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VENERDÌ 12 APRILE 2019
FESTIVAL
CULTURA
Encuentro, la letteratura ispanica in Umbria
cultura@gazzettadiparma.it
pEncuentro, il festival delle letterature in lingua spagnola che si svolgerà tra il primo e il 5 maggio a Perugia, Terni, Foligno e Gubbio, vedrà fra gli ospiti della sesta edizione Muñoz Molina, romanziere tra i più raffinati e popolari in Spagna, Manuel Vilas, che col suo «Ordesa» (tradotto a gennaio in Italia da Guanda col titolo «In tutto c’è stata bellezza») è stato il caso editoriale spagnolo del 2018, il messicano Paco Ignacio Taibo II, il
cubano Leonardo Padura Fuentes, E poi gli spagnoli José Ovejero e Edurne Portela – che presenteranno i loro «L’invenzione dell’amore» (Voland) e «Meglio l’assenza» (Lindau) - il colombiano Héctor Abad e la cilena Nona Fernández, Paolo Di Paolo, Gennaro Carotenuto, Davide Barilli, che presenterà «Cuba. Altravana» (Giulio Perrone editore) e i premi Strega Helena Janeczek e Nicola Lagioia che terrà una conferenza su Roberto Bolaño.
Rosati «Per tornare a pensare in grande ci devono guidare le voci della speranza» Dedicato all'ex senatore e presidente delle Acli che in febbraio è arrivato al giro di boa dei 90 anni Il volume «Cristiani di frontiera. Scritti in onore di Domenico Rosati», a cura di Claudio Sardo UMBERTO SQUARCIA
PRESENTAZIONE
pLa raccolta degli scritti in
onore di Domenico Rosati, al suo giro di boa dei 90 anni compiuti nel febbraio di quest’anno, nasce dalle testimonianze di tante persone che hanno condiviso con lui un tratto della sua vita pubblica. E sono tanti questi testimoni che hanno ricordato la figura del Presidente delle Acli, del Senatore «indipendente» democristiano, del collaboratore della Caritas. Sono persone della Chiesa, della politica, del sindacato, della cultura, della società civile, ognuna delle quali non ricorda semplicemente dei fatti o dei periodi del tempo passato, ma alla luce di questi vuole interpretare il presente e pensare al futuro. Nel volume «Cristiani di frontiera. Scritti in onore di Domenico Rosati», a cura di Claudio Sardo (Edizioni Diabasis), il curatore ricorda che «la sfida di oggi è tornare a pensare in grande» e in questa sfida del presente , come diceva Rosati «ci devono guidare le voci della speranza e non i profeti di sventura». Domenico Rosati è cresciuto nelle Acli e ne è divenuto Presidente nel 1976. Divenne Presidente quando il dramma della rottura tra le Acli e la Chiesa era già avvenuto. Nel giugno del 1971 Paolo VI parlando alla CEI aveva giudicato «un dramma» la fine del collateralismo delle Acli con la DC e la ipotesi socialista come metodo di azione sociale e con esso riteneva che le Acli si fossero poste fuori dall’ambito delle associazioni a cui la gerarchia accorda il consenso. La Chiesa di conseguenza ritirava gli assistenti ecclesiastici e ogni altro appoggio.
Il libro sarà presentato lunedì alle ore 17,30 alla Comunità Betania, in strada comunale Lazzaretto 26 Marore (Parma). Interverranno: Claudio Sardo, Pierluigi Castagnetti, Giorgio Campanini, Corrado Truffelli, don Luigi Valentini. Modera l'incontro Mauro Massa.
«Fin dall’inizio della sua presidenza Rosati ristabilì un rapporto leale con la gerarchia e la consuetudine di frequenti dialoghi che favorirono il processo di riconciliazione» (Bartolomeo Sorge S.I.). Il coronamento degli sforzi di Rosati, ricorda ancora padre Sorge, avvenne con l’udienza che Giovanni Paolo II concesse nel 1983 alla Gioventù Aclista. E più recentemente con le
parole di Papa Francesco che alla canonizzazioni di Paolo VI ringraziava il folto gruppo delle Acli rimaste riconoscenti a Papa Paolo VI. Domenico Rosati durante gli anni della sua presidenza (1976 -1987 ) ha guidato il movimento secondo l’originaria triplice fedeltà delle Acli al lavoro, alla democrazia, alla Chiesa. E nonostante questa convinta fedeltà Rosati non cessò mai di di-
fendere e valorizzare il valore dell’autonomia del movimento specie dopo che il vento del Concilio aveva investito tante organizzazioni e comunità ecclesiali, anche laiche ed aveva riconosciuto la legittima autonomia e il pluralismo dei fedeli laici nelle scelte sociali e politiche. «Autonomia e unità sono state le parole chiave di Rosati» sottolinea il curatore del vo-
lume Claudio Sardo. Autonomia e unità delle Acli innanzitutto con la convergenza delle diverse anime al suo interno, ma poi del mondo sindacale per la cui unità Rosati e le Acli hanno sempre lavorato a favore. «La vocazione a ricucire strappi e ferite si è tradotta in azione preziosa per la ricostruzione dei rapporti sindacali e del rapporto tra mondo cattolico e movimenti dei lavoratori» (A. Pizzinato ). Dopo la stagione nelle Acli Rosati nel 1987 diviene Senatore «indipendente» della DC e della sua esperienza di legislatore si ricorda in primo luogo la sua battaglia pacifista contro l’installazione dei missili nucleari in Europa in Italia e il suo voto contrario all’in-
pSiamo in piena primavera, «Ci vuole l'inverno è ormai dimenticato: Rimini respira un'aria frizorecchio» zante e arriva un nuovo caso la Omicidi, guidata dalper un giallo per l'affascinante vice questore Confalonieri Bontutto riminese Costanza net. Stavolta i guai arrivano
chio”, come cantava il grande Enzo Jannacci: proprio con lui, infatti, la coppia scrisse questo indimenticabile brano. Dopo “La chiave di tutto” di ambientazione invernale, arriva questo secondo romanzo che fa parte di una tetralogia riminese ambientata nelle quattro stagioni. Già, la primavera: è proprio in una giornata di maggio, quando il caldo in riviera comincia a farsi sentire, che parte l'indagine del vice questore Confalonieri Bonnet: un caso di “cold case”. Soluzione non semplice ma tutto si complica con l'omicidio di un'ereditie-
ra, Diamante Brandolini, ricca e soprattutto infelice. Nella trama gialla, condita da tanta ironia come sa fare Vignali, spuntano anche una Fondazione e uno studio di avvocati da trattare con i guanti. Ma Costanza Confalonieri Bonnet, solare e estroversa, di una bellezza che spesso spiazza gli uomini, è una tipa tosta: accanto a lei ritroviamo l'ispettore capo Orlando Seneca Appicciafuoco, l'agente scelto Cecilia Cortellesi e il vice sovrintendente Emerson Leichen Palmer Balducci, quest'ultimi presi anche dalla loro storia d'amore. E, nell'indagine, finisce per giocare un
ruolo di primo piano Leo Liverani, comico e compagno della madre di Costanza. Una Rimini primaverile e felliniana, con l'immancabile Grand Hotel, “regno” del vice questore, fa da sfondo ad un romanzo che “pesca” tra i segreti dell'alta società, nelle ambigue atmosfere circensi e anche in una decisiva partita di calcio di Seconda categoria. Gino Vignali regala al lettore, grazie ad un scrittura leggera e divertita, un romanzo che, seguendo i dettami del giallo, vira spesso nel grottesco, con una marea di citazioni alte, da Gadda a Pascoli, e basse, come
DOMENICO ROSATI Il presidente dell'Acli in un'immagine del 1980.
tervento della Nato contro l’Iraq dopo l’invasione del Kuwait. In questa sua decisione come ricorda Castagnetti erano state decisive «le categorie politiche innovative» sostenute con convinzione da Dossetti. «La delibera dell’Onu sull’uso della forza se non contra cartham era certamente praeter cartham» ha elaborato Rosati nel suo intervento al Senato motivando così il suo voto contrario. Quando ancora era presidente delle Acli nel maggio 1983, seguendo la sua fede e il suo impegno pacifista, Rosati aveva organizzato una marcia per la pace dalla Sicilia a Ginevra per portare un appello per il disarmo sul tavolo delle superpotenze. La lezione di Rosati sia alle Acli, sia al Senato e infine alla Caritas, come emerge dal senso di tutti gli interventi, è stata «la ricerca costante di eliminare o contrastare quello che il Papa aveva chiamato il più grande peccato dell’umanità, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo». E la sua lezione richiama tutti noi credenti alla comune responsabilità di fronte alle sfide del tempo presente. E la sfida principale è quella di tradurre le grandi enunciazioni dell’unica voce oggi credibile nel mondo, quella di Papa Francesco, proposte con tanta forza e autorevolezza non solo spirituale e culturale, ma anche politica, tradurle nel nostro vivere collettivo e nella nostra azione quotidiana. .
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Cristiani di frontiera. Scritti in onore di Domenico Rosati a cura di Claudio Sardo Diabasis, pag. 172, A 13,00
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VANNI BUTTASI
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dal mare: le reti di un peschereccio “pescano” una valigia, che contiene delle ossa: sembrano quelle di una bambina. E' questo l'incipit del nuovo romanzo di Gino Vignali - con l'amico Michele Mozzati, forma la celebre coppia Gino&Michele, che ha partecipato alla nascita di Zelig e inventato “le formiche che si incazzano” - “Ci vuole orec-
le battute dal film “I fichissimi”. E, come già detto, c'è Rimini che gioca un ruolo da protagonista indiscussa, con il fantasma di Fellini che aleggia ovunque e “protegge” i buoni contro i cattivi. Certamente “ci vuole orecchio” per risolvere questi due casi e, come cantava l'indimenticabile Enzo Jannacci, “anzi parecchio”. Ma Costanza Confalonieri Bonnet tutto questo lo sa. Ci vuole orecchio di Gino Vignali Solferino, pag. 204, A 16,00 © RIPRODUZIONE RISERVATA