Nel libro di Ballarini tutto il potere del cibo Una guida per essere più liberi dai messaggi della pubblicità Tra i piaceri che hanno a che fare col cibo, oltre a quello dei sensi, a quello psicologico, a quello di prepararlo c’è indiscutibilmente anche quello di parlarne. E così si è risolta in una conversazione piacevolmente fluida e ricca di spunti, la presentazione del nuovo libro di Giovanni Ballarini, Cibo è Potere. Per una libertà alimentare. (Diabasis) che si è svolta ieri in Academia Barilla. A intervistare l’autore, Giancarlo Gonizzi, curatore della biblioteca gastronomica di Academia, che ha posto domande mirate per far chiarezza sui legami complessi quanto articolati che uniscono cibo e potere. Per Ballarini, che studia da trent’anni la storia e i comportamenti legati all’alimentazione, questo libro si pone in scia con i precedenti due (Paura di Cibo e Il Piacere della Tavola), creando una trilogia che affronta le pulsioni che riguardano il cibo: Nei nove anni in cui sono stato impegnato a Bruxelles ho potuto vedere, con il fenomeno “mucca pazza”, la paura del cibo; una paura finita l’11 settembre 2001 (crollo delle Torri Gemelle) solo perchè scacciata da una paura più grande. Ma il cibo è anche piacere, anzi sono vari i piaceri che ruotano attorno ad esso. Sempre a Bruxelles ho visto i giochi di potere inerenti al cibo. Il cibo coinvolge l’economia, la finanza ed è oggetto di interessi, tanto è vero che il prezzo del grano che abbiamo non lo si fa qui in Italia, lo fanno negli Stati Uniti. Ci sono poteri occulti che gravitano intorno al cibo. Quando andiamo al supermercato a far spesa, pensiamo di esser liberi di scegliere, ma in vero siamo già stati bersagliati da messaggi pubblicitari, da immagini televisive che condizioneranno i nostri acquisti. Spesso questi messaggi fanno leva sulla nostra sfera emotiva a livello inconscio: se beviamo la bibita più nota al mondo non è perchè ci hanno detto cosa c’è dentro, ma perchè ci hanno detto che saremo felici. E così mangeremo quel sugo invece di un altro perchè l’immagine correlata è quella di una famiglia a tavola che va d’amore e d’accor do.. Ed ecco lo scopo principale del libro: Rendere edotti i lettori dell’esistenza di tali poteri, della varietà e della complessità della situazione. Sarebbe un bel passo già prendere atto di “sapere di non sapere”.. Una consapevolezza dell’esistenza di questi poteri, consente di esser più liberi nelle scelte. E l’auspicio, quello di una libertà alimentare. Oggi viviamo – secondo Ballarini – in un mondo di incertezze. Siamo in un cambiamento di era, non in un’era di cambiamenti. Anche nel cibo occorre libertà e già ci sono i segnali per cui questa si verifichi (un po’ come è successo per la rivoluzione e la libertà sessuale).. Così ha chiosato Mauro Massa, presidente della casa editrice Diabasis: “Abbiamo aderito subito al progetto iniziale di Ballarini e poi a questa trilogia, perchè sono volumi nati da uno studio intenso e da una capacità innegabile di andare in profondità nell’analisi”. Errica Tamani Gazzetta di Parma 7/11/2017 pag 14