Italia Publishers 06/2016

Page 1

06/16

WHAT’S INSIDE?

Quando è la bobina a dettare le regole MEETING LEADERS

ATP Color: La “multinazionale in un guscio di noce” Copertina stampata su carta Fedrigoni Stucco Old Mill

Italia Publishers - Anno XXVIII - n° 06/2016 - Prezzo euro 10,00 - Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LOM/MI


IL GRANDE FORMATO, PRODUTTIVO 24/7. Kombo SDC+ 3.2 integrabile con Heleva per automatizzare in maniera intelligente il flusso di lavoro tra il finishing e le stampanti di formato super wide. L’area di lavoro di larghezza 3.2 metri permette di lavorare sia materiali in rotolo che supporti rigidi di diverse dimensioni. Il risultato è un’elevata flessibilità, rapidità nelle lavorazioni e maggior competitività.

Plotter da taglio automatico con piano di taglio a tappeto conveyor. Testa multiutensile, riconoscimento automatico di immagini stampate e crocini, sistema di videoproiezione.

ELITRON IPM srl T. +39 0734.842221

www.elitron.com elitron@elitron.com

Sistema automatico di alimentazione materiali. Dotato di un piano elevatore che preleva, allinea e carica uno o più fogli/pannelli su plotter e stampanti digitali di grande formato.


La soluzione sta nella giusta formula

B+B= Progettazione

Prestampa

Poststampa

Gestione

• ArtiosCAD • ArtiosCAD Display Store • Studio

• ICUT-Suite • Automation Engine • WebCenter

• Kongsberg XE • Kongsberg X • Kongsberg C • Kongsberg XP Auto

• Packway • Sprint • Docupoint

B+B INTERNATIONAL S.r.l. WWW.BBINTERNATIONAL.COM - INFO@BBINTERNATIONAL.COM - TEL: +39 0423 289090




sommario 06

EDITORIALE

5 |

Il roll-to-roll è morto, evviva il roll-to-roll!

NEWS

6 |

Novità, tecnologie e tendenze dai player del mercato digitale

WHAT’S INSIDE

10 |

Quando è la bobina a dettare le regole

STRATEGIE

10

54 |

30 |

60 | Grafix Wide è il solution architect del soft signage

58 |

Eurmoma cresce nel mercato del Nord Italia proponendo prodotti e servizi esclusivi

66 |

Delducaprint ha la “Formula” del finishing per jumbo-roll e apre alla cartotecnica Nuovi progetti ecologici nell’arredamento di interni grazie ad HP Latex 1500 Visual Brand sceglie Protek e supera i limiti del finishing nel settore del sign&display

SPECIALI

PUBBLIREDAZIONALE

32 |

Nuove sfide e tecnologie fanno crescere le etichette

48 |

Verso la decorazione industriale, a InPrint Canon celebra i mille volti di Milano

44 |

Da dove inizi il tuo progetto di stampa wild format?

MEETING LEADERS

56 |

Il coraggioso nuovo mondo del marketing digitale

62 |

Proofing o non proofing, questo è il dilemma...

50 |

La “multinazionale in un guscio di noce” che compete con i giganti del soft signage

IDEE PER CRESCERE

69 |

Intelligenze multiple, mille emozioni diverse: sai riconoscerle e gestirle?

TECNOLOGIE 16 |

Italia Publishers è 5.000 volte unica con HP Indigo e HP SmartStream Mosaic

42 |

Tic Tac rafforza il finishing digitale con Zünd e amplia l’offerta di packaging & display

2


50

62

69

inserzionisti Agfa B+B International Caldera Edigit Elitron Epson Eurmoma

pag. 15 II copertina pag. 17 pag. 7 IV copertina pag. 21 III copertina

Eutotech Fotoba GMG Inx Digital JK Group Kiian KIP Italia

pag. 13 pag. 3 pag. 47 pag. 1 pag. 29 pag. 9 pag. 45

Mutoh Neol Factory Neopost Nimax Protek SmartColor Valiani

pag. 25 pag. 39 pag. 68 pag. 65 pag. 72 pag. 40-41 pag. 4

XLD170HS+ST170

Per rifilare in modo completamente automatico fino a 1 km di carta in 1 ora senza intervento dell’operatore


valiani.com / flatbed-plotter.com

Piccole e Medie serie? ecco la soluzione fai da te!

a Fino

*

sore s e p di s

Disponibile in 3 dimensioni, fino a 123x250cm

*con testa Oscillante opzionale.

Digitale

Packaging

Cartamodelli

Taglio fino a 20mm

I nostri plotter da taglio con piano aspirante sono progettati per la realizzazione e la finitura di piccoli e medi lotti e per l’utilizzo di un’ampia gamma di materiali per grafica pubblicitaria, stampa digitale, segnaletica, arredamento, abbigliamento e imballaggio. Dotati di un esclusivo sistema di teste intercambiabili e modulari, garantiscono la massima produttività e precisione per tutti i tipi di lavorazione (taglio, mezzo taglio, cordonatura, disegno e decoro) e per la realizzazione di scatole, espositori, adesivi, prototipi e mock-up e molto altro. L’ottimo rapporto qualità/prezzo e la flessibilità nella lavorazione di diversi materiali (cartone ondulato, materiali rigidi, PVC, vinile, policarbonati, Forex, Foamboard, Honeycomb/nido d’ape, tessuti e pelle) rendono i nostri plotter la vostra scelta vincente!

Valiani srl

cutting machines

Via delle Regioni, 305 50052 Certaldo - Firenze. ITALIA info@valiani.com

Fino a di s pes sore

MatProUltra80 Disponibile in 3 dimensioni, fino a 100x150cm

Valianisrl Valiani.cmc


Italia Publishers - Anno XXVIII - n° 06 2016 Registrazione: Tribunale di Milano n. 74 del 12/2/94 Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Direttore responsabile Silvia Guglielmi silvia@densitymedia.com Co-editore Lorenzo Villa lorenzo@densitymedia.com

Redazione Roberto Bonsignore roberto.b@densitymedia.com Elena Boromeo elena.b@densitymedia.com Elena Panciera elena.p@densitymedia.com

Responsabile operativo Gabriele Lo Surdo gabriele@densitymedia.com

Hanno contribuito Gianluca Ferrauto Marco Olivotto Smithers Pira

Pubblicità marketing@densitymedia.com

Amministrazione Manuela Spatola manuela@densitymedia.com

Copertina Genuine Roman Art www.genuineromanart.com

Stampa Unigrafica - Gorgonzola (MI) www.unigrafica.it

Tiratura 5.000 copie

Italia Publishers è stampato utilizzando energia elettrica green, proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili.

Associato a

Prezzo: € 10,00 / Arretrati: € 20,00 Abbonamento 6 num: € 50,00 (Italia) / € 100,00 (estero) Uff. abbonamenti: abbonamenti@densitymedia.com

Edito da

density trade magazines for enthusiasts Via Carlo Torre, 29 - 20143 Milano density@densitymedia.com - +39 329 7874378

Tutti i diritti sono riservati. Notizie e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’Editore e in ogni caso citando la fonte. Manoscritti, disegni, foto e altri materiali inviati in redazione, anche se non pubblicati, non verranno, in nessun caso, restituiti. In particolare l’invio di articoli implica, da parte dell’autore, l’accettazione (in caso di pubblicazione) di un compenso puramente simbolico stabilito dall’Editore, salvo accordi preventivi sottoscritti e comunicati a mezzo R.R. Gli articoli firmati impegnano esclusivamente gli autori. Dati, caratteristiche e marchi sono generalmente indicati dalle Case Fornitrici (rispettivi proprietari); non sono comunque tassativi e possono essere soggetti a rettifiche in qualunque momento. Informativa ai sensi dell’art. 13, d. lgs 196/2003 I dati sono trattati, con modalità anche informatiche, per l’invio della rivista e per svolgere le attività a ciò connesse. Titolare del trattamento è: Density srl - via Carlo Torre, 29 - Milano (MI). Le categorie di soggetti incaricati del trattamento dei dati per le finalità suddette sono gli addetti alla registrazione, modifica, elaborazione dati e loro stampa, al confezionamento e spedizione delle riviste, al call center, alla gestione amministrativa e contabile. Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, è possibile esercitare i relativi diritti fra cui consultare, modificare, aggiornare o cancellare i dati, nonché richiedere l'elenco completo e aggiornato dei responsabili, rivolgendosi al titolare al succitato indirizzo. Spedizione in abbonamento a titolo oneroso Il ricevimento di questa rivista avviene a titolo oneroso secondo il tipo di abbonamento sottoscritto o tacitamente accettato. Chiunque desiderasse sospendere tale abbonamento ne avrà piena facoltà, senza alcun costo, e basterà darne comunicazione scritta all’ufficio abbonamenti.

editoriale di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com

Il roll-to-roll è morto, evviva il roll-to-roll! Erano i primi anni '2000, gli anni pionieristici di un mercato del wide format in cui pochi brand si dividevano un mercato inesistente comparato a quello di oggi. Chi non ricorda le prime Encad, le straveloci X2, le leggendarie ColorSpan a solvente e i mille modelli delle imperiture Roland, Mutoh e Mimaki, che già a quel tempo facevano da trendsetter? Oltre naturalmente ai primi approcci al display graphics e ai formati 60 e 64 pollici dei giganti del waterbased, da HP ad Epson e Canon. Ma il delirio onirico collettivo erano già allora i modelli extra large. I produttori di stampanti da 3,2 e 5 metri di quei tempi - Scitex, NUR e VUTEk tanto per non fare nomi - erano considerate aziende da sogno, che costruivano tecnologie inarrivabili. Chi aveva la fortuna (e l'abilità) di vendere certe macchine era considerato un semidio, mentre a comprarle erano una manciata di vecchie glorie della serigrafia, qualche tipografo visionario e un'elite di fotolitisti straricchi. Ricordo quando su Italia Publishers pubblicammo un dossier sulla dimensione del mercato superwide in Italia, con l'appoggio di alcuni costruttori e la diffidenza di altri: le varie GrandJet, XLjet, UltraVu, Blueboard, Fresco e Salsa si potevano contare una per una, superando di poco il centinaio di unità. Eppure già allora qualcuno definiva il mercato del grande formato vicino alla saturazione e alla sovracapacità produttiva. Cosa è poi successo in quest'ultimo decennio è solo una realtà di cui prendere atto. Non solo la base installata è forse decuplicata, ma la produttività di ogni singola unità è almeno triplicata. E i consumi di inchiostri hanno costretto la maggior parte dei produttori a costruire nuove fabbriche, inventare nuove chimiche ed efficientare i propri livelli di servizio, a tutto vantaggio dei prezzi e della qualità media del prodotto. Che il roll-to-roll fosse un segmento da snobbare, magari a favore di sistemi più appealing e divertenti da raccontare, come le flatbed e le ibride, noi non l'abbiamo mai creduto. Al punto che in questa fine di 2016 e di nuovo nel 2017 dedicheremo energie e risorse a raccontarne l'evoluzione tecnologica e a delineare gli scenari di quello che stiamo imparando a chiamare soft signage.


news Il nuovo Studio 16 di Esko incoraggia la creatività Sperimentare nuove idee nei progetti cartotecnici è diventato ancora più facile con Esko Studio 16. Il nuovo software lanciato dall’azienda belga ha il duplice vantaggio di velocizzare le simulazioni in 3D, consentendo ai progettisti un rapido controllo degli errori, e di creare presentazioni che possono essere mostrate in tempo reale ai clienti. Sul piano creativo i designer hanno a disposizione nuovi tool come la simulazione delle varianti grafiche all’interno degli stand espositivi. Sul piano

del controllo spiccano l’allineamento rapido degli oggetti in movimento, che consente di ridurre il margine di errore in fase di progettazione, e la possibilità di scegliere i materiali di stampa visualizzando in anteprima gli effetti di finitura. Infine, con Studio Store Visualizer, i designer possono offrire un vantaggio strategico ai brand owner, mostrando loro la preview in 3D del prodotto sullo scaffale e all’interno dello stesso punto vendita, accanto ai competitor. www.esko.com

|| Con Studio Store Visualizer di Esko è possibile riprodurre in 3D un punto vendita per verificare l’efficacia di un brand accanto ai prodotti competitor

||La macchina da stampa Xeikon 3500 verrà presentata ad Heimtextil 2017 in una configurazione end-to-end per la decorazione di carte da parati

Xeikon porta ad Heimtextil la digital wallpaper di alto volume Xeikon sarà ad Heimtextil per conquistare designer e architetti con la sua soluzione per la realizzazione di carte da parati personalizzate. Il noto costruttore di macchine da stampa digitale parteciperà per la terza volta alla più importante fiera internazionale del tessile per la casa e per il contract che quest’anno si terrà dal 10 al 13 gennaio, come di consueto a Francoforte. I visitatori potranno assistere in diretta alla stampa di carte da parati dal design unico con la piattafor-

ma Xeikon 3500, l’ammiraglia dell’azienda belga in grado di produrre fino 600 m2/ora su materiali con di larghezza massima di 516 mm. Xeikon 3500 verrà mostrata in una configurazione completa che include un Web Varnishing Module con vernice all’acqua per la protezione da graffi e rigature. Xeikon presenterà inoltre per la prima volta l’avvolgitore per carte da parati WMR, progettato per consegnare rotoli perfettamente rifiniti. www.xeikon.com

Ghelfi e HP cambiano il packaging con PageWide T400S e T1100S Il 13 e 14 dicembre il gigante italiano del packaging Ghelfi Ondulati e HP hanno posto l’accento su alcuni punti cardine in un settore strategico e in decisa evoluzione come quello degli imballaggi. Grande l’aspettativa dei presenti, pari solo alla curiosità dei tanti professionisti del settore, per le due indiscusse protagoniste dell’evento: HP PageWide T400S e la nuovissima PageWide T1100S, seconda installata in Europa. Appena terminata l’installazione, quest’ultima ha messo al servizio dell’azienda valtellinese

6

la sua impressionante produttività da quasi 31.000 m2/h con una luce di stampa di ben 2.800 mm. Le domande e gli sguardi sono stati comunque catalizzati dalla PageWide T400S, configurata con due unità di pre e posttrattamento dei materiali, che a quasi un anno dalla sua installazione ha saputo rappresentare uno strumento estremamente versatile e in grado di realizzare lavorazioni destinate ad aprire nuovi scenari nella stampa di materiali in bobina per il settore del packaging, e non solo. www8.hp.com/it

|| La foto di gruppo scattata di fronte alla HP PageWide T400S durante l’evento, stampata pochi minuti dopo utilizzando la medesima tecnologia


news

IMI Europe chiude ad Amsterdam un 2016 di grandi eventi formativi con la Digital Printing Conference Tra il 30 novembre e l’1 dicembre scorsi la Digital Printing Conference 2016, firmata IMI Europe, ha offerto ai suoi partecipanti un’importante occasione di confronto e approfondimento. Durante la due giorni di Amsterdam si è parlato delle evoluzioni più verosimili della stampa inkjet declinata in tutte le sue molteplici applicazioni. Dalla stampa transazionale al tessile, passando per l’industria. Numerosi gli interventi focalizzati sui temi più spinosi del mondo dell’inkjet. Tra questi la sostenibilità economica di questa tecnologia applicata alle grandi produzioni e le innumerevoli opportunità di accelerare lo sviluppo di nuovi progetti ricorrendo alla collaborazione e

avvalendosi di partner specializzati nelle singole materie: teste di stampa, movimentazione dei materiali, elettronica, software, etc. Sul tavolo altre tematiche di grande attualità come il controllo della qualità, la gestione del colore e la prevenzione degli errori di stampa. Spazio infine ai dati di mercato relativi a mercati in forte sviluppo come il packaging, grazie alla collaborazione con InfoTrends, allo stato dell’arte delle tecnologie inkjet offerto da Pivotal Resources e a tante visioni tecnologiche futuribili. A dimostrazione che la storia dell’inkjet è ancora tutta da scrivere. Non mancate alle prossime conferenze e ai workshop di IMI Europe. www.imieurope.com

|| In alto l’intervento di Nick Langford, CEO di AVA CAD CAM, sul ruolo del software nei processi di decorazione industriale. In basso un momento della conferenza.

7


news Gran finale per il roadshow KIP, in attesa della nuova sede italiana

|| Il team di KIP Italia impegnato nelle ultime tappe di un tour attraverso l’Italia

Grande successo anche per la tappa di Campobasso che ha chiuso il roadshow italiano di KIP. Una strategia vincente quella voluta da Davide Carolo, Regional Sales Manager di KIP, che afferma: “I numeri registrati in Italia nel 2016, riconfermati dal successo del roadshow, attestano l’enorme interesse per la tecnologia KIP e la sua attualità per una community di imprenditori in cerca di soluzioni efficaci, affidabili, solide e capaci di garantire un ROI sicuro e veloce”. Carolo ha puntato su una presenza di qualità anche a favore di località

troppo spesso snobbate, che ha consentito a tanti imprenditori del centro-sud di entusiasmarsi toccando con mano tecnologie ad alto valore aggiunto. KIP ha inoltre annunciato la prossima apertura dei nuovi uffici di Cinisello Balsamo, a nord di Milano, che vedranno un ampliamento degli spazi espositivi e degli uffici. Il cuore della sede sarà il rinnovato centro demo, che ospiterà tutte le piattaforme KIP, comprese quelle per le arti grafiche, con le tante opzioni di workflow e i sistemi di finishing abbinabili. www.kip.com

Arriva la versione 2.0 per il digital signage by Masserdotti Domino Sistemi – società del Gruppo Masserdotti – presenta Palinsesto 2, versione aggiornata dell’innovativo software per il digital signage lanciato con successo un paio di anni fa, con più di 1.000 installazioni nel mondo. Palinsesto 2 gestisce da remoto dispositivi come monitor, totem, display e videowall, e presenta alcune interessanti novità. Tra tutte la Funzione Consolle, che pilota su ciascun device del proprio network l’attivazione e la programmazione dei contenuti precaricati sul server Palinsesto. Il tool Tracking Campagne, invece, semplifica

8

l’elaborazione di report relativi alle campagne. La nuova funzione Download from Master previene poi problemi di sovraccarico della banda durante il download dei nuovi contenuti: è sufficiente designare all’interno della propria rete un Master sul quale convogliare tutti i contenuti, che poi verranno condivisi con gli altri device collegati. Lo strumento Sync, infine, assicura la sincronizzazione tra più monitor per diffondere contemporaneamente messaggi incisivi e ad elevato impatto visivo. www.dominodisplay.com www.masserdotti.it

MCA Digital presenta la guida alla stampa digitale eco-friendly Il tema dell’ecologia è sempre più determinante nell’industria del printing, anche in quella più orientata al digitale. Tuttavia i buoni propositi degli stampatori spesso si scontrano con la mancanza di conoscenza di processi, materiali e tecnologie. MCA Digital è coinvolta in questa evoluzione del mercato e, tra le varie iniziative, ha realizzato un vero e proprio “Green Printing Training Kit”. Partner storico per l’Italia di HP, di cui ha sposato la filosofia green commercializzando, tra le altre, le tecnologie Latex, MCA Digital ha scelto di supportare gli stam-

patori sensibilizzandoli sulla nocività di alcune tecnologie e materiali, ma anche sulle opportunità offerte dall’impiego di soluzioni più sostenibili. “Il green printing è una rivoluzione che coinvolge l’intero processo produttivo. È un nuovo modello di business. È un modo diverso di esprimere la creatività nella stampa, che per essere concreto e trasparente può richiedere da parte di chi lo sceglie il coraggio di mettere in atto un radicale cambio di paradigma” - afferma Cristina Del Guasta, socio fondatore di MCA Digital. www.mcadigital.it


news Xerox Digital Packaging LIVE! A Barcellona sono andati in scena tutti i colori del packaging, con un ventaglio di partner d’eccezione Dopo drupa 2016 non si fa che parlare di packaging. E a buona ragione visto che, stando ai numeri, è tra i segmenti di mercato più promettenti per la stampa digitale. Si preannuncia dunque un’importante fase di transizione e per sostenerla – creando cultura e offrendo strumenti concreti e idee a più di 100 tra stampatori,

aziende cartotecniche, agenzie creative e brand owner – Xerox ha organizzato Digital Packaging LIVE! a Barcellona lo scorso 17 novembre. La rivoluzione è in corso: il mercato chiede tirature sempre più limitate, con varianti grafiche uniche e proposte emotivamente coinvolgenti, perché disegnate esattamente per il de-

|| Claire Virazels, Marketing Manager Packaging Technology di Xerox Europe, presenta alcuni dati relativi al settore packaging, sulla base di una ricerca di Smythers Pira.

stinatario. La notizia positiva è che la tecnologia per realizzare quello che fino a pochi anni fa sembrava un sogno esiste già, ed è digitale. Ospitati da Grup Maculart, azienda barcellonese specializzata nel packaging per il settore farmaceutico, abbiamo toccato con mano tutte le possibilità applicative realizzabili con la tecnologia a toner Xerox iGen e

con l’inkjet di Impika. Un carnet di partner d’eccezione come Antalis, EFI, Esko, Highcon, Kama, Scodix, Tresu Group e XMPie hanno poi mostrato le innumerevoli fasi e tecnologie accessorie che trasformano un’idea e un foglio di cartone stampato in un packaging finito, dalla progettazione alla finitura. www.xerox.it

9


What’s inside

Dalle piccole latex, solvent e waterbased, fino alle superwide di fascia industriale e ai modelli orientati al tessile. Tutte rigorosamente roll-ro-roll

Quando è la bobina a dettare le regole

C

hi pensa che acquistare una stampante wide format a bobina implichi minor concentrazione e competenza rispetto a una flatbed o ad una ibrida, si sbaglia di grosso. Se l’impoverimento del mercato dell’affissione su carta e su banner è un dato di fatto, è altrettanto vero che passare dal “grasso che cola” a marginalità comunque interessanti su volumi oggettivamente elevati non giustifica un calo di attenzione per tecnologie in continua evoluzione. Senza contare che la disponibilità di chimiche d’inchiostro e materiali flessibili innovativi ha aperto e continua a generare nuove opportunità di business. Questa è la chiave di lettura che vi proponiamo per approcciare la nostra ultima guida tecnologica alle stampanti roll-to-roll. Sembrano tutte uguali - questo è vero - ma dietro a meccanismi apparentemente semplici si nascondono progetti, modalità costruttive e finezze tecnologiche tutte da analizzare, comprendere e confrontare con le proprie esigenze. E se a qualcuno sul lato tecnico e commerciale è passata un po’ la voglia di raccontare questi gioiellini, noi di Italia Publishers conserviamo per certi miti del wide e superwide format un’affezione e una passione che viene da lontano. Il 2016, stando a produttori e dealer, è stato un anno record nell’adozione di questi sistemi. E la nostra percezione è che i prossimi due/tre anni, complice anche la sostituzione del PVC con il tessuto, saranno altrettanto, se non addirittura più promettenti per queste tecnologie.

10

Automazione e workflow “roll-fed” Alimentare innumerevoli materiali da bobine di differenti dimensioni, diametri e peso implica la capacità di governare molte variabili. Forse marginali in una stampante entry level, ma di importanza vitale quando parliamo di una superwide da 3,2 o 5 metri capace di viaggiare a 300 m2/ora. Da valutare c’è anzitutto la capacità della macchina di alimentare bobine “jumbo” di elevato diametro e peso, così come la possibilità di gestire più bobine sulla larghezza totale. La tradizionale modalità multi-roll (ad esempio 3 bobine da 160 cm affiancate sui 5 metri di luce) è spesso supportata da motorizzazioni indipendenti per ogni sub-roll, così da poter gestire al meglio bobine di diametro differente, cui possono affiancarsi sistemi di tensionamento ottimizzati per alimentare tessuti e materiali elastici. Last but not least, le superwide destinate agli alti volumi sono dotate di accorgimenti tecnici che ottimizzano l’allineamento del materiale e prevengono le formazione di grinze, così da poter lavorare in modalità “unattended” nelle ore notturne e nei weekend.


what’s inside Inks e colori: come scegliere?

Quante e quali teste inkjet?

La disponibilità di differenti chimiche d’inchiostro - alcune più note come il solvente l’UV-curable, altre più innovative ed eco-friendly come il waterbased e il latex - continua a caratterizzare l’offerta di sistemi di stampa wide format. Difficile affermare quale sia la chimica ideale. Quasi sempre è anzi la coesistenza di più tecnologie e modelli di stampanti a consentire ad un’azienda di stampa di esprimere la massima competitività nella lavorazione di questo o quel materiale. Altrettanto critica è la scelta della configurazione dei colori: solo CMYK o un paio di “light” aggiuntivi? O meglio ancora un’esacromia con l’aggiunta di tinte spot? Anche in questo caso non esiste una ricetta buona per tutti: molto dipende dal soggetto che si deve riprodurre, dall’esigenza espressa dal committente e soprattutto da un’analisi fredda e senza preconcetti del risultato che si vuole ottenere.

Se in altri segmenti di prodotto si considera la dimensione della goccia inversamente proporzionale alla qualità (più è piccola, meglio è), i produttori del roll-to-roll prediligono una dimensione di goccia intermedia, che bilancia dettaglio e coprenza. Nella maggior parte delle applicazioni, infatti, a fare premio sono immagini d’impatto, cromie brillanti, incarnati pieni e tinte piatte ineccepibli. È ciò che chiedono settori come il food, la cosmesi, il retail e la GDO. Il numero e la tipologia di teste di stampa va analizzato in quest’ottica: più ugelli ci sono, meglio è. La dimensione di goccia, al tempo stesso, è importante nella misura in cui consente di gestire i livelli di qualità richiesti e garantisce elevata coprenza senza pregiudicare la produttività. Anche marca e modello delle teste inkjet contano, specie nell’ottica di poter accedere a futuri aggiornamenti e salvaguardare il proprio investimento.

Il “fattore” asciugatura Quello della perfetta asciugatura dell’inchiostro è un tema troppo spesso sottovalutato, specie dai neofiti. Una stampa non perfettamente asciutta, infatti, pregiudica la possibilità di effettuare lavorazioni aggiuntive (tra tutte la laminazione con film protettivo) e può dare luogo a fenomeni fastidiosi, come il classico “effetto appiccicoso”. Nelle macchine roll-to-roll base acqua, latex e solvente l’asciugatura è quasi sempre affidata a unità di curing basate su piani riscaldati (per i modelli entry-level), unità radianti a infrarossi e gruppi soffianti, mentre per i modelli UV-curable le lampade destinate all’asciugatura, di tipo tradizionale “a bulbo” oppure LED, sono alloggiate sullo shuttle di stampa, così che la goccia venga fissata appena raggiunge il supporto di stampa. Anche in questo caso è difficile affermare quale sia la soluzione ottimale: molto dipende dal materiale che si stampa maggiormente, dal tipo di lavorazioni accessorie e/o dal risultato che si vuole ottenere.

Un occhio al finishing

L’importanza del workflow

A onor del vero non sono poi tante le opzioni di finitura integrate disponibili sulle roll-to-roll in commercio. Alcune macchine insieme all’unità motorizzata di riavvolgimento prevedono il taglio trasversale della stampa, così da rilasciare singoli fogli. Mentre la maggior parte dei lavori viene di norma riavvolto in bobina e quindi sottoposto al converting fuori linea. I modelli più evoluti sono invece dotati di coltelli di taglio longitudinali posizionabili manualmente per rifilare le stampe sui lati X e Y direttamente in macchina.

Seppur banalizzata e un po’ oscurata dalla febbre da pannello, anche la produzione di stampe in bobina si porta dietro innumerevoli variabili da governare. D’altra parte a finire sul mercato non sono metri di vinile arrotolato, ma piuttosto manifesti rifilati, fondali, roll-up, affissioni superwide occhiellate e tensionate. Per questo, acquistando una macchina roll-toroll, è importante valutare la combinazione di funzionalità hardware e software che possono migliorare l’esperienza di utilizzo e ottimizzare il flusso di produzione in azienda.

11


What’s inside

Durst Rho 312R, 512R

EFI VUTEk Serie GSLXr Pro

La Rho 312R e la Rho 512R, con luce di stampa rispettivamente di 3.300 e 5.000 mm, sono sistemi di stampa digitale che usano inchiostri acrilati UV. Con una velocità massima di 275 m²/ora, la Rho 312R, e di 350 m²/ora, la Rho 512R, entrambe si presentano come strumenti di lavoro industriali. Sono pensate per aziende di stampa dalle produzioni industriali di striscioni, poster, display, manifesti e blueback per interni e esterni, backlit e anche carta da parati. Le due macchine offrono la possibilità di stampare contemporaneamente più rotoli di 1.600 mm di larghezza con code di stampa indipendenti: 2 con la Rho 312R, 3 con la Rho 512. Le teste di stampa brevettate Durst Quadro Array 12M con tecnologia greyscale Variodrop e gocce di inchiostro da 14, 21 e 36 picolitri consentono una grande precisione nel posizionamento dell’inchiostro sul substrato e nella resa dei fondi pieni anche in caso di velocità elevata. Sono disponibili varie configurazioni dei canali colore (minimo 4, massimo 8): oltre alla quadricromia base, è possibile aggiungere diverse tinte opzionali, a seconda delle necessità (light cyan, light magenta, arancione, verde, viola, bianco), oltre a colori spot su richiesta. È incluso Caldera GrandRIP+ Durst Edition, che alle classiche funzionalità di RIP ne aggiunge altre, come il calcolo della quantità di inchiostro che serve per ciascun lavoro. www.durst.it

Declinare la tecnologia UV LED offrendo una perfetta compatibilità per applicazioni particolari, come quelle destinate a decorare superfici curve, garantendo al contempo un’altissima produttività. Con questo obiettivo è nata la serie VUTEk GSLXr Pro di casa Efi, perfetta per chi ha bisogno di stampare in velocità decorazioni per automezzi, banner, retroilluminati e altre applicazioni per esterni o interni, incluse le carte da parati. L’inchiostro EFI VUTEk GSLXr 3M™ SuperFlex UV è stato sviluppato dalla casa californiana in collaborazione con 3M™ per ottenere un’elasticità paragonabile a quella dei solventi e conferire un’elevata resistenza al calore. A queste proprietà si aggiunge un bassissimo impatto ambientale, grazie all’assenza di composti organici volatili. La luce di stampa parte dai 3.200 mm del modello GS3250LXr e arriva ai 5.186 mm della GS5500LXr. Notevoli le performance di produttività: la velocità massima si attesta sui 209 m²/h nel caso del modello da 3.200 mm e sui 260 m²/h nella ultrawide. Dotate di teste di stampa con tecnologia variable-drop, queste piattaforme offrono una doppia risoluzione di 600 dpi (24 pl) o 1.000 dpi (12 pl), e sono disponibili anche nell’opzione UltraDrop Technology con goccia da 7 pl. La configurazione standard è a 6 canali colore (CMYK + light cyan e light magenta) a cui si aggiunge il bianco opzionale. www.efi.com

Uno dei marchi di fabbrica di EFI è la tecnologia LED. Una manutenzione minima e una durata nel tempo nettamente superiore alle lampade UV tradizionali sono solo alcuni dei vantaggi offerti dal LED. A questi si aggiunge una riduzione sensibile dei tempi di avviamento della prima stampa, dal momento che le lampade non necessitano di tempi di riscaldamento, e una omogeneità delle performance nel tempo. Inoltre, le basse temperature di queste permettono di lavorare su materiali particolarmente sottili o termosensibili, senza provocare deformazioni. La gamma Rho offre la massima versatilità nella gestione dei substrati, che possono essere spessi fino a 2 mm. È possibile gestire una doppia o tripla bobina (a seconda del modello) grazie a un dispositivo con motorizzazione indipendente. Per la 312R è disponibile un tool per la gestione di jumbo roll fino a 600 mm di diametro e 480 kg di peso. In entrambi i modellli sono disponibili lame per il taglio verticale (utili per il finishing dei formati superwide). La regolazione micrometrica della tensione del materiale garantisce una movimentazione uniforme.

12


POP UP

Agfa Anapurna RTR3200i LED

A BOARD

ROLL

UP

La nuova Anapurna è una roll-to-roll UV-LED con luce di stampa di 3.200 mm destinata al sign & display, con elevata produttività, affidabilità e autonomia. Vasto il range di materiali alimentabili, dal vinile autoadesivo ai backlit e al polietilene, con la possibilità di stampare anche su mesh grazie ad un kit opzionale. La velocità massima è di 127 m²/h. Un risultato possibile grazie alla combinazione tra un efficiente sistema di tensionamento e movimentazione dei materiali e le teste di stampa Konica Minolta KM1024i da 12 pl ad alta frequenza di getto. Il sistema a goccia variabile e la risoluzione massima di 720x1.440 dpi consentono di realizzare stampe di alta qualità anche per un utilizzo indoor. Due le configurazioni possibili: 6 colori (CMYK, Lc, Lm) o CMYK più il bianco. La presenza di quest’ultimo colore extra abilita a svariate applicazioni, tra cui la stampa su materiali trasparenti, scuri e colorati, con un consumo di inchiostri notevolmente inferiore grazie al layer bianco coprente di sfondo. Proprio la capacità di stampare a strati alternati permette alla RTR3200i LED di utilizzare il bianco anche per realizzare progetti bifacciali. Infine i serbatoi di inchiostro da 4 litri per colore, che aumentano l’autonomia produttiva, e la capacità di gestire bobine da 150 Kg ne fanno una soluzione adatta a produrre 24/7. www.agfa.com

E L TʼS

FLAG SYSTEM

DISPLAY

M A IN D E

R

Il sistema di curing UV-LED permette alla RTR3200i LED di offrire una maggiore uniformità delle lavorazioni, con prestazioni costanti nel tempo, un consumo energetico ridotto e nessuna attesa per l’utilizzo dal momento dell’accensione. Il LED consente inoltre di alimentare supporti estremamente sottili, che potrebbero subire variazioni dimensionali se sottoposti a un curing UV tradizionale. Un’altra caratteristica del sistema UV-LED è rappresentata dalla notevole longevità degli elementi illuminanti, generalmente superiore alle 10.000 ore.

WWW.EUROTECH-ITALIA.IT

Via Ciro Amedeo Moriconi n°6 60035 Jesi (AN) ITALY PAPER Tel. +39 0731 60195 Fax + 39 0731 605083


What’s inside

EFI Matan 3 e 5

HP Latex 1500, 3100, 3500

Per chi ha necessità di stampare grandi volumi a ritmi davvero competitivi, mantenendo elevata la qualità di stampa, EFI ha lanciato EFI Matan 3 e 5, entrambe piattafome inkjet basate su tecnologia UV. La prima ha una luce di 3.500 mm e può vantare una velocità massima di 297 m²/h, mentre la seconda ha una luce di 5.200 mm e raggiunge i 353 m²/h. Le teste di stampa sono dotate della speciale tecnologia Parallel Drop Size (PDS) e sono cioè capaci di gettare contemporaneamente gocce da 20 e 40 pl, in base al livello di dettaglio del soggetto da riprodurre. Queste piattaforme vengono proposte in configurazione standard con 4 canali colore (CMYK) ma è possibile configuarle anche con i canali opzionali light cyan, light magenta, light black e bianco. Il sistema di gestione dei materiali è stato studiato per ottimizzare al massimo la produttività, riducendo gli sprechi (EFI garantisce solo 40 cm di materiale di scarto per ogni bobina caricata), mentre un sistema opzionale permette di lavorare con bobine jumbo fino a 750 kg, ideali per lunghe produzioni non-stop. Un sistema di finitura in linea può essere aggiunto opzionalmente per abbattere i tempi di post-lavorazione degli stampanti in produzioni roll-to-sheet. Infine particolarmente interessante è il piano aspirante opzionale che consente a queste roll-to-roll di affrontare supporti rigidi, con uno spessore fino a 11 mm e un formato fino a 3x2m. www.efi.com

HP Latex 1500, presentata a drupa 2016, è l’ultima nata della famiglia di stampanti superwide con tecnologia Latex, e va a colmare il gap tra le sorelle minori e la produttiva serie 3000. Con questa serie, HP Latex 1500 condivide la sostenibilità della chimica degli inchiostri e la tecnologia delle teste di stampa HP Thermal Inkjet. Tutti questi modelli hanno una luce di stampa di 3.200 mm e la possibilità di gestire un doppio rotolo con un kit opzionale. L’alta qualità di stampa garantita dalle HP Latex (che offrono una risoluzione di 1.200 dpi), viene mantenuta costante grazie a uno spettrofotometro integrato per il controllo del colore e al brevettato HP OMAS (Optical Media Advance Sensor), un sensore ottico per l’avanzamento dei supporti, che consente di evitare fenomeni di banding. Per entrambi i modelli della serie 3000 la velocità massima di stampa è 180 m²/h mentre per il modello 1500 è 74 m²/h. Le peculiarità della Latex 3500, ad oggi la più performante della gamma, vanno nella direzione di una maggiore autonomia, preziosa soprattutto per la stampa notturna: taniche di inchiostri da 10 litri (non 5); possibilità di gestire jumbo roll da 400 mm di diametro e 300 kg di peso (oppure due da 200 kg), contro i 300 mm di diametro e i 160 kg di peso (oppure 80 kg per due rotoli) che si possono gestire con la Latex 1500 e la 3100. www.hp.com

Le taglierine (slitter) in linea sono di aiuto a chi deve produrre grandi quantità di materiale stampato tutto della stessa larghezza, riducendo il lavoro assegnato alle macchine di finitura (taglierine e plotter da taglio). Le lame vengono facilmente fissate alla macchina in modo da eseguire tagli sulla lunghezza del rotolo, come si vede nell’immagine in basso. Possono venire riposizionate in ogni momento dall’operatore, spostandole lungo le guide. Sono dotate di un dispositivo di sicurezza per prevenire eventuali incidenti. La tecnologia brevettata Parallel Drop Size (PDS), di cui sono dotate le teste di stampa di EFI Matan 3-5, è basata su un algoritmo che consente di gettare nello stesso passaggio gocce piccole (20 pl) e grandi (40 pl). La modulazione avviene a seconda del livello di dettaglio richiesto dai diversi punti dell’immagine: le gocce da 20 pl vengono utilizzate per i particolari più precisi, mentre quelle da 40 pl per i punti meno definiti. In questo modo, la piattaforma può stampare in velocità senza perdere la qualità.

14


EXTREMELY VIVID PRINTING

Anapurna LED FOR COOL INKJET PRINTING. Realizzate i vostri lavori, sign & display, indoor e outdoor, sia su rigido che flessibile, con la nuova gamma di unità di stampa Anapurna LED per ottenere colori vividi e la qualità che avete sempre desiderato, ad alta velocità e risparmiando sui costi di produzione. • Anapurna LED la tecnologia per: Utilizzare ogni supporto (anche quelli sensibili alle alte temperature) Ridurre i consumi di energia Dimenticarsi della sostituzione delle lampade Produrre senza attese (no preriscaldamento) Rispettare l’ambiente (le lampade non richiedono uno smaltimento dedicato) • Stampare fino a 3.2 mt di larghezza con una velocità massima di 127 mq/ora • Utilizzare Inchiostri studiati appositamente per ogni applicazione (6 colori + bianco) • Scegliere la propria soluzione tra Ibrido, RTR o Flatbed • Avere una soluzione completa (Unità di stampa, inchiostri e software, tutto made in Agfa).

Scegliete anche voi Agfa come partner per il vostro futuro! Fatti stupire da www.agfagraphics.com.


What’s inside

Mimaki UJV55-320

Mutoh ValueJet VJ-2638X

La piattaforma, lanciata nel 2016, è basata su tecnologia UV-LED, ha una luce di stampa di 3.200 mm e una velocità massima di 110 m²/h. Consente di ottenere colori brillanti e ottime prestazioni nella stampa di retroilluminati, banner e altre applicazioni di grandi dimensioni sia per interni che per esterni. Si tratta di una tecnologia molto versatile che si adatta bene a diversi materiali di stampa, tra cui il vinile e il poliestere, e vanta un ottimo raporto qualità/ prezzo. Il sistema di alimentazione materiale permette di gestire due bobine da 1.542 mm massimo, per ciascuna delle quali è prevista una coda di stampa indipendente. Dotata di 4 teste di stampa da 1.280 ugelli ciascuna, Mimaki UJV55-320 utilizza i nuovi inchiostri LUS-120 UV-LED (incluso il bianco) ed è disponibile in una configurazione a quattro o sette canali colore (CMYK, bianco, light cyan e light magenta). Il processo di polimerizzazione UV conferisce coprenza allo strato di inchiostro applicato, amplificando l’effetto “blockout” (ovvero di trattenimento della luce), e dunque garantendo una maggiore intensità cromatica all’immagine retroilluminata. Il software Rasterlink 6, in dotazione con la piattaforma, è stato arricchito con Mimaki Fine Diffusion 1 (MFD1), una nuova tecnologia studiata per ridurre al minimo il “rumore” generato durante l’elaborazione delle immagini. Il risultato è una stampa dalle sfumature morbide e senza salti di tonalità. www.bompan.it

Con una luce di stampa di 2.590 mm, la ValueJet VJ-2638X si propone come una soluzione roll-to-roll in grado di soddisfare le richieste produttive di chi ha bisogno di coprire un ampio range di lavorazioni per il sign&display, alimentando materiali come banner, backlit, vinili e PVC. Le applicazioni per outdoor, specialmente quelle che richiedono una notevole resistenza agli agenti atmosferici e una grande brillantezza, sono la destinazione d’uso ideale di questa superwide che utilizza inchiostri eco-solvent. La VJ-2638X è dotata di due teste di stampa, ciascuna in grado di gestire 8 canali colore (2CMYK) e può stampare con una risoluzione massima di 1.440 dpi, grazie alla tecnologia di goccia variabile proprietaria DropMaster. L’alta definizione estende ulteriormente le possibilità di una piattaforma versatile, caratterizzata da una limitata richiesta di intervento da parte degli operatori nel corso delle lavorazioni. Questo è possibile grazie alla buona produttività massima – 108 m²/h – e a un sistema di trascinamento dei materiali fornito di uno svolgitore e riavvolgitore motorizzato, in grado di gestire bobine con un peso massimo di 100 kg. Inoltre, la disponibilità di un bulk system per gli inchiostri permette di utilizzare una combinazione tra una sacca da 1.000 cc e una cartuccia da 400 cc per ciascun colore, con la possibilità di effettuare un refill senza fermare la produzione. www.mutoh.eu

Un visore con illuminazione LED, situato nello spazio post stampa, consente di verificare in tempo reale l’effetto retroilluminato dello stampato, individuando immediatamente eventuali errori. Un dispositivo che contribuisce a far distinguere Mimaki UJV55-320 in questo particolare ambito applicativo, e che ovviamente sfrutta i vantaggi della tecnologia LED: una luminosità omogenea, che consente un’ispezione del prodotto ancora più precisa, un’elevata durata nel tempo e un risparmio sul consumo energetico rispetto ad altri sistemi di illuminazione.

Gli inchiostri eco-solvent UMS (Universal Mild Solvent) utilizzati da Mutoh sono la quarta evoluzione di inks sviluppati dal player giapponese per la stampa roll-to-roll dedicata al sign&display. Sono caratterizzati da un’elevata brillantezza, con un ampio gamut e hanno una resistenza per utilizzi in outdoor certificata per 3 anni senza laminazione. La presenza di solventi non aggressivi e di un mix di resine rende gli inchiostri UMS adatti anche ad essere utilizzati per applicazioni indoor, con la certificazione Eurofins.

16


Caldera

StreamLive La tua applicazione Saas facile da usare per la gestione ed il controllo della produzione Crea

Stabilisci i tuoi processi produttivi ideali con pochi clic

Traccia

Mantieni il controllo di tutti i tuoi lavori in tempo reale

Automatizza

Rendi automatiche tutte le procedure che ti fanno perdere tempo

Specifiche • • • • •

Fogli lavoro personalizzabili Produzione tracciata Invio Files Nr. illimitato di lavori Connettività alla suite Caldera

Opzioni

• Pianificazione • Creazione documenti: provini di stampa, note di spedizione... • Preflight • Connessione a software di terze parti Sottoscrizione mensile - Manutenzione e aggiornamenti inclusi - Supporto clienti via Tickets Scopri le nostre demos e tutorial video sul nostro canale Youtube

www.streamlive.caldera.com - Tel. +33 388 210 000 - contact@caldera.com


What’s inside

Flora XTRA 5000

Fujifilm Acuity LED 3200R

L’ammiraglia di Flora cambia nome e rinnova anche gran parte della sua tecnologia. Realizzata per stampare su tessuto, banner e PVC con larghezza di stampa di 5 metri – ma disponibile anche nella versione da 3.300 mm –, la XTRA 5000 compie un notevole passo avanti rispetto al passato. La superwide inkjet UV utilizza le performanti teste di stampa Konica Minolta KM1024i, con goccia da 14 pl, possibilità di utilizzare 8 livelli di greyscale e risoluzione massima di 1.440 dpi. Dotate di una frequenza di getto quasi triplicata rispetto alle KM1024, queste teste di stampa permettono di effettuare lavorazioni a velocità più elevate e, per sfruttarne al massimo le possibilità, Flora ha rinnovato interamente la gestione del carrello di stampa, adottando un sistema magnetico di movimentazione dello shuttle che permette alla piattaforma di raggiungere una produttività di 100 m²/h. Oltre all’aumento della produttività, in questo modo la XTRA 5000 ottiene contestualmente un aumento della precisione e dell’affidabilità, rendendo la piattaforma ancora più adatta a effettuare lavorazioni 24/7. I canali colore sono 4 (CMYK), con la possibilità di aggiungerne altri 2 (White e Primer), combinando le teste di stampa disponibili – da un minimo di 8 a un massimo di 16 – in base alle necessità degli acquirenti. www.digitaliaspa.com

Dopo il successo della Acuity LED 1600 II, la casa nipponica ha voluto rispondere alle esigenze di una clientela che chiedeva maggiore ampiezza e una velocità di stampa potenziata. È nata così Acuity LED 3200 R, un modello presentato in anteprima a drupa 2016 il cui ingresso nel mercato è previsto a gennaio 2017. Ideale per la comunicazione visiva di grande formato, per i retroilluminati e per le decorazioni da interni o esterni, questa piattaforma UV LED vanta una velocità di stampa massima di 110 m²/h (contro i 33 m²/h della “sorella minore”) e una luce di stampa di 3.200 mm. È interessante osservare che le velocità consigliate per le applicazioni “outdoor” sono 110/60/40/20 m²/h, mentre per quelle “indoor” 40/20 m²/h. Acuity LED 3200 è disponisibile in una configurazione standard a 8 canali colore (CMYK, light cyan, light magenta, bianco e trasparente, oppure 2CMYK) e utilizza gli inchiostri Fujifilm Uvjet LF (in bottiglie da 1 L). Le teste di stampa con tecnologia a goccia variabile e controllo del “dot gain” contribuiscono ad ottenere immagini particolarmente nitide. Tra gli altri tratti distintivi ci sono la possibilità di stampare contemporaneamente due bobine con un’ampiezza massima di 1.520 mm ciascuna, e il display a lampade LED incorporato alla macchina per il controllo in tempo reale sui retroilluminati. www.fujifilm.eu/it

La tecnologia UV LED con cui è stata sviluppata Acuity LED 3200 R offre diversi vantaggi per la stampa di retroilluminati. Le lampade LED infatti effettuano una polimerizzazione istantanea degli inchiostri, permettendo di applicare simultaneamente fino a tre strati. L’inchiostro polimerizzato mediante UV possiede una particolare coprenza e dunque una maggiore capacità di trattenere la luce posta dietro il materiale. Il risultato è una stampa di elevata intensità cromatica, in cui la qualità dell’immagine resta la medesima sia di giorno che di notte. Il sistema di gestione dei materiali della XTRA 5000 è studiato per sfruttare al massimo i materiali, riducendo a un solo metro complessivo (50 cm all’inizio e 50 cm alla fine delle lavorazioni) lo scarto di lavorazione per ciascuna bobina, consentendo di stampare contestualmente su due supporti. Inoltre, la stampante è in grado di lavorare sia in sincrono che in tensionamento. Questo le permette di alimentare tessuti – che tendono a presentare un maggiore livello di elasticità – ma anche supporti con caratteristiche differenti, come il PVC.

18


what’s inside

OKI ColorPainter H3-104s

Epson SureColor Serie S

La ColorPainter H3-104s è una superwide che abbina affidabilità e versatilità. Una soluzione valida sia per gli operatori pronti a esplorare un nuovo mercato che per quelli che desiderano aumentare la propria capacità produttiva senza rischiare un investimento eccessivo. Questa eco-solvent è la risposta in entrambi i casi, con una luce di stampa di 2.632 mm che la rende adatta alla stampa di un vasto range di materiali, dal vinile al PVC, alla carta fino al soft signage. Le teste di stampa Seiko con tecnologia di goccia variabile offrono una risoluzione massima di 900 dpi, adeguata a realizzazioni accurate. La H3-104s gestisce 8 canali colore (CMYK, Lc, Lm, Grey, Lg) ed ha una produttività massima di 56,6 m²/h, con una buona autonomia consentita dalla dotazione di sacche d’inchiostro da 1.500 cc per ciascun colore, con sub-tank da 400 cc che permettono di sostituire le sacche senza dover arrestare la produzione. La stampante è in grado di produrre con una supervisione estremamente limitata, grazie a sistemi di controllo come il Safe Scanning System (SSS), che impedisce rotture delle teste arrestando immediatamente la stampa in caso di contatto con i substrati. Lo Smart Nozzle Mapping, invece, ravvisa eventuali occlusioni di ugelli e le compensa sfruttando il sistema di goccia variabile, senza dover interrompere la produzione e senza riduzioni della qualità. www.oki.it - www.digitaliaspa.it

Produttività e precisione sono le parole d’ordine di questa nuova generazione di macchine lanciate da Epson nel 2016 nell’ambito della stampa a solvente per la comunicazione visiva. Le SureColor Serie S si adattano bene a diversi substrati, tra cui pellicole trasparenti, vinili adesivi, tele e carte fotografiche, e sono ideali per cartelloni e poster. Tra le caratteristiche comuni ci sono la luce di stampa da 1.626 mm, la risoluzione massima di 1.440 x 1.440 dpi e l’utilizzo degli inchiostri Ultrachrome GS3 di ultima generazione ad asciugatura rapida, che consentono di laminare nello stesso giorno. Si parte da una configurazione standard a quattro colori (CMYK) per il modello entry level SureColor SC-S40600, dotato, come gli altri, di teste di stampa PrecisionCore™ TFP con 360 ugelli per ciascun colore, in grado di raggiungere una velocità di stampa di 50 m²/h. I canali raddoppiano (CMYK + CMYK) nel modello di fascia superiore SureColor SC-S60600 che, con due teste di stampa per canale, può raggiungere i 90 m²/h di velocità massima. Guida la serie l’ammiraglia SureColor SC-S80600, che si distingue da tutte le altre per una configurazione a 11 colori (nero, light black, argento metallizzato, ciano, light cyan, giallo, magenta, light magenta, rosso, arancione e bianco). Grazie anche all’utilizzo dell’inchiostro UltraChrome GS3 Red, questa piattaforma è in grado di riprodurre il 98,2% dei colori Pantone. www.epson.it

La serie è caratterizzata dalle teste di stampa PrecisionCore™ TFP con tecnologia Epson Variable Droplet: un sistema basato sulla capacità di modulare la dimensione della goccia in base alle caratteristiche del soggetto da stampare. Da un lato vengono utilizzate gocce da 4,2 pl per riprodurre le aree dell’immagine in cui sia necessario il maggior dettaglio possibile. Dall’altro gocce più grandi, nelle aree in cui invece non sia richiesta particolare definizione (es. sfondi sfumati). In questo modo è possibile aumentare la produttività mantenendo elevata la qualità percepita dello stampato. La presenza dei canali colore Grey e Light Grey offre un doppio vantaggio agli utilizzatori della H3-104s. Questa configurazione fa ottenere una migliore qualità del prodotto finale, con un’estensione del gamut, che consente sfumature più graduali. Contemporaneamente, l’utilizzo di Grey e Light Grey permette un notevole risparmio in termini economici, dato che la stampa in bianco e nero viene realizzata utilizzando effettivamente una scala di grigi, senza dover combinare tra loro i canali CMYK e utilizzando esclusivamente due inchiostri.

19


What’s inside

Mimaki UJV500-160

Mutoh ValueJet VJ-1638X

Versatile e veloce, questa tecnologia di casa Mimaki è stata studiata per affrontare le condizioni più difficili, come la stampa destinata all’applicazione su superfici curve o all’esposizione costante agli agenti atmosferici. Le applicazioni infatti spaziano dalla cartellonistica per esterni alle vetrofanie, dai retroilluminati alle decorazioni di autobus o treni, passando per la personalizzazione spinta di uffici e punti vendita. Con una luce di stampa di 1.610 mm, 6 teste di stampa da 1.280 ugelli ciascuna e una velocità massima di 60 m²/h, la UJV500-160 riesce a coniugare ecletticità e qualità di stampa. Disponibile in una configurazione con quattro canali colore più il bianco, la macchina si distingue per la possibilità di utilizzare inchiostri elastici e particolarmente resistenti. Tra gli altri punti di forza annoveriamo la capacità di stampare simultaneamente su tre strati (colore/bianco/colore) con asciugatura istantanea, consentendo una stampa più efficace e precisa sulle superfici trasparenti. In tema di efficienza, è interessante osservare che il sistema di circolazione periodica dell’inchiostro bianco (MCT) impedisce la sedimentazione dei pigmenti nei condotti, riducendo gli scarichi di inchiostro e dunque gli sprechi, mentre la tecnologia Mimaki Degassing Module (MDM) elimina le bollicine d’aria all’interno degli ugelli, rendendo superfluo l’acquisto di inchiostri degassificati più costosi. www.bompan.it

Questa wide format eco-solvent è un ottimo strumento sia per chi si avvicina al mondo della stampa digitale che per chi desidera dotarsi di una piattaforma versatile e con un buon rapporto qualità/prezzo. La VJ-1638X è, infatti, una roll-to-roll in grado di realizzare un ampio range di lavorazioni per il sign&display, grazie alla combinazione tra una luce di stampa di 1.615 mm e una risoluzione massima di 1.440 dpi. Un livello di definizione elevato, possibile grazie all’utilizzo di 2 teste di stampa con dimensione di goccia di 3,5 pl e dotate di una tecnologia a goccia variabile che permette di effettuare anche lavorazioni di qualità fotografica, utilizzando gli 8 canali colore della VJ-1638X (2CMYK). La velocità massima è di ben 94 m²/h (a 360 dpi) e rappresenta un dato interessante per una piattaforma appartenente a questa fascia di mercato, soprattutto in funzione del fatto che la produttività con risoluzione 1.080 dpi sia di 20 m²/h. Interessante anche la possibilità di tarare l’altezza delle teste di stampa su tre differenti livelli, per poter alimentare materiali in bobina con spessore fino a 2,8 mm. Gli inchiostri disponibili sono gli Eco Ultra o gli UMS, entrambi con una grande resistenza agli agenti atmosferici e disponibili in cartucce da 220 cc per colore oppure (opzionale) con un bulk system da 1 litro più una cartuccia da 440 cc per colore. Gli UMS hanno anche una certificazione per utilizzo indoor. www.mutoh.eu

Per migliorare la qualità della stampa evitando sia il banding che le linee dovute a ugelli otturati, Mutoh ha applicato sulla VJ-1638X un sistema in attesa di brevetto chiamato i² Intelligent Interweaving. Si tratta di una modalità di deposito dell’inchiostro alternativa, che non getta il fluido in maniera lineare, ma che crea delle onde sfruttando l’architettura delle teste di stampa, in modo tale da rendere più omogenea la deposizione degli inchiostri, creando anche – grazie anche al sistema di goccia variabile – contorni più definiti. Questa piattaforma dà la possibilità di scegliere due tipologie di inchiostri: i LUS-150 che vantano ottime proprietà di polimerizzazione per la stampa ad alta velocità (in grado di ridurre il fastidioso effetto “appiccicoso” al tatto), oppure i nuovi LUS-200 che raggiungono straordinari livelli di allungamento (fino al 200%, a seconda della superficie di applicazione). Questi ultimi sono stati sviluppati dal costruttore nipponico in collaborazione con 3M per garantire lunga durata all’esterno, anche in luoghi particolarmente critici.

20



What’s inside

Ricoh Pro L4160

Fujifilm Acuity LED 1600 II

La soluzione latex di Ricoh, Pro L4160, è compatta, ecologica, versatile e offre un ottimo rapporto qualità-prezzo. È pensata per aziende di stampa che vogliano differenziare la propria offerta con piccole e medie produzioni su materiali flessibili, aprendo la porta al grande formato (la luce di stampa è di 1.600 mm). L’impiego della tecnologia latex permette a Pro L4160 di realizzare applicazioni che devono rispondere a normative più stringenti su salute e sicurezza, come quelle indoor (carta da parati, decorazioni del punto vendita, e via dicendo). Il punto di forza di questa stampante è dunque la grande versatilità, unita a un’eccellente qualità di stampa (fino 1.200 dpi) e a una produttività di tutto rispetto (fino a 33 m²/h). Queste performance si ottengono grazie alla tecnologia brevettata a goccia variabile delle teste di stampa Ricoh Gen5, che erogando gocce da 4, 6 e 14 picolitri riescono a riprodurre gradazioni di colore in modo accurato e omogeneo senza bisogno di usare i colori light. Inoltre, grazie agli inchiostri arancione e verde viene coperto il 93% della gamma di colori Pantone. Ricoh propone la Pro L4160 insieme a un pacchetto di strumenti software che aiutano lo stampatore a controllare la macchina, gestire i colori, tenere sotto controllo i costi e ottimizzare il workflow: sia Ricoh RIP, sia Production Server PS8 di ColorGATE sono inclusi. www.ricoh.it

Una piattaforma affidabile e a basso consumo energetico, studiata per soddisfare le più svariate esigenze creative grazie ad una configurazione standard a 8 canali colore combinata con la capacità di stampare simultaneamente su più strati. Questa è Fujifilm Acuity LED 1600 II. Con una luce di stampa di 1.600 mm e una risoluzione massima di 1.200 dpi, questa roll-to-roll UV LED offre anche la possibilità di lavorare su materiali rigidi e rappresenta una soluzione ottimale per la stampa di poster, decorazioni per interni o esterni, retroilluminati, decalcomanie e prototipazione di imballaggi. Acuity LED 1.600 II è dotata di teste di stampa Fujifilm Dimatix Q-class con tecnologia VersaDrop che consente di modulare la dimensione delle gocce (10/20/30 pl) a seconda della definizione richiesta dall’immagine. Un altro punto di forza di queste teste è la formazione delle gocce all’interno dell’ugello, invece che (come tradizionalmente avviene) in volo prima del substrato, dove possono essere soggette alle turbolenze dell’aria. I colori a disposizione sono CMYK più light cyan, light magenta, bianco e vernice, mentre gli inchiostri sono i Fujifilm Uvijet. Per chi ama sperimentare, la stampa simultanea a due o tre strati di colore, bianco e trasparente, offre la possibilità di realizzare lavori creativi, con finiture high-gloss, mentre l’inchiostro bianco ad alta densità può essere utilizzato per produrre effetti particolari su substrati trasparenti o colorati. www.fujifilm.eu/it

Acuity LED 1600 è stata sviluppata con una tecnologia UV LED che effettua il processo di polimerizzazione degli inchiostri in due passaggi. In un primo momento, le lampade a basso dosaggio poste vicino alla testa di stampa solidificano le gocce, mentre successivamente le lampade principali effettuano il curing dell’intero stampato, che a questo punto è pronto per l’utilizzo. Vale anche la pena osservare che le lampade LED hanno basse emissioni di calore e permettono così di lavorare su substrati sensibili alle variazioni di temperatura (come le pellicole in PVC). La Pro L4160 è tra le poche soluzioni nel suo segmento tecnologico a offrire la possibilità di stampare anche in bianco. Fondamentale, per stampare su substrati trasparenti o metallizzati, e quindi realizzare applicazioni particolari come etichette, materiali POP di grande impatto visivo, sticker e attacca-stacca adatti anche a superfici in vetro o polimetilmetacrilato. Questa sua grande versatilità la rende particolarmente adatta alla prototipazione e alla produzione di piccole tirature di materiale di comunicazione anche su molti substrati differenti.

22


what’s inside

Roland gamma TrueVIS

MS JP3 Graphics

Presentata nel corso di FESPA 2016, la gamma di stampanti eco-solvent TrueVIS è rivolta a chi desidera una piattaforma di stampa e taglio versatile, da utilizzare prevalentemente per lavorazioni su vinili, con una buona qualità del prodotto finito. Si tratta di un’ottima soluzione per entrare nel mondo della stampa wide format, disponibile con luce di stampa da 762 mm (SG-300), 1.371 mm (SG-540 e VG-540) e 1.625 mm (VG-640). La serie VG, in grado di raggiungere una velocità massima di 34,8 m²/h, è la più produttiva e versatile tra le due, dotata di 4 teste di stampa Roland FlexFire – la SG ne monta 2 – con 3 dimensioni di goccia e risoluzione massima da 900 dpi. Gli inchiostri, realizzati appositamente per queste piattaforme, vengono forniti in sacche da 500 cc e sono disponibili in 3 differenti configurazioni per la VG, con 4 (CMYK), 7 (CMYK, Lc, Lm, Lk) o 8 (CMYK, Lc, Lm, Lk, White) canali colore – mentre la SG dispone solo della quadricromia. Entrambe le piattaforme possono utilizzare l’interessante sistema di gestione remota DG Mobile Panel, che permette di controllare attraverso smartphone e tablet le lavorazioni. La VG dispone, inoltre, di un funzionale sistema di illuminazione LED che favorisce sia il controllo della qualità della stampa che lo svolgimento delle operazioni di manutenzione. www.rolanddg.it

Il produttore varesino MS, pioniere e co-fondatore del digital textile, sta esportando la propria expertise nella grafica e nell’interior decoration. Protagonista in questo segmento è la già nota JP3 con luce di stampa di 1.800 mm, che viene proposta in versione “Graphics” con inchiostri waterbased pigmentati. La piattaforma è progettata per applicazioni grafiche su carta tra cui poster, locandine e affissioni su carta bianca e blueback, oltre che per produrre piccoli e medi volumi di wallpaper. La possibilità di stampare materiali non cartacei trattati per il waterbased la rende poi adatta a un range più ampio di applicazioni, come ad esempio la riproduzione fotografica e artistica. JP3 Graphics coniuga una produttività significativa (raggiunge i 90 m²/h) con un corpo macchina compatto e un prezzo accessibile, che la rendono adatta alle esigenze di un vasto pubblico di stampatori digitali. Le teste di stampa industriali Kyocera con 16 livelli di greyscale e goccia da 4 a 72 picolitri consentono di riprodurre sia i dettagli più fini che fondi piatti omogenei, ottimizzando al contempo la velocità di stampa. MS ha presentato JP3 Graphics in abbinata al software ONYX Thrive 12 MS Edition, che offre agli utilizzatori del nostro settore una potente gestione del colore e del workflow, ma anche funzioni specifiche per la finitura del roll-to-roll, come il posizionamento automatico degli occhielli. www.msitaly.com

JP3 Graphics utilizza inchiostri waterbased formulati specificamente da INX per garantire le migliori performance cromatiche, di adesione e resistenza su carta e materiali non cartacei pretrattati per il waterbased. Una scelta in linea con la filosofia green di MS, che si trasforma in un indubbio vantaggio per chi sviluppa applicazioni grafiche destinate all’impiego in luoghi “sensibili”. Il sistema di alimentazione inchiostri utilizzato su JP3 Graphics è mutuato dai modelli tessili di MS ed è garanzia di efficienza, autonomia e bassi costi di gestione. La possibilità di effettuare stampa e taglio con una sola macchina è certamente un plus notevole. Lo è ancora di più adesso che Roland ha migliorato l’architettura del modulo di finishing, con un carrello e un porta lama reingegnerizzati. Il sistema gestisce due differenti tipologie di lame, con una forza di taglio e una precisione aumentate. Il modulo di finishing di Roland TrueVIS è in grado di effettuare lavorazioni con taglio perforato e taglio ripetuto, con un elevato livello di accuratezza, raggiungendo una velocità che si attesta sui 300 mm/s.

23


What’s inside

Durst Rhotex 325, 500, HS

ATPColor DFP Series

La gamma Rhotex di Durst usa inchiostri sublimatici a base acqua. Le molecole di inchiostro, reagendo al calore erogato da un sistema di asciugatura ad aria calda in linea, sublimano passando direttamente dallo stato solido a quello gassoso, e si fondono chimicamente insieme al substrato di poliestere, ammorbidito dalla temperatura. Come tutte le macchine proposte dall’azienda di Bressanone, anche le Rhotex 325, 500 e HS hanno una produttività industriale. Per questo sono ideali per aziende di stampa strutturate, che gestiscono produzioni significative di soft signage e hanno picchi di produzione frequenti. Questi tre modelli, che hanno in comune la solidità costruttiva e l’offerta di strumenti e servizi a corredo – tra tutti il software Caldera GrandRIP+ Durst Edition, un anno di garanzia della macchina, così come l’installazione e il training dell’operatore – sono pensate per soddisfare differenti esigenze applicative e di formato. Rhotex 500, presentata a drupa 2016, è la prima stampante digitale sublimatica da 5 metri (5.050 mm, per l’esattezza). Rhotex 325 (da 3.200 mm di luce di stampa, come Rhotex HS) offre la possibilità di stampare sia su poliestere che su carta transfer. Infine l’iperproduttiva Rhotex HS (High Speed) arriva a stampare fino a 905 m²/ora e ha una risoluzione massima di 1.000 x 1.200 dpi. www.durst.it

DFP 740 G4-8 e DFP 1320 56EW fanno parte della serie DFP (“Digital Fabric Printer”) di ATPColor, per la stampa diretta su poliestere. Solide e robuste anche nel design, sono studiate per offrire al mercato del soft signage un’operatività 24/7. Dotate di teste di stampa Ricoh (otto Gen4 per la DFP 740 G4-8. che stampa in quadricromia, sei Gen5 per la DFP-56EW, che stampa a 6 colori), entrambe le macchine consentono di ottenere una risoluzione massima di 1.200 dpi. In modalità high speed, che per la 740 G4-8 è di 70 e per la 1320 56EW di 119 m²/ora, si ottiene comunque l’ottima risoluzione di 600 dpi. La DFP 740 G4-8 ha una luce di stampa di 1.800 mm e la 1320 56EW di 3.300: misure non comuni nelle arti grafiche ma tipiche del settore tessile, che ATPColor conosce bene. Dal tessile tradizionale ha mutuato anche l’esperienza nella movimentazione dei substrati, notoriamente complicata dalla presenza di trama e ordito. I rulli motorizzati montati sulle DFP sono studiati per imprimere delle serie particolari di rinvii che consentono di mantenere un allineamento perfetto della stoffa. L’azienda lombarda, pur mantenendo aperto il sistema delle proprie macchine, propone anche una formulazione esclusiva di inchiostri waterbased per la stampa sublimatica diretta: una miscela di inks sublimatici e dispersi che unisce le migliori caratteristiche di entrambi. www.atpcolor.it

Una delle caratteristiche uniche della DFP Series di ATPColor è la calandra in linea, integrata, che dall’accensione in pochi minuti raggiunge la temperatura necessaria per il processo (fino a un massimo di 200 °C). Il calore irradiato per contatto diretto sul poliestere fa sì che le molecole di inchiostro sublimino rapidamente ed efficacemente, fissandosi al substrato. La calandra in linea consente di evitare il successivo termofissaggio, con evidenti vantaggi in termini di tempo, costi, automazione e semplicità del flusso di lavoro.

Durst Rhotex 325 offre la possibilità di stampare sia su carta transfer che direttamente su poliestere, usando il medesimo inchiostro e senza bisogno di pretrattamento. Il sistema di alimentazione inchiostri industriale prevede serbatoi da 18 litri, alimentabili con taniche da 5 litri di inchiostro sublimatico Durst: una combinazione che favorisce la produttività 24/7. È infatti possibile rabboccare gli inchiostri che stanno per terminare senza dover interrompere la produzione.

24


È il momento giusto per una Mutoh!

Fate crescere la vostra azienda con la nuova stampante per insegnistica e cartellonistica Mutoh ValueJet 1604X da 162,5 cm:

• Migliore tecnologia, costruita in Giappone!

• Conveniente! Consumo inchiostro

• Affidabile e facile da usare

• Due anni di garanzia sull’unità

8 ml/m²

• Qualità di stampa impeccabile

Da 9.995 €, compresi software RIP e riavvolgitore Ulteriori informazioni sulla nuova ValueJet 1604X su www.mutoh.eu/1604x

: Basato sulla stampa ISO N2A Cafetaria (= coprenza media inchiostro del 67%) in modalità di stampa standard.

: Soggetta a condizioni particolari. Contattate il Vostro rivenditore di fiducia. : Prezzo al pubblico consigliato da Mutoh, trasporto da Ostenda (Belgio) escluso, installazione, corso di formazione, tasse locali esclusi.

CONTATTATE IL VOSTRO RIVENDITORE MUTOH DI FIDUCIA PER UNA DEMO PERSONALIZZATA

T: +32 59 56 14 00

E:mutoh@mutoh.be

www.mutoh.eu


What’s inside

EFI VUTEk FabriVU 180/340

d.gen Teleios Grande/H6

Nata per rispondere a esigenze di livello industriale, FabriVU è una soluzione per la stampa sublimatica senza compromessi. Disponibile in due differenti larghezze di stampa – 1.800 mm e 3.400 mm – può stampare sia su tessuto che su carta transfer, aprendo ad una gamma di lavorazioni estremamente ampia, sia indoor che outdoor, tra cui banner, soft signage, materiali POP, interior decoration e abbigliamento tecnico. La risoluzione massima è di ben 2.400 dpi, grazie a teste di stampa con quattro livelli di greyscale che permettono di raggiungere livelli di qualità eccellenti, pur disponendo della sola quadricromia senza possibilità di configurazioni differenti. Concepita allo scopo di produrre 24/7, FabriVU sviluppa una velocità massima di 500 m²/h (versione 340), supportata da una struttura solida e un sistema di alimentazione in grado di gestire mini jumbo-roll con diametro massimo di 450 mm. Fondamentale per consentire una produttività elevata risulta anche il sistema di asciugatura rapida, basato su piastre riscaldate. Importante anche la possibilità di disporre di uno spettrofotometro integrato, destinato a tenere sotto controllo i parametri cromatici. Il software di gestione è il Fiery proServer, realizzato da EFI e ottimizzato per le stampanti VUTEk, in grado di gestire al meglio ogni fase della lavorazione. www.efi.com

Teleios Grande/H6 è una piattaforma inkjet per stampa su tessuto dedicata alle medie produzioni, con larghezza di stampa di 3.300 mm – come la sorella maggiore Teleios Grande G5 – e una velocità massima di 142 m²/h. Le lavorazioni vanno dal fashion all’home decoration, fino alle applicazioni tessili tecniche e ovviamente al soft signage, sia per applicazioni per interni che per esterni. La roll-to-roll coreana è un’ottima scelta sia per esordire nella stampa tessile che – utilizzando più macchine contemporaneamente – per sviluppare produttività industriale, con un rapporto qualità/prezzo interessante. Le teste di stampa sono Ricoh Gen5, in grado di gestire due colori contemporaneamente, con risoluzione massima di 1.200 dpi, goccia nativa da 7 pl e 8 livelli di greyscale. Teleios Grande/H6 ha a bordo 6 teste di stampa, ciascuna dedicata a uno dei 6 canali colore (CMYK, Orange, Blue la configurazione standard), combinabili con gli opzionali Lc, Lm e il coating SPC. Quest’ultimo è un fluido speciale che permette al colore di permeare a fondo nel materiale, offrendo un risultato ottimale per lavorazioni che richiedono una stampa bifacciale, come per le bandiere o le vele. La capacità di ottenere tinte particolarmente brillanti con un gamut esteso è una delle caratteristiche principali della Grande/H6, che può utilizzare sia inchiostri sublimatici che altre chimiche waterbased di d.gen. eng.dgen.com

Il sistema di asciugatura e fissaggio degli inchiostri integrato permette di effettuare lavorazioni omogenee, senza alterazioni cromatiche sull’intera superficie del materiale – anche tra fronte e retro – rendendo ancora più brillanti e vividi i colori. La velocità e la temperatura a cui vengono sottoposti i substrati variano automaticamente in base alle impostazioni di stampa, per ottenere risultati ottimali con differenti tipi di tessuto. Il fatto che sia già incluso nella dotazione di base rappresenta un grande vantaggio sia operativo che economico. La possibilità di stampare sia su carta transfer che direttamente sui tessuti è un plus fondamentale per la VUTEk FabriVU. EFI ha studiato un sistema in grado di alimentare entrambe le tipologie di materiale con un cambio rapido e facile tra i due. Per quanto riguarda il tessuto, la stampante può gestire un range di substrati dai 40 fino ai 300 g/m², mentre la carta sublimatica supportata varia dai 40 ai 180 g/m². Questo permette agli operatori di utilizzare materiali effettivamente differenti, dai più economici fino a quelli più particolari.

26


what’s inside

Hollanders ColorBooster

MTEX Blue, 5032 PRO e HS

ColorBooster è la gamma di soluzioni inkjet di Hollanders per stampare su fibre naturali e poliestere con inchiostri base acqua, sia sublimatici che dispersi. ColorBooster 250 e 320 possono effettuare upgrade anche successivamente all’acquisto, e il loro ciclo di vita è stimato in ben 15 anni dal costruttore. Le soluzioni condividono la tecnologia e gran parte dell’architettura di base – tra cui i sistemi integrati di asciugatura e climatizzazione – con alcune differenze tra cui la larghezza di stampa: 2.550 mm la prima e 3.250 mm la seconda. Le due stampanti utilizzano teste di stampa Ricoh Gen5, in grado di gestire due colori contemporaneamente, offrendo una risoluzione nativa di 600 dpi con dimensione di goccia da 7 pl e 8 livelli di greyscale. Le piattaforme hanno a bordo un minimo di 2 teste di stampa, upgradabili a 6 (su ColorBooster 250) e 8 (su ColorBooster 320) per gestire da 4 a 8 canali colore (a CMYK si aggiungono gli opzionali Orange, Violet, Grey e Red), con produttività massima di 64 m²/h (250) e 89 m²/h (320). Per le lavorazioni industriali, inoltre, Hollanders propone ColorBooster DS, in grado di stampare contemporaneamente su entrambe le facce del tessuto. Utilizza da 12 a 16 teste di stampa Seiko 508GS da 12 pl e risoluzione di 720 dpi, per un massimo di 8 canali colore. Ha luce di stampa da 2.100 o 3.200 mm e velocità massima di 80 m²/h (double side). www.hollanders-ps.nl

La portoghese MTEX Solutions produce stampanti inkjet per il mercato tessile tradizionale e per quello del soft signage. La 5032 PRO è la prima macchina sviluppata per questo mercato; presentata nel 2013, ha una luce di stampa di 3.200 mm, usa inchiostri sublimatici e un sistema di curing IR in linea. Nel 2015 sono state presentate due nuove macchine: Blue, che lavora supporti larghi fino a 1.800 mm, è la soluzione più compatta per la stampa sublimatica diretta e può essere usata anche con inchiostri a pigmento. È interessante, anche dal punto di vista economico, per chi vuole entrare nel mercato del soft signage. La MTEX 5032 HS è una versione potenziata della 5032 PRO. Infatti, può raggiungere la velocità massima di 120 m²/ ora (contro i 58 della 5032 PRO) e offre la possibilità di stampare non solamente con inchiostri sublimatici, ma anche con acidi, reattivi o pigmenti. In termini di risoluzione, la 5032 HS offre delle buone prestazioni, raggiungendo i 1.200 dpi grazie alle teste di stampa Ricoh Gen5 – benché la 5032 PRO arrivi ai 1.440, ottenuti con teste Epson DX5. Anche la configurazione dei canali colore viene potenziata nella 5032 HS: infatti può essere equipaggiata con la doppia quadricromia oppure con colori supplementari (light cyan, light magenta, arancio, blu), mentre la 5032 PRO supporta solamente la quadricromia base. www.mtex.eu

Il sistema di fissaggio della MTEX 5032 HS è costituito da un forno a infrarossi con un sistema di controllo dei singoli radianti (gli elementi che producono calore) basato su dei sensori di temperatura. Ne risulta una diffusione del calore omogenea, fondamentale per ottenere una qualità di stampa elevata e costante. L’unità di fissaggio in linea, integrata nella macchina, consente all’operatore di gestire da solo tutto il processo di stampa, eliminando anche la necessità di spostare la bobina dalla stampante a una calandra esterna per il fissaggio.

La scalabilità delle soluzioni Hollanders è testimoniata dalla tecnologia modulare ColorBooster XL, che lascia libero il cliente di effettuare upgrade al crescere dei volumi. Realizzata sulla base di ColorBooster 320, di cui condivide la luce di stampa, è dotata di un esclusivo motore di stampa, capace di alloggiare un numero variabile – da 12 a 14 – di teste di stampa Seiko 508GS, in grado di supportare lavorazioni 24/7 e capace di raggiungere ottimi livelli di produttività.

27


What’s inside

Epson SureColor SC-F9200

Mutoh ValueJet VJ-1638WX

Per rispondere all’esigenza di chi deve stampare su tessuto a buona velocità con un’ottima resa cromatica e costi di gestione ridotti, Epson ha sviluppato SureColor SC-F9200. Questa stampante a sublimazione permette di realizzare stampe per il trasferimento su tessuti per capi di abbigliamento, articoli sportivi, bandiere e altre applicazioni. Con una luce di stampa massima di 1.626 mm, teste PrecisionCore TFP e una dimensione minima di goccia di 5,3 pl, il dispositivo può raggiungere una velocità di 100 m2/h e ottenere una risoluzione massima di 1.440x1.440 dpi. Significative le performance per applicazioni destinate all’outdoor, dove lo stesso costruttore giapponese indica una velocità di stampa di ben 70 m2/h (che scende a 60 m2/h per la modalità indoor). La SureColor SC-F9200 è disponibile in una configurazione a quattro canali colore (CMYK) e utilizza gli inchiostri a base acqua della gamma UltraChrome DS. A potenziare la produttività contribuiscono anche le taniche ad alta capacità (1.500 ml), che consentono di stampare più a lungo e senza interruzioni. La macchina è inoltre dotata di uno specifico svolgitore e riavvolgitore per la gestione dei materiali ed è equipaggiata con il software Wasatch, sviluppato specificamente per la gestione delle lavorazioni tessili. www.epson.it

Questa stampante è un’ottima soluzione sia per chi desidera entrare nel mondo della stampa digitale sui tessuti che per chi ha necessità di ampliare la propria offerta wide format con applicazioni più verticali come abbigliamento tecnico, soft signage, allestimenti POP e interior decoration. Con una larghezza di stampa di 1.625 mm, la VJ-1638WX è una roll-to-roll per stampa su carta transfer che utilizza inchiostri waterbased sublimatici dedicati. Nessun compromesso per quanto riguarda la qualità di stampa, dato che le due teste di stampa installate a bordo sono dotate di un sistema di goccia variabile e sono in grado di offrire una risoluzione massima di ben 1.440 dpi. Da evidenziare la presenza del sistema i² Intelligent Interweaving che getta l’inchiostro con una disposizione a onda, evitando il banding e correggendo eventuali ostruzioni degli ugelli. I canali colore sono 8 (2xCMYK) e non sono previste configurazioni alternative. La produttività massima è di 65 m²/h, di tutto rispetto e combinata ad altri fattori quali l’autonomia del sistema di alimentazione degli inchiostri – 1.000 cc per colore – e la possibilità di gestire bobine di materiali con un peso massimo di 100 Kg, grazie ad un sistema opzionale motorizzato di avvolgimento e svolgimento. Questo permette di affrontare picchi produttivi notevoli per una stampante di questa fascia di prezzo. www.mutoh.eu

Gli inchiostri della serie DS2 a base acqua sono sviluppati da Mutoh per la stampa sublimatica. Non contengono VOC e presentano un’eccellente stabilità ad alte velocità. Inoltre conferiscono alle immagini un’elevata saturazione e un gamut ampio. I prodotti stampati con inchiostri DS2 sono inodore e non rilasciano sostanze nocive né durante la fase di stampa né nel corso del processo di sublimazione. Sono inoltre adatti alla stampa su tessuti tecnici in quanto resistono ai lavaggi e permettono una facile traspirazione. La gamma di inchiostri UltraChrome DS, studiata da Epson per ottenere immagini nitide e naturali anche su tessuto, è stata arricchita dal nero HDK ad alta densità. Si tratta di un prodotto sviluppato dalla casa giapponese specificamente per la stampa tessile, con l’obiettivo di ottenere neri particolarmente pieni e intensi e ombreggiature uniformi. L’alta densità dell’inchiostro HDK permette inoltre di ridurre mediamente del 10% il consumo di inchiostro rispetto al prodotto UltraChrome DS standard.

28



strategie Da dealer a partner capace di soddisfare esigenze complesse con soluzioni chiavi in mano: ecco il cambio di paradigma che guida la costante crescita del brand toscano

Grafix Wide è il solution architect del soft signage

C

hiamarlo rivenditore, oggi, tradirebbe la realtà. Grafix Wide ha scelto da alcuni anni di percorrere una strada impegnativa ma, alla luce dei fatti, vincente. Un cambio di mentalità che ha rivoluzionato il modello di business che ci si aspetta da un dealer, incentrato sulla vendita e sulla fornitura di consumabili. Il risultato? Se ci limitassimo ai numeri basterebbe prendere atto di un fatturato quadruplicato nell’arco degli ultimi tre esercizi, ma la realtà è che questo stupefacente risultato economico è solo la diretta conseguenza di un ambizioso processo di trasformazione. La svolta risale al 2014, quando i soci dell’azienda, in cerca di un cambio di marcia, si sono trovati di fronte a un bivio, accantonando l’idea più logica e “da manuale” – ossia un potenziamento della forza vendita e una politica di prezzi aggressiva – decidendo invece di ripartire da tre capisaldi: le notevoli conoscenze in ambito tecnico, la non comune propensione all’ecoso-

32

stenibilità e la solidità patrimoniale, ponendo alla base di tutto il cliente e le sue reali necessità. Da quel momento Grafix Wide ha iniziato la sua metamorfosi, diventando in breve un punto di riferimento per chi vuole investire nella stampa wide format, soprattutto roll-to-roll e tessile, anche in mercati molto verticali come l’interior décoration e il fashion. Tra l’idea iniziale e la costruzione di un workflow, in settori applicativi che escono dalla grafica e toccano l’industria, la stampa è solo uno dei tasselli di un puzzle più articolato. Ed è proprio all’interno di filiere industriali complesse che Grafix Wide dà il meglio di sé. Dall’idea alla stesura di un business plan, fino all’individuazione degli strumenti finanziari e tecnologici, il cliente ha al suo fianco un partner grazie al quale creare valore, costruendo un rapporto solido e virtuoso. || In alto, il recente evento in cui Grafix Wide ha coinvolto l’intera filiera tessile del distretto di Prato, mostrando possibilità applicative e tecnologie hi-end.


strategie

Il roll-to-roll di Grafix Wide è green, integrato e industriale Grafix Wide ha identificato il segmento delle elevate prestazioni come quello in cui costruire soluzioni e workflow ad alto valore aggiunto. Lo scopo è soddisfare una notevole varietà di ambiti applicativi, sia indoor che outdoor, basandosi su tecnologie ecologiche, destinate a lavorare un

ampio range di materiali tra cui vinili, backlit, banner e ovviamente tessuti. Il tutto fornendo ai clienti soluzioni complete, combinando software, stampanti e strumenti di finishing per offrire workflow su misura. Tutto ciò senza tralasciare applicazioni come quelle su carta blueback, per

cui Grafix Wide dispone di piattaforme potenti con costi produttivi minimi. Presso il demo center dell’azienda è possibile, inoltre, scoprire e testare la gamma Latex di HP, dalla compatta 315 al top di gamma con la nuova 3500, destinata a lavorazioni XXL fino a 3,2 metri in alti volumi. La scelta di

disporre nel proprio show room di una piattaforma industriale come la HP Latex 3500 rispecchia chiaramente la volontà e la capacità di offrire risposte solide agli operatori che chiedono soluzioni complete senza compromessi, in grado di produrre 24/7 all’interno di flussi di lavoro automatizzati.

Se il tessuto è il media del futuro, la soluzione è servita Grafix Wide è in prima linea anche in un settore specialistico e verticale come quello della stampa su tessuto per la moda e l’home textile. In questo caso l’offerta si basa sulle innovative stampanti d.gen Arachne Hexa e Papyrus G5, con un ottimo rapporto qualità/prezzo/prestazioni e in grado di garantire un ROI sicuro e veloce. Basate su tecnologia inkjet a base acqua, entrambe utilizzano le teste di stampa industriali Ricoh Gen5 con risoluzione mas-

sima di 1.200 dpi. Arachne Hexa apre ad un vasto numero di utilizzatori finali la possibilità di realizzare la stampa diretta su tessuto – possibile grazie alla chimica a pigmento, una delle più solide e stabili sul mercato – applicabile anche ai tessuti naturali per l’arredamento di interni. Con luce di stampa di 1.880 mm e produttività massima di 52 m²/h, è configurata con 6 canali colore (CMYK più due colori spot tra Orange, Violet, Blue e Red). Papyrus G5

è invece progettata per stampare alti volumi di carta transfer, carta per affissioni e wallpaper. Con luce di stampa di 1.800 mm, ha un sistema integrato di asciugatura rapida dei materiali e può raggiungere i 180 m²/h. Il valore aggiunto di Grafix Wide, anche in questo caso, risiede nella capacità di costruire un’offerta completa, che include software di stampa specifici e sistemi di pretrattamento e termofissaggio adatti alle differenti applicazioni finali.

|| In alto, da sinistra un particolare della HP Latex 3500 accanto alla Latex 365. A fianco, una vista prospettica che fa intuire la stazza della 3500. In basso, da sinistra, d.gen Papyrus G5 e un particolare dei tessuti stampati utilizzando d.gen Arachne Hexa.

Grafix Wide Solution srl Via Pian Dell’Isola 61 50067 Rignano Sull’Arno (FI) T: +39 055 83 91 325 F: +39 055 83 91 334 info@grafixwide.it www.grafixwide.it

33


speciale Nonostante flexo e offset la facciano ancora da padrone, l’inkjet cresce nella stampa di etichette con applicazioni più ricercate, sostenibili e arricchite con dati variabili

Nuove sfide e tecnologie fanno crescere le etichette di Smithers Pira // info@smitherspira.com

S

econdo le ultime esclusive ricerche condotte da Smithers Pira, nel corso dei prossimi 5 anni è prevista una forte crescita della domanda globale di etichette per il packaging. Il nuovo report di Smithers Pira, The Future of Labels and Release Liners to 2021, delinea un trend per cui un mercato globale del valore di 31,4 miliardi di euro nel 2016 crescerà con un incremento annuale del 5,4%, fino a raggiungere i 44,8 miliardi di euro nel 2021. La domanda di etichette crescerà di pari passo a quella dei release liners (pellicole di supporto antiaderenti per etichette autoadesive). Smithers prevede che quest’ultimo segmento, nel periodo 2016-2021, crescerà da 6,36 miliardi di dollari nel 2016 fino a raggiungere 7,98 miliardi di dollari, con una crescita annuale del 4,6%.

Motivi della crescita Le analisi di Smithers mostrano

32

The Future of Labels and Release Liners to 2021

Smithers Pira è un riferimento a livello mondiale nell’industria del packaging, della carta e della stampa. Fondata nel 1930, offre ai propri clienti servizi di consulenza tecnico-strategica finalizzati ad approfondire la conoscenza di questi mercati, identificare opportunità e valutare performance di prodotto. Per maggiori informazioni visitare il sito www.smitherspira.com o scrivere a info@smitherspira.com.


speciale come la crescita del mercato delle etichette sia guidato da cambiamenti economici, sociali, demografici e dello stile di vita, tra cui • Un’attenzione crescente da parte dei brand alla diminuzione delle risorse e alla sostenibilità nel packaging. • La domanda dei consumatori di cibo pronto preconfezionato • La crescente diffusione di grandi catene di distribuzione Questi trend sono supportati dal costo relativamente basso con cui l’etichettatura può essere sostituita o modificata e anche da una domanda continua di codici a barre e altre applicazioni secondarie che devono offrire risposte alle esigenze di conformità dei farmaci e di sicurezza degli alimenti.

No-label look Per i brand il trend che va per la maggiore è quello del “no-label look”, con etichette di plastica trasparente da poter usare su bottiglie di birra in vetro, contenitori di plastica per soft drink e confezioni di cibo, così come molti cosmetici e confezioni per la cura della persona. Queste proposte “chiaro su chiaro” abilitano alla realizzazione di packaging di fascia premium e stanno spingendo i brand a investire in grafiche che possano stagliarsi sulla confezione.

Segmenti di mercato Nel mercato delle etichette ci sono differenti sorti previste per le diverse tipologie di label. Le etichette autoadesive pressure sensitive sono il sottosegmento dominante: si stima che costituiscano il 44,4% del consumo totale delle etichette per area, rappresentando il 63,3% del valore totale del 2016. Le etichette acqua e colla sono la seconda grande categoria, con il 35,6% del consumo globale di etichette per area e il 22,8% del valore di mercato. Le etichette termoretraibili occupano il 15,1% del mercato per area e rappresentano il 10,6% del valore globale. Le etichette estensibili “stretch sleeve”, pre-gommate e incorporate nel packaging durante la fase produttiva di quest’ultimo (in-mould) occupano ciascuna una quota di mercato molto bassa, sia per area che per valore. Il dominio delle etichette autoadesive aumenterà nel corso di tutto il periodo in esame, mentre le etichette termoretraibili ed estensibili continueranno ad incrementare la loro pur modesta quota

|| Consumo globale di etichette per tipologia, in percentuale , 2016 (fonte: Smithers Pira)

di mercato. Di contro, le etichette acqua e colla e in-mould vedranno una crescita media nel corso dei prossimi 5 anni, mentre il consumo di etichette pre-gommate sarà sostanzialmente stabile.

I mutamenti dei processi di stampa La flessografia è il principale processo di stampa per la produzione di etichette, in base ad un’analisi che la vede utilizzata per il 37,4% delle produzioni globali di etichette per area nel 2016. La maggior parte delle macchine da stampa per etichette è oggi configurata con processi multipli di stampa. Una macchina flexo a 8 colori può essere equipaggiata anche con una unità rotocalco, con un modulo per il coating serigrafico, una stazione offset e, in aggiunta, un modulo inkjet per la numerazione e marcatura. L’offset è il secondo più importante processo di stampa nel 2016, con una quota di mercato prevista del 25,9%, seguita dalla rotocalco con il 14,3% e dalla serigrafia con il 9,2%. La tecnologia di stampa dirompente per i produttori di etichette è il digitale con sistemi inkjet ed elettrofotografici a toner. I dati di Smithers mostrano che nel 2010 la stampa digitale di etichette ha rappresentato il 6,9% del volume del mercato globale e nel 2016 è cresciuta all’11,2%. L’ascesa del digitale è tanto più evidente quando vengono considerati tutti i valori di questo fenomeno, che contava sul 17,5% della domanda mondiale nel 2010 e nel

2016 è lievitata fino a sfiorare il 26,2%.

Inkjet e toner Il segmento digitale è a sua volta diviso tra le tecnologie inkjet e toner, con la prima attualmente in rapida espansione. Più il segmento dell’etichetta digitale matura, più i brand considerano la realizzazione di etichette digitali personalizzate – testimoniata da campagne come le promozioni Share a Coke di Coca-Cola – quale parte integrante del loro portfolio promozionale, portando ad una crescita sia del volume che del valore di mercato. In risposta a questo, i costruttori di stampanti stanno progettando macchine con produttività maggiori per sfruttare il mercato delle etichette, in vista del declino dei segmenti di stampa più convenzionali. Questo delineerà un trend più deciso, che sta iniziando a influenzare anche altri segmenti del packaging. Nella produzione di etichette il segmento narrow-web è già ampiamente interessato da velocità che raggiungono i 75 metri al minuto. L’enfasi si sta ora spostando sullo sviluppo di stampanti con luce di stampa maggiore. Le macchine HP Indigo sono tra le piattaforme più popolari per la stampa di etichette e a drupa 2016 è stata lanciata l’ultima evoluzione, la Indigo 8000. Questa lavora ad una velocità che raggiunge gli 80 metri al minuto (raddoppiata rispetto alla Indigo WS6800) in full colour, utilizzando una modalità produttiva a tre colori ottimizzata. La stampa di etichette inkjet si

33


speciale sta sviluppando più velocemente di quella a toner e, anche se quest’ultima rappresenta ancora il 61% del mercato digitale nel 2016, il mondo inkjet supererà la stampa di etichette a toner nel 2020.

Il boom asiatico In termini di territorio, l’A sia è il più grande mercato delle etichette, con una percentuale stimata del 40,7% del consumo totale di etichette nel 2016. Il Nord America conta sul 22,4% del consumo globale di etichette, seguito dall’Europa Occidentale con una percentuale del 19,9%. È previsto che l’A sia abbia il maggior ritmo di crescita nel consumo di etichette, spinta dall’evoluzione dei mercati del packaging in India e in Cina. Questo contrasta con la lenta crescita di un mercato stabile come quello giapponese. Per i mercati maturi dell’Europa Occidentale e del Nord America è prevista una crescita del consumo di etichette a tassi inferiori rispetto al ritmo del mercato globale nel periodo 2016-2021.

Lo sviluppo dei supermercati del mondo È attesa anche per l’Europa Orientale, il Sud America e l’America Centrale una crescita del consumo di etichette inferiore rispetto ai tassi del mercato e ciò è largamente dovuto all’attesa di una crescita economica incerta. Questo è, comunque, parzialmente mitigato dall’espansione delle catene di supermercati in queste regioni, dove i beni confezionati recanti etichette stanno rimpiazzando quelli più tradizionali, caratterizzati da un’offerta da parte dei venditori artigianali di cibo locale privo di confezioni. Nell’espansione a lungo termine dei supermercati, lo shopping e l’intensità della competizione nella vendita al dettaglio di generi alimentari nel suo complesso porteranno all’apertura di un ampio range di nuove opportunità per gli stampatori di etichette in queste regioni. Queste opportunità varieranno dalla produzione di semplici etichette per un cambio rapido di prezzo a sistemi di etichettatura più sofisticati, del tipo attualmente utilizzato per i prodotti freschi confezionati.

Incremento delle termoretraibili Parallelamente le etichette termoretraibili

34

ed estensibili stanno offrendo nuove opzioni per i brand e i converter, che contano su una significativa espansione nel periodo osservato da Smithers. Questo è principalmente dovuto alla popolarità del rivestimento integrale, che offre una decorazione della confezione a 360°, incrementl ando l’appeal dei beni in vendita. Vi è inoltre la possibilità di realizzare più versioni di questi rivestimenti per packaging: un’opzione che è stata adottata da vari brand, come la vodka Smirnoff. Presenti in molteplici applicazioni, le etichette termoretraibili vengono con una funzione di sicurezza, dando vita a prodotti a prova di manomissione e assicurando al cliente che un prodotto imbottigliato non sia stato aperto e riempito, o che nessuno abbia potuto interferire con esso da quando ha lasciato l’impianto di imbottigliamento. Questa è una funzione utile anche in altri segmenti, specialmente quello farmaceutico e quello cosmetico. Il settore dell’etichettatura termoretraibile sta traendo benefici anche dagli sviluppi tecnologici, come i termoretraibili ultra sottili, le pellicole opache, le pellicole co-estruse e quelle con livelli ancora più elevati di termoretraibilità. Il trend di ridurre lo spessore delle pellicole ridurrà la crescita del consumo di alcuni tipi di packaging in termini di peso del materiale e di volume, anche se l’ammontare totale della superficie venduta si espanderà tra il 2016 e il 2021. L’interesse per l’ambiente sta riducendo la crescita del PVC, che ha tradizionalmente dominato il mercato dei rivestimenti termoretraibili. Questo viene sempre più spesso rimpiazzato da alternative basate su poliestere, più

facili da riciclare alla fine della loro vita in quanto non contengono clorina. Allo stesso tempo si stanno presentando altre opzioni green, grazie allo sviluppo di shrink sleeves fatte di acido poliattico (PLA) per rivestire contenitori fatti dello stesso biopolimero.

Release liner I prodotti basati su carta – kraft calandrato, inclusa carta glassine, clay-coated, trattata col polietilene e altri tipi – continueranno a dominare il segmento dei release liner, rappresentando quasi l’85% del consumo del 2016. Di contro, i release liner basati su pellicole plastiche incidono per poco meno del 15% del consumo per area nel 2016. I liner basati su pellicola stanno, comunque, mostrando il più elevato volume di crescita negli autoadesivi e i prodotti in pellicola, grazie alla domanda crescente da parte dei brand produttori di birra, bevande, cura della casa e della persona e cibo. In particolare c’è richiesta per liner realizzati in polietilene tereptalato (PET), polipropilene (PP) e polietilene (PE). Questa è guidata dalla domanda crescente di etichette chiarosu-chiaro che rendono possibili sofisticate applicazioni no-label look. Comunque la stampa di dati variabili, che coinvolge circa la metà del mercato delle etichette per release liner, resterà sempre basata su carta.

Riciclo dei liner Un ridotto impatto ambientale è una con-


siderazione chiave per molti brand e converter di packaging. Una via sempre più popolare per dimostrarlo passa dall’uso di materiale riciclato in formati comuni come le bottiglie in PET, che possono sempre più avere origine da una generazione precedente di contenitori per bevande. Sono stati effettuati investimenti per assicurare che le etichette cartacee e plastiche possano essere rimosse dalle bottiglie da gettare, per assicurare che la plastica riciclata sia pura abbastanza per realizzare bottiglie in PET più puro. Nel Q4 del 2016 i due maggiori utilizzatori di etichette hanno pubblicato i dettagli di nuove tecnologie per riciclare anche i liner scartati. Un progetto di Dow Chemical ha testato con successo una tecnologia sviluppata dall’azienda belga Reculiner. Quest’ultima prende lo scarto di liner cartaceo degli autoadesivi e lo riduce in fibre sciolte, poi convertite in fibre asciutte che possono essere usate come materiali per l’isolamento delle case. In misura significativa, la presenza di silicone sul liner significa che esso ha un migliore flusso attraverso le macchine di applicazione rispetto ad altri materiali di riciclo, come i giornali quotidiani. Allo stesso tempo Avery Dennison e Coca-Cola nel 2016 in Europa promettono di produrre 70 tonnellate extra di PET all’anno riciclando i release liner in PET dopo che le etichette sono state applicate alle bottiglie d’acqua smart dei brand. Un progetto pilota ha mostrato che questi rifiuti possono essere triturati e ricostituiti in altri tipi di plastica utilizzabili, incluse le fibre di base del PET e i fogli termoformabili. Avery ha precedentemente sviluppato un sistema per consentire la facile rimozione di etichette dalle bottiglie di vetro, così da prevenire la contaminazione del vetro riciclato.

Etichette prive di liner Lo stesso imperativo sta guidando l’ulteriore penetrazione di etichette prive di liner, in cui la superficie superiore agisce come strato per il rilascio nella bobina. I maggiori sviluppatori di materiali e adesivi – inclusi Appvion, Ashland Coatings, Innovia, Evonik, Henkel and Ravenwood Packaging – stanno spingendo l’evoluzione di queste etichette nel segmento del packaging. Per i converter questo nuovo stile di etichette permette di operare meno cambi nel tempo e riduce i costi di trasporto. Coveris, per esempio, afferma che la sua etichetta senza liner Compac pesa il 40% in meno a bobina rispetto al materiale convenzionale dotato

di liner. Le recenti innovazioni in questo ambito includono etichette scorrevoli, perfettamente conformabili ai prodotti e super estensibili per prodotti voluminosi nel settore alimentare, come i pezzi di carne.

adatte al design di alcuni packaging farmaceutici, come le boccette per le pillole.

Pressioni legislative

Un altro orientamento legislativo – la richiesta di fornire più informazioni sul contenuto delle confezioni – alimenterà l’espansione di questo segmento. È nuovamente l’Europa a guidare questo trend, con l’implementazione della Food Information Regulation 1169/2011. Divenuta effettiva dal 13 dicembre 2016, prescrive di inserire una serie di nuove informazioni sul packaging del cibo, da scrivere con una dimensione minima dei caratteri. Queste informazioni includono: • Informazioni sugli allergeni. • Etichettatura nutrizionale per molti altri alimenti, con la possibilità di fornire una versione semplificata di questi, più visibile sulla parte frontale della confezione. • Paese di origine, sia del cibo che dei principali ingredienti sia per la carne fresca che surgelata. • Il contenuto d’acqua di prodotti con carne fresca. • Contenuto di caffeina, con allegati avvisi per bambini, donne incinte e madri che allattano. • Tipi di oli vegetali utilizzati

Uno dei maggiori cambiamenti per l’etichettatura nel segmento farmaceutico si profila all’orizzonte, con l’implementazione di codici di identificazione univoci obbligatori e codici a matrice 2D, incentivati dalla Direttiva sulle Medicine Falsificate approntata dall’Unione Europea. Questa direttiva sarà obbligatoria dal Febbraio 2019 ma alcuni marchi stanno pensando di introdurla prima di quella data. Questo sta anche spingendo lo sviluppo e l’implementazione di nuovi formati di etichetta. Un esempio chiave è l’etichetta a contenuto esteso (ECL), in cui pagine multiple sono contenute in un formato stile booklet o a fisarmonica. Permettono di contenere i regolamenti necessari o le specifiche dei prodotti e altre informazioni – come istruzioni per l’uso in molteplici lingue, coupon o altri dati promozionali – senza aumentare lo spazio complessivamente occupato dall’etichetta sulla superficie di un contenitore Le ECL sono particolarmente

Cosa c’è nella confezione

Questo articolo evidenzia alcuni dei punti chiave del nuovo report di Smithers Pira The Future of Labels and Release Liners to 2021. Per dettagli completi su questa pubblicazione di market intelligence vi preghiamo di visitare il sito web di Smithers Pira all’indirizzo www.smitherspira.com

35


tecnologie Vi raccontiamo i retroscena creativi, progettuali e produttivi di un numero di Italia Publishers “avvolto” da design, colori e numeri irripetibili

Italia Publishers è 5.000 volte unica con HP Indigo e HP SmartStream Mosaic

P

arliamo di dati variabili fin dagli anni ‘90 come una delle opportunità più creative ed economicamente redditizie tra quelle del digitale. Eppure, a fronte di una base installata in continua crescita, i progetti in cui la possibilità di stampare (letteralmente) una copia diversa dall’altra sia realmente valorizzata stentano ad emergere. Ci chiediamo quale sia l’ostacolo, dal momento che i digital front-end sono dotati di potenti funzionalità di elaborazione, cui spesso si aggiungono plugin che aiutano i grafici a sviluppare una campagna one-to-one direttamente nel proprio software creativo. Indagando meglio e dialogando con tutti i protagonisti della nostra community, dai brand owner agli stampatori, dai creativi ai converter, ne emerge un quadro sconsolante, che tutto sommato è cosa nota. Se i produttori di tecnologia - spezziamo una lancia a loro

36

favore - ce la mettono tutta per raccontare i plus delle proprie tecnologie, sono più spesso gli stampatori a omettere la personalizzazione dalla propria value proposition, mentre la maggior parte dei creativi dimostra di conoscere poco o per nulla l’uso di questo strumento. È quindi un piacere raccontarvi come, grazie alle tecnologie hardware e software di HP, siamo stati in grado di avvolgere ogni singola copia di questo numero in un “abbraccio cartaceo” del tutto unico. La fascetta che avete trovato sulla vostra copia è infatti in tutto e per tutto diversa dalle altre 4.999 di questa tiratura. Grazie all’utilizzo del software HP SmartStream Designer, in particolare del modulo Mosaic, siamo stati in grado di valorizzare il progetto grafico della fascetta con una numerazione progressiva e una palette cromatica generata in base a sofisticati parametri di variantatura. Nelle pagine che seguono lasciamo la parola ai protagonisti di questo progetto.


tecnologie tecnologie “Solutioo Group”: perché questo nome, e come si pronuncia? Si pronuncia “soluzio”: abbiamo preferito una parola latina a un troppo scontato termine inglese. È un nome bandiera, perché siamo nati, nel 2001, con la volontà di porci come soluzione ai problemi del mondo del packaging.

intervista

a Vittorio Clementi Socio fondatore di Solutioo Group

“Mosaic consente al creativo di avere un numero virtualmente infinito di varianti grafiche uniche”

Quali sono le vostre unicità? Solutioo Group è una realtà abbastanza atipica per il modo in cui unisce creatività e abilità quasi artigianali. È un’agenzia grafica specializzata nel packaging, ma in sede realizza mockup di prodotto perfettamente realistici, anche su progetto di altre agenzie creative. Questo è molto apprezzato dai brand, che così riescono a rendersi conto subito se un imballaggio “funziona” oppure no. Infine abbiamo un laboratorio chimico, nel caso in cui il cliente chieda di essere supportato nella creazione

di particolari formulazioni. Come usate le tecnologie di stampa digitale? In primo luogo noi stessi abbiamo vari sistemi di stampa e finitura digitali, in grado di lavorare i materiali più diversi che usiamo per realizzare i mockup. Le macchine 3D servono a creare stampi per la termoformatura e prototipi di prodotti. In secondo luogo collaboriamo con quelle aziende di stampa che realizzeranno su scala industriale i nostri prototipi: dobbiamo quindi essere molto competenti e aggiornati sulle tecnologie, per poter proporre progetti sempre all’avanguardia e che sfruttino tutte le potenzialità hardware e software delle macchine. Da creativi, come usate il modulo Mosaic del software HP SmartStream Designer? Mosaic è uno strumento unico nel mercato, che sfrutta uno

dei grandi punti di forza del digitale: la possibilità di avere un numero virtualmente infinito di varianti grafiche uniche. E lo fa in automatico. Il compito del grafico è riuscire a creare un pattern efficace dal punto di vista comunicativo, facendolo “dialogare” con il prodotto. Per farlo, deve conoscere alla perfezione le potenzialità tecniche del software, così da riuscire a proporre un concept adeguato e una grafica che possieda tutte le caratteristiche tecniche necessarie per essere elaborata al meglio da Mosaic: dimensioni, colori, rapporti e proporzioni. È fondamentale anche la collaborazione con lo stampatore che dovrà produrre il lavoro con tecnologia HP Indigo e realizzerà quindi lo schema di imposizione utilizzando il software HP SmartStream Designer: sarà lui infatti a inserire concretamente il range dei valori che daranno origine alle varianti.

HP SmartStream Mosaic: un tool che potenzia la creatività, all’infinito e in modo semplice e integrato con Adobe Creative Suite Mosaic è un modulo di HP SmartStream Designer reso disponibile a tutti gli utilizzatori di sistemi di stampa HP Indigo. Compatibile con la Creative Suite di Adobe, viene installato come plugin di InDesign o Illustrator. Insieme al modulo per la gestione dei dati variabili, è uno degli elementi che consentono di creare innumerevoli varianti grafiche a partire da un numero dato di originali. Nel

caso della fascetta speciale di questo numero, il design scelto prevede la valorizzazione del numero di ogni singola copia, così che ogni lettore sappia di tenere in mano un esemplare esclusivo e numerato, come una bottiglia di vino pregiato. La parte più interessante del progetto, resa possibile da Mosaic, è però la possibilità di trasformare ogni singolo elemento di ogni singola fas-

cetta, cromaticamente e (se previsto nel progetto) anche come forma, posizione e dimensione. Nel nostro caso abbiamo lavorato sui colori, così da costruire un numero virtualmente infinito di sfondi caleidoscopici. Le applicazioni di SmartStream Designer e di Mosaic sono infinite e dal commercial printing si allargano a etichette, packaging e mille altri prodotti tutti da creare.

|| Due fasi della progettazione grafica e dell’applicazione dei parametri di variantatura su Mosaic

37


tecnologie

intervista a Gabriella Moretti Market Business Developer, Rotolito Lombarda

“L’autorevolezza di un media è data anche dal piacere di avere un oggetto tra le mani, che trasferisce sensazioni e messaggi che la comunicazione online non può offrire...”

Il dato variabile nella stampa esiste da almeno due decenni. Eppure non decolla... È vero e uno dei motivi principali è legato al mancato utilizzo di sistemi CRM da parte delle PMI, che costituiscono il tessuto dell’imprenditoria italiana. I dati archiviati nei gestionali delle aziende sono per lo più quelli usati per l’ordinaria amministrazione. In una campagna di marketing l’uso del dato variabile, costituito da informazioni relative ai decision maker, è la base della campagna. Ma non avendo a disposizione queste informazioni è impensabile programmare attività di direct marketing. Se le informazioni fossero disponibili e aggiornate, le campagne 1:1 sarebbero molto più efficaci e avrebbero ritorni maggiori di quelle massive. Qual è il ruolo e la responsabilità dei creativi? Non parlerei di responsabilità. Tra i nostri clienti abbiamo molte agenzie e i loro direttori creativi sanno che per mantenere la clientela devono proporre anche campagne in grado di generare una redemption misurabile. Il fatto è che, pur proponendole, spesso si scontrano con brand owner che non dispongono di dati sufficienti a realizzarle, dovendo

quindi ripiegare su campagne massive. Purtroppo il marketing 1:1 in Italia sconta ancora un deficit infrastrutturale. Perché secondo te non tutti gli stampatori comprendono il potenziale del digitale? Gli stampatori che hanno un mix di commesse tra marketing ed editoria, purché adatte al printon-demand, hanno già fatto la loro scelta digitale. È piuttosto la domanda del cliente finale a guidare la scelta degli investimenti, a meno che non si scelga di cambiare radicalmente la proprio azienda e riconvertirsi in toto al digitale. Non tutti hanno clienti con volumi di stampa digitale tali da giustificare l’acquisto di una macchina, o meglio di un sistema end-to-end che va dalla prestampa alla finitura. Ed è per questo che molti stampatori preferiscono appoggiarsi a stampatori terzisti web-based. Quanto editori e grandi buyer esprimono innovazione? Ci sono sempre più editori che cercano di creare il wow effect, ovvero di gestire libri e riviste come oggetti e non solo come materiali divulgativi. Oggi l’autorevolezza di un media è data anche dal piacere di avere un

oggetto tra le mani, che trasferisce sensazioni e messaggi che la comunicazione online non può offrire. Per alcuni editori nostri clienti abbiamo stampato riviste e libri con copertine in grado di attrarre maggiormente il lettore. Fumetti e riviste stanno diventando oggetti da collezione con verniciature ed effetti speciali. Per esempio stiamo sviluppando progetti che integrano la stampa con contenuti 3D e multimediali. Non sono solo i buyer e gli editori che devono esprimere innovazione, ma anche gli stampatori. Come riuscite a rendere accessibili piattaforme come HP Indigo e Mosaic? Per innovare in un modello industriale come il nostro è fondamentale avere gli strumenti giusti, come appunto la tecnologia di HP, e persone competenti in grado di metterli a frutto. Ma prima è necessario un grande lavoro di informazione verso i nostri clienti, attraverso la comunicazione aziendale e la nostra forza commerciale. I print buyer sono alla ricerca di novità sostenibili dal punto di vista economico, ma bisogna dimostrare loro l’efficacia e l’efficienza di soluzioni potenzialmente differenzianti, come appunto la stampa digitale.

HP Indigo 12000: un formato carta XL per allargare la creatività Se a drupa abbiamo visto molti costruttori di engine digitali alle prese con lo sviluppo di una “next generation” di macchine con formati carta da offset – l’agognato B1 anzitutto – già da qualche anno HP ha reso disponibile la propria affermata tecnologia Indigo in formato B2. Prima con la 10000 e oggi con la 12000, infatti, i più importanti stampatori mondiali possono contare su un output di altissima qualità su un formato carta 750x530 mm con grammature fino a 400 g/m² e produttività in CMYK fino a 3.450 fogli/ora (solo in bianca). La qualità offset, unita alla compatibilità

38

con un vasto range di carte, alla possibilità di utilizzare tinte spot ed effetti speciali (grazie alla quinta stazione colore) e alla versatilità del digitale, si è trasformata per i possessori di queste serie di HP nella reale possibilità di allargare il range di applicazioni digitali, includendo anzitutto quei progetti di packaging che su SRA3 e 35x50 stavano un po’ strettini. L’esperienza del team di prestampa di Nava Press e la voglia di innovare che è alla base della filosofia di Rotolito Lombarda, unite alla tecnologia Indigo, si sono rivelate un fattore abilitante per la realizzazione del nostro progetto.

|| Nelle foto in alto e a pagina dx, la fascetta personalizzata prende vita sulla HP Indigo 12000 presso Nava Press, azienda del gruppo Rotolito Lombarda


tecnologie

MAKE IT EXCELLENT SALDATRICI A IMPULSI

PROGETTATA PER SODDISFARE LE ESIGENZE PRODUTTIVE DEI SIGN-MAKER E DEI PROFESSIONISTI DELLA STAMPA DIGITALE

TAGLIERINA AUTOMATICA PROGETTATA PER IL RIFILO AUTOMATICO SUI QUATTRO LATI DI MATERIALI IN FOGLIO E A BOBINA

165

130/260

Neolt Factory srl Via Italia, 6 - 24030 Valbrembo (BG) T. +39 035.46.88.11 F. +39 035.46.88.86 info@neoltfactory.com - ordini.italia@neoltfactory.com - www.neoltfactory.com

39


Stampanti industriali

progettate e assemblate con orgoglio in ITALIA dal 1994.

MARMO

VETRO

METALLO

LEGNO

PELLE FINTA PELLE

CERAMICA

Risparmio e Qualità

La tecnologia SmartColor è accessibile. Le nostre configurazioni partono

da 32.000 euro+iva


Personalizza la tua stampante 1

2

Scegli la tua applicazione

Scegli i tuoi inchiostri

Marmo, Vetro, Metallo, Legno, Pelle e finta pelle, Ceramica, Tessuti naturali e sintetici

Sublimatici, Acidi, Reattivi, Pigmenti, Solvente, Latex, Uv led

3

4

Scegli la tua tecnologia

Scegli qualità, velocità e formato

Piano fisso per la massima precisione e ripetibilità Tappeto aspirato per tutte le applicazioni senza limite di lunghezza Tappeto adesivo per tessuti in bobina e materiali difficili

Dall'entry-level al mid range, dai modelli da tavolo ai formati XXL, possiamo offrire dalle soluzioni per proofing e prototipazione fino ai modelli dedicati alle medie produzioni on-demand

Dal 1994 progettiamo e costruiamo in Italia piattaforme di stampa dedicate ad applicazioni industriali in decine di settori.

Le tue esigenze sono la nostra sfida

La nostra capacità di perfezionare soluzioni tecnologiche pensate ad-hoc per le esigenze specifiche del cliente ci ha consentito di sperimentare ogni tipologia di trasporto, dal piano fisso aspirato ai più evoluti conveyor belt. La scelta di integrare le tecnologie di stampa leader di mercato ci permette da sempre di offrire soluzioni affidabili, modulari e scalabili, con un eccellente rapporto prezzo/prestazioni e la massima salvaguardia dell'investimento. L'esperienza maturata con differenti chimiche d'inchiostro, sistemi di alimentazione e livelli di qualità e produttività, ci rende il partner ideale di utilizzatori finali dal soft signage al tessile industriale, fino alla produzione di pellami e tessuti tecnici.

Contattaci e scopri insieme a noi come potrai differenziare e rendere unico il tuo prodotto superando i limiti della stampa tradizionale.

www.smartcolor.it

|

info@smartcolor.it

|

+39.085.44.51.443

SmartColor S.r.l. - Via Verrotti - Espansione 2 - n.36 - 65015 Montesilvano ( Pescara ) - Italia

Scopri l’intera gamma e tutte le novità sul sito.

Follow us


tecnologie La prima installazione italiana del nuovo iperproduttivo plotter D3 a 2 bracci è vicentina. Così Giancarlo Miotto riconferma la fiducia nel brand svizzero

Tic Tac rafforza il finishing digitale con Zünd e amplia l’offerta packaging & display

L

a nuova piattaforma di taglio Zünd D3 a doppio braccio non è per tutti: la sua produttività eccezionale la rende perfetta per quelle aziende che hanno bisogno di uno strumento in grado di gestire volumi di stampa fuori dal comune. È questo il caso di Tic Tac, la storica azienda vicentina guidata da Giancarlo Miotto e Luisa Bianchetto, che continua a crescere, incurante di crisi, brexit o oscillazioni del mercato che siano. Leader nella stampa online dal 2005, Tic Tac si è conquistata una posizione di tutto rispetto nel grande formato, con recenti incursioni in territori come quello delle etichette, disponibili sul sito da settembre. Nulla in azienda è lasciato al caso, grazie ad un’organizzazione perfetta del flusso di lavoro (gestito con un software proprietario sviluppato internamente) e della struttura produttiva, suddivisa per aree di lavoro che corrispondono alle diver-

42

se aree applicative: materiali flessibili, cartone e altri supporti rigidi. I volumi di ordini gestiti da Tic Tac sono notevoli: si parla di una media di 280 commesse al giorno, per un totale di circa 15.000 clienti all’anno. Questo, unitamente alla consapevolezza che il mercato è sempre più attento al settore degli imballaggi e degli espositori, ha convinto la proprietà ad investire in una piattafoma di taglio solida e flessibile, pensata appositamente per il mondo del packaging. Dopo un’accurata analisi delle soluzioni presenti sul mercato delle arti grafiche, Tic Tac ha deciso di confermare ancora una volta la fiducia nel costruttore svilzzero Zünd, già presente in azienda con altri tre sistemi di taglio, scegliendo l’iperproduttiva serie D3. || Una vista dall’alto dell’aggiornatissimo parco macchine di Tic Tac, che comprende sistemi di stampa cartotecnici Durst dotati di carico e scarico automatico


tecnologie tecnologie

intervista a Giancarlo Miotto CEO di Tic Tac

“Abbiamo bisogno di strumenti molto performanti per tenere i ritmi di crescita del settore packaging & display”

Cosa vi ha spinto, da un punto di vista strategico, a investire per primi in Italia su Zünd D3? Siamo un’azienda ad alto coefficiente tecnologico e innovativo. Da tempo notiamo nel mercato un crescente interesse nei confronti di packaging e display con lavorazioni particolari. Abbiamo recentemente ampliato l’offerta sul nostro sito con espositori da terra e da banco, complementi e sagome personalizzate. I risultati di vendita sono stati subito molto incoraggianti e continuano a crescere. Ecco quindi la necessità di avere strumenti molto performanti per soddisfare le richieste nei tempi rapidissimi che caratterizzano gli e-commerce come il nostro e costituiscono la nostra filosofia aziendale. Consegniamo anche in 24 ore, in tutta Italia. Quali sono le caratteristiche che vi hanno convinto? La serie D3 ci è piaciuta per vari motivi. Dopo un’attenta

analisi dei sistemi di taglio digitale presenti sul mercato, siamo tornati a investire ancora una volta in Zünd per la qualità dei prodotti che riusciamo a realizzare con le loro macchine. Il D3 ci ha conquistato anche per le sue dimensioni contenute: pur occupando lo stesso spazio di un tavolo da taglio a braccio singolo, per determinati tipi di lavori riesce quasi a raddoppiare la produttività. Con vantaggi anche dal punto di vista economico, visto che l’investimento è molto inferiore a quello per l’acquisto di due diverse macchine. Inoltre – aspetto da non sottovalutare – siamo in una fase di espansione e di conseguenza, da qualche tempo, stiamo cercando uno stabilimento produttivo di dimensioni maggiori di quella attuale. Anche per questo motivo, in un momento così delicato per Tic Tac, il D3 è stato provvidenziale: massima produttività in uno spazio ridotto.

Il vostro rapporto con Zünd ha radici profonde: qual è la ragione di questo sodalizio? Collaboriamo con Zünd da quasi quindici anni. Da noi sono passati più di dieci modelli di plotter e solo ora ne abbiamo quattro operativi. Mi sento di dire che, più che clienti, ci sentiamo partner. I nostri operatori conoscono le soluzioni Zünd alla perfezione, sia hardware che software, grazie ai corsi di formazione a cui partecipano periodicamente e soprattutto alla profonda esperienza maturata direttamente in produzione sulle macchine. Proprio per questo la nostra scelta è stata molto consapevole: conosciamo gli utensili, sappiamo che possiamo spingere le macchine a lavorare anche 24/7. Dopo un doveroso periodo di prova sulla macchina – siamo i primi in Italia, dopotutto! – e di test del mercato valuteremo se sostituire anche gli altri plotter Zünd con il nuovo modello D3.

Dall’esperienza di Zünd nel taglio dei pellami, nasce il produttivo cutter D3 per la finitura high speed Disponibile in quattro diverse misure (L-3200, XL-3200, 2XL3200 e 3XL-3200, tutti larghi 3.200 e lunghi da 1.800 a 3.210 mm), il potente D3 è l’ideale complemento digitale per la finitura di grande formato. «Ora il mercato degli imballaggi e degli espositori è maturo per uno strumento così potente, che abbiamo mutuato dalla nostra pluride-

cennale esperienza nel settore della lavorazione della pelle», ci spiega Gianluca Bondioli, Sales Manager Grafica di Zünd Italia. «Il D3 tiene il passo delle stampanti più produttive, così che il plotter da taglio non diventi il collo di bottiglia del workflow digitale». Come tutti gli strumenti dell’azienda svizzera, anche il D3 si distingue per solidità della

meccanica, flessibilità e facilità d’uso. I due bracci consentono di gestire in parallelo lavori diversi, oppure di svolgere lavorazioni particolari sfruttando i 6 utensili che si possono montare contemporaneamente sulla macchina. Una versione aggiornata del software Zünd Cut Center gestisce e ottimizza il movimento dei due bracci sul piano di lavoro.

|| La serie Zünd D3 2XL-3200 è dotata di due bracci e due teste di taglio indipendenti su cui possono essere montati fino a 6 utensili

Zünd Italia Via Italia, 1 24030 Valbrembo (BG) +39 035 4378276 infoitalia@zund.com www.zund.com/it

43


wild format Ci sono innumerevoli aspetti, spesso sottostimati, che dovrebbero essere presi in considerazione prima di mettere in cantiere un progetto di stampa digitale

Da dove inizi il tuo progetto di stampa wild format? di Laurel Brunner // lb@digitaldots.org

L

a gamma di ciò che è possibile realizzare con la tecnologia inkjet continua a crescere. Ci sono così tante opzioni di produzione da scegliere che è difficile capire da dove iniziare. Di fatto non si deve iniziare assolutamente dalla produzione, ma da qualcosa di molto più basilare, come l’idea di ciò che la propria prima creazione dovrebbe essere. Questo articolo è una guida step-by-step realizzata per aiutarvi a fare scelte consapevoli sul vostro progetto e per trarre il massimo dalla tecnologia e dal vostro budget. Una volta stabiliti gli obiettivi e il budget del progetto, dovete decidere come vogliate che appaia la vostra

44

stampa wild format e – aspetto fondamentale – come volete che si comporti con l’andare del tempo. Ci sono molti approcci diversi alla progettazione, a seconda dei vincoli del vostro progetto, come per esempio il contesto in cui verrà mostrato. Ciò che presentate ad una fiera, che sia abbigliamento su misura o sample fotografici, avrà molte più specifiche e più vincoli rispetto a ciò che realizzate per un retailer locale. Pensate alla differenza della vostra aspettativa tra una stampa affissa alla parete dei palazzi e l’etichetta sul packaging di un cibo artigianale. Entrambi i progetti sono realizzabili, ma il modo in cui scegliete di procedere è più rilevante della tecnologia.

Laurel opera nel settore delle arti grafiche da oltre 30 anni. Ha iniziato come contabile per una società di stampa a Londra, ma si annoiava e decise di viaggiare. È stata coinvolta nella rivoluzione del Desktop Publishing lavorando in California per l’organizzazione Seybold, dove è stata determinante per lo sviluppo delle conferenze di Seybold. Nel corso degli anni ha lavorato esclusivamente nel settore prestampa e dell’editoria, con una particolare specializzazione nella prestampa digitale, nella produzione digitale e nella stampa digitale. Laurel è amministratore delegato di Digital Dots, che fornisce consulenza internazionale e servizi educativi al settore del printing.


wild format

Partite dai vostri obiettivi e definite ciò che desiderate ottenere. Pensate al budget disponibile e al tempo che impiegherete per ideare, produrre, stampare e installare il vostro progetto. Ciò che è importante è che il lavoro da svolgere dipenderà dagli specifici criteri di resa e dai vincoli di installazione. Per esempio l’ideazione di un ambizioso paesaggio urbano che implichi il rivestimento di un edificio dovrà deve tenere conto di elementi come la pianificazione e la logistica delle installazioni, la sicurezza e il rispetto delle normative. Molti di noi non avranno la possibilità di decorare interi isolati con soggetti artistici, quindi dovremo affrontare il problema da una prospettiva più pratica.

Le scelte progettuali Qualsiasi progetto wild format richiede un’ideazione e una progettazione adatti al messaggio e ai suoi obiettivi. È inutile riempire un’immagine con una quantità enorme di dettagli che saranno invisibili se visti da lontano o coperti da una patina di sporco incrostato, come nel caso di un billboard o di una grafica applicata a un treno. Allo stesso modo, non potremo lesinare sul contenuto se stiamo creando una grafica per una galleria d’arte o per un outlet di beni di lusso. Considerate come il vostro progetto apparirà su superfici differenti e realizzato in misure differenti, perché potreste doverlo stampare in diversi formati, dal volantino al poster. Scegliete i vostri colori così da poter ottenere la massima resa su tutti i supporti e con tutti i metodi di stampa da utilizzare. Se il vostro lavoro dovrà apparire in più location, considerate un progetto dal contenuto variabile in modo da poter incorporare specifiche informazioni locali, come una mappa o servizi locali, in fase di stampa del file.

45


wild format Controllare la qualità Una delle più grandi criticità che l’industria della stampa deve affrontare al momento della pianificazione di un progetto riguarda il fatto che i creativi e i marketer non si occupano abbastanza del colore. Sicuramente ci pensano quando scelgono colori e substrati, ma non riflettono su come questi si comportano durante i processi di stampa. Tenete a mente che la maniera in cui preparate i vostri file giocherà un ruolo determinante sulla qualità del colore del prodotto finito. Pensate alla scelta del supporto, perché è il più importante tra i fattori che influenzano l’aspetto del colore stampato. Scegliete un substrato che abbia performance in linea con le aspettative del vostro progetto wild format e scegliete un metodo di stampa che sia compatibile con il materiale.

Scegliere il materiale giusto La scelta dei materiali dipende, ovviamente, dai vincoli del vostro progetto. Se state realizzando segnaletica outdoor, destinata a durare a lungo, scegliete un PVC rigido e inchiostri durevoli. Potreste prendere in considerazione affissioni tessili colorate stampate su una macchina come la Mimaki JV400LX, che aggiunge arancione e verde al set base di inchiostri CMYK.

Le opzioni di stampa Il mercato è pieno di differenti piattaforme di stampa. I PSP saranno pronti a stampare qualsiasi cosa desideriate, ma state attenti nello scegliere lo stampatore. Se volete realizzare, per esempio, grafiche adesive per veicoli, accertatevi di scegliere un’azienda con attrezzature e competenze adatte ad effettuare questo tipo di lavoro. HP e Mimaki offrono varie opzioni per questo tipo di applicazioni. Basate la vostra decisione sulle performance della stampa e sul suo costo. Richiedete qualche campione prima di commissionare il lavoro e accertatevi che il prodotto finito sia come lo avete pensato.

Aspetti pratici Durante la pianificazione del vostro progetto wild format accertatevi di aver pensato proprio a tutto. Nell’eccitazione di andare avanti con il progetto e di massimizzare l’impatto e i risultati, si possono facilmente per-

46

dere di vista i dettagli. Il più grande errore che la gente compie è quello di sottovalutare i tempi necessari per fare le cose. Pensate attentamente al tempo e a cosa sia necessario tenere in considerazione per ogni fase del vostro progetto wild format. L’approvazione completa di un progetto potrebbe richiedere un tempo infinito, per cui imponete scadenze che tutti accettino per ogni fase del vostro progetto. La ricerca del giusto fornitore di servizi per il vostro progetto potrebbe essere più lunga di quanto pensiate, anche se avete già qualcuno in mente. Avete bisogno di assicurarvi che il fornitore di servizi possieda la giusta tecnologia per realizzare il vostro lavoro e che possa farlo al giusto prezzo. Guardarsi attorno paga sempre, quindi te-

netelo a mente come qualcosa che avrà un impatto sull’esecuzione del vostro progetto. Gli aspetti pratici della stampa possono anche richiedere più tempo di quanto pensate, specialmente se il vostro progetto prevede l’utilizzo di coating speciali che richiedono tempo per asciugare. E non dimenticatevi del taglio e del finishing. Potreste aver bisogno di aggiungere occhielli o di effettuare l’installazione in un arco temporale ben definito. Tutte queste considerazioni pratiche, e molte altre, influenzeranno il successo o il fallimento del progetto. I piccoli contrattempi non possono essere ignorati, ma la buona notizia è che la tecnologia è in grado di produrre i risultati che desiderate. Le possibilità del wild format sono al vostro comando!


www.gmgcolor.com

Wherever a color goes it stays that color

Nuovo Conversione perfetta con profili MX per Adobe Photoshop

La nostra promessa è quella di consentire a tutti gli stampatori di riprodurre sempre risultati prevedibili con un’elevata fedeltà del colore e alta qualità, sia che si tratti di stampa imballaggio che di stampa commerciale.

Poiché stiamo mantenendo questa promessa da più di 30 anni, le aziende di tutto il mondo si affidano sempre più al software realizzato da GMG. We know color.


pubbliredazionale Uno stand fuori dagli schemi, pieno di idee e soluzioni decorative concrete, ha sorpreso i visitatori della fiera dedicata alla stampa digitale industriale

Verso la decorazione industriale, a InPrint Canon celebra i mille volti di Milano

I

nPrint, la fiera specializzata dedicata alla stampa e alla decorazione digitale industriale, si è tenuta a Milano dal 15 al 17 novembre. Per la prima volta in Italia, ha mostrato le mille sfaccettature di questo settore pieno di promesse, l’“industrial printing”. Ma i suoi oltre 2.900 visitatori, davanti allo stand di Canon, sono stati decisamente presi in contropiede. Infatti, abituati all’esibizione di macchine in funzione, componenti e consumabili, si sono trovati davanti ad un padiglione che non presentava nemmeno una macchina da stampa. Nemmeno una. Sembrava piuttosto un teatro, con pesanti tende rosse in velluto all’ingresso e una grande eleganza decorativa all’interno e all’esterno. La multinazionale giapponese ha contato proprio sul fattore sorpresa. Ha scelto coraggiosamente (e in assoluta controtendenza rispetto a tutti gli altri stand della manifestazione) di celebrare Milano in tut-

48

ti i modi possibili con una serie di applicazioni decorative realizzate esclusivamente con tecnologia Canon. «InPrint, per Canon, voleva essere un modo di conoscere nuovi tipi di azienda, ma anche una vetrina. Quasi un esercizio di stile delle nostre possibilità. Ci ha fatto davvero piacere vedere i visitatori stupiti dalla bellezza dello stand e siamo entrati in contatto con molte realtà che non incrociamo in altre fiere» - spiega Walter Bano, Wide Format Channel Manager di Canon Italia. Curiosi di saperne di più? Entriamo allora all’interno dello stand, realizzato in collaborazione con fpe – d’Officina e una serie di partner qualificati che hanno appoggiato il progetto offrendo materiali ed expertise, e diamoci un’occhiata intorno. || A sinistra, il teatrale ingresso dello stand Canon; a destra, un’immagine dell’interno, arredato come un bistrò “vecchia Milano” e decorato con tecnologia Canon


pubbliredazionale

Il concept: un bistrò milanese decorato interamente con tecnologia Canon La decorazione industriale? Per Canon è già realtà. Lo stand di InPrint è stato realizzato interamente grazie ad una Océ Arizona 6170 xts (che ha svolto la gran parte del lavoro) e ad una ImagePROGRAF iPF9400, che hanno decorato letteralmente ogni singolo centimetro quadra-

to dello spazio del padiglione, dal suggestivo titolo Omaggio a Milano, tra storia e innovazione. Questo per dimostrare che la stampa digitale non è adatta solamente a rappresentare scenari avveniristici, ma che riesce a convincere anche nella decorazione di interni tradizionali, come

può essere quello di un bistrò. Il pavimento – ispirato a quello della Galleria Vittorio Emanuele – è stato dunque realizzato intarsiando linoleum, rovere, granito e marmo nero. Le pareti interne, rivestite in carta da parati stampate con una ImagePROGRAF, riproducevano incisioni di fine

Settecento, mentre l’esterno era in MDF verniciato. Il soffitto era una rappresentazione della volta della Galleria su pannelli isolanti. Alle pareti, una serie di immagini a tema, stampate su oltre trenta materiali, tra cui metallo, pietra, tessuto, pelle e ecopelle, vetro e diverse sostanze polimeriche.

|| In alto, due applicazioni realizzate con Océ Arizona: a sinistra stampa su ecopelle poi trapuntata, a destra su pioppo stratificato grezzo. Qui sopra, la parete di fronte all’ingresso, ricoperta di carta da parati, su cui è stata applicata una lastra di metacrilato retroilluminabile. I pavimenti sono realizzati in linoleum, legno e marmo.

L’industrial printing secondo Canon Le espressioni “industrial printing” e “decorazione industriale” sono spesso fraintese o abusate. «Volendo razionalizzare, oggi l’industrial printing si può dividere in due macroaree: la stampa single pass, anche su larghezze contenute, per gestire bassi volumi in un flusso

di lavoro esistente, o la stampa scan-pass, in aggiunta a flussi industriali, che permette di aggiungere molte nuove applicazioni ad ambienti industriali che vogliono differenziarsi. Al momento Canon è focalizzata sul secondo aspetto», ci racconta Bano. Protagonista la

versatile e collaudata tecnologia UV di Arizona, che ha notevoli potenzialità nel segmento sia su supporti rigidi che flessibili, con prezzi e ritorni di fascia decisamente alta. Il tutto in attesa dell’UVgel, disponibile dal 2017, che riserverà molte sorprese.

Canon Italia SpA Strada Padana Superiore 2/B 20063 Cernusco S.N. – MI www.canon.it

49


meeting leaders ATPColor da oltre dieci anni è una delle realtà più visionarie e innovative in Italia nella stampa su tessuto per le arti grafiche. Ma vende quasi solo all’estero

La “multinazionale in un guscio di noce” che compete con i giganti del soft signage di Elena Panciera // elena@densitymedia.com

N

el mercato, ci sono aziende che sgomitano, che hanno politiche commerciali spregiudicate e aggressive, che dimostrano la loro forza con campagne marketing massive, che nelle fiere hanno stand dalle dimensioni impressionanti. Che “urlano”. E poi ci sono aziende che scelgono di comunicare sottovoce, affidandosi alla qualità dei propri prodotti e al passaparola dei propri clienti. ATPColor appartiene a questa seconda categoria, e ha fatto dell’understatement la propria filosofia di esistenza. La sede è in un luogo simbolo dell’archeologia industriale, una vecchia fornace parzialmente convertita a polo produttivo, a Senago. Esternamente, è un po’ grigia – complice anche la giornata piovosa di fine novembre. Appena entro, però, vengo accolta da un’esplosione di colori: eh sì, perché ATPColor produce stampanti digitali per il soft signage. E i colori stampati su tessuto con le loro macchine, signori miei, sono a dir poco sgargianti.

50


meeting leaders

intervista

a Roberto Martellono Responsabile sviluppo prodotto di ATPColor

“Amare il proprio lavoro è fondamentale: se non hai passione, ci sarà sicuramente qualcuno che ce l’ha, e quel qualcuno sarà migliore di te”

Un chimico prestato al soft signage. Qual è la tua storia? Ho studiato chimica quasi per inerzia: mio padre e mio fratello erano chimici, a 13 anni mi sembrava quasi una scelta obbligata. Poi ho studiato economia, e dopo vari percorsi di vita e di lavoro sono approdato al settore delle arti grafiche, poi alla stampa tessile tradizionale e quindi al soft signage. A questo punto, quella che era una scelta quasi casuale, si è trasformata in una passione. E mi sono reso conto che amare il proprio lavoro è fondamentale, se si vuole fare la differenza. Innanzitutto perché così lavorare non pesa. In secondo luogo, perché se non hai passione per quello che fai, presto o tardi ti troverai sicuramente di fronte a qualcuno che ce l’ha, e quel qualcuno sarà indubbiamente e inesorabilmente migliore di te. Certo, ora anche la chimica, che sembrava abbandonata, ha ritrovato una sua ragione d’essere, e mi torna molto utile per dialogare con i produttori di inchiostri. A cosa si deve questa vostra (iper)specializzazione nel soft signage, fin da tempi non sospetti?

Alle origini: un po’ di storia, e un po’ di chimica L’ATP, “adenosina trifosfato” per gli amici, è una sostanza chimica molto importante. Per semplificare, si può dire che è il “carburante” da cui i nostri muscoli traggono l’energia per muoversi e lavorare. Proprio da questa molecola prende il nome ATPColor, nata nel 2003 con il proposito di «liberare l’energia nel mondo della stampa digitale». La sua storia, però, non è lineare, e (come spesso accade) l’azienda di oggi è molto diversa da quella delle origini. Facciamo un passo indietro. Nel 2000, a drupa, ColorSpan, azienda produttrice di stampanti digitali acquisita da HP nel 2008, lancia FabriJet, uno dei primi esempi di stampanti wide format per tessuto. Al tempo, Roberto Martellono lavora per un distributore di ColorSpan. Per migliorare il rendimento delle FabriJet, ha l’idea di modificarle inserendo un tappeto serigrafico, e per farlo chiede la

È capitato po’ per caso, un po’ per esclusione, un po’ per necessità. Da semplici distributori di macchine da stampa digitali che eravamo, per migliorare alcuni punti deboli di stampanti esistenti (e che quindi si faticavano a vendere) siamo diventati integratori. Ma allo stesso tempo nel settore tessile tradizionale non abbiamo voluto entrarci: troppa competizione, troppo largo il gap tra macchine da stampa analogiche a basso costo (e bassi margini) e sistemi digitali al loro perenne inseguimento, strozzati da un confronto tecnologico impari. Magari abbiamo limitato la crescita dell’azienda, ma abbiamo fatto una scelta precisa, di qualità della vita. Certo, quest’anno i risultati sono stati molto buoni, anche paragonati agli anni scorsi: il mercato sta crescendo, e noi con lui. Nel soft signage abbiamo visto un settore con un grande potenziale, in un momento in cui davvero nessuno ci credeva. Ora stiamo raccogliendo i frutti del nostro lavoro e dell’esperienza che abbiamo maturato. Perché il soft signage è così diffuso in Nord Europa, mentre in Italia fatica?

collaborazione di uno storico produttore bergamasco di macchine per la stampa tessile tradizionale. I primi modelli vengono modificati in modo quasi artigianale, e sono venduti con successo. Da questa esperienza, cresce in Martellono la curiosità nei confronti degli aspetti più tecnici e scientifici della stampa digitale, così come la consapevolezza che quello tessile è un mercato complesso e affascinante. Un mercato dove però l’inkjet fatica a penetrare, per vari motivi (finanziari, logistici, e soprattutto tecnologici). Nel 2003 nasce ATPColor, in un primo momento come semplice distributore di tecnologia hardware prodotta da aziende terze. A questo periodo risale uno dei sodalizi più fruttuosi e duraturi dell’azienda con uno dei principali produttori di plotter per la comunicazione visiva. Ben presto l’azienda di Senago comincia a ingegnerizzare alcuni dei loro modelli, predisponendoli per il mercato tessile. Diventa loro OEM, e i plotter modificati vengono distribuiti, a livello globale,

È sbagliato ridurre tutto a una mera questione di prezzo, come spesso si fa. È vero, una stampa su poliestere è più costosa che una su PVC. Ma secondo me le motivazioni sono più profonde. Per quanto possa suonare provocatorio, forse nel Nord Europa hanno un’idea di bellezza diversa dalla nostra: lo si vede, per esempio, nell’architettura. Ricordiamoci che il tessuto è l’unico materiale a cui permettiamo di toccare il nostro il corpo. Il tessuto, anche nel soft signage, comunica al nostro cervello in un modo unico. E quindi una fotografia stampata su tessuto dà una sensazione più viva, vivida, naturale e bella – sì, bella –, rispetto alla superficie piatta del vinile stampato con chimiche diverse. Un altro motivo di questa “sfortuna” del soft signage in Italia, secondo me, è la scarsa proposta da parte delle agenzie. Gli stampatori italiani, a differenza di quelli nordeuropei, sono mediamente piccoli e hanno di rado un contatto diretto con il cliente finale: passano quasi sempre attraverso il loro filtro. Quindi se l’agenzia non propone il tessuto, più costoso rispetto a materiali plastici, il cliente non saprà mai di avere un’alternativa al PVC. Ecologica, peraltro. E molto più bella.

dalla stessa multinazionale. Poi, nel settembre 2008, all’annuncio da parte del partner della volontà di produrre una propria macchina tessile, la collaborazione si interrompe. Un anno dopo, la prima stampante digitale tessile firmata ATPColor fa il suo debutto in un mercato certo ancora molto embrionale, dalla fisionomia molto diversa da quella odierna, ma già molto promettente. Ben presto, però, l’azienda lombarda sceglie di abbandonare il settore tessile tradizionale, specializzandosi nella produzione di macchine per il soft signage: è, quest’ultimo, un segmento praticamente vergine, le aziende italiane che lo popolano si possono contare sulle dita di una mano. ATPColor diventa immediatamente un punto di riferimento internazionale (esporta il 95% della propria produzione), e contribuisce a plasmare e a definire i confini di un settore in rapida crescita. Molti dei grandi operatori di questo mercato passano dagli uffici di Senago: a un certo punto, un loro OEM fa una proposta di acquisizione, che non va però in

51


meeting leaders

porto. Anche una seconda multinazionale entra in trattativa per acquisirli, ma alla condizione di spostare la produzione in un altro continente: una scelta non contemplabile, per ATPColor, che considera la qualità della vita e il rispetto per i propri collaboratori dei valori assoluti.

La filosofia dell’understatement e della persona al centro Quindici: tanti sono i collaboratori di ATPColor. Per questa “multinazionale in un guscio di noce”, come la definisce Roberto Martellono parafrasando Shakespeare, sono un asset importante. Anzi, l’asset più importante. Per questo, la crescita è considerata positiva solo nella misura in cui è sostenibile. In ATPColor rallentare, fermarsi se serve, dire di no, non “urlare” al mercato la propria presenza, sono valori aziendali sacrosanti. Come costruire relazioni con i propri clienti basate sulla fiducia reciproca e sulla dichiarata volontà di non sfruttare in modo intensivo le risorse, quali che siano. Per mantenere queste libertà, sono stati fatti dei sacrifici, anche importanti. ATPColor ha scelto di essere indipendente. Di contenere le proprie dimensioni, per rimanere “sostenibile”. Di rinunciare a parte del proprio margine e delegare il rapporto diretto con il cliente finale, affidandosi a una rete di rivenditori. Di esternalizzare la produzione dei componenti

52

delle macchine, potendo beneficiare di una delle aree manifatturiere più vivaci d’Europa, quella padana, allentando però il controllo diretto con parti della filiera, gestite da partner forti e con valori condivisi. Sono scelte talvolta difficili, che spesso implicano rinunciare a parte di possibile guadagno, ma che influiscono positivamente sulla qualità della vita delle persone che lavorano in ATPColor. Lavorare tramite rivenditori, senza avere interazioni immediate con i clienti finali, richiede un livello di competenza molto alto, ma allo stesso tempo si riescono a creare con loro relazioni solide e mature, si parla lo stesso linguaggio, e si minimizzano anche i rischi e le responsabilità. Infatti ATPColor forma in sede tutti i propri rivenditori, che devono essere in grado di smontare e rimontare una stampante da zero, e gestire in autonomia il primo e il secondo livello di assistenza al cliente (in caso di problemi gravi, la palla passa invece ai tecnici interni). Questa modalità di gestione ha consentito ad ATPColor di rimanere, in un certo senso, “defilata” nel mercato, pur occupando una posizione di primissimo piano dal punto di vista tecnologico. Come la vendita, anche la comunicazione è demandata in larghissima parte ai rivenditori. La sua politica comunicativa, del resto, non ha nessuna necessità di essere aggressiva: basta il passaparola – ovviamente positivo – degli affezionatissimi clienti. Inutile dire che il tasso di fedeltà è molto alto: una volta comprata una ATPColor, è facile

ATPColor: una chimica e una tecnologia uniche Abbiamo visto che l’azienda di Senago ha la chimica fin nel proprio nome. E la chimica è una parte molto importante della soluzione che ATPColor propone, che infatti comprende una formulazione di inchiostri unica. I tecnici hanno scartato ben presto l’idea di usare inchiostri UV su supporti tessili, perché non abbastanza ecologici e olfattivamente disturbanti (e poi andavano contro l’idea aziendale di “bello”). Dopo vari esperimenti, oggi propongono un cocktail a base acqua che mescola inchiostri sublimatici e dispersi, sfruttando i punti di forza di entrambi, anche grazie alla combinazione con un’altra “esclusiva”: la calandra integrata. L’inchiostro sublimatico, che “esplode” nel passaggio da solido a gassoso (senza passare dallo stato liquido intermedio), da solo non offre la precisione cercata. Quello disperso, invece, ha una resistenza agli agenti atmosferici e una solidità alla luce ottime, ma ha bisogno di molta energia per essere fissato. Per questo li hanno mescolati e hanno optato per una calandra integrata, che ha un’entalpia maggiore rispetto al forno, ovvero riesce a trasferire una quantità superiore di calore, grazie al contatto diretto con il materiale.


meeting leaders che ne venga comprata una seconda (e magari una terza).

Un modello di business premiato dai risultati Il particolare e “sostenibile” modello di business di ATPColor si basa su solide competenze tecnologiche, una visione e dei valori aziendali condivisi, e un’intuizione strategica di base: il soft signage deve essere facile. «Nel settore delle arti grafiche – a differenza di altri settori, come quello tessile o pelle – non c’è una grande cultura applicativa. Anche le richieste di questo mercato sono inferiori: per esempio, l’esigenza di precisione colore nel settore tessile non è nemmeno paragonabile a quella richiesta nella comunicazione visiva», spiega Martellono. «D’altro canto, nel soft signage ci sono dei margini di guadagno inimmaginabili nel mercato tessile tradizionale. Però il mercato è ancora piccolo. Per questo, bisogna proporre macchine e soluzioni semplici, lineari e solide, che necessitino

pochi interventi dell’operatore». Una strategia vincente, a giudicare dai numeri di ATPColor: 60 macchine prodotte in media all’anno, e una crescita del fatturato del 20% prevista per il 2016, rispetto all’anno precedente. Una crescita di proporzioni così significative si spiega osservando l’intero settore del soft signage, che la rispecchia. Anche la “geografia commerciale” di ATPColor è eloquente. Mostra un’evoluzione rispetto a qualche anno fa, quando le vendite si sono concentrate in Nord Europa, Spagna e Scandinavia (dove infatti sono installate oltre 300 macchine dell’azienda lombarda). Ora i mercati più vivaci sono gli Stati Uniti, l’Australia e la Nuova Zelanda, il Sudafrica e la Turchia; anche il mercato europeo continentale sta crescendo. Segnale di un mercato sempre più maturo, più sensibile a temi come bellezza – seguendo la tesi di Martellono – e sostenibilità ambientale (il soft signage in poliestere è completamente riciclabile). ATPColor è pronta ad accompagnare i propri clienti, consapevole di avere tutti gli strumenti per crescere insieme a loro.

R&D: la velocità è essenziale per sopravvivere In ATPColor, la ricerca è costante. Nella maggior parte dei casi risponde a specifiche richieste e sollecitazioni da parte dei clienti, riportate dai rivenditori. Grazie a una catena decisionale snella, se un suggerimento o una proposta vengono giudicati interessanti e realizzabili, i tre tecnici si mettono subito al lavoro per svilupparla. Questa rapidità è – deve essere – la forza di un’azienda di piccole dimensioni che tra i propri principali competitor vede EFI VUTEk o Durst. «Noi siamo la zanzara che disturba il sonno dei giganti. Se

siamo abbastanza veloci, sopravviviamo. E ogni tanto vinciamo pure», è l’efficace metafora che usa Martellono. Le modifiche vengono studiate non solo perché si adattino a tutte le stampanti, ma anche perché possano essere installate come aggiornamento su tutti i modelli precedenti. Questa estrema onestà intellettuale e professionale di ATPColor, che non obbliga il cliente a comprare una nuova macchina per accedere a una nuova tecnologia, diventa in questo modo anche un potente strumento di fidelizzazione.

53


tecnologie Acquistata insieme al software ArtiosCAD, la Kongsberg C64 dotata del modulo roll feeder garantisce all’azienda campana versatilità, automazione e produttività

Delducaprint ha la “Formula” del finishing per jumbo-roll e apre alla cartotecnica

P

foto: Andrea Ardolino - andreardolino.it

er Francesco Del Duca il mercato della stampa rappresenta un terreno di stimolo e di crescita. Lo è stato fin dagli albori della sua carriera di stampatore, all’inizio degli anni ‘90 quando, giovane geometra, ha intuito la possibilità di fare business realizzando un centro stampa dedicato prevalentemente al mondo della progettazione. Ingegneri, architetti e ovviamente geometri hanno quindi vissuto un passaggio dal ruolo di colleghi a quello di clienti, rappresentando il primo step di una crescita che è proseguita, assecondando le trasformazioni del mercato e affiancando alle lavorazioni tecniche anche quelle di vero e proprio centro copie. Nel 2009 è avvenuto il passaggio decisivo nel mondo della stampa digitale di grande formato, accompagnato da un periodo di eccezionale crescita a livello aziendale. In questa fase nasce la Delducaprint, azienda destinata

54

ad occuparsi prevalentemente del settore digitale di grande formato. Con piattaforme ad alta produttività – sia flatbed che roll-to-roll – le crescenti esigenze dell’azienda hanno creato la necessità di installare una nuova soluzione da taglio e fresatura che fosse in grado di gestire anche materiali superwide in bobina, soprattutto vinili e tessuti. La scelta è ricaduta sulla Esko Kongsberg C64 dotata sia del conveyor belt che del roll feeder motorizzato, strumento opzionale in grado di soddisfare l’esigenza di automazione e lavorazioni hi-end richieste dallo stampatore campano. Insieme alla C64, Delducaprint ha acquistato anche ArtiosCAD, software Esko, bestseller per la progettazione 3D di packaging ed espositori in cartone teso e ondulato: un altro dei punti di forza della “Formula Digitale” di B+B. || In alto, da sinistra, il reparto di produzione digitale della Delducaprint, che include roll-to-roll, flatbed e cutter. A destra un particolare della C64 personalizzata.


supplies tecnologie

intervista a Francesco Del Duca Titolare di Delducaprint

“Il rapporto con i clienti per noi è fondamentale. Adesso siamo in grado di soddisfare le loro richieste con maggiore velocità, offrendo soluzioni end-to-end”

Da dove nasce l’esigenza di una soluzione di finishing come Esko Kongsberg C64? Nasce dalla necessità di diversificare l’offerta e automatizzare i processi. Gestiamo prevalentemente lavorazioni conto terzi, pur intrattenendo rapporti diretti con alcuni grandi clienti. Si tratta di brand di livello internazionale e grandi franchising che ovviamente non si limitano a richiedere solo la stampa, ma desiderano ottenere il prodotto finito. Il mercato si evolve rapidamente, richiedendo lavorazioni complesse e in tempi ridotti. Per questo cercavamo una soluzione che potesse aiutarci a cogliere le opportunità, sostenendo, nel contempo, ritmi produttivi elevati. La C64 si va ad affiancare alla nostra Kongsberg i-XL44, che col passare degli anni si è dimostrata affidabile e performante nella lavorazione di materiali rigidi e flessibili, anche se ultimamente non riusciva più a reggere da sola volumi in continua crescita.

La possibilità di disporre del roll feeder ha rappresentato un fattore determinante? Si tratta di un plus fondamentale che abbiamo adottato per risolvere le nostre criticità. Il fatto di poter gestire materiali in bobina, come tessuti e vinili, con 3.200 mm di larghezza è fondamentale. Poterlo fare automatizzando i processi di taglio e a una velocità raddoppiata rispetto alla soluzione precedente è fantastico. La C64 ci permette di effettuare lavorazioni di ogni tipo, alimentando substrati rigidi come Dibond, Forex, metacrilati e materiali compositi. Il conveyor belt snellisce i processi, permettendo di posizionare i materiali da un lato mentre il cutter opera dall’altro. In questo modo la produttività è praticamente raddoppiata. Inoltre, il C64 può tagliare e cordonare agevolmente anche materiali complessi e questo rappresenta un ulteriore punto a favore: per noi, infatti, la cartotecnica è un ambito impor-

tante. In questo settore stiamo sviluppando numerosi progetti, tra cui alcuni legati al mondo dell’interior décoration, come la produzione di elementi di arredo totalmente realizzati in cartone. Per questo avete deciso di acquistare ArtiosCAD? Apprezziamo molto l’approccio della “Formula Digitale” e utilizzando ArtiosCAD desideriamo valorizzare le nostre conoscenze proponendo sia consulenze progettuali che realizzazioni endto-end, sfruttando appieno gli strumenti offerti da B+B. Quanto hanno influito sulla scelta finale la consulenza e l’assistenza offerte da B+B? Sono state fondamentali. Il rapporto con Davide Dal Col e l’azienda è di lunga data e si è consolidato sempre più. Ci hanno sempre supportati, offrendoci consulenze puntuali e professionali e un’assistenza impeccabile.

La soluzione da taglio, fresatura e cordonatura che strizza l’occhio all’automazione per bobine XXL Cutter hi-end senza compromessi, con un’area di taglio massima di 3.210x3.200 mm, Esko Kongsberg C64 ha un’architettura solida e funzionale. Il braccio, realizzato in carbonio composito, è rigido e preciso anche ad alta velocità – fino a 100 m/min –, anche grazie al sistema di movimentazione a pignone-cremagliera. Supporta una testa

multiutensile che ospita contestualmente fino a 3 strumenti, con un sistema di cambio rapido dei tool. Il mandrino da 3 kW raffreddato a liquido utilizza punte con diametro fino a 8 mm e può affrontare lavorazioni impegnative su un ampio range di materiali rigidi. Anche la cordonatura può contare su caratteristiche interessanti: la notevole capacità di

pressione verticale – circa 50 kg – in combinazione con rotelle di cordonatura da 150 mm, offre ottime prestazioni anche con materiali impegnativi tra cui il tripla onda da 10 mm. Il roll feeder motorizzato rappresenta un’opzione fondamentale per gestire in maniera automatica bobine superwide, con un peso massimo di 300 kg.

|| La Esko Kongsberg C64 mostra la sua versatilità passando dalla fresatura (a sinistra) al taglio di tessuti in bobina (a destra)

B+B International srl Vicolo Boccacavalla 3/F, 31044 Montebelluna - TV Tel. +39 0423 289090 Fax +39 0423 1912102 info@bbinternational.com www.bbinternational.com

55


speciale Oggi tutti hanno accesso in tempo reale a una marea di informazioni. Questo ha cambiato il modo in cui i dati e le notizie vengano assimilati e fruiti. Sfide e opportunità nuove attendono la comunicazione e il marketing B2B

Il coraggioso nuovo mondo del marketing digitale di Louis De Nolf // louis.dn@duomedia.com

A

vere letteralmente nelle nostre tasche internet e i media digitali ci ha dato accesso a un’enorme ricchezza di informazioni – disponibili sempre e ovunque. Il risultato è un cambiamento nel modo in cui le assorbiamo e le processiamo: sono così tante che esaminiamo e decidiamo in un secondo

56

se qualcosa è degno della nostra attenzione oppure no, e quindi se soffermarci oppure andare oltre. Per il marketing e la comunicazione business-to-business, questa nuova era digitale è una sfida e un’opportunità. Ha aperto nuovi canali di comunicazione immediata con gli stakeholder, ma ha anche reso difficile per un’azienda differenziarsi rispetto alla massa e promuovere in modo efficace i propri prodot-

ti. È quindi necessario ri-valutare il modo in cui comunicano con i propri clienti. Louis De Nolf, direttore generale dell’agenzia di comunicazione duomedia, ci racconta come creare il contenuto giusto per il giusto mercato di riferimento possa aiutare le aziende a sfruttare questo meraviglioso nuovo mondo digitale a proprio vantaggio, e costruire relazioni solide e durevoli con i clienti.


speciale

Sono finiti i giorni in cui le aziende bombardavano i propri clienti di comunicazioni dirette per piazzare le ultime novità. I clienti si sono stufati di un approccio aggressivo e generico – vogliono informazioni che siano attuali e interessanti per loro, comprensione dei loro problemi e soluzioni per risolverli. Non basta più vendere il prodotto: è sempre più importante costruire una relazione con il cliente. La chiave è coinvolgerlo, creando contenuti significativi che suscitino il suo interesse e lo aiutino a migliorare il suo business.

Creare il contenuto giusto è fondamentale È assolutamente essenziale che tutti i contenuti si basino su una strategia solida. Un approccio strutturato assicura un flusso di messaggi coerente attraverso tutte le piattaforme comunicative aziendali. Il primo passo è raccogliere le informazioni: analizza il tuo mercato o i tuoi mercati di riferimento, stabilisci i messaggi chiave che desideri comunicare e identifica i canali più efficaci per raggiungere il tuo pubblico. In secondo luogo, crea del materiale che non si limiti a comunicare i tuoi messaggi, ma che catturi l’attenzione del tuo pubblico e abbia anche un valore formativo. Invece di vantarti di quanto sono fantastiche le tecnologie che usi, focalizzati piuttosto su come possono

risolvere i problemi del tuo cliente e avere un impatto positivo sul suo business, mostrandogli la tua conoscenza dei trend del suo mercato e i problemi che sta affrontando. Anche le recensioni o le referenze scritte dai clienti sono un ottimo strumento per suscitare l’interesse di altri potenziali clienti e aumentare la credibilità di un’azienda nel mercato, dato che raccontano in modo esterno, imparziale, la propria esperienza positiva con un prodotto o un servizio. Comunicati stampa, schede prodotti, newsletter e contenuti per i social media: sfrutta ogni altro tipo di materiale utile a consolidare la tua credibilità e a posizionarti come thoughts leader (letteralmente “leader di pensiero”, influenzatore) nel tuo campo.

Come misurare il successo di una campagna

Iscrivendosi a una newsletter gratuita o scaricando un articolo, per esempio, i visitatori “lasciano un’impronta”, permettendo alle aziende di capire chi ha visitato il loro sito e cosa ha interessato maggiormente. Questo tipo di informazione ha un valore inestimabile. Aiuta a valutare la campagna stabilendo quante persone hanno visitato il sito e quali link nel contenuto originario si sono rivelati più efficaci. Per valutare ulteriormente la tua campagna, ci sono altri strumenti disponibili che possono tracciare la presenza e la visibilità online di un brand e paragonarle a quelle dei competitor. Un’agenzia specializzata in marketing può offrire un’assistenza preziosa per farlo.

Perché le aziende dovrebbero esternalizzare i contenuti?

È vitale valutare una campagna di comunicazione per capire se è stata efficace e ha raggiunto le persone giuste. Prima ancora di farla partire, un’azienda dovrebbe definirne gli obiettivi per misurarne poi i risultati. Questi obiettivi generali sono spesso convertiti in obiettivi misurabili: numero di visite al giorno al sito, numero di clic sulla newsletter… Il sito di un’azienda è la sua vetrina globale. Tutti i contenuti che un’azienda crea dovrebbero contenere un elemento che “spinga” al sito, come link a articoli, blog o video. È come attirare persone nel tuo negozio; una volta che sono entrate, il sito deve mantenere la promessa e tenere alta la loro attenzione con contenuti coinvolgenti e pertinenti che le incoraggino a rimanere.

Chiedere a un’agenzia di comunicazione avviata e con buoni contatti di creare e gestire i tuoi contenuti significa avere accesso all’esperienza di un team di persone che hanno le competenze e i contatti giusti per farlo. Un’agenzia può non solo creare tutti i contenuti di cui hai bisogno, ma anche aiutarti a definire una corretta strategia e struttura iniziale, a identificare i canali e i mercati di riferimento giusti e a comunicazione i giusti messaggi chiave. Contenuti pensati e mirati sono fondamentali per permettere alle aziende di aumentare non solo la visibilità, ma anche, in modo determinante, la loro reputazione e la loro credibilità nei rispettivi mercati di riferimento, contribuendo a migliorare le relazioni con i clienti e ad aumentare le vendite in tutto il mondo.

Louis De Nolf è il direttore generale di duomedia, agenzia di comunicazione e pubbliche relazioni internazionale specializzata nel B2B, con sede a Bruxelles. È cresciuto nell’azienda di famiglia, attiva in Belgio nell’industria dei media, con attività che spaziavano dalla stampa alla televisione, dalla radio al

web, fino alla lead-generation (e non solo). Durante la sua carriera ha avuto la possibilità di sperimentare in prima persona molti aspetti diversi dell’editoria, dalla prestampa e dal colour management fino alla vendita di spazi pubblicitari. Prima di entrare in duomedia, ha lavorato nei media, nella comunicazione e nel marketing.

57


strategie Il produttore e dealer nazionale di soluzioni e materiali per la viscom consolida la sua presenza in Lombardia rafforzando il proprio team e aprendo un nuovo ufficio

Eurmoma cresce nel mercato del Nord Italia proponendo prodotti e servizi esclusivi

F

esteggiati i 25 anni di attività da assoluta protagonista del Centro-Sud, Eurmoma ha compiuto un importante passo, dimostrando un forte desiderio di crescita. La scelta di aprire un ufficio in Lombardia ha un’importanza strategica notevole, con lo scopo di rafforzare la propria presenza nel mercato del Nord Italia per la distribuzione di materiali per la stampa digitale. Ancora più significativa appare la decisione dell’azienda romana di affidare questo progetto a Maurizio Sironi, esperto manager che negli scorsi anni ha contribuito alle fortune di alcune tra le più prestigiose aziende produttrici di materiali da stampa. Questa scelta concorre ad arricchire ulteriormente un team sul quale l’azienda ha fondato gran parte del proprio business. Questo è il modello aziendale distintivo di Eurmoma, che mira a confermarne l’efficacia in un mercato florido ed esigente, puntando su un mix di prodotti hi-end, forniture personalizzate, assistenza e formazione per aiutare i clienti a trarre il massimo, offrendo qualcosa di esclusivo.

58

|| In alto, il team amministrativo di Eurmoma con al centro il New Business Developer Maurizio Sironi, accanto a Ippolito Bassani, titolare dell’azienda. Sironi è il responsabile del nuovo ufficio aperto da Eurmoma a Turate (CO), alle porte di Milano.


strategie professionalità che da sempre distingue Eurmoma. Desideriamo entrare in questo mercato in punta di piedi, offrendo qualità e competenza. L’obiettivo è mostrare le potenzialità dei nostri prodotti e farne crescere la percezione in chi li ha già scoperti. In tanti finora ci hanno scelto come partner per la cura del cliente e l’affidabilità. Questo è il messaggio che vogliamo comunicare.

intervista a Ippolito Bassani Titolare di Eurmoma

Come è nata l’idea di potenziare la vostra presenza nel Nord Italia? Per noi la realizzazione di un progetto è sempre legata alla possibilità di lavorare con le persone giuste. In questo caso ciò che mi ha convinto è stata l’opportunità di collaborare con Maurizio Sironi, un uomo – prima che un manager – di spessore, in grado di garantire la stessa grande

Su quali prodotti e strategie avete intenzione di puntare? Naturalmente saremmo felici se i clienti apprezzassero immediatamente la nostra offerta nel suo complesso ma, almeno inizialmente, punteremo con decisione sul settore dei display. Consolideremo la percezione di Eurmoma anche nella fornitura di prodotti e servizi personalizzati, ponendo le basi per crescere nel medio e lungo termine. Abbiamo la forza per coltivare questo mercato dedicandogli il tempo e l’attenzione che merita. Punteremo su networking, attività formative, workshop e corsi da organizzare all’interno dei nuovi locali.

nari. Nel 2005 è passato un treno che si chiamava Hexis, all’epoca praticamente sconosciuta in Italia. Ho dato un importante contributo alla crescita e all’affermazione dell’azienda francese – che sento un po’ parte di me – creando la rete di contatti con i dealer e curando i rapporti con i grandi clienti italiani.

intervista a Maurizio Sironi New Business Developer di Eurmoma

Una carriera ricca di successi e adesso la nuova avventura in Eurmoma. Ci racconti di lei. Amo le sfide e se ne trovo una interessante la affronto in maniera totale, senza risparmiarmi. Sono partito da molto lontano, dal settore dei supporti fotografici, per poi approdare alla viscom. In Spandex come venditore di materiali e in seguito come responsabile del settore macchi-

Quali fattori l’hanno spinta a sposare questo ambizioso progetto dell’azienda romana? È nato tutto per caso, da una chiacchierata con Ippolito Bassani. Io cercavo una nuova avventura professionale e lui un manager esperto che conoscesse a fondo il mercato. Mi ha spinto ad accettare la comune visione, che mette qualità e servizio prima di ogni altra cosa. Per il resto, abbiamo il vantaggio di poter contare su materiali di qualità, come quelli Orafol, che conoscevo da competitor e mi hanno impressionato adesso che li ho a disposizione. L’obiettivo è quello di ricavare il nostro spazio, rispondendo alla domanda di chi desidera differenziarsi.

Materiali hi-end, espositori e soluzioni personalizzate Eurmoma può vantare un’offerta completa e di alto livello qualitativo sia per quanto riguarda i substrati rigidi che quelli in bobina, distribuendo prodotti realizzati da marchi sinonimo di qualità – tra gli altri Orafol, Simona, Perspex e Diatec. Dai metacrilati alle varie declinazioni dei vinili fino a policarbonato e polionda, senza dimenticare i tessuti e le carte per la stampa digitale: la gamma di materiali copre un vasto range di applicazioni. Allestimenti fieristici, POP e interior décoration sono alcuni ambiti applicativi per i quali Eurmoma è il partner in grado di offrire soluzioni dedicate. L’azienda, inoltre, si è sempre distinta sul mercato per la capacità di abbinare all’ampia scelta in termini di materiali

anche prodotti innovativi ed esclusivi. Si tratta di display ed espositori completamente progettati e realizzati da Eurmoma, che negli ultimi anni si è dotata di una divisione dedicata al finishing per offrire ai propri clienti

soluzioni uniche e su misura. Questo ha permesso di accogliere le richieste di un mercato in crescita, sempre più esigente, spingendo l’azienda a potenziarsi e divenire un partner anche per progetti complessi.

|| Una parte del magazzino di Eurmoma dedicato ai materiali in bobina

Eurmoma srl Via del Casale Paoloni 15 00133 Roma Tel. +39 06 7230087 Via Isonzo 6B 22078 - Turate (CO) Tel. +39 02 96753080 Cel. +39 3498272000 info@eurmoma.it www.eurmoma.it

59


tecnologie Idee frizzanti, entusiasmo e una nuova HP Latex 1500: Nuova Digiservice prosegue il suo percorso di crescita e innovazione tecnologica con il supporto di Fenix DG

Nuovi progetti ecologici nell’arredamento di interni grazie ad HP Latex 1500

I

n questi anni i confini tra interior decoration e comunicazione visiva sono diventati sempre più labili. Parallelamente, i produttori di tecnologia hanno proposto macchine sempre più versatili, capaci di stampare un range vasto di materiali diversi. Per questo motivo, la lombarda Nuova Digiservice, punto di riferimento da 10 anni in Lombardia nel settore delle arti grafiche, ha recentemente ripensato la propria strategia. Ha deciso di investire per ampliare la propria offerta in questo settore. Mantenendo fede, ovviamente, alla propria missione di rispondere alle esigenze dei clienti velocemente, grazie a un parco macchine completo, aggiornato e in costante ampliamento. E quindi, come molte altre volte nel corso degli ultimi sette anni, si è affidata all’esperienza del suo partner tecnologico Fenix Digital Group. Vi vogliamo raccontare il “dietro le quinte” dell’acquisto della nuova HP Latex 1500, presentata a giugno a drupa, e già installata e operativa nella sede di Settimo Milanese di NDS.

60

|| Una panoramica del reparto produttivo di Nuova Digiservice, a Settimo Milanese; sullo sfondo, la nuova HP Latex 1500


tecnologie tecnologie

intervista

a Francesco Mangiaracina Socio di Nuova Digiservice

“Abbiamo deciso di investire in una tecnologia che ci consentisse di ampliare la nostra gamma e entrare in un nuovo mercato”

Quali fattori sono e sono stati determinanti per la vostra crescita? Il costante investimento in tecnologia e nuove risorse, e la costruzione di partnership forti. Per un’azienda come la nostra, che fa della specializzazione, della differenziazione applicativa e dell’affidabilità i propri fattori di successo, la partnership con i provider di tecnologia è un fattore chiave. Fenix Digital Group è un interlocutore chiave: condividendo con noi l’attenzione alla qualità e ben interpretando il nostro spirito innovativo, ci ha guidati nella scelta di molta della nostra tecnologia hardware, tra cui la HP Latex 1500 vista a drupa, installata a settembre. Inoltre, durante questo 2016 abbiamo potenziato il nostro team commerciale, che ora è formato da tre persone. La nostra strategia, di fronte a un nuovo potenziale cliente, è chiedergli di metterci alla prova, di darci una possibilità di dimostrare come la-

voriamo. Quelli che accettano la nostra proposta, di solito continuano a collaborare con noi. Da quest’anno sei socio di NDS. Cosa implica questa nuova responsabilità? Dopo sei anni di gavetta come commerciale, ora concorro alle scelte tecnologiche, di investimento e di business dell’azienda. Una visione e dei valori aziendali profondamente condivisi sono l’unico modo per garantire a Nuova Digiservice un orizzonte di crescita. Investire in tecnologie green, come per esempio HP Latex, fa parte di questa visione, è una forma di responsabilità sociale. In risposta allo stesso imperativo, stiamo investendo anche nelle persone. Sei anni fa eravamo in cinque, ora siamo in tredici, e l’età media è sotto i trent’anni. Un team giovane si traduce in una maggiore sensibilità, creatività e proattività di fronte alle nuove tecnologie e alle esigenze di un mercato che cambia.

Perché hai deciso di puntare proprio su una Latex 1500? Negli ultimi anni ci siamo trovati di fronte nuovi committenti e nuovi interlocutori: sono architetti, allestitori, decoratori d’interni. Hanno istanze diverse rispetto ai nostri clienti tradizionali, e noi dobbiamo aderire a specifiche e capitolati più stringenti, specie se si parla di applicazioni indoor, a volte in luoghi “sensibili” come abitazioni o scuole. Da questo nasce la nostra esigenza di avere in azienda una tecnologia ecologica, in grado di stampare su innumerevoli materiali, anche non pretrattati, senza odori o emissioni nocive, né in produzione né in sede di installazione. Abbiamo valutato con attenzione la soluzione proposta da Fenix Digital Group e, analizzate le alternative, siamo stati felici di confermare la tecnologia HP Latex da loro proposta, e in particolare il modello 1500, che coniuga un formato XXL con ottimi livelli di produttività.

Sostenibilità ambientale, versatilità e formato superwide: plus tecnici per aprire a nuovi interlocutori La luce di stampa di 3.200 mm di HP Latex 1500, unita ad affidabilità, alta produttività nella stampa di affissioni outdoor e un interessante prezzo d’acquisto, hanno consentito a Nuova Digiservice di ampliare il proprio business nella stampa indoor e outdoor. La risoluzione di 1.200 dpi garantisce poi risultati impeccabili nella stampa

dei retroilluminati. Peculiarità tecniche che, unite alla sostenibilità degli inchiostri Latex, stanno producendo soddisfazione e marginalità in crescita. Questo investimento è il primo passo verso il settore dell’interior decoration, sul quale stanno puntando, investendo anche in proprie attività di marketing. Display retroilluminati, tessuti

a uso temporaneo, carte da parati, tele e decalcomanie murali sicure, inodori e prive di emissioni, sta consentendo a Nuova Digiservice di dialogare con progettisti e architetti che realizzano progetti nell’ambito di fiere, eventi ad alto budget e architettura d’interni, trasferendo nuove opportunità, argomentazioni e applicazioni.

|| La Latex 1500, appena installata, ha ricevuto il “battesimo del fuoco” portando a termine un lavoro importante in tempi record

Fenix Digital Group srl Via Maggiate 69 28021 Borgomanero (NO) www.fenixdigitalgroup.com T: +39 0322 060 276 F: +39 0322 060 128 info@fenixdigitalgroup.com

61


speciale In questo articolo affrontiamo l’argomento, sempre attuale, del proofing. Oggi conviene davvero realizzare delle prove di stampa? E semmai, come?

Proofing o non proofing, questo è il dilemma... di Marco Olivotto // marco@marcoolivotto.com

I

n italiano, il termine “prova di stampa” si riferisce a una stampa che funge da riferimento cromatico, affinché lo stampatore possa avvicinarsi il più possibile a un risultato approvato dal cliente. Tale risultato è definito naturalmente dalla prova di stampa stessa. Alla nostra lingua manca una sfumatura fondamentale: in lingua inglese la prova di stampa viene quasi sempre indicata con il termine “contract proof”. Questo implica che non si tratti soltanto di un riferimento, ma di un vero e proprio accordo di fatto tra stampatore e cliente su quale debba essere basato il risultato finale. Un contrat-

62

to, appunto, che come tale ha valore legale. Se si considerasse questo aspetto, le prove di stampa assumerebbero certamente un valore più elevato di quello che viene loro attribuito normalmente. Nel tempo le prove di stampa sono diventate meno popolari a causa del loro costo, della relativa difficoltà a produrle in modo affidabile e dell’affermarsi delle cosiddette “prove a monitor”, delle quali parleremo a breve. Inoltre l’avvento della stampa digitale ha avuto un impatto anche in questo ambito, oltre che in quello più generale dell’organizzazione del flusso di lavoro. Cerchiamo di chiarire questi aspetti nel modo più semplice possibile.

Dopo la formazione classica, la laurea in fisica e vent’anni di produzione musicale, nel 2007 Marco Olivotto scopre le opere di Dan Margulis, padre della correzione del colore in Photoshop, e diventa suo allievo. Da sempre dedito all’insegnamento in diversi ambiti presso strutture private e pubbliche, dal 2011 dedica i propri sforzi alla diffusione delle tecniche della correzione del colore in Photoshop. Da allora organizza campus, workshop, attività formative on-demand in ambito fotografico e grafico, è speaker di FESPA, collabora con realtà didattiche di livello nazionale ed è autore di ben 25 videocorsi e seminari sulla correzione del colore. Dal 2015 è collaboratore fisso di Italia Publishers.


speciale

Due modalità di proofing Esistono due modalità di proofing, che in lingua inglese vengono definite hard proof e soft proof. La prima, hard proof, implica la produzione di un campione stampato vero e proprio. Il campione può venire realizzato per mezzo di un dispositivo diverso da quello che verrà utilizzato per la stampa vera e propria, con opportune tecniche di simulazione delle condizioni di output. La seconda, soft proof, prevede la simulazione a monitor del risultato che si otterrà in stampa. I due termini italiani utilizzati più spesso sono rispettivamente prova di stampa e prova a monitor. Una prova a monitor ha il vantaggio di essere economica: non è necessario alcun hardware aggiuntivo oltre a ciò che si utilizza normalmente in fase di produzione. La prova è immediatamente visualizzabile e viene attuata per mezzo di un software che, naturalmente, deve effettuare la gestione del colore in modo corretto. Questa soluzione presenta però alcune problematiche che vanno tenute presenti: in primo luogo il monitor lavora in RGB e l’output in CMYK – due spazi colore con caratteristiche molto diverse, che vengono messi in relazione da profili ICC opportuni; inoltre, il monitor deve essere opportunamente calibrato e profilato per garantire un’omogeneità di visualizzazione con la stampa; infine, l’aspetto dell’immagine visualizzata a monitor dipende anche dalle condizioni di illuminazione dello spazio in cui esso viene utilizzato – e lo stesso si può dire, naturalmente, per l’aspetto dell’immagine stampata e messa a confronto. La realizzazione di una soft proof è quindi immediata e diretta, ma il suo valore come contract proof, nel senso delineato sopra, va preso con molta cautela. Una prova di stampa, ovvero una hard

proof, è più complessa e costosa da realizzare. Si possono suddividere queste prove in due categorie: le cosiddette prepress proof, realizzate per mezzo di una delle tante tecnologie disponibili (inkjet, ad esempio), e press proof, realizzate direttamente sulla macchina da stampa utilizzata per la produzione. Queste ultime sono le prove più affidabili in assoluto, ma nel caso della stampa tradizionale hanno un costo molto elevato (e talvolta difficilmente giustificabile nel budget complessivo) a causa del tempo necessario per allestire e preparare la macchina a realizzarle. Le prove realizzate con una tecnologia alternativa sono invece più semplici da gestire, ma vanno a loro volta valutate con cautela.

Il controllo del processo La realizzazione di una buona prova di stampa non può prescindere dal controllo del processo di stampa. Idealmente, dovremmo essere in possesso di una rappresentazione precisa delle condizioni di stampa (codificate per mezzo di un profilo ICC), che dipendono dalla tecnologia di stampa utilizzata, dal supporto e dagli inchiostri – nonché da caratteristiche come la densità del retino o dei punti d’inchiostro. Realizzate queste condizioni, vengono stampati e misurati dei campioni che servono essenzialmente per ottimizzare la performance della macchina. A questo punto la macchina viene caratterizzata per mezzo della stampa di una test chart adatta: i campioni prodotti vengono quindi misurati per mezzo di uno spettrofotometro al fine di produrre il profilo colore della macchina nelle condizioni di stampa date. Quel profilo è, per usare una terminologia intuitiva, la descrizione delle condizioni di stampa. Non possiamo purtroppo aspettarci

che le condizioni di stampa rimangano stabili nel tempo: a seconda della tecnologia utilizzata e di molti altri fattori il processo può essere soggetto a fluttuazioni notevoli. Per questo è essenziale che in fase di stampa vengano monitorati opportuni campioni, naturalmente tramite misure accurate, e il comportamento della macchina venga modificato in tempo reale in modo da restare il più aderente possibile a quello descritto dal profilo colore utilizzato. Questo flusso di lavoro implica naturalmente che se abbiamo a disposizione un profilo colore che descrive accuratamente le condizioni di output, entro le inevitabili tolleranze, possiamo aspettarci di produrre una prova di stampa attendibile; in caso contrario, no. Sul piano pratico, se uno stampatore fornisce al cliente un profilo colore che descrive le sue condizioni di stampa e il cliente produce una prova di stampa che simula quel tipo di output, nel momento in cui lo stampatore accetta la prova come riferimento si impegna a consegnare un lavoro le cui deviazioni cromatiche rientrino all’interno di tolleranze prestabilite. Se la deviazione è superiore alle tolleranze, il problema ricade sullo stampatore – non sul cliente. Non è un caso che spesso sia proprio lo stampatore, e in particolare il suo reparto prestampa, a produrre le prove di stampa: in questo modo è in grado di tenere sotto controllo questo delicato aspetto.

La stampa tradizionale Le cose, in pratica, non sono sempre così ben definite. Prendiamo a titolo di esempio la norma ISO 12647-2:2013, che specifica i processi e i parametri da utilizzare nel contesto della stampa in quadricromia su foglio piano e in bobina heat-set con processo offset. È una norma che si estende anche al packaging per la stampa su cartone, con vari metodi di essiccazione dell’inchiostro. Nella versione più recente di questa norma (2013), la tolleranza delle variazioni cromatiche è rimasta invariata rispetto alla versione precedente, rivista per l’ultima volta nel 2007: il valore che la esprime è il ben noto deltaE, che rimane fissato al valore 5 per i colori di processo. Il profilo colore da utilizzare per la realizzazione della prova di stampa può derivare da misure reali effettuate su una specifica macchina, oppure dai dati di caratterizzazione che descrivono il comportamento generale previsto per determinate condizioni di stampa: ad esempio, FOGRA51 per la stampa su carta patinata lucida o opaca, che sostituisce la precedente caratterizzazione FOGRA39. Va compreso che FOGRA51, così come altri insiemi di dati di caratterizzazione, non descrive uno specifico dispositivo reale

63


speciale

ma un comportamento ideale: un po’ come la famosa questione dei “monitor sRGB”, che non possono venire descritti in senso stretto da questo profilo colore (che è indipendente da qualsiasi dispositivo), ma le cui caratteristiche lo approssimano ragionevolmente. Nei mesi passati si è assistito a una notevole discussione relativa al fatto che la versione 2013 della norma tenta di mettere sotto controllo un problema ben noto legato all’utilizzo degli sbiancanti ottici nei supporti di stampa. La questione non è semplice, ma cerchiamo di delinearne i confini. Il mantenimento di una determinata qualità di stampa non può prescindere da misurazioni precise. Nel corso degli anni, si è assistito a un netto aumento degli sbiancanti ottici (OBA, optical brightening agents) che vengono aggiunti sia alle carte da stampa, sia a quelle destinate alla realizzazione delle prove. Questo ha posto una serie di problemi nel momento in cui si dovevano realizzare misure accurate nelle condizioni standard di visualizzazione D50: gli OBA tendono alla fluorescenza, e il risultato delle misure dipende dalla natura dell’illuminante utilizzato nello spettrofotometro, nonché da come i dati vengono interpretati. Le misure naturalmente influenzano i profili ICC nonché i dati di caratterizzazione. Il nuovo standard ha lo scopo di garantire una corrispondenza più precisa tra prova di stampa e stampa quando si utilizzano carte sbiancate per mezzo di OBA. Un esempio ben noto e assai simile: molti tessuti bianchi appaiono nettamente tendenti al blu in fotografia, quando il bilanciamento del bianco viene effettuato correttamente per mezzo di un riferimento neutro affidabile. Questo avviene

64

perché i detersivi contengono OBA allo scopo di far apparire i tessuti più bianchi di quanto non siano in realtà. Lo stesso accade nella carta: gli agenti chimici riflettono una notevole quantità di raggi ultravioletti, invisibili al nostro occhio ma in grado di ingannare gli strumenti di misura. Un modo per aggirare il problema è dotare gli spettrofotometri di filtri in grado di rimuovere la componente UV dalla luce, ma non si è mai raggiunto un reale standard in questo senso. Esiste una norma (ISO 13655:2009) relativa alle procedure da utilizzare per le misure colorimetriche nel campo delle arti grafiche. In essa vengono specificate quattro modalità di misura spettrofotometrica identificate dalle sigle M0, M1, M2 e M3, allo scopo di coprire tutte le possibili combinazioni di carta e inchiostro. Il problema attuale nasce dal fatto che la norma ISO 12647:2013 specifica la modalità di misura M1 (basata sull’illuminante CIE D50) come corretta, mentre la maggior parte degli spettrofotometri attualmente disponibili sul mercato misura in modalità M0 (basata sull’illuminante CIE A, a incandescenza). Nel momento in cui si verificherà un effettivo allineamento tra le condizioni di misura prescritte dalla norma e la situazione reale, la riproduzione cromatica risulterà più fedele su qualsiasi tipo di carta, con o senza OBA. Naturalmente, la ripercussione nell’ambito della stampa digitale sarà notevole, perché l’utilizzo del nuovo standard di misura avrà implicazioni importanti anche in quel contesto. Va tenuto presente, però, che l’illuminante definito dallo standard CIE D50 è ideale: diverse sorgenti reali ne approssimano le condizioni, ma non tutte si comportano

allo stesso modo. In particolare, è importante utilizzare una sorgente il cui indice di metamerismo (MI) sia sufficientemente basso da non indurre un errore sistematico nelle misure.

Ma in pratica? Nell’ambito della stampa digitale, la realizzazione della prova di stampa è meno complessa che nel caso della stampa tradizionale, perché la stampa digitale non richiede lunghi allestimenti specifici per ciascuna produzione. In maniera estremamente schematica, possiamo considerare una stampante digitale alla stregua di una grossa stampante da scrivania: le condizioni di stampa sono descritte da profili ICC forniti dalla ditta produttrice oppure realizzati in proprio, ed è quindi possibile realizzare una soft proof. È poco sensato, in generale, realizzare una hard proof su una seconda macchina, visto che è possibile mandare direttamente in stampa una copia del documento e verificare la qualità del risultato, senza la necessità di realizzare costose lastre, allineamenti e aggiustamenti vari. Ovvero, se la prova di stampa reale può essere una press proof, non abbiamo bisogno di una prepress proof. Naturalmente bisogna valutare caso per caso. A titolo di esempio, nella stampa tessile è opportuno fornire un campione del prodotto finale per evitare lamentele da parte del cliente. Va quindi eseguito un breve ciclo di stampa sul tessuto opportuno, con gli inchiostri opportuni, e il campione ottenuto va inviato al cliente per l’approvazione. Nel momento in cui viene approvato, il centro


speciale dev’essere in grado di garantire la riproducibilità del risultato proposto con tolleranze minime, pena la contestazione che si era cercato di evitare. La buona notizia è che il processo di stampa digitale, se gestito bene, è intrinsecamente più stabile di quello tradizionale, sia in termini di fluttuazioni sul ciclo di stampa che di ripetibilità sul lungo periodo. L’alternativa rimane la soft proof, sempre tenendo presente che fornire un profilo di stampa a un cliente che osserverà il risultato a monitor in condizioni non ottimali è quasi più rischioso che non fornire nulla. Sopravvalutare la competenza di un utente medio nel campo della gestione del colore è un errore che spesso, purtroppo, si paga salato. Da questo punto di vista, la produzione di una hard proof attendibile è ancora la prassi più valida.

Hardware e dintorni Nel caso si voglia realizzare una soft proof, è necessario utilizzare un monitor ad ampio gamut dotato di calibrazione hardware. Anche limitandosi alla stampa tradizionale in CMYK, certe aree cromatiche non possono essere riprodotte su un dispositivo il cui gamut sia assimilabile a quello di sRGB: in particolare il colore ciano puro, visualizzabile senza grossi problemi su un monitor di fascia alta, non è riproducibile su un monitor medio

e la discrepanza è tutto fuorché trascurabile. In questo caso specifico, il deltaE supera in maniera imbarazzante il limite previsto dalla norma ISO corrente, e rischieremmo di approvare a monitor un colore il cui aspetto in stampa sarebbe radicalmente diverso. Sempre in caso di soft proofing, è importante considerare i parametri di calibrazione in base ai quali il profilo del monitor viene realizzato. La questione è delicata e spesso viene messa in discussione l’effettiva validità del suggerimento che i monitor per la prestampa vadano calibrati con il punto di bianco impostato a D50. Se da un lato è vero che questo riflette le condizioni di osservazione standard delle stampe, è anche vero che il nostro sistema visivo non interpreta allo stesso modo la luce diretta e quella riflessa. Diversi lamentano che con questa impostazione il monitor appaia troppo giallo rispetto alla stampa – naturalmente osservata sotto un illuminante standard D50, la cui temperatura di colore è di 5.000 K. C’è chi propone di impostare il punto di bianco a 5.500 K, chi si spinge addirittura a 5.800 K; tutti concordano peraltro che un altro standard diffuso, D65, faccia apparire il monitor troppo freddo con i suoi 6.500 K. Pertanto, come si vede, esiste un’area sfumata in cui è possibile muoversi, e la scelta dei parametri ideali è almeno in parte individuale. Né va trascurata l’impostazione della luminanza: un monitor troppo chiaro

pubblicazione

non può produrre una visualizzazione adatta al confronto con una stampa osservata in condizioni standard. Per quanto riguarda l’eventuale stampante che deve produrre la hard proof, esistono molteplici scelte. Pressoché qualsiasi stampante a getto d’inchiostro di livello professionale può realizzare prove di stampa attendibili che emulino le condizioni della stampa offset tradizionale: è importante che vengano soddisfatti certi requisiti standard, ma soprattutto che la realizzazione delle stampe segua un flusso di lavoro che rispetti integralmente la gestione del colore. Di norma si utilizza un RIP, e una prova di stampa risulta certificata se una misurazione spettrofotometrica testimonia il rispetto delle tolleranze prescritte da un determinato standard di riferimento. Esistono soluzioni di proofing diverse e di vario livello, anche se qualche anno fa fui sorpreso della risposta datami da un noto produttore di stampanti: il loro marchio non proponeva un sistema completamente integrato, ma era possibile assemblarne uno mettendo insieme hardware e software di varia provenienza. Ricordiamo che, in generale, gli elementi essenziali sono tre: una stampante, uno spettrofotometro, un software adatto a generare una prova di stampa attendibile. La compatibilità di solito non rappresenta un problema, ma l’utilità di una rapida indagine prima di accoppiare hardware e software non è da trascurare.

Rivista in abbonamento

nimax: la qualità vuole qualità Sistemi di stampa a dati variabili specifici per flessografia, roto-offset e digitali, piccolo e grande formato.

Tecnologie inkjet alta risoluzione, drop-on-demand ad alta risoluzione, inkjet termico. La stampa personalizzata a dati variabili permette di offrire un servizio completo per il direct marketing, l’indirizzamento, il gaming e la stampa a colori di etichette, aumentando così la competitività sul mercato: Nimax, con le sue soluzioni plug-in, è il partner ideale per le grandi e piccole aziende grafiche che intendono offrire servizi flessibili e all’avanguardia. Chiedi un incontro con i Consulenti Nimax per individuare la soluzione ideale per le tue specifiche esigenze di codifica: nelle offerte Nimax la qualità non è un optional. nimax s.p.a. - via dell’Arcoveggio, 59/2 40129 Bologna - Italy - T. +39 051 419 9133 contactcenter@nimax.it - nimax.it ESCLUSIVISTA

NUOVA K600i

65


tecnologie Distribuito in Italia in esclusiva da Euroscreen, il cutter Unico TT è stato scelto dallo stampatore emiliano per la grande versatilità, l’elevata potenza e la precisione

Visual Brand sceglie Protek e supera i limiti del finishing nel settore del sign&display

N

ata da un’intuizione di Luca Gallerani, Visual Brand prende forma nel 2005, grazie al lavoro di un gruppo di esperti che conferisce all’azienda una connotazione innovativa. Inizialmente focalizzata sulla comunicazione luminosa (insegne, neon, allestimenti commerciali), Visual Brand vive una rapida evoluzione che la porta ad abbracciare a tutto tondo il mondo della comunicazione d’impresa indoor e outdoor. Questa scelta conduce l’azienda a dotarsi di strutture e macchinari adatti a rispondere in maniera soddisfacente alle aspettative dei clienti, sempre più esigenti in termini di ricercatezza delle lavorazioni e tempi di realizzazione. Nel corso degli anni, il team di Visual Brand ha saputo affrontare le sfide del mercato con intelligenza. Ha sfruttato le proprie conoscenze e fatto della flessibilità il caposaldo di un’offerta veloce, precisa, dinamica e capillare. Le tecnologie digitali di

66

stampa e finishing hanno rappresentato per l’azienda strumenti formidabili per fornire soluzioni complesse. L’offerta di Visual Brand spazia dagli allestimenti POP alla comunicazione integrata, fino all’interior decoration. C’è spazio anche per l’ideazione e realizzazione di progetti speciali, a cui si affiancano lavorazioni specifiche, come quelle destinate alla segnaletica stradale e all’arredo urbano. A fronte di un aumento delle richieste, l’azienda emiliana ha ritenuto necessario potenziare il reparto di taglio e fresatura, per rispondere in maniera adeguata. In tal senso, la Protek Unico TT ha rappresentato per l’azienda emiliana una soluzione affidabile e performante, in grado di abbinare precisione e potenza, senza rinunciare a una grande versatilità. || In alto, da sinistra, il logo di Visual Brand e una fase di preparazione del materiale nel reparto di termoformatura, una tra le varie tipologie di lavorazioni effettuate dall’azienda


tecnologie tecnologie

intervista a Luca Gallerani Titolare di Visual Brand

“Adesso siamo in grado di inventare di continuo nuovi prodotti. Unico TT è lo strumento che ha elevato all’ennesima potenza il valore della nostra creatività”

Cosa vi ha portato a scegliere una soluzione da taglio con le caratteristiche di Unico TT ? La richiesta di soluzioni di comunicazione integrata è sempre in aumento. Abbiamo cercato una piattaforma che potesse, in modo flessibile e affidabile, lavorare un ampio range di materiali ma che, soprattutto, offrisse la flessibilità di cui abbiamo bisogno nel mondo delle arti grafiche. Per noi è necessario, durante la stessa giornata, cambiare lavorazione più volte e velocemente, con materiali sempre diversi. Abbiamo quindi valutato le varie offerte di mercato e abbiamo riconosciuto nel modello Unico TT caratteristiche davvero interessanti, che ci hanno convinti ad acquistarlo. Dopo averlo utilizzato in produzione, quale aspetto del cutter vi ha più colpiti? Ce ne sono molti. Unico TT unisce le caratteristiche di un plotter da taglio a prestazioni di fresatu-

ra davvero soddisfacenti. Lavora materiali acrilici di grande spessore con una precisione unica, senza alcuna vibrazione. Questo grazie alla struttura solida e alla grande potenza delle 3 pompe per il vuoto che fissano fermamente i materiali al piano di lavoro. Oggi possiamo lavorare alluminio, ottone, lamiere di ferro e acciaio anche grazie all’intelligente sistema di refrigerazione degli utensili che abbiamo riscontrato solo in Unico TT. Durante le varie lavorazioni dei materiali, la possibilità di cambiare in automatico l’utensile in uso, scegliendo tra 12 differenti strumenti, rende questo sistema molto produttivo. Oggi lavoriamo quasi contemporaneamente più materiali, aumentando ogni giorno la produttività. Fin dall’installazione della piattaforma la nostra visione commerciale si è allargata, dando origine ad opportunità di business davvero interessanti già a pochi mesi dall’acquisto. Tutto ciò prima era impensabile.

Qual è la vostra opinione circa il binomio Protek-Euroscreen prima e dopo l’acquisto? Abbiamo conosciuto Protek grazie a Euroscreen, nostro partner storico per la fornitura di tecnologie e materiali. Nella fase decisionale è stato fondamentale avere Euroscreen come interlocutore, a garanzia iniziale del prodotto. Abbiamo valutato attentamente le migliori soluzioni sul mercato, effettuando diverse demo, invitati da almeno 4 competitor. Poi, accompagnati da Cesare Mottola e Raffaele Schirinzi di Euroscreen, abbiamo svolto dei test nello showroom di Protek. Dopo una valutazione finale non abbiamo avuto dubbi: Unico TT era la risposta alle nostre necessità e oggi ne siamo pienamente soddisfatti. A livello di assistenza, abbiamo potuto contare su un adeguato corso di formazione e sappiamo di poter contare su Euroscreen e Protek, la cui crescita secondo noi è solo all’inizio.

Unico TT è una soluzione da taglio solida e affidabile, adatta a lavorazioni complesse e a turni di lavoro 24/7 Preciso e affidabile, Unico TT è una soluzione per taglio, fresatura e cordonatura dedicata alla comunicazione visiva. La struttura è costituita da parti in acciaio elettrosaldate e dà alla piattaforma grande stabilità. In grado di lavorare materiale cartotecnico, vinili, schiume e pelle, offre grandi performance nelle lavorazioni di livello industriale, come quella

di metalli, materiali compositi, Plexiglas, legno o Dibond, con uno spessore massimo di 80 mm. Uno dei punti di forza di questo cutter è il mandrino, in grado di erogare una potenza massima di 3,5 kW. Dotato di un innovativo sistema di raffreddamento, può raggiungere e mantenere una frequenza di rotazione di 50.000 giri/min, per affrontare an-

che i substrati più complessi. Il piano di lavoro, realizzato in materiale ad alta resistenza, è suddiviso in 12 zone aspiranti e collegato a 3 pompe di aspirazione che ottimizzano tenuta e risparmio energetico. Unico TT conta, inoltre, su un cambio utensili automatico a 6 posizioni (12 opzionali) che lo rende ancora più versatile e produttivo.

|| La Unico TT installata presso il reparto di finishing di Visual Brand dispone del sistema di cambio automatico a 12 utensili

Protek Zona Industriale C.da Congiunti 65010 Collecorvino (PE) www.protek.it protek@protek.it T: +39 085 8208888 F: +39 085 8206685

67


L’evoluzione sta alla base dei migliori risultati

NEOPOST GRAPHICS, IL TUO FORNITORE UNICO PER IL DOPOSTAMPA

Neopost Graphics offre ai professionisti della stampa una selezione dei migliori brand per la finitura, con un focus sulle attrezzature per il finishing di stampe digitali. L’esclusiva formula finanziaria del noleggio operativo tramite Neopost Rental Italia, l’eccellenza dei servizi post stampa e il nostro Neopostshop per l’acquisto on line dei consumabili sono i nostri fiori all’occhiello. Visita neographics.it per conoscere l’intera offerta.

Neopost Italia srl, via Sirtori 34 Rho (MI) / Per informazioni 800 412 999 neopost.it neographics.it


idee per crescere Diventare più intelligenti è possibile? Forse non è necessario: basta imparare come sfruttare al meglio le intelligenze di cui siamo dotati

Intelligenze multiple, mille emozioni diverse: sai riconoscerle e gestirle? di Gianluca Ferrauto // ferrautogianluca@gmail.com

A

gli inizi del ’900, lo psicologo francese Alfred Binet inventò il primo test per misurare l’intelligenza, considerato la base del moderno test del Q.I. (quoziente di intelligenza). Oggi è stato dimostrato che il test del Q.I. è meno attendibile del previsto come elemento predittivo dell’affermazione professionale dei soggetti ai quali viene somministrato. In pratica, si è scoperto che un Q.I. alto non rende una persona migliore né le garantisce il successo. Ma allora cos’è che lo fa? Quali sono le caratteri-

stiche delle persone di successo? Cosa definisce e accomuna i “migliori” professionisti? Un famoso aforisma attribuito ad Albert Einstein recita: «Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido». Un’idea che, a livello ancora embrionale, anticipa la teoria sulle intelligenze multiple dello psicologo e docente americano di origine ebraica Howard Gardner, che ha avuto molta notorietà tra gli studiosi che hanno affrontato il tema dell’intelligenza umana. Vediamola insieme.

Gianluca Ferrauto, dal ’76 all’84 giocatore di pallavolo semiprofessionista (ha giocato 8 anni in serie A), ha poi ricoperto ruoli dirigenziali in importanti compagnie italiane ed estere. È stato direttore generale in Condé Nast e amministratore delegato di Finservice (gruppo Cerved), per ricordare solamente qualche esperienza. Ha deciso di mettere a frutto come consulente la sua conoscenza di ogni sfumatura delle delicate dinamiche relazionali nel mondo sportivo e professionale. Ha attitudine al pensiero strategico, al lavoro di gruppo, alla gestione e al rafforzamento del talento. Come specialista delle relazioni, agisce accompagnando le persone in azienda in un percorso di sviluppo e acquisizione di autoconsapevolezza.

69


idee per crescere

Non una, ma diverse intelligenze: come usarle? Secondo la teoria che Gardner ha sviluppato alla fine degli anni Ottanta, l’uomo non ha una sola intelligenza, ma diverse, e ognuno di noi può averne più di una. L’intelligenza prevalente sarà quella che ci caratterizza, che ci indirizza verso una carriera o un’attività specifica ma, allo stesso tempo, essendo in possesso di altre e differenti caratteristiche, ognuno di noi ne possiederà anche altre. Quali sono, quindi? Vediamole abbinate a degli esempi di professione in cui vengono applicate concretamente: 1. intelligenza logico matematica, propria di maestri, scienziati e ingegneri; 2. intelligenza linguistica, propria di poeti, giornalisti, scrittori e oratori; 3. intelligenza spaziale, propria di pittori, architetti, piloti ed esploratori; 4. intelligenza musicale, propria di cantanti, musicisti, compositori; 5. intelligenza cinestetica o procedurale, propria di dentisti, atleti, chirurghi e orafi; 6. intelligenza naturalistica, propria di biologi, medici e astronomi; 7. intelligenza esistenziale, propria di preti e filosofi; 8. intelligenza intrapersonale, propria di attori e di molti imprenditori; 9. intelligenza interpersonale, propria di leader e psicologi.

70

In effetti, un musicista potrebbe anche essere un bravo ballerino: Michel Jackson cantava e ballava stupendamente allo stesso modo. Un buon giornalista potrebbe anche essere un ottimo leader ed esercitare questa caratteristica come direttore di testata. Volendo fare altri esempi, avremo seri professionisti che suonano molto bene uno strumento oppure manager che svolgono attività sportive di buon livello, tutti bravi nel fare sia una cosa che l’altra. Negli anni Duemila, nel libro Cinque chiavi per il futuro, Gardner identifica poi una sintesi delle abilità necessarie nell’età contemporanea, stabilendo una nuova classificazione di intelligenze, che possiamo considerare alternativa alla precedente: sono quella disciplinare, quella sintetica, quella creativa, quella rispettosa e quella etica. Nel volume “Cinque chiavi per il futuro” del 2007, partendo dalla classificazione di Gardner, lo psicologo americano Daniel Goleman ipotizza che l’intelligenza intrapersonale e quella interpersonale siano parte di quella che chiama “intelligenza emotiva”. La caratteristica principale dell’intelligenza intrapersonale, quella che usiamo verso noi stessi, è la consapevolezza. L’intelligenza interpersonale, che ci aiuta nella relazione con gli altri, è invece caratterizzata dall’empatia. Per Goleman consapevolezza ed empatia sono gli elementi che influenzano maggiormente la vita dell’uomo, nonostante siano state per lungo tempo (e forse ancora oggi) ignorate o sottovalutate.

Governare le emozioni per migliorare le relazioni Non finiremo mai di scoprire la grandezza dell’essere umano; tuttavia possiamo approfondire e studiare la sua intelligenza emotiva, come riconosce le emozioni e, una volta riconosciute, come le gestisce o, meglio ancora, come le “governa”. Eh sì, perché come ho scritto nel mio primo articolo (lo trovi in Italia Publishers n° 5 del 2016) se è vero che la maggior parte dei problemi aziendali nasce dalle difficili relazioni tra le persone interne all’azienda stessa, allora saper riconoscere lo stato d’animo nel quale mi trovo mentre vengo biasimato dal mio capo, oppure sapere quale emozione potrà provare o prova il mio collega mentre gli chiedo di fare una cosa per me, si rivelerà un fattore decisivo per agevolare e rendere meno difficili le relazioni. Proviamo quindi ad andare a fondo di cos’è l’intelligenza emotiva e cosa sono questa “consapevolezza” e questa “empatia” che le caratterizzano. Vi anticipo che per Goleman sono gli elementi che influenzano maggiormente la vita dell’uomo. In psicologia, si definisce “consapevolezza” la percezione del verificarsi di una certa condizione o di un certo evento. È una caratteristica che appartiene non solo agli uomini, ma anche agli animali, perché essere consapevoli di un dato fatto non implica necessariamente che lo si comprenda.


idee per crescere Possiamo quindi ragionevolmente tradurre “autoconsapevolezza” come “essere presenti a se stessi”. È propria dell’intelligenza intrapersonale, che si compone di consapevolezza di sé (la capacità di produrre risultati riconoscendo le proprie emozioni), dominio di sé (la capacità di usare i propri sentimenti per un fine), motivazione (la capacità di scoprire il vero motivo che spinge all’azione) e abilità sociale (la capacità di stare insieme agli altri cercando di capire i movimenti che accadono tra le persone). Il secondo elemento che influenza le relazioni è l’empatia, ovvero la capacità di comprendere lo stato d’animo altrui, ed è proprio dell’intelligenza interpersonale. Questo tipo di intelligenza si compone di comprensione degli altri (la capacità di entrare in sintonia con il prossimo), valorizzazione degli altri (la capacità di mettere in luce collaboratori e colleghi), capacità di far leva sulle diversità (l’agio e la disinvoltura di fronte a ciò che è diverso) e competenza politico-sociale (la capacità di capire chi decide, la gestione del networking). Cercando di migliorare queste caratteristiche si migliora, di fatto, la propria intelligenza

emotiva, e quindi anche la qualità delle proprie relazioni.

Le emozioni: riconoscerle per migliorare le relazioni A questo punto, abbiamo citato spesso le emozioni: è importante imparare a conoscerle e riconoscerle (in noi stessi e negli altri) per riuscire a migliorare le nostre relazioni personali e professionali. Le emozioni sono reazioni emotive brevi e intense, a differenza dei sentimenti, che sono più tenui ma più duraturi (l’amore può durare tutta una vita, ma non viviamo perennemente disgustati o impauriti). Quelle primarie sono sei: collera, disgusto, vergogna, invidia, paura e gioia. Solo la vergogna non può essere controllata (non possiamo evitare di arrossire); fortunatamente tutte le altre sì. In ambito lavorativo, ci sono alcuni “acceleratori” di collera che ne agevolano la manifestazione, come il puntualizzare, il rinfacciare, il biasimare, il predicare e il recriminare. Quando non si è capaci di fare un biasimo o agire adegua-

tamente il ruolo di capo, è facile scatenare o essere protagonisti di episodi di collera. Il disgusto in azienda si può manifestare in mensa o in ufficio, verso colleghi poco graditi. La gioia è lo stato emotivo di viva, completa e incontenibile soddisfazione. Le persone gioiose sono positive, aperte, simpatiche, fiduciose e umili. Il contrario (purtroppo) è la tristezza che ci assale quando siamo privati di qualcosa o di qualcuno. La vergogna ci assale quando ci rendiamo conto di avere agito o parlato in maniera riprovevole o disonorevole, magari durante una riunione o con un cliente, se non siamo stati capaci di fare buona impressione o vendere il nostro prodotto. In azienda le persone invidiose si lamentano delle promozioni dei colleghi o del premio che non hanno ricevuto perché dato ad altro soggetto più meritevole. Possiamo affrontare la paura in 3 modi, che chiameremo le 3 F: Fly, Freeze or Fight (cioè scappare, bloccarsi o combattere.) Al lavoro accade tutti i giorni di trovarsi in situazioni che ci chiedono di comportarci così, a noi la responsabilità di scegliere come agire.

Obiettivo SMART n. 2: identifica le tue intelligenze principali Abbiamo deciso, lo scorso “appuntamento”, di darci degli obiettivi SMART, ovvero Specifici, Misurabili, raggiungibili (dall’inglese Achievable), Rilevanti e definiti nel Tempo. Serviranno a migliorare la qualità della tua vita, a comprendere cosa ti soddisfa e cosa invece vuoi migliorare, quali sono i traguardi che vuoi raggiungere. Ti daranno nuovi motivi per agire, perché la semplice azione di identificare un obiettivo ci av-

vicina già all’obiettivo stesso. Il primo che ti propongo è legato alle intelligenze multiple. Quali sono le tue intelligenze? Sono coerenti con quanto stai facendo e ti appaga nel lavoro di tutti i giorni? Rileva e segna su un foglio quanto ti soddisfa e quanto vuoi migliorare; cerca la soluzione in te stesso (prima di lamentarti degli altri), e usa le caratteristiche proprie dell’intelligenza intrapersonale.

Obiettivo SMART n. 3: conosci e gestisci le tue emozioni Scegli un’emozione e appuntati quante volte la provi, in quale occasione e che reazione hai. Segna anche le reazioni conseguenti. La settimana dopo, rilevando la stessa emozione, prova a cambiare il tuo comportamento,

verificando se questo migliora i tuoi rapporti (per esempio, hai avuto paura di un colloquio o di fare una presentazione davanti al capo: quale delle “3 F”, Fly, Freeze or Fight, hai scelto?). Fallo ogni settimana e confronta i risultati.

71



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.