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Italia Publishers - Anno XXIX - n° 6/2017 - Prezzo euro 10,00 - Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI
WHAT’S INSIDE?
La narrow-web del futuro? È digitale o ibrida MEETING LEADERS
Ragione, tradizione ed eccellenza: così Gallus innova il label printing
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sommario 06
EDITORIALE
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Stampare etichette: vorrei ma... posso?
58 |
Potrà la stampa digitale direct-to-container sconvolgere il packaging?
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Automate to survive: questo il diktat agli etichettifici per prosperare nel il futuro
86 |
Quando i colori “divergono” è questione di Delta-E
NEWS
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12 |
16 |
Novità, tecnologie e tendenze dai player del mercato digitale
MEETING LEADERS
STRATEGIE
Ragione, tradizione ed eccellenza: 64 | così Gallus innova il label printing
Joy è l’incubatore di idee e competenze che sa ispirare e innovare il printing
WHAT’S INSIDE?
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Progettualità, customer care e le migliori tecnologie per migliorare il POP nel mondo
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Pitstop fulminei e vera efficienza per la vittoria, in F1 come in stampa!
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L’inkjet di BOBST riparte da Mouvent e affronta nuove sfide, tra etichette e tessuto
La narrow-web del futuro? È digitale o ibrida
EVENTI 32 |
Labels printing: evoluzione inarrestabile tra analogico, inkjet e Industry 4.0
TECNOLOGIE
SUPPORTI 72 |
Tra analogico e digitale, tra il Garda e le Alpi, c’è chi trasforma l’adesivo in valore
40 |
Ricerca, sviluppo e adesivi avanzati migliorano design e performance delle etichette
50 |
Dal file alla nobilitazione, Konica Minolta cambia i paradigmi nel label printing
78 |
Dall’inkjet al toner, dalle t-shirt alle etichette, Ricoh rivela il colore nascosto
Avery PCL3 democratizza la stampa a foglio di etichette professionali
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Valiani Maximus V: taglio smart per etichette à la carte
56 |
80 |
Quartapagina: idee creative uniche prendono vita grazie alla versatilità di Kombo SD+
SPECIALE 44 |
Opportunità locali e crescita globale: il mercato delle etichette ha il vento in poppa
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Passato, presente e futuro (digitale) della stampa di etichette in Europa
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FOCUS
IDEE PER CRESCERE 84 |
Content matrix: usate un cucchiaio per tagliare il pane?
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La differenza come chiave di vendita dello stampato
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inserzionisti Agfa ATP Color Avery TICO B+B International Bullmer Durst EIZO Eurmoma Eurotech Fotoba International
Saremo presenti a
pag. 31 pag. 89 II cop. pag. 19 pag. 7 pag. 75 III cop. pag. 43 pag. 25 pag. 3
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Italia Publishers – Anno XXIX – n° 06 2017 Registrazione: Tribunale di Milano n. 74 del 12/2/94 Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Direttore responsabile Silvia Guglielmi silvia@densitymedia.com Co-editore Lorenzo Villa lorenzo@densitymedia.com Responsabile operativo Gabriele Lo Surdo gabriele@densitymedia.com
Redazione Roberto Bonsignore roberto.b@densitymedia.com Caterina Pucci caterina@densitymedia.com Hanno contribuito Jennifer Dochstader Mike Fairley Marco Olivotto Matthew Parker Michael Reardon Andy Thomas
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editoriale di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com
Stampare etichette: vorrei ma... posso? Solo qualche mese fa vi suggerivo una riflessione sul potenziale valore di modelli di business ibridi, ovvero integrare la vostra offerta con prodotti e servizi di stampa spesso anche marcatamente differenti. Un tema che in questo numero dedicato alla produzione di etichette si ripropone in modo scottante. Come leggerete a pagina 32 nel report della nostra visita allo European Label Forum di FINAT e ancora a pagina 44 e 52, dove i nostri partner internazionali ci aiutano a descrivere le dimensioni e i trend globali dell’etichetta, dobbiamo prendere atto che parliamo di un segmento dal potenziale esplosivo. Specie se osservato da chi, come noi, si prefigge la mission di supportare la trasformazione digitale del printing. Guardando ai numeri, alle previsioni di crescita e alle criticità che i grandi converter tradizionali stanno affrontando nella gestione di tirature sempre più brevi e on-demand, verrebbe quasi naturale valutare l’acquisto immediato di una stampante per etichette. E in fondo è il motivo per cui, a pagina 16, abbiamo costruito per voi un’ampia guida tecnologica. Ma produrre etichette – che non sono semplici sticker ma veri materiali di packaging da applicare su veri prodotti che vengono maneggiati e utilizzati da veri consumatori – è un lavoro estremamente complesso e costellato di variabili. Lo hanno scoperto a proprie spese molti piccoli e medi stampatori commerciali che, un po’ per curiosità e un po’ per appetito, si sono messi in casa una macchina digitale a bobina per stampare etichette. Se più d’uno ha infatti incontrato criticità tecniche nelle fasi di preparazione, finishing e confezionamento del prodotto, quasi tutti hanno sottostimato la complessità di centrare il delicato rapporto tra tipologia di macchina, livello di investimento, capacità produttiva, costo di produzione e prezzo di vendita. Questo non è per dissuadervi, ma anzi per incoraggiarvi ad esplorare questo comparto con entusiasmo. Unite però al rispetto e alla volontà di osservare e ascoltare converter, creativi e brand-owner tra i più professionali ed esigenti al mondo. Solo così non rischierete di farvi male.
news BreakfastPRO, colazione 4.0 tra caffè, formazione e networking Una colazione che è anche un momento di ispirazione, apprendimento e crescita? Ci hanno pensato i professionisti dello Studio 361° di Brescia, capitanati da Michela Di Stefano. Le BreakfastPRO sono rivolte a tutti coloro che – attivi nel marketing, nell’editoria e sul web – desiderino ampliare le proprie competenze in ambito digital. Un territorio, ampiamente inesplorato, ricco di opportunità per comunicare, promuoversi e vendere efficacemente. La prima serie di appuntamenti si svolgerà a Brescia presso il centro scientifico Ambiente Parco, a partire dal 14 settembre. Gli incontri
inizieranno alle 8:00 e dureranno fino alle 10:00. Gli ospiti verranno accolti da una ricca colazione, offerta dagli sponsor ODSstore e Qantiqa, durante la quale sarà possibile intrattenersi con gli altri avventori. A seguire gli speaker affronteranno l’argomento della giornata e risponderanno alle domande della platea. Essi saranno inoltre disponibili nell’ultima mezz’ora per incontri one-to-one. Sul sito dell’evento è possibile trovare il calendario completo e aggiornato degli appuntamenti, nonché maggiori informazioni sugli speaker coinvolti. www.breakfastpro.eu
|| Il primo incontro BreakfastPRO sarà incentrato su come iniziare nel modo giusto a promuoversi e fare business sfruttando adeguatamente gli strumenti corretti
|| Pixartprinting è una scelta ottimale per aziende e professionisti che desiderano esternalizzare la stampa di piccolo e grande formato
PixartPro, l’iniziativa che premia i professionisti delle arti grafiche Dal 18 luglio è operativo PixartPro, programma che premia, con sconti e servizi esclusivi, la fedeltà dei clienti business di Pixarprinting, leader italiano del web-to-print e tra i principali player europei del settore. Tipografie, agenzie e studi grafici che affidano a Pixartprinting le proprie commesse potranno ottenere, mensilmente, un buono sconto. Questo crescerà in base alla cifra spesa dal committente, fino a raggiungere il 10% del valore dei prodotti acquistati. Tra i servizi esclusivi ci sono la personalizzazione
dei dati del mittente e la totale assenza di riferimenti a Pixartprinting su packaging e campionari. I clienti-rivenditori che si affidano a Pixartprinting sono circa 50.000 su un totale di oltre 250.000 in tutta Europa. PixartPro è quindi una scelta strategica potenzialmente vincente sia per l’acquirente che per Pixartprinting. L’iniziativa si affianca al programma di fidelizzazione Starway, già attivo su base annuale e destinato a clienti con volumi d’acquisto da 10.000 euro in su. www.pixartprinting.it
Esko, a Labelexpo 2017 la gestione del workflow semplice ed efficiente Esko punta a massimizzare il livello di efficienza nella gestione del workflow end-to-end, semplificando tutte le singole fasi del processo. A Labelexpo 2017 presenterà le sue ultime soluzioni per il workflow: WebCenter Essentials for Labels e Automation Engine Essentials for Labels, sviluppate appositamente per gli stampatori di etichette. Ambedue sono caratterizzate dal fatto di essere soluzioni complete e pronte per l’uso. La prima è un pacchetto per la gestione dei progetti, dall’idea al file. La seconda consente di
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controllare l’intera fase di prestampa, automatizzandola e riducendo così tempi di lavorazione e possibilità di errore. Durante la fiera, Esko sarà inoltre coinvolta nell’Automation Arena, uno spazio che ospiterà due sistemi produttivi end-to-end, uno analogico e uno digitale, per la lavorazione completa delle etichette. Le due linee saranno totalmente automatizzate e comprenderanno ogni fase della produzione, dall’ideazione del progetto fino alla logistica e alla fatturazione al cliente. www.esko.com
|| Una schermata di Esko WebCenter Essentials for Labels rende immediatamente l’idea del concetto di semplificazione sul quale l’azienda belga lavora incessantemente
news
|| Mirco Gasparotto, Presidente di Arroweld Italia, e Paola Mortara, CEO di Fenix DG. A destra, alcuni visitatori assistono a una demo della swissQprint Nyala LED.
Nasce Fenix Print Lab, fucina di idee e tempio dell’inkjet hi-end Fenix DG ha raddoppiato le dimensioni dello showroom di Settimo Milanese, dando vita al Fenix Print Lab. Quest’ultimo non è solo un centro demo, ma un luogo in cui incontrarsi, parlare, sperimentare, scoprire e testare tecnologie di stampa sempre all’avanguardia. Il Fenix Print Lab è stato inaugurato lo scorso 29 giugno, coinvolgendo manager europei di aziende partner come swissQprint, HP e 3M. Ha aperto i lavori Paola
Mortara, CEO di Fenix DG, che ha presentato l’azienda, la sua mission, il lavoro svolto fino ad oggi e i dati di crescita che ne sono conseguiti. “Il Fenix Print Lab”, ha spiegato la manager, “custodisce il nostro valore aggiunto, il servizio di assistenza tecnica che offre le giuste soluzioni tecnologiche per soddisfare i bisogni dei clienti”. La parola è poi passata all’imprenditore e business coach Mirco Gasparotto. Questi ha evidenziato le
principali criticità dell’essere imprenditore, esaltando il concetto di “resilienza”, applicato alla vita di tutti i giorni. A seguire, Paola Mortara e Kilian Hintermann, Product Manager di swissQprint, hanno premiato le aziende Move, Seritouch e Multigraph, prima, seconda e terza classificata dell’edizione italiana dello swissQprint Creative Challenge. Il contest rivolto alle aziende di stampa che, utilizzando flatbed swissQprint, realizzano
applicazioni innovative e fuori dagli schemi. Dopo la pausa pranzo è toccato a Roman Barba, tecnologo di HP, coinvolgere i presenti, mostrando i vantaggi tecnologici della stampa Latex, affiancando alla teoria anche incisive applicazioni pratiche. Ampio spazio, infine, per le demo sulla nuova stampante flatbed Nyala LED e sulle HP Latex 1500, 570, 335 Print & Cut e PageWide XL 8000. www.fenixdigitalgroup.com
news Guandong: la comunicazione cambia in un minuto con Spot Déco
|| Un esempio di utilizzo combinato dei diversi materiali della gamma Guandong Spot Déco, utilizzabili sia outdoor che indoor
Guandong ha deciso di rendere possibile cambiare in un solo minuto il messaggio pubblicitario all’interno dei negozi. Per affrontare la sfida, il produttore ha sviluppato Spot Déco, il concept con cui il Presidente dell’azienda Edoardo Elmi materializza la definizione di “comunicazione instore 4.0”. La gamma di soluzioni Spot Déco ha l’obiettivo di veicolare la comunicazione in-store in maniera efficace, rapida e semplice. I supporti Spot Déco possono essere collocati su qualsiasi tipo di superficie liscia, come vetrine,
pareti, pavimenti e arredi, non richiedono un’applicazione professionale e sono facilmente posizionabili e rimovibili. Tutti i materiali per applicazioni indoor appartenenti alla gamma Spot Déco sono stampabili con tecnologie inkjet wide format, con inchiostri ecosolvent, UV-curable e Latex. Oltre ai supporti autoadesivi basati sull’utilizzo di collanti, la gamma include materiali che aderiscono alle superfici utilizzando sistemi di microventose o cariche elettrostatiche. www.guandong.eu
Al via il Creativity Day, must-do dedicato ai creativi digitali
|| EFI Pro 16h stampa a una velocità massima di 90 m²/h e gestisce sia materiali in bobina che supporti rigidi con spessori fino a 50,8 mm.
L’offerta wide format di Ricoh Italia è ancora più ricca con le ibride EFI Sulla base dell’accordo globale siglato con EFI durante la scorsa drupa, Ricoh Italia ha recentemente incluso nella propria offerta le due ibride EFI H1625 LED ed EFI Pro 16h LED. L’eccellenza tecnologica EFI nello sviluppo di piattaforme UV-LED incontra così la capillarità e l’efficienza dei servizi pre- e post-vendita Ricoh. Per presentare le possibilità offerte dalla tecnologia ibrida, Ricoh esporrà a Viscom Italia 2017 il modello EFI H1625 LED. Una piattaforma ideale per entrare nel mercato delle applicazioni
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stampate in digitale su materiali rigidi, che unisce elevata risoluzione (max 1.200x600 dpi) e grande versatilità (grazie al doppio bianco). “Localizzando questo accordo in Italia, il nostro obiettivo non è proporre macchine generaliste per la stampa su pannelli. Vogliamo offrire sistemi di stampa evoluti e versatili, in grado di supportare i nostri clienti nella creazione di applicazioni ad alta redditività”, afferma Walter Vicenzutto, Graphic Arts Sales Specialist di Ricoh Italia. www.ricoh.it
Il 29 settembre a Reggio Emilia e il 18 ottobre a Milano, torna il Creativity Day. L’appuntamento, organizzato dal 2001 dal centro di formazione Inside Training, è tra quelli imperdibili per tutti i creativi digitali, i professionisti del marketing e quelli della comunicazione. È un evento di formazione e networking, che si pone l’obiettivo di proporre spunti per anticipare i futuri scenari in un settore che vive un’evoluzione tumultuosa. Con 50 speaker e 45 sessioni tra speech (la mattina) e workshop (il pomeriggio),
il Creativity Day è diviso in tre distinte macro-aree: “strategia e business”, “tecnologia e coding”, “video e illustrazione”. Il format prevede che ciascun tema venga affrontato da differenti punti di vista, con la possibilità di realizzare eventuali applicazioni pratiche (ad es. per il coding) o soluzioni creative tangibili. La principale novità di questa edizione è la formula “Extra”, che permette sessioni one-to-one previa prenotazione on-line. Tutti i programmi sono visibili sul sito internet. www.creativityday.it
|| I partecipanti possono comporre liberamente la propria agenda della giornata, combinando i vari appuntamenti che stuzzicano maggiormente il loro interesse
news Due le novità che Domino lancerà durante il prossimo Labelexpo 2017 A Labelexpo 2017 Domino presenterà la versione 2.0 del suo front end digitale e un nuovo modulo inkjet per la stampa del bianco. Rispetto al Digital Front End v1.2, il DFEv2.0 promette un aumento di velocità delle operazioni e automazioni semplificate. Il front end è compatibile con il più recente codice di programmazione Esko e supporta diverse tipologie di file per VDP (stampa di dati variabili).
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La nuova anteprima ScreenPro raggruppa tutti i processi in un unico flusso di lavoro JDF, guadagnando sia in termini di rapidità che di efficienza. Ad esempio, DFEv2.0 ha una velocità di RIP-toprint fino a cinque volte superiore alla versione precedente. Grazie al nuovo workflow JDF, l’automazione si estende a più processi, riducendo al minimo gli interventi dell’operatore. Il nuovo modulo
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28/04/17
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inkjet K600i è rivolto principalmente a chi cerca un’alternativa alla serigrafia per la stampa del bianco su etichette. Può riprodurre piccoli testi con una definizione molto elevata e, grazie alla possibilità di gestire i dati variabili, si presta a un’ampia gamma di soluzioni applicative. K600i promette affidabilità e performance costanti, grazie a un’innovativa gestione dell’inchiostro. Questa si
basa sulla combinazione tra una tanica speciale e un sistema di movimentazione costante del fluido, che impedisce la sedimentazione dei pesanti pigmenti del bianco. K600i è dotato di due barre di stampa, ha luce di 333 mm e raggiunge una velocità di 75 m/min. Il modulo è pensato per essere facilmente installato anche su sistemi di stampa già esistenti. www.domino-printing.com
|| A sinistra, una fase di preparazione della stampa, in cui si utilizza ScreenPro per ottimizzare i file. Qui sopra, un esempio delle potenzialità della stampa di inchiostro bianco di Domino K600i in combinazione con la gestione di dati variabili.
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news Grafservice: la 100ª Agfa Anapurna in Italia è la prima H3200i LED Cento volte Anapurna. Agfa raggiunge questo prestigioso traguardo di installazioni in Italia al fianco di Grafservice, uno dei suoi clienti storici. Già dotata di macchine di stampa offset, proprio acquistando un’Anapurna Mv l’azienda aveva iniziato la sua avventura nella stampa digitale di grande formato. Nel corso del tempo Grafservice è cresciuta fino a sentire la necessità di dotarsi di una soluzione di stampa più performante. Per questo motivo la centesima vendita corrisponde a un debutto assoluto. La nuova ibrida Anapurna
H3200i LED è infatti la prima della sua serie installata in Italia. Una stampante inkjet molto versatile, con luce di 3,2 m, che affianca il bianco alla quadricromia estesa (CMYKcm) e raggiunge una velocità di 129 m²/h. Una differenza abissale con la prima Anapurna M4F, con luce di 1,6 m, che stampava in quadricromia toccando i 14 m²/h. Da quella prima installazione, nel 2008, Agfa ha costantemente innovato e investito in R&D, riuscendo a ottenere risultati tangibili e importanti. www.agfa.com
|| Lo staff di Grafservice, capitanato da Riccardo Molteni (al centro), festeggia insieme a Marcello Eracli, Wide Format Specialist di Agfa Italia, la 100ª Anapurna installata in Italia
Un’esplosione di colori per la nuova stampante 3D di Mimaki Mimaki ha da poco confermato il lancio della nuova stampante inkjet UV LED 3D UJ-553. Annunciata a drupa 2016, si tratta della prima macchina al mondo per la stampa tridimensionale a colori. Gli oggetti vengono realizzati stratificando gli inchiostri su un supporto idrosolubile, facilmente eliminabile al termine del processo. La configurazione a 4 colori (CMYK) assicura fino a 10 milioni di combinazioni cromatiche. Una base di inchiostro bianco conferisce brillantezza ai colori, mentre il clear permette di ottenere
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effetti traslucidi, indicati per la realizzazione di retroilluminati. Le chimiche contengono una resina acrilica che assicura resistenza alle sollecitazioni e agli agenti atmosferici. Il curing UV LED, a bassa temperatura, consente di ottenere tempi di asciugatura rapidi mantenendo bassi i consumi energetici. Unitamente al colore, UJ-553 introduce la possibilità di creare profili di simulazione, che consentono una visualizzazione affidabile a monitor e una riproduzione fedele in stampa. www.mimaki.com
|| L’interno del libro “I am Milano” realizzato da Moleskine su carta Arjowiggins Igloo Offset, per celebrare l’inizio di EXPO 2015
La carta Igloo di Arjowiggins sarà protagonista ai Torino Graphic Days Il 13 ottobre, a Torino, il graphic designer di fama internazionale Patrick Thomas, terrà un workshop dal titolo “Serigrafia lo-tech”, dedicato alle tecniche di stampa non convenzionali. Il corso è organizzato in collaborazione con Arjowiggins Graphic nell’ambito del festival “Torino Graphic Days”, in programma dal 12 al 15 ottobre. Utilizzando carta riciclata Arjowiggins Igloo, l’artista mostrerà ai partecipanti come realizzare stampe con la tecnica della serigrafia, avendo a disposizione esclusivamente
stencil tagliati a mano. La scelta della carta è ricaduta su Igloo sia per il suo ottimo punto di bianco, in grado di far risaltare adeguatamente i colori delle immagini, che per la superficie patinata estremamente liscia. Le carte della linea Igloo consentono ottimi risultati di stampa, prestandosi a lavorazioni generalmente appannaggio di carte a fibra vergine e risultando adatte anche a un utilizzo per stampa digitale, come testimoniato dalla certificazione HP Indigo. www.arjowigginsgraphic.com
news Packly rende il packaging on-demand ancora più accessibile, facile e veloce Packly rinnova la sua piattaforma online e svela grandi novità. Su tutte, la possibilità di ottenere in tempo reale i rendering dei progetti, realizzati sulla base dei tracciati fustella Packly. L’utente deve scaricare un tracciato di fustella, personalizzarlo utilizzando Adobe Illustrator ed effettuare l’upload nella specifica sezione del sito. Questo è un servizio essenziale per agenzie e professionisti della grafica che, in pochi minuti, valutano la correttezza e la funzionalità di
quanto elaborato. Per poi ottenere a domicilio, in un paio di giorni, il prodotto finito. Le sorprese di Packly non si fermano qui. Per migliorare l’esperienza della creazione di packaging on-demand l’azienda ha adottato un nuovo motore grafico più potente, veloce e all’avanguardia. Anche l’interfaccia è stata aggiornata e ora consente di elaborare, in tempo reale, mock-up interattivi che possono simulare anche le operazioni di apertura e chiusura di scatole e astucci. In grado di
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gestire fogli di cartone teso fino a 70x100 cm, Packly offre 31 modelli di packaging, con circa 400 miliardi di combinazioni realizzabili. I clienti possono acquistare anche una sola copia di quanto elaborato. “Quelli che noi realizziamo non sono prototipi, ma prodotti finiti, comparabili agli standard industriali del packaging” – spiega Giuseppe Prioriello, Founder e CEO di Packly. Con circa 11.000 utenti registrati in tutto il mondo, Packly propone due piani di
abbonamento PRO per scaricare fino a 75 tracciati al mese con annessi file di anteprima 3D, abbinando all’offerta un piano di sconti sulla realizzazione del prodotto. www.pack.ly || A sinistra, il rendering immediato del file interattivo, caricato utilizzando la specifica sezione del sito Packly. A destra, una tra le tante fustelle a disposizione degli utenti di tutto il mondo, pronte per essere scaricate e personalizzate.
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meeting leaders Fedele ad un approccio pragmatico allo sviluppo di prodotto, il costruttore svizzero parla di digitalizzazione e ibridazione partendo da solide fondamenta
Ragione, tradizione ed eccellenza: così Gallus innova il label printing di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com
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ono i dati di mercato e l’endorsement degli esperti a confermare come quello della stampa di etichette sia uno dei segmenti del printing in più forte crescita. E di conseguenza uno dei più ricettivi agli investimenti in nuove tecnologie di stampa e di processo. Un mercato in espansione che risente, al pari di ogni altra industria sulla faccia della terra, di spinte all’efficientamento ispirato alla Industry 4.0, alla riduzione del time-to-market, alla personalizzazione di nicchia o di massa. Il Labels Printing, insomma, è un settore “che tira”, in cui non pochi player – ben distribuiti tra vecchie conoscenze e outsider totali – hanno pensato bene di brandire lo scettro degli innovatori e pontificare su scenari tecnologici più o meno credibili. Su queste basi, per il Meeting Leaders di questo numero abbiamo scelto di incontrare un player in grado di rappresentare serenamente il passato e il presen-
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te, ma anche delineare il futuro delle tecnologie per la produzione di etichette. Come già in altre occasioni abbiamo scelto come destinazione la Svizzera. Una nazione che difficilmente spicca nello scacchiere mondiale dell’industria, che tuttavia si distingue per livelli di estrema sofisticazione nello sviluppo e nella produzione di tecnologie allo stato dell’arte. Oggetto della nostra curiosità e di un incontro al vertice è la leggendaria Gallus, oggi parte della blasonata famiglia Heidelberg. Un costruttore che da decenni incarna l’eccellenza assoluta nelle tecnologie di stampa flexo, offset e serigrafiche, che in tempi non sospetti ha scelto di integrare l’inkjet ai massimi livelli nella propria offerta. Ma soprattutto un brand che c’è stato, c’è e ci sarà. || In alto a sx lo storico sito produttivo e quartier generale di Gallus a St. Gallen. A dx un dettaglio della nuova piattaforma di stampa convenzionale/inkjet Gallus Labelfire
meeting leaders
intervista a Klaus Bachstein CEO di Gallus
“La svizzera offre un ecosistema eccellente, che per Gallus in particolare è sinonimo di tradizione e competenze specifiche nel business dell’etichetta”
Quanto la Svizzera rappresenta ancora un vero asset per Gallus? È un fattore chiave, per noi e per molte altre aziende svizzere. La svizzera offre un ecosistema eccellente, che per Gallus in particolare è sinonimo di tradizione e competenze specifiche nel business dell’etichetta. Qui tutti parlano di etichette e si preoccupano unicamente di questo, sanno come assistere il cliente e come funzionano le macchine dal software all’hardware analogico, fino al digitale. Nel nostro team e tra queste mura, dai sales manager ai clienti, ci sono decenni di esperienza che sarebbe impensabile trasferire. Uno degli asset più importanti è il knowhow applicativo. Qui in Gallus abbiamo un gruppo di stampatori specializzati che incarnano le esigenze più estreme dei clienti e ci danno modo di testare in modo approfondito ogni singolo aspetto. Per non parlare del nostro team di R&D: contiene una base di competenze così grande e radicata da non poter essere messa in autobus e spedita altrove. Realisticamente, essere localizzati altrove ci darebbe forse un vantaggio economico, ma avendo lavorato in quattro paesi diversi prima della Svizzera posso affermare che i dipendenti
L’importanza di chiamarsi Ferdinand È il 1923 quando la Ferdinand Rüesch Gauger viene iscritta nel registro delle imprese, mentre solo due anni dopo la società Schuster & Co. di St. Gallen è impegnata ad etichettare manualmente i suoi pattern tessili. Un lavoro impegnativo, che Ferdinand Rüesch viene chiamato a razionalizzare. Da questo fortuito incontro domanda/offerta nasce la prima macchina da stampa manuale Gallus Junior. Negli anni ‘50 tocca al figlio Ferdinand III Rüesch prendere il controllo dell’azienda, che vede così ampliate le quote di export, industrializza la produzione e introduce i sistemi di stampa Gallus in differenti segmenti. Gli anni ‘70 vedono un ulteriore miglioramento dei processi produttivi, ispirati alla lean production, mentre gli anni ‘90 segnano la defi-
di questa area provano una grande solidarietà verso l’azienda ed esprimono una grande qualità. È un buon bacino anche per le risorse del futuro? La Svizzera ha un tasso di disoccupazione vicino al 3%, un mercato del lavoro liberale, un sistema educativo d’eccellenza e un bel modello di apprendistato. Basti pensare che in Gallus ruotano ogni anno una trentina di ragazzi e ragazze che vengono dalla scuola – tra il 10 e il 15% della forza lavoro – che restano per 2 o 3 anni. Molti di loro restano con noi, mentre alcuni affrontano gli step formativi successivi e poi tornano qui. Alcuni dei nostri migliori tecnici software hanno compiuto questo percorso.
Tralasciando i dati di mercato triti e ritriti, quali trend vi guidano nello sviluppo? Oggi nell’etichetta più un prodotto è nobilitato, più è costoso e più genera redditività. Non è casuale che circa i due terzi del mercato in valore stiano dove si usano foil, embossing e altri effetti speciali. Nelle etichette standard, se le tirature sono alte c’è poco valore, se sono basse possono acquisirlo grazie al digitale. Alla luce di questo, oggi i criteri di valutazione nell’acquisto di una macchina da stampa sono l’efficienza nel cambio lavoro, la nobilitazione e il livello di investimento. Che poi è il triangolo su cui ci stiamo concentrando per offrire soluzioni davvero efficaci. Personalizzazione e dati variabili arriveranno, non è questa la leva.
|| Da sx Klaus Bachstein, Michael Ring e Matthias Marx, rispettivamente CEO, VP Digital Solutions e Corporate Communication Manager di Gallus
nitiva internazionalizzazione del business di Gallus, con l’ingresso in azienda di Ferdinand IV e l’apertura delle filiali in USA, Australia, Germania, UK e Danimarca. Risale al non troppo lontano 1999 il primo abboccamento con Heidelberg, che acquisisce il 30% del capitale di Gallus Group e dà l’avvio alla collaborazione industriale tra i due leader di mercato. Una partnership che sfocia nella decisione del board di Heidelberg di acquisire la totalità di Gallus nell’estate del 2014.
Gallus e Avery: connubio inscindibile dell’etichetta Tra i milestone che più hanno segnato la storia e lo sviluppo di Gallus c’è senz’altro l’incontro tra Ferdinand III Rüesch e Stan Avery a Chicago nel 1950: una tappa fondamentale nel futuro sviluppo della stampa di
etichette autoadesive, che ancora oggi è alla base della collaborazione tra il costruttore svizzero e il leader mondiale dell’adesivo. Ancora oggi Gallus dimostra le proprie tecnologie di stampa più evolute in combinazione con i materiali di Avery Dennison presso il knowledge center Avery di Cincinnati, Ohio, e negli analoghi centri sparsi per il mondo, che includono i mercati emergenti di Cina e India. I poli d’eccellenza del Labels Printing si aggiungono ai Print Media Center di Heidelberg specializzati nella stampa a foglio, ad oggi presenti in Germania, India e USA.
Visione globale, efficacia locale I 15 anni di partnership commerciale, finanziaria e industriale con Heidelberg, cui è seguita la completa integrazione, hanno portato Gallus a sviluppare un modello effi-
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meeting leaders Efficiente, modulare e tailor-made
cacissimo di go-to-market e di servizio, che ha visto una riduzione del numero di filiali del marchio svizzero a beneficio di una presenza congiunta con il brand tedesco della stampa sheet-fed. L’Italia – come sottolinea il CEO di Gallus, Klaus Bachstein – è un esempio virtuoso di questo sistema, con un team di esperti dedicato al Labels Printing che coadiuvano il team tecnico/commerciale di Heidelberg. Sebbene la ricerca & sviluppo e tutte le competenze che hanno permesso a Gallus di affermarsi come uno dei leader globali dell’etichetta restino saldamente impiantati nel quartier generale di St. Gallen, lo stesso top management dell’azienda è un esempio di diversity e di visione globale. A partire dal tedesco Klaus Bachstein, dall’austriaco Matthias Marx e dall’americano Michael Ring, che più di tutti sta supportando l’evoluzione di Gallus in chiave digitale.
Con fiducia verso l’inkjet Al modello di trasformazione scelto da quei player che definiremmo “nativi digitali”, con
Michael Ring Vice President Digital Solutions, Gallus “Chi ha già acquistato una digital press sta iniziando a muovere volumi analogici verso il digitale, non per ragioni di prezzo ma per la flessibilità”
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il progetto Labelfire Gallus antepone un modello di coesistenza con il convenzionale che valorizza il meglio dei due mondi e integra ai massimi livelli la struttura che è alla base di tutte le macchine Gallus. A riconferma dell’importanza delle sinergie, Labelfire condivide con la sorella Primefire – la digitale a foglio di casa Heidelberg, che ricalca la struttura delle Speedmaster offset – il motore inkjet basato su tecnologia Fujifilm. Entrambi i sistemi, destinati a indirizzare le future esigenze di efficientamento e personalizzazione nei settori labels, packaging e commercial printing, utilizzano teste Samba da 1200 dpi nativi e sono concepite come sistemi di produzione integrati in un workflow che include know how, gestione del file, sviluppo della chimica d’inchiostro, sistemi di pretrattamento e moduli di pre e post-stampa convenzionali.
Sin dagli anni ‘70 Gallus è fautrice della lean production e ha saputo trasferire nei propri prodotti e processi tutti i benefici di questa filosofia di produzione. Presso la sede storica di St. Gallen, a tutt’oggi principale sito industriale di Gallus, la costruzione è suddivisa in differenti aree e gli spazi sono pensati per ospitare l’assemblaggio simultaneo di più macchine, con un layout variabile in funzione della loro tipologia, formato, numero di colori e moduli aggiuntivi. Oltre che della loro complessità di assemblaggio e della durata delle fasi di testing. Tutte le macchine di nuova concezione sono assemblate e testate integralmente, mentre per i prodotti consolidati si procede alla costruzione e al testing dei singoli moduli. Infine l’assemblaggio finale è completato presso il cliente. Ogni singola macchina è costruita sulla base di un ordinativo, ma i moduli più diffusi vengono preassemblati su base previsionale: questo consente a Gallus di essere estremamente veloce e reattiva nelle consegne. Parlando di Labelfire, la struttura base della macchina e i moduli analogici vengono prodotti in Gallus, mentre l’integrazione dell’engine digitale, l’assemblaggio e il testing vengono completati presso il sito produttivo Heidelberg di Wiesloch, dove nasce anche Primefire.
meeting leaders
FINISHIN STAMPA EL MATE ENTO D
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Un unico focus: le esigenze autentiche degli etichettifici Il cuore della strategia di Gallus è garantire successo e sicurezza agli stampatori di etichette. Per questo il costruttore svizzero è da sempre focalizzato su un unico gruppo di clienti specializzati: quegli stampatori che offrono soluzioni complete nel campo
dell’etichetta, in tutti i settori. Un’industria enorme, che esprime esigenze molto specifiche in funzione del campo di applicazione, che pertanto necessita di risposte professionali e non accetta compromessi. Per Gallus, da sempre, la priorità è l’ascolto di questi operatori e la piena comprensione delle loro vere necessità. Un approccio che nei decenni ha consentito al brand svizzero di affermarsi nell’immaginario e nei reparti di produttivi
Verso gli e-services e la Industry 4.0 Più che parlare di macchine, Gallus ama prendersi cura del cliente lungo tutta la vita utile della propria tecnologia, attraverso i propri programmi di assistenza. Il trend già segnato, che sarà ulteriormente ribadito a Labelexpo 2017, è quello degli e-services. L’ambizione di Gallus è di gestire tutte le macchine di nuova generazione come soluzioni service-driven ed electronic-driven, capaci di rilasciare e scambiare grandi quantità di dati. L’obiettivo è quello di utilizzare i dati a beneficio del cliente, per esempio indicando all’operatore potenziali problematiche, benché ancora non evidenti e soltanto futuribili. Uno dei vantaggi attesi per gli utilizzatori sarà l’aumento dell’uptime dell’attrezzatura, la possibilità di ricevere consigli su come migliorare l’efficienza e la possibilità di aprire eventuali e-call. Tutto in Gallus parla già di Industry 4.0 e di quell’Internet Of Things che combina hardware e software con i vantaggi garantiti da Internet e dallo scambio di dati.
degli etichettifici come un fornitore con cui crescere step by step, magari partendo con un sistema entry-level e poi crescendo in funzione delle mutate esigenze. Il secondo pilastro alla base del successo di Gallus è infatti la partnership di lungo termine con il proprio cliente, che non inizia e finisce con la macchina, ma abbraccia l’intero ciclo di vita di un’azienda. Ultimo, ma non meno importante, il plus per cui Gallus è a buona ragione considerata il “one-stop shop” per chiunque produca etichette è la sua capacità di elaborare risposte efficaci a problemi complessi. Che significa fornire sempre al cliente le tecnologie di stampa e di processo in grado di produrre le applicazioni desiderate e generare redditività. Una sfida complessa che, oggi più che mai, include la stampa digitale.
Un dialogo aperto con brand-owner e designer Quella che per molti costruttori di tecnologia è un percorso ancora tutto da iniziare, per Gallus è parte della cultura aziendale. Da sempre l’azienda svizzera considera il dialogo con creativi e brand-owner un momento chiave per acquisire istanze, suggerimenti, idee, e comprendere in anticipo le esigenze future. Così da poter mettere gli etichettifici nelle migliori condizioni per soddisfarle appieno e intercettare i trend di investimento più ricchi. A questo scopo e a supporto della propria ricerca e sviluppo, Gallus organizza periodicamente round table, eventi e workshop.
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What’s inside
Cresce inarrestabile l’offerta di macchine da stampa per etichette, in un mix di inkjet e analogico
La narrow-web del futuro? È digitale o ibrida
I
brido è bello! Potrebbe essere questo il leitmotiv della nostra annuale guida tecnologica alle macchine da stampa digitale per etichette. E non importa di quale ibridazione si parli, perché gli approcci sono davvero i più disparati e iniziano a creare differenze rilevanti nell’offerta dei vari costruttori. Il primo distinguo è legato ovviamente al corpo macchina, che nel caso delle ibride è quasi sempre derivato da un sistema analogico, in cui viene integrato un modulo o un intero motore di stampa digitale. Così che il risultato finale consenta alla fine di combinare la consistenza e l’economicità operativa di moduli flexo e unità di foiling con tutta la flessibilità della stampa digitale. Ma anche tra i sistemi full-digital l’asticella continua ad alzarsi e quelli che due anni fa erano poco più che prototipi oggi sono sistemi produttivi affidabili, qualitativi, versatili e integrabili con moduli di pretrattamento, fustelle laser e tradizionali, moduli di slitting e quant’altro necessario per ottenere un prodotto finito ineccepibile. D’altra parte se i dati di mercato confermano che la produzione di etichette sarà sempre più digitale, è inevitabile che le tecnologie di stampa e di converting debbano supportare questo trend. Nelle prossime pagine abbiamo realizzato per voi una guida aggiornata alle soluzioni più evolute tra quelle già disponibili, cui nei giorni precedenti alla chiusura di questo numero si sono aggiunti altri sistemi di stampa che vedremo in anteprima a Labelexpo 2017.
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Cresce la nobilitazione on-line e off-line Nel mercato delle etichette larga parte delle future opportunità di crescita - perlomeno in termini di valore - risiedono nella fascia di prodotto più ricca. Questo giustifica il crescente focus dei costruttori su sistemi digitali in grado di produrre etichette di altissima qualità, meglio se nobilitate. Sempre più brand propongono ad asempio motori inkjet con colori speciali e bianco ad alta coprenza, magari adatto a riprodurre effetti tridimensionali. A questi si aggiungono laccature spot lucide e opache, ottenute con inchiostri speciali o particolari sistemi di curing. Le piattaforme ibride a loro volta combinano i vantaggi del digitale con quelli dell’analogico. Sono infatti dotate di moduli flexo per stendere fondi a tavola piena (tra tutti il bianco coprente, laminazioni e vernici speciali, come quelle per l’anticontraffazione. Ma anche di moduli di foiling per la realizzazione di effetti metallici e olografici. Si affacciano poi sul mercato innovative macchine stand-alone dedicate esclusivamente alla nobilitazione digitale di materiali in bobina, dotate di teste per la verniciatura spot e a rilievo e di moduli di digital foiling. Queste possono essere installate in azienda al servizio di una o più macchine narrow-web digitali o analogiche.
what’s inside Tra laser, fustelle e slitting
Occhio al software e al DFE
Se fino a un anno fa la maggior parte delle narrow-web digitali prevedeva una dotazione di finishing basilare - una semplice unità di riavvolgimento o al massimo una fustella laser con uno sfridatore - le accresciute aspettative dei converter hanno indotto quasi tutti i costruttori a dotare le proprie macchine di sistemi di converting più completi e complessi. Talvolta progettate insieme all’engine di stampa oppure integrando tecnologie di terze parti, le opzioni di finishing disponibili possono includere laser a uno o più diodi, ad altissima potenza, per garantire elevate velocità lineari anche con tracciati di taglio complessi. Laser che per le tirature più elevate e le lavorazioni ripetitive lasciano spazio a fustelle semi-rotative con lamierini. Ma anche moduli di slitting per sezionare la bobina, sistemi di pretaglio sul retro e gruppi flexo di laminazione e verniciatura.
Nell’offerta dei costruttori il Digital Front End si pone sempre più come un elemento differenziante. Quasi sempre accompagnato da un hardware dedicato, il DFE costituisce l’interfaccia con cui l’operatore può pilotare la macchina ed effettuare tutte le operazioni di setup, caricamento dei file, gestione delle code di stampa, ottimizzazione dei tracciati fustella, del nesting e della resa, cambio lavoro, verifica delle impostazioni di produttività, inserimento dei marchi di registro, gestione qualità, color management e soft proofing. In alcuni casi il software è parte delle tecnologie proprietarie del produttore, mentre in altri è mutuato da una terza parte. È il caso delle soluzioni Esko, adottate da numerosi brand del packaging e dell’etichetta, che grazie all’architettura modulare garantisce un’eccellente integrazione e ottime prestazioni.
Investimento, produttività e autonomia per calcolare il ROI Come accade (ed è sempre accaduto) in altri segmenti del printing, anche nel ricco e luccicante mercato delle etichette per competere e non farsi male bisogna usare gli strumenti giusti. E un investimento sovradimensionato, al pari di uno eccessivamente tarato al ribasso, può compromettere il beneficio economico di entrare in un business apparentemente redditizio. La regola, che alcuni sembrano ignorare, è sempre la solita: sistemi più automatizzati e produttivi garantiscono solitamente bassi costi di produzione, anche grazie a favorevoli politiche di service e fornitura dei consumabili basate sui volumi. Al contrario una macchina entry-level, benché veloce e capace di stampare con ottima qualità, darà il meglio nei micro-lotti venduti a caro prezzo, rischiando di sbatterci fuori mercato se impiegata su tirature appena più lunghe.
Toner, Electroink o inkjet?
Pretrattamento, sì o no?
Alcuni la vivono ancora come una diatriba o una scelta di campo. Noi preferiamo considerarla una coesistenza fisiologica. Se l’Electroink di HP e il toner di Xeikon hanno reso possibile la penetrazione della tecnologia digitale nel settore dell’etichetta, negli ultimi 3-4 anni è stato un inkjet più veloce e affidabile a supportare la progettazione di nuove macchine narrow-web da parte di innumerevoli brand. La maggior parte utilizzano inchiostri UV-curable ma sono già in molti a invocare un waterbased compatibile con materiali non cartacei, che aderisca anche alle normative di sicurezza più stringenti. Eppure, salvo l’ampiamente pronosticata (e prevedibile) crescita dell’inkjet, le mosse dei costruttori fanno presagire ancora molti anni di coabitazione tra tecnologie che hanno – una per l’altra – prerogrative che le rendono uniche e insostituibili.
Quello del pretrattamento delle carte e dei materiali per il labeling è sicuramente uno degli argomenti più dibattuti. Il motivo è semplice: la mancata adesione dell’inchiostro (o del toner) ad un dato materiale può sfociare nell’impossibilità di realizzare una commessa, in costi aggiuntivi di pretrattamento - normalmente l’applicazione di un primer o coating - o nella necessità di acquistare un materiale diverso e più costoso. Un quesito che non trova una risposta univoca, sebbene gran parte delle nuove tecnologie digitali vada chiaramente nella direzione di una sempre maggiore compatibilità con gli stock di materiale in commercio. La presenza di moduli di pretrattamento in macchina, siano essi analogici o digitali, rappresenta per alcuni un fattore di sicurezza. Ma il consiglio è quello di valutare caso per caso le proprie lavorazioni ed esigenze specifiche.
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What’s inside
Xeikon 3500 La serie Xeikon 3000 combina produttività ed elevata qualità dell’immagine, fornendo agli stampatori un ampio range di soluzioni per la stampa di etichette, studiate per soddisfare ogni tipo di esigenza. L’ammiraglia 3500 assicura le prestazioni migliori nella gestione di tirature medio piccole, ridotti tempi di consegna e versatilità. La macchina stampa su bobine di larghezza compresa tra i 250 e i 516 mm, a una velocità massima di 19,2 m/min. L’avanzata tecnologia di imaging unita alla densità variabile del punto (4 bit) permettono di ottenere immagini estremamente definite (1.200 dpi), passaggi tonali omogenei, dettagli nitidi e precisi. Il toner QA-I assicura un gamut cromatico molto esteso. Oltre alla quadricromia standard (CMYK), la stampante può gestire un quinto colore a scelta tra un’ampia gamma di tinte piatte (rosso, verde, blu, arancio, ExtraMagenta, SuperBlack, bianco) e colori metallizzati (MatteSilver e PalladiumSilver). Come tutte le macchine Xeikon di questa gamma, il modello 3500 è integrabile con il software di gestione del flusso di lavoro X-800. Si tratta di un RIP modulare e scalabile che facilita l’operatore nelle operazioni di monitoraggio delle code di stampa, gestione del colore, stampa di dati variabili, elaborazione di PDF da stampare. Sono inoltre disponibili unità ausiliari per la laminazione, il taglio, la verniciatura (colori spot e colori spot UV). www.xeikon.com
Konica Minolta bizhub PRESS C71cf Konica Minolta bizhub PRESS C71cf è una soluzione mid-range che offre agli etichettifici l’opportunità di affidare le commesse con tirature medio-piccole al digitale, garantendosi maggiori profitti. L’innovativa tecnologia per l’elaborazione dell’immagine S.E.A.D. IV (Screen Enhancing Active Digital Process) permette di riprodurre in maniera precisa linee sottili e testi molto piccoli. Il risultato sono stampati di elevata qualità, con una risoluzione reale di 1.200 dpi x 8 bit (percepita: 1.200 x 3.600 dpi). La stampante utilizza i toner polimerizzati Simitri HD E. Questi, avendo una temperatura di fusione più bassa dei toner tradizionali permettono di ottenere un risparmio energetico e la piena compatibilità con una gamma di materiali più ampia. I toner Simitri HD E sono inoltre attenti all’ambiente. La loro produzione crea emissioni di CO₂ ridotte, fino al 33% in meno rispetto a quella di toner tradizionali. Inoltre, la tecnologia a toner non presenta le problematiche di migrazione tipiche dell’inkjet e risulta dunque ideale per applicazioni nel settore alimentare. PRESS C71cf stampa a una velocità massima di 18,9 m/min su bobine da 330 mm. Konica Minolta mette a disposizione anche un kit opzionale con cui è possibile ridurre la larghezza di stampa massima di 320 mm fino a 250 mm. www.konicaminolta.it
La tecnologia alla base dei toner Xeikon QA-I permette di stampare su materiali di ogni tipo, senza bisogno di pretrattamento. I toner bianco e trasparente trovano applicazione specialmente nel settore della stampa di sicurezza, consentendo di realizzare codici e simboli visibili solo se esposti a una luce ultravioletta. La formulazione a bassa emissione di VOC e odori li rende inoltre compatibili con gli standard FDA in materia di sicurezza alimentare. Risultano quindi indicati per le applicazioni destinate al settore farmaceutico e del food packaging. Accurio Pro Label Impose è il software opzionale sviluppato da Konica Minolta per ottimizzare le prestazioni di bizhub PRESS C71cf. Come suggerito dal nome stesso, esso gestisce l’imposition (step & repeat) ovvero il posizionamento del file di stampa in copie multiple sul formato carta. Questa funzionalità permette di ottimizzare lo sfruttamento del materiale, riducendone al minimo gli scarti. Altre funzionalità disponibili sono l’inserimento di marchi di registrazione (eye marks), l’interpretazione di PDF/VT-1 con dati variabili e la gestione del colore.
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What’s inside
Mark Andy Digital One
HP Indigo 8000
Le soluzioni Mark Andy per la stampa digitale di etichette contano ad oggi 50 installazioni in tutto il mondo. Un ottimo risultato, considerato che il loro primo sistema digitale è stato lanciato solamente nel 2014. Nel 2016 è arrivata Digital One, soluzione entry-level compatta, studiata per rendere accessibili le potenzialità del digitale anche ai piccoli stampatori nell’ambito del labeling. A fronte di un investimento decisamente contenuto, Digital One risponde bene alle nuove esigenze del mercato delle etichette: basse tirature, produzioni just-in.time e personalizzazione. Il modulo digitale ha una luce di stampa di 318 mm e utilizza tecnologia elettrofotografica a toner secco. Quest’ultima assicura una qualità dell’immagine elevata agli stampati (risoluzione fino a 1.200 dpi). Digital One stampa in 4 colori (CMYK) a una velocità massima di 18,9 m/min su diversi tipi di supporto, inclusi pellicole e materiali termosensibili. L’unità analogica di stampa e finitura in linea consente di stampare tinte piatte con tecnologia flexo e mette a disposizione diverse opzioni di finitura (verniciatura, laminazione e cold foil) e taglio (fustellatura e slitting). Un evoluto sistema di tensionamento garantisce inoltre l’avanzamento preciso dei materiali. Il software proprietario Mark Andy, infine, prevede funzionalità per la gestione del dato variabile. www.markandy.com
HP Indigo 8000 è la più produttiva tra le soluzioni HP a banda stretta per la stampa di etichette. La velocità massima è di 60 m/min in modalità standard e raggiunge 80 m/min in modalità EPM (Enhanced Productivity Mode). Quest’ultima modalità, utilizzando solo tre colori, consente inoltre di ridurre i costi di stampa del 25%. Come tutte le HP Indigo, la stampante utilizza il sistema proprietario a toner liquido HP ElectroInk. Questa esclusiva tecnologia permette di depositare sul supporto particelle minuscole di inchiostro (1-2 µ), ottenendo stampe molto nitide con una qualità paragonabile all’offset. Grazie al sistema di imaging ad alta precisione, la risoluzione percepita raggiunge i 2.438 dpi. In modalità “one shot” i colori vengono depositati in un unico passaggio garantendo un’accurata messa a registro anche su materiali plastici. HP Indigo 8000 può gestire 4 (CMYK), 6 (CMYKOV) o 7 colori (CMYKOVG), raggiungendo un esteso gamut cromatico. Essa può riprodurre fino al 97% dei colori PANTONE, sfruttando le tecnologie onpress, HP IndiChrome e HP IndiChrome Plus, o la tecnologia off-press HP IndiChrome Ink Mixing System (IMS). Il software HP SmartStream Labels and Packaging Print Server, sviluppato da Esko, fornisce una serie di sistemi avanzati per ottimizzare la gestione dell’intero processo di stampa e dei dati variabili. www.hp.com
Digital One può supportare bobine di larghezza compresa tra i 152 e i 330 mm e con un diametro fino a 762 mm. Tre pannelli di controllo touch permettono, tramite un’interfaccia intuitiva, di individuare rapidamente le corrette impostazioni per la produzione. Meccanismi di tensionamento servoassistiti semplificano la gestione di materiali differenti. Il sistema di taglio longitudinale (slitting) consente di suddividere la bobina stampata in tre parti, ciascuna con un diametro massimo di 457 mm. Nell’ampia gamma di inchiostri disponibili per HP Indigo 8000 figurano tre tipi di bianco: Standard White, Premium White e White for Sleeves. Il Premium White ha una coprenza superiore a quella del bianco standard e permette di ottenere in una sola passata la stessa opacità precedentemente ottenibile solo con due. Il White for Sleeves è invece stato sviluppato appositamente per l’impiego nella stampa di sleeves. Il suo coefficiente d’attrito si stabilizza al di sotto di 0,25 entro 24 ore dalla stampa e non contiene silicone.
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valiani.com / flatbed-plotter.com
EFI Jetrion 4950LX Le EFI Jetrion sono soluzioni per la stampa di etichette scalabili, che rispondono alle esigenze di un mercato in continua evoluzione. Tutti i modelli della serie sono basati su tecnologia inkjet UV. La velocità massima di 48 m/min rende Jetrion 4950LX ideale sia per piccole che per medie tirature. Questo, unito a un ridotto il costo di esercizio, garantisce un rapido ed elevato ritorno sull’investimento. La struttura modulare permette di gestire le fasi di stampa e taglio in un singolo passaggio (in linea) oppure indipendentemente (fuori linea), rendendo il processo di produzione flessibile. Il modulo di finishing in linea comprende diverse opzioni: fustellatura laser, slitting, pretaglio sul retro, laminazione e verniciatura. La risoluzione fino a 720 dpi assicura qualità e un’elevata definizione agli stampati. La capacità di riprodurre con precisione anche dettagli molto fini rende Jetrion 4950LX indicata per applicazioni in settori particolarmente esigenti come quello dei prodotti farmaceutici o degli integratori alimentari. Jetrion 4950LX gestisce fino a 5 colori (CMYK più bianco opzionale) e utilizza inchiostri UV LED proprietari, compatibili con un’ampia gamma di supporti. Il curing LED consente inoltre di stampare senza problemi su materiali speciali e termosensibili. www.efi.com
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Tutte le soluzioni Jetrion per la stampa di etichette supportano il RIP EFI Fiery XF. Questo front-end digitale, dalla struttura modulare, ottimizza la gestione del colore, assicurando una riproduzione corretta dei colori in quadricromia e delle tinte piatte. Il software consente di creare e salvare impostazioni predefinite, rendendo il flusso di lavoro più semplice e automatizzabile. L’intuitiva interfaccia utente permette all’operatore di preparare file di stampa e taglio che sfruttino appieno le potenzialità della stampante e i formati di materiale utilizzati.
Packaging
Disponibile in 3 dimensioni, fino a 100x150cm
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What’s inside
Domino N610i
Durst Serie Tau
Gli stampatori che hanno bisogno di gestire alti volumi di produzione unitamente alla stampa di dati variabili troveranno in Domino N610i un sicuro alleato. Una soluzione in grado di sfruttare appieno le possibilità di personalizzazione offerte dal digitale, offrendo al contempo una velocità di produzione elevata (fino a 75 m/min). Il sistema UV inkjet, basato su teste di stampa piezoelettriche drop-on-demand Kyocera, utilizza tecnologie intelligenti proprietarie i-Tech che contribuiscono a rendere il processo di stampa altamente efficiente. Il sistema StitchLink garantisce, per esempio, un allineamento preciso tra le teste, assicurando uniformità di stampa su tutta la larghezza della bobina. ActiFlow è responsabile del ricircolo dell’inchiostro, mentre CleanCap è un sistema automatico di pulizia e chiusura delle teste. Grazie al perfezionamento costante delle sue componenti, N610i assicura una qualità di stampa elevata, arrivando a raggiungere una risoluzione massima di 600 dpi. La stampante gestisce fino a 7 colori (CMYK, arancione, viola e bianco) che le permettono di riprodurre fino al 90% delle tinte Pantone. La speciale composizione dell’inchiostro bianco lo rende estremamente coprente (oltre il 70%) e indicato per realizzare effetti tattili e tridimensionali, con un effetto paragonabile a quella ottenibile con la stampa serigrafica. www.domino-printing.com
La serie Tau di Durst si arricchisce di un nuovo modello altamente performante: Tau 330 RSC. L’offerta di stampanti per etichette del costruttore altoatesino diventa così la più ampia attualmente disponibile sul mercato, confermando la vocazione dell’azienda a sintonizzarsi con un mercato in costante evoluzione. Tau 330E, 330 e 330 RSC rispondono infatti efficacemente alle esigenze produttive più disparate. Caratteristiche comuni a Tau 330E e Tau 330 sono la tecnologia di stampa single-pass UV inkjet, con teste XAAR 1003, la risoluzione (720x360 dpi) e la velocità massima (48 m/min). Tau 330E può gestire fino a 5 colori (CMYK più bianco opzionale) e può utilizzare sia inchiostri standard che ad alta pigmentazione. La sorella maggiore Tau 330 può gestire fino a 7 colori (CMYK più bianco, arancione e viola opzionali) e può utilizzare, oltre agli inchiostri standard, chimiche low migration ideali per applicazioni destinate al packaging alimentare. L’ultima arrivata Tau 330 RSC è la più performante della serie in termini di risoluzione di stampa (1.200 dpi) e velocità massima (78 m/min). Può gestire fino a 8 colori (CMYK più bianco, arancione, verde e viola opzionali) e utilizza nuovi inchiostri altamente pigmentati, arrivando a coprire fino al 98% delle tinte Pantone. La macchina sarà presentata in anteprima a Labelexpo 2017, in configurazione hybrid, ovvero in linea con moduli OMET per stampa e finitura tradizionale. www.durst.it
Gli inchiostri densi e altamente coprenti corrono il rischio di sedimentarsi nei momenti di fermo o di attesa, causando l’ostruzione degli ugelli o indesiderati difetti di stampa. Domino N610i risolve il problema grazie alla tecnologia proprietaria ActiFlow. Si tratta di un sistema di ricircolo dell’inchiostro interno alle teste di stampa che, al contempo, mantiene costante la temperatura e rimuove le microbolle di aria. Domino ha inoltre implementato un sistema di ricircolo specifico per l’inchiostro bianco che a causa della sua densità tende a seccarsi con più facilità. La combinazione tra le stampanti digitali Durst Tau 330 e Tau 330 RSC e i moduli convenzionali di OMET XFlex X6 dà vita a una soluzione ibrida ad alto valore aggiunto. Le stazioni tradizionali gestiscono tutte le fasi pre e post stampa digitale: sbobinamento di jumbo roll, web cleaning, applicazione di primer, trattamento corona, verniciatura, fustellatura e riavvolgimento. L’ampia gamma di materiali supportati e le numerose possibilità di personalizzazione di linea consentono di creare un sistema produttivo, flessibile ed efficace in diversi ambiti applicativi.
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WHITE GOLD SILVER CLEAR FLUORESCENT
Authorised Concessionaire Platinum
What’s inside
Xeikon PX3000
Epson SurePress L-6034VW
La famiglia dei grandi felini di Xeikon si arricchisce di una nuova soluzione per la stampa di etichette. Lo scorso marzo, ha fatto il suo debutto allo Xeikon Café la “pantera” PX3000, che sarà presentata al grande pubblico al Labelexpo 2017. Introducendo per la prima volta la tecnologia inkjet UV all’interno della sua gamma di soluzioni, Xeikon risponde alle esigenze degli stampatori alla ricerca di una soluzione produttiva e versatile. Il motore di stampa a goccia variabile (4 livelli di greyscale) utilizza teste Kyocera con risoluzione nativa di 600 dpi. La macchina ha una luce di 330 mm e gestisce materiali di ogni tipo: carte normali o pretrattate, PP, PET, PE e vinili. La velocità massima di 50 m/min permette di far fronte in maniera ottimale alle piccole tirature. Gli inchiostri PantherCure UV, sviluppati appositamente per questa stampante, assicurano durevolezza e resistenza a quasi ogni tipo di sollecitazione esterna. Il curing prevede una sola fase di asciugatura realizzata con lampade UV a vapori di mercurio. PX3000 gestisce fino a 5 colori (CMYK + bianco opaco). Il software X-800, supportato da tutte le soluzioni Xeikon, aiuta a ottimizzare il flusso di lavoro. L’intuitiva interfaccia supporta l’operatore nella gestione di tutte le fasi di produzione, dalla prestampa alla gestione del dato variabile. www.xeikon.com
La serie SurePress di Epson risponde alle esigenze degli stampatori di etichette che desiderino integrare nuove soluzioni digitali all’interno del proprio flusso produttivo per accrescere la propria competitività. L-6034VW, con tecnologia inkjet UV, nasce per assicurare produttività e qualità ideali per piccole tirature. Il merito è delle sei teste Epson PrecisionCore, posizionate in linea per raggiungere una larghezza di stampa di 330 mm. La tecnologia Epson Variable Size Droplet getta gocce di diverse dimensioni, a partire da 3,2 pl, garantendo agli stampati una risoluzione fino a 600 dpi. La velocità massima della stampante è di 15 m/min. L6034VW utilizza inchiostri UV curable, resistenti a graffi, acqua e agenti atmosferici. Essi sono compatibili con supporti diversi: etichette autoadesive, PP, PET, PET, carte patinate e non, pellicole trasparenti. Oltre alla quadricromia standard, sono disponibili l’inchiostro bianco ad alta coprenza e l’innovativo inchiostro Multi Varnish per laccatura digitale. Il sistema a tamburo centrale assicura un avanzamento preciso dei supporti e riduce al minimo la distanza tra le teste e il materiale di stampa. L-6034VW è concepita per gestire il curing dell’inchiostro in due fasi: il pinning, effettuato a breve distanza dalle teste, e l’essiccazione completa al termine della stampa. Questo le permette di riprodurre al contempo sfumature morbide ed elementi estremamente dettagliati. www.epson.it
La speciale formulazione degli inchiostri PantherCure UV conferisce agli stampati durevolezza e resistenza ad agenti chimici e atmosferici, oltre che a graffio, strofinamento, esposizione alla luce, cambi di temperatura. Questa caratteristica li rende adatti ad applicazioni destinate al settore industriale (etichette per prodotti chimici o macchinari), ma anche all’ambito dell’health and beauty o della pulizia per la casa. Gli inchiostri UV permettono inoltre di ottenere effetti lucidi e tattili (in modalità di stampa multilayer). L’inchiostro bianco può essere utilizzato come base per stampare in quadricromia su materiali metallici, trasparenti oppure già stampati con altre tecnologie. L-6034VW dispone anche di una innovativa tecnologia chiamata Multi Varnish che permette di nobilitare le etichette con effetti sia lucidi che opachi. La funzionalità “spot varnish” consente di selezionare le aree su cui applicare la speciale finitura così da mettere in risalto alcuni dettagli e ottenere particolari effetti tattili e visivi.
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POP UP
INX Digital NW210
A BOARD
ROLL
UP
Sin dal lancio a Labelexpo 2014, INX Digital NW210 si è affermata come una valida soluzione per stampatori di etichette, interessati a un investimento nel digitale. L’intera produzione può essere effettuata in un singolo passaggio, integrando l’unità di stampa inkjet UV con un modulo di fustellatura laser. La configurazione end-to-end semplifica e incrementa la produttività del workflow, permettendo di ridurre considerevolmente il costo per singola etichetta. Le teste di stampa Xaar 1002 gettano gocce di dimensione variabile, a partire da 6 pl. Il risultato è un’elevata qualità dell’immagine stampata che raggiunge una risoluzione massima di 720 x 360 dpi. NW210 supporta un’ampia gamma di materiali (carta, poliestere, BOPP PP, supporti metallizzati e alluminio con spessore inferiore a 0,1 mm) e raggiunge una velocità massima di 23 m/min. La macchina gestisce fino a 5 canali colore (CMYK + bianco) e utilizza inchiostri UV studiati per sfruttare al meglio le potenzialità della tecnologia di stampa e ricircolo dell’inchiostro JetINX. La stampante gestisce bobine fino a 210 mm di larghezza e si integra con il sistema di fustellatura laser Spartanics X210. Il software fornito con NW210 consente di gestire dati variabili. Una funzionalità particolarmente apprezzata dalle aziende attive in ambiti in cui siano frequentemente richieste produzioni con un alto livello di personalizzazione della singola etichetta. www.inxdigital.com
LETʼS
R
FLAG SYSTEM
DISPLAY
M A IN D E
La tecnologia proprietaria JetINX associa all’unità di stampa con teste Xaar 1002 un efficiente sistema di ricircolo dell’inchiostro che permette di ottenere una consistente riduzione dei consumi. Il modulo di ricircolo, infatti, tiene costantemente sotto controllo la temperatura e l’emissione del fluido. La funzione “Hold” permette di sospendere il getto per ridurre gli sprechi nelle fasi di avvio e arresto del processo di stampa. Ciascun modulo di ricircolo gestisce fino a un massimo di 3 teste di stampa ed è posizionato al di sopra di esse.
WWW.EUROTECH-ITALIA.IT
Via Ciro Amedeo Moriconi n°6 60035 Jesi (AN) ITALY PAPER Tel. +39 0731 60195 Fax + 39 0731 605083
What’s inside
Gallus Labelfire 340
OMET XFlex X6 JetPlus
Labelfire 340 nasce dalla volontà di Gallus ed Heidelberg di riunire in un’unica soluzione tutti i vantaggi della tecnologia digitale e analogica, assicurando agli stampatori di etichette la flessibilità della prima e la produttività della seconda. Il sistema in linea controlla, in successione, tutte le fasi di produzione e si adatta sia alle piccole che alle medie tirature. Il sistema di stampa inkjet UV utilizza teste di stampa Fujifilm Samba, con dimensione minima di goccia di 2 pl. La loro caratterisica forma romboidale assicura risultati uniformi su tutta l’ampiezza di stampa, riducendo i possibili di difetti derivanti dall’affiancamento di più teste. La qualità e la risoluzione (1.200 dpi) rimangono invariate, anche al massimo della velocità (50 m/min). Labelfire 340 gestisce fino a 8 canali colore (CMYK più bianco, arancione, verde e viola opzionali), arrivando a coprire un gamut colore molto esteso. La Digital Print Unit (DPU) è preceduta da due moduli flexo che possono essere impiegati per il pretrattamento del supporto e la stampa di tinte piatte. Un terzo modulo flexo è situato dopo l’unità digitale e gestisce le opzioni di finitura (verniciatura, laminazione). Completano l’imponente piattaforma un modulo per il cold foil, la stazione taglio e un doppio sistema di riavvolgimento della bobina. L’operatore può gestire facilmente tutti i moduli digitali e analogici tramite il pannello di controllo integrato Gallus HMI. www.gallus-group.com
L’italiana OMET è stata una delle prime aziende a sperimentare l’ibridazione tra sistemi di stampa digitale e analogica. Nel 2012 è stata lanciata XFlex X6 JetPlus che combina le tecnologie tradizionali di OMET a un modulo di stampa digitale inkjet fornito da Domino. Quest’ultimo monta teste drop-on-demand Kyocera ed è dotato di una serie di dispositivi di manutenzione come CleanCap, per la pulizia automatica degli ugelli, e Activeflow, per il ricircolo dell’inchiostro. La funzionalità StitchLink consente inoltre l’allineamento preciso delle teste e garantisce uniformità agli stampati. L’accurata ingegnerizzazione del motore di stampa assicura prestazioni superiori e costanti in termini di produttività e qualità. La macchina raggiunge una velocità massima di 75 m/min ed ha una risoluzione nativa di 600 dpi. Il modulo digitale è in grado di gestire fino a 7 colori (CMYK, arancione, viola e bianco), a cui si aggiungono le possibilità offerte alle stazioni flexo, ideali per stampare colori pieni, metallici e tinte piatte. Sono inoltre disponibili una serie di ulteriori moduli flexo opzionali che gestiscono le fasi di prestampa (web cleaning, trattamento corona), le nobilitazioni (laminazione, verniciatura, effetti metallici, anti-contraffazione) e il taglio. La gestione del colore e del dato variabile sono affidati al software ESKO Digital Front End (DFE). printing.omet.com
Per ottenere un perfetto controllo comportamento della goccia durante la stampa, Gallus Labelfire 340 utilizza un doppio sistema di curing. La prima fase è affidata a delle unità di asciugatura UV LED, posizionate a brevissima distanza da ciascuna barra di teste single-pass, (Inter Color Pinning). Esse solidificano l’inchiostro a livello superficiale non appena esso viene depositato sul materiale. Infine, all’uscita dello stampato completo dall’area di stampa, un sistema di lampade UV tradizionali si occupa del curing definitivo. Per gestire efficacemente la fustellatura, XFlex X6 JetPlus sfrutta lo speciale sistema OMET Monotwin Cut. Esso permette, sfruttando un unico cilindro magnetico, di lavorare su formati grandi e piccoli senza rallentare la produzione o sprecare materiale. Monotwin Cut, dopo ciascuna fustellatura, accelera per compiere la rotazione completa e riportarsi nella posizione necessaria ad eseguire la fustellatura successiva. Questo consente di ridurre i tempi di avviamento delle produzioni, eliminando la necessità di impiegare numerosi cilindri differenti.
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www.gmgcolor.com
Wherever a color goes it stays that color
Nuovo Conversione perfetta con profili MX per Adobe Photoshop
La nostra promessa è quella di consentire a tutti gli stampatori di riprodurre sempre risultati prevedibili con un’elevata fedeltà del colore e alta qualità, sia che si tratti di stampa imballaggio che di stampa commerciale.
Poiché stiamo mantenendo questa promessa da più di 30 anni, le aziende di tutto il mondo si affidano sempre più al software realizzato da GMG. We know color.
What’s inside
Mark Andy Digital Series
New Solution NS PRO + F22
Da oltre settant’anni la statunitense Mark Andy propone soluzioni produttive per stampa e converting di etichette che rispondano ai continui cambiamenti nell’ambito del label converting. Il 2014 segna la svolta dell’azienda verso il digitale con il lancio di Digital Series, un sistema ibrido che integra un’unità di stampa digitale con diversi moduli in linea per la stampa flexo e il finishing. La macchina è pensata per essere altamente personalizzabile e rispondere alle diverse esigenze dei converter. Il modulo digitale utilizza tecnologia inkjet UV e ha un’ampiezza di stampa di 318 mm. In modalità quattro colori più bianco, la piattaforma raggiunge una velocità di 73 m/min ed è in grado di produrre stampati di elevata qualità, con risoluzione fino a 600 dpi. Ai colori messi a disposizione dal modulo digitale, si possono abbinare le tinte piatte e i fluidi per l’effetto clear e il top coating gestiti dai moduli di stampa flexo. L’operatore può scegliere diverse opzioni di finitura: laminazione, verniciatura, hot e cold foil per la realizzazione di effetti metallizzati e olografici, fustellatura, taglio verticale (slitting), sfridatura. Infine il sistema QCDC (Quick Change Die Cut), introdotto al Labelexpo 2012, elimina i colli di bottiglia, consentendo all’operatore di posizionare il lamierino sul cilindro di fustellatura fuori linea, senza interrompere il processo di stampa. www.markandy.com
Presentata in anteprima mondiale a Labelexpo America 2016, NS PRO + F22 è la prima soluzione completa, per stampa e finishing digitale di etichette, prodotta dalla portoghese New Solution. NS PRO è una stampante single pass inkjet con luce di 222,8 mm. Il gruppo stampa utilizza tecnologia Memjet che assicura un’elevata risoluzione, fino a 1.600 dpi. NS PRO utilizza inchiostri dye based, disponibili in taniche da 2 litri. Il modulo di finitura in linea NS F22, utilizzabile anche in modalità off-line, è dotato di numerose funzionalità: laminazione a freddo, doppio sistema di fustellatura, digitale e analogico, rimozione dello sfrido e taglio longitudinale. Un dispositivo di controllo del bordo dotato di sensore ultrasonico monitora costantemente l’alimentazione del materiale e ne assicura il perfetto posizionamento. Con una velocità massima di 18 m/min, la linea NS PRO + F22 consente di affrontare vantaggiosamente piccoli e medi lotti di produzione. In pochissimi passaggi è infatti possibile ottenere bobine di etichette finite, stampate in alta qualità e pronte per l’etichettatrice. Al fine di massimizzare l’uptime, il software proprietario dialoga costantemente con la stampante e allerta in anticipo l’operatore qualora sia necessario un suo intervento (fine bobina, esaurimento dell’inchiostro, etc.). Il sistema è dotato anche di un dispositivo per la pulizia automatica della bobina. www.newsolution.eu
Il software Mark Andy ProVIEW permette all’operatore di controllare l’intero processo di produzione, digitale e analogico, tramite un’intuitiva interfaccia grafica touchscreen. Il DFE (Digital Front End) Mark Andy ProWORX, sviluppato da Esko, assicura prestazioni elevate sia nella gestione delle operazioni di stampa digitale standalone, sia nella configurazione ibrida. ProWORX ottimizza la gestione del colore e diverse fasi della prestampa tra cui preflight, imposition, inserimento marchi di registrazione e soft proofing. Il finisher NS F22 permette di fustellare sia con tecnologia tradizionale che digitale. L’impiego della fustella semirotativa può risultare la scelta vincente per la produzione di tirature medie. Il plotter da taglio digitale consente invece di gestire in maniera efficace ed economicamente vantaggiosa le piccole tirature o le produzioni che richiedano variabilizzazione anche a livello di sagomatura. Un adeguato sistema di buffering regola l’avanzamento del materiale e gestisce in maniera flessibile l’integrazione tra la stampante NS PRO e i due dispositivi di fustellatura di NS F22.
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What’s inside
Afinia DLP-2000
ADSI iTech Centra 5
Afinia DLP-2000 è la versione completa di modulo di finitura in linea della stampante compatta Afinia L801. Con un ingombro di appena 1,8 m2, si è facilmente aggiudicata l’appellativo di “mini stampante digitale per etichette”. Nonostante le dimensioni ridotte, DLP-2000 è un esempio perfetto di sistema “all-in-one” applicato al segmento entry level. Alla velocità massima di 9 m/min, le etichette vengono stampate, laminate, tagliate e sfridate in un unico passaggio. Il modulo digitale ha una luce di stampa di 216 mm e utilizza teste di stampa Memjet con inchiostri dye-based. Questa tecnologia assicura una qualità fotografica agli stampati e una risoluzione fino a 1.600 dpi. La macchina gestisce 5 canali colore (CMYKK) con un doppio canale per l’inchiostro nero che assicura contrasti più intensi. La fustellatura è affidata a un dispositivo semirotativo RotoMetrics che supporta matrici flessibili con una lunghezza massima di 305 mm. Al termine del processo un sistema di slitting (taglio longitudinale) a sei lame permette di suddividere le bobine finite in tre parti. Afinia mette a disposizione il software opzionale Wasatch SoftRIP, che offre all’operatore una serie di strumenti avanzati per la gestione del colore e la creazione di profili ICC. Il metodo di retinatura “Precision Stochastic”, infine, permette di ottenere sfumature omogenee, evitando l’antiestetico effetto moiré. www.afinialabel.com
iTech Centra 5, la nuova arrivata in casa ADSI (Allen Datagraph System Inc.), è una stampante digitale per etichette che utilizza tecnologia toner LED. Una soluzione versatile che, grazie al prezzo competitivo, incontra le esigenze degli stampatori che desiderano usufruire dei vantaggi del digitale per piccole tirature. Come suggerito dal nome stesso, iTech Centra 5 gestisce fino a 5 colori: (CMYK + bianco). Quest’ultimo consente di ottenere l’effetto “no label” su materiali trasparenti e conferisce opacità alla stampa su materiali metallizzati o colorati. La stampante può gestire bobine di materiali differenti (carta, poliestere, vinile e altri supporti autoadesivi senza richiedere alcun pretrattamento, fino a 330 mm di larghezza. A una velocità massima di 14 m/min, iTech Centra 5 assicura stampati di elevata qualità, con una risoluzione fino a 1.200 dpi. Il software Fiery C9 Server, compatibile con Windows 10, mette a disposizione dell’operatore una serie di strumenti per la gestione avanzata del colore come la retinatura stocastica. Comune a tutte le soluzioni Allen Datagraph è la possibilità di integrare l’unità di stampa abbinata con un sistema proprietario di finitura non in linea. In pochi passaggi, è così possibile ottenere etichette stampate, laminate, tagliate e pronte per l’etichettatrice. In Italia i prodotti ADSI sono distribuiti da NTG Digital. www.allendatagraph.com - www.ntg.it
La tecnologia di stampa Memjet è nota per la sua Waterfall Printhead Technology. Ciascuna testa ha una larghezza di 222,8 mm e ospita al suo interno 70.400 ugelli disposti in due file da 800 dpi ciascuna. Ogni ugello getta 700 milioni al secondo di gocce, con dimensione minima di 1-2 picolitri. Grazie all’eccellente definizione assicurata dalle teste Memjet Waterfall, Afinia Label è riuscita a farsi strada nel mondo della stampa digitale di etichette. Le sue soluzioni garantiscono, infatti, risultati di qualità a un prezzo competitivo anche ai piccoli stampatori. Il sistema di finitura digitale iTech Centra HS gestisce le fasi di laminazione, taglio, slitting (taglio longitudinale) e sfridatura (matrix) tramite un’intuitiva interfaccia touchscreen. Il sistema ottico di registrazione SMARTMark scansiona i marchi di registrazione presenti sulla stampa e garantisce un posizionamento esatto del taglio rispetto alle grafiche stampate.. Il sistema di taglio digitale consente inoltre di effettuare, partendo dallo stesso file, tagli di diverse profondità, rendendo possibili applicazioni multistrato o perforazioni.
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AGFA GRAPHICS
WE EMBODY PRINT La stampa è nel DNA di Agfa Graphics. La viviamo e la respiriamo. 150 anni con lei e ora, non solo sviluppiamo soluzioni sostenibili per la stampa offset e inkjet, ma anche prodotti per nuovi mercati e applicazioni, come lo smart packaging, l’anticontraffazione e la stampa industriale. Il nostro unico obiettivo? Creare valore per voi! www.agfagraphics.com
eventi Il FINAT European Label Forum 2017 ha messo in luce opportunità, aspettative e incertezze di un’industria che guarda al digitale con fiducia
Labels printing: evoluzione inarrestabile tra analogico, inkjet e Industry 4.0 di Giulietta Ciacchi
S
e si volesse riassumere l’edizione 2017 del FINAT European Label Forum con una sola parola, questa dovrebbe essere “cambiamento”. Durante le due giornate dell’evento internazionale, che ha riunito a Berlino i leader delle più importanti aziende di stampa e dei fornitori di tecnologie del variegato mercato delle etichette adesive, tutti gli
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interventi hanno preso spunto da un concetto di base: the challenges of change. In cosa consista la sfida è presto detto: si tratta di trasformare completamente i processi produttivi abbandonando il tradizionale analogico per le nuove tecnologie digitali, in modo da sfruttare appieno tutte le opportunità che offre la nuova rivoluzione industriale 4.0. Per spingere i produttori di etichette adesive, tradizional-
mente piuttosto conservatori, a entrare con decisione e senza remore nel mondo digitale e ad aprirsi a mentalità nuove, FINAT ha invitato al forum un gruppo di speaker internazionali, esperti in settori diversi, capaci di consigliare soluzioni e strategie innovative e di proporre una visione dell’industria del futuro. L’industria 4.0 viene abitualmente definita come la quarta rivoluzione industriale. “Tutto quanto ha identificato la
produzione industriale dal 1760 al 1970, oggi non è più né aggiornato né rilevante” è la drastica affermazione con cui apre il suo intervento Michael Jackson, o meglio l’altro Michael Jackson come lui stesso si definisce per non essere confuso con la popstar di cui è omonimo, consulente internazionale di business strategico, marketing e comunicazione. “Nei processi di cambiamento il cervello è il nostro peggior nemico, perchè
eventi Chris Ellison, inglese, managing director di OPM Group Labels & Packaging, è stato eletto Presidente di FINAT. Ellison, che vanta più di 30 anni di esperienza nel settore, sostituisce nella carica Thomas Hagmaier, managing director della tedesca Hagmaier Etiketten e sarà coadiuvato dal vice presidente spagnolo Francesc Egea di IPE Innovaciones.
intervista a Chris Ellison Presidente di FINAT
“Oggi la stampa non è più semplice informazione, ma comunicazione e condivisione di messaggi”
ci spinge a scegliere le soluzioni già conosciute, dall’esito sicuro. Ma oggi chi non cambia totalmente la propria azienda sarà presto non aggiornato né rilevante”. Anche Jan Deny, esperto del mercato del lavoro del gruppo internazionale Randstad, Stephan Lechel, partner della Porsche Consulting e Andy Hobsbawm, CEO di EVRYTHNG, piattaforma anglo-americana specializzata nel veicolare attraverso il web qualsiasi prodotto di consumo, hanno sviluppato ciascuno secondo la propria esperienza lo stesso concetto. Il cambiamento è indispensabile. Il passaggio dalle precedenti fasi industriali all’attuale 4.0 è stato rapidissimo e bisogna adeguarsi, pena l’esclusione dal mercato. Con l’industria 4.0 la produzione diventa intelligente. Nasce così il concetto di smart factory, che comporta l’integrazione e la collaborazione di tutti gli elementi che compongono il processo, operatori e clienti inclusi. Secondo Lechel, tra pochi anni il 75% delle aziende sarà di-
Come si applica il concetto di industria 4.0 alla produzione delle etichette adesive? Nella sfida 4.0 la stampa sarà uno dei settori dove l’innovazione avrà maggior peso, perché è il mezzo attraverso cui i brand comunicano. Oggi la stampa non è più semplice informazione, ma comunicazione e condivisione di messaggi. L’automazione permette di migliorare e standardizzare la produzione e quindi il prodotto finale, attraverso il quale i brand owner crescono e guadagnano. L’industria 4.0 è un’opportunità di crescita forse ancora di più per
il nostro mercato, tuttora legato ai metodi di produzione tradizionali. Per crescere è necessario imprimere una svolta decisa ai processi produttivi; si può farlo anche passo dopo passo, ma è indispensabile aprirsi al concetto di smart technology. Questa è la rivoluzione 4.0: connessione, disponibilità di informazioni, scambio di dati, interattività. Sarà per tutti una spinta a cambiare direzione: chi aderirà al nuovo trend sarà più competitivo e meglio posizionato sulla scena nazionale e internazionale. Tra quanto tempo vedremo il cambiamento? E’ difficile dare una risposta precisa, ma i tempi non possono essere lunghi e le nuove tecnologie arriveranno presto a sostituire completamente i procedimenti tradizionali. Se riusciremo a standardizzare tutte le procedure potremo trarre il massimo beneficio dall’innovazione 4.0. Attualmente il problema principale consiste nel far comunicare
tra loro le diverse tecnologie impiegate, ma la situazione è in fase di miglioramento. La possibilità di comunicare meglio spingerà tutti a passare all’automazione. Quali sono oggi i trend europei? E l’Italia, come si posiziona? L’Europa attraversa in questo momento una fase che definirei di sospensione, causata soprattutto dalle difficoltà dei rapporti all’interno dell’Unione Europea e naturalmente della Brexit, destinata però a concludersi in tempi non troppo lunghi. Fa eccezione la sola Germania, il cui vantaggio è innegabile. Per quanto riguarda l’Italia, io che sono inglese ho una nonna italiana e forse per questo ravviso tra i nostri due Paesi molte similitudini. Entrambi hanno una radicata cultura industriale affiancata da grande capacità di innovazione e creatività. La soluzione della crisi europea si rifletterà automaticamente anche sull’Italia, con risultati decisamente positivi.
gitale, ma oggi solo il 30% ha le competenze necessarie per gestire il cambiamento; da qui la necessità di intervenire immediatamente. E le etichette in tutto questo? Secondo gli esperti, il mondo delle etichette deve smettere di vedere il proprio lavoro come puramente fisico, trasformandolo invece in un digital asset, perché oggi i dati digitali sono la vera ricchezza, il nuovo petrolio. L’etichetta è un mezzo di comunicazione; se l’etichetta diventa intelligente, il brand che la usa si rafforza e aumenta di valore. Le etichette intelligenti aumenteranno notevolmente nei prossimi 5 anni, con lo scopo di fornire sempre più informazioni, sia quelle richieste dalla legge che quelle necessarie ai consumatori, svolgendo anche un ruolo di garanzia di funzionamento e di corrispondenza a caratteristiche date o richieste. || Georg Mueller-Hof, tesoriere di FINAT e Vice President Marketing di Avery Dennison, durante il suo intervento
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eventi Il suo parere sul Forum? Rispetto alle occasioni di incontro delle singole associazioni nazionali, il Forum permette di valutare gli sviluppi e i trend del mercato con una visuale più ampia e meno focalizzata sugli interessi specifici delle aziende locali. Possiamo quindi trarne gli elementi necessari a un’analisi a più lungo termine su cui costruire una visione strategica. FINAT riunisce tra il 70% e l’80% delle maggiori industrie del mondo del settore delle etichette adesive i cui top manager e decision maker partecipano al convegno; si crea così un’occasione unica di networking ad alto livello che permette di capire il trend del mercato a breve termine e di condividerne aspetti anche non consueti.
intervista
a Federico Dannunzio Strategic Products and Marketing Director di BOBST
“Il mondo analogico e quello digitale andranno nella stessa direzione...”
In che direzione si muove
oggi il settore? La tendenza è alla digitalizzazione dei processi produttivi: un business model assolutamente nuovo, frutto di cambiamenti rapidi e profondi. Oggi le tecnologie di stampa, pur diverse tra loro, tendono ad annullare le differenze, molto marcate fino a pochi anni fa e a diventare sempre più simili. Cresce l’importanza dell’inserimento delle tecnologie di stampa, qualsiasi esse siano, all’interno di un workflow generale che comprende controllo, integrazione con i sistemi MIS, integrazione digitale e consistency. In questo scenario le competenze degli operatori non saranno più dedicate al controllo della qualità, garantito ormai dalle funzioni digitali, ma solo alla tecnica dei procedimenti. L’intero processo di produzione è destinato a cambiare: diventeranno
determinanti la parte creativa iniziale e il controllo del lavoro finito, mentre i procedimenti intermedi, standardizzati, perderanno di rilevanza rispetto al passato. Un cambiamento importante. In che tempi si potrà realizzare? In tempi brevi. Entro non più di due o tre anni il mondo analogico e quello digitale andranno nella stessa direzione: digitalizzazione del colore e metodo di deposito dell’inchiostro saranno uguali per tutti, per far sì che la qualità dell’output risulti identica in ogni caso e condizione. Si risponderà così all’esigenza dei brand owner e dei consumatori di riconoscere e far riconoscere il brand con certezza in tutto il mondo e in ogni occasione. Questo sarà possibile solo adottando le tecnologie digitali.
I numeri del mercato mondiale delle etichette Da diversi studi commissionati da FINAT, il mercato delle etichette adesive nel mondo e in Europa appare in buona salute e in decisa crescita. Nel 2016 sono 59,3 miliardi i metri quadri totali del prodotto stampato nel mondo, aumentati di 1,32 miliardi negli ultimi 5 anni, per una crescita del 23%.
Asia e Australia fanno la parte del leone, con il 43% del totale. Seguono l’Europa con il 25% e il Nord America con il 19%. Chiudono la classifica il Sud America con il 9% e l’Africa e il Medio Oriente con il 4%. In Europa, il cui totale di metri quadri stampati nel 2016 è pari a 7,1 miliardi, la percentuale maggiore, che
rappresenta anche la crescita più alta in termini assoluti, ossia il 26%, è stampata nei Paesi dell’Europa meridionale di cui fanno parte Italia, Spagna e Turchia. I Paesi dell’Est, tra cui Polonia, Romania e Ungheria, rappresentano il 22% del totale, ma registrano l’incremento maggiore in termini relativi: +60% dal 2010.
Principali mercati europei delle etichette 0
200
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800
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1.200
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1) Germania (1) 2) Gran Bretagna (2) 3) Italia (4) 4) Francia (3) 5) Spagna (5) 6) Russia (6) 7) Polonia (7) 8) Paesi Bassi (8) 9) Turchia (14) 10) Belgio e Lussemburgo 11) Austria (13) 12) Svezia (11) 13) Danimarca (10) 14) Svizzera (12) 15) Repubblica Ceca (15)
2016 2010
|| I primi 10 mercati globali dell’etichetta hanno sviluppato un giro d’affari pari all’80% del totale mondiale. (fonte: FINAT RADAR)
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Mostrano una crescita moderata i mercati ormai stabilizzati del Centro Europa e del Regno Unito, che corrispondono rispettivamente al 26% e al 13% del totale, mentre i Paesi scandinavi, con il 4%, indicano una situazione di declino, cui fa eccezione soltanto la Svezia. Prendendo invece in considerazione le singole nazioni europee, le “Top 5” sono, nell’ordine: Germania, Regno Unito, Italia, Francia e Spagna. A fronte di un generale trend di crescita del mercato, si nota invece un deciso cambiamento nei rapporti tra stampa convenzionale e procedimento digitale. Le tirature medie delle etichette prodotte con metodi tradizionali sono in deciso calo per tutti i segmenti di mercato, primo fra tutti il food, mentre cresce del 7% circa nel solo ultimo anno il dato relativo alle tirature medie di prodotto stampato in digitale. Un risultato significativo, che si deve soprattutto all’aumento del numero di installazioni e della produttività dei più aggiornati sistemi di stampa inkjet.
LA CITTÀ
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eventi Stampa digitale diretta: complementare o antagonista dell’etichetta? Considerata fino a ieri complicata e costosa, e quindi poco conveniente, la stampa digitale diretta per la decorazione dei prodotti e l’etichettatura su packaging acquista oggi una valenza nuova grazie ai progressi delle tecnologie. Non più limitate a lattine, cartoni e packaging flessibile, le nuove tecniche permettono ora di stampare con rapidità e qualità anche su bottiglie e contenitori di plastica di qualsiasi forma e dimensione, tipici delle applicazioni per beverage, pulizia della casa, cura personale.
Gli inchiostri CMYK e bianco coprente sono adatti alla stampa su PET, HD-PE e PP; i contenitori stampati sono riciclabili con procedimenti standard. I principali produttori di sistemi di stampa digitale diretta ad alta produttività, ovvero superiori alle 36.000 bottiglie/ora, sono oggi Krones e KHS, che usano entrambi tecnologie inkjet con teste di stampa Xaar. Oltre a queste, molte altre case producono sistemi di stampa digitale diretta a produttività più contenuta. Dubuit, Hinterkopf, Kammann e Martinenghi
propongono sistemi basati su tecnologie inkjet UV, UV-LED e soluzioni ibride serigrafiche/ inkjet, cui WIFAG-Polytype aggiunge anche un ibrido inkjet/ dry-offset, mentre Tonejet un sistema inkjet heat-cured per lattine metalliche. La stampa digitale diretta produce risultati di alta qualità, alta risoluzione e perfetto registro anche su forme speciali. Essa soddisfa le richieste dei brand owner con un prodotto attraente, che può essere personalizzato con dati variabili, QR code e codici a barre. Riduce
inoltre a i tempi di produzione e il time to market, oltre a contenere i costi perché permette di stampare esattamente i quantitativi necessari, dove e quando serve, eliminando l’impiego dei materiali adesivi. Si tratta comunque di una tecnologia in fase iniziale, potenzialmente dirompente ma ancora da mettere a punto sotto numerosi aspetti. La penetrazione sul mercato è comunque in crescita di pari passo con le tecnologie; i primi risultati significativi si potranno vedere forse tra due o tre anni.
|| Machines Dubuit 9250 (a sx) e Michelangelo dell’italiana Martinenghi (sopra) sono due esempi di macchine per stampa inkjet diretta su contenitori cilindrici
intervista a Alberto Quaglia Presidente di GIPEA e General manager di ARO SpA
“La stampa digitale diretta sarà riservata alle aziende più grandi...”
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Il mercato italiano e le sue prospettive: si prevedono cambiamenti nell’attuale situazione di frammentazione delle aziende? Purtroppo non sembra. Nel nostro Paese i produttori sono circa 500 mentre in Germania se ne contano circa 200, ma di dimensioni approssimativamente tre volte superiori alla media italiana. Anche se molti piccoli converter sono in grado di fornire clienti importanti, la frammentazione è di ostacolo a un reale trend di crescita. L’unica soluzione possibile è l’aggregazione, che permetterebbe alle piccole aziende di crescere e rafforzare la presenza sul mercato. A questo scopo GIPEA cerca di svolgere una funzione “educativa” soprattutto nei confronti dei giovani imprenditori: oggi non serve aumentare la capacità produttiva delle aziende acquistando ulteriori
macchinari, già ampiamente sufficienti, ma è indispensabile incrementare le collaborazioni. I grandi clienti, come le aziende del farmaceutico o dell’automotive, apprezzano questo trend e lo incoraggiano; spesso tra le clausole dei contratti di fornitura è inclusa la garanzia della doppia linea di produzione come “disaster recovery”. Si prevedono acquisizioni da parte di grandi gruppi internazionali? Le aziende italiane non sono in linea di massima contrarie agli investimenti stranieri. Nel beverage sono già state concluse diverse acquisizioni totali o parziali e a breve ne vedremo senz’altro di nuove, anche in segmenti diversi. Il mercato italiano è apprezzato per l’alta qualità dei prodotti ed è senz’altro interessante per gli investitori stranieri,
ma frammentazione, prezzi bassi, forte concorrenza e tempi di pagamento lunghi sono fattori che scoraggiano. Chi ha investito in Italia si è reso conto che il trend non è di crescita e che non riesce a ottenere le stesse performance possibili in altri Paesi. Le nuove tecnologie di stampa digitale diretta sui contenitori saranno motivo di contrasto con i converter che stampano su supporti adesivi? Sì, certamente, anche se per molti motivi, sia tecnici che logistici, la stampa digitale diretta sarà riservata alle aziende più grandi che la affiancheranno ai procedimenti tradizionali. Il contrasto sul mercato dovrà essere gestito, ma nel prossimo futuro la svolta in senso digitale sarà generale; la tecnologia avanza e cercare di opporvisi è non solo inutile, ma dannoso.
eventi
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|| 1. Royston Labels (UK), vincitore Marketing End Users Group e Best in Show 2. Marzek Etiketten (A), vincitore Printing Processes Group 3. Etiketten Carini (A), vincitore Digital, Printing Group 4. Schreiner Group (D), vincitore Innovation Group 5. IPE Innovaciones (E), vincitore Non-Adhesive Group
Con i FINAT Label Awards è premiata l’eccellenza tecnica e creativa All'edizione 2017 del FINAT Label Awards hanno partecipato 45 aziende da 24 paesi di tutto il mondo, con 280 lavori. La competizione, riservata alla stampa di etichette adesive, riconosce le eccellenze sia dal punto di vista dell'impatto promozionale e di marketing che da quello della qualità di stampa nei principali segmenti di mercato
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che utilizzano etichette adesive: bevande alcoliche, food, prodotti per la casa, produzione industriale, cosmetici, farmaceutici, anticontraffazione, promozione, coupon. Protagonisti tutti i principali metodi di stampa: flexo, tipografia, serigrafia, offset, stampa digitale e loro combinazioni. I vincitori vengono iscritti gratuitamente alla World Label
Association Competition. La giuria, composta da esperti leader del settore e presieduta da Tony White della società inglese AWA Consulting, ha premiato quest'anno: • Gruppo A Marketing end-users Royston Labels, UK Best in Show • Gruppo B
Printing Processes Marzek Etiketten, Austria • Gruppo C Non-Adhesive IPE Innovaciones, Spagna • Gruppo D Innovation Schreiner Group, Germania • Gruppo E Digital Printing Etiketten Carini, Austria
tecnologie Il costruttore belga esalta la sua tecnologia a toner nell’ambito della stampa di cartone teso, integrandola in una linea completa di sistemi di verniciatura e finitura analogici
Ricerca, sviluppo e adesivi avanzati migliorano design e performance delle etichette di Richard Van Der Graaff
L
a ricerca e lo sviluppo giocano un ruolo sempre più importante nell’industria delle etichette. I brand owner esigono livelli sempre più elevati di appeal visivo, produttività e sostenibilità. Nuove tipologie di packaging e nuove funzionalità emergono in tempi sempre più brevi e molti di essi sono guidati,
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o dipendono, da tecnologie avanzate dell’autoadesivo. Insieme alle sfide, il cambiamento porta con sé numerose nuove attività commerciali per i trasformatori, inclusa la possibilità di raggiungere per la prima volta segmenti poco conosciuti. Avery Dennison ha inventato le etichette autoadesive nel 1935 e da allora ha creato adesivi sempre nuovi per applicazioni che vanno dalla
cura della casa e della persona ai settori alimentare, farmaceutico, del vino, delle birre, delle bevande, industriale, logistico e molti altri. Sono state sviluppate tecnologie adatte ad ambienti di produzione estremi, che vanno ad esempio dai prodotti surgelati ai metalli caldi, che richiedono un’etichettatura a temperature estremamente elevate. E il processo di sviluppo va avanti.
Rene van der Graaff è Principal Scientist presso la divisione Label and Packaging Materials di Avery Dennison. Rene è responsabile per lo sviluppo dei prodotti adesivi e delle tecnologie di siliconatura, dopo aver trascorso quasi cinque anni come Program Director – Global Technology Deployment. Dal 1989 ha rivestito diversi ruoli nello sviluppo della tecnologia e dei prodotti. Rene ha un’esperienza di 27 anni in R&D in ruoli gestionali e ingegneristici. È specialista in prodotti adesivi, liner e siliconi, con una formazione in chimica analitica. Il suo traguardo più recente è l’introduzione in Europa delle famiglie di prodotti adesivi di Avery Dennison ClearCut™ e TrueCut™. Rene è cintura nera Six Sigma.
tecnologie Le esigenze insoddisfatte degli utenti e la legislazione in continuo mutamento sono i principali fattori trainanti per lo sviluppo di nuovi prodotti, il che implica la necessità di tener conto di una vasta gamma di requisiti. Il prodotto ideale proviene da fonti sostenibili, presenta un basso livello di emissioni, può essere ampiamente riciclato, facile da trasformare, facile da applicare, ha ovviamente un look attraente e, possibilmente, include funzionalità aggiuntive quali la tecnologia RFID. Naturalmente, un prodotto nel mondo reale richiede alcuni compromessi e per realizzarlo sono richieste sia capacità avanzate di R&D che un’approfondita conoscenza del mercato globale. Tali competenze consentono la creazione di adesivi con proprietà altamente specifiche, un punto di partenza fondamentale per prestazioni sempre migliori. Questi adesivi possono inoltre essere combinati con frontali nuovi, in grado di supportare iniziative volte alla sostenibilità.
L’importanza degli adesivi Gli adesivi hanno un ruolo particolarmente importante nello sviluppo dei prodotti – ruolo talvolta sottovalutato al momento di cercare l’etichetta giusta per un’applicazione specifica. Recenti innovazioni nel campo degli adesivi hanno permesso la creazione di prodotti che offrono una più vasta gamma di vantaggi, a partire dall’aumentata produttività fino al maggiore impatto del prodotto a scaffale. Ad esempio, il “no label look” è basato essenzialmente su un adesivo ultra trasparente. Gli alimenti refrigerati richiedono etichette che non ingialliscono alla luce UV e le salviette umidificate richiedono prestazioni affidabili del sistema “apri e chiudi” per affrontare la sfida di confezioni di prodotti con elevato contenuto di solventi. La giusta tecnologia adesiva può perfino sostituire un metodo di produzione molto più costoso, come nel caso delle etichette di sicurezza cucite sulle cinture di sicurezza delle automobili che possono essere sostituite da etichette autoadesive termoattivate. Vantaggi molto importanti a livello di sostenibilità possono inoltre essere ottenuti con i giusti adesivi, come indicato più avanti. Lo sviluppo di tali prodotti richiede grandi risorse di R&D, con team di scienziati specializzati nella formulazione di adesivi innovativi. Impianti di coating pilota sono inoltre necessari per garantire prove realistiche in scala. Un adesivo dalle giuste qualità può apportare un contributo importante per abbassare i costi totali, in quanto può influenzare ogni aspetto, dai costi di trasporto (materiali più sottili implicano infatti un
|| La tecnologia ClearCut di Avery Dennison è più sottile, utilizza meno adesivo e supporta un no label look di prima qualità non solo presso il punto vendita, ma anche durante l’uso da parte del consumatore.
Details make the difference
minor numero di bobine e di viaggi) fino alla collaborazione con OEM, fornitori, clienti e velocitàThinner, di applicazione. Naturalmente anche utenti finali. Una vasta attività di test che Clearer, Cleaner: coinvolge i principali fornitori e clienti porta i frontali e i liner sono importanti, quando ™ ClearCut adhesive platform si considerano la sostenibilità complessiva di a un processo di innovazione collaborativa e ciascuna soluzione e l’impatto a scaffale del a migliori risultati finali. Questo in tutte le packaging finito. Avery Dennison lavora per piattaforme di stampa, incluso il segmento costruire una combinazione di successo delle digitale in rapida crescita. tre componenti dell’etichetta e ha sviluppato un adesivo a basso debordo con un’eccellente resistenza allo sbiancamento da contatto Alla ricerca della sostenibilità con acqua, concepito per consentire l’uso di un frontale e di un liner più sottili. Una tec- Sebbene la sostenibilità sia ora una vera e nologia in grado di rispondere a tutta una propria priorità chiave aziendale, il mercaserie di priorità dei brand owner. Le etichette to globale di prodotti esplicitamente più sono più sostenibili che in passato, grazie alla sostenibili è ancora in una fase di crescita e riduzione nell’uso dei materiali e dei traspor- non ancora maturo. Avery Dennison punta ti. Una trasformazione e un’applicazione ad a obiettivi di sostenibilità ambiziosi per il alta velocità sono rese possibili da proprie- 2025, che coinvolgono l’intero spettro delle tà di adesività iniziale e rilascio progettate attività. Gli obiettivi stabiliti comprendono attentamente, in modo tale che le etichette un 3% di riduzione assoluta nelle emissioni lascino il liner in maniera pulita e aderisca- a effetto serra ogni anno da qui al 2025, l’uso no bene alla superficie di applicazione. Bassi di carta 100% certificata (tra cui il 75% certilivelli di contaminazione della macchina da ficata FSC) e soluzioni diverse dalla discarica stampa grazie al ridotto debordo di adesivo per il 95% dei rifuti. La gamma dei fattori offrono a loro volta una maggiore produtti- che oggi i trasformatori devono tenere prevità e una riduzione dei costi totali applicati. sente al momento di scegliere i materiali di I brand owner ottengono un prodotto che ha etichettatura è vastissima e Avery Denniun bell’aspetto a scaffale e che rafforza i mes- son ha lanciato il portfolio ClearIntent per saggi positivi del marchio in tema di sosteni- aiutarli a trovare, in un unico posto, tutti bilità. Prodotti dalle elevate prestazioni con i prodotti in grado di contribuire alla soadesivi unici e altre proprietà non possono stenibilità. I tre pilastri di questo portfolio mai essere sviluppati in maniera isolata, in- riflettono ciò che occorre per incrementare dipendentemente dal livello di avanzamento la sostenibilità. “Approvvigionamento retecnologico del laboratorio. Innanzitutto, sponsabile” (incluse etichette realizzate con sono spesso guidati dalla domanda, nascono materiali rinnovabili); “Riduzione di matein risposta a tendenze di mercato o a nor- riale” (prodotti con una struttura più sotmative in vigore. Gli scienziati che lavorano tile per un minore utilizzo di materiale) e allo sviluppo dei prodotti devono essere col- “Riciclo” (inclusi non solo materiali dal conlegati al mercato e conoscerne le esigenze. tenuto riciclato, ma anche l’accesso per gli Inoltre, lo sviluppo dipende moltissimo dalla utenti a un programma di riciclo dei liner).
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tecnologie
|| Il portfolio CleanFlake di Avery Dennison impiega un adesivo “commutabile”, che facilita il riciclo del PET
La componente maggiormente visibile della struttura di un’etichetta, quando si prende in considerazione la sostenibilità, è il frontale. Ma gli adesivi sono altrettanto importanti. Un esempio è un adesivo di recente sviluppo interamente compostabile. Se utilizzato con il giusto frontale e i giusti inchiostri, questo adesivo consente a una confezione completa di esibire un logo “OK Compost”, con vantaggi in termini di interesse da parte dei consumatori e di gestione degli scarti. Rendere i materiali più sottili è una strategia di sostenibilità fondamentale perché consente di ridurre l’uso delle materie prime, l’energia utilizzata per la produzione e le emissioni. La gamma ThinkThin di Avery Dennison ne è un esempio: è in continua crescita dal 2012 e include carte, film e carte termiche che riducono gli scarti salvaguardando al tempo stesso la produttività e l’impatto a scaffale. Questa gamma si basa su adesivi dalle elevate prestazioni in grado di accogliere frontali più sottili e delicati. Senza le giuste proprietà adesive, i trasformatori dovrebbero scegliere tra interruzioni più frequenti delle linee di produzione per rottura del materiale o la riduzione della velocità di trasformazione con, in entrambi i casi, una produttività molto inferiore. Inoltre, gli adesivi avanzati possono aiutare a migliorare la qualità dei materiali da riciclare. I materiali Wash-Off si staccano in maniera pulita dal vetro o da bottiglie in PET in un impianto di lavaggio tradizionale, grazie ad un adesivo concepito per non lasciare residui. La soluzione in questo caso è un adesivo “commutabile” che aderisce al PET fino al momento del riciclo: a questo punto si stacca in maniera pulita senza lasciare residui (e il PET riciclato derivante da questo procedimento è di una qualità tale da poter essere nuovamente trasformato in bottiglie in PET).
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Progettare il futuro Avery Dennison è concentrata sullo sviluppo di nuovi adesivi che migliorino sostenibilità, funzionalità e prestazioni su diverse superfici e a tutte le temperature richieste, incluse quelle estreme incontrate durante la produzione industriale. Un’etichettatura intelligente è un altro obiettivo di ricerca emergente: ampiamente utilizzata in alcuni segmenti, ma ancora da adottare in altri. Efficaci funzionalità aggiuntive possono contribuire alla produttività e alla sostenibilità in modi che vanno ben oltre l’impatto dell’etichetta in sé. Ad esempio etichette intelligenti, grandi quanto una carta di credito, che registrano ora e temperatura per prodotti sensibili alle temperature quali i prodotti farmaceutici, alimentari e floreali. Esse sostituiscono gli ingombranti dispositivi convenzionali di registrazione delle temperature e trasmettono i dati direttamente a uno
smartphone. Una registrazione delle temperature prontamente disponibile e precisa può ridurre i costi logistici e aiuta a proteggere i prodotti in maniera più efficace. Lo sviluppo di nuove etichette intelligenti spesso implica una collaborazione globale. Un altro esempio è rappresentato da un’etichetta per pneumatici lanciata recentemente e concepita per offrire una compatibilità RFID globale. Questa etichetta autoadesiva affronta facilmente un ambiente molto impegnativo per la tecnologia RFID (gli pneumatici possono bloccare i segnali radio) e supporta tutti gli standard RFID, consentendo la lettura simultanea di interi pallet di pneumatici. Un’adesione affidabile è tutto per un prodotto di questo tipo. L’etichettatura dei battistrada è notoriamente un ambito di etichettatura difficile, su una superficie strutturata, contaminata e ad alto contenuto di nerofumo. Un adesivo high-tech con un peso di spalmatura elevato garantiscono il mantenimento in posizione delle etichette. Il futuro è più difficile che mai da predire in quanto i cambiamenti avvengono sempre più rapidamente, ma è chiaro che i passi avanti nelle tecnologie adesive continueranno a portare non solo miglioramenti alle applicazioni esistenti, ma anche applicazioni completamente nuove. Vedremo inoltre adesivi che supporteranno etichette sempre più sottili, un ulteriore aumento nell’approvvigionamento sostenibile e continui progressi in tema di riciclo. Tutti noi ci possiamo aspettare di vedere un’industria in cui produttività, sostenibilità e funzionalità migliorano anno dopo anno. Tempi emozionanti e grandi opportunità ci attendono! || In basso, TT Sensor Plus di Avery Dennison è un’etichetta intelligente che registra ora e temperatura per prodotti sensibili alle temperature
speciale Una panoramica sull’industria globale delle etichette, che prosegue la sua ripresa e si prepara per il Labelexpo Europe più grande di sempre
Opportunità locali e crescita globale: il mercato delle etichette ha il vento in poppa di Andy Thomas
I
l packaging è la terza tra le più grandi industrie del mondo e il sotto-settore delle etichette rappresenta un business mondiale multimiliardario, che cresce costantemente ad un tasso dell’1-3% sopra la media del PIL in tutti i mercati mondiali. È difficile quantificare la dimensione esatta del settore delle etichette perché è molto diversificato. Include le etichette pressure-sensitive (o autoadesive), acqua e colla (a volte chiamata cold glue), le shrink sleeves, le stretch sleeves e le etichette in-mould. Il miglior barometro della crescita glo-
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bale delle etichette si osserva nell’industria delle etichette pressure-sensitive, che ha fornito il vero motore di crescita negli ultimi trent’anni grazie alla sua versatilità (anche se le etichette shrink sleeve stanno attualmente dimostrando la crescita più significativa rispetto ad altri comparti).
Il ruolo chiave dell’Europa Per cominciare in Europa – dopo la “doppia recessione” che ha seguito il crollo del 2009-2010 – nel
Andy Thomas-Emans è lo Strategic Director del Tarsus Labels Group, che organizza la Labelexpo Global Series. È stato precendentemente Group Managing Editor della rivista internazionale Labels & Labeling. Andy ha scritto dell’industria della stampa e del packaging per 28 anni: prima di unirsi a Tarsus è stato infatti redattore delle riviste British Printer e Packaging News nel corso degli anni ‘90. Ha presieduto varie conferenze internazionali e seminari, inclusi i Tarsus Group Label Summits in America Latina, Africa, Cina, India ed Europa. Andy è un Fellow of the Institute of Materials Minerals and Mining. La somma di queste esperienze lo rende uno dei massimi conoscitori di questa industria a livello globale.
speciale Consumo globale di etichette (2016)
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4% Europe Nord America Asia Pacifica Sud America Africa e Medio Oriente
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Crescita globale dei volumi di etichette
Mln m²
2015 l’industria ha fatto ritorno ad un percorso di crescita sostenuta, con un tasso di crescita di oltre il 5% nel 2016. Il consumo di materiali autoadesivi per etichette è rimasto costantemente sopra la crescita del PIL europeo dal 2012. Il consumo europeo totale di etichette autoadesive per il 2016 è stato di 7,1 miliardi di m²: più del doppio rispetto a 20 anni fa. Non è solo il volume, ma anche il valore del mercato delle etichette autoadesive che continua a crescere: più utenti finali stanno oggi scegliendo etichette in film plastico, più costose rispetto alla carta. Le etichette in film plastico rappresentano oggi più del 25% della domanda totale, rispetto al 15% nel 2000, e sono cresciute più del 5% dal 2016. L’Europa orientale e meridionale continuano ad essere i principali driver della crescita. L’Europa orientale rappresenta attualmente più di un quinto della domanda europea totale di etichette, il doppio rispetto al 2003. La Romania e l’Ungheria da sole hanno registrato una crescita di oltre il 60% tra il 2010 e oggi, e la Polonia un sorprendente 70%. Questo è dovuto in parte alla crescita di una classe media affluente di consumatori, ma anche al continuo spostamento delle commesse di etichette dall’Europa occidentale, per beneficiare dei minori costi di produzione. Secondo l’indagine tra gli utenti finali condotta da FINAT, il 40% degli intervistati indica uno spostamento del fornitore di etichette verso l’Europa dell’est, la Cina e l’India. In termini assoluti, la crescita durante questo decennio è stata dominata dall’Europa meridionale, in particolare Turchia, Italia e Spagna. La Turchia è ora tra i primi dieci mercati europei dell’etichetta. Contemporaneamente i mercati già solidi dell’Europa centrale, Regno Unito e Irlanda, hanno mostrato solo una crescita moderata, con un effettivo calo in Scandinavia (ad eccezione della Svezia). Queste cifre naturalmente rappresentano solo il consumo di autoadesivo. È importante notare che più del 20% degli etichettifici intervistati da FINAT offrono, o stanno pensando di offrire, almeno una soluzione non autoadesiva: packaging flessibile, shrink sleeve, in-mould o anche prodotti cartotecnici.
Crescita percentuale
Fonte: AWA Alexander Watson Associates
La stampa digitale non è più una tecnologia di nicchia Un trend chiave nell’industria è un aumento della stampa digitale di etichette. Questo è spinto da una continua diminuzione delle tirature medie, così come uno spostamento
verso la personalizzazione o la personalizzazione di massa, come si è visto per esempio nella campagna di Coca-Cola “Share a Coke”. La tiratura media per la stampa convenzionale è stata stimata dall’indagine di FINAT in 4,5-5.000 metri lineari, contro gli 850 metri lineari per il digitale. Secondo un’indagine condotta dalla società di consulenza
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speciale
LPC, il valore totale (vendite dei converter) di etichette digitali nel 2016 è stato pari a 1,57 miliardi di euro. Globalmente, la vendita di etichette digitali rappresenta il 7,2% del valore globale del mercato delle etichette, ma in Europa questo sale al 9,7%. La cifra varia in base alla categoria dell’utente finale. Nei due settori più ampi per il consumo di etichette, quello del cibo e delle bevande, il digitale rappresenta rispettivamente il 9,2 e il 7,4% del valore totale. Nel segmento HABA (salute e bellezza) il digitale rappresenta un impressionante 18,2%, e un 19,5% dell’industria farmaceutica. La stima relativa ai prodotti per la casa è dell’8,8% e dell’11,9% per i chimici industriali, con quelli per le auto al 4,9%. L’indagine LPC ha riscontrato che il totale delle macchine da stampa digitale installate in Europa è pari a 2.000 unità. L’anno scorso sono state installate altre 170-180 macchine in Europa, per lo più nei cinque mercati dell’etichetta più grandi. Nonostante l’attuale stato di buona salute del mercato europeo delle etichette, ci sono alcune nubi all’orizzonte. Queste includono i costi delle materie prime, in particolare gli inchiostri e i coating, mentre la Brexit sta creando delle incertezze finché non saranno rese più chiare le future relazioni commerciali tra Regno Unito e UE. Le pressioni sui prezzi stanno aumentando in quanto i venditori al dettaglio competono più ferocemente per i consumatori più attenti ai costi. L’industria sta anche avendo delle difficoltà a trovare operatori di macchina qualificati, ma anche venditori e personale di back office capace di
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gestire le esigenze di fatturazioni più regolari legate a tirature più brevi. E una serie di altre sfide specifiche dell’industria.
Labelexpo Europe 2017 A questo proposito, è importante dare un’occhiata alla Label Academy, un’iniziativa cominciata dal guru dell’industria delle etichette e chairman di Tarsus Labels Group, Mikey Fairley. Questa mette insieme un patrimonio di conoscenza dell’industria in un numero crescente di libri, che coprono tutti gli aspetti dell’industria, dalle specifiche dei materiali
agli utensili, al funzionamento della macchina da stampa. Al Labelexpo Europe a settembre ci saranno due corsi di perfezionamento della Label Academy sulle shrink sleeve e sui management information system, insieme ad un workshop su inchiostri, coating e vernici. I libri della Label Academy sono collegati ad esami online, che danno agli operatori dell’industria dell’etichetta una qualificazione riconosciuta a livello globale. La Label Academy è approvata dalle maggiori federazioni globali di etichette: FINAT in Europa e TLMI negli Stati Uniti. Strettamente legata agli eventi della Label Academy – in particolare il corso di perfezionamento sugli MIS – è la feature Automation Arena. Questa è una novità per Labelexpo e mette insieme l’intero flusso di lavoro dalla fase di prestampa alla stampa, al riavvolgimento e all’ispezione, mostrando come questi processi possono essere gestiti da processi automatizzati collegati ai sistemi di workflow management. Al centro c’è una macchina da stampa flexo UV altamente automatizzata di MPS, con collegamenti alla prestampa e all’ispezione forniti da un MIS CERM. Labelexpo Europe ospiterà una serie di altre feature mirate a discutere gli ostacoli alla crescita incontrati dall’industria dell’etichetta, oltre che ad affrontare i principali problemi che riguardano la sostenibilità. Seguendo il trend dello spostamento verso i “one-stop packaging shop”, ci sarà una maggiore attenzione verso gli imballaggi flessibili (per esempio sacchetti e bustine), che possono essere stampati usando le stesse macchine impiegate per le etichette. Un problema in questo caso è la possibilità di migrazione di elementi di un inchiostro UV nel prodotto alimentare, dove non c’è una barriera solida come metallo, vetro o alluminio a fare da protezione. Per affronta-
Tipologie di etichette impiegate nel mondo 2%
4%
18% 40%
Autoadesive Acqua e colla Sleeve In-mold Altro
36% Fonte: AWA Alexander Watson Associates
speciale
Crescita anno su anno del consumo di materiali per etichette in bobina Europa, periodo 2004-2016 25
Trend globali: Nord e Sud America
% crescita anno su anno
20 15 10 5 0 -5 -10 -15
tirature più brevi, l’automazione, la riduzione degli sprechi, la possibilità di gestire film sottili e benefici per la sostenibilità, quali l’utilizzo ridotto di energia nei sistemi di asciugatura.
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Carta in bobina
Altri materiali in bobina
Fonte: FINAT/Panteia
re questo problema, un nuovo gruppo si riunirà al Labelexpo Europe per la prima volta, con lo scopo di fissare nuovi standard di sicurezza per gli inchiostri UV su applicazioni a contatto diretto con il cibo. La sostenibilità è una questione chiave per i marchi di oggi, e Labelexpo include anche un Linerless trail. Le etichette autoadesive linerless non necessitano di liner siliconato, incorporando sia adesivo che rivestimento in silicone in un singolo strato di
materiale arrotolato su se stesso. La maggior parte delle applicazioni sono per il settore logistico, ma c’è anche un interesse crescente tra i marchi per le applicazioni di etichette di qualità. Labelexpo è, naturalmente, più famosa per la quantità di macchinari per la stampa, in numero maggiore rispetto a qualsiasi altra fiera del printing. C’è un numero di eccitanti annunci globali di tecnologia, tutti ad alimentare i trend descritti in precedenza: l’efficienza su
Per finire questa indagine daremo un’occhiata veloce a come questi trend europei si riflettono negli sviluppi in altre parti del mercato globale delle etichette. Per cominciare con il Nord America, Labelexpo Americas a Chicago l’anno scorso ha sancito un numero record di presentazioni e un numero record di visitatori con la superficie più grande mai coperta – un chiaro segno di condizioni in miglioramento dopo i giorni oscuri dell’ultima recessione globale. Il mercato nordamericano, che include Canada, Stati Uniti e Messico, costituisce il 19% della domanda globale di etichette. Gli Stati Uniti comprendono 77% del mercato nordamericano di etichette, mentre il Messico è al 12% e il Canada all’11%. Alexander Watson Associations (AWA) stima che mentre nel 2015 la domanda globale di etichette è cresciuta del 3,5% rispetto al 2014, il mercato nordamericano ha visto tassi di crescita del 1,5-2%. È probabile che la crescita continui fino al 2020. AWA stima che il mercato nordamericano delle etichette crescerà di un
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speciale tasso di crescita annuo del 1,7% durante questo lasso di tempo. Le etichette autoadesive continuano a dominare il mercato nordamericano, costituendo il 53% della domanda di etichette, o 5,75 milioni di metri quadri. Le etichette applicate con colla sono al secondo posto con 3,28 milioni di metri quadri, il 30% del mercato, e le etichette create con tecnologie sleeve arrivano a 1,175 milioni di metri quadri, ovvero l’11% del mercato. Le etichette in-mould sono al 2% con 250 milioni di metri quadri prodotti. Secondo i dati AWA, le technologie sleeve e in-mould sono proiettate a mostrare la loro più grande crescita fino al 2020, con un CAGR del 2,7% e 2,6%, rispettivamente. L’AWA prevede che le etichette pressure-sensitive cresceranno ad un CAGR del 2,2% fino al 2020. Le etichette digitali continueranno ad essere un trend chiave da osservare nei prossimi anni. Le installazioni di macchine da stampa digitale hanno già cominciato a superare quelle delle convenzionali, e uno studio commissionato da TLMI ha previsto che per il 2020 tre installazioni di macchine su quattro saranno digitali. In America Latina una tendenza chiave è stata il consolidamento, dove gruppi internazionali quali CCL, CTI Invest, MultiColor Corporation e Sato Group hanno creato network regionali al fine di servire brand multinazionali con la stessa qualità e affidabilità in ciascuno dei mercati locali. Questo riflette una tendenza globale verso il consolidamento, con un esempio evidente nella fusione dell’etichettificio brasiliano Baumgarten con le tedesche Rako e X-Label, creando un gruppo globale per competere con i più grandi del settore. I network regionali costituiti da queste aziende si sono focalizzati fino ad ora prevalentemente sui quattro mercati più grandi dell’America Latina. CCL è presente in tutti: Messico, Brasile,
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Tassi di crescita mercato globale delle etichette Nord America Europa Asia Pacifica Sud America Africa e Medio Oriente Globale 0%
1%
2%
3%
4%
5%
6%
7%
Fonte: FINAT
Cile e, più recentemente, Argentina. MCC opera in Messico, Cile ed Argentina; Sato Group in Brasile e Argentina; CTI Invest in Brasile, Argentina e Colombia. Prima della fusione, Baumgarten aveva acquisito etichettifici in Messico ed Argentina. Un altro esempio notevole di tendenza tecnologica è stata la rapida adozione da parte di questa regione della stampa digitale. Qualche anno fa, l’America Latina era il mercato a più rapida crescita per HP Indigo; attualmente lo è per Xeikon. Dopo sei periodi di contrazione, l’industria di packaging brasiliana ha registrato una crescita del 2,54% nel 2016, secondo uno studio dell’associazione di packaging brasiliana ABRE.
Cina e India Guardando verso la regione Asia-Pacific, Cina ed India sono i maggiori motori di
crescita, mentre il Giappone ha di gran lunga la maggiore qualità delle etichette nella regione. L’industria Cinese sta affrontando un cambiamento importante dalla tipografia alla flessografia, supportata dal governo. Il governo ha anche spinto per un cambiamento verso forme di curing UV e UV-Led più efficienti a livello energetico. Questa tendenza è prevista anche in Europa e negli Stati Uniti e sarà un tema importante a Labelexpo Europe. La stampa digitale non ha trovato applicazione su larga scala in Cina, sia per i costi di investimento, sia perché le macchine tipografiche e offset esistenti sono adatte alle basse tirature, con costi competitivi di lavorazione e di incisione delle lastre. Tuttavia, questa situazione sta cambiando. HP Indigo ha venduto più di 30 macchine a banda stretta solo nel 2015-16. Il cambiamento più grande per gli etichettifici – come accaduto in America Latina e negli altri mercati globali – è la veloce espansione e fusione di giganti del converting in Cina. Per esempio, dopo aver acquisito World Mark e Woelco, CCL ora possiede cinque stabilimenti di produzione in Cina, rispettivamente situati a Tianjin, Guangzhou, Hefei, Changzhou e Suzhou. Il gruppo All4Labels recentemente ha impiantato una seconda fabbrica a Guangzhou. Anche gli etichettifici locali hanno accelerato la loro espansione. L’India, che ha il suo Labelexpo, è un altro mercato in rapida crescita. Ci si aspetta una forte spinta dall’implementazione di regolamentazioni FDI (Foreign Direct Investment) che ora consentono ai retailer globali di istituire nuovi business nel paese. Questo porterà la stessa supply chain globale in India – Walmart, Carrefour e il resto dei giganti di vendita al dettaglio – che ha spinto l’enorme crescita in Cina.
Maggiore qualità Performance più elevate Minore costo d’impiego
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tecnologie Le tecnologie proprietarie inkjet e toner, utilizzate per stampa ed effetti speciali, rendono unica l’offerta del brand giapponese per gli etichettifici
Dal file alla nobilitazione, Konica Minolta cambia i paradigmi nel label printing
C
he Konica Minolta avesse scelto di alzare l’asticella nelle soluzioni per il production printing era intuibile già da qualche tempo, specie dopo la presentazione a drupa 2016 della sheet-fed AccurioJet KM-1 in formato B2+ e della sorella maggiore KM-C in formato B1 per il folding carton. Un’evoluzione dettata dalla volontà di rispondere alle accresciute istanze del mercato, resa possibile da uno dei fattori distintivi del brand giapponese: la straordinaria capacità di sviluppare tecnologia di stampa proprietaria, sia nell’inkjet che nel toner. Negli ultimi due anni, senza troppo clamore, Konica Minolta ha accresciuto focus e investimenti in R&D, partnership tecnologiche e acquisizioni – inclusa la quota di controllo di MGI – ma soprattutto nello sviluppo di competenze ed eccellenze al proprio in-
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terno. Al punto da creare le condizioni per spostarsi dalla fornitura di stampanti alla proposta di soluzioni industriali. Che poi si traduce nel servire clienti e governare processi produttivi complessi. Tra questi c’è la stampa e il converting di etichette, che cresce a ritmi vorticosi ma impone ai propri fornitori altissimi livelli di expertise e di solidità. Un background che Konica Minolta sta sviluppando già da qualche anno, al punto che bizhub PRESS C71cf – introdotta nel 2015 a Labelexpo come showcase – ha saputo conquistarsi uno spazio rilevante tra le narrow-web digitali per gli etichettifici. E oggi viene proposta in un flusso integrato “da bobina a bobina” che include software, engine di stampa a toner, nobilitazione inkjet, chimiche di inchiostro, toner e vernice proprietarie. I riscontri sin qui ottenuti presso i professionisti italiani dell’etichetta lasciano presagire un autentico successo.
tecnologie
|| Nella pagina accanto, la macchina da stampa narrow-web a toner bizhub PRESS C71cf. In alto, JetVarnish 3D Web per la nobilitazione inkjet di etichette in bobina.
Vernice spot, rilievo e foil da bobina a bobina: è JetVarnish 3D Web Se l’intero mercato dell’etichetta guarda alle applicazioni ad elevata marginalità come allo spazio ideale in cui crescere e investire, è inevitabile, oggi più che mai, che le tecnologie di nobilitazione siano sotto i riflettori. Ma nobilitare etichette implica più di una criticità, a partire dalla gestione del materiale in bobina e dalla necessità di aderire alle specifiche molto
rigide imposte dai brand-owner. Per questo, per applicare vernici, foil ed effetti di embossing, la maggior parte dei converter utilizza ancora sistemi tradizionali. La sfida lanciata da MGI, autentica apripista della nobilitazione inkjet e oggi controllata da Konica Minolta, è da sempre quella di aggiungere valore al prodotto stampato attraverso un processo
digitale affidabile ed economicamente sostenibile. Una sfida già vinta nella stampa a foglio e rilanciata a Labelexpo 2015 nella produzione narrow-web, che oggi può dirsi vinta. JetVarnish 3D Web debutta infatti sullo stand di Konica Minolta a Labelexpo 2017, introducendo la possibilità di applicare alla bobina stampata effetti di verniciatura spot 2D,
vernice tattile 3D e foil metallici. Il tutto su una linea compatta e semplice da utilizzare, che rende il processo controllabile, pulito ed economico, specie per le brevi e medie tirature o le produzioni ondemand tipiche del digitale. Oltre che come modulo stand-alone, infatti, JetVarnish viene proposta come ideale integrazione di una o più stampanti della serie C71cf.
|| Esempi di etichette stampante con Konica Minolta bizhub PRESS C71cf e nobilitate con effetti di embossing e foiling digitale realizzati con JetVarnish 3D Web
C71cf cresce in flessibilità e tocca quota 10 in Italia Quella che lo scorso anno dipingevamo su queste pagine come una new-entry, è ormai realtà e conta 10 macchine installate in Italia e volumi di stampa significativi. A scegliere la tecnologia a toner di Konica Minolta negli ultimi 12 mesi sono stati principalmente gli etichettifici, che ne hanno apprezzato l’elevata qualità, il registro impeccabile anche
su lunghe produzioni in banda 330 mm (oggi integrata con l’opzione 250 mm) e la straordinaria rapidità di linearizzazione, avviamento e cambio lavoro. Sebbene compatta e accessibile in termini di investimento, C71cf ha saputo integrarsi tra linee offset, flexo e serigrafiche come uno strumento produttivo solido, professionale e facilmente ammortizzabile già
con poche migliaia di metri al mese, che si contrappone a sistemi entry-level dai costi di produzione insostenibili. Tra i fattori di successo c’è proprio la formula “chiavi in mano”, con un costo al metro lineare molto concorrenziale su larghezza 330 mm che include i consumabili (tranne la carta, ovviamente), i ricambi e l’assistenza.
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speciale Un’istantanea sui trend evolutivi di un settore che cresce, tra commodity e una competizione crescente, adottando con fiducia le nuove tecnologie
Passato, presente e futuro (digitale) della stampa di etichette in Europa di Jennifer Dochstader // jennifer@lpcprint.com
|| Nilpeter Simplex S-330 è una delle stampanti per etichette che ha fatto la storia di questo settore. Sviluppata a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta (partendo dal precedente modello degli anni Venti), essa era pensata per la produzione di etichette altamente sofisticate. Combinava infatti moduli di stampa tipografica e serigrafica.
I
l settore europeo delle etichette è uno dei mercati più vivaci e complessi nell’industria mondiale del packaging stampato. L’Europa è la culla dell’industria della stampa, dove Johannes Gutenberg inventò la prima macchina da stampa quasi sei secoli fa. Il settore europeo delle etichette è pieno di aziende pionieristiche e innovative, che producono le etichette di maggior qualità per una grande varietà di applicazioni. Dai beni di largo consumo all’elettronica e agli elettrodomestici, fino ai componenti per automobili, ai prodotti farmaceutici,
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al cibo per animali e ai prodotti chimici. È un segmento che continua a crescere a tassi leggermente superiori al PIL della regione, con molte opportunità sia per le aziende esistenti che per i nuovi operatori del mercato. Durante gli anni ‘80 e ‘90 gli etichettifici hanno goduto di un periodo caratterizzato da una solida crescita, anno dopo anno. Le etichette autoadesive hanno aggredito progressivamente le quote di mercato dell’acqua e colla e le vendite di macchine da stampa convenzionali sono rimaste sostenute. Stampa tipografica, offset e serigrafia rotativa
Cresciuta a stretto contatto con l’industria della stampa e del packaging, Jennifer Dochstader, co-fondatrice della società di ricerche di settore e technical PR LPC, Inc., ha passato la sua vita lavorando con fornitori del settore, converter e brand owner. Attiva da oltre 25 anni in questo settore, Jennifer è riconosciuta per le sue conoscenze e la sua esperienza riguardo a tutta la supply chain di stampa e packaging. Dalla fondazione di LPC, Inc. (nel 1998) ad oggi, ha partecipato come speaker a numerose conferenze in tutto il mondo, pubblicato articoli nelle principali riviste di settore, sviluppato ricerche di mercato e fornito consulenze nell’ambito della comunicazione tecnica a importanti aziende costruttrici di tecnologie.
speciale
|| A destra, Gallus Q33, introdotta all’inizio degli anni Cinquanta, aveva ampiezza di stampa di 170 mm, era basata su tecnologia di stampa tipografica e poteva essere configurata per gestire fino a quattro colori. Essa poteva inoltre disporre di unità di perforazione e slitting in linea. In alto, una successiva tecnologia per la produzione di etichette introdotta dal costruttore svizzero negli anni Settanta: Gallus V330.
hanno soddisfatto le intricate esigenze sviluppate dal mondo dell’etichettaura, mentre le installazioni di macchine da stampa flexo sono cresciute, con la progressiva introduzione delle prime macchine da stampa flexo UV. Durante questi primi decenni, i converter di etichette hanno perfezionato l’arte innovativa della stampa di etichette autoadesive. Gli etichettifici più progressisti sono stati pionieri autodidatti che hanno scolpito una nicchia nella decorazione del packaging, gui-
dando anno su anno la crescita delle installazioni di macchine da stampa convenzionali. Le installazioni di flexo a waterbased e UV sono cresciute, riducendo le quote di mercato dell’offset nei mercati del food e del beverage. Allo stesso tempo la stampa tipografica ha mantenuto la sua posizione, guidando la cre-
Tirature medie 2016 realizzate con tecnologie tradizionali dagli etichettifici FINAT Tipologia di utilizzo finale
Tiratura media in metri lineari
Variazione % 2016 su 2015
Food
5.386 m/l
38%
Beverage
8,117 m/l
4%
Cura personale/cosmetici
3.338 m/l
33%
Farmaceutico
2.136 m/l
2%
Chimici per la casa
6,563 m/l
5%
Chimici industriali
2.925 m/l
15%
Retail
4.393 m/l
26%
Automotive
4.875 m/l
53%
Beni di consumo durevoli (include elettronica)
1.860 m/l
12%
Trasporti/logistica
6,393 m/l
2%
Tutte le categorie
4.598 m/l
11%
Dati raccolti presso gli etichettifici FINAT con sede in tutte le principali regioni Europee Fonte: LPC, Inc. FINAT RADAR
scita dell’autoadesivo nel settore farmaceutico e del personal care. Sono nate dinastie fondate sulla capacità di stampare etichette BOPP trasparenti con incarnati complessi abbinati a effetti tattili stampati in serigrafia e testi di alta qualità. In questo periodo è iniziata l’istallazione di engine elettrofotografici a bordo di macchine flexo e offset, con una serie di aziende che si sono specializzate nella numerazione seriale e nei dati variabili. Questo ha consentito di offrire al mercato applicazioni di nuova generazione, consentendo ai converter di generare elevati profitti. Gli etichettifici facevano il pieno di ordini e la fedeltà dei clienti era alta. Nessuno avrebbe associato la parola “commodity” con le etichette. È durante questi decenni che sono nate lavorazioni in linea a valore aggiunto quali hot foil, inchiostri metallici, inchiostri fluorescenti, ologrammi, etichette multipagina sfogliabili e processi di stampa multipli a passaggio singolo.
Il mercato odierno delle etichette in Europa, tra commodity e concorrenza I tempi sono cambiati. Questi pionieri dell’etichetta oggi producono materiali in un settore maturo, che vive sempre più le dinamiche tipiche della commodity. La fe-
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speciale dozione delle macchine di stampa digitale in tutta Europa. Mentre la tecnologia di stampa digitale continua a svilupparsi ed evolversi, le macchine digitali acquisiscono quote di mercato sempre maggiori nelle applicazioni convenzionali.
Produzione di etichette nel mondo e in Europa Il digitale come percentuale del mercato complessivo 80 Mrd €
7,2%
70 Mrd € 60 Mrd € 50 Mrd €
Digitale
40 Mrd € 30 Mrd €
9,7%
Tradizionale
20 Mrd € 10 Mrd € 0 Mrd €
Mercato globale
Europa
Produzione di etichette in Europa Ricavi per tecnologia di stampa utilizzata (in Mio €) 16.000 Mio €
14.654 Mio €
14.000 Mio € 12.000 Mio € 10.000 Mio € 8.000 Mio € 6.000 Mio € 4.000 Mio € 1.325 Mio €
2.000 Mio € 0 Mio €
Tradizionale
Toner
252 Mio € Inkjet/ibrida
Fonte: LPC, Inc. per FINAT Digital Label Market Study
deltà dei clienti è crollata dal momento che i brand owner e i buyer di packaging tendono sempre di più a scatenare la competizione sui propri lavori. Con l’introduzione di macchine di stampa più automatizzate, la stampa di etichette è diventata meno un’arte e più una scienza. Alcuni dei trend più importanti che oggi muovono la stampa di etichette sono criteri che includono una maggior funzionalità dell’etichetta, la necessità di differenziare il prodotto e una gestione dinamica dei quantitativi. Le tirature sono in costante calo. In mercati come il personal care, il farmaceutico e i chimici industriali le tirature stanno diminuendo anno dopo anno. FINAT, l’associazione europea per l’industria delle etichette autoadesive, pubblica ogni due anni l’indice RADAR, che tiene traccia delle tirature medie degli etichettifici. La tabella elenca tirature medie, espresse in metri lineari, per tipologia di utilizzo finale e la percentuale di variazione comparando il 2016 al 2015. Con la continua diminuzione delle tirature,
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quando diventa impossibile produrre questi lavori su macchine convenzionali, dati i costi aggiuntivi di realizzazione e montaggio delle lastre? Questa rimane una delle principali ragioni che spingono l’a-
Quanto pesa oggi la tecnologia digitale, e quali sono le prospettive per il futuro? LPC, Inc. stima che ci sono circa 2.000 macchine da stampa digitale di fascia production installate nel mercato europeo (esclude sistemi da banco e stampanti desktop). La maggioranza delle macchine digitali in Europa sono basate su tecnologia a toner, data la storica capacità di questa tecnologia di stampare immagini di altissima qualità. In alcuni mercati europei questa tecnologia viene anche chiamata “wet offset” o “dry offset”. Quando queste macchine digitali a toner sono entrate sul mercato, hanno offerto agli etichettifici una soluzione praticabile per stampare basse tirature con qualità “offset”. Tuttavia, non tutti i converter avevano accesso al capitale necessario per investire in un sistema di stampa a toner. Aziende più piccole necessitavano di una soluzione per gestire le tirature più basse e le macchine inkjet si sono rivelate la soluzione. Oggi possiamo trovare etichette stampate in digitale in tutte le principali categorie di utilizzo, inclusi food e beverage, cura personale, farmaceutici, prodotti chimici, etichette industriali, etichette per l’automotive e per la vendita al dettaglio. A Labelexpo FINAT rilascerà il tanto atteso Digital Label Market Study e le informazioni che seguono sono estratte da
|| Fondata nel 1988, Xeikon è stata tra i pionieri nello sviluppo di tecnologie digitali per la stampa di etichette. L’azienda ha presentato DCP-32S, la sua prima stampante specifica per questo settore, già nel 1996 ed è oggi leader mondiale nello svilppo di sistemi a bobina toner-based.
speciale Installazioni di stampanti digitali per etichette in Europa Proiezioni al 2022, per tecnologia di stampa 350 300 numero di installazioni
questa importante iniziativa di ricerca. Il grafico sottostante mostra il valore totale del mercato europeo e globale delle etichette stampate, e la percentuale composta dalle etichette stampate in digitale. Il mercato Europeo delle etichette stampate in digitale aveva un valore stimato di 1.577 miliardi di euro nel 2016. Il volume totale delle etichette stampate in digitale della regione rappresenta il 9,7% del fatturato complessivo del mercato delle etichette europeo. Le macchine a toner occupano ancora una posizione predominante in tutta Europa, rappresentando il 76% di tutte le installazioni di macchine digitali nella regione durante il 2016. Tuttavia, l’inkjet sta guadagnando terreno. Mentre la tecnologia continua ad evolversi, i converter stanno prestando maggiore attenzione ai potenziali vantaggi che l’inkjet può offrire nell’ambito delle loro attuali applicazioni per le varie categorie di utilizzo. Il grafico nella pagina seguente mostra i dati per il mercato europeo delle etichette suddivisi per formato, incluse le etichette stampate in convenzionale, a toner e inkjet. Nel corso dei prossimi cinque anni, è previsto che la crescita delle etichette digitali avrà un tasso pari a quattro-cinque volte quello delle etichette convenzionali. I tassi di crescita rimarranno a doppia cifra per le etichette digitali, tuttavia è importante ri-
250 200
Inkjet/ibrido
150
Toner
100 50 0
2017
2018
2019
2020
2021
2022
Fonte: LPC, Inc. per FINAT Digital Label Market Study
cordarsi quanto ancora sia vasto il mercato delle etichette convenzionali e che il volume di partenza delle etichette digitali è molto minore. In termini di adozione di macchine da stampa digitale nel settore delle etichette nella regione, quale formato avrà il maggiore tasso di crescita? La ricerca indica che la crescita nelle installazioni di macchine inkjet supererà quella delle macchine a toner. Il grafico sottostante mostra le quote di mercato previste fino al 2022 per le installazioni di macchine inkjet e a toner. Il panorama europeo della stampa di eti-
chette sta cambiando, mentre i converter cercano di aggiungere ulteriore valore ai loro prodotti e servizi. Anche la tecnologia di stampa sta cambiando, così come cambiano le richieste dei brand e dei buyer di packaging nei confronti delle aziende che stampano etichette. Le macchine di stampa convenzionali e digitali hanno entrambe un loro spazio negli etichettifici. Tuttavia, con la diminuzione delle tirature, la tecnologia digitale continuerà a sottrarre quote di mercato alle etichette stampate convenzionalmente.
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tecnologie “Colours Have The Power” è il concept scelto da Ricoh Italia per raccontare l’evoluzione applicativa incentrata su colori ed effetti speciali
Dall’inkjet al toner, dalle t-shirt alle etichette, Ricoh rivela il colore nascosto
C
he nell’industria del printing il colore sia un elemento fondante è assodato. Al pari dell’attenzione e degli investimenti che i più importanti fornitori insieme alla quasi totalità degli stampatori, tributano a metodologie, software e dispositivi in grado di garantire la migliore resa e corrispondenza cromatica della stampa. Meno ovvio e inflazionato – forse perché più complesso – è invece il tema del colore come elemento caratterizzante e differenziante. Un tema già percepito e percorso dai grandi consumer brand committenti di packaging – Coca Cola e Barilla tanto per citarne un paio – ma ancora poco esplorato nelle tante applicazioni di commercial printing, marketing e comunicazione visiva. Qui il colore “extra” è percepito anzitutto come una problematica in più da gestire, un costo aggiuntivo difficile da giustificare e, in ultima
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analisi, una specifica che raramente rientra nelle richieste “standard” dei clienti. Fedele alla mission di innovazione e ispirazione, che ne caratterizza il business Production Printing fin dagli albori, Ricoh Italia ha scelto una via tutt’altro che facile per sensibilizzare utilizzatori finali e creativi alle mille vie – inesplorate ma possibili e redditizie – che il colore mette loro a disposizione. Protagoniste, una volta di più, le tecnologie prodotte e commercializzate da Ricoh nell’ambito della stampa a foglio e del large format. Soluzioni diverse per tipologia, vocazione applicativa e produttività, ma tutte accomunate dalla ferma volontà di Ricoh di trasformare quel colore in più – non importa se un’esacromia, un bianco o un fluorescente – in un valore aggiunto tangibile e monetizzabile. || In alto, alcune applicazioni realizzate con la tecnologia production printing di Ricoh
tecnologie
intervista
a Ilaria Vivi Channel Marketing Manager Commercial & Industrial Printing Group di Ricoh Italia
“Circa il 90% delle Pro C7100 vendute è configurata a 5 colori, mentre la configurazione più popolare delle latex Pro L4100 è quella a 7 colori”
Qual è l’idea che sta dietro a Colours Have The Power? Abbiamo scelto di richiamare l’attenzione degli stampatori e dei brand owner su tutto ciò che è possibile fare mixando i colori nel modo giusto. Troppi ancora ignorano o sottovalutano il ruolo che l’impatto visivo può giocare nel successo di un’applicazione grafica. I risultati del tour che la scorsa primavera ha attraversato l’Italia sono stati straordinari e ci prepariamo alle nuove date autunnali, senza dimenticare l’appuntamento di Viscom Italia al padiglione 8, stand L18. Gli stampatori lamentano di subire quasi sempre le scelte dei creativi. Come influenzare questi ultimi? Anzitutto coinvolgendoli. Non è semplice, ma è il motivo per cui continuiamo a investire in eventi e fiere come Viscom, dove incontriamo anche creativi, agenzie di pubblicità e alcuni brand owner. Parallelamente cerchiamo di educare e supportare lo stampatore nel comprendere, proporre e vendere i valori tecnologici le-
gati a un uso creativo del colore. Cosa avete fatto di concreto? Abbiamo progettato, costruito e portato in tour un gigantesco cubo di 2x2x2 metri, costruito su ruote e interamente stampato. Una vera e propria zona esperienziale che contiene decine di possibili applicazioni, dal packaging all’interior decoration. Vogliamo che ciascuno trovi il colore giusto, o il colore nascosto, tramite connessioni enigmistiche e logiche, rompicapo, giochi di vedo/non vedo. Come tutto questo può portare gli stampatori a farsi pagare un premium price? Stiamo lavorando sui colori per trasformarli in una vera forma di nobilitazione dello stampato, così da aprire nuovi mercati e nuove applicazioni di valore per i nostri clienti. È anzitutto necessario superare lo stato dell’arte e trasformare quello che oggi è visto come un esercizio di stile in uno standard. Come i clienti finali recepiscono il messaggio
della potenza del colore? I risultati fin qui conseguiti sono incoraggianti, sia per Ricoh che per i clienti. In Italia circa il 90% delle Pro C7100 vendute è configurata a 5 colori, mentre la configurazione più popolare delle latex Pro L è quella a 7 colori. E il dato più significativo è che il consumo di toner e inchiostri speciali cresce in modo esponenziale, specie per quei clienti che realizzano etichette in foglio, packaging e campagne di marketing. Quali le novità più recenti? Ricoh continua a sviluppare tecnologie sempre nuove da proporre ai propri clienti, in modo che possano fare evolvere il business. Proprio a Viscom lanceremo le nuove stampanti Ricoh Ri 3000 e Ri 6000 per la stampa diretta su capi d’abbigliamento finiti. L’invito è quello di mettersi all’opera e testare le vere potenzialità del colore. Stiamo anche testando materiali del tutto inediti e stiamo collaborando con Color Logic per realizzare effetti speciali, sempre in un’ottica di soluzione integrata.
|| A sx la nuova stampante Ricoh Ri3000 per t-shirt e capi tessili. A destra un dettaglio della quinta stazione colore di Pro C7100X
Tecnologia e partnership al top per fare la differenza Sviluppando le tecnologie inkjet alla base di moltissimi sistemi di stampa leader globali, Ricoh sa bene quanto la collaborazione sia la chiave per offrire soluzioni best-in-class. Presso lo stand di Neopost (Pad. 8, Stand H19), Ricoh si prepara a presentare la macchina a foglio Pro C7100X
con quinta stazione colore, in combinazione con il booklet maker Duplo System 350. L’obiettivo è mostrare come un’eccellente tecnologia di stampa – meglio se equipaggiata con toner bianco, trasparente o colori speciali – al lavoro con supporti di stampa innovativi e con software e si-
stemi di finishing appropriati, possa dare vita a progetti di successo sul piano tecnico ed economico. Tra le best practice su cui Ricoh Italia ha costruito importanti successi commerciali c’è ad esempio il crescente utilizzo del bianco inkjet di Pro L4100 da parte dei serigrafi.
Ricoh Italia Viale Martesana, 12 20090 Vimodrone (MI) Tel. +39 02 91987100 production_printing@ricoh.it www.ricoh.it
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speciale Eliminare l’etichetta e stampare on-demand su bottiglie, flaconi e vaschette sembra essere la nuova frontiera dell’inkjet. Ma quanto e quando sarà praticabile?
Potrà la stampa digitale direct-to-container sconvolgere il packaging? di Corey Michael Reardon
L
a stampa digitale diretta sul packaging – una tecnologia in ascesa nel segmento dell’identificazione del prodotto – è stato l’argomento di una stimolante presentazione al FINAT European Label Forum a giugno di quest’anno, tenuta da Corey Reardon, Presidente e CEO dei consulenti di mercato AWA Alexander Watson Associates (NL), nell’ambito della revisione annuale dello stato attuale del mercato internazionale delle etichette. Dal 1971 AWA ha seguito e documentato gli sviluppi della vasta industria delle etichette e la sua estesa catena del
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valore: un mercato che oggi è caratterizzato da un forte cambiamento a livello globale, causato dall’ingresso della stampa digitale. Senza dubbio, come ha sottolineato Corey Reardon nel suo discorso di apertura, è importante oggi avere una panoramica ponderata del crescente uso della tecnologia inkjet direct-to-container, lo stato attuale delle tecnologie e quello che potrà essere l’impatto in termini di crescita, penetrazione e sostituzione di altri metodi di produzione delle etichette. In questo articolo Corey Reardon illustra i temi principali che ruotano attorno a una tecnologia che potrebbe diventare un game changer nel mondo del packaging.
Corey Michael Reardon è Presidente e CEO di AWA, una società globale di ricerche di mercato B2B, editoria e consulenza specializzata in carta, film, packaging, coating e converting. Corey vanta lunga carriera nell’industria, siede nel board di molte aziende, è speaker fisso ai principali eventi ed eroga attività di consulenza nell’ambito del market e della pianificazione strategica. È laureato in Industrial Marketing alla University of Cincinnati e in Marketing e Strategic Planning alla Kellogg School of Management presso la Northwestern University. Ha ricoperto diverse posizioni in Loparex (poi H. P. Smith e Rexam Release), per poi entrare nel 1999 in Avery Dennison come Marketing Director per l’Europa.
speciale
La storia della stampa digitale nel packaging Il settore del packaging è uno dei più dinamici nel mercato attuale della stampa. Ormai da anni in questo settore si usano tecnologie di stampa digitale con finalità logistiche e di autenticazione dei prodotti – spesso installate in linea sulle macchine da stampa analogiche per etichette – finalizzate alla serializzazione e alla stampa di informazioni variabili puramente funzionali. La crescente sofisticatezza e versatilità dei processi di stampa digitale – a toner e, in particolare, inkjet – hanno recentemente subito un vero slancio. Dai primi esempi di etichette applicate a mano su prodotti artigianali in piccole quantità, le etichette stampate in digitale sono oggi un prodotto di mainstream. Esse offrono ai brand owner opzioni quali versioni multiple e lingue variabili sull’etichetta anche sugli alti volumi in segmenti chiave del mercato quali i condimenti e i prodotti per la cura personale. E in un’epoca in cui tagliare i costi e preservare la redditività sono tra le preoccupazioni principali dei brand owner, queste opportunità sono sempre più popolari. Infatti ad oggi il 63% degli etichettifici, rispondendo all’approfondita indagine annuale AWA sulla catena di valore della decorazione di etichette e prodotti, afferma che la tecnologia digitale è già utilizzata nei loro centri di produzione. Un ulteriore 14% degli intervistati ha asserito di essere in una fase iniziale di introduzione di questa tecnologia. Negli etichettifici l’uso di macchine da stam-
pa a bobina ibride analogiche/digitali è un fatto abituale. E la capacità di un workflow di stampa digitale di produrre sulla medesima bobina più tipologie di etichette in un singolo passaggio è vista come un contributo eccellente alle complesse necessità dei brand owner, nell’ottica di ottenere prodotti justin-time unitamente a tirature più basse.
Personalizzazione di massa Ma non è tutto. Come ha dimostrato in maniera esaustiva Coca-Cola, la stampa digitale consente di realizzare personalizzazioni di massa, come nel caso delle sue bottiglie con nomi diversi, oltre che edizioni limitate. A partire dall’imponente campagna internazionale “Share a Coke” di Coca-Cola, molti altri brand importanti nel mondo – dalla birra ai giocattoli per bambini – hanno usato con successo questa tattica per ottenere maggiore visibilità e incrementare le vendite.
prodotti, ma anche decorazioni aggiuntive su bottiglie di PET e PP. Oltre, spesso, a costituire un sigillo capace di rendere visibile la manomissione del prodotto. Esse rappresentano ad oggi circa il 23% delle applicazioni di etichettatura globali. Tuttavia, come tutte le tecnologie di etichettatura – autoadesive, applicate con colla, stretch o shrink sleeve, o in-mould – esse hanno un costo che include il materiale e un adesivo di qualche tipo. Quindi perché non stampare direttamente sul contenitore ed eliminare direttamente questi costosi extra?
La bottiglia di plastica: un candidato perfetto per la stampa digitale diretta
Grafica di alta qualità
Il primo destinatario dei vantaggi offerti dal digitale è stata la bottiglia di plastica, una tipologia di contenitore diffusa per succhi di frutta e bibite gassate, in particolare per il consumo “on the go”. Al giorno d’oggi le tecnologie stretch e shrink-sleeve per le etichette sono ampiamente utilizzate per fornire non soltanto informazioni dettagliate sui
Le macchine da stampa inkjet possono sicuramente offrire la grafica di alta qualità richiesta dai brand owner per la stampa di etichette. Inoltre l’uptime del processo è migliorato, grazie ai ridotti tempi di cambio lavoro della stampa digitale. E dal punto di vista del brand owner l’inkjet digitale può generare una significativa riduzione del time-to-market per nuovi prodotti o loro
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varianti, rendendo possibile una produzione semplificata, per esempio, di edizioni speciali di prodotti etichettati per eventi sportivi.
Il rovescio della medaglia Ci sono, tuttavia, anche degli svantaggi legati alla stampa inkjet in generale nei mercati del packaging. I costi degli inchiostri rimangono alti, gli inchiostri sono disponibili solo presso un numero limitato di fornitori, i colori metallici non possono ancora essere stampati con l’inkjet UV e le velocità li-
AWA Direct Digital Printing Technology for Labeling & Product Decoration AWAreness™ Report 2016
neari sono ancora relativamente basse. Rimangono poi aperte questioni riguardanti la sostenibilità dei contenitori stampati direttamente per quanto riguarda il riciclo, in particolare nell’ambito alimentare e delle bevande, a causa della presenza di particelle di inchiostro.
Soluzioni disponibili in commercio Due grandi sviluppatori di macchinari per la stampa digitale direct-to-container, Krones e KHS, offrono soluzioni già percorribili con l’utilizzo di teste di stampa Xaar TF Technology, che sono validate per applicazioni low migration su contenitori in PET, HD-PE e PP, che possono quindi essere riciclati tramite processi standard. Non sorprende che sia Krones che KHS stiano mirando a brand-owner di alto profilo, nei segmenti del beverage e dei prodotti per la casa e l’igiene personale, con questa nuova ed attraente opzione per il branding dei prodotti. Anche altri mercati consumer sono nel mirino di vari produttori di macchinari per la decorazione directto-container, che però offrono velocità di
produzione più basse. Questi al momento includono bicchieri di carta/plastica, vaschette di plastica, flaconi e altri packaging cilindrici. L’inkjet UV è la scelta principale. Quindi, in generale, sembra che l’opzione direct-to-container sia un’altra storia di successo per la stampa digitale. Dobbiamo però chiederci se la stampa direct-to-container diventerà una delle soluzioni principali per i brand-owner globali, o resterà semplicemente un’opzione marginale. La stampa digitale si è ritagliata un ruolo da autentico partner nella stampa tradizionale di etichette in bobina, in linea con flexo, rotocalco, offset e serigrafia, portando benefici al converting di etichette in generale. Tuttavia non ha sostituito le tecnologie di mainstream. Le etichette autoadesive rimangono la scelta principale a livello globale, grazie alla libertà di scelta che consentono in termini di dimensioni, forma ed eccellente qualità di stampa, grazie ad una combinazione di processi e finiture e alla precisione garantita nell’applicazione automatica dell’etichetta. La stampa direct-to-container può quindi aspettarsi di diventare una tecnologia di mainstream in grado di eguagliare questi benefici e quelli degli altri processi di decorazione?
Il report Direct Digital Printing Technology for Labeling & Product Decoration AWAreness 2016, di nuova pubblicazione, presenta un’indagine a tutto campo dello stato attuale e delle opportunità future relative alla tecnologia, oltre ad una directory di attrezzature, inchiostri e produttori correlati. Il report può essere ordinato online sul sito di AWA: www.ava-bv.com
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speciale Il punto di vista dell’etichettificio Come AWA abbiamo esplorato ciò che pensa l’industria dell’etichetta. Alla domanda su quale impatto la stampa direct-to-container potrà avere sulle tecnologie di etichettatura tradizionali, gli intervistati hanno risposto che credono che i settori dell’autoadesivo e dell’acqua e colla saranno i più colpiti, mentre le nuove tecnologie di sleeving e in-mould lo saranno meno. La mia opinione è che, inizialmente, la capacità delle tecnologie direct-print di competere con altri sistemi di decorazione del prodotto si concentrerà sulle esigenze di più basso volume. Ma, dal momento che la tecnologia si sviluppa, il mercato necessita di cambiamento e l’efficienza migliora, il punto di svolta per la competitività economica si sposterà verso volumi più alti. E sfocerà in una maggiore quota di mercato per questo processo.
Fattori di crescita Nuove possibilità per i brand owner, unite a benefici economici, efficienza e aspetti legati all’ambiente, sono alcuni dei principali fattori di crescita che ho identificato. Dal punto di vista del marketing, la decorazione diretta dei prodotti offre ai brand owner un time-to-market ridotto, elevata differenziazione dei prodotti, maggiori marginalità e più flessibilità nel design. I vantaggi ambientali includono la riduzione dei volumi di materiali da imballaggio e minori emis-
sioni derivanti da processi come la produzione dei supporti. A questi si aggiungono minori consumi energetici e una riduzione degli scarti a livello di preparazione, stampa, liner e materiale sfridato, oltre che etichette stampate ormai obsolete.
Quale futuro? La stampa direct-to-container costituisce certamente un cambiamento di paradigma e potrà arrivare a pesare tra il 3% e il 5% della decorazione dei prodotti nei prossimi 10 anni, oppure una quota di mercato anche maggiore. Ulteriori innovazioni tecniche sono in arrivo e la tecnologia è oggi
molto avanzata, sia nei sistemi di KHS e di Krones che in quelli di altri fornitori. Tuttavia, il suo futuro successo rimane incerto. Tra i fattori di influenza ci sarà il costo degli inchiostri: questo potrà calare attraverso una crescita dei volumi di fornitura? Ci chiediamo inoltre se la personalizzazione e le edizioni limitate siano solo una moda, o siano destinate a diventare un tool di marketing sempre più usato. E le credenziali ambientali di questa tecnologia, sono molto migliori di quelle dei processi di stampa ed applicazione di etichette? Per quella che è di fatto una delle più recenti innovazioni nella stampa digitale di packaging, credo che i prossimi 18 mesi offriranno risposte a molte di queste domande.
|| Direct Print, basata sull’engineering di KHS, è basata su tecnologia inkjet UV-LED a bassa migrazione e può produrre fino a 36.000 bottiglie/ora
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speciale Dai sistemi prototipali alle basse tirature just-in-time, fino agli alti volumi industriali: cresce l’offerta di stampanti inkjet direct-to-container 1
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1. La compatta INX Digital CP100 di utilizza inchiostri UV curable in configurazione a 6 canali (CMYK+W+V) e può produrre fino a 5 lattine o bottiglie cilindriche al minuto. 2. Progettata e costruita in Italia, Martinenghi Michelangelo KX48P è utilizzata per la decorazione di alti volumi di lattine e bottiglie aerosol, anche in affiancamento a linee tradizionali. 3. Krones DecoType è un sistema digitale in grado di decorare fino a 15.600 contenitori cilindrici all’ora.
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4. Con una configurazione a giostra per una maggiore produttività, il sistema Machines Dubuit 972 CNC è progettato per la stampa diretta su contenitori in vetro di forme differenti. 5. Hinterkopf D240 è adatta per la stampa di contenitori cilindrici con produttività fino a 240 pezzi al minuto. 6. Presentata a drupa 2016, la Xerox Direct To Object Printer può alimentare differenti tipi di inchiostro ed eseguire fino a 30 cicli di stampa all’ora.
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L’ESPOSIZIONE DELLA TECNOLOGIA DI STAMPA INDUSTRIALE
Digitale / Inkjet / Serigrafia / Stampa speciale • Sistemi e macchine da stampa • Componentistica e parti speciali • Tecnologie delle teste di stampa • Sistemi e prodotti chimici per la prestampa • Sistemi di asciugatura e polimerizzazione / Tecnologia UV • Inchiostri per serigrafia, stampa digitale e stampa speciale • Primer e vernici liquide • Software
ORGANIZZATORI:
WWW.INPRINTSHOW.COM/GERMANY
strategie Con 3 milioni di fatturato, 27 collaboratori e clienti che vanno dal farmaceutico all’arte e alle wallpaper, in Friuli c’è un’azienda che pensa e agisce fuori dal coro
Joy è l’incubatore di idee e competenze che sa ispirare e innovare il printing
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u una cosa siamo ormai quasi tutti d’accordo: stampare significa sempre meno gettare inchiostro su carta, quanto piuttosto contribuire tecnicamente a valorizzare progetti di comunicazione e di decorazione. Un assunto che è senz’altro vero in certi segmenti virtuosi ed esigenti, come il packaging e la decorazione industriale, cui tuttavia non possono più esimersi nemmeno i fornitori più tradizionalisti di comunicazione visiva, stampati di marketing e di publishing. Nell’ultimo decennio questo trend ha portato gli operatori più visionari a riflettere sulle proprie modalità di azione e a rivedere, in modo più o meno profondo, i propri modelli organizzativi. La friulana Joy, che un decennio fa nasceva come newco dedicata alla commercializzazione di tecnologie di nicchia per la prestampa, rappresenta oggi una delle esperienze aziendali più originali – e per questo più complesse da raccontare – nel panorama nazionale.
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Guidata dal poliedrico Massimiliano Liva e da un giovane team di professionisti, Joy si definisce un “incubatore”, che tuttavia ha poco a che fare con i tanti spazi di aggregazione di startup – spesso poco più che dei coworking – cui siamo abituati. Essere incubatore per Joy significa anzitutto identificare buone idee, dotarle di risorse finanziarie e manageriali, promuoverne lo sviluppo, farle prosperare e - solo se i numeri stanno in piedi - trasformarle in vere e proprie aziende. Non importa in quale settore e verso quale target. A chi ancora si starà chiedendo cosa Joy abbia a che fare con il printing, è bello rispondere che in tutti i prodotti, i servizi e i progetti di Joy il valore aggiunto è costituito dalla nostra cara vecchia stampa. Un primo blitz in Joy – altri ne seguiranno – ci ha regalato un primo ritratto di questa azienda dai tratti unici. || Nelle foto in alto la sede di Joy e un momento dell’operatività quotidiana
strategie
intervista a Massimiliano Liva CEO di Joy
“Se percepiamo che esiste un problema irrisolto, lo analizziamo e capiamo se ha senso sviluppare una soluzione, per poi metterla in pratica e scalarla”
Parlaci di te e della tua attuale mission in Joy... Posso dire di essere un uomo del printing. Sin dagli anni ‘90 ho fatto della trasformazione digitale della nostra industria la mia mission, attraverso diverse esperienze come libero professionista e imprenditore. Inclusa una breve ma intensa collaborazione con Italia Publishers nei primi anni 2000. In Joy curo lo sviluppo di prodotto e del business, coordinando le attività e la gestione finanziaria. Joy si definisce un incubatore. Ma in sintesi cos’è? E cosa la rende unica e differente? Sotto un’unica ragione sociale abbiamo costruito un incubatore multidisciplinare b2b. A renderci unici è il fatto che non esiste un’altra azienda organizzata in questo modo. Siamo una sorta di organismo con varie cellule, che opera attraverso dei team dedicati, coordinati dai team leader. Oggi va molto di moda il concetto di startup intesa come nuova ragione sociale, mentre noi siamo un’azienda consolidata che inglo-
ba differenti progetti innovativi e altrettanti gruppi di lavoro. Vi occupate di molti, forse troppi, business... E’ vero, ma non c’è niente di casuale. Prima di avviare una startup partiamo dall’ascolto di un cliente o di un cluster specifico. Se percepiamo che esiste un problema irrisolto, lo analizziamo e capiamo se ha senso sviluppare una soluzione, per poi metterla in pratica e scalarla. Naturalmente se dobbiamo creare una startup questa deve avere un fine, un obiettivo, un’anima. Non ci piace replicare qualcosa che già esiste e su ogni progetto facciamo ricerca e sviluppo ad-hoc. Ma ricerca e sviluppo costano... Se crediamo nel progetto investiamo, specie se l’idea è vendibile sul mercato. Di base devono es-
serci volumi interessanti e un partner credibile, capace di organizzarsi in autonomia, a cui noi mettiamo a disposizione expertise e le migliori performance. Joy è un mix di servizi e di prodotti. Come coesistono? Può apparire contraddittorio occuparsi di servizi di stampa conto terzi, dello sviluppo di materiali e della vendita di tecnologia. Ma non è così e tutto è sempre guidato dalla stessa logica. Per esempio Rosso Rubino, l’ultimo brand che abbiamo lanciato, sviluppa materiali inediti per la stampa base acqua di altissima qualità: canvas, carte fine art e fotografiche, carte baritate e per il proofing. Lo sviluppo del prodotto e del coating, il marchio e il converting in foglio e bobina sono interamente nostri, ma ora cerchiamo partner interessati alla distribuzione.
Innovazione e stampa green al cuore di prodotti e servizi Sebbene il core-business di Joy non sia il printing, molti dei brand già affermati o in fase di incubazione prevedono l’impiego e la trasformazione di immagini, tecniche gestione del colore, stampa su differenti materiali e lavorazioni accessorie. E’ il caso di Snackprint, una sorta di terzista di lusso che sviluppa servizi di “contract printing” di medio/lungo termine per editori e owner di opere d’arte, poster d’autore e
wallpaper. Il team di Snackprint studia il materiale, la tecnologia di stampa e la modalità di applicazione ideale, mettendo il partner nella condizione di uscire sul mercato con un proprio marchio e con un prodotto allo stato dell’arte. Tapisserie D’Artiste è invece una collezione di carte da parati d’autore studiata in diretta collaborazione con gli artisti, prodotta utilizzando solo tecnologia ecologica a base acqua di casa
Epson e coating biodegradabili. Nei propri reparti produttivi Joy utilizza le tecnologie di stampa e finishing più evolute, tra cui sistemi wide format Epson, HP Latex, Agfa Anapurna, Fujifilm Acuity LED, oltre a macchine a foglio di Xerox. Un secondo reparto di falegnameria, carpenteria e prototipazione serve gli altri brand, tra cui la branch emotionLAB dedicata al visual merchandising e alle scenografie.
|| Oltre a creatività e stampa, Joy si è dotata di reparti di carpenteria e falegnameria per dare vita a progetti di allestimento complessi
Joy Group Via Nazionale, 93 33010 Tavagnacco (UD) T: +39 0432 970703 F: +39 +39 0432 1840270 info@joyweb.eu www.joyweb.eu
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speciale Poiché i sistemi MIS stanno diventando sempre più universali, la completa automazione del processo di produzione delle etichette è una tendenza reale
Automate to survive: questo il diktat agli etichettifici per prosperare nel futuro di Mike Fairley
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l 21° secolo è diventato senza dubbio uno dei periodi più complessi nella storia recente degli etichettifici. Le tirature medie stanno diminuendo, i tempi di esecuzione continuano ad accorciarsi, le pressioni riguardo agli scarti e alle tematiche ambientali continuano a crescere, così come la qualità richiesta. Di conseguenza, i margini continuano ad abbassarsi e molti etichettifici stanno riscontrando una riduzione
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delle proprie marginalità. Le notizie che arrivano da molte parti del mondo indicano che tra un quarto ed un terzo degli etichettifici sono in una fase di allerta o di pericolo in termini di sostenibilità finanziaria. Cattive notizie per il futuro dell’industria. Tuttavia, in una prospettiva di lungo termine, ci sono buone ragioni per essere positivi. Sviluppi tecnologici, nuove soluzioni software, e-commerce, l’introduzione del cloud computing e l’Internet of Things, insieme
ad un tasso sempre più veloce di integrazione del business e di automazione nel flusso di lavoro, sono tutti elementi che contribuiscono a spingere verso un’industria più razionalizzata, automatizzata e redditizia. Parte della spinta verso una maggiore automazione è arrivata inizialmente dal mondo della stampa digitale, dove tirature più basse e tempi di produzione ridotti hanno creato la necessità di una maggiore automazione in prestampa, una gestione del colore
Mike Fairley è consulente strategico di Labels & Labeling, di cui è più noto come il fondatore (nel 1978) e quindi come l’editore. È anche Managing Director di Labels & Labelling Consultancy. Negli ultimi 35 anni ha scritto o contribuito alla stesura di 15 libri su argomenti correlati al printing al packaging e all’etichetta, parlato a oltre 350 conferenze e seminari in tutto il mondo, scritto o contribuito a 5 enciclopedie internazionali. Ha inoltre ricoperto posizioni rilevanti nella formazione, nell’industria, nella consulenza e nel publishing. Quale consulente ricercatore ha scritto o contribuito a ricerche di mercato sull’etichetta, pubblicate da Frost & Sullivan, The Economist Intelligence Unit, InfoTrends e PIRA.
speciale più sofisticata, front-end digitali (DFE) migliorati e ulteriori step evolutivi verso controllo e finishing integrati. Una dinamica che oggi si è evoluta in una maggiore automazione delle macchine da stampa e dei processi di produzione analogici. Anche tirature più basse e tempi di esecuzione ridotti hanno cominciato a creare colli di bottiglia nel processo di amministrazione aziendale, con appesantimenti nella gestione degli ordini, nella pianificazione della produzione e nel controllo delle scorte, oltre alle maggiori attività di fatturazione. Oggi tutte queste fasi sono integrate in gestionali (MIS) sempre più sofisticati, che integrano completamente l’intero processo di amministrazione in un flusso di lavoro razionalizzato ed automatizzato. Questo si può vedere nel diagramma.
Un hub di informazioni Oggi i sistemi MIS consentono di gestire tutto: dall’acquisto dei materiali alla produzione, distribuzione, fatturazione e informazioni sul cliente in un sistema computerizzato. Questo può anche essere integrato con altre applicazioni, inclusi tool di produttività per il desktop, sistemi di controllo della macchina da stampa, ispezione, finishing, contabilità, amministrazione e integrazione della supply chain. I sistemi sono completamente integrati, al punto che è sufficiente inserire i dati una volta sola e i cambiamenti verranno trasmessi agli altri moduli i modo automatico. Per esempio, se un cliente cambia la quantità richiesta di un ordine, il sistema computerizzato modifica automaticamente l’ordine di lavoro, ricalcola i tempi e adatta il piano di produzione e il controllo delle scorte. Infine ricalcola la quantità delle materie prime allocate. Al centro di un sistema MIS c’è un database che contiene tutti i dettagli necessari per produrre, mettere a magazzino e vendere l’etichetta o gli imballaggi stampati, inclusi i requisiti relativi alla macchina da stampa, agli utensili necessari, ai colori/inchiostri, alla forma da stampa e al finishing. I moduli d’ordine e di stoccaggio dei materiali prevedono la tracciabilità basata su barcode e includono i dettagli dei materiali. Un modulo fornisce il completo controllo della progettazione, del proofing, della produzione di lastre, etc. La specifica dell’etichetta avvia il processo automatico di pianificazione della produzione. I moduli utilizzati per la pianificazione del lavoro e della produzione nell’impianto di stampa di etichette o imballaggi sono oggi un elemento essenziale del flusso di lavoro di un sistema MIS. Essi possono offrire piena visibilità della capacità della macchina, a breve e lungo termine, e una pianificazione dettagliata di ciascuna fase di produzione del lavoro,
dall’approvazione del cliente fino al momento della spedizione. In base al software utilizzato è anche possibile che gli operatori sulla macchina da stampa possano consultare il programma di lavoro sulla loro macchina o dare un feedback su quello che stanno facendo. Un cambio nella programmazione può essere visto automaticamente nell’area di produzione. Gli ambienti di produzione di etichette ed imballaggi possono cambiare in modo drastico da un giorno all’altro, da un turno all’altro, oppure anche ora per ora. Questo significa che il sistema deve essere in grado di rispondere agli eventi inattesi, identificare velocemente i backlog e modificare la produzione in corso o la pianificazione sulla macchina. La flessibilità è dunque fondamentale in un sistema. La semplicità rende gestibile la pianificazione. Una programmazione veloce e dinamica è una delle chiavi per avere una buona gestione della supply chain, in alcuni casi persino collegando il piano di produzione del cliente con quello del fornitore.
In tempo reale Sempre più i sistemi MIS stanno cominciando ad offrire feedback in tempo reale dell’attività svolta nell’area di produzione a livello di programmazione attraverso terminali che tracciano il lavoro o sistemi compatibili JDF. Altri riescono a definire l’attuale efficienza di produzione come una risorsa per gli operatori, o identificare difetti nelle macchine per adattare automaticamente i tempi di produzione. Alcuni danno avvisi quando si è fuori sequenza, indicando se un lavoro è partito in anticipo o al di fuori del planning, avvisando l’addetto alla pianificazione. Oltre al principale MIS per la stampa di imballaggi ed etichette, ora esistono sempre più soluzioni che consentono di effettuare ispezioni sulla qualità di stampa, sul colore, sui guasti e sui barcode, oltre ad altri sistemi di ispezione sia software che hardware. Molti di questi (inclusi AVT e AB Graphic) sono già integrati con Automation Engine di Esko e con i sistemi MIS. Automation Engine di Esko funziona come cuore delle operazioni di prestampa, integrando l’automazione del flusso di lavoro con il controllo di qualità. Il software è dotato di potenti funzionalità di integrazione ed è scalabile. Una commessa in Automation Engine rappresenta un ordine di produzione che gestisce non solo l’archiviazione dei dati per il lavoro, ma anche i metadati del lavoro stesso – come i link all’ID dell’ordine, la data di scadenza, le informazioni del cliente, i contatti del rappresentante del servizio clienti, etc. Oltre a questi dati amministrativi, una commessa può anche contenere le specifiche grafiche come i barcode, gli inchiostri e le opzioni di rasterizzazione. Queste informazioni sul
La produzione di etichette di domani Il cliente effettua l’ordine Scambio elettronico di informazioni digitali Sistema gestionale (MIS) dello stampatore Inizio della produzione con la trasmissione dei relativi dati alla prestampa Stampa con tecnologia tradizionale o digitale con avviamento e gestione del colore automatici Ispezione e finitura automatizzate Aggiornamento dei dati nel sistema gestionale (MIS) Spedizione Fattura trasmessa con sistema EDI (Electronic Data Interchange) Il cliente riceve il lavoro e salda la fattura lavoro possono essere usate in qualsiasi flusso di lavoro per sfruttare tutti i dati che già vi sono immagazzinati, senza duplicare l’inserimento. Per soddisfare le esigenze specifiche della stampa digitale nei mercati delle etichette e della stampa narrow web, AVT ha introdotto Helios D, un sistema automatico di ispezione della stampa. Basato sulla linea di prodotti Helios di AVT, Helios D supporta tutti gli stadi del flusso di produzione digitale, inclusi l’identificazione di problematiche specifiche, come ugelli mancanti, gocce d’inchiostro fuori posizione e cambi di colore, non appena esse si verificano. Il risultato è una riduzione degli sprechi, una maggiore produttività e il completo monitoraggio dei processi. I sistemi AVT ricavano business intelligence dall’area di produzione e garantiscono una perfetta connettività con i sistemi MIS e con la
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speciale Flusso di lavoro del sistema gestionale (MIS) Programmazione della produzione
Preventivazione Elaborazione dell’ordine
prestampa di Automation Engine, così da ottenere flussi di lavoro automatizzati e ottimizzati. Come altri fornitori di apparecchiature e sistemi per il controllo di qualità, anche Global Vision ha incorporato una Quality Control Platform integrata nell’Automation Engine di Esko, così da offrire un sistema all-in-one a garanzia della qualità, che gira in background e produce un file di progettazione commentato e visualizzabile nell’Automation Engine. Questo consente una rapida e sistematica revisione di tutti gli errori sul packaging e sull’etichettatura lungo il flusso di lavoro, dalla progettazione alla stampa.
Gestione del colore Un nuovo software di gestione del colore altamente adattabile per applicazioni di etichettatura e packaging è stato sviluppato da QuadTech. Senza nessuna modifica hardware alla macchina da stampa, il software ColorTrack di QuadTech si integra con il software di formulazione dell’inchiostro per semplificare il flusso di lavoro e ridurre il numero di correzioni sull’inchiostrazione necessarie per ottenere colori ottimali e precisi. Un’altra software house con un prodotto specifico per l’industria delle etichette è One Vision. Il programma DigiLabel automatizza il flusso di lavoro per le macchine digitali e combina ottimizzazione dei dati di stampa e pianificazione della produzione. DigiLabel opera lungo tutto il flusso di produzione: i dati di stampa
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Controllo qualità Controllo dell’inventario
sono automaticamente sottoposti ad un controllo di qualità e quindi ottimizzati. La produzione automatizzata di fustelle o configurazioni di taglio laser, linee di taglio standard, sfondi bianchi e l’invio automatico di una versione PDF al cliente per l’approvazione consentono poi di risparmiare tempo e impiego di risorse umane. Alcuni dei sistemi MIS disponibili ooggi offrono anche le “Dashboard”. Le dashboard utilizzano colori, grafici, simboli e tabelle per aiutare l’utente ad esaminare facilmente e velocemente i dati critici di gestione e finanziari. Questo consente alle aziende di farsi un’idea immediata riguardo ciascun reparto e individuare velocemente i problemi. Combinando i dati che provengono dall’intero sistema MIS, le dashboard creano un centro di comando visivo dove diventa possibile monitorare le prestazioni aziendali e promuovere iniziative redditizie. Visto che arrivare alla radice di un problema può richiedere più di un semplice sguardo, ciascuna dashboard fornisce informazioni multi-livello. Ciascun utente di questi sistemi può personalizzare le proprie dashboard selezionando da un elenco di opzioni disponibili che includono la situazione di cassa, i profitti netti, i lavori in ritardo, i lavori in scadenza ogni giorno, le consegne su base mensile, l’analisi dei lavori in corso, le metriche di vendita e i dipendenti che non raggiungono i loro obiettivi. Anche se basata su componenti standard, la programmazione su misura è spesso coinvolta nel processo di personalizzazione individuale dei sistemi MIS per le esigenze della specifica
Contabilità
Controllo costi
azienda. I sistemi MIS moderni operano in tempo reale, consentendo all’operatore di spostarsi da una finestra all’altra e abilitando l’e-commerce attraverso un’architettura flessibile e adattabile.
Macchine da stampa automatizzate L’industria delle etichette è sempre in cerca di modalità per automatizzare ulteriormente i processi, il setup delle macchine e le informazioni di cambio lavoro, al fine di rimuovere i rischi derivanti da errori umani. Molto semplicemente, l’obiettivo per il futuro – come lo intende Heidelberg – è quello di arrivare a “sistemi di stampa intelligenti che sfrutteranno il potere dell’integrazione digitale per fornire sistemi nuovi e spingere l’industria in avanti”. In breve, creare macchine di stampa (sia digitali che convenzionali) che siano in grado di autogestirsi e dove tutto, dalla pianificazione della produzione all’ordine dei consumabili, fino alla manutenzione preventiva, siano governati dalla macchina. Certamente l’uso di hardware servo drive con design modulare intelligente e software di gestione della stampa è già comune per ridurre al minimo il setup e la preparazione della macchina, automatizzare i cambi di lastre, cilindri e fustelle e consentire risultati più coerenti e ripetibili, offrendo agli utenti finali maggiore flessibilità della macchina. Gli schermi incorporati permettono di visualizzare tutti i controlli avanzati con i loro grafici e facilitano l’assegnazione dei carichi di lavoro alla macchina e l’identificazione dei guasti. È stato recentemente introdotto anche il taglio automatico controllato tramite Wi-Fi. Tutto questo avrà un impatto crescente sulla produttività della stampa, dando la libertà agli etichettifici di focalizzarsi sullo sviluppo della propria azienda piuttosto che sulla gestione della produzione. L’uso di sistemi basati sul cloud, dove tutto – a partire dalla performance di stampa alla pianificazione – è gestito online e immediatamente disponibile, farà parte del mondo delle etichette del futuro. Anche l’integrazione di altri sistemi software, quali pacchetti per le vendite o per l’amministrazione della clientela aziendale, è diventata sempre più importante. Sales Cloud, per esempio, è un pac-
speciale chetto software che offre una visione completa dei clienti, incluso lo storico dell’attività, contatti chiave, comunicazioni con i clienti, direzione, previsioni di vendita, gestione delle prestazioni commerciali e discussione interna. Ci sono altre aree che in genere non sono coperti dai software MIS. Un esempio sarebbero i software dedicati per i programmi di manutenzione delle macchine e/o pezzi di ricambio. Interfacce per i DFE delle macchine da stampa che consentono la creazione automatica di profili step-and-repeat vengono create sempre più per essere integrate nelle macchine digitali, ad esempio quelle di Xeikon e Screen. Inoltre, ci sono altre funzionalità che spesso non sono adeguatamente coperte da un sistema MIS generalista, come ad esempio il CRM (Customer Relationship Management), uno strumento che aiuta nella gestione dei contatti, delle vendite, della produttività, etc. Il CRM incluso in un sistema MIS è sufficiente per il novanta percento degli etichettifici, ma non sarà sufficiente per un’azienda molto concentrata sulle vendite. In questi casi i sistemi MIS dovranno creare un’interfaccia con un CRM esterno. Un altro esempio che si può fare è quello del pagamento degli stipendi. Sempre più viene chiesto ai fornitori di offrire interfacce che consentano di inviare istruzioni elettroniche ai corrieri, quali DHL e UPS, per gestire i trasporti. Alcuni sistemi basati sul cloud sono usati per salvare automaticamente tutte le e-mail in entrata e in uscita relativa ai contatti con i clienti, e per fornire uno
|| I visitatori di Labelexpo Europe 2017 avranno modo di scoprire tutti i benefit dell’automazione applicata alla produzione di etichette, presso la nuova “Automation Area”
storico di precedenti conversazioni. Tutte disponibili nel posto giusto quando sono necessarie. È importante però notare che l’integrazione con altri sistemi software deve essere adattabile e aggiornabile per evitare di rimanere bloccati con la stessa versione di un MIS per sempre. Anche le funzionalità mobile sono un argomento scottante per quanto riguarda gli ultimi sistemi MIS, che consentono l’accesso ai dati da parte della direzione e del personale delle vendite tramite tablet o smartphone. Mentre questo articolo è stato pensato per offrire un assaggio di ciò che sta succedendo nel campo dell’automazione della stampa di etichette e imballaggi, un nuovo manuale nella serie Label Academy sarà pubblicato all’inizio dell’anno prossimo. Il libro, intitolato “Management Information Systems and Workflow Automation”, offrirà una panoramica completa di tutto ciò che è possibile oggi
e uno sguardo verso gli sviluppi che coinvolgeranno questi settori in futuro: un luogo di lavoro completamente automatizzato e attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Anche oggi un sistema MIS sofisticato con funzionalità efficienti di pianificazione delle commesse e della produzione è più che una semplice comodità. Sta diventando una necessità. Un nuovo maniale nella serie Label Academy Management Information Systems and Workflow Automation è stato pubblicato nel primo trimestre del 2017.
Articolo pubblicato originariamente dalla rivista Labels & Labeling, www.labelsandlabeling.com, e riprodotto per gentile concessione.
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strategie Storico fornitore dei grandi brand, Clab & Associati ha aperto il 2017 con una nuova sede e una nuovissima Nyala 2, la seconda swissQprint in azienda
Progettualità, customer care e le migliori tecnologie per migliorare il POP nel mondo
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resciuta sulla base dell’esperienza pluridecennale nella fotografia, nella grafica e nella pubblicità del carismatico fondatore Claudio Bettoncelli, Clab & Associati nasce come brand nel 1992 e da 25 anni non smette di innovare, consolidare e accrescere il proprio ruolo di fornitore di soluzioni di comunicazione di altissima qualità per il punto vendita nel mercato italiano, europeo e nord-Americano. Proprio l’esperienza internazionale di Bettoncelli, maturata in agenzia e poi accresciuta nel suo percorso imprenditoriale, è il plus che permette oggi a Clab di servire direttamente grandi brand della telefonia, della cosmesi e del mercato consumer in generale. La gamma di prodotti e servizi dell’azienda lombarda è ampia, ma non sconfinata o generalista: nonostante il business in crescita e il recente trasferimento in un nuova sede di 1.400 m2, Claudio
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Bettoncelli e i suoi figli Alessandro e Riccardo credono nella politica dei piccoli passi e nel valore di prodotti specifici e di qualità estrema. Sempre supportati da una relazione col cliente fatta di ascolto, analisi funzionale e materica, consulenza alla progettazione e - come afferma Bettoncelli - di quella giusta quantità di “coccole” che ha permesso a Clab di fidelizzare nel lungo termine la quasi totalità dei propri clienti. Dopo l’installazione della prima swissQprint Oryx nel 2012 e di una Zund G3 nel 2014, la decisione di alzare ulteriormente l’asticella della qualità e dell’eccellenza dei prodotti è stata unanime. E l’inizio del 2017 è coinciso con l’installazione di una Nyala 2, come sempre configurata al top per unire altissima qualità e produttività. || In alto a sx un’applicazione per il punto vendita realizzata da Clab & Associati. A dx Claudio Bettoncelli con i figli Alessandro e Riccardo di fronte a swissQprint Nyala 2
strategie
intervista a Claudio Bettoncelli GM di Clab & Associati
Cos’hanno a che spartire Claudio Bettoncelli e la stampa digitale? Dopo il diploma alla Scuola d’Arte ho iniziato a lavorare come stampatore. Poi a 22 anni, insieme a un amico, abbiamo aperto un’agenzia di grafica e fotografia, con cui abbiamo sviluppato una clientela internazionale in Spagna, Francia, Germania e Belgio. Quando le nostre strade si sono separate, io ho scelto la via della pubblicità e della stampa digitale, acquistando una delle prime Encad. A quei tempi tutto era costosissimo, ma i prezzi e le marginalità di vendita erano strepitosi.
“Non ci piace l’idea di vincere una commessa per un prezzo più basso e non facciamo la guerra tra poveri”
Al calo dei prezzi molti hanno reagito aumentando i volumi o riducendo i margini. E voi? Abbiamo scelto di restare piccoli e concentrarci sempre su un servizio di altissima qualità. Abbiamo solo clienti diretti e non abbiamo mai voluto lavorare con agenzie e procacciatori d’affari. Dialogando con i clienti tendiamo a scegliere lavorazioni di pregio e ad elevata complessità, in cui possiamo esprimere il nostro livello qualitativo. Non ci piace l’idea di vincere una commessa per un prezzo più basso e non facciamo la guerra tra poveri. Questo ha forse frenato la nostra crescita, ma in compenso l’ha resa progressiva e sostenibile.
La forza di saper ascoltare e progettare
legia la riciclabilità – e prosegue con una progettazione di qualità. Ma in Clab si fa anche un grande lavoro sulla prestampa, sul colore e sulla realizzazione di prove e prototipi, finoa raggiungere la perfezione. “Se nella cosmesi dobbiamo curare in modo maniacale la riproduzione degli incarnati e dei colori pastello – spiega Alessandro Bettoncelli – nella telefonia è fondamentale riprodurre le tinte piatte istituzionali”.
Abituata a gestire in prevalenza lavorazioni complesse, Clab & Associati ha fatto della comprensione delle esigenze del cliente e della consulenza sulle fasi progettuali e realizzative la propria forza. Al punto che il piccolo team tecnico/commerciale guidato da Alessandro Bettoncelli concentra le proprie attenzioni su tutto ciò che esce dagli schemi, che ha curve, incollature, forme particolari. Il dialogo col cliente inizia quasi sempre con i consigli sui materiali da utilizzare – per esempio un PETG al posto di un metacrilato, dove non serve rigidità e si privi-
Tra alta qualità ed effetti speciali Se la tecnologia inkjet consente di riprodurre qualità estreme, verniciature spot, colori ed effetti
Chi sono i vostri clienti e cosa vi commissionano? Per lo più grandi e piccoli consumer brand, sia italiani che internazionali. Per loro curiamo la comunicazione sul punto vendita a tutto tondo, dalle grafiche agli espositori da terra e da banco, sia in cartone che durevoli. Siete quindi costretti a gestire molte diverse lavorazioni... La nostra specialità sono i materiali rigidi, dove spaziamo dal Forex, al Polionda, dai metacrilati al PETG, dal PVC al dibond, fino al legno e al cartone. Molti progetti sono multimaterici e combinano fasi di decorazione, taglio, piegatura del metacrilato, fresatura, lucidatura, incollatura. Come vi siete avvicinati alla stampa diretta? Per molti anni ne siamo stati fuori: giudicavamo la qualità di stampa insufficiente per i nostri standard. Solo nel 2007-2008 le
speciali, la pressione sui prezzi di fatto ne inibisce la diffusione. E’ una storia diversa in Clab, dove un dialogo di valore con una clientela di valore ha consentito di proporre con ottimi risultati le possibilità tecniche rese possibili da swissQprint, tra cui verniciatura spot lucida e opaca, bianco, effetti a rilievo e addirittura la stampa lenticolare. “Sebbene l’utilizzo di vernici a spessore ed effetti come il lenticolare ci costringano a ridurre la produttività e quindi ad offrire un prodotto più costoso, alcuni clienti ne hanno compreso il valore e li hanno inclusi nei loro capitolati, ponendoci in una posizione di vantaggio rispetto ad altri fornitori generalisti” - conclude Bettoncelli.
stampanti UV hanno iniziato ad esprimere vera qualità e quando ci siamo imbattuti in swissQprint, al Viscom 2012, abbiamo capito che era il momento. Un sodalizio che dura... La prima Impala ci ha regalato enormi soddisfazioni. La scelta di rimpiazzarla con Nyala 2 nasce infatti dalla necessità di gestire volumi di stampa che in pochi anni sono più che triplicati. Anche lavorando alle velocità massime di 150-200 m2/ora in certi periodi lavoriamo su due o tre turni. Non è rischioso avere una sola stampante? Abbiamo fiducia nella tecnologia e, grazie alla formazione ricevuta da Fenix, facciamo molta manutenzione preventiva. In quattro anni con Impala abbiamo avuto un solo fermo macchina e anche con Nyala 2, che è in azienda da 6 mesi, non sappiamo cosa voglia dire un intervento tecnico.
Fenix Digital Group Via Maggiate, 69/B 28021 Borgomanero (NO) Tel. +39 0322 060276 info@fenixdigitalgroup.com www.fenixdigitalgroup.com
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supporti Forte di volumi in crescita e investimenti su produzione, servizi e competenze, Arconvert non smette di innovare e supportare la value chain dell’etichetta
Tra analogico e digitale, tra il Garda e le Alpi, c’è chi trasforma l’adesivo in valore di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com
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n’etichetta è un’etichetta – verrebbe da dire. Cosa ci sarà mai di tanto speciale dietro a un layer di carta o di plastica, ad uno strato di adesivo e un liner? Eppure l’autoadesivo gioca un ruolo chiave in molti segmenti, dall’healthcare all’industria, fino a comparti “sensibili” come l’alimentare e il farmaceutico, dove sono imprescindibili certi parametri di resistenza, sicurezza, durata e capacità di prevenire la contraffazione. Esigenze funzionali, cui si aggiungono le variabili derivanti della crescente varietà di tecnologie di stampa, finishing e nobilitazione, sia analogiche che digitali. Proprio la stampa digitale, dove coesistono electroink, toner e un numero crescente di tecnologie inkjet, si sta trasformando in una straordinaria area di sfida e di confronto tecnico. Ma se ci limitassimo a parlare di performance, non sarebbe la fine del mondo. Sempre più il materiale autoadesivo – lo sanno bene
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quei brand-owner e creativi che operano scelte ben precise – si porta dietro valori comunicativi ed emozionali. Al punto che l’autoadesivo, al pari della carta in un progetto di comunicazione, un catalogo o un packaging, diventa il carrier dei valori di un marchio, la carta d’identità distintiva di un prodotto. A confermarcelo gli studi sulla crescente importanza del packaging e dei suoi derivati nelle decisioni d’acquisto dei consumatori. Fedele alla filosofia Fedrigoni, di cui è parte, l’italiana Arconvert ha scelto di coinvolgere tutti i protagonisti della supply chain in un dialogo costante, con l’obiettivo di alzare l’asticella, coltivare e diffondere quei livelli di creatività, cultura, innovazione e unicità di prodotto che trasformano un autoadesivo in una specialty. Quei plus tecnici e di servizio che tramutano un’etichetta adesiva in un progetto di valore. E che, in ultima analisi, possono consentire anche a piccoli brand-owner, agenzie creative ed etichettifici di fare una grande differenza.
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intervista a Carlo Codermazzi General Manager di Arconvert
“La filiera classica sta cambiando, al punto che alcuni step possono essere saltati e alcune parti essere in comproprietà”
Cosa significa guidare un’azienda come Arconvert in un mercato in così forte cambiamento? Per 16 anni ho lavorato nel mondo della carta, servendo brand nazionali come Burgo, Garda e poi Fedrigoni, passando dalle carte di alto volume per la rotocalco alle specialty. Oltre che un’evoluzione personale, questi tre lustri hanno visto una tempesta abbattersi sul settore cartario e della stampa. Prima il declino delle tirature, poi l’offset che ruba spazio alla rotocalco, quindi il digitale che ruba spazio all’offset. I confini si stanno liquefacendo e il digitale è il vero game changer. Che impatto sta avendo sulla supply chain dell’etichetta? Anzitutto sta modificando i ruoli e i rapporti di interdipendenza tra il fornitore dell’adesivo, lo stampatore e il brand-owner che applica l’etichetta. Per esempio il pretrattamento del materiale per il digitale, un tempo appannaggio della cartiera e del converter, oggi viene effettuato dall’etichettificio. O addirittura non è più necessario. Parallelamente stanno nascendo stampanti compatte, progettate per andare direttamente in cantina. La filiera classica sta cambiando, al punto che alcuni step possono essere saltati e alcune parti essere in comproprietà.
Arconvert cresce, tra innovazione, flessibilità e continuous improvement Nel fatturato del gruppo Fedrigoni, che ha sfiorato gli 1,1 miliardi di euro, coi suoi 300 milioni di euro Arconvert gioca ormai un ruolo cruciale. Negli ultimi 4 anni la produzione e le vendite di materiali autoadesivi sono aumentate del 25%, con una quota di export che ha ormai superato il 50%. L’azienda, che produce la maggior parte dei propri volumi nello storico stabilimento di Arco e nel modernissimo sito spagnolo di Sant Gregori (cui si affianca la controllata Arconvert Brasil) non ha l’ambizione di competere per dimensione e volumi con i giganti globali, ma di distin-
In che modo queste dinamiche impattano su aziende come Arconvert? Oggi il cliente vuole il prodotto in tempi strettissimi, si aspetta che questo costi poco e offra ottimi risultati qualitativi e applicativi. Ciò che mi colpisce, poi, è l’impoverimento delle competenze, al punto che gli skill storici dello stampatore sono spesso demandati al fornitore di tecnologia. Ci sono ancora tanti operatori virtuosi, ma la dismissione e il trasferimento delle competenze verso i fornitori impone a questi ultimi di dotarsi di competenze che vanno al di fuori del core business. Ma non tutto viene per nuocere e per noi questo si è tradotto in un’importante occasione di apprendimento e di efficientamento dei processi. Anzitutto in produzione.
guersi tra i principali player internazionali come un esempio di eccellenza ed efficienza. Su quest’ultima si concentrano gli investimenti tecnologici, e gli sforzi gestionali del suo management. “L’attenzione al taglio dei costi e degli sprechi, fatta in un’ottica di riduzione degli scarti, incremento dell’efficienza, crescita delle competenze delle persone, riduzione delle difettosità, ed eccellenza del prodotto sia in termini di prodotto che di processo, è fondamentale – afferma il General Manager Carlo Codermazzi – e unitamente all’ordine e alla pulizia è il punto di partenza per qualsiasi successo futuro”. Ad Arco la produzione si svolge in continuo, 5 giorni a settimana su tre turni, e gli stessi macchinari di spalmatura sono stati progettati da Arconvert insieme ai costruttori all’insegna della flessibilità totale.
Come traducete questo mutamento in azioni pratiche? Non vogliamo resistere né opporci, ma creare valore e supportare lo stampatore, anche quello alle prime armi, perché non commetta errori e abbia successo. Per questo abbiamo accresciuto a livelli maniacali la qualità del prodotto e del processo, mutando e arricchendo di competenze anche il nostro team di assistenza pre e post-vendita. Nel digitale, per esempio, dove necessario possiamo effettuare un’analisi preliminare dell’applicazione del cliente, prevendo l’interazione tra il nostro frontale e l’inchiostro inkjet, l’electroink o il toner. Quindi gli suggeriamo il prodotto ottimale e, se differente da altri che già utilizza, gli inviamo una campionatura omaggio per effettuare una pre-produzione.
L’autoadesivo “just-in-time” Coerente con la propria impostazione industriale e di business, Arconvert continua a volersi differenziare dai produttori di commodity, che privilegiano le economie di scala. L’utilizzo di macchine di produzione semi-continue consente infatti di cambiare rapidamente produzione, formato, tipologia di adesivo e di frontale, senza tuttavia pregiudicare l’alto volume quando necessario. Al di là degli impianti, questo è reso possibile dalla costante disponibilità a magazzino del semilavorato di tutti i materiali autoadesivi a stock. In questo modo, sulla base degli ordini da evadere, è sufficiente prelevare e convertire il semilavorato, che viene costantemente rimpiazzato.
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supporti Sample, consulenza, workshop e link con l’università: così si fa la differenza
Automatizzato e oversized: il magazzino fa la differenza L’imponente edificio che dal 2014 ti accoglie arrivando in Arconvert è il cuore pulsante del sito produttivo di Arco, frutto di un investimento multimilionario per migliorare i livelli di servizio e ridurre i tempi di consegna. Nel magazzino automatizzato – un gigante da 90 metri di lunghezza, 19 di larghezza e 25 di altezza – sono stoccati i semilavorati e le materie prime in ingresso, per una capienza massima di 7.800 bobine jumbo. Il magazzino è completamente automatizzato e dotato di un’unica corsia centrale con due torri semoventi, su cui sono alloggiate navette di carico. Queste possono staccarsi completamente dalla torre per accedere alle zone di stoccaggio delle bobine (profonde 6 metri) su binari lateriali, così da prelevare o rilasciare i jumbo necessari alle lavorazioni. Ogni giorno il contenuto di decine di camion di materia prima viene scaricato, codificato, preso in carico da carrelli robotizzati e conferito nel magazzino auto-
matizzato. Quindi, in funzione dei programmi di produzione, le bobine di materia prima vengono prelevate, affidate ai carrelli e recapitate a bordo della macchina operatrice designata, per esempio una bobinatrice. La straordinaria altezza del magazzino è stata necessaria per ridurre il consumo di suolo e rispettare normative ambientali e paesaggistiche stringenti.
Converting a foglio e a bobina La disponibilità di semilavorati, la movimentazione automatica delle bobine e l’utilizzo di bobinatrici e macchine da taglio sempre più moderne, garantisce una straordinaria produttività, qualità e precisione del taglio, oltre che competitività ed eccellenza del processo. Una volta convertite le bobine confezionate secondo le specifiche del cliente, ulteriormente verificate da operatori specializzati, cellofanate e inviate verso il centro di spedizione. Alla produzione in bobina si affianca anche quella di autoadesivi a foglio singolo, destinati alla stampa in piano di basse tirature o al mercato degli sticker, sia con il brand AdHoc di Arconvert che in private label. Il confezionamento può essere fatto in scatole individuali, per i piccoli utilizzatori, o su pallet per i grandi volumi.
1,5 milioni di m2 al giorno
Chiara Tomasi Marketing Manager di Arconvert “Condividiamo esperienze e offriamo consulenza di pre e post-vendita a tutti i protagonisti della filiera, dal brand-owner allo stampatore, passando per il designer”
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Dai suoi siti produttivi Arconvert evade e consegna gli ordinativi piccoli e grandi – in bobina e in foglio – di tutti i propri clienti nel mondo: un plus indiscutibile, ma anche un impegno gestionale e logistico importante. Dal magazzino spedizioni del sito di Arco, che fa da polmone a circa 1,5 giorni di produzione, partono 1,5 milioni di metri quadrati al giorno, che corrispondono a circa 12 full truck. Un volume analogo è prodotto e spedito dalla filiale spagnola, mentre il sito brasiliano (che non converte materiali in foglio) produce un volume pari a meno della metà.
Fatti, non parole. Un motto che Arconvert ha trasformato in un modus operandi quotidiano. Lo sanno bene sia gli etichettifici storici che le aziende più giovani, cui l’azienda di Arco mette a disposizione un team di assistenza tecnica in grado di analizzare l’applicazione e suggerire il materiale e le tecniche più adatte alla tecnologia di stampa e converting in uso. Tra gli ulteriori plus c’è poi la fornitura gratuita di campioni di materiale: non pochi metri per piccoli test ma bobine da 200 metri lineari per effettuare micro-produzioni industriali prima di finalizzare l’ordine. A sostegno della filiera, inoltre, Arconvert ha avviato collaborazioni strategiche con università e scuole specializzate nei settori in cui le etichette vengono progettate e applicate. Emblematica la collaborazione con POLI.design del Politecnico di Milano nell’ambito dei master “Wine e system design” e “Kids & Toy design”. Ma anche quelle attive con la Facoltà di Ingegneria dei Materiali dell’Università di Trento scuola di alta formazione per il settore dell’enologia come la Fondazione E. Mach, ad esempio. Senza contare i seminari e i workshop organizzati periodicamente per designer e imprenditori del settore del food & beverage (vino, olio, birra) e della cosmetica, allo scopo di creare cultura sulla tecnologia dell’autoadesivo e sull’importanza dell’etichetta come strumento di marketing.
strategie Stampatori come piloti e aziende come scuderie? B+B International sostiene le sfide del mercato grafico e cartotecnico con l’esclusiva Formula Digitale
Pitstop fulminei e vera efficienza per la vittoria, in F1 come in stampa!
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e ultime stagioni di F1 dimostrano come i progressi tecnici su motori, gomme e aerodinamica siano sempre più sottili e supportino le scuderie più nel mantenimento delle proprie posizioni che in veri stravolgimenti della classifica. Di contro, tutti i piloti in gara – a qualsiasi livello della griglia di partenza – si rendono conto di come pitstop ben fatti e strategie di gara ben congegnate possano contribuire a produrre vittorie consistenti, guadagnare punti e limitare i danni. L’industria del printing non fa differenza. Se stampanti e sistemi di finishing oggi garantiscono in larga misura ottime performance, alta qualità e stabilità, i limiti di efficienza e di marginalità risiedono quasi sempre in problematiche insite nel modello organizzativo. Dopo aver sviluppato e sostenuto con successo l’idea di un workflow che si antepone
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al ferro e concentrato la propria offerta nell’ambito delle soluzioni gestionali pay-per-use, B+B International si propone oggi come il partner di gara per qualsiasi pilota – alias imprenditore della stampa e della cartotecnica – desideri fare un buon tempo ottimizzando al massimo le risorse tecnologiche e umane già presenti in azienda. Un obiettivo ambizioso, reso possibile da due decenni ininterrotti di ricerca e sviluppo nello sviluppo di software, nell’elaborazione e integrazione di soluzioni di produzione, nella consulenza e nella formazione. Un impegno che per centinaia di imprenditori/piloti si è già tradotto in importanti miglioramenti dei propri tempi. E in importanti vittorie. || In alto, i box di una scuderia Formula 1 sono la massima espressione di efficienza, interazione, pianificazione e controllo. Gli stessi valori delle aziende di successo.
strategie Cosa rende un’azienda simile a una scuderia di F1? Oggi acquisire una commessa, progettarla, produrla e consegnarla è di fatto una gara competitiva, in cui ogni membro del team gioca un ruolo fondamentale. Prestampa, progettazione, stampa, finitura, gestione e controllo sono i punti critici di ogni azienda di stampa e cartotecnica.
intervista a Davide Dal Col Sales Manager di B+B International
“Arrivare primi con un’auto che ha pezzi mancanti o difficilmente reperibili è un risultato difficilmente replicabile.”
Nei box del printing si parla di Industry 4.0 Quello di Industria 4.0 è un concetto coniato nel 2011 e basato su un progetto del governo tedesco, che negli anni successivi è stato sviluppato, implementato e ulteriormente teorizzato, al punto da essere definito una “quarta rivoluzione industriale”. Da qualche mese in Italia se ne parla con grande curiosità ed entusiasmo, complici le agevolazioni fiscali correlate agli investimenti in piattaforme interconnesse. Se il nostro paese resta tra i più avanzati e vocati alla qualità, il potenziale industriale dell’Italia si è via via ridotto, al punto da necessitare di un forte rilancio in molte sue aree.
Dove si colloca l’imprenditore? Paragoniamo il cliente ad un pilota di formula 1, che deve gareggiare su un circuito, che è il suo mercato. Per farlo con successo necessita di conoscenza ed esperienza, anzitutto di se stesso e delle traiettorie che intende seguire lungo il circuito. Quindi della macchina, che è appunto la sua azienda. Voi dove vi posizionate in questo Gran Premio? B+B conosce ormai molto bene il circuito su cui scuderie, piloti e macchine si trovano a correre. Questo ci dà la possibilità
E il segmento grafico/cartotecnico, da sempre uno dei nostri fiori all’occhiello, scelto da B+B come mercato strategico per lo sviluppo di soluzioni, non fa eccezione.
Una Formula vincente per una nuova produzione integrata Laddove mutano le tecnologie, devono cambiare anche i paradigmi gestionali. Consapevole di questo, già dagli anni ‘90 il management di B+B ha posto un’attenzione maniacale al workflow, inteso come l’insieme di processi produttivi, macchinari e applicazioni, che nelle aziende del nostro settore sono sempre più complessi, sempre più diversificati –
di offrire consulenza, formazione e strumenti efficaci. Non vorrete far arrivare tutti al primo posto? Arrivare primi con un’auto che ha pezzi mancanti o difficilmente reperibili è un risultato difficilmente replicabile. La precisione e l’ottimizzazione del lavoro sono elementi imprescindibili per realizzare efficienza, marginalità maggiori e una produzione a zero errori. Ma essere efficienti ed efficaci è arduo se non si possiedono strumenti in grado di snellire e automatizzare i processi, rendendo cosi l’azienda una potente macchina da corsa. B+B accompagna i piloti nella corsa sul mercato, aiutandoli ad analizzare la loro situazione interna e ad utilizzare e collaudare tutti gli strumenti necessari per farli arrivare sempre tra i primi classificati. Quali i vantaggi pratici? L’obiettivo di un workflow è di ridurre i costi nei processi di produzione e al tempo stesso aprire le
difficile oggi trovare un’azienda mono-applicazione – e sempre più digitali. Formula digitale, un concept coniato in tempi non sospetti – nasce come la soluzione in grado di automatizzare e monitorare la produzione e la gestione dell’attività dei clienti attraverso l’utilizzo di software e hardware integrati tra loro. Dal CRM alla gestione dell’ufficio tecnico, dalla preventivazione alla pianificazione della produzione, dalla rilevazione dei dati a bordo macchina al loro monitoraggio e controllo per un’analisi approfondita dell’andamento dell’attività. Un modello di Industry 4.0 accessibile e praticabile per stampatori e cartotecniche. Prossimo pitstop a Viscom Italia 2017 sullo stand B+B, al padiglione 8, stand G19.
porte a soluzioni a valore aggiunto in grado di attrarre molto più business. Dovrebbe consentire al management, al team di marketing, alle vendite e alla customer care di lavorare in armonia verso un traguardo comune: la soddisfazione del cliente. Ci sono tipologie di aziende più o meno idonee? Formula Digitale si adatta a tutti i reparti di gestione, produzione e post-produzione nel printing e nel packaging, inclusi i web-to-print. Per raggiungere i risultati prefissati, tuttavia, l’elemento chiave è la collaborazione col cliente. Cosa serve per gareggiare e per vincere? Velocità nell’esecuzione di preventivi corretti, nella correzione dei file, in stampa, nel taglio, nella spedizione, nella rilevazione e nel monitoraggio dei dati, velocità in tutte le fasi del circuito. Ma anche controllo, equilibrio e determinazione sono elementi chiave per correre una gara di qualità.
B+B International srl Vicolo Boccacavalla 3/F, 31044 Montebelluna - TV Tel. +39 0423 289090 Fax +39 0423 1912102 info@bbinternational.com www.bbinternational.com
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focus | Avery PCL3 Digital
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Avery PCL3 democratizza la stampa a foglio di etichette professionali
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NOME PCL3 Digital
FORMATI FOGLIO SRA3 (320x450 mm)
FORMATI E FORMA SINGOLE ETICHETTE Intero foglio (da fustellare a piacere) o prefustellati di varie dimensioni di forma rettangolare e tonda
TECNOLOGIE DI STAMPA COMPATIBILI Toner secco (Xerox, Canon, Konica Minolta, Ricoh, etc.) o toner liquido (HP Indigo)
FINITURE E COLORI Carte (patinate lucide e opache, vergate), teslin, poliestere (bianco opaco e lucido, trasparente, autoaderente, etc.)
QUANTITATIVO MINIMO ORDINABILE In base alle esigenze del cliente
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Una gamma estesa di fogli autoadesivi SRA3, prefustellati e non, compatibile con toner ed electroink HP Indigo Se la produzione di etichette si sta rivelando uno dei business a più alto tasso di crescita e a più elevata marginalità, è altrettanto vero che la barriera di accesso a tecnologie di stampa e converting a bobina resta molto, spesso troppo alta. Un gap economico e tecnologico che da sempre costringe brand-owner, creativi e piccoli stampatori ad adottare approcci “fai da te” per la produzione di etichette autoadesive in piccoli quantitativi e con elevato tasso di personalizzazione. E se la stampa digitale a foglio è ormai l’ideale alternativa all’offset per larga parte degli stampati commerciali e di marketing, la difficoltà nel reperire materiali autoadesivi idonei – per non parlare della gestione di fustellatura e mezzo taglio – rappresenta per molti uno scoglio invalicabile. Consapevole di questa criticità e forte dell’esperienza pluridecennale nella fornitura di materiali adesivi in foglio, Avery ha presentato una gamma di materiali in formato SRA3 disegnata per coniugare la flessibilità del print-on-demand con le esigenze di qualità, resistenza e durata dei buyer di etichette nel food & beverage, nella cosmesi, nell’abbigliamento e in vari comparti dell’industria. Un range di prim’ordine, compatibile con il toner secco e liquido e certificato HP Indigo.
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Quali valori proponete ai professionisti del printing? Anzitutto la cultura di Avery, un’azienda senza barriere tra produzione, marketing, finance e customer service. Abbiamo fatto dell’interscambio di ruoli e della crescita individuale e organizzativa un credo, non a parole ma nei fatti. Qui ognuno contribuisce con la propria esperienza a costruire innovazione.
intervista a Stefania Tenderini General Manager Italy & Spain di Avery Tico
Cosa vi rende innovativi? L’innovazione vera è quella che si fa tutti i giorni, ad esempio anticipando i tempi di produzione, inviando più rapidamente le campionature di materiali
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ai clienti, riducendo i tempi di converting e confezionamento, anche di ordini molto complessi. Avere tra i nostri clienti realtà come Amazon, completamente imprevedibili, ci ha portati a sviluppare una sensibilità e una flessibilità che oggi possiamo mettere a disposizione dei clienti delle arti grafiche. Perché avete sviluppato PCL3? Tra la produzione industriale di etichette e il fai da te ci sono tante sfumature. Fatte di aziende grafiche, creativi e PMI che sempre più spesso devono stampare 500 o 1000 etichette per un’annata di vino, una birra,
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un integratore, un cosmetico, un prodotto alimentare o promozionale. I trend sono le basse tirature, il versioning e la personalizzazione. E anche i tipografi più conservatori stanno ormai installando macchine digitali. Su cosa è basata l’offerta? Fin dagli anni ‘60 con il brand Tico la nostra filiale italiana serviva i piccoli tipografi con adesivi in foglio. Siamo ripartiti da questa expertise per formulare un’offerta di materiali specifici, disponibili in formato SRA3 e compatibili, senza necessità di pretrattamento, con le tecnologie a toner secco e HP Indigo.
Dalla cosmesi al food & beverage, dai chimici all’industria Gli operatori del printing che già producono etichette per campi di utilizzo specifici sanno che un’etichetta non vale l’altra. Oltre che bella alla vista e al tatto, l’etichetta di un vino bianco o di uno spumante deve essere antispappolo e resistente alle muffe. E allo stesso modo per etichettare prodotti chimici particolarmente aggressivi sono richieste durate
minime ed elevate resistenze agli stessi agenti chimici o, per esempio, all’acqua di mare. I casi sono migliaia e per ciascuno esistono trattamenti e accorgimenti specifici, a tutt’oggi appannaggio dei professionisti dell’etichetta. Questa è la premessa che ha guidato Avery nella formulazione di PCL3 Digital, che infatti prevede innumerevoli tipologie di frontali in
|| La gamma di adesivi in foglio Avery PCL3 spazia dai classici prodotti in carta ai film X-Treme e High Performance in poliestere e in teslin per applicazioni industriali
carta bianca o vergata, poliestere o materiali ad altissima resistenza come il teslin. Molti di questi declinati, anche cromaticamente e come grado di lucido, in diverse tipologie sulla base dell’utilizzo finale, del range di temperature di utilizzo e dei gusti del consumatore: il poliestere argento, ad esem-
l’azienda Leader nella fornitura di autoadesivo in fogli per privati e PMI, dal 2013 Avery è parte di CCL Industries, il principale converter mondiale di materiali autoadesivi. Avery è presente in Europa con tre stabilimenti produttivi, tra cui il sito di Pomezia, che serve i terri-
tori di Italia, Spagna e Portogallo. Il team italiano, che conta 26 collaboratori, è specializzato nel converting di etichette e prodotti per ufficio, ma ha sviluppato un altissimo livello di specializzazione nei prodotti dedicati a creativi e stampatori, come PCL3 Digital.
pio, è il supporto di elezione per le etichette da applicare a strumenti elettronici e macchinari. Stessa flessibilità sul piano applicativo, con la disponibilità di versioni permanenti e removibili o, come nel caso della seta acetata per l’etichettatura di tessuti, removibile per un periodo di tempo limitato.
Avery Tico srl Via Honduras, 15 00071 Pomezia (RM) www.avery.it/digitale consumercenter-it@avery.com Tel. 800 373667
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strategie La joint-venture con Radex e il lancio di una tecnologia inkjet modulare apre una nuova stagione nella strategia di trasformazione digitale del costruttore svizzero
L’inkjet di BOBST riparte da Mouvent e affronta nuove sfide, tra etichette e tessuto di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com
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n entusiasta Jean Pascal Bobst, carismatico CEO di BOBST Group, ha ripercorso le tappe di un’evoluzione che ci ha condotti all’attuale panorama applicativo e tecnologico del digital printing. Quasi un decennio di forti cambiamenti che, stando a BOBST, hanno portato l’industria ad assecondare maggiormente le nostre esigenze di consumatori e quelle dei brand-owner. Un’evoluzione fatta di diversi paradigmi, tra cui quel “fast & cheap” che ha dimostrato di non funzionare così bene. Ma anche di macchine e tecnologie rivoluzionarie e sognate, che non si
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sono ancora materializzate. In fondo lo stesso sbarco di BOBST nel digitale, avvenuto solo un paio d’anni fa, lasciava presagire il rilascio di una macchina dalle performance straordinarie, grazie all’utilizzo di moduli inkjet Kodak Stream. “Un progetto che - conclude Bobst - non ha avuto successo, ma dal punto di vista tecnologico era come il Concorde”.
Un “nuovo corso” digitale, integrato con il convenzionale Quale tecnologia si affermerà come quella di riferimento? Un interrogativo non semplice,
specie per un player come BOBST che ha al proprio arco ogni tipo di soluzione, tra cui innovative tecnologie flexo per stampare film e cartone ondulato, linee multi-processo (offset, screen, flexo-UV e rotocalco) per applicazini narrow-web. E naturalmente il digitale. La conclusione è che lo sviluppo digitale sarà un elemento chiave, a partire dalla gestione del workflow, ma a dettare le priorità saranno le istanze dei brand-owner. || In alto, a sx lo show room dedicato alle prime soluzioni Mouvent svelate durante l’evento di lancio della nuova società. A dx un dettaglio dei nuovi moduli inkjet di Mouvent, ribattezzati Cluster
strategie Perché Mouvent? Mouvent è un’azienda completamente nuova, costituita sotto forma di joint venture tra BOBST e Radex, con l’obiettivo di sviluppare una tecnologia inkjet modulare esclusiva, da applicare anzitutto a una propria linea di attrezzature. Co-protagonista di questa avventura è infatti Piero Pierantozzi, fondatore della svizzera Radex, profondo conoscitore dell’inkjet e protagonista di numerose storie di innovazione nell’ambito della stampa digitale applicata a settori verticali. Il matrimonio con Radex non sembra casuale: al centro dell’innovazione digitale di Mouvent non ci sono infatti macchine o basi installate, ma quella che è stata battezzata Cluster Technology. Si tratta di un’architettura inkjet modulare pensata per poter costruire con semplicità sistemi di stampa single-pass e scanning fino a 8 colori, con differenti chimiche d’inchiostro. Ciascun modulo base, equipaggiato con 4 teste Fujifilm Samba da 2.0480 ugelli, ha una larghezza di 170 mm e consente di affiancare un numero virtualmente illimitato di suoi multipli, fino a raggiungere la larghezza di stampa desiderata. La velocità lineare massima è di 100 m/min, mentre la risoluzione ottica dichiarata sugli attuali sistemi Mouvent è di 2.000 dpi. Ciascun modulo Cluster, dal peso di 1,8 kg e dal design estremamente compatto, ha a bordo tutti gli elementi necessari per operare in modo indipendente: una struttura meccanica di precisione per alloggiare le teste, un’elettro-
|| Mouvent TX801 è una stampante inkjet scanning a 8 colori da 200 m2/h, pensata per la stampa industriale di tessuti fino a 1,8 m di luce con differenti chimiche d’inchiostro
nica dedicata e un sistema di alimentazione e riscaldamento degli inchiostri indipedente per ciascuna testa. Mouvent vanta poi un simile approccio personalizzato riguardo la formulazione degli inchiostri e ambisce a sviluppare nuovi coating e rimpiazzare progressivamente l’UV-curable con il waterbased.
Una tecnologia, tanti mercati, un occhio al waterbased e l’ambizione di andare veloce La scelta di lanciare Mouvent poche settimane prima di Labelexpo - uno show in cui
Bobst recita un ruolo da protagonista - non è certamente casuale. Oltre a una nuova linea di stampanti tessili per un’utenza industriale, il primo prodotto a essere svelato e dimostrato un’innovativa e compatta piattaforma narrow-web con inchiostri UV-curable. Solo un inizio, appunto, dato che i fondatori di Mouvent parlano già di produttività che raggiungeranno presto i 6.000 m²/ora, della volontà di sviluppare nuove macchine per nuove applicazioni verticali. Su una cosa non ci sono dubbi: la nuova mossa di Bobst nel digitale è uno degli approcci al digitale più ambiziosi e coraggiosi tra quelli tentati da un player del settore negli ultimi 10 anni.
|| Mouvent LB702-UV è una narrow-web inkjet a 7 colori con inchiostri UV-curable per la stampa di etichette su materiali in bobina fino a 170 o 340 mm di larghezza
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tecnologie L’azienda toscana ha scelto la tecnologia di finishing Elitron per arricchire la propria offerta di soluzioni per l’allestimento del punto vendita e la comunicazione visiva
Quartapagina: idee creative uniche prendono vita grazie alla versatilità di Kombo SD+
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ono passati ormai diciotto anni da quanto due dinamici creativi decidono di fondare Quartapagina a Calenzano (FI). L’azienda nasce come un ibrido tra una copisteria, un negozio di articoli per ufficio, un centro di stampa digitale e uno studio grafico. Ben presto i due soci Simone Checcacci, grafico pubblicitario, e Sandro Sandri decidono però di concentrarsi sulla comunicazione visiva, intensificando progressivamente l’attività di allestimento stand fieristici e siti espositivi. Quartapagina inizia così a crescere, arricchendo progressivamente la propria offerta. Sono però i grandi brand fiorentini della moda i primi a cogliere appieno le potenzialità dell’azienda, commissionandole progetti sempre più complessi e rappresentandone il vero volano di sviluppo. Quartapagina amplia quindi il proprio parco macchine per stampa di grande formato. Introduce una Durst Rho 600, per gestire materiali rigidi, una Roland SOLJET Pro 4 XR-640, per stampare bianco e colori
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metallici su materiali flessibili, e infine una Canon Océ Arizona 1280XT. Accanto alle installazioni per le grandi manifestazioni delle griffe, cresce l’attività di allestimento di punti vendita e altri spazi, portando l’azienda a livelli di specializzazione sempre più elevati. Circa un anno fa, i due soci scelgono di internalizzare il finishing, precedentemente affidato ad aziende partner. La scelta cade su Elitron Kombo SD+, per la sua grande versatilità e la capacità di rispondere in tempi rapidi alle più disparate necessità produttive. I risultati non tardano ad arrivare, premiando la decisione presa. Fin da subito Kombo SD+ diventa un elemento chiave nell’economia produttiva di Quartapagina, contribuendo in maniera importante a un suo ulteriore sviluppo. || In alto, a sx, il reparto di produzione di Quartapagina. A dx Elitron Kombo SD+ durante una fase di lavorazione. Nella pagina a fianco, una vetrina allestita con prodotti realizzati sfruttando la precisione di fresatura e taglio di Kombo SD+.
tecnologie
intervista a Simone Checcacci Managing Director di Quartapagina
“Vogliamo essere in grado di realizzare tutto ciò di cui il cliente ha bisogno senza temere che possa porci richieste particolari”
Quali sono state le necessità che vi hanno spinto ad adottare una soluzione di taglio e fresatura? La nostra azienda si pone da sempre l’obiettivo di essere l’unico interlocutore di un cliente, dall’ideazione alla consegna del prodotto. Noi realizziamo progetti estremamente differenti tra loro, utilizzando i materiali più svariati. Fino a poco tempo fa, ci affidavamo a partner esterni per la finitura. Di certo l’incidenza del prezzo non era trascurabile ma, pur di completare in maniera adeguata le installazioni, avevamo messo in conto i costi. Ciò che ci ha spinti a dotarci di una macchina da taglio e fresatura è stata la necessità di rispettare tempi di consegna sempre più stretti. Non potevamo più aspettare che il service completasse le lavorazioni secondo i suoi ritmi. Così abbiamo iniziato a guardarci intorno, trovando in Kombo SD+ qualcosa di inaspettato.
Quale aspetto di Kombo SD+ vi ha colpito maggiormente? Non ci aspettavamo né una tale versatilità né una precisione del taglio così accurata. Però, quello che ci ha colpito più di ogni altra cosa è la rapidità nel cambiare totalmente materiale e tipologia di lavorazione. Abbiamo iniziato a realizzare da soli il packaging personalizzato per i nostri prodotti. Con costi e impegno minimi, otteniamo un notevole ritorno di immagine che, considerando i brand con cui lavoriamo, è un aspetto tutt’altro che marginale. Nonostante le nostre sperimentazioni, siamo convinti di di star sfruttando solo il solo al 50-60% delle potenzialità di questa macchina, che stiamo continuando a scoprire. Che impatto ha avuto la macchina sulla produzione? Kombo SD+ opera per più di 8 ore al giorno. Oltre ad ampliare la gamma di applicazioni che
possiamo proporre, ha incrementato la nostra produttività globale, permettendoci di accettare lavori anche con scadenze molto ravvicinate. Inoltre, la combinazione tra il Seeker System Pro e la videoproiezione ci permette di sfruttare in maniera migliore i materiali e di avviare le produzioni in tempi molto brevi. Una tecnologia va scelta sia per le sue qualità che per la fiducia nel costruttore. Qual è il vostro parere su Elitron? Dall’istallazione a oggi è passato circa un anno. Kombo SD+, nonostante l’uso intensivo, non ha mai dato problemi. Elitron è comunque sempre stata presente dando prova di grande serietà. Inoltre, i tecnici sono molto preparati e la manutenzione programmata è stata effettuata in modo meticoloso. Non potremmo essere più soddisfatti.
Potenza, velocità e precisione nel taglio e fresatura Kombo SD+ è la più versatile e personalizzabile tra le soluzioni di taglio realizzate da Elitron. Il piano di lavoro è disponibile nei formati 1.600x2.000, 3.100x2.000 e 3.200x1.600 mm. Kombo SD+ gestisce supporti rigidi e flessibili spessi fino a 120 mm. L’area di lavoro è suddivisa in 40 settori di aspirazione ad attivazione dinamica e ha una solida struttura monoblocco in acciaio, stesso materiale con cui è
realizzata la trave su cui è fissata la testa multiutensile per taglio, cordonatura e fresatura. La testa ospita fino a 5 utensili con un mandrino con una potenza di 1 o 3 kW. Tra le opzioni scelte da Quartapagina, il Seeker System Pro è uno strumento che permette di distribuire liberamente sul piano aspirante i pannelli da sagomare, senza alcun vincolo in termini di posizione. Seeker System Pro riconosce le imma-
gini stampate e le associa al file di taglio corrispondente, correggendone eventuali distorsioni. L’utilizzo di questo strumento abbatte i tempi di avvio delle lavorazioni e la possibilità di errori. Lavorando su materiali non stampati, il videoproiettore aiuta inoltre a determinare con precisione il punto migliore in cui effettuare il taglio, proiettando la sagoma da produrre direttamente sul supporto.
Elitron Viale 1° Maggio 42 63813 Monte Urano (FM) www.elitron.com elitron@elitron.com T: +39 0734 842221
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idee per crescere Come definire il migliore approccio e la giusta tipologia di contenuto per il target che volete raggiungere e il messaggio che volete veicolare
Content matrix: usate un cucchiaio per tagliare il pane? di Louis De Nolf // louis.dn@duomedia.com
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ome azienda volete che il vostro target vi ascolti e sviluppi una connessione con voi. Ma quando usate un cucchiaio per tagliare il vostro “pane della comunicazione B2B”, il risultato non sarà quello che sperate. Prendiamo una fiera come esempio. Le fiere sono un’eccellente occasione per annunciare nuovi prodotti e innovazioni che la vostra azienda sta sviluppando, per portarli sul mercato. Quando vengono svelate novità come queste in un ambiente B2B, c’è la tendenza a concentrarsi direttamente sui dettagli. Quando ci si rivolge alla massa, spesso si comincia raccontando quali sono le differenze
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e gli upgrade che sono stati apportati rispetto al modello o alla soluzione precedenti. Questo accade perché si parte dal presupposto che il prodotto o servizio della propria azienda sia noto a tutti. Ma è raro che sia così. Ci sono grandi discrepanze su quanto bene il vostro pubblico possa conoscere la vostra azienda e i vostri prodotti. Il vostro target non è infatti un unico tipo di potenziale cliente, bensì un mix di individui con posizioni professionali ed esigenze diversi. Provengono da vari settori ed hanno interessi diversi. Alcuni potrebbero essere in cerca di un’alternativa rispetto al prodotto o servizio che usano attualmente. Alcuni potrebbero non essere nemmeno a conoscenza
del fatto che esistono alternative. Altri potrebbero essere in cerca di un modo per ridurre i costi, mentre per altri ancora la priorità potrebbe essere quella di migliorare la qualità del loro prodotto finale. Questo cosa significa, per quanto riguarda la vostra comunicazione? A seconda di ciò che volete comunicare e chi vi trovate davanti, potreste ottenere un responso molto migliore adottando un approccio ed un tipo di contenuto differenti. Questo significa che vale la pena di sforzarsi per trovare modi diversi di raccontare la vostra storia. Attraverso questa matrice di contenuti mi piacerebbe aprire nuove possibilità e mostrarvi che impatto possono avere diversi tipi di contenuti.
idee per crescere
La content matrix duomedia: Quali sono gli obiettivi della vostra comunicazione, quando create i vostri contenuti? Al fine di raggiungere con successo un obiettivo di comunicazione, i vostri contenuti potrebbero necessitare di un approccio specifico per provocare la reazione desiderata. Per attirare l’attenzione di una persona che non ha mai sentito parlare di voi, la reazione più forte si avrà tramite contenuti piacevoli. Ma
se il vostro obiettivo è fare colpo su qualcuno che già conosce bene la vostra azienda o brand, avrete bisogno di contenuti educativi con un forte fattore innovativo. I 4 quadranti INTRATTENERE, EDUCARE, PERSUADERE e CONVERTIRE fanno riferimento all’effetto che vorreste avere sul vostro pubblico. La matrice è creata al fine di stimolare nuove idee per avere successo con i vostri obiettivi di comunicazione. Quando usate il giusto tipo di contenuto, a seconda del vostro obiettivo, avrete un impatto decisamente migliore sul responso del vostro pubblico. Quando sviluppate la vostra campagna di comunicazione, il vostro obiettivo potrebbe essere quello di attrarre visitatori rilevanti verso il vostro stand in fiera. Dimenticatevi l’idea che un solo sforzo di comunicazione
sarà sufficiente per ottenere il risultato desiderato, sia per clienti abituali che per semplici visitatori, fornitori, potenziali clienti o altri soggetti interessati. Quando il vostro potenziale cliente non sa che sarete ad una fiera, è necessario metterlo/a al corrente. Se il vostro potenziale cliente non è convinto che il vostro stand meriti una visita, dovrete prima impressionarlo. Se il vostro pubblico non ha nemmeno mai pensato che il vostro prodotto o servizio potrebbe essere una soluzione, dovrete spiegarglielo. E se il vostro target non ha nemmeno mai sentito parlare di voi, dovrete prima catturare la sua attenzione. La matrice aiuta a trovare il giusto tipo di contenuto per l’effetto desiderato attraverso le vostre esigenze di comunicazione.
Louis De Nolf è il direttore generale di duomedia, agenzia di comunicazione e pubbliche relazioni internazionale specializzata nel B2B, con sede a Bruxelles. È cresciuto nell’azienda di famiglia, attiva in Belgio nell’industria dei media, con attività che spaziavano dalla stampa alla televisione, dalla radio al
web, fino alla lead-generation (e non solo). Durante la sua carriera ha avuto la possibilità di sperimentare in prima persona molti aspetti diversi dell’editoria, dalla prestampa e dal colour management fino alla vendita di spazi pubblicitari. Prima di entrare in duomedia, ha lavorato nei media, nella comunicazione e nel marketing.
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speciale Una buona corrispondenza cromatica a monitor o in stampa non può prescindere da accurate misurazioni. Il parametro chiave in questo caso prende il nome di ∆E
Quando i colori “divergono” è questione di Delta-E di Marco Olivotto // marco@marcoolivotto.com
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a lettera Delta occupa il quarto posto nell’alfabeto greco ed è rappresentata dal simbolo ∆. In campo scientifico, il termine Delta indica quasi invariabilmente la variazione di una grandezza fisica misurabile. In sostanza, è una differenza: se in ufficio abbiamo una temperatura T1 = 22 °C e all’esterno il termometro misura T2 = 26 °C, la variazione di temperatura tra esterno e interno è ∆T = T2 – T1 = 4 °C. In colorimetria, il valore
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∆E (o Delta-E) misura la deviazione di un colore in esame da un colore predefinito: più elevato è il ∆E, più marcata sarà la deviazione. Il ∆E fornisce quindi preziose informazioni sull’accuratezza della riproduzione di un dato colore, sia a monitor che in stampa. Una riproduzione perfetta richiederebbe un valore ∆E = 0, ma nella realtà sono ammesse delle deviazioni, purché contenute. Comprendere il significato preciso di questo parametro è importante, quindi dobbiamo parlare ancora una volta di spazi colore
Dopo la formazione classica, la laurea in fisica e vent’anni di produzione musicale, nel 2007 Marco Olivotto scopre le opere di Dan Margulis, padre della correzione del colore in Photoshop, e diventa suo allievo. Da sempre dedito all’insegnamento in diversi ambiti presso strutture private e pubbliche, dal 2011 dedica i propri sforzi alla diffusione delle tecniche della correzione del colore in Photoshop. Da allora organizza campus, workshop, attività formative on-demand in ambito fotografico e grafico, è speaker di FESPA, collabora con realtà didattiche di livello nazionale ed è autore di ben 25 videocorsi e seminari sulla correzione del colore. Dal 2015 è collaboratore fisso di Italia Publishers.
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Lo spazio colore Lab e la distanza tra i colori Il concetto di spazio colore è astratto ma facilmente comprensibile. Prendiamo come esempio la rappresentazione dello spazio Lab – denominato anche CIELAB o CIE 1976 (L*, a*, b*) – di figura 1: semplificando, è un parallelepipedo riempito di colori. Con una caratteristica: all’interno del parallelepipedo non esistono due punti di colore identico. La variazione cromatica è continua: partendo da un punto qualsiasi e spostandoci di pochissimo (i matematici parlerebbero di “spostamento infinitesimo”), troveremo un colore così simile a quello di partenza da risultare di fatto indistinguibile. Non è una contraddizione: due colori diversi dal punto di vista teorico e numerico possono essere identici dal punto di vista percettivo. È come se a un mucchietto formato da un milione di granelli di sabbia aggiungessimo un singolo granello: il mucchietto sarebbe diverso, ma il suo aspetto e il suo peso sarebbero inviariati per i nostri sensi. Questo è legato al fatto che esiste un valore di soglia (denominato JND: Just Noticeable Difference – differenza appena avvertibile) al di sotto del quale non riusciamo a percepire la differenza tra due stimoli sensoriali. Quando i matematici costruiscono uno spazio teorico, come lo spazio Lab, cercano una formula che definisca la distanza tra i punti che lo compongono. In questo modo lo spazio diventa uno spazio metrico: uno spazio in cui è possibile effettuare delle misure. La distanza tra due punti in uno spazio colore esprime la differenza tra
i due colori che quei punti rappresentano: questo è il concetto alla base del ∆E.
L’importanza dell’uniformità percettiva Osserviamo le due scale di grigi in figura 2. Entrambe partono dal nero e arrivano al bianco, ma la distribuzione delle tonalità di grigio tra i due estremi è diversa. La scala inferiore appare più omogenea di quella superiore, e possiamo verificarlo rappresentando la chiarezza dei quadrati come gradini di una scala vera e propria. In figura 3, la linea continua nera rappresenta la chiarezza dei quadrati della striscia superiore; quella tratteggiata arancione, della striscia inferiore. Gli scalini della linea tratteggiata sono uguali tra loro, quelli della linea continua hanno altezze variabili, in particolare nelle aree più scure. La scala di grigi superiore è stata ottenuta suddividendo il noto spazio colore sRGB IEC61966-2.1 in undici sezioni uguali comprese tra il nero e il bianco; quella inferiore, applicando lo stesso procedimento allo spazio colore Lab. Il termine utilizzato per descrivere uno spazio colore che si comporta come Lab è “percettivamente uniforme”. Misurare differenze cromatiche, o anche solo di luminosità, in uno spazio percettivamente non uniforme non ha molto senso dal punto di vista pratico, perché tali differenze non corrispondono a ciò che il nostro occhio percepisce. Questo è uno dei motivi per cui si tende a parlare di differenza di colore in termini di Lab piuttosto che di RGB: l’affermazione che due colori sono ca-
ratterizzati da un valore ∆E = 5, ad esempio, dovrebbe avere lo stesso senso per tutti i colori. Se il ∆E assume un significato diverso quando si passa da un colore a un altro, la misura serve a poco.
Il ∆E uno e trino La formula per il calcolo del ∆E in Lab risale al 1976 ed è nota come CIE76. Venne introdotta per rimediare a un problema che affliggeva lo spazio colore XYZ, che era lo standard di misurazione dei colori in vigore fin dal 1931: XYZ non era percettivamente uniforme, quindi non era in grado di riprodurre l’esperienza visiva. I modelli proposti per sostituirlo furono due: CIELAB e CIELUV. Nessuno dei due era perfetto dal punto di vista dell’uniformità percettiva, ma entrambi erano sensibilmente migliori di XYZ. Assieme ai due modelli vennero introdotte le relative formule per calcolare la differenza cromatica tra due colori. Il modello che ci interessa più da vicino è CIELAB, che abbreviamo semplicemente in Lab. La formula CIE76 è semplice e non utilizza nulla di più complesso di una radice quadrata. Non la trascriviamo, ma facciamo un esempio. Se un colore di riferimento è caratterizzato dalle coordinate 50L 12a 20b e in stampa o a monitor otteniamo da 51L 13a 19b, il risultato è ∆E = 1,73. La figura 4 mostra i due colori affiancati e la linea di confine cade esattamente a metà: si vede una differenza? A monitor sì; in stampa, dipenderà da vari fattori che non riusciamo a valutare al momento della stesura dell’articolo, quindi
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speciale due campioni di colore, ed è pertanto svincolata dalla loro chiarezza. In Lab, vengono coinvolte nel calcolo soltanto le coordinate a e b: L non compare.
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Il ∆E del monitor
possiamo solo rispondere “forse”. Si sente spesso affermare che l’occhio umano sia insensibile a variazioni cromatiche il cui ∆E sia inferiore a 1, ma nel 1994 uno studio ha stabilito un valore più elevato, pari a 2,3. Il problema dell’uniformità percettiva rimane però aperto: Lab non è del tutto percettivamente uniforme, soprattutto nel caso di colori saturi. Sono state pertanto introdotte due varianti alla formula originale per il calcolo del ∆E, denominate CIE94 e CIEDE2000, che danno luogo a due ulteriori ∆E chiamati ∆E94 e ∆E00 per evitare confusione con il ∆E originale del 1976 (di solito indicato come ∆Eab). Le due formule più recenti forniscono in generale risultati diversi rispetto a quella originale: ridefiniscono quindi la “distanza” tra due colori.
Il ∆E dà i numeri La formula del 1994 e in particolare quella del 2000 sono sensibilmente più complesse di quella introdotta nel 1976. Entrambe introducono termini correttivi al fine di aggirare la non perfetta uniformità percettiva dello spazio Lab. Le previsioni fornite dai tre metodi possono variare in maniera significativa. A titolo di esempio, la figura 5 rappresenta quattro campioni: i due quadrati grigi appaiono molto più distinti dei due quadrati gialli. La tabella seguente mostra i risultati del calcolo del ∆E (approssimati a due cifre decimali) tra i due campioni 5
grigi e i due campioni gialli utilizzando le tre diverse formule. Campioni grigi
Campioni arancioni
∆Eab
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∆E94
3
1,07
∆E00
2,36
1,05
I valori ∆Eab non riflettono la realtà di ciò che vediamo: prevedono una differenza visivamente uguale tra i campioni delle due coppie, ma questo è palesemente non vero. Entrambi più accurati, invece, i valori forniti dalle due formule più moderne: la differenza tra i due grigi appare più marcata di quella tra i due arancioni. A dirla tutta, nella formula CIE94 vengono usati coefficienti diversi a seconda che si operi nell’ambito delle arti grafiche o della stampa tessile. I valori riportati in tabella riguardano il primo ambito, ma le formule per il calcolo del ∆E nei tessuti forniscono risultati diversi: ∆E94 = 1,5 per i due campioni grigi, ∆E94 = 1,03 per i due campioni gialli. Questo può generare notevole confusione sul reale significato delle cifre, e bisogna sempre verificare quale ∆E stiamo esaminando, senza dimenticare che comunque alcune differenze appaiono all’occhio più marcate di altre a prescindere dalla formula adottata. Si utilizza spesso anche un’altra misura di variazione, denominata ∆H, che esprime la differenza di tinta tra
In senso stretto, il ∆E si riferisce sempre alla differenza cromatica tra due punti, ma spesso il termine viene usato in senso più ampio e statistico. Ad esempio, dopo avere creato il profilo ICC di un monitor, è buona norma eseguirne la validazione: una procedura che consiste nel misurare nuovamente la performance del monitor e confrontarla con le previsioni generate dal profilo. Questo permette di verificare l’accuratezza del profilo in uso e implica la misurazione del ∆E su una serie di campioni di colore generati dal monitor. Il profilo viene usato in questo caso per calcolare i valori di riferimento, mentre i campioni misurati sono i colori da confrontare. Per ciascuna coppia viene calcolato il ∆E, ma il risultato finale viene espresso come una media di tutti i ∆E misurati. La media è un valore statistico che appiattisce le differenze: potrebbe quindi verificarsi una situazione in cui, ad esempio, una certa gamma di viola non venga descritta bene dal profilo colore, e in quei punti il ∆E sarebbe elevato. Negli altri colori, però, il monitor potrebbe essere descritto molto bene dal profilo, esibendo un ∆E basso. La media resterebbe bassa, perché il peso di un’area cromatica piccola non riesce a spostare significativamente il risultato. È pertanto importante scorrere almeno velocemente i dati relativi ai singoli campioni che il software di misurazione mette a disposizione per individuare eventuali aree critiche. In sintesi, un ∆E basso non è una garanzia che ogni area cromatica venga riprodotta fedelmente. Inoltre, un monitor di pessima qualità descritto però da un buon profilo ICC potrebbe fornire un ∆E piccolo in fase di validazione, perché il parametro non misura di per sé la correttezza della riproduzione cromatica. In parole povere, un sistema monitor+profilo con un ∆E basso ci permette solo di affermare che il profilo ICC descrive bene il dispositivo, ma non che il dispositivo sia fedele a qualche standard non meglio specificato.
Il ∆E in stampa Un discorso simile vale per le tolleranze in stampa. La norma ISO 12647-7 prescrive dei valori limite per lo scostamento ammesso per i pieni dei colori di scala. Gli insiemi di valori sono due: la tolleranza di deviazione,
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speciale che prescrive quanto i colori dello stampato possano differire da una prova colore di riferimento; e la tolleranza di variazione, che prescrive quanto i colori possano variare nel corso del ciclo di stampa. La tolleranza di deviazione stabilisce un valore ∆Eab = 5 per tutti gli inchiostri. La tolleranza di variazione scende a ∆Eab = 4 per gli inchiostri nero, ciano e magenta, mentre è ammessa una variabilità pari a ∆Eab = 5 per l’inchiostro giallo. In subordine, la norma prevede che per gli inchiostri ciano, magenta e giallo, la variabilità della tinta ∆H non superi il valore 2,5. La norma prevede che le oscillazioni dei pieni dei colori primari nel corso della tiratura debbano soddisfare questa condizione: almeno il 68% delle copie stampate non deve esibire una differenza superiore a metà della
tolleranza specificata. Si ricade quindi nella statistica, e la procedura corretta da seguire è delineata qui di seguito. Vengono esaminati e misurati dei campioni sui fogli prelevati dalla macchina. Le misure coinvolte riguardano il ∆E e il ∆H. Per questo insieme vengono calcolati due parametri statistici: la media delle variazioni ∆E (indicata con X) e la deviazione standard delle variazioni ∆E (indicata con la lettera greca Sigma, σ). La somma X + σ fornisce il valore di riferimento: se questo è inferiore a metà della tolleranza specificata, la condizione è rispettata, altrimenti no. Un esempio pratico: su un certo campione di stampa si misura una media X delle variazioni ∆Eab sull’inchiostro giallo pari a 1,07 e una deviazione standard pari a 0,72. La somma dei due valori dà come risultato 1,79.
La prescrizione è che questo numero non deve superare la metà della massima variazione ammessa, che per il giallo corrisponde al valore 5. Il valore limite risulta quindi 2,5, e la tiratura rispetta la norma perché il risultato del calcolo fornisce un valore inferiore. Se la media delle variazioni fosse pari a 2,3, invece, la somma di questa e della deviazione standard darebbe come risultato 3,02: un valore superiore a 2,5, che segnala quindi la non conformità della tiratura alla norma.
Conclusioni Una volta che se ne comprende il significato, il ∆E è un parametro importante nel controllo di qualità del processo di riproduzione grafica. Le sue debolezze intrinseche riflettono la difficoltà di creare uno spazio colore in grado di riprodurre in maniera fedele il comportamento della nostra visione. Attualmente lo spazio CIE 1976 (L*, a*, b*) è lo standard colorimetrico di fatto, ma non è detto che questa situazione non possa cambiare: potrebbero esserci ridefinizioni dello spazio in futuro, o la creazione di un nuovo modello colore da utilizzare a fini colorimetrici. Fino a quel momento, il ∆E nelle sue varie incarnazioni rimarrà uno degli strumenti più utili per esprimere in forma quantitativa la qualità della riproduzione cromatica.
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focus | Valiani Maximus V
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Valiani Maximus V: taglio smart per etichette à la carte
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Compatto e adatto a lavorazioni di alta precisione, il versatile plotter è una soluzione ideale per prototipazioni e piccole/medie tirature
PRODUTTORE Valiani
NOME Maximus V
DIMENSIONI DEL PIANO DI LAVORO 1.230x820, 1.230x1.630, 1.265x1.660, 1.230x2.520 mm
SUPPORTI FLESSIBILI GESTIBILI Materiali adesivi, carta, cartone teso
SUPPORTI RIGIDI GESTIBILI Cartone ondulato, spugne, pannelli plastici e a base carta
VELOCITÀ 500 mm/sec
SOFTWARE V-Studio
APPLICAZIONI Etichette, packaging, espositori POP, interior decoration, passepartout per quadri
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La consapevolezza dei brand circa le potenzialità offerte dalle tecnologie digitali è in rapida crescita. Lo conferma una ricerca FINAT, che prospetta inoltre un incremento dell’installato digitale del 22,5% l’anno, fino al 2022. Una tendenza favorita dalla riduzione delle tirature e dalle crescenti richieste di personalizzazione per catturare l’attenzione dei consumatori. Le moderne e compatte stampanti di produzione a foglio sono un ottimo strumento per cogliere questa opportunità. Ad esse bisogna però necessariamente affiancare un sistema di taglio che trasformi un semplice foglio adesivo stampato in etichette. Valiani Maximus V è il candidato perfetto. Disponibile in 4 formati e compatibile con una vasta gamma di supporti, esso offre infatti la flessibilità necessaria per costruire un’offerta articolata di applicazioni in ambito labelling e packaging. Inoltre garantisce le velocità e precisione necessari per affrontare piccole produzioni e accontentare anche una clientela esigente. Maximus V inoltre semplifica e velocizza le fasi di prototipazione, permettendo di presentare ai clienti campioni identici al definitivo. Un servizio apprezzato, che aumenta sensibilmente le possibilità di aggiudicarsi commesse importanti.
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intervista a Nico Valiani Managing Director di Valiani srl
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Come può la tecnologia Valiani fare la differenza nella produzione di etichette, solitamente appannaggio di macchinari ben più stazzati? Negli scorsi 5 anni il mercato delle etichette ha subito una rapida trasformazione che ha permesso di sperimentare con successo modelli di business alternativi. La crescente richiesta di piccole tirature ha portato gli stampatori a cercare tecnologie più flessibili e accessibili. Le nostre lo sono da sempre. Sono progettate proprio per gestire intelligentemente piccoli quantitativi, offrendo una qualità ineccepibile, un ingombro ridotto e un rapido ritorno.
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Perché Maximus V è ideale per il finishing di etichette? La testa può essere equipaggiata con due utensili, come ad esempio taglio e mezzo taglio, ideali per la realizzazione di etichette finite. Inoltre, le misure del piano di lavoro di Maximus V sono ottimali per questo tipo di lavorazioni. Grazie al nostro software proprietario, possiamo infatti ottimizzare lo sfruttamento dell’area di lavoro, affiancando più fogli da produrre e lasciando di conseguenza maggior libertà all’operatore. Questo consente di produrre sia prototipi che piccoli lotti in tempi rapidi e a costi contenuti.
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È sorprendente che colossi come KBA, Ricoh e Konica Minolta accostino le loro soluzioni di stampa ai cutter Valiani. Qual è il segreto? I nostri plotter sono molto versatili e si adattano facilmente a tipologie di utilizzo anche molto differenti. La nostra tecnologia è apprezzata in tutto il mondo per la capacità di abbinare precisione e affidabilità. Inoltre, con un rapporto qualità/prezzo difficilmente eguagliabile, essi rappresentano una scelta vincente per la stragrande maggioranza dei piccoli e medi stampatori e artigiani. L’insieme di questi aspetti ci rende un partner ideale.
Un sistema di taglio all inclusive, affidabile e facile da usare Valiani Maximus V è un cutter con ingombri ridotti, versatile, affidabile e facile da usare. Esso è in grado di gestire un’ampia gamma di materiali rigidi e flessibili con spessore fino a 5 mm. Il piano di lavoro è disponibile nei formati 1.230x820, 1.230x1630, 1.265x1.660 e 1.230x2.520 mm. I materiali vengono fissati al piano utilizzando un sistema di vuoto,
suddiviso in 4 zone di aspirazione indipendenti, ad attivazione manuale. Il vuoto può essere utilizzato anche in combinazione con pin di bloccaggio ad attivazione pneumatica. La testa ospita contestualmente fino a due utensili per taglio, mezzo taglio e cordonatura. L’operatore può sostituire facilmente e rapidamente gli utensili grazie a un sistema
|| A sx un rendering 3D simula il posizionamento di fogli in formato SRA3 sul piano di lavoro di Maximus V 80. In alto il cutter impegnato nel taglio e kiss-cut di etichette.
brevettato, basato su un innesto magnetico, che richiede meno di 15 secondi per rendere nuovamente operativo Maximus V. Una telecamera – indispensabile per scontornare le etichette – legge i crocini di registro e trasmette i dati al modulo software opzionale OptiCrop, che li elabora e cor-
l’azienda Valiani nasce nel 1974 dalla visione dell’omonimo fondatore Franco, ancora oggi a capo dell’azienda insieme alla moglie Franca e ai figli Nico e Giada. Valiani riscuote da subito consensi, grazie alle sue soluzioni di taglio del passepartout, molto apprezzate da
corniciai, gallerie d’arte e musei in tutto il mondo. Nel 1996 esordisce il primo cutter elettronico. Nel 2007 il brevetto del cambio rapido di utensili apre nuovi scenari che portano, due anni dopo, all’ingresso nel mondo della grafica e delle applicazioni cartotecniche.
regge eventuali distorsioni prima di procedere al taglio. Il software V-Studio gestisce in maniera intuitiva tutte le fasi di preparazione della lavorazione, tra cui acquisizione dei file, annidamento delle immagini e utilizzo di modelli parametrici per realizzare facilmente prototipi di packaging.
Valiani srl Via Delle Regioni 305/7/9 50052 Certaldo (FI) www.valiani.com info@valiani.com T: +39 0571 666598 F: +39 0571 663454
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idee per crescere Evitare di essere assimilati ai propri competitor può rivelarsi un modo per acquisire un vantaggio competitivo. Ma la “differenza” va creata e resa visibile
La differenza come chiave di vendita dello stampato di Matthew Parker // matthew.parker@printandprocurement.com
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cco un piccolo test di vendita. Ho una brutta notizia. Siete stati licenziati dal vostro lavoro. Fortunatamente c’è anche una buona notizia. Uno dei vostri concorrenti vi vuole assumere. Immaginate il vostro primo giorno nella nuova azienda. Arrivate alla vostra scrivania. Siete pronti per prendere contatti con i clienti e vendere loro i vantaggi della nuova azienda di stampa per la quale lavorate. Ma c’è un problema. Cosa direte? Come riuscirete a far sembrare la nuova azienda migliore e differente da quella vecchia? Come cliente
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mi accorgo di un grande problema in molti approcci commerciali da parte dalle aziende di stampa. Quando ero un buyer, mi sono reso conto che il 98% degli approcci di vendita era più o meno esattamente uguali. La maggior parte si focalizzava sul servizio e sulla qualità eccellenti offerti dall’azienda. Molti menzionavano anche i loro prezzi competitivi. Molte, moltissime aziende di stampa mi apparivano esattamente uguali. Se differenti aziende appaiono uguali a un buyer, quasi sempre questi sceglierà l’opzione più economica. Ecco perché essere differenti è così importante quando si vende.
Matthew Parker opera attraverso il suo brand Profitable Print Relationships. Matthew ha oltre 20 anni di storia nell’ambito dell’acquisto di stampa e tra le altre esperienze ha gestito gli acquisti di stampa di Future Publishing, uno dei principali editori di riviste consumer nel Regno Unito. Nel corso della sua carriera ha gestito oltre 1.400 trattative con aziende di stampa e oggi mette a frutto la sua esperienza di buyer come formatore e mentore in grado di aiutare le aziende di stampa a vendere di più e con maggiori marginalità. Potete scaricare gratuitamente l’e-book di Matthew “Dieci errori comuni nella vendita di stampa e cosa fare in proposito” dal sito profitableprintrelationships.com.
idee per crescere Qual è lo scopo della differenza? La differenza è l’elemento di un messaggio di vendita che fa sì che un potenziale cliente voglia scegliervi, indipendentemente dalle altre opzioni disponibili. Ricordatevi che ai potenziali clienti piace cercare delle alternative. Forse il vostro messaggio di vendita non assomiglia poi così tanto alle altre aziende di stampa. Forse è così efficace che vi siete guadagnati un incontro con un potenziale cliente e che questi si è convinto di aver bisogno del vostro prodotto o servizio. Sfortunatamente, non è sufficiente per aggiudicarvi la commessa. Se vendete in modo efficace, il cliente medio potrebbe essere entusiasta di quello che gli avete presentato. Potrebbe capire che ha bisogno del vostro prodotto o servizio. Tuttavia, di solito non sarà così convinto di aver bisogno di voi per la fornitura del servizio. Vorrà guardarsi intorno e vedere se altre aziende hanno offerte simili. Vorrà vedere se riesce a trovare qualcuno che offre lo stesso servizio ma a prezzo più basso. È a questo punto che la differenza è così importante. Una buona differenza convincerà il cliente a tornare e negoziare con voi. Sarete voi il fornitore scelto.
Ma allora, come si fa a creare una differenza convincente? Una buona differenza passerà tre test. Per prima cosa, la differenza sarà qualcosa che il cliente può immaginare. Sarà qualcosa di specifico. Molte differenze sono fin troppo generiche. Molte persone dicono che è il loro servizio a renderli diversi. Ma ci sono molti modi diversi di offrire un buon servizio. Quello che il venditore sta offrendo potrebbe essere diverso da quello che il cliente si aspetta. Illustrate ciò che rende il vostro servizio eccellente. È il fatto che rispondete a tutte le chiamate entro due squilli? È perché rispondete a tutte le domande entro 15 minuti? Oppure sono i pasticcini che inviate a tutti i clienti ogni venerdì?! Il prossimo test è che la vostra differenza deve essere utile al cliente. Rispondere ad una chiamata entro due squilli non significherà niente per un cliente che conta sulle e-mail per comunicare! Infine, una differenza dovrebbe essere difficile da imitare. La vostra differenza non sarà cosi unica se tutti faranno la stessa promessa! A questo punto c’è un fattore di branding che entra in gioco. Per esempio, molte persone possono dichiarare di essere specializzate nel settore creativo, ma voi potreste essere l’unica che tratta con 42 agenzie locali. Molte persone si preoccupano all’idea di dover creare una differenza così specifica. È certo che questo funzionerà solo con un gruppo limitato e molto specifico di potenziali clienti? Forse una differenza così specifica potrebbe dissuadere alcune persone? È qui che entra in gioco un’importante regola che riguarda la differenza.
La colazione 4.0 Cos’è BreakfastPRO? Incontri GRATUITI per PMI e freelance per trasformare la colazione in un’occasione di approfondimento, crescita, ispirazione e conoscenza. Professionisti della comunicazione, del marketing, dell’editoria e del web condivideranno competenze ed esperienze e risponderanno alle vostre domande.
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Molto probabilmente avrete bisogno di più di una differenza Negli articoli che ho scritto in precedenza per Italia Publishers ho incoraggiato le aziende di stampa a creare un certo numero di diversi messaggi di vendita. Ciascun messaggio di vendita dovrebbe essere diretto ad un diverso tipo di potenziale cliente. Per esempio, potreste sviluppare un messaggio di vendita per le agenzie creative e un altro per i commercianti al dettaglio locali. È esattamente la stessa cosa quando si tratta di creare una differenza. Ciascuno dei vostri messaggi di vendita dovrebbe avere la sua differenza. La differenza
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idee per crescere
dovrebbe essere creata specificamente per quel messaggio di vendita. La differenza che funziona per il settore delle agenzie creative sarà molto diversa da quella che funziona per i negozianti. C’è un altro punto che bisogna ricordare riguardo alla differenza.
La vostra differenza può essere cambiata La vostra differenza non è scolpita nella pietra. Potete cambiarla, così come il vostro messaggio di vendita, l’offerta di prodotti o la vostra tipologia di clienti. Nonostante tutta l’attenzione e la cura che impieghiamo nel creare una differenza, i vostri clienti o potenziali clienti non se la ricorderanno a lungo, probabilmente! Dovrà essere costantemente ricordato loro il perché dovrebbero scegliervi come fornitori. Il vantaggio di tutto questo è che vi consente di sviluppare la vostra differenza in base alle loro necessità in evoluzione. Ciò vuol dire anche che è possibile creare una differenza in base a qualcosa che siete i primi a fare. Potreste investire in un nuovo macchinario o cominciare a promuovere un nuovo prodotto. Questo spesso creerà una differenza tra voi e i vostri concorrenti. Se tutto va bene, sarete l’unica azienda ad offrire una certa funzionalità o prodotto. Questa è la vostra differenza. Tuttavia, è anche probabile che la concorrenza vi raggiunga. Se state avendo successo con la vostra macchina o prodotto, è probabile che altri sviluppino un’offerta simile. Improvvisamente l’unicità della vostra differenza è sparita. A questo punto potete cambiare la vostra differenza. Forse avete sviluppato un’altra offerta unica. Alternativamente, potete cambiare la vostra differenza con una delle tre opzioni più comuni. Ecco tre modi per creare una differenza per la vostra azienda.
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Create una differenza basandovi sul vostro mercato Avere una differenza di mercato può essere molto utile per molti clienti. A loro piace sapere che capite il loro particolare settore di mercato e che ne avete esperienza. Se foste un ristorante, sareste contenti con un’azienda di stampa che semplicemente vende materiale stampato? O preferireste trattare con un’azienda specializzata in ristoranti? La maggior parte preferirebbe un’azienda che ha la reputazione di aver aumentato la clientela di un ristoranti e ha una gamma di prodotti specifici per ristoranti. Il vostro mercato può anche essere basato sulla geografia. Potreste essere uno stampatore locale che è parte della business community locale. Ancora meglio, potreste combinare le due cose. Per esempio, potreste aiutare i ristoranti in un’area specifica. Tuttavia, la differenza può essere anche incentrata su di voi, oltre che sui vostri clienti.
Creare una differenza basata sul modo in cui fate le cose Avete un processo che è meglio di quello della concorrenza? Dovreste raccontarlo ai vostri clienti. Potrebbe essere la differenza che vi distingue dalle altre aziende di stampa. Quando tengo dei workshop di training riguardo alla differenza, uso l’esempio di un’azienda di stampa che ha una speciale checklist per assicurarsi che i progetti webto-print vengano implementati senza problemi. Spesso trovo che le aziende hanno già implementato questo genere di checklist. Tuttavia, poche persone la usano come strumento di vendita, né tanto meno per creare una differenza. Ma cosa preferirebbe un buyer: un’azienda che offre un servizio web-
to-print, oppure una che offre un’implementazione del web-to-print senza problemi grazie al sistema che ha sviluppato? Ma ecco l’ultimo modo per creare una differenza.
Create una differenza basandovi sui prodotti e servizi che vendete Molte aziende di stampa vendono il processo di stampa. Non vendono prodotti. Tuttavia, se avete un prodotto o servizio atipico oppure unico, questo potrebbe essere un ottimo modo per cominciare un dialogo con un potenziale cliente. È il prodotto che interesserà il buyer, non l’azienda. Pensate ai prodotti che potete creare. Un’azienda ha creato una campagna di vendita molto efficiente sviluppando dei biglietti da visita con dei fori fustellati. Il prodotto non è molto difficile da creare, ma non lo offre nessun altro. Ha consentito di incontrare nuovi potenziali clienti. Che prodotti potreste creare?
È ora di entrare in azione! Riservate del tempo nella vostra agenda per creare una differenza per l’azienda. Se potete passare questo tempo a fare brainstorming con i vostri colleghi, meglio ancora. Provate a creare una differenza di mercato, una di processo e una di prodotto, per uno specifico gruppo di clienti. Usate i tre test: sono differenze abbastanza specifiche, utili al cliente e difficili da imitare? Una volta che l’avrete fatto, usate le tre differenze con alcuni dei vostri attuali clienti e vedete quale sarà quella più efficace. Ora avete testato la differenza che vi aiuterà a migliorare i vostri risultati di vendita. Usate la vostra differenza per assicurarvi che passerete il test di vendita che ho proposto all’inizio dell’articolo!
UNA STAMPA DI QUALITÀ SI ABBINA BENE CON TUTTO. Una stampa perfetta è un valore aggiunto per qualsiasi prodotto. Riesce a far emergere su carta tutta la sua qualità, come se si potesse toccare con mano. Per questo in Unigrafica lavoriamo da oltre quarant’anni fra tradizione e innovazione, alla ricerca della soluzione migliore per ogni specifico campo: moda, design, gioielli, automobili, arredamento, cosmetica e molto altro ancora. Vieni a conoscerci su www.unigrafica.it Unigrafica srl • Via Buonarroti, 65 - 20064 Gorgonzola (MI) • T +39.02.9510095 F +39.02.9517500