Italia Publishers 08/2017

Page 1

08/17

MEETING LEADERS

Libertà e passione: così Joseph Mergui e Caldera hanno “riscritto” il RIP

Italia Publishers - Anno XXVIII - n° 08/2017 - Prezzo euro 10,00 - Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LOM/MI

TECNOLOGIE

Ridefinire i flussi di lavoro per ricavare profitto da ogni opportunità


La soluzione sta nella giusta formula

B+B= Progettazione

Prestampa

Poststampa

Gestione

• ArtiosCAD • ArtiosCAD Display Store • Studio

• ICUT-Suite • Automation Engine • WebCenter

• Kongsberg XE • Kongsberg X • Kongsberg C • Kongsberg XP Auto

• Packway • Sprint • Docupoint

B+B INTERNATIONAL S.r.l. WWW.BBINTERNATIONAL.COM - INFO@BBINTERNATIONAL.COM - TEL: +39 0423 289090




MOLTO PIÙ CHE UN RIP, UNA SOLUZIONE COMPLETA PER IL BUSINESS DI STAMPA

Version 11 Highlights • APPE4: Il nuovo APPE 4 include più omogeneità nelle sfumature, gestione e fusione tinte piatte estesa e senza stacchi • PrintBleed: Effetto clone e duplica per espandere l’area di stampa • Sync&Deploy: Sincronizza la postazione RIP e le configurazioni. Gestisce gli aggiornamenti di configurazione su svariati clients con un click • OpenCL: Calcolo potenziato per velocità di rippaggio superiori • Ottimizzato per stampa in clustering e stampanti digitali industriali

www.caldera.com Caldera

StreamLive La tua applicazione Saas facile da usare per la gestione ed il controllo della produzione Crea

Stabilisci i tuoi processi produttivi ideali con pochi clic

Traccia

Mantieni il controllo di tutti i tuoi lavori in tempo reale

Automatizza

Rendi automatiche tutte le procedure che ti fanno perdere tempo

Specifiche • • • • •

Fogli lavoro personalizzabili Produzione tracciata Invio Files Nr. illimitato di lavori Connettività alla suite Caldera

Opzioni

• Pianificazione • Creazione documenti: provini di stampa, note di spedizione... • Preflight • Connessione a software di terze parti

Sottoscrizione mensile - Manutenzione e aggiornamenti inclusi - Supporto clienti via Tickets Scopri le nostre demos e tutorial video sul nostro canale Youtube

www.streamlive.caldera.com - Tel. +33 388 210 000 - contact@caldera.com


sommario 08

EDITORIALE

5 |

Automazione: questione di tecnologia o di testa?

NEWS

6 |

Novità, tecnologie e tendenze dai player del mercato digitale

MEETING LEADERS

10 |

10

Libertà e passione: così Joseph Mergui e Caldera hanno “riscritto” il RIP

TECNOLOGIE 18 |

Gestione e Industry 4.0: la sfida delle industrie digitali

22 |

Il RIP ideale? È quello che “assomiglia” al mio business ed è già pronto per il futuro

26 |

AccurioPro Flux è il flusso “touchless” che rende gli stampatori più competitivi

36 |

Cartex, la “cartotecnica per caso” che nasce digitale e già pensa agli alti volumi

38 |

Ridefinire i flussi di lavoro del wide format per ricavare profitto da ogni opportunità

47 |

L’interazione tra brand e consumatore è la nuova frontiera del printing

10

STRATEGIE 28 |

Pannelli, bobine e display? Eurmoma li trasforma e li consegna in versione 4.0

44 |

Competenze, automazione, e servizio al cliente: questa la ricetta vincente di corGae

EVENTI 32 |

The Art of the New: per Ricoh la stampa è più viva che mai

18 2


22

28

32

inserzionisti B+B International Caldera EIZO EPSON Eurmoma Eurotech

IV cop. pag. 1 pag. 21 II cop. pag. 25 pag. 9

Expò della Pubblicità Fotoba GMG Kodak Sawgrass Smart Color

pag. 3 pag. 15 pag. 35 pag. 17 III cop. pag. 31

SPG Prints Studio361 Valiani

pag. 4 pag. 23 pag. 7

Tecnologie per la stampa, gadget pubblicitario, comunicazione visiva

TECNICA STAMPA DIGITALE A 12 edizione E TECNICA MARKETIN Unica fiera TECNICAGADGET COMUNICAZIO di settore ZIONE VISIVAPUBBLICITA per il sud Italia STAMPA DIGITALE ART 4000 2000 100 CO TECNICA MARKETING GADGET COMUNICAZIONE #ExpodellaPubblicità ONE VISIVAPUBBLICITA’ 9-11 marzo 2018STAMPA Pad. B4 DIGITALE ARTE Centro Comm. Ingrosso Catania MARKETING TECNICA DIGITALE E www.expodellapubblicita.it Ingresso riservato agli operatori del settore TECNICAGADGET COMUNICAZIONE VISIVA a

VISITATORI

ACCREDITI

ESPOSITORI


Beyond limitat ions.

Digital textile printer Offering the next step up, or the first step into digital textile printing, the JAVELIN® printer from SPGPrints offers unsurpassed quality and value. Available in 1850 mm and 3200 mm widths, JAVELIN has several scanning printing modes that can print high-resolution images up to 1200 dpi on a variety of substrates. Whether for fast sampling or production runs where flexibility is paramount, JAVELIN’s capacity to print up to 2 million linear metres per year makes it the perfect solution. Using Archer® technology, it can print fine lines as well as crisp geometric designs, uniform blotches and smooth half-tones. | Outstanding print quality Clear, detailed images and solids without banding (the “soccer field effect”) | Production versatility Fast, cost-effective production of multiple variations for samples and production runs | Reduced ownership costs JAVELIN customers benefit from SPGPrints’ Archer print head program


Italia Publishers – Anno XXIX – n° 08 2017 Registrazione: Tribunale di Milano n. 74 del 12/2/94 Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Direttore responsabile Silvia Guglielmi silvia@densitymedia.com

Redazione Caterina Pucci caterina@densitymedia.com

Co-editore Lorenzo Villa lorenzo@densitymedia.com

di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com

Automazione: questione di tecnologia o di testa?

Responsabile operativo Gabriele Lo Surdo gabriele@densitymedia.com Pubblicità marketing@densitymedia.com Amministrazione amministrazione@densitymedia.com Copertina Genuine Roman Art www.genuineromanart.com

editoriale

Stampa Unigrafica www.unigrafica.it

Tiratura 5.000 copie

Italia Publishers è stampato utilizzando energia elettrica green, proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili.

Associato a

Prezzo: € 10,00 / Arretrati: € 20,00 Abbonamento 8 num: € 70,00 (Italia) / € 140,00 (estero) Uff. abbonamenti: abbonamenti@densitymedia.com

Edito da

density trade magazines for enthusiasts Via Carlo Torre, 29 – 20143 Milano density@densitymedia.com – +39 329 7874378

Tutti i diritti sono riservati. Notizie e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’Editore e in ogni caso citando la fonte. Manoscritti, disegni, foto e altri materiali inviati in redazione, anche se non pubblicati, non verranno, in nessun caso, restituiti. In particolare l’invio di articoli implica, da parte dell’autore, l’accettazione (in caso di pubblicazione) di un compenso puramente simbolico stabilito dall’Editore, salvo accordi preventivi sottoscritti e comunicati a mezzo R.R. Gli articoli firmati impegnano esclusivamente gli autori. Dati, caratteristiche e marchi sono generalmente indicati dalle Case Fornitrici (rispettivi proprietari); non sono comunque tassativi e possono essere soggetti a rettifiche in qualunque momento. Informativa ai sensi dell’art. 13, d. lgs 196/2003 I dati sono trattati, con modalità anche informatiche, per l’invio della rivista e per svolgere le attività a ciò connesse. Titolare del trattamento è: Density srl – via Carlo Torre, 29 – Milano (MI). Le categorie di soggetti incaricati del trattamento dei dati per le finalità suddette sono gli addetti alla registrazione, modifica, elaborazione dati e loro stampa, al confezionamento e spedizione delle riviste, al call center, alla gestione amministrativa e contabile. Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, è possibile esercitare i relativi diritti fra cui consultare, modificare, aggiornare o cancellare i dati, nonché richiedere l'elenco completo e aggiornato dei responsabili, rivolgendosi al titolare al succitato indirizzo. Spedizione in abbonamento a titolo oneroso Il ricevimento di questa rivista avviene a titolo oneroso secondo il tipo di abbonamento sottoscritto o tacitamente accettato. Chiunque desiderasse sospendere tale abbonamento ne avrà piena facoltà, senza alcun costo, e basterà darne comunicazione scritta all’ufficio abbonamenti.

Tutti, o quasi, sono concordi nel definire il 2017 un anno record per il nostro settore, almeno sotto il profilo del rinnovamento del parco di tecnologie. Quasi tutti gli stampatori in buone condizioni di salute sono tornati a mettere mano al portafoglio, talvolta sbloccando investimenti fermi da anni. Nella larga parte dei casi guidati da una spinta verso l’innovazione che va oltre le solite motivazioni: una risoluzione leggermente più alta, un formato più grande (che non si sa mai...), il doppio della velocità o, più prosaicamente, l’ultimo modello. Per la prima volta la maggior parte degli investitori da noi intercettati ha espresso una grande preoccupazione per l’efficienza della propria azienda e per un migliore sfruttamento delle risorse disponibili, incluse quelle di nuova introduzione. La quasi totalità del campione, inoltre, ha espresso un inedito interesse per il software, fino a un paio d’anni fa considerato alla stregua di un’ineluttabile interfaccia per pilotare l’hardware dei propri sogni. È forse cambiato il mondo? Sono davvero cambiate le priorità degli imprenditori? O, come chiosano alcuni, super e iper ammortamento hanno potuto dove gli influenzatori più competenti hanno fallito? Non credo esista una risposta univoca, ma forse quella giusta sta nella somma di più fattori. Per onestà va detto che al pari di una grande crisi, che azzera di colpo livelli di benessere acquisiti, anche un grande incentivo economico crea un cortocircuito. Quanto meno riporta fuori dai cassetti progetti di investimento ormai impolverati, ne fa nascere di nuovi. E obbliga le persone a documentarsi, studiare, capire. Specie se, come sembra sia accaduto per la Industry 4.0, i parametri sono seri e i paletti sono rigidi. Eppure, anche a fronte di una grande serietà d’insieme, abbiamo avuto l’impressione che larga parte dei nostri interlocutori non abbia realmente maturato una consapevolezza sul valore dell’automazione, dell’interconnessione e dell’efficientamento. Ma d’altra parte che la tecnologia, anche la migliore, non possa cambiare la testa delle persone è un fatto fisiologico.


news Heidelberg trasforma le tipografie italiane in Smart Print Shop Forte della sua leadership presso gli stampatori commerciali italiani, Heidelberg ha compreso la crescente attenzione per le sfide legate all’automazione e all’efficientamento. Per questo a dicembre 2017 ha organizzato una giornata formativa sull’argomento, che ha visto l’intervento di analisti esperti di software e di un consulente specializzato in progetti di sviluppo correlati alla Industry 4.0. Tra gli speaker di punta il Channel Management Director di Prinect, Salvatore Massaro, forte di un’esperienza pluriennale nel software. Sotto

l’ombrello di Prinect, Heidelberg governa sia le funzionalità Business che quelle Production. Le prime sono correlate al gestionale e dialogano con tutti i moduli della produzione, con cui condividono il database. La commessa procede così in automatico dal preventivo alla consegna, senza l’approvazione di ogni singolo processo. Il flusso si fermerà solo se c’è un problema, secondo la logica che Heidelberg definisce “push-to-stop”. L’obiettivo è trasformare le tipografie in moderni “Smart Print Shop”. www.heidelberg.it

|| L’intervento di Salvatore Massaro è stato uno dei momenti chiave della giornata formativa sulla Industry 4.0 presso la sede milanese di Heidelberg Italia

|| In alto, uno scorcio di una delle nuove linee di assemblaggio di Valiani

Valiani aumenta efficienza e volumi grazie alla lean production Miglioramento ed efficientamento nei processi produttivi possono dare vita a significativi miglioramenti qualitativi, ad una migliore pianificazione della produzione e ad un’ulteriore ottimizzazione della logistica e dei magazzini. Anche per un prodotto da sempre costruito con passione e cura artigianale, come i cutter della toscana Valiani. L’azienda di Certaldo, oggi guidata dalla seconda generazione dell’omonima famiglia, ha intrapreso un ambizioso

programma di ridefinizione del layout produttivo, introducendo le metodologie della lean production. “Sebbene siamo solo all’inizio di questo importante percorso, già percepiamo i benefici di produrre con metodologie di concezione evoluta – afferma l’amministratore delegato Nico Valiani – grazie all’adozione del metodo Toyota sosterremo con maggior serenità la crescita aziendale, che ormai da anni segna incrementi a due cifre”. www.valiani.com

Euroscreen acquisisce Eurotech e accresce la leadership nei media Concentrazione e creazione di massa critica: sembra essere questo l’imperativo categorico per i fornitori di materiali di consumo più orientati ai volumi e alla logistica. Già leader di fatto nella fornitura di consumabili, tecnologie per la stampa e il finishing e differenti soluzioni software, ulteriormente rafforzata dalla fusione con la leggendaria Montplast nel gennaio 2015, Euroscreen non sembra intenzionata a rallentare il suo processo di crescita. Ai primi di dicembre ha infatti annunciato una nuova acquisizione: quella

6

della marchigiana Eurotech. A partire dall’1 dicembre 2017 la storica azienda di Jesi, fondata e guidata dall’inossidabile Luigi Pieralisi, è a tutti gli effetti confluita in Euroscreen srl, pur mantenendo la propria sede operativa. L’offerta di Eurotech si è sempre distinta per l’ampio catalogo e la disponibilità a magazzino di una vasta gamma di materiali per la stampa digitale, dalle semplici carte blue back agli adesivi, fino ai tessuti e a prodotti specialistici come le wallpaper e le carte fotografiche. www.euroscreen.it

|| Lo stand Eurotech a Viscom Italia. Sullo sfondo il fondatore Luigi Pieralisi.


valiani.com / flatbed-plotter.com

Piccole e Medie serie? Produrre in casa è facile e redditizio!

|| In alto, il nuovo reparto di stampa digitale di Press R3 con la stampante Jeti Tauro e il cutter Elitron. In basso, la sala stampa offset con le due KBA Rapida

Press R3 dall’offset di KBA al digitale di Agfa ed Elitron Se l’Italia del printing è ancora fondata sui business famigliari, la bergamasca Press R3 ne rappresenta il volto più attraente, dinamico e arricchente. L’azienda ha scelto di chiudere il 2017 con uno straordinario evento, curato in ogni dettaglio e progettato per celebrare al tempo stesso la propria eccellenza tecnologica e i propri valori. Presso la sede aziendale, che già ospita un modernissimo reparto di prestampa e una coppia di KBA Rapida 105 a 6 colori, è stata recentemente inaugurata una nuova area interamente dedicata alla produzione digitale di grande formato.

Una sfida importante per cui i fratelli Rota, titolari dell’azienda, non hanno fatto scelte di compromesso. Sul fronte della stampa la scelta è caduta su una Jeti Tauro H2500 LED da 2,5 metri con una capacità produttiva di 275 m2/ora. Anche nell’ambito del finishing Press R3 ha introdotto un nuovo cutter Elitron Kombo SD+ in formato 3x2 metri, dotato del sistema di riconoscimento Seeker System e capace di effettuare lavorazioni intensive di taglio e fresatura per la realizzazione di materiali POP ed espositori mono e multimaterici. www.pressr3.it

oa Fin

e* sor s e p di s

Disponibile in 3 dimensioni, fino a 123x250cm

Ultra Digitale

Packaging

Disponibile in 3 dimensioni, fino a 100x150cm

Ideali per la realizzazione e finitura di piccoli e medi lotti, i sistemi di taglio Valiani permettono di lavorare in piena autonomia e garantiscono la più ampia libertà di scelta nell’utilizzo di materiali per grafica pubblicitaria, stampa digitale, segnaletica, arredamento, abbigliamento e imballaggio. Dotati di un potente piano aspirante, un esclusivo sistema di teste intercambiabili e modulari e un software di utilizzo semplice e intuitivo, i nostri plotter garantiscono massima produttività e precisione per tutti i tipi di lavorazione (taglio, mezzo taglio, cordonatura, disegno e decoro) e per la realizzazione di scatole, espositori, adesivi, prototipi, mock-up e molto altro L’ottimo rapporto qualità/prezzo, la robustezza e l’affidabilità della tecnologia rendono i nostri plotter la vostra scelta vincente! *con testa Oscillante opzionale.

Per info o per una dimostrazione personalizzata, contattaci a info@valiani.it oppure chiama 0571 666598.

Valiani.cmc

cutting machines

Valianisrl


news Cefla Live2017: un altro successo all’insegna della Industry 4.0 Un tempo focalizzato sui mercati storici dello shopfitting, delle tecnologie medicali e della verniciatura, Cefla Live sembra destinato ad affermarsi come uno degli eventi più prestigiosi nel mondo della decorazione digitale e delle applicazioni inkjet industriali. Complice l’accresciuto focus del megagruppo romagnolo sull’inkjet, culminato nel 2016 nell’acquisizione della bergamasca JetSet. Protagonista al Cefla Live dello scorso ottobre è stata ancora una volta J-Print SP, l’innovativa linea inkjet single pass ad oggi proposta dalla

business unit Cefla Finishing per il settore del legno. Tanti gli ospiti che ormai popolano l’evento aziendale di Cefla, tra cui i partner nell’ambito del software di stampa e delle chimiche d’inchiostro. Grande entusiasmo, dopo il debutto a Ligna, per la piattaforma di realtà virtuale proprietaria di Cefla, che consente a clienti e prospect di vivere un’esperienza totalmente immersiva all’interno della propria futura linea di produzione, simulata in ogni dettaglio e messa in funzione. www.cefla.com

|| Un rendering video del sistema di realtà virtuale sviluppato da Cefla

|| Il magazzino verticale automatizzato System Modula Lift installato presso il moderno stabilimento produttivo Protek di Collecorvino (PE)

Protek investe su capacità produttiva e automazione Se alla sua inaugurazione nel 2014 il sito produttivo di Protek alle porte di Pescara poteva apparire sovradimensionato, i fatti hanno dato ragione alla visione ambiziosa e innovativa di Giulio Fazzini. Nonostante un background ingegneristico di tutto rispetto e un’indubbia esperienza nella progettazione di frese per l’industria, pochi avrebbero scommesso sull’effettiva capacità di Protek di sfondare nella grafica. Eppure, complici una serie di partnership commerciali di successo, tra cui

quella con Euroscreen, unite alle continue innovazioni su Unico TT, Protek ha spiccato un balzo importante e nel 2017 ha costruito e consegnato decine di unità. Tra gli ultimi investimenti per incrementare la capacita produttiva e la qualità dei prodotti, un innovativo magazzino verticale automatizzato System Modula Lift e l’installazione di un nuovo elevatore industriale al servizio dell’area logistica, che hanno consentito un significativo ampliamento dell’area produttiva. www.protek.it

Expo Della Pubblicità 2018, torna a marzo lo show digitale del Sud Dal 9 all’11 marzo 2018 aprirà i battenti a Catania la dodicesima edizione dell’Expo Della Pubblicità. Un evento che, nonostante la sua portata locale, ha saputo crescere in modo organico e affermarsi come lo show di riferimento per i professionisti della stampa digitale e della comunicazione in la Sicilia e nelle regioni limitrofe. L’edizione 2017, in particolare, ha registrato circa 4.000 visitatori, in rappresentanza di 2.000 aziende accreditate. Tra le novità del 2018 c’è la nuova location: il padiglione B4 del Centro

8

Commerciale all’Ingrosso di Catania, collocato in posizione strategica vicino a tangenziale e aeroporto, con ampi parcheggi gratuiti e un’eccellente logistica. Lo show sarà ancora una volta rappresentativo dell’intera supply chain della comunicazione, dalla grafica all’affissione, fino al digital signage, alla fotografia e ovviamente le tecnologie professionali per la stampa e il finishing. Un appuntamento da non perdere in una città dalle attrattive straordinarie. www.expodellapubblicita.it

|| Anche nel 2017 Expo Della Pubblicità ha registrato un grande afflusso di visitatori


UP

POP UP ROLL || Qui sopra e in basso, grazie alla loro elevata resistenza le wallpaper realizzate con la tecnologia Xeikon possono trovare applicazione in numerosi ambienti

E L TʼS

FLAG SYSTEM

DISPLAY

R

umidificazione in entrata, mentre in uscita è completato da un modulo di verniciatura e slitting, e da un’unità di finishing che provvede al taglio e al riavvolgimento delle bobine pronte per il confezionamento e la consegna. Tra i plus della soluzione Xeikon annoveriamo l’elevata affidabilità del sistema, la risoluzione di 1.200 dpi e l’affidabilità nella riproduzione dei colori Pantone, uniti alle caratteristiche di eco-sostenibilità, assenza di odori e solidità alla luce garantiti dal toner. www.xeikon.com

M A IN D E

Xeikon torna ad Heimtextil con la propria tecnologia di stampa a bobina di altissima qualità per elevati volumi, declinata in una chiave assolutamente originale. Progettata come una valida alternativa alle tecnologie di stampa analogiche, la Wall Decoration Suite consente di produrre bobine di carta da parati da 40 a 350 g/m2 con velocità fino a 900 m2/h. Il sistema si compone di un engine digitale Xeikon 3500 a toner alimentato a bobina, messo in linea con un unwinder per bobine jumbo e un sistema dedicato di

A BOARD

Xeikon alza l’asticella con le sue digital wallpaper in alti volumi

WWW.EUROTECH-ITALIA.IT

Via Ciro Amedeo Moriconi n°6 60035 Jesi (AN) ITALY PAPER Tel. +39 0731 60195 Fax + 39 0731 605083


meeting leaders Attraverso i ricordi e le riflessioni del suo fondatore, scopriamo i retroscena di uno dei business di maggior successo tra i software per le arti grafiche

Libertà e passione: così Joseph Mergui e Caldera hanno “riscritto” il RIP di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com

S

ono tante le aziende le aziende personificate dal proprio fondatore, al punto che la sua scomparsa si traduce spesso in una crisi profonda. E non sono poche quelle che, dopo secoli, conservano ancora il suo nome nel brand aziendale. Molte meno sono quelle dove colui che crea l’azienda riesce a compiere l’intero percorso di affermazione e crescita, a costruire un management capace e infine, ancora giovane, ad affidare il futuro a un’entità più grande. Il più delle volte sono storie di giovani colti e di buona famiglia, che con l’idea

10

giusta si ritrovano a sbarcare a Wall Street. In altri casi parliamo di imprenditori “per caso”, ma già parte di un’industria. Quella di Joseph Mergui è la storia di un uomo che deve anzitutto vincere la sua battaglia per la libertà e che si trova, per caso e senza competenze, a combattere anche una battaglia professionale e tecnologica del tutto originale. Un cittadino del mondo – così gli piace definirsi – che senza coscienza di farlo ha contribuito a cambiare gli equilibri del software nelle arti grafiche. In particolare nell’area più esplosiva del settore, che è l’inkjet wide format. Grazie a intuzioni, incontri fortuiti e influenzatori

rilevanti, Joseph Mergui ha trasformato un micro-business, avviato contraendo debiti, in una software house ricca di tecnologie, prodotti e uomini virtuosi. Sempre guidato dalla sua fede nella libertà. Fino alla svolta. Al suo personale – e ancora una volta originale – sbarco a Wall Street. La buona notizia è che, da vero passionario quale è, non ha alcuna intenzione di ritirarsi a vita privata. || In alto, a sinistra Joseph Mergui durante una fiera del large format a Malta nel 2005, a destra lo stand di Caldera a ITMA 2015, lo show mondiale dell’industria tessile.


meeting leaders Chi era Joseph Mergui da ragazzo? Come sono stati i tuoi primi anni di vita? In famiglia ero l’unico figlio maschio, con tre sorelle. Sono nato e ho trascorso l’infanzia a Casablanca, la più grande città del Marocco. Negli anni ’60 e ’70, era un luogo straordinario e cosmopolita, con una grande comunità francese, italiana, spagnola. Quello è stato l’inizio della mia vita e degli incontri che l’hanno riempita. Per questo adoro i melting pot. Amo la diversità culturale, e Caldera è diversa anche per questo motivo. Quali esperienze di quegli anni ti hanno fatto maturare di più? Dover lasciare il paese in cui sono nato, senza avere più una patria. Doverti costruire un futuro in un paese che non è il tuo è un’esperienza durissima. Se sei italiano o francese, anche se emigri, hai dei percorsi segnati. Hai una storia e puoi sempre tornare a calcare le tue orme. Seppur fragile, credevo di avere una patria, un’eredità, che tuttavia è cambiata repentinamente per motivi geopolitici. A un certo punto ti sembra di non appartenere più a un luogo. E quando vai via non ti porti niente: né casa, né soldi. È triste, ma un’esperienza del genere ti prepara alla vita, ti educa, ti dà la capacità di diventare indipendente da qualche altra parte. Vivere senza niente e ripartire da zero richiede un mindset particolare. Come hai trascorso la giovinezza? A 17 anni sono andato a studiare in Israele e ho dovuto cambiare lingua, ambiente, frequentazioni. Non hai più i tuoi amici, i tuoi vicini, la tua community. Ma vivendo in un ambiente nuovo crei nuove connessioni, un nuovo ecosistema. Così ho completato i miei studi in ingegneria agronomica. Sono stati anni interessanti, in un posto meraviglioso. Ma a un certo punto realizzi che non è il tuo paese, non è il posto a cui appartieni. Ci sono conflitti che non sono i tuoi. Sono lezioni dure, che ti educano a diventare cittadino del mondo. Alla fine concludi che anziché possedere un piccolo posto che chiami casa, è senz’altro meglio possedere l’intero mondo. Essere liberi di vivere ovunque. Come si vive senza un percorso segnato? È complesso, a partire dal modo con cui interagisci con gli altri. Non è semplice spiegare ai tuoi figli e ad altre persone che in quel posto stai solo lavorando e vivendo. Che ovunque andrai ci sarà sempre un exit point. È una condizione speciale: ti senti come un mohicano, come uno degli ultimi membri di una tribù. Come nasce il tuo legame con la Francia? Da Israele mi sono spostato in Francia per

conseguire il mio MBA. Consideravo interessante fare altro e vedere altro, ma è stata un’altra esperienza forte. Prima lasci casa e vai in un luogo che ti dicono essere il tuo Paese d’origine, quindi ti catapulti in una terza dimensione, di cui perlomeno condividi la cultura: il Marocco, dove ho ricevuto la mia educazione, era un protettorato francese. È curioso pensare come 50 anni possono cambiare 2.000 anni di storia del mondo. E tu devi scegliere il tuo accampamento, cosa vuoi fare. Oggi i miei amici d’infanzia sono in Canada, Messico, America, Israele, Singapore, e ovviamente in Francia. È inquietante. Ma devi essere duro e lottare se vuoi il tuo piccolo posto nel mondo da uomo libero. Che valore dai alla libertà? Essere liberi è importante, anche se molti non vi danno peso. In certi regimi non puoi

esprimerti e se non rispetti certi dettami sei in pericolo. Se sei italiano, francese o tedesco puoi sempre prendere un aereo, un treno e andare a casa di tua mamma. Non hai grossi problemi geopolitici quando mostri il tuo passaporto tornando a casa. Non essere accettati è molto duro e ti fa maturare molto velocemente, ti fa lottare per la libertà. Se vuoi la tua libertà, se la vuoi completa, devi dare tutto. Saresti disponibile ad averne solo metà? Come ti sei avvicinato al printing? Ho iniziato a lavorare nel campo biochimico a Strasburgo, vendendo macchinari. Lì ho conosciuto un ragazzo che parlava di computer graphics. Me ne ha parlato più e più volte, finché gli ho detto: “ora basta parlare, facciamolo”. Siamo partiti nel 1991, io ad occuparmi delle vendite e lui della parte tecnica. Ma solo due anni dopo ci siamo separati e io

11


meeting leaders ho rilevato la sua parte: non condividevamo la stessa idea di azienda, ma la mia mentalità mi induce a non darmi mai per vinto. Il core business dell’azienda era il rendering 3D, ma non essendo a Hollywood ci siamo concentrati sulle applicazioni di prototipazione per l’industria. Lavoravamo su workstation Unix, SUN e Silicon Graphics, abbinando scanner per mappare texture e foto. Il nostro output erano immagini. Così mi sono chiesto: perché non stamparle per mostrarle ai clienti? Abbiamo iniziato pilotando piccole stampanti sublimatiche, per poi adottare le prime soluzioni inkjet: piattaforme costose, che stampavano su carte pretrattate con chimiche estremamente basilari. Il risultato? Facevamo più soldi vendendo driver per stampanti e scanner che con il rendering. Ciò che i nostri clienti volevano pagare era un foglio di carta con l’immagine creata da un software CAD/CAM. Una fortunata casualità, quindi? A volte la vita dipende dalle direzione che prendi e devi viverla fino alla svolta successiva. Gli ebrei quando sono usciti dall’Egitto sono andati a sinistra: se fossero andati a destra sarebbero arrivati in Arabia Saudita, con un mare di petrolio. Ho iniziato quel business grazie a un mutuo, ottenuto faticosamente dato che non potevo dare garanzie. I driver che realizzavamo si abbinavano a stampanti sempre più grandi e il business cresceva, trainato dal settore militare. Nel 1990 e 91 c’era la guerra in Kuwait e c’era una richiesta esplosiva di mapping per immagini satellitari, che andavano tenute costantemente aggiornate. Fare driver per plotter e grossi scanner ci ha fatti sopravvivere. Vendevamo in Francia, Italia, Germania, Gran Bretagna, presentandoci con documentazione in inglese: forse i clienti ci vedevano come la branch di un’azienda americana, di cui

Joseph Mergui Fondatore e Presidente di Caldera “Dobbiamo costruire gli spazi dove le persone, incluse le nostre mogli e i nostri figli, potranno acquistare capi stampati, oggetti personalizzati... ”

12

il nostro ufficio poteva essere la sede locale. Lì abbiamo imparato che i grossi clienti preferiscono parlare con fornitori grandi. Da dove arriva il nome Caldera? È una scelta che ho ereditato e in parte condiviso con il mio ex-socio. Alexander Calder è un artista, famoso per le sue sculture di arte cinetica, chiamate “mobiles”. Una storia affascinante, ma difficile da spiegare a un cliente. Solo quando ho venduto uno scanner a un istituto geologico di Strasburgo mi hanno spiegato del vulcano esploso. E poi c’è il “calderon” o “calderone”: una grossa pentola in cui si cucina la zuppa. Insomma, mi è piaciuto il nome: una bella storia di energia magmatica, di lava, che ben si associa all’impatto e al dinamismo della tecnologia. Per questo il nostro marchio è arancione. E poi suona bene in tutte le lingue, anche in cinese. Il mio cognome non altrettanto! Una curiosità? Quando abbiamo scelto il nome era l’inizio di Internet e senza pensarci abbiamo registrato solo i domini .fr e .eu. Poco dopo il .com era già preso. Così ho sottoscritto un accordo con il proprietario: se avesse lasciato il dominio ce lo avrebbe ceduto. Undici anni dopo quell’azienda ha chiuso e, pur con qualche difficoltà, abbiamo ottenuto il .com. Ecco un altro insegnamento: non bisogna mollare, ma credere nella giustizia. Io avevo un pezzo di carta, un accordo, e ce l’ho fatta. Come hai saputo ritagliarti uno spazio nel mondo delle arti grafiche? Non venivo dal settore e non sono mai stato un tecnico. Se non riesco a capire cosa ho in mano – ho pensato – non potrò venderlo ai miei clienti. Entrando nel printing ho capito che c’era qualcosa che bolliva, ed era l’inkjet. Il primo pensiero è andato al proofing, dove c’erano già grandi nomi come Kodak, Agfa, Scitex e Crosfield, con macchine e software proprietari che costavano una fortuna. Così ho iniziato a viaggiare, ascoltare le esigenze dei clienti, osservare e infine focalizzarmi sul mercato quasi vergine del wide format. La mia scommessa è stata credere che quella fosse la tecnologia più flessibile e potente. E poi ho ascoltato i clienti: qualcosa che non tutti nel software fanno. Pensiamo a Word, Excel e Photoshop, o all’iPhone. Sono progettati da chi sa meglio di noi quello che ci serve. Ma è un gioco che funziona se sei Steve Jobs: non nella mia dimensione. Ci sono persone che hanno fatto la differenza nel tuo percorso di business? Ce ne sono poche, ma hanno lasciato un segno. A fine anni ’90 Xerox e Océ stavano lanciando sistemi digitali per sostituire l’eliografia nella duplicazione di disegni. Siamo

riusciti a farci ricevere da Océ, che però in quel periodo aveva deciso di comprare Onyx: sono americani e quindi automaticamente più sexy! Di ritorno da quel meeting – una vera doccia fredda – sull’aereo ho incontrato Jean-Pierre Tomaszek di Xerox Engineering Systems, che a quel tempo stava lanciando l’X2 a base olio. Mi ha fissato un appuntamento, ma il giorno del meeting lui stava partendo e mi ha lasciato col suo responsabile marketing per una demo di un’ora. Quando la sera Jean-Pierre è rientrato da Londra io ero ancora in ufficio: la demo era stata un successo. Mi ha quindi proposto di andare a Rochester per un’altra sessione, conclusa positivamente ma con un risultato interlocutorio: Xerox voleva continuare a supportare differenti RIP. Una posizione che ho contestato, sottolineando che il “me too” non paga: significa che chiunque può fare come te. Non ho mai amato gli atteggiamenti preconfezionati: la mia visione è che il colore è scienza. È al contempo semplice ma complesso, perché deve raggiungere milioni di clienti. Com’è finita? Sono tornato dagli USA molto arrabbiato. Ma Tomaszek ci ha creduto e ha definito un target di 30 macchine. Gli ho detto che lo avrei aiutato a fare 100 macchine l’anno, in cambio di un milione di franchi per sviluppare il prodotto. Accettò e alla fine ne vendemmo 120 solo in Francia. Mi portò a un worldwide meeting dove raccontammo il nostro caso di successo: in America ne avevano vendute una ventina. Infine abbiamo raggiunto le 1.200 unità in tutto il mondo. Xerox è stata la prima azienda che ci ha aiutati a decollare, ma sfortunatamente non ha creduto abbastanza nel wide format. Ci sono altre persone speciali? Un altro influenzatore importante è stato Richard Piock di Durst. Per certi aspetti un mentore. A quei tempi Durst lavorava con una software house americana su un software di stampa RGB, ovviamente ispirato a Lambda. È stato difficile convincerlo, ma è stato un uomo d’onore. Ha preso Caldera come OEM e lo ha offerto in bundle con le sue macchine di fascia alta. Quando siamo partiti nel 2006 ci ha fatti lavorare duro, ma ci ha portati fuori dalla reprografia e dai sign shop, facendoci approdare al display graphics di fascia alta. Lì abbiamo deciso che non avremmo presidiato il low-end. Che per fare un milione di euro è meglio avere 1.000 clienti da 1.000 euro e creare valore, piuttosto che vendere 100.000 licenze a 30 euro e dover anche offrire supporto. Durst ci ha scelti e noi abbiamo scelto Durst. Ma ci ha anche aperto le porte di Scitex, NUR, VUTEk e gli altri big player. La nostra forza è stata quella di saper aiutare piccoli stampatori a diventare


meeting leaders

grandi con tool evoluti: abbiamo conosciuto i nostri clienti quando avevano la loro prima macchina, e due anni dopo ne avevano già quattro o cinque. Tornando alle persone speciali, anche l’attuale CEO di Durst, Christoph Gamper, è stato un grande influenzatore. È un uomo illuminato, molto focalizzato e technology-driven, con un grande credo nel software. Cosa ha permesso a Caldera di crescere? Anzitutto la diversità che la permea, e la mia capacità di credere nei giovani. Riguardo i giovani, a dire il vero, è stato un percorso segnato: non avevo i soldi per assumere gente con esperienza! Se entri in una qualsiasi multinazionale dell’imaging trovi ingegneri e manager con decenni di mestiere, mentre Caldera è stata creata da persone venute dalla strada, o meglio dalla scuola, grazie a formule come l’alternanza scuola/lavoro. Abbiamo preso dei ragazzi e li abbiamo formati per creare qualcosa di nuovo, senza copiare modelli preesistenti. Non è un percorso più lungo e costoso? Non lo so. Se hai soldi puoi scegliere. Io non avevo soldi e non avevo scelta: ho dovuto

applicare tecniche di guerriglia. Se hai soltanto un coltello è inutile domandarsi se sia meglio un carro armato o un cannone. L’unico imperativo è vincere. La mia non è mai stata l’azienda del boss che eredita il business dal papà: da solo ho dovuto esserne il catalizzatore. Non sapevo nulla di computer, di scrittura di codice, di colore. Ho imparato coi miei clienti. Ma il bello è inventare qualcosa di nuovo, nel nostro caso partendo non dalla scelta più ovvia di Windows, ma da Unix, Linux e Mac. Perché insistere nel voler fare i diversi? Sono in molti a chiedermelo, sostenendo che in fondo quello di Microsoft è il sistema operativo più diffuso. Ma è irrilevante. Le persone parlano di Windows perché hanno un computer davanti a loro, ma quando compri un telefono non ti chiedi quale tecnologia c’è nell’antenna: vuoi solo un segnale chiaro e stabile. Ecco, quandi parli di un RIP vuoi un’antenna, un sistema che processi efficacemente i dati per la tua stampante. Nella produzione non ti serve Windows, ma un engine nero che lavora per la stampa. Oggi tutti utilizziamo applicazioni web, gestiamo i dati nel cloud e

non sappiamo cosa gira sul server. È meglio essere un piccolo pesce nel mare o uno grosso nel lago? Io sto nel lago, e sono il più grosso. L’idea di Caldera è essere diversi e servire solo chi ha a cuore la produttività. Come siete riusciti a crescere così rapidamente? E cosa ha comportato? Dal 2004 il numero di collaboratori è cresciuto a ritmi vorticosi: qualcosa che ho fortemente voluto e per cui ho scelto di reinvestire tutto nell’azienda. Il mio goal era crescere velocemente, rischiando fino all’ultimo quattrino. Se guardo ai miei competitor, invece, la maggior parte dei titolari tiene il business entro una certa dimensione. Usando una metafora sportiva, noi non siamo nel nuoto olimpico dove il numero tre sul podio è quasi sempre un bel ragazzo con la medaglia bronzo. Siamo nella boxe, dove il numero due è al tappeto. A chi viene in mente un numero due nella boxe? Ti ricordi di Mohamedi Alì e di Mike Tyson, ma non sai chi è stato battuto da loro. È un signor nessuno! Il mio impegno è stato investire tutte le risorse per crescere, credendo nelle persone. Altri hanno solo protetto un family business.

13


meeting leaders || Joseph Mergui con sua moglie Florence Pierre, Vice President International Sales di Caldera, durante il taglio del nastro del nuovo edificio (2016)

oggi è il nostro stile: una gerarchia orizzontale, in cui ci fidiamo gli uni degli altri. A volte ci arrabbiamo, ma troviamo soluzioni e cresciamo insieme. Non c’è un capo che ha ragione e tutti gli altri hanno torto. Preferisco che tutti abbiano torto, e trovare una soluzione.

Non hai mai pensato di acquisirli per crescere più velocemente? Sì. Sono stato a parlare praticamente con tutti, spiegando che avremmo potuto unire le forze. Qualcuno mi ha fatto credere di volerlo fare, ma non l’ha fatto, magari per lasciare l’azienda ai figli, per paura di perdere la proprietà e la capacità decisionale in azienda. Ma alla fine, specie dopo l’acquisizione di Caldera, le cose si faranno più difficili per loro. Non possiamo lasciare spazi. Il numero due non esiste. Eppure, in certi segmenti, Apple è stata un eterno numero due… Dipende dal risultato che vuoi ottenere. Se parliamo di vision e brand, Apple è il numero uno perché non si batte su un mercato frammentato. Nei PC magari non è neppure il numero due o il numero tre, ma ci sono mercati di altissimo volume in cui puoi anche voler essere il numero cinque. Se parliamo invece di un business dove le sfide sono l’ergonomia, il brand e le funzionalità, allora puoi solo eccellere o scomparire. Come, dal nulla, siete diventati un punto di riferimento? Se spendi bene i tuoi soldi in marketing, fai soldi. Noi abbiamo investito in marketing, R&D e supporto, abbiamo mandato i nostri tecnici in tutto il mondo per supportare clienti, OEM e costruttori. Essere leader non è solo questione di avere un buon prodotto, ma di far seguire un’azione forte. Quando abbiamo avuto un’ottima idea molti ci sono corsi dietro, ma è stato difficile seguirci. Avevamo un appetito robusto e abbiamo messo sul campo

14

tutte le risorse necessarie per supportare la crescita. Questo è stato un grande investimento, ma ci ha aiutati a crescere velocemente. Alla fine eravamo ovunque. A proposito, non hai pensato al rischio di approcciare troppi mercati diversi? A priori non puoi sapere cosa funzionerà. E poi ricordati da dove vengo: ho iniziato il business con niente e non ho niente da perdere. Quando il Masai è di fronte al leone, se indietreggia muore e se va avanti muore lo stesso. Quindi perché indietreggiare? Meglio andare avanti, soprattutto se non hai niente da perdere. Prima di capire quando è il momento di avere timore, devi essere audace. Se risparmi qualcosa la gente lo capisce. Perché un collaboratore dovrebbe lavorare per te e mettercela tutta se vede che stai servendo solo te stesso? Non ho intrapreso questo percorso per diventare ricco, ma per lasciare un segno nell’industria del printing. Quando vedo questo tavolo, questo pavimento, questa tenda, so che sono stampati e voglio che siano stampati con l’inkjet. Quali sono state le tue sfide da manager della tua stessa azienda? Anzitutto devi delegare. È difficile per un titolare farlo. Poi devi trovare abbastanza tempo per gestire tutto e organizzare i processi. Salvo brevi esperienze non ho mai lavorato in ruoli manageriali per grandi aziende: quelle che assumono manager competenti e seguono metodologie. Ho dovuto apprendere continuamente e inventare un mio metodo, per cui ci si incontra e si trova insieme la soluzione. Anche

Qual è stato il tuo più grande errore? Non è questione di sbagliare, ma di scegliere. Ogni scelta implica una rinuncia: ad esempio se scegli un settore rinunci ad un altro. Può darsi che io abbia rinunciato a qualcosa di importante per focalizzarmi sul sign & display, sul tessile, sui laminati, sul vetro o la ceramica. Per me sono tutti mercati da digitalizzare. Talvolta i miei collaboratori mi hanno suggerito di focalizzarmi di più. Ma come fai a sapere cosa funzionerà? Non lo so e credo sia meglio continuare a seguire più filoni. Anni fa qualcuno mi ha detto che avremmo dovuto entrare nel proofing, ma ho detto no. Altri suggerivano il tessile, ma a quel tempo i numeri erano piccoli. Ho deciso per il sign & display: un bazar dove c’erano tutto e tutti. Ma di contro c’erano migliaia di macchine vendute e una community di utilizzatori che forse un giorno stamperà tessuti, cuscini, lampade. Il tessile non è solo fashion, ma è anche il futuro del signage. Eppure il sign & display non è sempre stato un mercato di grandi Durst e VUTEk… È vero, all’inizio le macchine erano dei giocattoli. Ma facciamo un passo indietro: chi ha distrutto la serigrafia? Micro-aziende con due o tre stampanti inkjet. E questo perché la serigrafia non era flessibile. Quando sono andato a parlare con i serigrafi mi hanno cacciato perché non avevo un brand blasonato. Li ho ammoniti, dicendo che presto sarebbero arrivati gangster che li avrebbero eliminati. Lo stesso potrebbe accadere domani nel packaging, che tutti definiscono il nuovo “place to be”. Quello che io vedo non è necessariamente un business multimilionario, ma un packaging di gangster: di piccole realtà che iniziano il loro business da zero. Non voglio andare dai mega-gruppi perché loro non ci vogliono: sono restii al cambiamento e si affidano già ai grandi brand. Di contro il piccolo imprenditore che vuole fare business personalizzando bottiglie di vino vuole mangiare: è lui il nuovo “packaging guy” e ce ne saranno migliaia come lui. Quindi la tua rivoluzione parte dal basso? Se voglio digitalizzare il mercato delle tavole da surf, è certamente meglio parlare con i tanti appassionati che cercano nuovi modi per


meeting leaders vivere. Se ciascuno di loro apre uno shop di tavole personalizzate in digitale, noi venderemo di più che cercando un dialogo con il grande produttore. Che peraltro non vuole ascoltarci. Tornando agli errori, potrei senz’altro aver peccato di defocalizzazione. Ma di contro sono stato abbastanza flessibile da portare la mia tecnologia a una moltitudine di settori. È stato un viaggio estenuante tra gli show di ogni settore, ma lo scopo è stato sin dall’inizio quello di essere leader nell’inkjet, ovunque ci fossero applicazioni, tecnologia e business. È stato un errore così grande? No, ma in qualche caso ha portato qualche competitor a insidiare il nostro core business. Il fatto è che muoversi nella mia giungla richiede un sacco di energie: non sempre il carro armato è il mezzo giusto e talvolta ti serve un asino. Ci sono gelosie forti e la frammentazione può essere pericolosa quanto la verticalizzazione. Ad esempio, cosa ne sarà del proofing da qui a 10 anni? Nel packaging, ad esempio, se oggi hai un engine digitale la prima stampa è già una prova. Di tanto in tanto abbiamo commesso errori, ma io dormo sereno e posso dire di aver rinunciato a molto poco. Se mi chiedi che moglie vorrei ti rispondo che la voglio bella, che rifaccia i letti, che cucini bene e ovviamente sia ricca. Ecco, la mia non cucina. Quindi devo farlo io. Devi rinunciare a qualcosa, talvolta, ma scegliere è rinunciare.

Quali domande ti sei posto quando hai valutato a chi vendere Caldera? Confesso che quasi tutti i big sono venuti per avviare discussioni, ma con alcuni abbiamo scoperto di avere stili troppo diversi. Quando vendi la tua azienda devi andare d’accordo con un certo stile: nel nostro caso non troppo virile, brutale o finance-driven. Per inciso, anche Dover è finance-driven, ma ha un sogno di crescita e di cambiamento che trovo molto eccitante. Quando un’azienda viene a comprarti provi a vedere te stesso di lì a due o tre anni e ti chiedi: “cosa succederà se non sarò d’accordo?”. Quali saranno le regole? Potrò esprimermi liberamente e andare avanti a lavorare, o mi cacceranno? Abbiamo detto no ad alcuni brand importanti, compresi alcuni della vecchia scuola e quelli troppo ingessati. Che peso ha avuto l’offerta economica? I soldi servono a dare un valore al tuo lavoro. Personalmente ho posizionato il mio valore personale a quanto avrei voluto guadagnare nei prossimi 25 anni. Mi sono chiesto: qual è il mio prezzo? Quando mi guardo allo specchio faccio come un attore. Ci sono attori che prendono diecimila euro a film, altri dieci milioni. Ho pensato che un milione l’anno fosse il giusto: se avessi lavorato in un altro posto avrei voluto guadagnare così. Ma non è una questione di soldi: è che devi posizionare l’asticella a un dato livello a definire un valore equo.

Perché con questo valore puoi costruire, formare le persone, dare consigli, aiutare la gente. Come vedi Caldera nei prossimi anni? Non produciamo ferro ma talento, e possiamo essere un motore per il mercato. Che differenza c’è tra i nostri due smartphone? La forma è la stessa e le funzionalità anche. La differenza è l’ecosistema. Io uso iTunes e iCloud, quindi il mio maggior valore è nel software. Quello che desidero è creare un ecosistema per Dover. Non voglio fare il miglior RIP o far andare le loro stampanti più veloci delle altre, ma coltivare il mio sogno di un marketplace. Dobbiamo costruire gli spazi dove le persone, incluse le nostre mogli e i nostri figli, potranno acquistare capi stampati, oggetti personalizzati, soluzioni decorative. Abbiamo decine di migliaia di clienti in tutto il mondo e potranno utilizzare lo stesso ecosistema. Come contate di restare aperti a 360°? Anche i grandi brand delle stampanti si scambiano la tecnologia e acquistano inchiostri dai propri omologhi. Così come le case automobilistiche acquistano componenti dai propri competitor. Sony Music si è forse preoccupata che Apple potesse diventare produttore di musica? Credo che dovremmo andare al di là di certi provincialismi ed essere il più universali possibile: Caldera è una software house al servizio di un’industria. Non sono pagato per

NUOVA FOTOBA XLD320HS Taglierina X/Y per bobine fino 3,2 m di larghezza Altissima produttività • Ampia gamma di tessuti compatibili • Alimentatore motorizzato per bobine fino a 300 kg di peso • Asse di caricamento compatibile con stampanti HP Latex 1500/3000/3100/3500

15


meeting leaders essere autoreferenziale o supportare la vendita di stampanti di MS. Il mio business è fornire soluzioni software al mercato. Se mi focalizzo sui singoli casi posso vedere qualche frizione momentanea, ma se guardo alla fotografia d’insieme sono sereno. Perseguendo i propri traguardi bisognerebbe sempre volare alto, perché dall’alto i piccoli dettagli non li vedi più. E il tuo personale ruolo sul mercato? Non c’è un accordo per cui io debba restare in azienda, ma sono motivato a restare. Ogni mia decisione sarà guidata da quanto potrò contribuire al benessere del mio mercato, dei miei clienti, del mondo. Sono venuto in Francia come migrante e penso che un buon migrante, se è positivo per il paese in cui va, rappresenta un valore. Ho portato il mio talento, la mia energia, le mie tasse, le persone che ho formato, per creare un’azienda e un mercato. Voglio continuare a dare tutto ciò che posso e mi piacerebbe, un giorno, vedere altre persone che fanno il mio lavoro meglio di me, con più energia. È quello che ho detto ai miei concorrenti quando ho proposto loro di allearci: non puoi continuare a lavorare come se non ci fosse un domani. Un domani c’è. E prima ti prepari meglio è, per te, per il tuo brand, per i tuoi clienti, per la tua azienda. Solo i dittatori lottano strenuamente per restare, ma quando il loro tempo finisce tutto crolla, ed è il caos. La democrazia non è perfetta ma funziona. Se fai bene il tuo lavoro

puoi stare in sella a lungo, ma se prepari la transizione è meglio. Non voglio prendere i miei soldi e andarmene a pescare tutti i giorni. Però ovviamente c’è un’uscita a un certo punto. Conto che un’organizzazione come Dover, a un certo punto, non vorrà più le mie braccia e le mie gambe, ma solo la mia mente. Ce la concedi una domanda un po’ personale? Qual è il ruolo di tua moglie nella tua vita e nella tua azienda? Non mi crea imbarazzo, anzi. La parte più difficile è essere il capo, a casa e in azienda. Non puoi lasciare che i problemi di lavoro inquinino la tua vita a casa, e viceversa. Non puoi dare ragione a tua moglie e far prevalere la sua posizione. Bisogna essere giusti, bilanciati e onesti. A volte lei non è d’accordo con le mie decisioni, ma io sono il leader. È lavoro. Di contro lei mi supporta in tutto, come capo e come marito. Mi dà una grande forza. Le persone pensano che io debba avere un grande mal di testa. A volte è vero, ma la ricompensa è quella di avere un supporto staordinario. Abbiamo anche una figlia di 9 anni e non è semplice gestire le nostre agende e le nostre trasferte. Da quando collaborate? E oggi che siete parte di Dover non è tutto più complesso? È stata una delle prime dipendenti. Per 10 anni non l’ho degnata di uno sguardo, ma poi le nostre vite si sono unite. È andata via per qualche anno e poi è tornata in azienda.

Ora ricopre il ruolo di VP Sales, non perché è mia moglie ma perché ha vinto la sua sfida. Nella vita arriva il tuo turno, hai una sfida e una sola opportunità: se raggiungi i traguardi diventi il capo. Anche mia sorella ha lavorato per me, ma l’ho licenziata perché non portava risultati. È complesso, ma se sei forte e giusto, la ricompensa è che le persone si fidano di te. Avete condiviso la decisione di vendere? A dire il vero l’ho condivisa con tutto il team. Quando ho saputo di Dover, prima di firmare ho portato tutto il mio team in una sala e ho chiesto loro consiglio. È stato importante e credo molto nella formula “one goal, one team”. Ho voluto anzitutto condividere con loro l’orgoglio di poter scrivere nuove pagine della nostra storia, perché vendere è stata solo l’occasione per crescere. A un certo punto le tue sole energie non ti bastano più: hai bisogno di capitali, infrastrutture, organizzazione. Eravamo in 4 e siamo diventati 100. Ma come avremmo fatto a diventare 200? Il nuovo edificio, ad esempio, l’ho iniziato prima che Dover venisse da me: ci ho messo tutto quello che possedevo come garanzia. I colleghi mi hanno chiesto perché lo stessi facendo e ho risposto che se non raddoppi la tua scommessa non puoi avere successo. Essere un imprenditore è complicato perché non puoi essere egoista. Devi dare tutto. Ecco perché a volte perdi tutto: perché non lasci da parte certe riserve.

|| Joseph Mergui con il suo team e alcuni partner storici, di fronte al cantiere del nuovo edificio, in occasione delle celebrazioni per i 25 anni dell’azienda

16


© Kodak, 2017. Kodak e NexPress sono marchi registrati di Kodak.

STAMPATORI, PREPARATEVI A STUPIRE. L’avrete notato ... c’è stupore negli occhi dei clienti quando si

NUOVO KIT DI ESPANSIONE PER L’UTILIZZO DI CARTA E SUPPORTI SINTETICI PIÙ SPESSI 10 INCHIOSTRI SPECIALI A SINGOLA PASSATA, INCLUSO IL NUOVO INCHIOSTRO A SECCO BIANCO OPACO

rendono conto di cosa si può ottenere con il sistema digitale

NUOVO SOFTWARE DI SISTEMA V16 PER MIGLIORARE QUALITÀ DELLE IMMAGINI E PRODUTTIVITÀ

NEXPRESS anche per le tirature più basse. Un Front-End ad alte

STAMPA A 6 E A 8 PAGINE SU FOGLI DA 1 METRO

prestazioni assicura velocità alla stampa su richiesta dei dati variabili, garantendo al contempo immagini di qualità fotografica. Inchiostri speciali e finiture sorprendenti per soluzioni di stampa in oro, bianco opaco, con effetto lucido, dimensionale ed opaco in grado di fare la differenza per voi ed i vostri clienti. KODAK.COM/GO/NEXPRESS

PRESS ON con

MACCHINA DA STAMPA DIGITALE A COLORI

KODAK NEXPRESS ZX


tecnologie Packway, gestionale sviluppato da B+B International, è il cuore pulsante della strategia di efficientamento della produzione cartotecnica di Firma Group

Gestione e Industry 4.0: la sfida delle industrie digitali di Caterina Pucci // caterina@densitymedia.com

P

er un’azienda di stampa digitale in crescita, tanto più se orientata verso il web-to-print, investire in un software gestionale rappresenta oggi una scelta obbligata. Ad imporsi, nei prossimi anni, saranno quelle realtà in grado di far fronte, in maniera dinamica, a volumi di produzione crescenti ma fortemente frammentati. La trasformazione dell’industria del printing e del packaging in chiave 4.0 sembra aver convinto anche i più scettici, ma quale sarà il prossimo passo? Sicuramente all’introduzione di piattaforme sempre più produttive e auto-

18

matizzate dovrà seguire l’adozione di soluzioni software adeguate, che sappiano enfatizzarne le potenzialità, riducendo le percentuali d’errore e giustificandone il costo. Firma Group, stampatore specializzato in progetti pubblicitari, materiali POP e cartotecnica, ha intrapreso questo percorso da tempo. Di pari passo con il progressivo ampliamento della capacità produttiva, l’azienda ha colto l’importanza di affiancare all’hardware un’adeguata dotazione software. All’efficientamento della produzione e all’aumento delle commesse, è seguita la necessità di introdurre un sistema di gestione e pianificazione evoluto, che assicurasse pieno

controllo e prevedibilità dei processi. Così, nel giugno 2017, Firma Group ha scelto di affidarsi Packway, gestionale modulare e scalabile, sviluppato da B+B International e commercializzato con una pratica formula pay-per-use. Ampiamente diffuso in ambito cartotecnico, negli ultimi anni Packway è stato adeguato alle esigenze di un settore in espansione come quello delle arti grafiche digitali. || In alto, a sinistra, il menu principale di Packway che, con un’intuitiva interfaccia a pulsanti, permette di accedere ai diversi moduli installati. A destra, la coda delle lavorazioni assegnate a uno specifico centro di lavoro.


tecnologie

intervista a Maurizio Centenaro AD di Firma Group

“Grazie a Packway, la gestione dell’ufficio tecnico è in carico a una sola persona che, tramite interfaccia web controlla tutte le fasi del ciclo produttivo, dall’ordine alla consegna.”

Quanto è importante per un’azienda di stampa investire nel software? Per Firma Group è stato determinante. Quando abbiamo cominciato ad esplorare l’universo software, cinque anni fa, eravamo già convinti che saremmo stati ampiamente ripagati. Oggi disponiamo di una soluzione per la gestione di tutti i processi, dalla prestampa alla progettazione fino al taglio. Ciò che mancava era un gestionale in grado di monitorare l’efficienza di un’infrastruttura produttiva complessa come la nostra e ottimizzarla in base alle risorse tecnologiche e umane disponibili. Quali specificità di Packway vi hanno convinti ad adottarlo? Pur essendo stato pensato come gestionale per la cartotecnica, Packway risponde a una necessità stringente anche nel display graphics Vale a dire, la gestione contemporanea di più tecnologie, processi e materiali, abbinata al controllo di un numero elevato di commesse. Un ulteriore vantaggio è dato dalla capacità di Packway di dialogare con tutti i sistemi hardware e software presenti in azienda. Una caratteristica che garantisce una maggiore automazione dei processi, un flusso di lavoro più agile e un consistente abbattimento di scarti, errori e costi correlati. Quali criticità comporta l’adozione di un gestionale così articolato? Contrariamente alle aspettative, l’installazione di Packway è stata accolta in modo positivo da tutto

Una realta produttiva sempre più differenziata Firma Group nasce vent’anni fa a Pianiga (VE) come tipografia piccola ma ambiziosa. Sin dagli esordi il suo fondatore Maurizio Centenaro sceglie di dotarsi di tecnologie all’avanguardia. Nel 2003 l’azienda acquista la sua prima stampante digitale e da allora continua senza sosta ad ampliare e rinnovare il suo parco macchine. Oggi il reparto digitale di Firma Group annovera due Durst (Rho 750 e P10), tre HP Latex (370, 570 e 850), una Konica Minolta

il personale. Stiamo vivendo questi primi mesi d’uso come un momento di “autoformazione” interna. Confido nelle doti di apprendimento del mio team sia tecnico che commerciale. Packway è un software estremamente flessibile, che richiede la configurazione precisa di ogni singolo modulo. Per garantire la corretta formulazione del preventivo e il passaggio alla fase di produzione, è necessario che la compilazione della scheda tecnica venga effettuata in maniera esatta sin dall’apertura della commessa. In che modo Packway sta interagendo con le risorse umane in azienda? Firma Group conta 22 persone in produzione, più alcuni collaboratori esterni responsabili della comunicazione, forza vendita e amministrazione. Grazie a Packway abbiamo razionalizzato

i compiti di ciascuno. Ad esempio la gestione dell’ufficio tecnico è oggi in carico a una sola persona che, tramite un’interfaccia web, controlla tutte le fasi del ciclo produttivo dall’ordine alla consegna. Considerate la vendita online un’opportunità concreta? Abbiamo inaugurato il nostro portale di vendita online nel 2013 e non nascondo che abbiamo intenzione di potenziare la nostra presenza sul web. Per questo motivo abbiamo recentemente rinnovato stuttura e design del sito aziendale e avviato una collaborazione con l’agenzia di web marketing trevigiana MOCA. L’obiettivo è presentarci ai clienti in maniera trasparente, semplificando l’accesso ai nostri servizi. Contiamo su Packway anche per ottimizzare la gestione degli ordini provenienti da questo canale.

|| Uno dei flussi di lavoro utilizzati da Firma. L’interfaccia grafica di Packway permette di configurare i vari step che interessano una specifica tipologia di lavorazione, nonché di metterli in relazione tra loro

a foglio, due sistemi di taglio e fustellatura digitale Kongsberg e una taglierina XY di Fotoba. Una base installata importante, che ha reso necessaria l’introduzione di soluzioni software in grado di semplificare la gestione di una realtà già grande, che nei prossimi mesi crescerà ancora. “Cinque anni fa abbiamo avviato la collaborazione con B+B ed Esko” racconta Centenaro “integrando tutti i moduli necessari per gestire le fasi di produzione, dalla prestampa al nesting”. Sul fronte del software, Firma Group non è seconda a nessuno e può contare su strumenti come ArtiosCAD per la progettazione di soluzioni espositive e

packaging, Automation Engine per la gestione automatica dei flussi di lavoro, il RIP Caldera per pilotare i sistemi di stampa, e i-cut Suite per la preparazione dei file di grande formato e l’ottimizzazione delle operazioni di taglio. “A un certo punto ci siamo accorti che il nostro gestionale era sottodimenzionato per governare un’infrastruttura produttiva così articolata” prosegue Centenaro. Nel corso degli anni, infatti, Firma Group ha acquisito una clientela sempre più vasta e variegata, ed è stata portata a diversificare la propria produzione. “Gestiamo svariate decine di commesse al giorno” spiega Centenaro “e si tratta, nella

19


tecnologie tecnologie Diversificazione di tecnologie, materiali e lavorazioni: così si sta al passo con i tempi Nel corso degli anni Firma Group ha saputo diversificare i propri servizi, costituendo differenti reparti produttivi. L’azienda resta specializzata nelle applicazioni di stampa di grande formato su diversi tipi di materiali: dal Forex al Dibond dal cartone microonda a Polionda, vetro, Plexiglas, legno e molti altri. Ma il core business di

Firma Group è quello della cartotecnica, in particolare le applicazioni destinate alla vendita al dettaglio: espositori da terra e da banco, ma anche astucci e packaging. A questa variegata offerta si aggiunge la stampa offset di brochure, volantini, cataloghi e depliant. Sensibile al tema della sostenibilità, Firma Group ha

inoltre inaugurato una divisione ECO, interamente focalizzata sulla realizzazione di espositori in cartone riciclato, alveolare, Reboard e NIDOPAN. A ulteriore conferma degli sforzi dell’azienda per ridurre l’impatto ambientale, tutte le applicazioni realizzate da Firma Group hanno ottenuto la certificazione FSC.

|| Espositori e materiali POP in cartone e supporti alveolari, unitamente a progetti multimaterici, sono la specialità di Firma

maggior parte dei casi, di ordini differenti, veicolati da clienti diversi”. L’introduzione di un gestionale avanzato si è rivelata l’unica soluzione possibile per continuare ad assicurare una gestione celere e snella delle consegne.

L’arrivo di Packway

B+B International srl Vicolo Boccacavalla 3/F, 31044 Montebelluna - TV Tel. +39 0423 289090 Fax +39 0423 1912102 info@bbinternational.com www.bbinternational.com

20

Attualmente in fase di configurazione e rodaggio, Packway promette di diventare per Firma Group un imprescindibile alleato nella pianificazione aziendale. Nella versione adottata dello stampatore veneto, personalizzata sulla base delle sue specifiche esigenze, il software include i moduli di preventivazione e inserimento ordini, pianificazione della produzione, monitoraggio e reportistica, gestione del magazzino e della logistica. Attingendo alle informazioni provenienti da tutti i suoi moduli e da software di terze parti, Packway è in grado di elaborare un preventivo esatto, calibrato sulla base dei costi di produzione effettivi e dei tempi di lavorazione stimati su base statistica. “Un grande vantaggio di Packway è che alla base dei suoi calcoli ci sono dati reali raccolti nel tempo, parametrizzati e rielaborati a seconda delle necessità” spiega Centenaro. Il modulo per la pianificazione della produzione organizza gli ordini, ottimizzando le risorse tecnologiche e umane disponibili ed evitando sovraccarichi nei vari centri di lavorazione. Esso permette di prevedere e notifica-

re eventuali ritardi sulle date di consegna attese e, all’occorrenza, ricalibrare i carichi di lavoro. Packway dialoga, inoltre, con tutti gli altri software della suite Formula Digitale. L’integrazione con Automation Engine, per esempio, permette di verificare e trasferire i file da produrre ai vari centri di produzione senza intervento dell’operatore.

Verso l’integrazione con l’e-commerce Un’altra caratteristica di Packway consiste nella capacità di dialogare con le piattaforme e-commerce, per gestire direttamente gli ordini in arrivo. “Siamo in fase di sperimentazione” prosegue Centenaro “ma siamo convinti che questo strumento si rivelerà utile anche per semplificare la relazione con la nostra clientela online”. La collaborazione con committenti lontani fa già parte della cultura di Firma Group, che grazie a strumenti evoluti Esko offre l’esperienza di visualizzazione e approvazione a video di packaging, display e altri progetti cartotecnici. Per il futuro Firma Group progetta un potenziamento della propria presenza online. L’adozione di Packway e il restyling del sito web aziendale rispecchiano chiaramente la direzione intrapresa. “Vogliamo ampliare il nostro bacino di utenza” conclude Centenaro “continuando però ad assicurare la puntualità e l’efficienza che da sempre ci contraddistinguono”.


CHOOSE EIZO. SEE REALITY. WORK BETTER.

Scoprite i monitor ColorEdge di EIZO. Grazie alla stupefacente capacità di differenziazione, i monitor della linea EIZO ColorEdge sono in grado di riprodurre ogni tonalità in maniera assolutamente genuina e si fanno apprezzare per la qualità visiva inconfondibile, alla quale si associa una garanzia di ben 5 anni. Ulteriori dettagli sui monitor ColorEdge sono disponibili sul sito www.eizo.it/coloredge


tecnologie Come scegliere il software di stampa più adatto alle proprie esigenze produttive? Analizziamo con un esperto di SAi alcuni dei possibili criteri di valutazione

Il RIP ideale? È quello che “assomiglia” al mio business ed è già pronto per il futuro di Radisa Peric

A

ll’inizio dell’era digitale, il RIP è stato il principale strumento di stampatori e aziende di prestampa. Oggi ad essere sotto i riflettori sono i dispositivi di output, insieme alle applicazioni di file-sharing, accesso remoto e archiviazione nel cloud. Tuttavia, i RIP sono ancora (molto) importanti, infatti la qualità di stampa

22

dipende da queste soluzioni. In questo speciale Radisa Peric, Product Manager Flexi presso SAi, esamina ciò che gli stampatori di grande formato e i sign maker dovrebbero tenere in considerazione quando scelgono un RIP.

La stessa taglia non può vestire tutti Come dice il proverbio, il valore è

negli occhi di chi guarda. Ci sono molti eccellenti RIP software proposti da fornitori leader in bundle con le proprie stampanti e questo tipo di acquisto è un buon modo di garantire compatibilità. Ma se siete un fornitore di stampa di grande formato o un sign maker interessato ad investire in un nuovo RIP software, vale la pena guardare oltre l’apparenza ed il prezzo. Una cosa importante da ricordare è che questa è una

Prima di ricoprire il suo ruolo attuale di Flexi Product Manager, con l’incarico di supervisionare il team di supporto, Radisa Peric è stato Technical Support Manager di SAi. Radisa collabora con SAi da dieci anni e lavora a stretto contatto con i dipartimenti di supporto tecnico e product development, offrendo anche formazione per rivenditori e utenti finali. Il suo ampio background tecnico nel graphic design e nella stampa fornisce una conoscenza approfondita elle nuove tecnologie ed idee innovative del settore. Radisa supervisiona gli aggiornamenti e gli sviluppi futuri dei prodotti Flexi, prestando particolare attenzione alla clientela SAi e ai nuovi trend nel settore della stampa.


Il TEMPO tecnologie

è la risorsa più preziosa che hai.

|| La disponibilità di app per dispositivi mobili consente a responsabili di produzione e manager di monitorare la funzionalità delle stampanti e consultare report in remoto

decisione correlata al proprio business, oltre che una decisione tecnica. Quindi domandatevi: qual è l’argomentazione esclusiva di vendita della vostra azienda? Veloci ed economici? Qualità al top in tutto e per tutto? O qualcosa di intermedio? Sarà necessario prendere in considerazione l’aggiunta di altre stampanti o di un cutter nel prossimo futuro? Tutti questi fattori dovrebbero influenzare la vostra decisione. Vale quindi la pena fare delle ricerche sul software stesso. Sapete chi ha realizzato il RIP proposto in bundle con la stampante? È di marca ed è supportato? Oppure è generico e anonimo? Qual è il curriculum del fornitore? Conoscere l’origine del vostro RIP software vi permetterà di prendere una decisione consapevole. Se è un pacchetto proprietario dello stesso fornitore della stampante, cercate di scoprire il più possibile sul supporto, sull’aggiornabilità, sulla scalabilità e sulla flessibilità. Se ciò dovesse rivelarsi difficile, vi fidereste a costruirci il vostro business? Come gestirete un problema di colour management? Come otterrete assistenza? Se il costruttore è a 10.000 chilometri di distanza, dove pensate che sia il fornitore di software? Non c’è

bisogno di sottolinearlo: assicurarsi che ci sia il giusto livello di supporto dovrebbe essere fondamentale. I team di assistenza non esistono solo per risolvere problemi inattesi, sebbene quanto siano in grado di farlo rapidamente e bene è estremamente importante. Essi possono offrire conoscenze specialistiche nell’ambito della configurazione e dell’efficienza del workflow, informazioni sui trend del settore, consigli su applicazioni e prodotti, ma anche consulenza per lo sviluppo del business. Un buon rivenditore software vorrà costruire una relazione con voi, non solo inviarvi il software e passare alla vendita successiva. Conoscere il tipo di assistenza offerta prima di investire dovrebbe essere in cima alla vostra lista delle priorità e, se veramente amate la vostra stampante, scoprite se supporta il RIP software di un fornitore che conoscete.

A prova di futuro per la crescita del business nel lungo termine Per sostenere una strategia di successo nel lungo termine è anche importante considerare le esigen-

Non sprecarlo! FORMAZIONE E CONSULENZA ADOBE CREATIVE CLOUD EDITORIA TRADIZIONALE E DIGITALE SOCIAL MEDIA MARKETING • WEB DESIGN STRATEGIE DI COMUNICAZIONE INTEGRATA • EVENTI

STRATEGIA DIGITALE INTEGRATA

Via Bonomelli, 17 · 25123 Brescia · Tel. 030.5240195 www.studio361.it · info@studio361.it 23


tecnologie ze specifiche della vostra azienda, per assicurarsi che il pacchetto RIP software offra le funzionalità, la versatilità e la flessibilità che consentiranno alla vostra azienda di crescere. Come vi dirà qualsiasi golfista, per giocare bene a golf vi servirà qualcosa di più che un ferro nove. Cercate gli strumenti dei quali avete bisogno per svolgere il lavoro in modo efficace. Controllate anche che siano presenti funzionalità delle quali potreste avere bisogno in futuro. Per esempio, quanto è facile aggiungere nuovi dispositivi? Prendiamo ad esempio il nostro software Flexi. È una piattaforma che dispone di una suite completa di strumenti per offrire agli stampatori di grande formato e ai sign maker la massima versatilità. Ci sono applicazioni mancanti di cui potreste aver bisogno? Oppure potreste non avere bisogno di tanti fronzoli, nel qual caso caso un RIP più semplice ma affidabile potrebbe risultare più vantaggioso economicamente. Ma verificatene attentamente l’aggiornabilità e il supporto! Dal momento che sempre più lavoro è svolto in remoto, è importante che i manager siano in grado di consultare i report sullo stato di avanzamento e collaborare da differenti sedi produttive. In questo caso potrebbe avere senso adottare un RIP software abilitato al cloud, che offra un’archiviazione sicura del lavoro e collaborazione nella progettazione. Per supportare al meglio la necessità di lavorare “on the road”, soluzioni come la nostra app SAi Cloud garantiscono ai manager l’accesso ai report di lavorazione e a preziosi trend di produzione praticamente da qualsiasi luogo, consentendo loro di tenere sotto controllo la loro azienda. In fin dei conti, desiderate un RIP software che si integri perfettamente nella vostra azienda. Quindi ha senso esplorare le opzioni che supporteranno la maggior parte delle vostre attrezzature. Per esempio, se producete molti banner e avete più di una stampante e magari un cutter, potreste avere bisogno di un software RIP che combini que-

24

|| La maggior parte degli operatori del wide format si trova quotidianamente ad affrontare richieste di materiali, applicazioni e lavorazioni inedite da parte dei clienti

ste funzioni e possa pilotare tutti i vostri dispositivi. Semplificherà le vostre attività, snellirà il vostro flusso di lavoro e minimizzerà la necessità di training.

L’importanza di un software tagliato (quasi) su misura Facendo un ulteriore passo avanti, il mantenimento del vostro vantaggio competitivo sta sempre più nel differenziare la vostra offerta di applicazioni rispetto alla concorrenza. La richiesta di progetti nuovi e inediti potrà solo crescere. Le esigenze di materiali, colori e formati speciali eserciteranno una pressione costante sul vostro team di produzione. In cima alla lista dei trend in crescita c’è la produzione su materiali che necessitano lavorazioni di fresatura. Alcuni pacchetti RIP per sign maker oggi offrono questa possibilità. Per esempio il nuovo SAi +EnRoute per Flexi è in grado di semplificare notevolmente la pulizia dei file e la preparazione del percorso utensile nei file 2D o 2.5D di Flexi per i sistemi di fresatura. Rendere i materiali

fresati parte della vostra offerta e promuoverla presso i vostri clienti è un’opportunità che vale la pena esplorare prima di scegliere una soluzione RIP. Comprendere il punto di forza di un RIP per il grande formato vi aiuterà a scegliere il migliore per la vostra azienda. Che poi dovrebbe corrispondere il più possibile al tipo di lavoro che svolgete in termini di requisiti produttivi, qualitativi e funzionali. Se il prezzo non avesse un peso, cosa comprereste? Cercate di trovare qualcosa che ci si avvicini il più possibile al modello che avete disegnato. Ricordando che qualcosa “good enough” oggi potrebbe non essere abbastanza buono tra sei mesi.

I vantaggi del software “as a service” (SaaS) E mentre parliamo del prezzo di quello che potrebbe rivelarsi un investimento chiave per alcune aziende, è importante ricordare che oggi esistono delle alternative al modello di acquisto “tradizionale”. Forse le vostre necessità specifiche si adattano meglio ad un pagamento con abbona-

mento mensile. Un’alternativa conveniente che rappresenta un piccolo esborso correlato al fatturato, piuttosto che un grosso investimento di capitale. Alcune delle migliori opzioni disponibili oggi offrono dei periodi di abbonamento anche di un solo mese, offrendo così la massima flessibilità e valore. E forniscono agli abbonati tutte le funzionalità più aggiornate per garantire che utilizzino sempre la versione del software migliore e più recente. Questo è un enorme vantaggio, in quanto supera il problema degli aggiornamenti, che è ovviamente un imperativo per assicurarsi che l’azienda resti competitiva. Non farlo significherebbe che potenzialmente state dando ai vostri competitor un importante vantaggio, nel caso in cui loro stiano usando le funzionalità più recenti che rendono la loro produzione più efficiente. Come spero di avervi trasmesso, il RIP software continua a meritare la vostra attenzione e può avere un impatto nel lungo termine sulla vostra attività. Fare la scelta giusta vi consentirà di ottenere il massimo dal vostro hardware, e dalla vostra azienda.



tecnologie Forte di tecnologie di stampa evolute e produttive, Konica Minolta alza l’asticella della propria offerta con un’innovativa piattaforma di workflow management

AccurioPro Flux è il flusso “touchless” che rende gli stampatori più competitivi

T

ra le più grandi sfide comuni agli stampatori italiani ed europei c’è indubbiamente quella di efficientare i processi, il lavoro degli operatori, la relazione con il cliente e le attività commerciali. Troppi operatori del printing, oggi, dedicano un’enorme quantità di tempo a governare tutto ciò che sta intorno al prodotto stampato, defocalizzandosi dal proprio core business, perdendo competitività e sacrificando le proprie marginalità. L’adozione di soluzioni software per l’automazione, incoraggiata dal crescente dibattito sulla Industry

26

4.0, dovrebbe rappresentare per gli stampatori il primo passo verso modalità operative più efficaci, un maggior controllo delle risorse disponibili, ridotti interventi manuali, meno errori e scarti. Insomma una situazione in cui l’azienda di stampa può rendere disponibili i prodotti ai propri clienti in modo efficace, fare in modo che possano essere ordinati e riordinati con facilità, con il minor ricorso possibile a preventivi, negoziazioni, approvazioni e interventi manuali. Per chi vende stampa e deve trarne profitto, il focus deve essere tasformare facilmente carta e toner in prodotti vendibili e fronteggiare una concorrenza agguerrita. Con

queste premesse Konica Minolta ha sviluppato la suite software AccurioPro Flux, dedicata ai propri clienti che utilizzano hardware Konica Minolta, ma anche attrezzature di terze parti. Progettato come soluzione per una clientela corporate, il software sta tuttavia incontrando il favore di un pubblico di piccoli e medi stampatori alla ricerca di una piattaforma semplice, intuitiva e scalabile, ma soprattutto facile da utilizzare per gli operatori di stampa, per i clienti finali e per il management aziendale. || In alto un reparto di produzione con una macchina da stampa Konica Minolta


tecnologie 1

2

3

4

|| 1) La schermata principale di configurazione di AccurioPro Flux Workstation esemplifica l’estrema versatilità di configurazione dei flussi, che possono essere basati sulla tipologia di macchine o di lavorazioni. 2) La configurazione della singola macchina consente di gestire tutte le funzionalità, dai cassetti carta ai sistemi di finishing collegati. 3) La versione Ultimate introduce le funzionalità di online shop, con un’interfaccia intuitiva per il cliente dello stampatore. 4) L’interfaccia di Flux consente all’operatore di visionare in tempo reale lo stato del lavoro in tutte le sue fasi, dall’ordine alla realizzazione di un esemplare di prova, fino alla produzione finale.

Il software che cresce al crescere del business AccurioPro è il brand scelto da Konica Minolta per accorpare le sua attuali e future soluzioni software per la produzione: gestione del workflow, colore, imposition e interfacciamento con ambienti industriali evoluti. In futuro ci saranno sempre più declinazioni specifiche per settori diversi, dall’entry level al top di gamma. AccurioPro Flux, in particolare, è disponibile in tre “taglie”. La versione Essential offre le funzioni principali di prestampa, effettua un preflight di base su font e immagini, gestisce l’imposition e la definizione di template per lavorazioni ripetitive, come i biglietti da visita. La versione Premium introduce funzionalità server, con la possibilità di costruire dei connettori a software esterno come il modulo di color management, quello di gestione dei dati variabili, ma anche Pitstop Server o Callas

per un preflight evoluto e la normalizzazione prima di andare in stampa. La versione Ultimate, che incorpora le funzionalità delle altre due, genera un vero e proprio online shop dalla gestione intuitiva. Lo stampatore può così mettere a disposizione di ciascun cliente finale un’interfaccia personalizzata, dove il buyer troverà tutti i suoi prodotti specifici e potrà ordinarli con facilità. All’atto pratico il cliente o il suo grafico dovranno solo scegliere il template, caricare la grafica ed effettuare l’ordine. Mentre in azienda arriveranno un ordine e un job ticket, che a seguito di una validazione faranno partire la commessa.

Un’unica interfaccia per tutti gli operatori La versione Premium consente, anche in presenza di più macchine e più operatori, una gestione semplificata dell’assegnazione e della

gestione dei lavori. La scelta viene compiuta a monte e ciascun operatore avrà visibilità dei lavori a lui assegnati, su una o più macchine. Naturalmente l’assegnazione terrà conto delle particolari lavorazioni richieste su quel lavoro (formato, grammatura carta, tipologia di finitura etc.) e dell’effettiva esistenza di quelle particolari funzionalità sull’engine prescelto. Tra i vantaggi pratici c’è ad esempio la possibilità di dirigere la porzione a colori di un lavoro verso una macchina a colori, mentre le pagine in bianco e nero saranno inviate a un più economico engine monocromatico. Per poi ricongiungersi, attraverso le indicazioni del software all’operatore, prima della fase di finitura. Sebbene il sistema sia in grado di dispensare lavori verso qualsiasi tipologia di macchina da stampa nota, il massimo delle funzionalità è garantito sugli engine di stampa Konica Minolta, che fanno da client al sistema e consentono l’accesso a tutte le funzioni di Flux direttamente da pannello.

27


strategie L’affermato fornitore capitolino di materiali per il display graphics prosegue nel suo percorso verso l’eccellenza, distinguendosi nel panorama nazionale

Pannelli, bobine e display? Eurmoma li trasforma e li consegna in versione 4.0 di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com

S

e il 2017 è stato per gli operatori della comunicazione visiva un anno di crescita del business, gli imprenditori più attenti hanno sfruttato questo periodo positivo per interrogarsi sul futuro della propria azienda, identificare le aree di futuro potenziale sviluppo, pianificare nuovi investimenti in tecnologia e selezionato i propri fornitori e clienti ideali. Un atteggiamento forse inatteso per un mercato che ha sempre sofferto di nanismo, come quello della stampa di grande formato, che oggi si giustifica

28

con le accresciute dimensioni e capacità produttive dei macchinari e delle aziende stesse. E quando un segmento inizia a diventare un’industria, è abbastanza naturale che i ragionamenti si spostino dal rapporto cliente/ fornitore a logiche più complesse, tipiche di una vera e propria supply chain. Un’evoluzione a cui nessuno sfugge, dagli stampatori ai fornitori di tecnologia e consumabili. Quelli che un tempo erano piccoli e medi commercianti si sono trasformati, in meno di un decennio, in veri esperti di logistica, selezione, validazione dei supporti e, nei casi più evoluti, di trasfor-

mazione dei materiali stessi. Tuttora guidata dal suo fondatore Ippolito Bassani, Eurmoma è un chiaro esempio di questa evoluzione. La società, con le sue sedi logistiche e produttive di Roma e il recente sbarco in Lombardia, punta da sempre su un’offerta specialistica. E ha chiuso il 2017 intraprendendo anch’essa, come molti dei suoi clienti, un percorso di efficientamento in chiave Industry 4.0. || In alto, le nuove stazioni di taglio laser appena installate presso Eurmoma, ciascuna corredata di un terminale interconnesso con l’interfaccia utente aziendale


strategie

intervista

a Stefano Scipioni Marketing Manager di Eurmoma

“Anche il miglior prodotto che abbiamo a catalogo è inutile se non arriva puntuale il giorno di un evento. Se lo consegno il giorno prima ho vinto, ma il giorno dopo il cliente non se ne fa più nulla”

Cosa significa per Eurmoma il termine Industry 4.0? Colpiti dalla superficialità con cui molti affrontano questa tematica abbiamo deciso di evitare interpretazioni personali e ci siamo affidati a una società di consulenza specializzata. Questo ci ha consentito di comprendere e metabolizzare il vero significato di termini come “big data” e “internet of things”, applicandoli ai nostri processi di produzione, ai nuovi investimenti in automazione e alla costruzione di un’interfaccia utente comune a tutta l’azienda. Molti iniziano investire sull’efficienza quando iniziano a perdere competitività… Non è il nostro caso. Grazie a una serie di scelte organizzative e tecnologiche azzeccate siamo molto snelli ed efficienti. E riusciamo a garantire un alto livello di soddisfazione dei clienti. È stata piuttosto la grande crescita di questi ultimi anni a farci riflettere sulla necessità di governare e pianificare meglio i processi. Nel 2017 abbiamo superato le 40.000 commesse e vogliamo continuare a crescere in modo organico e sostenibile. Ma un fornitore di materiali non è anzitutto un box mover? Eurmoma è un mix di due modelli: da una parte vendiamo, ma dall’altra svolgiamo un’attività di converting complesso, in tutto assimilabile alla produzione manifatturiera. Grazie all’infrastruttura software che abbiamo introdotto, che incrocia grandi quantità di dati, governiamo

Tempi, costi e qualità: crescono le sfide per i fornitori Ancora una volta sono Amazon e omologhi a fare scuola, non importa se il prodotto e la clientela sono business o consumer. Chi vuole affrontare il delicato business della fornitura di prodotti oggi deve rispettare regole ferree, a partire dalla disponibilità immediata (o quasi) di una grandissima varietà di prodotti in tutte le loro possibili varianti. Che per un fornitore di materiali da stampa si traduce in decine

tutto, dalla preventivazione al magazzino, fino alla pianificazione e al monitoraggio degli ordini. Quali sono i vantaggi pratici per Eurmoma? Nonostante il nostro magazzino fosse già informatizzato, il nuovo sistema ne snellisce il controllo e crea una comunicazione bidirezionale con la produzione, restituendo in tempo reale una situazione precisa delle scorte di materie prime e semilavorati. Quando arriva un ordine, questo viene girato automaticamente alla produzione sulla base delle risorse disponibili, con una data e un orario di consegna che non lasciano spazi a interpretazioni. L’aumento delle commesse porta a inevitabili picchi di lavoro in produzione, a volte anche lavorazioni molto lunghe da portare a termine. Oggi gestiamo queste criticità grazie alla ridondanza dei macchinari e all’estensione dei turni di lavoro, ma il rischio di avere un centro di lavoro bloccato per una commessa non pianificata resta alto.

Quali sono i vantaggi per i clienti finali? Anzitutto consegne in tempi certi: un fattore chiave. Anche il miglior prodotto che abbiamo a catalogo è inutile se non arriva puntuale il giorno di un evento. Se lo consegno il giorno prima ho vinto, ma il giorno dopo il cliente non se ne fa più nulla. Oggi qualunque ordine è assimilabile a un evento, a qualcosa di non programmabile in anticipo. E per essere on-time serve un’ottima logistica, con alle spalle una produzione in grado di servirla. Vuoi dire che il vostro successo deriva dal caos altrui? Se tutto fosse programmabile, i cinesi ci avrebbero già spazzati via. Ma in un mondo che vive in corsa noi riusciamo a fare la differenza con i nostri magazzini, la nostra produzione e la nostra logistica. Non per niente, mentre noi parliamo, ci sono 8 camion di nostra proprietà che stanno consegnando nel raggio di 150-200 km. E ottimi corrieri che ci supportano nel resto d’Italia.

|| Ippolito Bassani (primo da sx) posa accanto a un gruppo dei suoi giovani collaboratori impegnati nelle vendite, nel marketing e nel customer service

di tipologie di prodotti – dagli autoadesivi ai banner, dai tessuti alle carte, fino a tutte le tipologie di pannelli – in tutti i diversi, varianti cromatiche ed eventuali versioni specifiche per questa o quella tecnologia di stampa. Senza contare, chiaramente, la necessità di avere sempre a listino sia prodotti di primo prezzo che soluzioni “premium”, magari più di un marchio per ogni tipologia. Per un’azienda strutturata come Eurmoma, che gestisce decine di commesse ogni giorno, questo si traduce in migliaia di diverse referenze a magazzino, che vanno rese disponibili secondo il fabbiso-

gno previsto. Con l’ulteriore criticità – uno dei plus che ha reso Eurmoma inconfondibile – di dover gestire in parallelo gli ordini provenienti da tutta Italia con la clientela “al bancone”. Per questo l’azienda ha intrapreso negli ultimi anni importanti investimenti per l’ampliamento e la gestione elettronica dei propri magazzini.

La sfida dei formati e dei progetti personalizzati Già da anni Eurmoma ha scelto la via della

29


strategie 1

2

3

4

|| 1) L’ingresso della sede di Eurmoma è il cuore pulsante dell’azienda: qui i clienti possono effettuare ordini al banco e gli operatori del customer service gestiscono telefonicamente e a terminale tutte le commesse. 2) I grandi magazzini di Ciampino e Vermicino (RM) ospitano un enorme stock di materiali rigidi, flessibili e semilavorati. 3) La nuova interfaccia utente consente a ciascun operatore, su qualsiasi macchina, di visualizzare gli estremi e le impostazioni della commessa, potendola eseguire rapidamente sulla base della pianificazione prevista dal software. 3) I nuovi sistemi di taglio laser installati presso la sede produttiva di Eurmoma.

personalizzazione come uno dei suoi tratti distintivi, implementando un evolutissimo centro di taglio in cui effettuare la sezionatura e la sagomatura delle lastre di materiale plastico. In parte utilizzato per realizzare le soluzioni display presenti nel proprio listino, ma sempre più sfruttato dalla clientela per approvigionarsi velocemente di medi e grandi volumi di lastre in formati completamente personalizzati. Ogni giorno presso il centro di taglio Eurmoma di Vermicino lavorano fino a 8 operatori, impegnati nelle lavorazioni di taglio a lama e con laser, fresatura e piegatura a caldo di metacrilati e policarbonati, squadratura delle lastre con una sezionatrice automatica, ma anche taglio su misura di profili in alluminio. Questo consente di realizzare espositori di ogni tipo, mono o multimaterici, con o senza tasche, mentre una sezionatura più semplice viene effettuata per una grandissima varietà di materiali rigidi presso il magazzino centrale di Ciampino.

30

Obiettivo: efficientare! Ogni volta che arriva un ordine, tramite la rete commerciale, telefonicamente o al banco, l’ecosistema produttivo di Eurmoma subisce una sollecitazione. L’operatore inserisce l’ordine nel gestionale e, sulla base del feedback ottenuto dalla produzione, elabora una stima del tempo di consegna. Un sistema ben rodato, che garantisce ottimi livelli di puntualità, scarti ridotti e un buon livello di soddisfazione del cliente. Un modello che tuttavia subisce crescenti stress, al crescere del numero di commesse e dei volumi complessivi, con inevitabili impatti su risorse umane e macchinari, il cui uptime è elevato ma non illimitato. Questo è il motivo che ha spinto il management aziendale ad interrogarsi sull’efficacia del sistema, sui possibili margini di miglioramento e sugli investimenti correlati. Una riflessione iniziata nel 2016, che nella primavera del 2017 ha por-

tato all’avvio di un progetto triennale di ammodernamento e riorganizzazione di processi, infrastrutture informatiche e macchinari.

Verso la Industry 4.0 Oggi si chiama così ed è sulla bocca di tutti, grazie anche ai super ammortamenti sull’acquisto di tecnologia. Ma dietro c’è una visione più ampia, che per Eurmoma si traduce nell’efficientamento e nell’interconnessione di tutte le operazioni: dal contatto con il cliente alla preventivazione, dalla gestione del magazzino alla pianificazione degli ordini, fino all’attività produttiva. Già oggi, entrando nel reparto di produzione di Vermicino, su ogni centro di lavoro è operativa un’evolutissima interfaccia utente, che consente all’operatore di visualizzare le lavorazioni assegnate, in costante connessione con il magazzino e con la gestione ordini.


ENGINEERED ON

Roll to roll

IA STR

Flatbed

4.0

% 0 5 2 U

IND

NTO

E TAM MOR

RAM

IPE

COMPATTA Stampa infinita in uno spazio inferiore a 5 mq Barriere di sicurezza intorno al perimetro Tecnologia aeronautica, telaio in alluminio

100%IBRIDA COMPETITIVA Spessore della stampa fino a 25 cm Capacità di carico fino a 100 Kg Fino a 3 anni di garanzia Precisione e ripetibilità della stampa

Via Verrotti - Espansione 2 , n.36 65015 Montesilvano (Pescara) - ITALY

CUSTOMIZZABILE Tecnologia inchiostri intercambiabili Spessore della stampa fino a 50 cm Piano aspirato o adesivo

info@smartcolor.it Seguici su

|

www.smartcolor.it

SMARTCOLOROFFICIAL


eventi L’evento, organizzato presso il Ricoh Customer Experience Centre, ha permesso di scoprire l’intero portfolio di soluzioni inkjet a bobina del costruttore nipponico

The Art of the New: per Ricoh la stampa è più viva che mai di Caterina Pucci // caterina@densitymedia.com

P

er risultare vincente, oggi, un costruttore deve affiancare al rinnovamento della propria offerta tecnologica anche un decisivo cambiamento nelle strategie di approccio al mercato e alla customer-care. Su questa premessa si fonda “The Art of the New”, evento organizzato da Ricoh nella sua sede europea a Telford (UK). Dal 21 al 23 novembre, l’azienda ha aperto le porte del suo Customer Experience Centre (CEC) a oltre 200 stampatori, provenienti da più di 20 Paesi del mondo. All’interno dello vasto spazio esposi-

32

tivo (4.000 m2), i visitatori hanno scoperto in anteprima la stampante Ricoh Pro V 20000, che va a completare il portfolio di soluzioni inkjet a bobina dell’azienda. A seguire, una sessione plenaria per discutere il passaggio dalla stampa analogica a quella digitale, corredata da panel di approfondimento su tematiche specifiche. Dal color management all’automazione del workflow, dalla scelta dei supporti alle opzioni di finitura in linea e non. Infine, i visitatori hanno potuto vedere in funzione le macchine da stampa e scoprire i servizi offerti all’interno della Smart Factory. Quest’ultima è un hub tecnologica nel cuore dell’Europa,

progettata per offrire servizi di assistenza e consulenza personalizzata ai clienti.

Il Customer Experience Centre Varcando la soglia del Customer Experience Centre, la prima impressione è che non si tratti di un semplice showroom. All’interno del centro d’eccellenza di Telford, infatti, i visita|| In alto, a sinistra l’ingresso del Ricoh Customer Experience Centre di Telford (UK). A destra, l’interno della nuova Ricoh Pro V20000.


eventi

intervista a Eef De Ridder Director Commercial Printing Commercial and Industrial Printing Group di Ricoh Europe

“Vogliamo integrare soluzioni digitali all’interno di ambienti tradizionali, per lasciare agli stampatori la possibilità di scegliere quando e come differenziare le proprie produzioni.”

Quali trend influenzeranno maggiormente l’industria del printing e le decisioni d’acquisto nei prossimi anni? Sicuramente il cambiamento più rivoluzionario degli ultimi anni è stato introdotto dall’high speed inkjet. L’elevata velocità di stampa e i costi di gestione sensibilmente inferiori rispetto al passato incentivano sempre più stampatori ad affidare i propri volumi alla stampa digitale a getto d’inchiostro. Un ulteriore vantaggio è offerto dalle possibilità di personalizzazione, che accelerano il passaggio a una comunicazione one-to-one. L’ultima arrivata Ricoh Pro V20000, per esempio, consente di far fronte alle esigenze di produttività e versatilità di un mercato in continua evoluzione. La stampa offset resta comunque la soluzione prediletta per far fronte a grandi volumi di stampa ed è destinata ad accompagnarci ancora per molto tempo. Qual è la posizione di Ricoh rispetto all’integrazione di soluzioni digitali all’interno di flussi di lavoro tradizionali? Vogliamo che le soluzioni digitali facciano da complemento

tori possono testare la totalità delle soluzioni Ricoh. Non solo piattaforme di stampa, dunque, ma anche front-end, inchiostri e supporti. Il CEC, infatti, è sede dello European Media Qualification Centre, dove i clienti possono validare i materiali disponibili sul mercato, testandoli sulle tecnologie Ricoh. La struttura ospita, inoltre, la Ricoh Smart Factory, isola tecnologica che unisce l’operatività di un centro stampa al valore esperienziale di un centro di ricerca. Il principio è quello del “learning by doing”. Attraverso il confronto con gli addetti Ricoh, i clienti possono sperimentare vantaggi e criticità connesse all’utilizzo di tecnologie e consumabili così da comprenderne appieno le potenzialità applicative e la compatibilità con il loro attuale modello di business. A ciò si aggiungono i servizi di consulenza, progettazione e realizzazione di sample personalizzati. Votato all’eccellenza, il team di R&D del CEC opera in un’ottica di condivisione e ottimizzazione continua dei processi produttivi, dialogando costantemente con

agli ambienti di lavoro tradizionali, lasciando agli stampatori la possibilità di scegliere a quali tecnologie affidare le proprie produzioni. Puntiamo all’integrazione di moduli digitali in ambienti offset per creare piattaforme senza soluzione di continuità. Per questo motivo, ricerchiamo il dialogo costante con tutti i leader della stampa tradizionale, per lavorare allo sviluppo di nuovi sistemi. Qual è la strategia Ricoh sul fronte del finishing e dei supporti? La disponibilità e l’interoperabilità di supporti e soluzioni di finitura rappresentano una criticità per gli stampatori votati all’integrazione tra digitale e offset. Per questo motivo Ricoh ha sviluppato partnership strategiche con cartiere specializzate e produttori di soluzioni per il finishing, così da rendere questo passaggio il meno traumatico possibile. Quanto è importante l’interazione con designer e brand owner nello sviluppo di nuove applicazioni digitali? Per Ricoh è fondamentale nutrire i rapporti con tutti gli

le sedi Ricoh di Tokyo, Rayong (Tailandia) e Boulder (California, USA). All’interno del CEC l’esperienza e i bisogni del cliente sono parte integrante del processo di innovazione. Per questo il centro di Telford è stato scelto per ospitare The Art of the New.

Nuovo approccio al mercato Oltre a presentare le ultime novità sul fronte tecnologico, Ricoh ha colto l’occasione per annunciare l’inizio di una nuova fase nel proprio approccio al mercato. Il costruttore vuole mettere da parte la logica “marketing oriented”, focalizzata esclusivamente sullo sviluppo di sistemi all’avanguardia, per lasciare maggiore spazio alla sperimentazione in ambito applicativo. Questo “cambio di pelle” punta a una pianificazione condivisa degli obiettivi, dallo sviluppo di tecnologie al marketing, fino ai servizi di assistenza al cliente. In definitiva, Ricoh vuole porsi come qualcosa di più di un

attori coinvolti in quello che ci piace definire “l’ecosistema” della stampa. In passato la strategia di Ricoh era orientata al dialogo esclusivo con i professionisti delle arti grafiche. Adesso stiamo progressivamente spostando l’attenzione su produttori di beni di consumo, editori, agenzie di comunicazione e creativi. Questo percorso rientra anche nella decisione di rivoluzionare il nostro approccio al mercato, focalizzandoci maggiormente sulle applicazioni. L’intenzione è aiutare i brand owner a comprendere le potenzialità dell’inkjet e le infinite possibilità di personalizzazione che le nuove tecnologie consentono. Per questo motivo, partecipiamo a fiere ed eventi dedicati alla comunicazione visiva, come il Viscom in Italia. Lo scorso anno, qui a Telford, abbiamo organizzato una conferenza rivolta esclusivamente a un pubblico di editori. Tema principale sono state le strategie da adottare per migliorare l’approccio ai nuovi mercati e ottimizzare il proprio business. Non vogliamo più porci semplicemente come produttore di tecnologie, ma offrire un’ampia gamma di servizi a clienti e prospect.

semplice costruttore, instaurando un dialogo diretto con stampatori e brand per educarli a sfruttare le potenzialità del digitale e accompagnarli nella scoperta di nuove opportunità di business. Una trasformazione che si rispecchia anche nel nome della divisione aziendale interessata, che da “Production Printing” diventa “Commercial e Industrial Printing” (CIP).

Strategie nel commercial printing Un personale dedicato di oltre 1.100 persone in tutto il mondo, più di 700 ingegneri sul campo, 400 tra tecnici e commerciali e 25 compagnie operative anche nei Paesi in via di sviluppo. L’elevata competenza tecnica e la presenza strutturata a livello mondiale rendono Ricoh uno dei player di riferimento nell’ambito della stampa commerciale. Nei prossimi anni, l’attenzione sarà puntata sull’integrazione di sistemi digitali all’interno

33


eventi di flussi di lavoro analogici. “Vogliamo che i nostri clienti sfruttino al meglio le potenzialità offerte dal digital printing − afferma Eef De Ridder, Director of Commercial and Industrial Printing − senza necessariamente stravolgere i propri ambienti di lavoro”. Per questo l’azienda continua incessantemente ad ampliare il proprio portfolio di soluzioni per la stampa inkjet a bobina. Dopo il lancio di VC40000 e VC60000, progettate per la gestione dei grandi volumi, a partire dal 2018 sarà disponibile sul mercato la serie entry level Ricoh Pro V20000. Nel corso di The Art of the New, Tim Taylor, Head of Continous Feed Market, ha illustrato in anteprima le caratteristiche delle nuove macchine. Con una risoluzione di 600 dpi, i tre modelli sono ideati per la gestione di piccoli volumi di stampa con un elevato uso di dato variabile. V20000 e V20100, destinate alla stampa monocromatica, raggiungono rispettivamente una velocità di 75 m/min e

150 m/min, mentre VC20000 stampa in quadricromia alla velocità di 75 m/min. Taylor ha sottolineato come le capacità di V20000 vengano enfatizzate dall’uso dei software Ricoh, aprendo nuove opportunità di mercato. TotalFlow BatchBuilder, per esempio, permette di monitorare la produzione, suddividendo i carichi di lavoro e tracciando lo stato delle commesse tramite la GUI centralizzata. In abbinamento a V20000, il software efficienta i flussi produttivi nell’ambito della stampa di libri e opuscoli. FusionPro e Ricoh Process Director semplificano la gestione del dato variabile, incontrando le esigenze produttive dell’ambito del farmaceutico e della stampa transazionale.

Strategie nell’industrial printing Un tempo i requisiti di produttività e quali-

tà sembravano un’esclusiva della stampa a toner. Oggi i sistemi di stampa inkjet si dimostrano una scelta vantaggiosa in termini non solo di definizione, ma anche di costi. Per questo, Ricoh ha deciso di puntare al perfezionamento delle proprie tecnologie, a partire dalle teste di stampa. L’obiettivo è sviluppare soluzioni compatibili con diverse tipologie di inchiostro (UV, water based, solvente, a olio), in grado di adattarsi ai processi già in uso presso gli stampatori. La presenza di un Inkjet Lab all’interno del CEC permette di testare chimiche nuove e produrre campioni per ciascun cliente. Diventare un punto di riferimento nell’ambito dell’inkjet, consentirà a Ricoh di incontrare le esigenze di mercati in espansione, che possono rappresentare un’opportunità di business per i propri utenti. Per Ricoh, crescere nell’inkjet significa portare la propria esperienza e professionalità negli ambiti del sign&décor, della stampa su tessuto e del 3D.

|| A sinistra, Ricoh AM S5500P per la stampa 3D, installata all’interno del CEC di Telford (UK). Qui sopra, alcune applicazioni realizzabili con questa tecnologia.

Stampa 3D: progettazione e prototipazione “su misura” per il cliente L’additive manufacturing (AM), meglio noto come “stampa 3D”, ha un potenziale applicativo impareggiabile. Grazie a questa tecnica è infatti possibile generare oggetti complessi con un livello di dettaglio molto elevato, capaci di rispondere alle esigenze di settori come quello medicale, automotive e aerospaziale. Consapevole delle potenzialità della stampa 3D, Ricoh ha sviluppato AM S5500P, sistema di sinterizzazione laser di polimeri in polvere per la produzione di

34

prototipi funzionali e parti finite. Le dimensioni della macchina (550 x 550 x 500 mm) consentono di stampare un unico oggetto di grandi dimensioni o più pezzi contemporaneamente. La velocità di scansione è di 15 m/s. La tecnologia “smart re-coater” distribuisce polvere da entrambi i lati della cartuccia, assicurando maggiore definizione e omogeneità a tutte le parti. AMS5500 P viene fornita con le impostazioni predefinite da Ricoh per l’utilizzo di materiali

approvati, ma grazie al software di sistema è possibile modificare i parametri e adattarli alle esigenze della singola applicazione. La stampante è installata nel RICOH Fab Lab, inaugurato nel 2014 all’interno del CEC. Qui, un team di 12 tecnici lavora quotidianamente all’implementazione delle tecnologie di stampa tridimensionale. Il RICOH Fab Lab offre, inoltre, una serie di servizi quali consulenza, formazione, prototipazione e realizzazione di campioni.


www.gmgcolor.com

Wherever a color goes it stays that color

Nuovo Conversione perfetta con profili MX per Adobe Photoshop

La nostra promessa è quella di consentire a tutti gli stampatori di riprodurre sempre risultati prevedibili con un’elevata fedeltà del colore e alta qualità, sia che si tratti di stampa imballaggio che di stampa commerciale.

Poiché stiamo mantenendo questa promessa da più di 30 anni, le aziende di tutto il mondo si affidano sempre più al software realizzato da GMG. We know color.


tecnologie Nata come ricamificio, l’azienda campana ha investito in tecnologie di stampa HP Latex e nel taglio digitale Valiani per costruire un nuovo business nel packaging

Cartex, la “cartotecnica per caso” che nasce digitale e già pensa agli alti volumi

S

econda solo alla “greater Milan”, con i suoi oltre quattro milioni di abitanti l’area metropolitana di Napoli è a buona ragione la seconda zona produttiva più popolosa e dinamica d’Italia. Seconda per numero di abitanti e certamente per ricchezza pro-capite prodotta, ma non per la proverbiale creatività che permea questo straordinario tessuto sociale e urbano. È qui che il giovane imprenditore Francesco Raiola e il suo team stanno dando vita a un nuovo polo cartotecnico dalle caratteristiche uniche, in costante crescita e destinato a trasformarsi in

36

un case study di sicuro interesse per converter e costruttori di tecnologia. Va detto, a onor del vero, che Raiola ha alle spalle un curriculum di tutto rispetto come stampatore su macchine Manroland pluricolore, ma quella di Cartex è una storia completamente diversa. La nuova società, con sede a Boscoreale, nasce all’ombra del core business del consolidato ricamificio IPAM, che al pari dei suoi competitor lavora per innumerevoli settori industriali: in primis l’industria dolciaria e alimentare. Sono proprio le competenze grafiche di Raiola a scatenare inattese conversazioni sul packaging con importanti brand, al punto da indurre il giovane

imprenditore a creare Cartex nel 2015 e ad investire sulle prime stampanti HP Latex per la stampa diretta su carta e cartoncino teso. Un primo passo che ha portato rapidamente alla seconda e alla terza stampante, fino a raggiungere quota 8 macchine intallate. Che si traducono in volumi just-in-time tali da necessitare di un finishing snello ed efficiente. Da qui la scelta della tecnologia di taglio Valiani, anch’essa ormai approdata alla seconda installazione. || In alto, a sinistra alcune scatole realizzate da Cartex per la sua clientela. A destra, il cutter digitale Valiani installato nel reparto di produzione dell’azienda.


tecnologie Come nasce l’idea di Cartex? In modo del tutto casuale. Ma pur coscienti che esistono innumerevoli casi di studio più prestigiosi e iper-tecnologici, ci prendiamo la libertà di affermare di aver reinventato il packaging digitale. Il tema è uno solo e ruota attorno ad investimenti, ammortamenti e costi di produzione correlati.

intervista

a Francesco Giovanni Raiola Fondatore di Cartex

“Essere competitivi e flessibili sia sulla varietà che sulla quantità è direttamente proporzionale alla digitalizzazione e all’eliminazione dei costi fissi”

Credete di aver trovato l’uovo di Colombo? Diciamo che siamo riusciti a costruire una distinta base estremamente aggressiva sui mockup e sulle piccole e medie quantità, che ci consente di poter entrare in gara anche sugli alti volumi. In funzione del prodotto possiamo fornire dalle centinaia alle migliaia di pezzi, sempre in digitale e sempre con un costo sostenibile. Se poi il volume eccede una certa soglia andiamo in offset e in fustella tradizionale. Quindi è una questione di value proposition? Senza dubbio, soprattutto se servi un certo tipo di clientela. Ad esempio abbiamo una collaborazione con un produttore di alta pasticceria locale, candidato per uno dei migliori panettoni d’Italia: ci ha commissionato l’intera veste grafica del prodotto e la fornitura di scatole, espositori e quant’altro necessario. Prodotti di altissima qualità, ma in volumi piccoli su formati carta ridotti, per cui la tecnologia di taglio Valiani si rivela straordinariamente versatile.

Riprodurre la “qualità offset” con un digitale entry-level Una delle più grandi sfide per chiunque pensi di approcciare l’iper-esigente segmento cartotecnico è replicare i livelli qualitativi, tattili, ottici e cromatici cui i brand-owner del packaging sono abituati. Ne parliamo spesso, specie parlando di quelle tecnologie digitali di altissima gamma destinate ad affiancare l’offset, la flexo e il converting tradizionale. Come pensare, allora, che un workflow di fascia entry-level possa anche solo ambire ad avvicinarsi a certi

Quindi il segreto è un servizio chiavi in mano? Partiamo dalla progettazione di pack ed espositori al progetto grafico, fino alla scelta dei materiali: onda bassa, doppia onda, microtriplo, Forex, cartone alveolare. Siamo attrezzati con un reparto di progettazione CAD e con un ufficio grafico interno. L’imbuto commerciale si sta stringendo e i nostri clienti chiedono più referenze e minori quantitativi per ciascuna di esse. Essere competitivi e flessibili sia sulla varietà che sulla quantità è direttamente proporzionale alla digitalizzazione e all’eliminazione dei costi fissi. Quali sono i veri plus dei sistemi Valiani? È il principio dell’open source che adottiamo a tutti i livelli, dal software CAD all’hardware. Non ci piace avere vincoli e quelle di Valiani sono macchine che ti danno una versatilità straordinaria.

Hanno una dimensione del piano ridotta, è vero, ma per noi è il formato giusto perché è compatibile con l’offset. Dobbiamo infatti lavorare su formati carta che, all’occorrenza, siano anche lavorabili in fustella tradizionale. Se anche hai un cutter 3x3 e scateni un’esigenza, e poi non riesci a salire dai 100 ai 1.000 pezzi senza penalizzare il prezzo, rischi di veder sfumare la commessa. Significa che è impossibile farsi pagare del valore aggiunto? Non è impossibile, ma bisogna essere realisti. A sud di Roma una delle sfide sono i costi base di mercato, che sono anche il 40% più bassi che in Lombardia e nel resto d’Europa. Valiani ci consente di avere costi fissi di manutenzione davvero irrisori, regalandoci una competitività che, se necessario, ci permette di abbattere i costi e non alzare i prezzi.

|| La testa multiutensile del cutter digitale Optima V di Valiani consente di realizzare lavorazioni di fustellatura, mezzo taglio e cordonatura senza cambi utensile.

requisiti qualitativi? Questa è la scommessa che Francesco Raiola ha affrontato a testa bassa, analizzando quanto disponibile sul mercato, investendo oculatamente e applicando accorgimenti mutuati dalla propria esperienza.

Latex = offset, Valiani = fustella Quello di Raiola è un ragionamento basilare ma efficace: per riprodurre una stampa pressoché inodore, sicura e rispettosa del cartoncino scelto dal cliente serve una tecnologia inkjet eco-sostenibile e capace di allinearsi

visivamente all’offset. Al pari, per fustellare e cordonare quantitativi piccoli e medi di packaging serve un sistema preciso e ripetibile. Il tutto, ovviamente, entro i ristretti limiti di budget di una newco. Da qui è nata la scelta di HP Latex sia per la stampa diretta su cartoncino teso che per l’accoppiamento con cartoni più strutturati. E soprattutto l’adozione di un cutter digitale Optima V di Valiani, che abbina alla straordinaria compattezza e alla versatilità produttiva un prezzo d’acquisto estremamente vantaggioso. Al punto che Cartex è ormai giunta alla seconda installazione e pensa con serenità alla terza.

37


speciale Tra percezioni, falsi miti e realtà, quello di automatizzare i processi per recuperare efficienza è uno dei temi più dibattuti sulle due sponde dell’Atlantico

Ridefinire i flussi di lavoro del wide format per ricavare profitto da ogni opportunità

N

ella nuova era dell’automazione, questo articolo descrive come il mondo della stampa di grande formato sta cogliendo il potenziale derivante dall’incremento della redditività derivante da workflow realmente interconnessi. Con statistiche recenti che suggeriscono come il 92% delle aziende di stampa del Nord America dipendano ancora da soluzioni basate sugli interventi manuali, sembra che il settore del commercial printing sia ancora lontano dal comprendere le opportunità di maggiore redditività introdotte dalle tecnologie cloud-based. Ma

38

cos’è che allontana le aziende di stampa di grande formato dallo sfruttare appieno le potenzialità dell’industria 4.0 a loro disposizione? Specie in un mercato tradizionalmente a bassa marginalità, in cui fare leva sulla redditività è la chiave. Qui l’autore presenta una raccolta delle più recenti conclusioni sul settore, una testimonianza indipendente e uno scenario a supporto dell’utilizzatore. Così da chiarire il caso analizzato per superare le criticità iniziali di implementazione, rendendo possibile un ritorno dell’investimento inequivocabile. Non ultimo dimostrando la possibilità di raddoppiare la produttività a parità di risorse impiegate.

La holding cui PrintFactory fa capo, Aurelon, cerca modi per rendere la stampa di grande formato più redditizia dal 2001. Il team di sviluppo, ricco di proprietà intellettuale e focalizzato sulla ricerca, ha portato sul mercato le sue soluzioni di proofing complete sotto molte vesti. Sinonimo di un apprezzato portfolio di soluzioni progettate per il risparmio di tempo e risorse, incluse le piattaforme ProductionSuite e ProofMaster di GMG, con il famoso software che porta il suo stesso nome PrintFactory ha istituito un’entità a sé per focalizzarsi sullo sviluppo di strumenti di automazione cloud-based, che possono essere integrati direttamente in piattaforme MIS e sistemi workflow esistenti.


speciale I cinque fattori che spingono l’industria 4.0 L’elaborazione di possibili scenari condotta dal McKinsey Global Institute e riportata nell’articolo “A Future that Works: Automation, Employment & Productivity’ (pubblicato a gennaio 2017) prevede che l’automazione potrebbe aumentare la produttività globale di valori compresi tra 0,8 e 1,4% ogni anno. Questi scenari, basati sugli esiti di un programma di ricerca biennale che ha analizzato 2.000 attività lavorative nell’ambito di 800 mestieri, suggeriscono che la metà delle attuali attività lavorative potrebbero essere automatizzata entro il 2055. Mentre meno del 5% di tutti i mestieri può attualmente essere automatizzato, circa il 60% delle posizioni lavorative include almeno un 30% di componenti che potrebbero, in teoria, essere replicate da un computer. Le aree che più si prestano all’automazione sono quelle che implicano la raccolta e il trattamento di dati e/o mansioni fisiche in ambienti fortemente strutturati e prevedibili. Negli Stati Uniti questa tipologia di lavori costituisce fino al 51% delle attività complessiva – per un controvalore di circa 2,7 mila miliardi di dollari in salari. McKinsey ha identificato i cinque fattori più importanti che influenzano il ritmo e la portata dell’adozione: 1. Fattibilità tecnica: la tecnologia deve essere inventata, integrata e adottata in soluzioni che automatizzano specifiche attività 2. Costo di sviluppo e distribuzione delle soluzioni: il caso aziendale che guida l’adozione 3. Dinamiche del mercato del lavoro: la fornitura, la domanda e i costi del lavoro umano

come alternativa all’automazione 4. Vantaggi economici, tra cui una maggior produttività e qualità della produzione, oltre al risparmio sui costi della forza lavoro 5. Accettazione normativa e sociale: anche quando l’apertura ha un senso, i cuori e le menti devono ancora essere conquistati Verosimilmente uno degli ostacoli più difficili da superare è l’ultimo punto, su cui è basata una diffusa resistenza al cambiamento. Malgrado l’ottimismo e le convincenti statistiche di vendita che ruotano attorno all’automazione, c’è ancora una paura profondamente radicata verso la tecnologia come sostituto della capacità umana. La verità, tuttavia, è che con l’evolvere della tecnologia si evolve anche la predisposizione al lavoro. Il team di ricerca McKinsey traccia dei parallelismi con il movimento di allontamento dall’agricoltura del ventesimo secolo e l’ingresso in professioni che non erano prevedibili a quel tempo. L’articolo prevede che uomo e macchina debbano lavorare fianco a fianco in modo complementare per sfruttare al massimo il potenziale nascosto della vera automazione. I ricercatori teorizzano che l’automazione contribuirà infatti a compensare l’impatto di una quota calante di popolazione in età lavorativa in molti paesi, tra cui Australia, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Corea del Sud, Regno Unito e Stati Uniti. Gli analisti di McKinsey credono che questi territori trarranno il maggior vantaggio dall’automazione nel medio termine, in quanto queste economie avanzate stanno affrontando un deficit di risorse a tempo pieno equivalenti a causa delle problematiche relative all’invecchiamento della popolazione. In particolare, entro il 2020 gli Stati Uniti affronteranno un deficit di circa 15 milioni di

lavoratori solo per mantenere il PIL pro capite attuale. Secondo McKinsey l’automazione, se adottata abbastanza presto, potrebbe consentire agli Stati Uniti non solo di mantenere il PIL pro capite, ma anche conseguire una crescita del PIL pro capite per parecchi decenni a venire.

Scacciare il mito dell’automazione Quindi, lungi dal porre l’accento sulla disoccupazione di massa, affidandosi a macchine e algoritmi – dove l’esperienza aziendale è solida – l’automazione potrebbe essere un pezzo importante della risposta ad alcune delle più grandi sfide delle attività lavorative moderne. Mentre il report ‘A Future that Works’ di McKinsey offre una prospettiva macroscopica delle tendenze in gioco, qui ci soffermiamo sui vantaggi microeconomici delle piattaforme could-based per il settore della stampa di grande formato. E ci domandiamo perché, dal momento che quattro dei cinque fattori identificati come maggiormente influenti nell’entità e nel ritmo di adozione dell’industria 4.0 possono tranquillamente essere soddisfatti, solo l’8% del commercial printing in Nord America investe in flussi di lavoro automatizzati?

L’evoluzione verso un modo diverso di operare È l’intero ecosistema a dover sostenere la transizione. Forse parte del problema è che, mentre la tecnologia è andata avanti, gli atteggiamenti mentali no. O almeno il proprietario d’azienda

39


speciale

Vantaggi di un modulo basato sul cloud 1. Non è più necessario che i programmatori creino connessioni tra i vari processi 2. Gli operatori dell’IT non devono più manutenerlo e garantirne il funzionamento 3. Consente al responsabile della prestampa di concentrarsi sulle proprie mansioni chiave 4. La modularità è elasticità, per rispondere alle esigenze dell’azienda e delle persone 5. Le funzioni di disaster recovery sono integrate 6. Consente l’associazione ad altre soluzioni per arricchire il flusso 7. Tutto è disponibile a consumo, senza investimenti anticipati

“A livello microeconomico, le aziende in tutto il mondo avranno l’opportunità di cogliere benefici e acquisire un vantaggio competitivo grazie all’automazione. Non solo tramite la riduzione del costo del lavoro, ma anche grazie all’aumento della produttività, alla maggiore qualità e ai ridotti fermi macchina” Estratto da “A Future that Works”, The McKinsey Global Institute, 01/2017 deve ancora convincersi dei vantaggi che derivano dal superare il momento critico iniziale che accompagna l’implementazione. Oppure gli operatori possono anche non essere consapevoli del fatto che il software integrato nei loro nuovi e scintillanti macchinari necessita di attenzione. O che potrebbe fornire benefici molto maggiori con un semplice aggiornamento. Quindi ne consegue uno scenario in cui differenti stampanti sono gestite da RIP differenti. Il risultato è il caos in sala stampa, anche se il

40

management potrebbe non rendersene conto. E quando si presentano colli di bottiglia e le incongruenze nella qualità dell’output iniziano a imporre modi diversi di fare le cose, la tendenza è quella di pensare a come sostituire hardware costoso. Anziché cercare di capire se i problemi si potrebbero risolvere in modo più semplice ed economicamente vantaggioso con una soluzione software intelligente. Il costo e la complessità percepiti per la sostituzione di sistemi preesistenti, per non parlare delle interruzioni, degli inevitabili problemi iniziali e semplicemente del tempo necessario per valutare i pro e i contro, sono evidenti sfide che impediscono agli stampatori di passare da un approccio manuale ad uno automatizzato. Anche la sicurezza è una preoccupazione comune, anche se sotto molti aspetti i dati affidati al cloud sono più sicuri e accessibili, almeno nel caso di un ripristino di emergenza. Finché le condizioni sono commercialmente favorevoli, il committente è contento e l’azienda sente di avere tutto sotto controllo (anche se manualmente). E il team operativo non ha sufficiente slancio per indagare sulle possibilità apparentemente intangibili di affidare la produzione all’etere. È più sicuro, più familiare, focalizzarsi sugli strumenti. Non su ciò che li guida. Allora come possono gli OEM, i vendor della tecnologia e i rivenditori, supportare al meglio il settore del wide format nell’adottare un modo diverso di fare le cose? Una modalità più redditizia che porterà ad un risultato win-win per l’intera supply chain e i suoi partner strategici? Perché, in fin dei conti, si tratta di far crescere il mercato. Affidarsi ai flussi di lavoro tradizionali semplicemente non consentirà alla maggior parte delle aziende del wide format di massimizzare realmente le opportunità che i settori emergenti della stampa industriale e funzionale stanno già aprendo.

Perché vale la pena di investire Le aziende di software più illuminate stanno da tempo cercando modi di rendere la stampa wide format più redditizia. Ma l’affermazione di tecnologie cloud-based ha portato i potenziali aumenti di produttività a livelli senza precedenti. Valutare il mercato e cercare di dare un senso alle opzioni può rappresentare un campo minato per tutti, tranne che per gli sviluppatori. Come possono gli stampatori trovare un prodotto idoneo allo scopo che offrirà benefici tangibili? Innanzitutto evitando soluzioni costose, sovradimensionate, troppo complesse e onerose da condurre. Che sortiranno il solo risultato di confondere il team operativo. Inoltre, comprendere il TCO (total cost of ownership) anziché basare i calcoli sul solo esborso iniziale (il

software e la sua implementazione) può essere difficile in assenza di qualsiasi prova dato relativo ad una specifica organizzazione. Per questo molte aziende stanno cominciando a muoversi verso modelli di software-as-a-service (SaaS). Con la certezza che gli aggiornamenti saranno gestiti automaticamente, la piattaforma sarà interamente supportata e la soluzione completamente modulare. Grazie a competenze capaci di dare un senso ai dati, tali analisi possono essere utilizzate anche per il calcolo del TCO e per apportare continui miglioramenti che possono influire sul bilancio finale. In tempo reale. Raggiungere questo Sacro Graal di gestione automatica del colore che si posiziona, senza soluzione di continuità, in linea con altri sistemi di gestione delle informazioni (MIS) – ad esempio i moduli di pianificazione delle risorse aziendali (ERP) – può sembrare un sogno impossibile. O addirittura inutile. In definitiva, la tecnologia è uno strumento di gestione della qualità e della reputazione. Investire in un sistema che garantisca “in diretta” che i lavori stampati siano corretti al primo colpo, ogni volta, e che possano essere ripetuti sugli stessi


speciale identici standard, pur migliorando l’efficienza in termini di tempo, è assolutamente logico dal punto di vista commerciale.

La complessità è ridotta Così come la tecnologia PDF alla base dei RIP standard, le nuove piattaforme in chiave industry 4.0 convertono i file grafici in un formato che ciascun dispositivo di stampa può riprodurre con precisione, in un ambiente stabile. L’obiettivo è quello di produrre stampe affidabili e di alta qualità con il massimo risparmio di inchiostro, il minimo spreco di supporti e ridotti interventi manuali. Con la pianificazione dei lavori e il nesting gestiti in modo centralizzato nel cloud, il RIP è libero di processare un numero illimitato di lavori on-demand (fintanto che la rete e l’hardware interconnesso hanno la capacità di farlo) pilotando più stampanti e garantendo una riproduzione omogenea del colore su diversi dispositivi e supporti. I cambiamenti dell’ultimo minuto nella pianificazione possono essere gestiti facilmente, dal momento che i lavori sono rimessi in coda nel cloud istantaneamente e affidati al RIP per l’elaborazione solo al momento della produzione. Assicurando così una rasterizzazione più efficiente e minori necessità di rielaborazione. Ma i maggiori benefici in termini di tem-

po ed efficienza derivano dalla capacità del software di accorpare tutti gli strumenti di un reparto prestampa. Anche se la maggior parte delle aziende del wide format ha sistemi prestampa capaci di pre-elaborare un file e posizionarlo in una cartella output, il tempo richiesto all’operatore di stampa per individuare il file e poi inviarlo al RIP per procedere alla lavorazione, è tempo in cui la stampante non è operativa. Oggi i sistemi più avanzati possono semplicemente ricevere il file e stampare, generando maggiore velocità ed efficienza. Il tempo che il file del cliente trascorre in attesa di essere pre-elaborato per la prestampa implica un costo orario che non può essere compensato. Di conseguenza, velocizzare questo processo consente di ottenere tempi di produzione più rapidi, maggior produttività e quindi le condizioni per un aumento significativo dei profitti.

A che punto siamo? La stampa commerciale deve “fare attenzione al vuoto”. Il solo risparmio di inchiostro (in media almeno il 20% dei conti più onerosi da pagare ogni mese) dovrebbe essere sufficiente per costruire un piano economico a supporto dell’investimento in tecnologie avanzate di gestione del colore. Tuttavia il settore è ancora riluttante a sfruttare le opzioni evolute del sof-

Una ricerca Infotrends/Keypoint Intelligence riporta informazioni utili sulla mentalità degli stampatori americani 1. Solo l’8% delle aziende ha soluzioni completamente automatizzate per il flusso di lavoro (invariato rispetto a due anni prima) 2. Le aziende stanno spendendo solo 35.000 dollari l’anno per il software 3. La maggior parte non ha aumentato la propria spesa per l’IT o il software negli ultimi due anni 4. Tuttavia il 31% crede che investire nel software di automazione sia la risposta alle sfide di produttività e ottimizzazione del workflow (quindi la distanza tra gli investimenti previsti e quelli reali è ampia) 5. Nel 2015 il 9% degli stampatori commerciali affermava di avere flussi di lavoro automatizzati al 100% 6. Nel 2017 questo dato è sceso all’8% 7. Per otto dei tredici lavori più comuni nel flusso di lavoro, il processo abituale è ancora una singola soluzione. Solo tre hanno utilizzato un MIS 8. Il 18% afferma che entro il 2019 ha in programma l’automazione completa (tuttavia, questo non si riflette negli attuali livelli di investimento). Fonte: Infotrends/Keypoint Intelligence’s North American Software Investment Outlook, 2017)

Pat McGrew Director of Workflow Advisory Service, Keypoint Intelligence “Anche se hanno investito in automazione, ora hanno nuove carenze nel flusso di lavoro e stanno incontrando colli di bottiglia nelle stesse aree di coloro che non hanno fatto investimenti” tware RIP, per non parlare dei flussi di lavoro completamente automatizzati. Il report di Infotrends/Keypoint Intelligence 2017 North American Software Investment Outlook rivela la vera portata della riluttanza del settore ad adottare le ultime innovazioni. Solo l’8% delle aziende potrebbero affermare di essere completamente automatizzate. Questo dato era anche diminuto rispetto al precedente sondaggio del 2015 e, con la maggior parte degli intervistati che riferisce di investimenti in IT immutati nel corso degli ultimi due anni, il ritmo del cambiamento non sembra debba accelerare nel prossimo futuro. Ciò è sorprendente, considerato che quasi un terzo degli intervistati (il 31%) ha riconosciuto “l’investimento nell’automazione software come la risposta alle sfide di produttività e ottimizzazione del workflow”. Secondo Infotrends, la discrasia tra le spese previste e gli investimenti effettivi delle aziende nella propria spinta verso l’automazione è stato il più grande campanello di allarme emerso dal sondaggio. Parlando con Printing Impressions nel giugno 2017, il direttore del servizio di consulenza sul workflow di Keypoint Intelligence, Pat McGrew, ha anche evidenziato un’altra preoccupazione che riguarda l’adozione piuttosto frammentaria di tecnologie automatizzate tra gli stampatori commerciali. Pat ha dichiarato che, nonostante le aziende investano nel software, alle prime battute lo fanno entusiasmo ma poi se ne dimenticano. Non continuano ad investire nel sistema o a mantenersi aggiornati con la formazione. Il risultato è che non ottengono i benefici che dovrebbero avere e la tecnologia potrebbe iniziare ad ostacolare il progresso anziché guidarlo. Così come non aggiornare le soluzioni per il

41


speciale workflow, preferendo acquistare nuove attrezzature oppure basandosi su molti differenti RIP per gestire le varie macchine, non utilizzare appieno la tecnologia per i suoi vantaggi di semplificazione si traduce per gli stampatori in una posizione di netto svantaggio. Investire nell’automazione del flusso di lavoro è una decisione complessa che, senza un certo livello di impegno per tenere il passo con il software e sviluppare le competenze richieste per farlo girare, può ritorcersi contro l’azienda. Oppure vale la pena di valutare soluzioni SaaS che liberano l’azienda da questi aspetti e assicurano che la tecnologia venga sfruttata, come dovrebbe essere.

Calcolare il costo della consuetudine L’alternativa, naturalmente, è continuare ad applicare i vecchi metodi collaudati. Ma dal momento che lo scenario competitivo muta a seguito dell’ingresso dell’high speed inkjet, dell’affermazione dell’Internet of Things (IoT) e del crescente utilizzo delle app, i ritardatari avranno sempre più difficoltà a mantenere il passo e a preservare la propria redditività. Specie con l’ingresso di nuovi supporti ad alta marginalità come tessuti, ceramica e altri materiali simili. Questi mercati “lifestyle” più redditizi saranno aggredibili solo da coloro che avranno gli strumenti per gestire nuove modalità di applicazione del colore, in piena sicurezza e senza il rischio che l’errore umano abbia un impatto sulla reputazione del settore. Specie in un momento così cruciale in cui gli attori del large format lottano per guadagnare terreno. È vero che le soluzioni per il flusso di lavoro sono

costose in termini di denaro e di tempo, ma non saper vedere oltre l’esborso iniziale e i disagi nel breve termine si traduce inevitabilmente in maggiori perdite nel futuro. Perché il costo reale, misurabile, spesso nascosto, è in genere ampiamente sottostimato. Di conseguenza deve esserci un ROI convincente correlato all’investimento, per consentire all’imprenditore di prendere una decisione più strategica. “Flussi di lavoro normali” che si basano su profili preconfezionati, su vari RIP ciascuno con il suo motore proprietario di gestione del colore e del PDF, e un sistema più o meno gestito del colore – a volte anche una profilazione ICC che utilizza un device spettrale – costano almeno 500 dollari per lavoro su tre cicli in tempo non fatturabile. Con il 35% del tempo speso nel processo di preparazione alla stampa e il 20% nella gestione del colore, è facile vedere come miglioramenti anche solo marginali in queste aree potrebbero portare benefici significativi in termini di tempi e costi. Durante il tempo speso in prestampa, la macchina è inattiva. Erodendo così la marginalità e riducendo la capacità produttiva. In queste condizioni ci si può aspettare che un operatore di stampa gestisca circa 2-3 lavori per turno di lavoro, fino al loro completamento.

Comprendere il potenziale di crescita del fatturato I potenziali aumenti delle entrate ottenuti investendo in flussi di lavoro automatizzati sono calcolati sul fatto che il solo risparmio di tempo consentirebbe ad un operatore di portare a termine da 2 a 5 commesse in più nello stesso periodo. Ciò raddoppierebbe dunque la produttività effettiva, a parità di risorse. Impiegando la metà del tempo per portare macchina i lavori, alla metà del costo normale, raddoppiando parallelamente il numero di lavori per operatore e il numero di macchine che lavorano simultaneamente, è assolutamente possibile raggiungere una crescita potenziale delle entrate fino al 100%.

Frank Romano Professor Emeritus at Rochester Institute of Technology

Saper riconoscere cosa c’è di buono

“Il futuro della stampa coinvolge elementi che non possono diventare digitali. È la stampa con dati variabili per l’home decoration. È la stampa personalizzata da casa. È un’elevata marginalità. Ed è un mercato che sta cominciando ora”

Per realizzare il potenziale di crescita delle entrate è necessario anzitutto procurarsi la giusta piattaforma. Cosa c’è di buono in questo spazio? Cosa dovrebbero richiedere i decision maker alle suite di soluzioni da loro scelte? Come minimo, le aziende di stampa dovrebbero cercare un software in grado di offrire: • La creazione e gestione intelligente di profili, assicurandosi che qualsiasi

42

risultato sia coerente con un brand o uno standard di stampa • Ricalibrazione intelligente dei dispositivi per mantenere la stabilità del risultato • Una singola soluzione per workflow e rasterizzazione al servizio dell’intera organizzazione • Profili dedicati (non preconfezionati) • Stampa standardizzata per una gestione dei lavori senza sforzo • Flussi di rasterizzazione integrati in tutta l’azienda • La capacità di effettuare il preflight dei lavori automaticamente • Gestione del colore intrinseca che offra colore omogeneo a prescindere dall’output, sfruttando al tempo stesso il risparmio intelligente di inchiostro • Garanzia di qualità (QA) e certificazione del lavoro integrate attraverso l’intera soluzione, con reporting centralizzato • Workflow integrato intelligente, idealmente un job ticket creato nel MIS che guida l’intero flusso di lavoro • Set di strumenti automatizzati o semi-automatizzati che aumenta la produttività nella preparazione del lavoro • Finishing automatizzato e semiautomatizzato integrato (post-stampa) È importante che il sistema sia intuitivo, facile da configurare e user-oriented, con una vera interfaccia WYSIWYG (What You See is What You Get). L’idea è quella di non dover investire in un team di costosi tecnici, né dover fare affidamento su sviluppatori per pilotare il software. Seguendo la configurazione e formazione necessaria che circondano qualsiasi implementazione di questo tipo, la gestione quotidiana dovrebbe essere progettata per essere interamente utilizzabile in azienda dal dipartimento IT o dalla produzione (a seconda del tipo e della dimensione dell’organizzazione). Le soluzioni sovradimensionate verranno abbandonate a scapito dell’azienda e dell’intera corrente che sostiene l’industria 4.0. Inoltre, rimanendo fedele alla premessa dell’automazione, un flusso di lavoro cloud-based progettato con attenzione dovrebbe sicuramente rimuovere tutte le scelte complesse in carico agli operatori, riducendo o eliminando la possibilità di errore umano. Un paradigma che è del tutto plausibile in un futuro non troppo distante.

Dove siamo diretti Analizziamo quali sono le tecnologie che ci guideranno verso l’automazione. Immagina la possibilità di gestire un’attività completamente automatizzata, 24 ore su 24. L’automazione può includere large for-


speciale mat e stampa digitale. In realtà, anche con le competenze già esistenti siamo già a buon punto per arrivarci. La cosa principale che attualmente blocca questo livello di progresso è l’atteggiamento mentale, non le limitazioni della tecnologia stessa. Essendo un’attività basata sui dati, la stampa è un ottimo candidato per l’automazione. E mentre il settore sta cominciando ad investire nelle sue capacità, l’adozione è stata per lo più frammentaria. Le aziende di stampa tendono a scegliere selettivamente i flussi di lavoro che affidano al cloud. Investono in sistemi MIS o ERP, automatizzando le procedure per la preventivazione, la prenotazione e la produzione, ma senza riuscire a connettere completamente i punti. Molto spesso il collegamento ai RIP è uno di quei punti “dimenticati”. Mentre potrebbero essere consapevoli del fatto che i RIP possono essere connessi, la percezione è che sarebbe troppo costoso da installare in fase di implementazione, ritardandolo alla fase 2, 3... e oltre. Nella convinzione che l’integrazione richiederebbe la presenza di un esperto in loco per settimane. In realtà, il passo verso un sistema completamente automatizzato è molto facile. Con i sistemi più sofisticati che oggi offrono potenti strumenti di collegamento al cloud, i team di supporto IT devono solo mettere insieme i sistemi grazie al JDF o all’XML. Il software ha già tutto quello di cui ha bisogno per inviare i dati relativi allo status al front end. Funzioni come “track and trace” con QR code, app complementari per iPad e iPhone, nesting dinamico per risparmiare materiale e molte altre sono tutte parte dell’arsenale a disposizione dell’operatore, nell’ambito della giusta piattaforma di automazione. Un vero test di un simile sistema implica il fatto che l’utente possa impostarlo e usarlo attraverso gli strumenti di integrazione incorporati, senza assistenza esterna e senza una laurea in sviluppo software!

Sfruttare ciò che è possibile, qui e ora Basandosi sulle tecnologie cloud esistenti, questi nuovi strumenti consentono agli utenti di integrare direttamente i loro sistemi MIS/ workflow consentendo ai lavori di fluire senza problemi tra i processi. grazie a inediti livelli di scalabilità e affidabilità, le aziende più lungimiranti di qualsiasi dimensione possono sfruttare funzionalità avanzate, come le soluzioni web-to-workflow, che inviano informazioni dall’MIS o dal negozio online direttamente alla stampante. Ma anche la reportistica in tempo reale sul consumo di inchiostri e supporti, che consente alle aziende di gestire

i consumabili con maggior precisione. O la creazione di flussi di lavoro con nesting dinamico, capaci di offrire un’elaborazione dei lavori basata sul cloud con un delivery locale ai RIP e alle stampanti di pertinenza. Quest’ultima caratteristica è forse la più entusiasmante in un’ottica evolutiva. Il nesting dinamico offre alle aziende la possibilità di pianificare e gestire il loro carico di lavoro di produzione in modo più dinamico. I clienti possono anche consentire alla tecnologia di decidere quali lavori dovranno essere gestiti da quali dispositivi, indipendentemente dalla loro posizione geografica. On-demand, attivando una vera produzione “a luci spente” dove richiesto. Ciò consente anche alle grandi aziende la flessibilità di specificare quale sito produttivo. In alcuni casi questo potrebbe significare allocare un lavoro ad un sito geograficamente più lontano, in funzione della disponibilità della stampante. È così possibile assicurare la gestione del lavoro più veloce possibile, ma anche ottimizzare la base installata complessiva dell’azienda in ogni momento. Il maggior vantaggio delle operazioni 24 ore su 24, 7 giorni su 7, naturalmente, è la possibilità per il reparto traffico e prestampa di programmare e pianificare durante il giorno il lavoro, che poi potrà essere messo in stampa durante il turno di notte. Tutto ciò con la consapevolezza che l’intero flusso di lavoro, dall’invio del file alla stampa, verrà eseguito nel modo più efficiente possibile. Indipendentemente dal tempo, dalla location o dal dispositivo.

Liberare il potenziale di aumento della redditività dei flussi di lavoro realmente interconnessi È necessario pensare a come sviluppare fatturato in ogni occasione. Spingere per il progresso nel commercial printing non è una questione di ricalibrazione i flussi di lavoro del wide format. La tecnologia è lì per essere utilizzata. Progredire dipende più dall’incontro di menti con il desiderio di cambiare e dalla giusta piattaforma capace di consentire il cambiamento. Per la maggior parte degli stampatori di grande formato affidarsi al cloud è affidarsi all’ignoto. L’intangibilità di tutto ciò è sconcertante. Entrano in gioco preoccupazioni che riguardano la sicurezza. Il disagio iniziale è un fattore da prendere in considerazione. Così come lo è la reazione dell’ambiente di produzione, per non parlare delle potenziali lamentele dei clienti se la transizione dovesse rivelarsi problematica. La realtà è che con il cambiamento arriva sempre un certo grado di incertezza. Ma le stesse problematiche sarebbero in cima alla lista per qualsiasi revisione del sistema. Selezionare il

Ryan McAbee Associate Director, Keypoint Intelligence “Si tratta di catturare le informazioni dalle attrezzature e inviarle, come un grande idrante di informazioni, verso il cloud. Dove il software le analizza e le ripropone all’utente finale in un cruscotto intuitivo. Questo fornisce informazioni su dove le aziende di stampa hanno i loro colli di bottiglia, dove non sono redditizie. E alla fine dovrebbe consentire loro di essere più precise nel costruire i loro modelli di costo. Ciò consentirà loro di prendere decisioni basate sui dati, invece che sull’istinto” giusto partner è la chiave, sentirsi fiduciosi che questi possa gestire e sostenere la transizione è uno dei fattori più importanti nel compiere questo atto di fede. Ma i sistemi hanno successo solo se sono adatti allo scopo. Il mondo della stampa di grande formato è particolarmente complesso. C’è infatti un’arte nel cercare di riprodurre i colori su tanti differenti supporti e con diversi tipi di inchiostro. Ma la gestione del colore non è più un’arte oscura. Gli strumenti, così come le conoscenze basate sui dati, sono a disposizione per migliorare la qualità e padroneggiare metodi di lavoro più efficienti. Gli sprechi di supporti e inchiostri a causa di incoerenze cromatiche o errore umano non dovrebbero più esistere. Ottenere risultati identici dalla stessa stampante dovrebbe essere una realtà scontata. Anche ottenere risultati identici da diversi dispositivi non dovrebbe essere una sfida. Eppure gli operatori continuano a lottare con quelli che stanno rapidamente diventando sistemi arcaici, che si espongono all’errore umano e limitano la capacità. Questi sistemi obsoleti stanno costando agli stampatori commerciali migliaia di dollari in mancate opportunità di guadagno. E mentre il mercato si muove più aggressivamente verso nuove applicazioni su nuovi materiali, quelle ostacolate da flussi di lavoro inadeguati o mal gestiti inizieranno di sicuro a scontare ancora di più i costi nascosti.

43


strategie Una lungimirante strategia di efficientamento basata sul software e sul JDF ha permesso all’azienda di connettere tutte le proprie tecnologie di stampa e finishing

Competenze, automazione, e servizio al cliente: questa la ricetta vincente di corGae di Caterina Pucci // caterina@densitymedia.com

L

a conoscenza è potere, scriveva Francis Bacon quattro secoli fa, e la massima è valida ancora oggi. Tanto più in un settore “in divenire” costante come l’industria del printing. Padroneggiare tecnologie e competenze può fare davvero la differenza per un’azienda di medio-piccole dimensioni desiderosa di efficientare i propri processi produttivi. Lo dimostrano storie come quella di corGae, piccola realtà ben radicata nell’hinterland bolognese, che ha fatto dell’aggiornamento tecnologico e della formazione costante la

44

propria filosofia di vita. Il merito è soprattutto della visione ispirata del titolare Elia Nardini, che ha trasformato la passione per l’informatica applicata in uno strumento per sviluppare il proprio business. Alle tecnologie di stampa digitale di piccolo e grande formato, corGae affianca piattaforme di finishing avanzate nonché un ampio reparto prestampa, riuscendo a gestire internamente tutte le fasi del ciclo produttivo, dalla preparazione dei file alla consegna del prodotto finito. Votata al perfezionamento e alla progressiva semplifica dei processi, quest’anno corGae ha introdotto Enfocus Switch,

per automatizzare la gestione dell’intero workflow produttivo e azzerare i margini d’errore. L’integrazione con i sistemi di finitura Duplo, la stampante HP Indigo 7600 e il gestionale Onda iQ Vision, anch’esso di recente introduzione, promette di snellire una struttura produttiva già ben funzionante, in un’ottica di maggiore automazione e ripetibilità dei processi. || A sinistra, una panoramica dell’ambiente produttivo di corGae in cui trovano spazio HP Indigo 7600 e i sistemi di finishing Duplo. A destra, gli inchiostri Electroink utilizzati da corGae


strategie

intervista a Elia Nardini Titolare di corGae

“Non è così frequente che aziende della nostra dimensione sperimentino l’integrazione tra software per la gestione del workflow, piattaforme di stampa e sistemi di finishing digitali.”

Perché corGae ha scelto di investire in un’infrastruttura software avanzata? Pur essendo un’azienda di piccole dimensioni ci troviamo a gestire quotidianamente volumi di stampa differenti, con un elevato utilizzo di dati variabili. Uno dei nostri principali clienti è la multinazionale IMA, che si è affidata a noi per la realizzazione di brochure, opuscoli e cataloghi. L’introduzione di Enfocus Switch si è rivelata indispensabile per far fronte a basse tirature altamente personalizzate, continuando a garantire tempi di consegna brevi e qualità del servizio. In che modo strumenti come Switch semplificano la gestione dei flussi di produzione? Stiamo implementando un sistema bidirezionale che permetta a Switch di dialogare direttamente con il gestionale aziendale, consentendoci di monitorare tutte le operazioni, dalla preventivazione alla spedizione. L’automazione dei processi ripetitivi riduce al minimo l’intervento dell’operatore e, di conseguenza, la percentuale d’errore. Questo ci permette di concentrarci sulle abilità più squisitamente tecniche, che

costituiscono il valore aggiunto di corGae: prestampa, gestione del colore, finiture personalizzate. Crediamo che la standardizzazione non vada demonizzata, perché aiuta a valorizzare il lavoro creativo dell’operatore, non a sminuirlo.

e non vedo prospettive di crescita per corGae in un settore già saturo di proposte. Vogliamo, piuttosto, investire nell’aggiornamento del nostro sito web, implementando un nuovo servizio di verifica file da remoto e consulenza online.

Quali sono le criticità dell’integrazione software applicate all’ambito del finishing digitale? Non è così frequente che aziende della nostra dimensione sperimentino l’integrazione tra software di gestione dei flussi, piattaforme di stampa e sistemi di finishing digitali. Il lavoro cominciato con Duplo e i tecnici Caio Guardigli e Lorenzo Nocerino, rispettivamente responsabili dell’integrazione di Enfocus Switch e del gestionale Onda iQ Vision, è unico nel suo genere. Essere pionieri implica qualche difficoltà in più, ma sono molto fiducioso: la sperimentazione e il progresso sono una costante nella storia di corGae.

Come sarà strutturato questo nuovo servizio? Il sistema si articolerà in due opzioni distinte. La prima, gratuita e aperta a tutti, permetterà ai nuovi utenti di caricare un file di stampa e ricevere, in tempo reale, un report sulla sua bontà, semplicemente registrandosi alla piattaforma. La seconda sarà un servizio di assistenza esclusivo, dedicato ai clienti corGae. I file inseriti tramite interfaccia web verranno indirizzati al team di prestampa che si occuperà di verificarli, correggerli e inoltrarli alla produzione. Il cliente che decide di affidarsi a noi sa che non dovrà preoccuparsi dell’ordine effettuato fino alla fase di consegna. Le competenze acquisite nel corso degli anni in prestampa, impaginazione, profilazione colore e finishing parlano per noi. La consulenza online servirà a semplificare l’accesso a un servizio che siamo già in grado di offrire.

Pensate di aprirvi al mondo dell’e-commerce in futuro? La corsa al ribasso dei prezzi che la logica del web-to-print ha scatenato non ci interessa. Esistono in quell’ambito realtà consolidate

Perfezionisti di professione Elia Nardini si avvicina sin da giovanissimo al mondo della stampa, in particolare all’editoria. Lavora come redattore tecnico e diventa poi direttore editoriale della casa editrice Edagricole, che lascerà nel 1987. Nel 1992, dopo una parentesi professionale in Spagna, fonda corGae. Un acronimo che sta per Consulenza in ORGAnizzazione Editoriale. L’acquisto di una fotounità Scitex Dolev, nei primi anni Novanta, è il primo passo verso un’infrastruttura produttiva digitalizzata. Nel 1998 l’azienda mette a punto un primo rudimentale sistema gestionale, abbracciando definitivamente la via del digitale. Venticinque anni dopo, per rispondere alle esigenze di sempre maggiori volumi e personalizzazione dei propri clienti, corGae avverte la necessità di efficientare il proprio flusso produttivo. L’introduzione dei sistemi di finishing Duplo di ultima generazione (compatibili con JDF), del gestionale Onda iQ Vision e di Enfocus Switch rientra in un piano più ampio:

|| HP Indigo 7600 di corGae è l’unica stampante digitale ad aver ottenuto la certificazione ISO12647-2, rilasciata dall’ente TÜV SÜD. Quest’ultima regola il controllo di processo nella stampa offset in quadricromia.

45


strategie

|| Due delle soluzioni Duplo introdotte da corGae. A sinistra, la multifunzione Duplo DC-646 PRO; a destra, la plastificatrice Bagel Minilam B3.

Diversificare ed efficientare grazie a un finishing interconnesso La flessibilità è la caratteristica che rende la stampa digitale la soluzione più competitiva per far fronte a un mercato che richiede basse tirature e un’elevata diversificazione applicativa. Per garantire l’eccellenza del servizio e tempi di consegna ridotti, corGae cerca

di gestire la maggior parte delle lavorazioni internamente. Nel 2016, l’azienda ha inserito gradualmente una serie di soluzioni per il finishing Duplo. Dai biglietti da visita agli opuscoli, corGae oggi è in grado di far fronte a ogni genere di commessa. Nel reparto

automatizzare il workflow, dalla formulazione del preventivo fino alla consegna dell’ordine.

Il vantaggio dell’integrazione A partire da novembre 2017 corGae ha cominciato a sviluppare un sistema di integrazione bidirezionale che permetterà a Onda di comunicare direttamente con Switch e viceversa. L’invio dati potrà avvenire da qualsiasi periferica connessa al sistema. Quest’ultimo, in autonomia, trasferirà le informazioni al gestionale per la compilazione del preventivo e l’aggiornamento della logistica. Contemporaneamente Switch, sulla base delle informazioni ricevute, provvederà a eseguire il preflight nonché avviare le operazioni di prestampa, stampa e finishing. È il coronamento del sogno di ogni ambiente di stampa digitale: creare un flusso di comunicazione continuo tra software e periferiche di stampa e confezione. A questo proposito, la sfida maggiore nei prossimi mesi consisterà nel configurare il software Enfocus Switch per dialogare con le macchine di finishing di Duplo, sfruttando le potenzialità ancora inesplorate del formato JDF. Un progetto complesso che

46

di produzione aziendale, trovano spazio la multifunzione Duplo DC-646 PRO, un cucipiega Duplo 3500, una brossuratrice poliuretanica monoganascia Duplo DPB-500 PUR, una fustellatrice digitale iMark e una plastificatrice Bagel Minilam B3. L’obiettivo a

sarà operativo entro la prossima primavera. “Si tratta di un nuovo inizio che, a fronte di un investimento iniziale importante, promette benefici altissimi” spiega Nardini. Il nuovo sistema integrato permetterà a corGae di normalizzare le operazioni ripetitive, riducendo i margini d’errore ma lasciando ampio spazio ai tecnici nelle fasi di lavoro più creative.

Il coraggio di essere unici “Più valore alle vostre idee”. Lo slogan, rosso fiammante, campeggia all’interno del reparto produttivo di corGae, a ricordare quello che l’azienda rappresenta e vuole continuare a rappresentare. Per una realtà di piccole dimensioni − appena 10 dipendenti − a fare la differenza sono soprattutto le consolidate competenze nell’ambito della prestampa e della finitura personalizzata. L’obiettivo è garantire un servizio cucito “su misura”, nel rispetto delle esigenze grafiche e produttive dei propri clienti. Anche per questo, corGae ha investito in strumenti hardware e software e nella formazione per offrire un servizio completo e un prodotto qualitativamente ineccepibile. Negli anni, l’azienda

breve termine è completare l’interconnessione di queste periferiche, alcune già compatibili con lo standard JDF, e introdurre anche un sistema per la nobilitazione digitale. In Italia le soluzioni per la finitura a marchio Duplo sono commercializzate da Neopost.

ha infatti collezionato una lunga lista di certificazioni che costituiscono il valore aggiunto della sua offerta: CMYq, 9001, FOGRA 39, 47, 51 e 52. corGae è anche la prima azienda italiana ad aver adeguato la propria HP Indigo alla normativa per stampa offset ISO 12647-2, emessa dall’ente certificatore TÜV Sud. Anche sul fronte del finishing, lo scorso anno, l’azienda ha introdotto nel proprio ambiente di lavoro un’ampia gamma di soluzioni Duplo per il taglio e la piegatura. Contrariamente a quanto accade in molte tipografie, presso corGae il 95% delle operazioni di finishing è effettuato internamente e il progetto è inserire a breve anche una soluzione per la nobilitazione. “Vogliamo che la nostra struttura produttiva sia completa, che possa gestire qualsiasi ordine in maniera autonoma” spiega Nardini “per garantire tempi di consegna rapidi e un’elevata qualità”. Resistere e avere successo in un mercato sempre più concorrenziale è difficile, e l’unico modo per restare competitivi è differenziarsi. “Abbiamo individuato nell’aggiornamento costante delle tecnologie e nell’eccellenza degli standard qualitativi la nostra formula vincente” conclude Nardini “consapevoli che per avere successo non bisogna avere paura di essere unici”.


tecnologie Se la personalizzazione di massa è ormai un imperativo categorico, è importante iniziare a conoscere le dinamiche e gli strumenti evoluti che la rendono possibile

L’interazione tra brand e consumatore è la nuova frontiera del printing

I

l comportamento dei consumatori è cambiato drasticamente nell’ultimo decennio, sull’onda dell’effetto di Amazon e Uber”, che sta guidando la domanda di esperienze personalizzate, accessibili ovunque, 24 ore su 24. Con il mercato digitale che offre una scelta mai così vasta, inoltre, i brand devono lavorare più duramente per distinguersi e guadagnarsi la fedeltà dei consumatori. I brand che stanno avendo successo e guidano il gruppo sono quelli che sono riusciti a generare un legame emozionale con i loro clienti, che conserva il marchio sempre ben visibile

ai loro occhi. Uno dei fattori chiave per il raggiungimento del Sacro Graal della fedeltà emotiva è la personalizzazione. Non solamente tramite canali di marketing, ma anche attraverso prodotti personalizzati. La venerata campagna “Share a Coke” del 2013 ha mostrato il potere della personalizzazione (o, in questo caso, quella che è iniziata come una personalizzazione di massa molto intelligente). La Coca Cola ha visto aumentare le proprie vendite e la quota di mercato in modo significativo, mostrando quanto efficacemente la personalizzazione possa aiutare un brand a distinguersi e a far parlare di sé.

Douglas Gibson è Managing Director e appassionato fondatore di Infigo Software. Avendo trascorso la sua carriera nel settore della stampa, ha compreso l’opportunità che un’intuitiva soluzione e-commerce web-to-print poteva offrire per rivoluzionare i workflow di stampa digitale e fornire una personalizzazione coinvolgente on-demand. La difficoltà di trovare una soluzione che offrisse un’esperienza di utilizzo straordinaria lo ha indotto a lanciarne una sua. Infigo è nata in UK nel 2010, offrendo una piattaforma web-to-print intuitiva e facile da usare, che ha a cuore l’esperienza del consumatore. Riconosciuta per le sue peculiarità, Infigo supporta oggi oltre 1.500 siti web in tutto il mondo.

47


tecnologie

Da allora molti marchi hanno seguito l’esempio e hanno trovato modi interessanti ed unici per utilizzare la personalizzazione al fine di aumentare le vendite e generare rumore sui media. Ciò che si è reso più evidente con l’esperienza di alcuni esempi di marchi di alta gamma è che i consumatori sono disposti a pagare di più per un prodotto personalizzato. E che aggiungere la personalizzazione mantiene il marchio nelle case e nei ricordi più a lungo.

Lo strumento di marketing più influente? Il Packaging La ricerca condivisa da brandpacking.com mostra che il packaging è il media più influente per le decisioni di acquisto dei consumatori. Più della TV, della pubblicità online e dei consigli di altri consumatori. È perciò essenziale che i produttori di packaging ed etichette siano in grado di offrire soluzioni che consentano ai brand di creare packaging unici e straordinari, tagliati su misura per i loro clienti finali. Sia attraverso la personalizzazione che la localizzazione. Il packaging è anche uno dei pochi media che non possono essere sostituiti dal digitale. I consumabili richiederanno sempre qualche forma di imballaggio, perché possano raggiungere il consumatore intatti e corredati di tutte le informazioni necessarie per legge. Ciò significa che è un media stampato sul quale vale la pena di investire per il futuro. La giusta soluzione web-to-print consente ai brand di rendere “future proof” tutti i tipi di stampa e packaging. La personalizzazione non solo crea distinzione, ma apre anche nuove opportunità di mercato e di guadagno nell’ambito della regalistica. Il mercato dei regali personalizzati è esploso e non dà segni di rallentamento. Stiamo vedendo alcuni brand bizzarri e meravigliosi in cerca di soluzioni di personalizzazione, e sembra che quasi ogni prodotto possa essere trasformato in regalo, semplicemente aggiungendo un elemento per-

48

sonalizzato. La regalistica offre ai consumatori ulteriori motivi per comprare un marchio più frequentemente e gioca un ruolo nelle strategie di affiliazione al marchio, dal momento che il brand raggiunge nuovi clienti tramite i regali. Alla luce di questo è facile capire perché tante aziende stanno prendendo in considerazione la personalizzazione nella loro strategia di sviluppo del prodotto.

L’esperienza dell’utente è la chiave per il successo Le aspettative dei consumatori continuano ad evolversi rapidamente e la massiccia crescita nelle vendite di prodotti personalizzati dimostra che, al fine di tenere il passo, i brand di vari settori devono pensare a come possono aggiungere un tocco personale alla loro offerta. Come risultato di questa rivoluzione della personalizzazione, negli ultimi anni abbiamo osservato un cambiamento nel profilo della nostra clientela. Oggi stiamo servendo sempre più marchi B2C multicanale, che offrono prodotti personalizzati e regali on-demand. Stiamo inoltre attirando un numero crescente di produttori di etichette e packaging, che hanno riconosciuto la necessità di offrire opzioni di personalizzazione digitale ai loro clienti. Conseguire il successo con la personalizzazione on-demand richiede un’esperienza di utilizzo online semplice e coinvolgente, che aiuterà a conquistarsi la fedeltà della generazione digitale più avanzata. Ma non tutto riguarda l’utente finale. Dal punto di vista del fornitore, i portali online devono essere facili da implementare e gestire, offrendo un’esperienza self-service, mobile-friendly e coinvolgente per i loro clienti. Per i settori del packaging, delle etichette e della regalistica, la personalizzazione on-demand richiede una soluzione software web-to-print che possa integrarsi facilmente con i punti chiave del workflow di produzione. L’unico modo per i

fornitori di gestire in modo redditizio tirature brevi e personalizzate, e soddisfare le aspettative dei clienti di commesse rapide e semplici, consiste nella riduzione dei touchpoint manuali e nei processi end-to-end automatizzati.

La creazione di interazioni bidirezionali è il prossimo livello della personalizzazione Anche se la personalizzazione è chiaramente una strategia coinvolgente, mettere semplicemente un nome su un’etichetta non la trasformerà nel futuro del brand engagement. Dal momento che sempre più aziende forniscono prodotti, packaging ed etichette personalizzati, distinguersi diventerà sempre più difficile. Le aziende devono trovare modalità interessanti per rendere l’esperienza unica e inaspettata. Uno dei trend che stiamo osservando nel mercato del packaging personalizzato è relativo a come i brand sono in grado di chiudere il loop tra l’esperienza online/mobile e il prodotto stampato. Consentire un’interazione bidirezionale tra il consumatore e il brand aumenta l’opportunità di coinvolgimento e condivisione sui social, ampliando la portata delle campagne. Sempre più brand stanno usando i QR code, le tecnologie per includere video e la realtà virtuale per ottenere una comunicazione bidirezionale. Vediamo questo trend come la chiave per avere successo nel futuro, ed è per questo che abbiamo integrato la nostra soluzione con l’innovativa azienda di digital engagement Documobi, così da offrire un’interazione mobile tra consumatori, prodotti stampati e packaging. Ci aspettiamo di vedere una crescita massiccia di questo coinvolgimento interattivo, reso disponibile attraverso il packaging nei prossimi anni, così da consentire ai brand di restare rilevanti per la generazione digitale. Il futuro del brand engagement è entusiasmante e dovrà essere altamente personalizzato.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.