"Da Guerra e Verde nuovo energie per la cultura a Parma” Pier Paolo Mendogni presenta il nuovo libro I salami dell’Antelami. I Cieli del Correggio. Lo stupore dell'arte e parla della città in vista del 2020
"La cupola della Cattedrale di Parma in cui il Correggio rappresenta l’Assunta - scriveva il pittore Anton Raphael Mengs - è la più bella di tutte le cupole che erasi dipinte prima e dopo di lui". Parole che ritroviamo nel bel libro scritto dal giornalista e critico d’arte parmigiano Pier Paolo Mendogni I salami dell’Antelami. I Cieli del Correggio. Lo stupore dell’arte a Parma, edito da Diabasis. Ultimo volume di una lunga serie di scritti dedicati all’arte e alla storia del territorio. Una sorta di guida di mirabilia della città ducale. "Da giornalista interessato all’arte ho provato spiegarne la storia a Parma, gli artisti principali, i momenti storici più importanti da punto di vista culturale". Un patrimonio ricchissimo, popolato da figure di primissimo piano come Antelami, Correggio e Parmigianino. Un patrimonio che annovera autentici gioielli, unici nel loro genere, come la scena mobile del Teatro Farnese o il soffitto con volta traforata della chiesa di Sant’Antonio Abate. Arte che Mendogni ha per così dire voluto ricondurre sulla terra, ai temi concreti, come indica il titolo del volume. "L’idea - spiega - è stata quella di smitizzare l'arte. Ogni opera nasce in un preciso contesto storico, è figlia del suo tempo, influenzata dalla società dell'epoca. Prendiamo le sculture dell’Antelami, vi troviamo rappresentata la cultura allora dominante, quella contadina, legata alla terra. Attraverso le sue creazioni, possiamo scoprire molti strumenti del Medioevo. Un filone che in Emilia possiamo cogliere fino alle bottiglie dipinte da Morandi, tramite le quali rivivono gli usi della nostra produzione agricola". All'interno del Battistero per il giornalista si esplica un altro messaggio importante: "Abbiamo una delle poche rappresentazioni del Giudizio universale dove le persone agognano il Paradiso non perché temano di precipitare all’Inferno, che non è rappresentato in alcun modo, ma in quanto sanno di poterlo raggiungere attraverso le loro opere. Cogliamo una visione ottimista e positiva, che non mi pare cosa da poco". Un patrimonio artistico, narrato nelle sue diverse espressioni e manifestazioni, che ricorda quanto Parma sia stata e debba continuare a essere una città di cultura. "Abbiamo vissuto momenti notevoli nel Dopoguerra, penso al cenacolo di grandi personaggi formatosi attorno alla figura di Bertolucci. Eravamo un piccolo centro, dove tutti si conoscevano. Con l’ampliamento urbano - sottolinea - la cultura ha preso strade diverse e oggi annoveriamo molto figure importanti nel campo scientifico, grazie all’università. Se guardiamo all’ambito umanistico noto delle spinte importanti. Penso all’attività dell’assessore alla Cultura Michele Guerra o al direttore della Pilotta Simone Verde. Si sente in loro una nuova energia e mi auguro che possano avere successo". Di certo la petite Paris non può mancare l’appuntamento con il 2020, quando sarà Capitale della cultura: "Confido ci siano iniziative originali che possano richiamare il pubblico. Mi riferisco, per esempio, alle nuove mostre multimediali, che grazie alle nuove tecnologie riescono a coinvolgere in modo molto partecipato lo spettatore. E il complesso della Pilotta, naturalmente, ha tutti gli