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Pixartprinting potenzia e diversifica la sua produzione di etichette on-demand

Con l’installazione di una Durst Tau 330 RSC, il colosso della stampa online apre una nuova stagione di investimenti in stampa, nobilitazione e converting di etichette Pixartprinting potenzia e diversifica la sua produzione di etichette on-demand

di Lorenzo Villa

Pixartprinting è l’azienda italiana di stampa online che più di ogni altra ha saputo affermare il proprio modello e il proprio marchio anche fuori dai confini nazionali. Tanto da aver attirato l’interesse del gruppo Cimpress, di cui è parte dal 2014 e di cui rappresenta il principale polo di ricerca e sviluppo. Molte delle scelte tecnologiche dell’azienda veneziana vengono mutuate dalle altre aziende del gruppo, che raggruppa giganti come Vistaprint ed Exaprint.

Esempi di etichette in bobina prodotte da Pixartprinting con Durst Tau 330 RSC e HP Indigo WS6800.

Nata come service di prestampa a metà degli anni Novanta, nei primi anni la newco si è concentrata sulla stampa di grande formato. Poi, tra il 2000 e il 2010, ha progressivamente introdotto la stampa digitale a foglio, e nel 2012 ha avviato un ingente piano di investimenti in tecnologia offset a foglio. Packaging ed etichette, introdotti anch’essi nell’ultimo decennio, sono oggi per l’azienda due tra le aree di sviluppo e di investimento più rilevanti. Per supportarne la crescita, ad agosto 2019, Pixartprinting ha installato una Durst Tau 330 RSC. E noi, a distanza di un anno, abbiamo incontrato Umberto Silvan e Andrea Stevanato, rispettivamente Research & Innovatin Manager e Labels & Stickers Supervisor di Pixartprinting, per farci raccontare i progressi fatti dall’azienda in quest’ambito.

Da prodotto collaterale a business consolidato

Pixartprinting inizia a realizzare prodotti autoadesivi stampati e fustellati tra il 2008 e il 2009. In quegli anni, infatti, l’azienda amplia la propria offerta di prodotti stampati a foglio con tecnologia HP Indigo, aprendo ai materiali autoadesivi e installando una Zünd M-800 con caricatore automatico per effettuare tagli e mezzi tagli. Quello degli sticker diventa rapidamente un business fiorente, che spinge lo stampatore a investire in un totale di sei sistemi di taglio Zünd dedicati.

La svolta verso la produzione di etichette in bobina avviene nel 2012, quando Pixartprinting introduce la sua prima unità Epson SurePress L-4033A, caratterizzata da una risoluzione di 720 dpi (1.440 dpi su film), configurazione a sei colori (CMYKOG) e inchiostri pigmentati a base acqua. Alla macchina da stampa, in grado di alimentare bobine fino a 330 mm di larghezza, viene affiancata una linea di converting SEI Laser Labelmaster.

La Durst Tau 330 RSC installata presso gli Pixartprinting di Quarto d’Altino (VE).

Saturata la capacità della sua prima SurePress, Pixartprinting ne installa una seconda, e poi una terza. È in questa fase che il potenziale di crescita dell’etichetta diventa lampante, ma anche il limite tecnico di un’attrezzatura che non supera i 5 m/min, rendendo il modello produttivo difficilmente scalabile.

«Ci siamo tolti delle soddisfazioni, ma alla terza macchina ci siamo resi conto che serviva altro», spiega Silvan. «Dovevamo mirare a qualcosa di molto più produttivo, senza però sacrificare la qualità e il particolare effetto ottico e tattile cui avevamo abituato i clienti».

Così, nel 2014, Pixartprinting installa una HP Indigo WS6800, che consente di preservare l’alto livello di qualità percepita e la larghezza di bobina di 330 mm, ampliando la gamma di carte utilizzabili e incrementando la velocità a 30 m/min. Contestualmente l’azienda installa una linea di coverting laser Spartanics. Poi, nel 2015, sebbene i volumi non ne giustifichino l’acquisto, l’azienda installa una seconda HP Indigo WS6800.

«Non eravamo abituati al modello gestionale e manutentivo di una HP Indigo a bobina, che inizialmente abbiamo trovato rigido e complesso, spingendoci a dotarci di un sistema di backup», continua Silvan. «Nel tempo, però, abbiamo affinato la tecnica, aumentando sensibilmente il tasso medio di uti lizzo delle due attrezzature».

Protagonista di questo cambio di passo è Andrea Stevanato, già operativo sulle HP Indigo a foglio di Pixartprinting, che mette la sua esperienza al servizio del reparto Labels & Stickers, divenendone presto il responsabile.

Andrea Stevanato prepara un cambio lavoro tramite il digital front end della macchina.

Un etichettificio digitale plasmato sulla vendita online

Il reparto di produzione delle etichette occupa solo una piccola porzione dei 35.000 m² della sede di Pixartprinting a Quarto D’Altino (VE), ma è in tutto e per tutto assimilabile a un etichettificio a ciclo completo, operativo su tre turni, 7 giorni su 7. Alle macchine da stampa sono abbinati la linea di converting SEI Laser LabelMaster, e tre linee di converting Spartanics, tutte equipaggiate con stazioni di laminazione con film, unità flexo per la verniciatura protettiva, taglio laser e sfridatura. La loro configurazione include il trattamento corona, utilizzato per funzionalizzare alcuni materiali stampati prima della plastificazione. Due delle linee di converting, inoltre, sono dotate di un esclusivo nastro trasportatore per la raccolta degli sticker sagomati, che l’operatore può attivare in alternativa allo sfridatore.

L’offerta di Pixartpriting prevede oltre venti differenti carte e film, ciascuno abbinabile a diverse combinazioni di plastificazione (lucida, opaca e soft touch) o verniciatura, in grado di accontentare le esigenze di una clientela eterogenea, composta in larga misura da piccole tipografie, centri servizi e piccoli etichettifici; nonché una moltitudine di utilizzatori finali nei settori merceologici più disparati, dalla pasticceria alla piccola cantina vinicola.

Pixartprinting stampa e processa quotidianamente migliaia di metri quadrati di materiale autoadesivo, equivalenti a svariate centinaia di commesse. Valori che aumentano in concomitanza con le promozioni eventualmente attive sul sito web.

Le tre linee laser Spartanics per il converting delle etichette.

Le bobine stampate, contenenti ciascuna decine di commesse, vengono finite, fustellate e sfridate sulle linee di converting e, con l’ausilio di moduli automatici di slitting e riavvolgimento, separate in singole bobine pronte per la spedizione. La maggior parte delle commesse è consegnata su bobina da 330 mm, mentre un numero limitato di ordini prevede anche il taglio longitudinale.

Una tecnologia inkjet UV industriale per alzare l’asticella

Nel 2017, la costante crescita dei volumi sulle due HP Indigo, induce il management a valutare nuovi investimenti, affidando a Umberto Silvan e al suo team di ricerca e sviluppo l’analisi delle opzioni disponibili.

«A Labelexpo Europe 2017 abbiamo assistito al lancio di innumerevoli macchine inkjet UV per la stampa di etichette, e abbiamo deciso di testarle. Anzitutto, volevamo farci un’idea di come inkjet, ElectroInk e toner stessero evolvendo», raccontano Silvan e Stevanato. «Abbiamo effettuato test intensivi su molte attrezzature, utilizzando i nostri file e i nostri materiali, che abbiamo poi portato in azienda per la finitura e l’analisi degli indicatori economici e di produttività».

L’analisi, conclusa a febbraio 2019, convince Pixartprinting a investire in una Durst Tau 330 RSC. Lanciata nel 2017, la macchina da stampa Durst è equipaggiata con teste di stampa Fujifilm SAMBA da 1.200 dpi e goccia variabile da 2, 4 e 6 pl, ha una configurazione a 6 colori (CMYK+OW) e raggiunge una velocità lineare di 80 m/min. A convincere Pixartprinting della bontà della proposta di Durst, il connubio di qualità, produttività, bassi costi di produzione e affidabilità complessiva del sistema.

«Nel conto economico di una narrow web digitale, le voci di costo principali sono materiale, inchiostro, energia e costo operatore, e Tau 330 RSC ci offre vantaggi su tutti i fronti», afferma Stevanato. «L’operatore si limita a caricare la bobina da 2.000 metri e scaricarla a fine processo, svolgendo nel frattempo altre attività. L’unica attività richiesta è una preparazione e pulizia mattutina, poi la macchina parte e produce senza sosta».

Fase di confezionamento dei singoli lavori per la successiva spedizione.

Sul fronte del software, Durst ha supportato Pixartprinting per integrare Tau 330 RSC nel proprio flusso di lavoro proprietario. Questo prevede il totale automatismo del processo, dalla ricezione dell’ordine al preflight, fino allo step & repeat e all’invio alla coda di stampa del materiale prescelto. A bordo macchina, l’operatore deve solo confermare la coda, o modificarla in base alla priorità.

Una qualità “diversa” e una produttività abilitante

Avendo avviato la propria produzione di etichette con sistemi riconosciuti per l’alta qualità, la sostenibilità ambientale e una qualità paragonabile all’offset, Pixartprinting ha inizialmente guardato la tecnologia inkjet UV con diffidenza. Tuttavia, la qualità di testi, immagini e barcode prodotti da Tau 330 RSC ha superato ogni aspettativa. Anche i suoi inchiostri a bassa migrazione, privi di odore, si sono rivelati compatibili con la totalità dei prodotti realizzati dallo stampatore online, sebbene la piattaforma Durst sia impiegata in prevalenza per la stampa su carte patinate e frontali in materiale plastico.

«Non si può dire che la qualità di Tau RSC sia superiore o inferiore. È semplicemente diversa, e i clienti l’hanno apprezzata immediatamente», chiarisce Stevanato.

Sul fronte della qualità, una delle principali sfide di Pixartprinting è ottenere cromie e densità ottimali sulla bobina, metro dopo metro e lavoro dopo lavoro, senza fermarsi o rallentare per effettuare correzioni e calibrazioni. Sulla stessa bobina, infatti, l’azienda produce da poche decine fino a oltre un centinaio di lavori differenti, i cui layout grafici possono contenere tinte piatte, fondi pieni, immagini fotografiche e texture di ogni genere. Anche in questo campo, il team di sviluppo software di Durst ha reso il motore di stampa più reattivo, e in grado di supportare la febbrile rotazione di commesse di Pixartprinting.

Andrea Stevanato e Umberto Silvan accanto a Durst Tau 330 RSC.

Ancor più della qualità, i fattori cruciali che hanno portato l’azienda a scegliere la piattaforma Durst sono l’affidabilità e la produttività di Tau 330 RSC, che con i suoi 80 m/min ha più che raddoppiato la capacità produttiva del reparto, assorbendo in tempi brevi oltre il 70% dei volumi complessivi di etichette stampate in azienda.

«Dovevamo renderci più competitivi e aggressivi, anche in previsione dell’insourcing di molti prodotti oggi esternalizzati dalle altre divisioni di Cimpress», spiega Silvan. «Per farlo, abbiamo optato per una tecnologia con una vocazione industriale».

Verso nuovi traguardi tecnici, applicativi e di mercato

Una committenza sempre più eterogenea ed esigente, e il desiderio di offrire ai propri clienti un unico marketplace per l’acquisto di etichette, stanno guidando Pixartprinting negli ulteriori sviluppi del reparto Labels & Stickers. Tra le priorità, l’incremento della capacità produttiva e la capacità di fornire etichette in bobina, semplici o nobilitate, applicabili su linee di etichettatura industriali.

«Per offrire un prodotto premium nel campo vinicolo e della cosmesi, è imprescindibile applicare foil a caldo, embossing e verniciature selettive», spiega Silvan. «Allo stesso modo, per servire una clientela professionale, introdurremo a breve nuove tecnologie di converting e slitting, e sistemi di ispezione della bobina». In quest’ottica, Pixartprinting ha avviato un processo di identificazione e valutazione delle tecnologie più idonee a ottenere il massimo livello di qualità, produttività, economicità e scalabilità nella produzione di etichette. Da sempre aperta a stimoli e contaminazioni, anche nel campo dell’etichetta l’azienda promuove la coesistenza di più fornitori e più tecnologie, con l’obiettivo di offrire sempre la soluzione migliore tecnica al cliente.

Alcune bobine di etichette stampate su materiale plastico con la macchina.

«Siamo attenti e ricettivi alle mosse dei costruttori. Alcuni, tra cui Durst, stanno colmando rapidamente i loro gap di stabilità, e stanno rendendo la tecnologia user-friendly anche a utenti meno esperti», sottolinea Silvan. «Di contro, troppo pochi stanno progettando macchine pensate per una produzione al 100% digitale, in cui cambi materiale continui, controlli rapidi e ripartenze fulminee sono lo standard».

Per Pixartprinting la criticità maggiore è rendere qualsiasi tecnologia compatibile con il suo modello di business – basato su vendita online, produzione 24/7 e spedizione entro poche ore dall’ordine. Per questo, al di là delle singole attrezzature, nei prossimi anni il team di ricerca & sviluppo aziendale sarà sempre più concentrato sull’integrazione e sulla comunicazione bidirezionale tra dispositivi di stampa e finishing. Un tema che, nonostante la diffusione dei metadati e di linguaggi cross-vendor come il JDF, continua a dividere i costruttori e a costituire un ostacolo per gli utilizzatori finali più evoluti e competitivi.

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