fino a 4 pannelli/fogli contemporaneamente

DIMENSIONE MATERIALI da 700x700 a 3.200x1.600 mm

APPLICAZIONI Imballaggi, prodotti cartotecnici, espositori, POP

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L’automazione è un fattore sempre più rilevante nella stampa digitale di materiali rigidi, ma solamente alcuni modelli di stampanti top di gamma dispongono di adeguati sistemi di alimentazione, proposti di serie o come opzione dai costruttori. Molti stampatori, dopo aver acquistato una stampante inkjet ibrida, si trovano quindi costretti a dedicare uno o più operatori all’alimentazione dei pannelli. Un’attività a scarso valore aggiunto, che tuttavia si riflette negativamente sul costo orario del centro di produzione e di conseguenza sul prezzo del prodotto finito, o sulla marginalità. Parallelamente viene meno la possibilità di impiegare un operatore formato in attività più remunerative. Partendo da questo presupposto, Elitron ha relizzato il sistema automatico di carico multifoglio Heleva, con l’idea di rendere la macchina del tutto universale e scalabile, al punto da poter essere affiancata virtualmente a qualsiasi modello di stampante o di plotter da taglio digitale, a condizione che sia dotato di un proprio conveyor belt. La sua totale indipendenza dall’engine di stampa e taglio garantisce – dettaglio non trascurabile – la salvaguardia dell’investimento su Heleva nel lungo termine.

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Carico multifoglio e messa a registro impeccabili Heleva è composta da una struttura fissa e da un piano elevatore di pre-alimentazione. La piattaforma gestisce pile da terra fino a 180 cm ed è dotata di un sistema pick & place a ventose aspiranti. Heleva rileva la posizione del materiale sul bancale grazie all’utilizzo di sensori laser, poi preleva il pannello e lo colloca sul piano di pre-alimentazione. Qui un altro sensore laser rileva la posizione del pannello, che si aggiunge alle informazioni memorizzate su tipo di materiale, peso e dimensioni. Questi dati vengono incrociati da Heleva per gestire con la mas-

sima precisione il posizionamento a registro dei pannelli. Un sistema di sezioni semisferiche rotanti e cinghie in gomma movimenta i pannelli sugli assi X e Y, posizionandoli in battuta contro i pin retrattili. Il particolare sistema di movimentazione permette di alimentare e allineare automaticamente fino a quattro pannelli di formato minimo 70x70 cm, anche dallo stesso bancale. Terminata la fase di pre-alimentazione, la stampante attiva il tappeto aspirante, comunica a Heleva di posizionarvi sopra i pannelli e li trascina per avviare la stampa.

|| Nella pagina a fianco il sistema di rulliere motorizzate, in grado di aumentare ulteriormente il livello di produttività e automazione del flusso di lavoro. Qui in alto il particolare sistema di movimentazione dei pannelli utilizzato da Heleva.

Una scelta vantaggiosa, non solo per i grandi stampatori L’investimento su un sistema come Heleva è giustificato solo da produzioni industriali? Non necessariamente. Prima di analizzare tipologie di stampanti, volumi e velocità di produzione, è tuttavia opportuno considerare che l’automazione si ripaga laddove già esiste o è prevista un’attività intensiva e ripetitiva di caricamento dei pannelli. Il collo di bottiglia di molti stampatori è infatti la presenza fissa di un operatore a bordo macchina, dedicato interamente o quasi al caricamento della stampante. Un altro aspetto è la varietà di formati, spessori e pesi dei supporti di stampa, che possono condizionare le tempistiche di caricamento manuale dei pannelli. Qui Heleva introduce regolarità e prevedibilità. A parità di tempo di posizionamento

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|| Il grafico Elitron qui sopra illustra il possibile beneficio economico derivante dall’utilizzo di Heleva in abbinamento a una stampante ibrida. I valori sono indicativi e il calcolo del ROI, che Elitron esegue insieme al cliente, varia in funzione del modello di stampante e del suo costo, del modello di business e di altri parametri.

del bancale, tanto più alto è il numero di pannelli per ogni commessa, tanto maggiore è il beneficio apportato. Il vantaggio economico dell’automazione aumenta infatti al crescere della tiratura media. Tra i parametri da valutare, ovviamente, c’è an-

l’azienda Fondata nel 1984 da Giuseppe Gallucci, Elitron è protagonista al vertice nella produzione di soluzioni di taglio e cordonatura per la cartotecnica e la comunicazione visiva. Con oltre 30 anni di esperienza ed una vision orientata più alla rea-

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lizzazione di sistemi integrati invece che singoli prodotti, l’azienda ha continuato a crescere costantemente superando le 2.000 installazioni nel mondo e specializzandosi nell’automazione, realizzando sistemi votati all’alta produttività.

che il valore economico dei supporti utilizzati. Più il materiale e la relativa applicazione sono poveri – il cartone ondulato ad esempio – più l’impiego di un operatore incide negativamente sulla marginalità della commessa. Tanto più, di conseguenza,

ha senso valutare l’automazione. Non ultima c’è da considerare la retribuzione dell’operatore che, pur variabile in base all’anzianità e all’area geografica, cresce proporzionalmente ai volumi e ai turni di lavoro. Perennemente e ineluttabilmente.

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tecnologie Da sempre leader nel transazionale, Leaderform continua a investire sul suo brand di stampa online Extreme Printing con 3 stampanti inkjet industriali Agfa

Il gigante italiano del direct marketing amplia il business e punta sul wide format

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hiunque conosca la storia di Leaderform degli ultimi due decenni sarebbe portato a definirla un’azienda specializzata nella stampa transazionale e in quella per il direct marketing. Se ci fermassimo a questa definizione non potremmo, tuttavia, spiegare cosa rappresenti davvero lo stampatore veronese. SpA con 135 dipendenti e un sito produttivo di oltre 15.000 m², Leaderform è sempre proiettata alla ricerca di nuovi strumenti e tecnologie innovative. L’azienda deve le sue fortune principalmente al fondatore, il visionario Luciano Cozza, che, a partire dagli anni ‘60, risponde con innovazione e servizi efficienti alla richiesta dei volumi da parte del mercato, investendo in tecnologia e nell’aumento della capacità produttiva. Dalla stampa di moduli continui negli anni ‘80 fino al direct marketing un decennio dopo, Leaderform continua a seguire i trend, con un mix

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di lungimiranza e passione che la famiglia Cozza non fa mai mancare. Negli anni 2000 l’inizio della produzione di stampa transazionale permette un’ulteriore crescita dell’azienda. Nel luglio del 2016 arriva il momento della nuova intuizione, quella della stampa digitale wide format, abbinata alla vendita online. L’acquisto, a stretto giro, di 3 stampanti di grande formato rappresenta per Leaderform il debutto in un contesto applicativo per molti versi sconosciuto ma con cui cresce rapidamente la familiarità. Infatti, grazie a una solida esperienza nella stampa di dati variabili complessi con tecnologia inkjet, il team di Leaderform vive fin da subito la nuova esperienza in maniera propositiva, scoprendo ben presto come iniziare a sfruttarne le potenzialità. || In alto, da sinistra, Avinci DX3200 la nuova roll-to-roll inkjet sublimatica di Agfa per stampa su soft signage. A destra l’ibrida UV industriale Jeti Tauro H2500.


tecnologie

intervista a Ivan Marchi General Manager di Leaderform

“La sfida che ci siamo posti è quella di offrire prodotti innovativi, combinandoli con un servizio di consulenza altamente qualitativo, in linea con le esigenze e le aspettative dei clienti”

Perché avete deciso di entrare nel mondo della stampa digitale wide format? La differenziazione è una caratteristica che contraddistingue Leaderform da sempre. Abbiamo preso questa decisione valutando attentamente le richieste del mercato. In questo caso ha avuto un peso notevole anche la costante richiesta da parte dei nostri clienti di un’offerta che includesse prodotti per la comunicazione visiva di grande formato. Avete iniziato dotandovi subito di ben 3 macchine, tutte molto produttive. Qual è la vostra strategia? Dovevamo soddisfare in modo puntuale diverse necessità applicative, con un approccio industriale. Potrebbe sembrare un azzardo e, in qualche misura, forse lo è stato. In realtà il nostro mercato è abituato ai grandi volumi e a notevoli picchi produttivi, quindi abbiamo optato fin da subito per soluzioni che ci garantissero di poter gestire questi volumi di lavoro. La nostra priorità è quella di garantire ai clienti la massima qualità nei tempi stabiliti. Per questo motivo non abbiamo neanche preso in considerazione la possibilità di affidare le lavorazioni in

Extreme Printing: la stampa online non è diretta solo al B2C “Il nostro è un progetto particolare. Non è il classico online store destinato agli utenti finali. Non vogliamo fare l’errore di voler competere con i giganti del settore sul loro terreno” – ci spiega Ivan Marchi, General Manager di Leaderform. La piattaforma web di Leaderform è, infatti, pensata per poter operare sia come e-commerce che come eprocurement al servizio dei nostri partner commerciali, che operano su tutto il territorio con due sedi a Milano e Roma. “Extreme Printing ci ha permesso di implementare canali di vendita differenziati non solo come tipologia di prodotto ma anche nell’approccio al cliente”. Infatti, oltre ad avere una chat online disponibile sul sito, gli operatori del customer care Extreme Printing possono provvedere a contattare telefonicamente il

outsourcing ma di creare la nostra divisione wide format. Come mai un intero parco macchine targato Agfa? Prima di scegliere abbiamo valutato tutti i grandi player del mercato. Agfa si è dimostrato un buon partner, con cui si è instaurato un rapporto win-win. Abbiamo scelto Tauro, Anapurna e la nuova Avinci – di cui siamo stati beta tester – per poter realizzare ogni tipo di applicazione, dalla stampa di materiali rigidi a quelli flessibili, fino al soft signage. Questo parco macchine è in grado di

esprimere tutto il suo potenziale. A quasi un anno dalle installazioni qual è il vostro livello di soddisfazione? A marzo un picco di commesse ha saturato la capacità produttiva delle macchine, costringendoci a utilizzarle 24/7. È stata la prova del fuoco, che ha confermato l’affidabilità sia dell’hardware che del software Asanti. È indubbiamente un vantaggio avere tre piattaforme che dialogano in modo univoco con il nostro software per la gestione del workflow. Così, anche in condizioni gravose, un solo operatore riesce a gestire tutto il reparto.

|| In alto, Anapurna M3200iRTR, inkjet UV per la stampa di banner, PVC e vinili.

cliente per offrire una consulenza che rappresenta il reale valore aggiunto dell’offerta di Leaderform. I manager dell’azienda hanno compreso che spesso sul sito non acquistano solamente i privati, ma anche molte piccole aziende che desiderano lanciare una campagna promozionale, oppure vogliono rendere più incisiva la propria comunicazione sul punto vendita. “Questi clienti sono per noi un’audience da fidelizzare e supportare – prosegue Marchi – così da essere per loro il migliore interlocutore, se non l’unico”.

Software e IT, elementi imprescindibili per la stampa In una struttura produttiva particolarmente complessa come quella di Leaderform è fondamentale poter contare su un gruppo dedicato all’Information Technology. Il team IT dell’azienda è formato da 13 perso-

ne, operanti in tre ambiti differenti: direct marketing, gestione dei dati transazionali e R&D. “Lo sviluppo continuo in questo settore è un presupposto irrinunciabile per noi – sottolinea Marchi – perché c’è sempre bisogno di realizzare interfacce in grado di connettere la piattaforma del cliente con la nostra. Per questo motivo è nato Firestorm, il software proprietario di Leaderform per la gestione del workflow. “Firestorm acquisisce gli ordini, sia dal web che dai nostri commerciali, per poi effettuare la preventivazione e processarli. Ovviamente Firestorm dialoga con Asanti”. Sulla base dei dati forniti dal workflow, il software di Agfa provvede a gestire tutte le fasi di preflight e di stampa. L’obiettivo è il raggiungimento dell’automazione più spinta anche nel wide format, così come avviene nel direct marketing e nella business communication. I singoli job vengono organizzati in base alla loro tipologia, per risparmiare tempo e ottimizzare l’im-

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tecnologie Jeti Tauro: ibrida inkjet hi-end, produttiva e attenta ai consumi Jeti Tauro è una poliedrica e solida stampante ibrida inkjet UV-LED, con luce di stampa di 2.540 mm, velocità massima di 275 m²/h e numerosi moduli opzionali. Destinata principalmente alla produzione di materiali POP e al sign & display, può alimentare sia supporti rigidi con spessore massimo di 50 mm che materiali in bobina. Stampa su vinili, pellicole autoadesive, carta, ma anche cartone ondulato, compositi d’alluminio, metacrilati, legno e pannelli plastici. Da 6 a 8 i canali colore (CMYK, Lc, Lm con White e Primer opzionali). Le teste di stampa Ricoh Gen5 da 7 pl offrono una risoluzione massima di 725x1.200 dpi. Agfa sviluppa sia gli inchiostri UV-LED ad alta pigmentazione

che il software Asanti, che insieme all’hardware danno vita alla Thin Ink Technology. Una modalità di stampa che, a fronte di uno strato estremamente sottile di inchiostro, garantisce un’elevata saturazione e notevole brillantezza dei colori, abbinando qualità e risparmio. Il curing UV-LED su Jeti Tauro è una novità introdotta a FESPA 2017, che riduce i consumi e migliora l’efficacia delle lavorazioni, anche su materiali termosensibili. Per aumentare il livello di automazione sono disponibili uno stacker automatico e un feeder semiautomatico (definito 3/4) con sistema di pin retrattili governati da Asanti per assicurare il posizionamento rapido e corretto dei materiali.

piego delle stampanti, perseguendo lo scopo di gestire la totalità degli ordini in maniera univoca senza fare distinzioni tra B2B e B2C in fase di produzione.

Anapurna, Avinci e Tauro: il tris d’assi è servito Tre stampanti inkjet superwide ad elevata produttività per tre diverse tipologie di lavorazione. Anapurna M3200i RTR è una soluzione inkjet UV roll-to-roll con luce di stampa di 3,2 m, in grado di stampare materiali flessibili come vinili, banner e PVC. Dell’ibrida

|| In alto la Jeti Tauro H2500 di Leaderform, equipaggiata con rulliere per poter alimentare agevolmente materiali rigidi.

Jeti Tauro parliamo approfonditamente nel box in alto, mentre Avinci DX3200 è l’ultima arrivata della famiglia ed è destinata al soft signage, sia indoor che outdoor. Con luce di 3,2 m, questa roll-to-roll per stampa sublimatica diretta gestisce ogni tipo di tessuto composto per almeno l’80% di poliestere. Come ogni stampante per il soft signage, necessita di essere utilizzata in abbinamento a una calandra per completare il processo di sublimazione dell’immagine sul materiale. In questo momento il 95% della produzione di Leaderform su Avinci è costituito da bandiere, ma Marchi considera il mercato del soft signage “un segmento interessante e in espansione,

con un grande potenziale e nel quale nessuna azienda italiana si è ancora affermata come leader”. La scelta di Leaderform di dotarsi di queste tre stampanti di fascia industriale permette di soddisfare una gamma pressoché illimitata di richieste applicative, inclusi i progetti più complessi di arredamento del punto vendita. La possibilità di utilizzare Jeti Tauro anche per la stampa di materiali flessibili – a supporto di Anapurna – consente inoltre di affrontare picchi produttivi che – conclude Marchi – “si presentano più volte nel corso dell’anno, per esempio durante il periodo natalizio e con le campagne per la destinazione del 5x1000”.

|| A sinistra una fase di lavorazione di un pannello su Jeti Tauro. A destra un esempio di stampa su tessuto realizzata con Avinci DX3200 al termine della calandratura.

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Version 11 Highlights • APPE4: Il nuovo APPE 4 include più omogeneità nelle sfumature, gestione e fusione tinte piatte estesa e senza stacchi • PrintBleed: Effetto clone e duplica per espandere l’area di stampa • Sync&Deploy: Sincronizza la postazione RIP e le configurazioni. Gestisce gli aggiornamenti di configurazione su svariati clients con un click • OpenCL: Calcolo potenziato per velocità di rippaggio superiori • Ottimizzato per stampa in clustering e stampanti digitali industriali

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idee per crescere Oggi l’utenza professionale cerca in un prodotto la soluzione ad un problema e le specifiche tecniche, nude e crude, giocano solo un ruolo di secondo piano

Siete concentrati su di voi oppure sul vostro cliente? di Louis De Nolf // louis.dn@duomedia.com

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u cosa si concentra un brand di alta tecnologia B2B quando annuncia il lancio di un nuovo prodotto o servizio? Per molte aziende con un lungo processo di R&D la risposta sarà basata su caratteristiche tecniche: la velocità di calcolo, i dati elaborati e la quantità di minerali ed energia utilizzati. Tutte caratteristiche che sono state testate e verificate.

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Diamo un’occhiata a questo scambio di informazioni dalla prospettiva del pubblico. Per esempio, la comunicazione relativa al lancio di un prodotto sarà destinata ad un pubblico con potere decisionale d’acquisto. Un’azienda è interessata ad un prodotto o ad un servizio quando sta cercando di risolvere un problema. Per trovare una soluzione ai propri bisogni. In altre parole, quando un contatto profilato oppure un potenziale cliente dimo-

stra interesse nel vostro prodotto, ciò che gli interessa veramente è se stesso.

Tre aspetti che non possiamo permetterci di trascurare Primo: per trasmettere un messaggio ad un pubblico sul quale volete avere un impatto, dovrete ottenere la sua attenzione. Dovete


idee per crescere dell’R&D sono esperti nei loro campi e sono incaricati di consegnare un prodotto che offra un miglioramento significativo rispetto alle tecnologie precedenti. Sono anche coloro che hanno il compito di dare spiegazioni e informazioni su questi nuovi sviluppi.

Creare aspettative, ma sempre in modo responsabile

dare ai vostri interlocutori l’impressione che quello che state dicendo è rilevante per loro. Non saltate l’introduzione. Non date per scontato che il vostro pubblico vi conosca già. Non presumete che gli operatori del vostro mercato sentano automaticamente che vi rivolgete a loro semplicemente perché li considerate il vostro target di riferimento. Mostrate anzitutto le applicazioni del vostro prodotto e servizio: tuffandovi immediatamente negli aspetti tecnici potreste perdere una parte significativa del vostro pubblico target sin dalle prime battute. Secondo: abbreviate la vostra introduzione. Come brand e come azienda potete legittimamente essere molto orgogliosi del vostro background e della vostra storia. Ma ricordatevi che il vostro pubblico è lì per trovare una soluzione ai suoi problemi. Quando avrete l’attenzione di qualcuno, provate quindi a toccare i tasti che possono essere di suo interesse. Un errore commesso frequentemente dai moderatori dei webinar è concentrare il 70% del tempo sull’introduzione. Terzo: cercate di accennare quale impatto avranno le vostre caratteristiche tecniche sul business del vostro pubblico. Quali bisogni potrete soddisfare? Come può il vostro prodotto o servizio essere un’alternativa più

interessante di quello che i prospect stanno attualmente utilizzando?

Dettagli tecnici: fondamentali quando il processo di vendita raggiunge una fase avanzata

In concomitanza con il lancio di un nuovo prodotto, è quindi una buona strategia per uno sviluppatore esordire affermando che il nuovo prodotto o servizio appena sviluppato trasformerà un’azienda in un player globale in un batter d’occhio? Probabilmente no. Perché quando le cose andranno male e saranno state create aspettative ambiziose, quelle parole risuoneranno più forte che mai. E quando i clienti non saranno soddisfatti e cominceranno ad arrivare reclami, i responsabili inizieranno a cercare la radice del problema. Chi ha progettato questo nuovo prodotto? Esatto, l’ingegnere dell’R&D. Di conseguenza, è nel suo massimo interesse mantenere le aspettative il più realistiche possibile.

Quando i dettagli tecnici di un’innovazione diventano il punto focale tra acquirente e fornitore, siamo già ad uno stadio avanzato nel processo di vendita. A questo stadio, le informazioni tecniche diventano il fattore chiave di differenziazione. È tuttavia comprensibile la ragione per cui spesso ci concentriamo sui dettagli tecnici fin dall’inizio. Gli ingegneri

Il mio consiglio è di provare ad impostare la vostra comunicazione nel modo giusto fin dall’inizio. Tenete in considerazione vari fattori e attori, e costruite una storia equilibrata e completa.

Louis De Nolf è il direttore generale di duomedia, agenzia di comunicazione e pubbliche relazioni internazionale specializzata nel B2B, con sede a Bruxelles. È cresciuto nell’azienda di famiglia, attiva in Belgio nell’industria dei media, con attività che spaziavano dalla stampa alla televisione, dalla radio al

web, fino alla lead-generation (e non solo). Durante la sua carriera ha avuto la possibilità di sperimentare in prima persona molti aspetti diversi dell’editoria, dalla prestampa e dal colour management fino alla vendita di spazi pubblicitari. Prima di entrare in duomedia, ha lavorato nei media, nella comunicazione e nel marketing.

Chi ben comincia…

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idee per crescere Scopriamo come le aziende di stampa possono vincere le trattative con redditività maggiori adottando una semplice strategia di negoziazione

Trattative di qualità per vendere meglio gli stampati? Non è impossibile di Matthew Parker // matthew.parker@printandprocurement.com

N

el periodo in cui sono stato nella posizione di buyer, molte aziende di stampa mi hanno reso la vita facile. Uno dei motivi principali per cui mi hanno reso così facile ottenere buoni risultati con la mia azienda è che non erano in grado di negoziare. Non appena chiedevo loro un’offerta migliore, la maggior parte dei venditori era contenta di ridurre il prezzo, per paura di perdere un’opportunità a favore della concorrenza. La facilità con la quale questi interlocutori offrivano riduzioni sul prezzo mi ha abituato a chiederne. Sono arrivato al punto in cui chiedevo sconti anche solo perché sapevo

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che li avrei ottenuti. Non li chiedevo perché un concorrente mi aveva offerto un prezzo migliore, né perché il prezzo che mi offrivano non rientrava nel mio budget; li chiedevo semplicemente perché sembrava stupido non farlo. Tutti sappiamo che l’industria di stampa ha una grande capacità produttiva. La concorrenza è affamata quanto voi di ottenere la commessa per cui state facendo un preventivo. Abbassare i prezzi è quindi una reazione naturale quando il buyer lo richiede, al fine di allontanare la concorrenza. Tuttavia, in molti casi i venditori si preoccupano troppo della concorrenza. Questo li porta dunque a dimenticarsi una regola importante del comportamento dell’acquirente.

Matthew Parker opera attraverso il suo brand Profitable Print Relationships. Matthew ha oltre 20 anni di storia nell’ambito dell’acquisto di stampa e tra le altre esperienze ha gestito gli acquisti di stampa di Future Publishing, uno dei principali editori di riviste consumer nel Regno Unito. Nel corso della sua carriera ha gestito oltre 1.400 trattative con aziende di stampa e oggi mette a frutto la sua esperienza di buyer come formatore e mentore in grado di aiutare le aziende di stampa a vendere di più e con maggiori marginalità. Potete scaricare gratuitamente l’e-book di Matthew “Dieci errori comuni nella vendita di stampa e cosa fare in proposito” dal sito profitableprintrelationships.com.


idee per crescere sentito. Quando ha chiesto ai suoi venditori, questi gli hanno risposto che avevano dovuto farlo per prendere il lavoro e ciò era dovuto alla forte concorrenza che portava a prezzi stracciati. Il direttore commerciale non era convinto, quindi per una settimana ha fatto un esperimento: ha alzato del 5% il prezzo minimo senza avvertire i venditori. Visto che questa azienda si occupava di una vasta gamma di lavori differenti, il team non si è accorto di questo cambiamento nella strategia dei prezzi. Alla fine della settimana, l’azienda aveva chiuso lo stesso numero di trattative delle settimane precedenti. L’unica differenza è che le aveva chiuse con il 5% in più di marginalità. Il 5% extra era tutto profitto e ha messo l’azienda in una posizione commerciale molto migliore! Se soltanto il team di venditori avesse negoziato con maggiore impegno durante le settimane precedenti, il profitto dell’azienda sarebbe stato molto maggiore. Comunque, quando ho lavorato con loro, ho scoperto che stavano facendo un errore molto comune nelle trattative.

Se gestite le trattative in modo lineare, avrete difficoltà ad avere buoni risultati Se un buyer discute un prezzo, è interessato a lavorare con voi Di questi tempi è facile trovare un prezzo basso, ma non è altrettanto facile trovare il giusto fornitore con il quale lavorare. I clienti tendono spesso a preferire una specifica azienda con la quale lavorare ad un determinato progetto. Una volta che l’hanno trovata, devono aprire una trattativa e cercare di ottenere l’accordo migliore. Il solo fatto che un buyer apra una trattativa con voi non vuol dire automaticamente che vi affiderà il lavoro; tuttavia, generalmente questo indica che siete già in una posizione di grande vantaggio rispetto alla concorrenza. Avete un’opportunità di difendere la vostra offerta. Non siete costretti a fare tutto quello che il buyer vi chiede. Molti venditori nelle aziende di stampa trascurano questo fattore. Una situazione mi è diventata chiara quando recentemente ho parlato con un direttore commerciale in un’azienda di stampa.

dita. Aveva capito che dovevano tenere duro per chiudere accordi più vantaggiosi con i loro clienti grazie ad un esperimento che abbiamo condotto insieme. I venditori avevano la facoltà di negoziare con i clienti. La preparazione dei preventivi avveniva in maniera automatizzata, tuttavia essi avevano l’autorizzazione di abbassare il prezzo per prendere il lavoro, purché non scendesse sotto un certo minimo. Il direttore commerciale era preoccupato perché in tutte le trattative vinte il prezzo era stato ridotto al minimo con-

Proprio come tante altre aziende di stampa, anche questa stava usando una tecnica di trattativa che le impediva di ottenere un risultato che fosse vantaggioso sia per il buyer che per il venditore. Il motivo è che stavano negoziando in modo lineare. Quindi che cos’è una trattativa lineare? È quando una sola variabile è presa in considerazione durante la negoziazione. Generalmente, questa variabile è il prezzo. Occasionalmente le aziende si trovano in una posizione vantaggiosa: po-

Ecco come incrementare notevolmente il profitto Il direttore commerciale con cui ho parlato mi aveva chiesto di mettere in pratica un corso sulla negoziazione per la sua forza ven-

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idee per crescere

trebbero essere gli unici fornitori di un particolare prodotto, oppure potrebbero essere gli unici fornitori che possano realizzare un determinato progetto entro una certa scadenza. In questo caso, l’azienda può insistere su un prezzo alto. È un’ottima situazione. Oppure no? Non appena si presenta un progetto più semplice, il buyer insisterà il più possibile per ottenere un prezzo basso dall’azienda, oppure semplicemente si rivolgerà ad un’altra. Il motivo è che in una trattativa lineare o esci vincente o perdente. Alla fine, una delle due parti si sentirà di aver fatto un cattivo affare. In questo esempio, il buyer si ricorderà di aver avuto un’esperienza difficile con il precedente lavoro. Più comunemente, è lo stampatore che si sentirà di essere la parte che ha perso nella trattativa vinci/perdi. Infatti spesso è lui che ha dovuto accettare un prezzo basso al fine di impedire alla concorrenza di prendersi il lavoro. Ma tutte queste situazioni si verificano perché sia il venditore che il buyer si focalizzano solamente sul prezzo.

È importante includere vari fattori nella trattativa I diversi elementi della trattativa variano a seconda della situazione. Tuttavia, alcuni dei fattori che possono essere messi sul tavolo sono: • Tempistica • Quantità • Termini di pagamento • Consegna e tracking • Specifiche del lavoro • Altri servizi Questi fattori entrano in gioco quando cominci ad usare una semplice strategia

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di negoziazione che dà risultati. Vediamo di cosa si tratta.

Usate WIIFM per migliorare il risultato della trattaiva WIIFM sta per “what’s in it for me” (“cosa ci guadagno io?”). È una domanda che viene spesso usata per spingere nell’ottenere un accordo migliore. L’idea di fare questa domanda è quella di instillare nella mente dell’altra parte l’idea che la trattativa è un processo a doppio senso. Il buyer non dovrebbe aspettarsi che voi riduciate il prezzo senza offrire qualcosa in cambio. Molti clienti si aspettano qualcosa in cambio di niente. Tuttavia molti sono felici di considerare idee differenti se fate loro questa domanda e date loro una possibile soluzione. Molte delle variabili nella lista riportata sopra potrebbero non essere importanti per il buyer quanto lo sono per voi. Dunque se siete pressati sul prezzo, potreste essere in grado di chiedere qualcosa in cambio.

Ecco un esempio di come usare questa strategia Se vi viene chiesta una riduzione di prezzo su un progetto, potreste dire che è possibile ottenerla se vi viene concessa una tempistica più rilassata. Questo vi consentirà di produrre il lavoro quando le macchine da stampa sono meno occupate. Alternativamente, potete suggerire che sareste felici di abbassare il prezzo se vi venisse garantito un volume di lavoro maggiore. Per esempio, se è un lavoro ricorrente, il buyer potrebbe affidarlo a voi

per i prossimi 12 mesi. Se il buyer è contento di acconsentire ai termini che suggerite, vi ritroverete in una posizione molto migliore. O avete trovato il modo di usare le vostre macchine in un momento in cui sarebbero altrimenti inutilizzate, oppure avete appena ottenuto una notevole quantità di lavoro per la vostra azienda. Naturalmente questa tattica non funziona sempre. Qualche volta la commessa andrà a qualcun altro, oppure dovrete accettare le condizioni del buyer. Ma a volte si verifica un interessante esito alternativo: il buyer non è in grado di soddisfare le vostre richieste. Potrebbe avere la necessità di avere il lavoro in fretta, oppure potrebbe non avere l’opportunità di garantirvi altri incarichi. Tuttavia, vorrebbe voi come fornitore, quindi dovrà accettare il prezzo iniziale. Questo è un altro vantaggio dell’utilizzo di questa strategia che ci dovremmo ricordare.

Negoziare impedisce cattivi comportamenti da parte dei clienti All’inizio di questo articolo vi ho parlato di come ho chiesto prezzi bassi semplicemente perché sapevo di poterli ottenere! Sarebbe stato molto più difficile farlo se i venditori nelle aziende di stampa con i quali ho trattato avessero negoziato. Avrei capito che non mi avrebbero concesso un prezzo più basso semplicemente perché lo avevo richiesto. Se questi venditori avessero resistito un po’ di più, li avrei presi più sul serio e molto probabilmente avrei accettato prezzi più alti. Quelle aziende di stampa non mi avrebbero reso la vita facile. Avrebbero invece ottenuto risultati migliori per se stesse.


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strategie Oltre 500 interviste per realizzare un’approfondita indagine di mercato sulla cui base Durst ha adeguato la strategia di sviluppo per i prossimi anni

Perspective 2020: una ricerca su scala mondiale delinea la rotta di Durst verso il futuro di Caterina Pucci // caterina@densitymedia.com

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e tecnologie produttive nell’industria stanno vivendo anni di profonda trasformazione in tutti i settori. E il digital printing non fa eccezione. Stampatori e converter fanno sempre più affidamento sulle infrastrutture digitali, valorizzando automazione e interconnessione. Le strategie di sviluppo fanno leva sulla crescita della competitività, spingendo le aziende ad aggiornarsi costantemente. In questo contesto, virtuosa è la realtà che si interroga sulle tendenze del mercato per rispondere in maniera ragionata alle sfide del futuro. L’altoatesina Durst ha scelto di seguire questa strada, avvalendosi del supporto di IMP, dinamica realtà di consulenza strategica al management, coinvolta nello sviluppo di progetti industriali in oltre 40 Paesi. È nata così l’indagine Perspective 2020. Un documento che – sulla base delle opinioni di 500 player di mercato rilevanti – si pone l’obiettivo di delineare gli scenari futuri che vedranno protagoniste le tecnologie di stampa digitale.

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|| Markus Anschober, di IMP - Innovative Management partner, presenta i risutati di Perspective 2020 durante il primo degli appuntamento Top of the Mountain, tenutosi a Lana lo scorso marzo


strategie

|| La spettacolare vista godibile dalla Elbphilharmonie di Amburgo dove Durst ha incontrato i suoi clienti e partner per il secondo appuntamento di Top of the Mountain, lo scorso maggio in occasione di FESPA 2017. In basso, Durst ha chiesto a oltre 500 interlocutori quali sfide dovrà affrontare il mondo del printing nei prossimi anni e ha prodotto una word cloud che riassume le risposte ricevute, rispettandone l’importanza conferitagli dagli intervistati.

Cambio di prospettiva Da Perspective 2020 emerge una prima interessante considerazione generale. Sul lungo periodo, le tecnologie digitali sono destinate a sostituire le analogiche, a patto che vengano superati gli attuali limiti in termini di produttività, velocità e riduzione dei costi. L’indagine conferma, inoltre, la progressiva adesione del nostro settore alle linee guida proposte dalla Industry 4.0. Sulla base di questo cambiamento, i diversi macchinari coinvolti in un processo produttivo interagiscono tra loro e sono predisposti per consentire la massima automazione del flusso di lavoro. Al tempo stesso, devono essere in grado di fornire feedback sullo stato delle produzioni e del macchinario per scopi statistici e di monitoraggio della produzione. Perspective 2020 sottolinea, inoltre, la crescente attenzione ai consumi energetici, che porterà a creare sistemi più performanti in grado di contribuire alla riduzione dei consumi energetici. Di conseguenza, l’ecosostenibililtà diverrà una caratteristica basilare di ogni tecnologia e non più un valore aggiunto per cui pagare un sovrapprezzo.

Christoph Gamper, CEO di Durst. Sulla base dei risultati di Perspective 2020 e degli spunti emersi dal dibattito, Durst ha adeguato la sua roadmap a 5 anni. Nel corso del secondo evento, durante l’ultima edizione di FESPA, la rotta aggiornata è stata presentata di fronte a una clientela più ampia. Il terzo e ultimo appuntamento è previsto per il prossimo autunno, a Lienz.

Strada spianata verso il 2020 Sul fronte delle chimiche d’inchiostro, Durst concentrerà i suoi investimenti sullo sviluppo di tecnologie innovative, come la Water Technology, senza però trascurare il perfezionamento di quelle ad oggi più diffuse. Saranno inoltre introdotti sistemi di pretrattamento per estendere il range applicativo degli inchiostri Durst. Il single pass proseguirà la sua affermazione in settori come la stampa di etichette, la decorazione ceramica e il cartone ondulato. Per larghezze di stampa superiori ai 160 cm, Durst sta invece lavorando al Super Multi Pass, una soluzione che promette di coniugare la velocità del single pass e la versatilità del multi pass.

Sul fronte dei software, il sistema Durst Analytics consente di monitorare i dati statistici sulle produzioni e segnalare in tempo reale eventuali anomalie. Perspective 2020 ha, infine, sottolineato l’importanza crescente dell’assistenza clienti: un fattore che la Durst Roadmap non poteva ignorare. Il Durst Client Service sta elaborando forme di assistenza che prevedono l’utilizzo della realtà virtuale e aumentata, al fine di semplificare ulteriormente l’interazione con gli utenti. Per aumentare l’expertise dei proprio servizio clienti il produttore altoatesino ha fondato la Durst Academy. Si tratta di un nuovissimo centro di formazione dove i tecnici potranno ottenere una certificazione, seguendo i corsi direttamente nella sede di Bressanone o tramite piattaforma e-learning. Maggiori informazioni su Perspective 2020 e la Durst Roadmap sono disponibili nell’ultimo numero di Surfaces, il magazine aziendale bilingue di Durst. La rivista è sfogliabile gratuitamente all’indirizzo https://issuu.com/durstsurfaces mentre scrivendo all’indirizzo surfaces@durst.it è possibile richiedere la copia cartacea.

Sulla cima dei monti e non solo Durst si è dimostrata sempre attenta al dialogo con la clientela e Perspective 2020 ne è un’ulteriore conferma. In quest’ottica, l’azienda ha scelto di trasformare anche la presentazione della ricerca in un’occasione di condivisione, aperta a una rosa selezionata di clienti. Così è nata la serie di appuntamenti Top of the Mountain. Il kick-off si è svolto a Lana, tra le suggestive montagne del Südtirol, cui la storia di Durst è indissolubilmente legata. “Volevamo che i nostri ospiti si immergessero nella realtà in cui lavoriamo e incontrassero il nostro team per discutere le strategie di sviluppo dei prossimi anni” spiega

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