Il discorso e lo sguardo - Roy Menarini

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PANDORA COMUNICAZIONE CINEMA 6

Direzione di Michele Guerra Comitato di direzione Roberto Campari, Hannah Chapelle Wojciehowski, Nicola Dusi, Michele Fadda, Vittorio Gallese, Leonardo Gandini, Sara Martin

PANDORA

COMUNICAZIONE


Coordinamento editoriale Leandro del Giudice Redazione Giovanni Cascavilla Grafica Anna Bartoli In copertina La maman et la putain, Jean Eustache, 1973 ISBN 978888103826-903-6 Š 2018 Diaroads srl - Edizioni Diabasis Str. San Girolamo, 17/b - 43121 Parma Italia telefono 0039.0521.207547 – e-mail: info@diabasis.it www.diabasis.it


Roy Menarini

Il discorso e lo sguardo Forme della critica e pratiche della cinefilia



Indice 7

Introduzione

Parte I – Stazioni della cinefilia 13

1. La cinefilia e la sua breve storia. Proposta di periodizzazione

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2. La cinefilia magnetica: gli anni Ottanta. Tra ritirata strategica ed estasi del piccolo schermo: passioni critiche in Italia nell’epoca del VHS

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3. La cinefilia digitale. La passione per il film e l’epoca dello streaming

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4. Serialità e cinefilia. Note su seriefilia e critica della serialità televisiva

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5. Classifiche, canoni e giochi: la critica ludica. Tra gamification della cultura cinematografica e oscillazioni del gusto

Parte II – Discorsi della critica 75

6. La critica del blockbuster. Star(dom) Wars

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7. La critica del blockbuster 2. Il caso Avatar. Popolare, politico, nuovo: strategie di estetizzazione

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8. Il fantasma cinematico. Paolo Sorrentino italiano/internazionale. Il caso The Young Pope. Ricezioni critiche e gusto della qualità

Parte III – Leggere i critici 113

9. Il critico gentile (ma non troppo). Su una recensione di Alberto Farassino

121

10. Il filmkezich. Riflessioni sul metodo e sulla scrittura critica di Tullio Kezich

133

11. La costruzione del canone. Callisto Cosulich al «Giornale di Trieste»


Parte IV – Esercizi di lettura 143

12. Bastardi senza gloria. Tarantino, la guerra e Hitchcock (I)

149

13. Django Unchained. Tarantino, il western e Hitchcock (II)

159

14. Zodiac. Archeologia del terrore

Parte V – Analisi di caso 169

15. Il festival reinventato. La critica e il caso Cannes 2017


Introduzione

Il volume intende analizzare aspetti della critica e della cinefilia, ben sapendo che non si tratta di sinonimi, allo scopo di saggiare alcune possibilità di analisi, valutazione e riconsiderazione delle rispettive aree d’azione. Il tema della restituzione del film attraverso discorsi, retoriche e racconti riguarda entrambe, ma solamente la valutazione specifica di singole occorrenze storiche e del rapporto rapsodico con il destinatario può descrivere almeno in parte una costellazione tanto complessa, in cui le due dimensioni (quella critica/valutativa e quella sentimentale/cultuale) si intrecciano, si respingono, si attraggono o si fondono. Questa raccolta di saggi nasce dalle ricerche compiute negli ultimi anni, e per questo motivo ha un aspetto antologico, che tuttavia non rinuncia a proporre un quadro più generale di riflessione. Si apre, infatti, con un tentativo di brevissima storia della cinefilia, e quindi procede attraverso stadi intermedi sia di tipo storiografico sia di tipo sincronico e teorico. Tuttavia, dal momento che l’autore ha sempre voluto saggiare anche le pratiche critiche, oltre che le militanze cinefile, non mancano alcune proposte di lettura che tengano conto della ricezione del film e al contempo propongano possibili interpretazioni. Convinti che il terrain vague tra critica, cinefilia e ricerca non debba andare disperso, pur in un’ottica di misurabilità dei risultati delle attività accademiche, offriamo un percorso estremamente variabile dove ci auguriamo che un qualche piacere del testo e del pensiero sul cinema emerga al di là e oltre gli steccati metodologici. In ogni caso, per dare ordine ai singoli capitoli (fruibili singolarmente), si è proceduto a raggrupparli secondo i differenti approcci e soggetti. La prima parte, Stazioni della cinefilia, immagina alcune banchine storiografiche e teoriche da cui osservare il treno delle pratiche cinefile: dalla breve ricapitolazione generale di cui si è detto allo scandaglio di uno dei periodi più sottovalutati (gli anni Ottanta), dalle nuove forme della cinefilia digitale fino alla recente ondata della cosiddetta seriefilia. La seconda sezione, intitolata Discorsi della critica, slitta più decisamente sul piano della critica e della ricezione, con capitoli sul concetto


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di canonizzazione della storia dei film, sul problema della valutazione dei blockbuster, e di nuovo sul difficile rapporto tra cinema e televisione nei discorsi valutativi. La terza parte, Leggere i critici, insegue invece il sentimento della «erudizione leggera», promuovendo singole figure della storia della critica italiana a esempi letterari, e sforzandosi di rileggere in modo argomentato – e non squisitamente metodologico – gli stili e gli approcci di alcune firme come Callisto Cosulich, Alberto Farassino e Tullio Kezich. La quarta parte, Esercizi di lettura, si muove invece verso l’esemplificazione della pratica critica accademica, con strumenti che variano dall’analisi del film allo studio della ricezione, mettendo però in campo proposte interpretative, e dunque critiche a loro volta. Tre film contemporanei sono al centro dell’interesse: Zodiac di David Fincher, Bastardi senza gloria e Django Unchained di Quentin Tarantino. Infine, a chiudere il volume, una riflessione sul Festival di Cannes 2017 e sui suoi esiti nella critica inviata alla Croisette, nel tentativo di comprendere un po’ meglio – coinvolgendo i recenti festival studies – come funziona il cosiddetto festival scritto e quali ragionamenti si possono trarre dalle recensioni sui singoli film a proposito dello status del cinema nell’epoca della rilocazione. Alcune informazioni per la lettura del volume. Dal punto di vista della notazione, ho preferito – vista la suddetta natura antologica del libro – far ripartire tutte le volte la numerazione delle note e citare come nuovi i volumi eventualmente nominati in precedenza. In questo modo si ottengono due vantaggi: il lettore può pescare il capitolo che più gli aggrada e ogni approfondimento mantiene un suo gruppo di testi di riferimento molto compatti. Alcune delle citazioni in inglese e francese rimangono tali, per rispettare le principali lingue delle fonti critiche internazionali, e visto che si tratta di un volume accademico, la scelta mi è parsa accettabile. Come detto, il volume contiene sia capitoli originali sia capitoli che rappresentano l’ampliamento selettivo di articoli già editi, in particolare: il capitolo 1 è una rielaborazione del saggio Cinefilia, in Il cinema. Percorsi storici e questioni teoriche, a cura di G. Carluccio, L. Malavasi, F. Villa, Carocci, Roma 2015; il capitolo 3 è una rielaborazione del saggio Forme di cinefilia digitale e streaming: trasformazioni e slittamenti, in Streaming Media. Distribuzione, circolazione, accesso, a cura di V. Re, Mimesis, Mi-


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lano-Udine 2017; il capitolo 4, pur non avendo avuto una circolazione in italiano, ha alcune consonanze con il saggio Criticizing the Series. Television Criticism as a Genre Between Cinephilia and Fan Culture (con S. Martin), contenuto nel numero monografico Tv Genres in the Age of Abundance di «Comunicazioni sociali», n. 2, maggio-agosto 2015 (anche il capitolo è scritto a quattro mani con Sara Martin); il capitolo 5 ha, tra le sue fonti di ispirazione, due saggi: Canone 2.0. Le classifiche dei film e le oscillazioni di gusto nel cinema contemporaneo all’epoca della rete, in Corto circuito. Il cinema nell’era della convergenza, a cura di M. Fadda, Clueb/ArchetipoLibri, Bologna 2011; e Gamification della Film Culture tra critica web ed esperienze online, in L’immagine videoludica, a cura di A. Catolfi, F. Giordano, Ipermedium libri, S. Maria Capua Vetere (CE) 2015; il capitolo 6, pur non avendo avuto una circolazione in italiano, ha alcune consonanze con Old is New: Notes about Carrie Fisher and Harrison Ford as Vintage Celebrities in Star Wars: The Force Awakens Reviews, Fashion, Culture and Society’s Notebooks 2016, a cura di R. Menarini, Bruno Mondadori/Pearson, Milano 2016; il capitolo 7 sviluppa il saggio Il caso Avatar. Popolare, politico, nuovo: strategie di estetizzazione tra new tech e old medium, in MM2010. Le frontiere del «popolare» tra vecchi e nuovi media, a cura di C. Bisoni, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Dipartimento di Musica e Spettacolo, Sezione Cinema, 2011, consultabile su www.mediamutations.org; il capitolo 10 è una rielaborazione del saggio Il ‘filmkezich’. Riflessioni sul metodo e sulla scrittura critica di Tullio Kezich, in Tullio Kezick, il mestiere della scrittura, a cura di R. Costantini, F. Zecca, Kaplan, Torino 2008; il capitolo 11 proviene in parte dal lavoro svolto per il volume C. Cosulich, Il cinema secondo Cosulich, a cura di R. Menarini, Transmedia/Premio Sergio Amidei, Gorizia 2005, e in parte dal mio La costruzione del canone. Cosulich al Giornale di Trieste, in Il coraggio della cinefilia. Scrittura e impegno nell’opera di Callisto Cosulich, a cura di E. Grando, M. Spanu, EUT, Trieste 2012; il capitolo 12 è una rielaborazione del saggio Bastardi senza gloria. Historia magistra cinemae, in Dieci film. Esercizi di lettura, a cura di L. Malavasi, Le Mani, Recco-Genova 2010; il capitolo 13 è una rielaborazione del saggio Django Unchained: Tarantino come American Director, in America oggi. Cinema, media, narrazioni del nuovo secolo, a cura di G. Carluccio, Kaplan, Torino 2014; il capitolo 14 proviene, in misura diversa, da due fonti: Zodiac. Archeologia del terrore, in Ventuno per undici. Fare cinema dopo l’11 settembre, a cura di L. Gandini, A. Bellavita, Le Mani, Recco-Genova 2008,


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e Le stanze del panico. Il mondo come complotto nel cinema di David Fincher, in The Fincher Network. Fenomenologia di David Fincher, a cura di R. Donati, M. Gagliani Caputo, Edizioni Bietti, Milano 2011. I ringraziamenti vanno per prima cosa a tutti i colleghi citati sopra, con cui ho collaborato per la prima elaborazione di questi studi, almeno quelli editi in una forma originaria. A Michele Guerra, per aver accolto questa proposta di pubblicazione. A Sara Martin, non solo per la presenza come co-autrice di un capitolo, ma per l’amicizia e la collaborazione che durano da una vita. A tutti i miei colleghi del Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita, Università di Bologna, Campus di Rimini, per la ricchezza del confronto multi-disciplinare. Alla Cineteca di Bologna e al suo direttore Gian Luca Farinelli, per il duraturo rapporto di collaborazione, e in particolare ad Anna Fiaccarini, per il percorso critico e cinefilo compiuto in affettuosa armonia alla Biblioteca Renzo Renzi di Bologna. A tutte le testate e le case editrici con cui collaboro per il continuo stimolo a non arenarmi sulle (poche) certezze raggiunte in ambito di scrittura e critica cinematografica. A Federico Zecca e a tutti i redattori di «Cinergie» per l’orgoglio di un gruppo così talentuoso e indipendente. E infine un pensiero alle mie due Alice, senza le quali non avrei la serenità per fare quello che faccio tutti i giorni della mia vita.



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