Cingi «Mutan l'acque e i colori» immagini tra passato e presente Il nuovo romanzo della scrittrice parmigiana, edito da Diabasis, sarà presentato giovedì alla biblioteca Palatina Più il tempo e i romanzi passano, più l'arte sottile e affascinante di Marina Cingi si pronuncia con una poetica semplicità d'amore e di forza. Da «Uomini dimenticati» a «La sindrome dei sopravvissuti», editi da Diabasis negli ultimi anni - quest'ultimo volume ha recentemente vinto il a Giardini Naxos il primo premio assoluto per la sezione Libro edito, Narrativa, conferitole dall'Accademia Internazionale Il Convivio - la pagina narrante di Marina conquistato una sua autorevolezza poetica, drammatica e di analisi psicologica veramente notevole, ponendosi così a specchio di una realtà di prosa e di concezione narrativa degna d'un primo piano. Anche nel nuovo romanzo «Mutan l'acque e i colori», edito sempre da Diabasis, con una prefazione di Cristina Accidini, presidente dell'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, lo sguardo della scrittrice si pone a necessario contrasto utile e persino generoso con una realtà di rappresentazione che non è più soltanto racconto, bensì immagine poetica tanto efficacemente rappresentata fino dal titolo tra acque e colori. Dell'anima, s'intende. Ed ecco, allora, che questo libro di nascosta e quasi sfuggente gara poetica si offre alla lettura non solo come esempio di un genere letterario, ma come somma di un'esperienza unica, possibile, trepidante tra passato e presente, tra ricordo, voci, parole, immagini, luoghi e memorie in perfetto equilibrio di ombre. Sono ombre, è vero, ma sono anche esemplare uso del linguaggio «che non perde sicurezza e precisione pur cambiando registro nelle varie situazioni spesso risolte con fitti dialoghi» - osserva Cristina Acidini, e Maria Grazia Carretti in terza di copertina aggiunge opportunamente: «Inviluppata in una tenerissima storia d'amore Marina Cingi svolge un tema che la intriga particolarmente dato che era già stato trattato nel suo romanzo Sindrome dei sopravvissuti». Riferimento, quest'ultimo, molto importante per congiungere due fasi della lettura esistenziale che la Cingi perfeziona via via che il suo poema familiare s'infittisce e si struttura. «Mutan l'acque e i colori» - presentazione giovedì alle 17 nella Biblioteca Palatina, con l'autrice, chi scrive queste note e Isa Guastalla - risale adagio adagio, e con commossa partecipazione il proprio tempo, dichiarandosi a tratti romanzo d'amore, a tratti cronaca di vita vissuta, a tratti lucida e limpida testimonianza di un'esistenza segreta appena appena segnata dalla ferita del rimpianto che va oltre la storia pur importante della scrittrice e dei suoi affetti per diventare «attenzione dell'autrice per i mutamenti sociali ed economici di un'Italia rurale e ingenua che si tuffa - sostanzialmente impreparata nel boom economico e nelle tematiche dell'emancipazione» - scrive la Accidini. Ma c'è anche tanto di più punteggiato dalle poesie e, nelle poesie, dal segreto ritmo estremo della mano che dipinge e ricorda con pari palpito di emozioni e di saggezza lungo la tavolozza degli anni.
Giuseppe Marchetti GdP 11/12/2018 pag. 47