Don Primo Mazzolari e l'Europa - A cura di Nando Bacchi

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Don Primo Mazzolari e l’Europa

Un profeta della modernitĂ

diabasis


Si ringraziano le Edizioni Dehoniane di Bologna e la Fondazione Don Primo Mazzolari di Bozzolo per avere concesso la possibilitĂ di pubblicare questa antologia.

Coordinamento editoriale Leandro del Giudice Redazione Muriel Benassi Copertina Anna Bartoli ISBN 978-88-8103-934-0 Š 2019 Edizioni Diabasis Diabasis srl - Stradello San Girolamo, 17/b, 12 - 43121 Parma Italia tel. 00 39 0521 207547 - info@diabasis.it - www.diabasis.it


Indice Nota dell’editore, 5 Prefazione (Luciano Mazzoni Benoni), 7 Nota editoriale (Giorgio Campanini), 11 Nota bibliografica (a cura di Giorgio Campanini), 13 Introduzione (Nando Bacchi), 15 Nota sulla Lingua Internazionale (Giordano Formizzi), 32 Bibliografia essenziale, 36 L’Unione federale dell’Europa in «Adesso» Povera Europa, 43 L’Europa in vacanza, 46 L’Europa in liquidazione, 49 Europa e Antieuropa, 51 Per la Costituente europea, 54 Comunità europea di difesa, 55 Contro l’Europa, 57 La Chiesa e l’Europa, 59 Salvare l’Europa, 62 L’Europa attende i cattolici, 65 Europa ’53, 69 Una Cristianità militante in una Europa decadente, 70 L’Europa non vuole guarire, 73 Perché l’Europa viva, 75 L’Unione politica Europea, 78 L’anima europea, 81 Federalismo, 83 Il Convegno Europeo a Bellagio, 84 Come si può tradire la pace, 86 Ostinatamente Europei, 89 Pericoli per la Comunità Economica, 91 L’Europa non è più il mondo, 94 L’Europa ai piedi della Croce, 97 L’Europa allo specchio, 100


Autonomie comunali, 102 I cattolici e la C.E.D., 105 Liberalizzazione e unità Europea, 107 L’Europa malgrado tutto, 108 Le tre dimensioni dell’unificazione. Rinnovare il vecchio continente, 110 Il significato dell’Europa. Una assemblea per la Costituente Europea, 113 Mercato Comune, km.0, 114 Alla conferenza di Ginevra l’Europa non c’era, non ci si meravigli se dovesse uscirne sconfitta,118 Esperienze Federaliste, 121 Il signficato dell’Europa [prima parte], 123 Il significato dell’Europa [seconda parte], 127 Tu non uccidere. I cattolici e l’Europa, 129 Per salvare la Francia, dobbiamo fare l’Europa, 131 L’Euratom contro la miseria, 133 Un vuoto da riempire, 136 L’Europa senza la Germania?, 138 La scuola europea, 140 L’Europa non nasce da un iracolo, 144 L’Europa federata ultima nostra speranza Potrebbe anche andare peggio, 146 L’Europa delle patrie, 148 La richiesta inglese per il Mercato Comune. Occorre rilanciare l’unità d’Europa, 150 Dopo la prima conferenza al vertice dei Sei. La crisi dell’Europa, 152 L’Europa agli Europei, 154 L’Europa agli Europei, 156 Il Mec e la nuova realtà. Mondo vecchio e mondo nuovo, 158 Alla Camera: il rilancio dell’Europeismo. Una grande occasione,161 Più timori che speranze nel rilancio europeo, 163 L’Europa unica soluzione, 166


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PREFAZIONE

Tra il 23 e il 26 Maggio 2019 i cittadini dei 27 Paesi aderenti alla Unione Europea saranno chiamati a rinnovare (per la 7^ volta: dopo la tornata costitutiva del 17 luglio 1979 e i successivi rinnovi: avvenuti nel 1984, 1989, 2004, 2009, 2014) il Parlamento Europeo; una rinnovata prova di partecipazione democratica che per le sue caratteristiche proprie non ha eguali nel mondo; una occasione per rilanciare gli ideali europeistici da tempo piuttosto appannati a causa della perdurante logica degli Stati-Nazione che domina tuttora e condizione costantemente gli Organismi comunitari. Ove poi si consideri l’onda polemica in atto contro il modello rappresentativo, si tenga conto che il Parlamento – grazie alla sua evoluzione rispetto alla prima forma di ‘Assemblea’ nata nel 1952 – è l’unica istanza in seno alla Unione Europea i cui membri sono eletti direttamente dai cittadini: quindi vale la pena insistere affinché la partecipazione al voto sia ampia e convinta, a dispetto delle tentazioni demagogiche o rinunciataria tanto presenti nell’opinione pubblica. L’unica istituzione dunque in grado di recepire la volontà popolare liberamente espressa nel voto e di poter concepire ulteriori evoluzioni nel segno della piena unità politica. Merito dell’Editrice DIABASIS è di aver colto la delicatezza del momento culturale che vive l’Europa di oggi – attraversata da acute tensioni sociali e da inedite spinte separatiste e sovraniste – e del valore cruciale che assume la prossima scadenza elettorale: offrendo gli spunti di ardente e appassionata fede europeista ben rintracciabili nelle pagine della rivista «Adesso» dedicate ai temi legati all’Europa. Dalla loro lettura si evince facilmente come essi siano tutt’altro che superati e che al contrario offrano ancora inesauste ragioni per rilanciare l’ideale europeo. Si tratta di una accurata selezione antologica di articoli apparsi sulla Rivista lungo un periodo piuttosto lungo (dal 1949 al 1962), dunque in un preciso contesto storico-politico in fase di forti accelerazioni (la ricostruzione postbellica, dapprima la pacificazione poi subito dopo il brusco irrigidimento delle relazioni internazionali con la ‘guerra fredda’, la guerra in Corea, la crisi di Suez, ecc.). Una selezione che – nonostante i mutati scenari – riesce a ben rappresentare le prime dinamiche della nascente Comunità Europea che – accanto a forti slanci – manifestarono ben presto le tenaci resistenze delle logiche nazionalistiche (a cominciare dalle pretese delle potenze ex


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coloniali: Gran Bretagna e Francia in primis) che condussero prima alla rinuncia al progetto della CED (la Comunità Europea di Difesa propugnata da René Pleven e Alcide De Gasperi: una sconfitta bruciante che segnò profondamente quest’ultimo), al conseguente accantonamento dello Statuto della CPE (Comunità Politica Europea – concepita come vero e proprio embrione di costituzione federale) e poi ai compromessi che determineranno gli esiti successivi dell’itinerario comunitario. Basta menzionare alcuni titoli per esemplificare la nettezza di analisi e di giudizio di «Adesso»: – Con il titolo Povera Europa! (nel settembre 1949) si volle denunciare le pieghe negative che già allora stava assumendo il progetto europeo, continuando tuttavia a porgere riflessioni critiche e propositive che risultano tuttora estremamente attuali. – Con quello L’Europa va in vacanza (dell’agosto 1958) si contestava l’atteggiamento rinunciatario e minimalista cui era ormai approdato il vertice comunitario. – Europa in liquidazione suona addirittura come un giudizio conclusivo e pessimistico del processo europeistico: e siamo soltanto nel Settembre 1954! – Europa e anti-Europa (luglio 1959) svela invece la presenza nel proprio seno di anticorpi che esercitano una continua azione di smembramento e regressione. Ma con L’Europa unica soluzione (del gennaio 1961), che chiude la nostra rassegna, viene riproposta la speranza nell’Unità dell’Europa, nonostante tutte le delusioni intervenute. Ebbene: questi titoli, con i rispettivi temi sottostanti, non sembrano rappresentare in modo stupefacente la situazione altalenante e confusa che noi ancora stiamo vivendo oggi? Le finalità degli ideatori di questa raccolta – Nando Bacchi e Giordano Formizzi – era proprio quella di raggiungere le nuove generazioni, oggi sottoposte a impreviste tensioni capaci di fare svanire nel nulla, ai loro occhi, l’ideale europeistico. A mia volta ho accolto fin dall’inizio il loro entusiasmo e ho volentieri collaborato con gli amici Giordano e Nando, anzitutto nella non facile selezione dei testi: si trattava infatti di ridurre, per ovvie ragioni, la amplissima serie degli articoli a sfondo europeistico pubblicati a suo tempo da «Adesso». Cosa non facile dal momento che, sfogliando quelle pagine, balza evidente all’occhio quanto stesse a cuore dei redattori la vicenda dell’Europa – allora ancora ai primissimi passi del cammino di unificazione – di cui si voleva cogliere ogni passaggio: sicchè non solo i maggiori eventi, ma anche discussioni ed iniziative di minor profilo venivano costantemente ed assiduamente riprese


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e commentate. La selezione operata, che ha ridotto drasticamente i testi inizialmente considerati, consente comunque di recuperare il senso essenziale di quegli svolgimenti che hanno poi portato agli ulteriori sviluppi: prima nella CECA (1950) poi nella CEE o MEC (1957), quindi nel fino all’attuale Unione Europea (sulla base dei Trattati di Maastricht 1993 – Amsterdam 1999 – Lisbona 2007). Il pacifismo che animava don Primo Mazzolari e i suoi giovani -i quali sognavano una Europa unita a servizio di un mondo affrancato dalle piaghe della fame e dell’ingiustizia – è stato dopo tutto riconosciuto con quel Premio Nobel per la Pace assegnato alla U.E. nel 2012. Il federalismo da loro agognato è bel lungi dall’essere stato realizzato: ma le aspirazioni di tanti territori e le rivendicazioni e in atto in numerose Regioni (si pensi alla Catalogna) potrà trovare soddisfazione soltanto in una cornice federale. Pertanto la presente antologia non ha il carattere di indagine storiografica: non proponendosi quale studio sistematico, bensì come riflessione collettiva raccoltasi attorno alla figura carismatica di don Primo Mazzolari mediante l’osservatorio di una Rivista: quindi piuttosto come strumento di indagine critica dal basso rispetto ai processi che si svolgevano in sede internazionale (a livello diplomatico e degli organismi comunitari); nonché come veicolo di trasmissione fra le generazioni di una memoria che rischia altrimenti di disperdersi, fino a smarrire la prospettiva seguita da tutti gli europeisti più illustri (da Jean Monnet a Robert Schuman, da Konrad Adenauer a Simone Veil, da Léon Blum a Salvador de Madariaga), accanto ai quali vanno sempre menzionati almeno alcuni autorevoli nomi italiani dell’800 (da Giuseppe Mazzini a Carlo Cattaneo) e del ‘900 (da Altiero Spinelli a Ernesto Rossi, da Eugenio Colorni a Ignazio Silone, da Alcide De Gasperi a Luigi Einaudi). Nella lettura, vanno opportunamente tenute presenti alcune precisazioni: – Per una corretta comprensione dei singoli articoli, risulta preziosa la lettura preliminare dei testi che precedono la Rassegna Antologica. La nota editoriale di Giorgio Campanini inquadra il profilo giornalistico di don Primo Mazzolari e la nascita di «Adesso». Mentre il testo introduttivo di Nando Bacchi ne enuclea i princìpi ispiratori sul piano religioso (rilevandone la vicinanza con altri illustri nomi del rinnovamento cattolico anche in ottica ecumenica), quello di Giordano Formizzi ne illustra l’aspirazione universalistica, traducibile in chiave di ‘polis europea’ articolata in autonomie locali associate secondo un quadro federale, nonchè in chiave di soggetto politico non chiuso in sé bensì aperto in ottica mondialista, perfino in termini linguistici oltre che di cooperazione internazionale.


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– Gli articoli non firmati vanno attribuiti alla redazione e principalmente a don Primo Mazzolari che ne era il primo ispiratore; mentre quelli firmati non corrispondono tutti a veri e propri autori, giacchè di frequente don Primo ricorreva allo ‘pseudonimo’; fra i redattori, allora tutti giovani raccolti attorno alla leadership di don Primo, si annoverano figure che diverranno poi esponenti politici di rilievo (Mario Vittorio Rossi, Franco Bernstein, Alexander Marc, Mario Pedini) ed anche un religioso poi noto: il padre servita Umberto Vigorelli (1919-1994) confratello e amico di p. David M.Turoldo. – La sequenza degli articoli selezionati non è in ordine cronologico, avendo inteso distinguere gli estensori dei testi, privilegiando quelli dell’intera Redazione (pagg. 31-45) e quelli ufficiali di don Primo (pagg. 46-51), mentre i rimanenti sono a varia firma (pagg. 52 e seguenti). Il primo numero di «Adesso» esce a Modena il 15 gennaio 1949, ne è direttore Paolo Pombeni. Il numero del 15 dicembre 1950 vede la direzione di Giulio Vaggi a cui succede, dopo la morte di don Primo, Mario Rossi, ex Presidente della Gioventù Italiana di Azione Cattolica (G.I.A.C.). L’ultimo numero contiene due editoriali, intitolati Adesso sceglie il silenzio e Lo spazio dell’opinabile, firmati rispettivamente “La direzione di Adesso” e “Adesso. – L’intera collezione del quindicinale «Adesso» (dal 15 gennaio 1949 al 15 settembre 1962) è stata pubblicata in riproduzione fotografica integrale a opera delle Edizioni Dehoniane Bologna in quattro volumi, curata da Giuseppe Alberigo per iniziativa del Centro Editoriale Dehoniano e del Comitato per le Onoranze a don Primo Mazzolari di Bozzolo. La copia anastatica, pubblicata nel ventesimo anniversario della morte di don Primo, reca una presentazione di padre Aldo Bergamaschi contenente una sintetica storia della rivista nonché interessanti note di dettaglio sul significato della testata e sugli pseudonimi di alcuni redattori, don Mazzolari compreso. Il volume III, che termina con la morte di don Primo, e il volume IV contengono due pregevoli Indici dei temi trattati. Per delinearne i tratti inediti di Mazzolari quale straordinario anticipatore, basta soltanto il suo profilo che lucidamente scrisse un suo amico, anch’egli prete partigiano ligure don Silvio Ravera (1923-2003) in Profeti a confronto: Don Primo Mazzolari e Padre Pierre Teilhard de Chardin, Marietti 1991 (nella prima edizione: Due profili, La Locusta, Vicenza 1971): ove vengono ben descritte le tante analogie fra i due illustri personaggi che col loro ardore animarono intere generazioni. Luciano Mazzoni Benoni



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