Il mondo straordinario di Nicolas Schöffer storyboard

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Nicolas Schรถffer

Il mondo straordinario di

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A video az Emberi Erõforrások Minisztériumának megbízásából készült 2015-ben

Inserimento: “Il ruolo di un artista non è più creare un’opera d’arte, ma di creare la creazione.” /Nicolas Schöffer/ Lo spirito degli anni 60’ è stato caratterizzato dalla stima estrema di energie intellettuali umane e da una fede ottimista nel potere della scienza. Si è sviluppata una collaborazione stretta senza precedenti tra scienziati, artisti e professionisti tecnici. Stáblista In quest’epoca svolgeva le sue attività artistiche Nicolas Schöffer. Era la figura più Rendezõ: Gerebics Sándor rilevante ad influire le tendenze del futuro. Gyártásvezetõ: Ördögh László Diabolus Ora è ritenuto tra gli storici dell’arte internazionale ‘il padre dell’arte cibernetica’. Forgatókönyv: . Ördögh László Diabolus Gehér Klára Mag. Art. Naomi Devil Vágó: Zeneszerzõ: Sven Vikokel Operatõrõk: Farkas Attila, Tóth György Speciál effektek: Mag. Art. Naomi Devil Virtuális modellek: Naomi Devil Ördögh László Diabolus Narráció magyar: Narráció Olasz: Narráció Angol: Richard Rifkin Narráció olasz szöveg: Gehér Klára Narráció angol szöveg: Alsaesser Klaudia A rendering munkák a Vivetech Kft. támogatásával készültek.

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Kalocsa-BudapestParigi

Schöffer Miklós, come si chiamava originalmente, nacque il 1912 nella città di Kalocsa in Ungheria, dove visse fino all’inizio dei suoi studi universitari. Il giovane Schöffer frequentò la facoltà di giurisprudenza nella capitale d’Ungheria, a Budapest. Tempo: Intervista Dargay. Su richiesta del padre, che credeva di prevedere il futuro e riteneva, che non sia possibile sostenere un’esistenza sicura praticando l’arte, Schöffer si laureò in giurisprudenza. Lodava costantemente gli studi giuridici dichiarando, che il sistema della logica chiusa, che caratterizza il diritto romano, ha cambiato il suo modo di pensare. In seguito si laureò all’Accademia di Belle Arti di Budapest. Dal 1936 fino alla sua morte visse a Parigi, dove ampliò i suoi studi andando a L’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts. Il mondo ha imparato a conoscerlo con la versione francese del suo nome, come Nicolas Schöffer. La sua attività artistica è enormemente complessa, svolta in molti settori come pittura, scultura, architettura, urbanistica, teatro, musica e arte cibernetica. Il suo stile di lavoro è caratterizzato dall’innovazione e dall’integrazione di discipline distanti. Nella sua officina spirituale basata sulla consapevolezza del ruolo dell’arte nella società, si mosse agilmente tra i settori come arte, scienza e tecnologia. Durante la sua ricca carriera fu eletto membro dell’Accademia Francese nel 1982.

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L’allievo e il maestro

Intervista Dargay: Era un uomo perfettamente libero. Aveva un’energia creativa sorprendente e non aveva nessuno scrupolo durante il processo creativo. Non è mai passato nella sua mente a prendere in considerazione l’eventuale reazione del pubblico. Ha fatto tutto quello che riteneva opportuno senza alcuni riflessioni interne, senza deliberazione. Nemmeno le parabole della storia dell’arte potevano forzarlo a controllarsi e a frenarsi

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La cibernetica

La cibernetica è un campo multidisciplinare (interdisciplinare) delle scienze che studia i fenomeni di autoregolazione, controllo e comunicazione via elaborazione e trasmissione delle informazioni. Il termine fu coniato nel 1947 dal matematico statunitense Norbert Wiener. La sua attività era rilevante nello sviluppo della cibernetica. (Alternativa: Nel suo sviluppo fu molto rilevante l’opera di Norbert Wiener) Ins.: Norbert Wiener: Cibernetica, o controllo e comunicazione nell’animale e la macchina. (1948) La cibernetica indaga su tali sistemi dinamici che interagiscono con l’ambiente secondo di un adeguato ciclo (circuito) di retroazione. Il funzionamento del sistema influenza il mondo esterno, mentre dall’altra parte i cambiamenti causati modificano il funzionamento del sistema. Questa retroazione ha importanza essenziale nell’approccio cibernetico. Il momento d’importanza storica dell’attività artistica di Nicolas Schöffer fu l’introduzione dei principi di cibernetica in pratica artistica e la creazione delle opere d’arte che reagiscono ai segnali provenienti dall’ambiente.

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Il controllo

I due lati dell’interazione tra l’ambiente e il sistema cibernetico sono il controllo e la retroazione. Il sistema esercita la sua influenza sull’ambiente tramite di effettori, chiamati anche attuatori. La retroazione presuppone la percezione degli impatti ambientali con l’aiuto di sensori. Con lo sviluppo della tecnologia i principi di controllo hanno preso le forme più svariate. Gli elementi di regolamento e controllo meccanici sono stati sostituiti da elementi elettromeccanici, poi in seguito da controlli elettrici o elettronici più moderni. Tuttavia, i principi fondamentali nel frattempo non sono cambiati nulla.

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Il retroazione

Un principio essenziale di cibernetica è il regolamento basato sul feedback che compensa gli effetti negativi dell’ambiente sul sistema e lo aiuta ad adattarsi alle mutevoli condizioni esterne. Prerequisiti sono che il sistema sia in grado di rilevare (percepire) i cambiamenti del mondo esterno e di ricevere ed elaborare le informazioni. Nel corso della retroazione i segnali di uscita (output) del sistema cibernetico vengono ridiretti e usati in forma invariata o modificata come segnali d’ingresso (input) di se stesso.

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I sensori

I sensori sono dispositivi meccanici, elettronici o di altro tipo, che in un sistema tecnico o biologico di controllo e nel suo ambiente rilevano i valori di una caratteristica grandezza fisica o i suoi cambiamenti. Una caratteristica comune dei sensori utilizzati nella tecnologia è, che i valori di misura chimica, fisica o biologica vengono convertiti in segnali elettrici, che vengono ulteriormente convertiti in dati numerici, e in questa forma sono processati (elaborati) dal computer. I sensori della scultura cibernetica, titolata CYSP 1. erano microfoni e fotocellule, i quali osservavano (percepivano) i cambiamenti nell’ambiente. I segnali raccolti venivano trasformati da un computer, che dal punto di vista contemporanea sembra assolutamente semplice. Il resultato della conversione era una sequenza di dati a descrivere movimenti della scultura, i quali erano eseguiti con l’aiuto di numeroso relè elettromeccanico.

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Gli effettori, attuatori

Gli effettori, noti anche come attuatori, sono dispositivi, che in un sistema di controllo, dopo aver processato i dati dei sensori, causano l’appropriato cambiamento al sistema cibernetico. Nicolas Schöffer poteva ovviamente utilizzare soltanto gli attuatori disponibili al livello della tecnologia di questo periodo. Il suo repertorio includeva motori elettrici smontati da lavatrici, componenti idraulici, pneumatici ed elettromeccanici, superfici riflettenti mobili, lanciafiamme, cannoni ad acqua, riflettori e luce laser. Gli artisti che seguono le orme di Schöffer applicando i principi cibernetici, potevano raggiungere un livello più elaborato solo grazie ai progressi della tecnologia anziché della teoria. La recente comparsa dei mondi virtuali ha ampliato la gamma di possibilità a passi da gigante. Nell’ambiente virtuale la creazione di attuatori e la determinazione delle loro caratteristiche possono essere eseguite quasi senza limiti. È disponibile una così ampia gamma di effettori generati utilizzando la grafica digitale e apparecchiature audiovisive, che nessun contemporaneo di Schöffer si poteva immaginare tale ricchezza nemmeno nei suoi sogni più sfrenati.

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L`interazione

L’interazione a molti livelli svolgeva un ruolo essenziale nell’arte cibernetica di Nicolas Schöffer. Dimostra le sue capacità visionarie anche il fatto, che il funzionamento delle sue opere d’arte si basa su un metodo, che sta più vicino alla programmazione interattiva di oggi quanto al così detto batch processing, che era diffuso all’inizio dell’era dell’informazione. Nel corso di batch processing tutte le istruzioni del programma vengono eseguite in un fiato, senza sosta e senza cambiamenti delle istruzioni stesse. Dopo aver valutato i risultati, il programma può essere eseguito di nuovo con altri parametri. Il metodo interattivo di programmazione invece prevede una comunicazione continua tra il computer e l’ambiente, e le istruzioni del programma si cambiano secondo questo dialogo nel corso dell’esecuzione. Le sculture cibernetiche di Schöffer monitoravano l’ambiente durante il loro funzionamento costantemente, e hanno modificato il loro funzionamento secondo i segnali ricevuti dall’ambiente.

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I cinque punti focali dell’arte di Schöffer

I risultati scientifici del fine XIX secolo e la prima metà del XX secolo cambiarono radicalmente la visione del mondo delle persone. La fede infrangibile messa nel potere della scienza fu la caratteristica principale della metà del secolo scorso ma soprattutto degli anni 60’. I cambiamenti hanno influenzato profondamente anche lo sviluppo dell’arte. Tutti questi cambiamenti si rispecchiano nell’attività artistica di Nicolas Schöffer. Contemplando il mondo contemporaneo e interpolando i fenomeni attuali nel futuro, lui era in grado di prevedere, qualche volta con precisione sbalordita, numerosi processi sociali e culturali, che si sono verificati nel frattempo. Nel corso delle sue attività Schöffer ha sintetizzato campi distanti come le scienze naturali e sociali, la tecnica, la musica e l’arte. Intervista Dargay L’artista sublima l’idea, o riduce tutto quello che vede all’essenza, e poi crea una forma adeguata a questi concetti. Il laico non artista prende in prestito i concetti e copia la natura. Tempo: Schöffer ha reinterpretato secondo lo spirito della sua era gli strumenti più elementari di espressione artistica, come per esempio la luce, lo spazio, la musica o la dinamica del movimento. Tempo: Intervista Dargay La scienza e l’arte sono i due fonda-

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menti della conoscibilità del mondo, questa era l’essenza dell’idea di Schöffer. Estraendo l’essenza ha ridotto tutto fino ad arrivare a concetti elementari, come i tre mezzi (media) fondamentali dell’arte: lo spazio, la luce e il tempo. Trattava questi ultimi come materiali, malgrado che avesse l’opinione, che l’arte debba dematerializzare. Riteneva, che nessun’idea dovrebbe essere imprigionata nella materia. In conformità con questi pensieri non riguardava il tempo come il simbolo della transitorietà del mondo.


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Lo spazio Lo spazio è un concetto astratto, che abbiamo creato per descrivere la relativa posizione fisica di oggetti ed eventi. Allo scopo della definizione esatta abbiamo creato un modello matematico, un sistema di riferimento di tre o più dimensioni. Il tempo è generalmente considerato come quarta dimensione, quale si forma con le tre coordinate spaziali tale sistema, in cui il luogo e tempo di diversi eventi può essere specificato. Al focus dell’attenzione sta quindi generalmente quella parte dello spazio che è riempita di un oggetto. Schöffer e suoi contemporanei, come Naum Gabo e Antoine Pevsner, hanno consapevolmente modellato lo spazio vuoto delle sculture. Intervista Dargay Schöffer ha semplificato l’essenza fino a tal grado, che le sue opere rimarranno per lungo tempo in evidenza (indiscutibili). Ha strappato dalle sculture tutto quello che era superfluo. La prima serie su larga scala era l’insieme delle sculture spaziodinamiche. Schöffer ha abbandonato il concetto di modellare un corpo fisico solido e statico. Dalla fine degli anni Quaranta nelle sue sculture così dette spazio-dinamiche ha creato segmenti dello spazio, che erano distinti tra loro e realizzati con l’uso di materiale ridotto al massimo. La percezione dello spazio è trasmessa con gli effetti dei movimenti. Il protagonista dello spazio strutturato non è il corpo tangibile, ma lo spazio virtuale e vuoto creato dal movimento di un corpo. Intervista Dargay È cominciato nell’autunno del 1957, quando Schöffer montava reticoli ottici (reticoli di diffrazione) e lamiere perforate alle sculture spazio-dinamiche. Penetrando

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la scultura, la luce ha commosso l’ombra sulle pareti, soprattutto se la sorgente della luce o la scultura stessa era in movimento. È nata cosi quell’idea, che può tornare utile il motore e la luce. Al centro della sua attenzione quindi si aggiungevano allo spazio il tempo e la luce.


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Il tempo e ritmo Inserimento: Il tempo è una grandezza fisica fondamentale con un’unità di misura predefinita, il che permette sia di organizzare gli eventi su una scala dal passato attraverso il presente verso il futuro, sia di definire la durata degli eventi o di misurare l’intervallo passato tra gli eventi. Nell’opera di Schöffer l’attuazione dei vari eventi a tempo prefissato è diventata il più importante strumento creativo. Non si accontentava della tematizzazione (programmazione) di una catena di eventi che si ripeteva ciclicamente. Nel caso della maggior parte delle sue opere Schöffer definiva la sequenza, l’attuazione e la durata degli eventi, in modo a creare un’esperienza audiovisuale che mai si ripete. La percezione degli eventi esterni (nell’ambiente) e la loro trasformazione in eventi esteticamente gradevoli gioca un ruolo importante in alcune sue opere. INS.: „E tutto questo è equivalente di un massaggio rinfrescante intellettuale.” Nicolas Schöffer Dall’esistenza dei programmi informatici cresce sempre di più il ruolo del tempo nel creare opere d’arte di qualità estetica. Intervista Dargay Schöffer era in anticipo sul suo tempo. Una volta lo strumento dello scultore era lo scalpello, invece dello scultore di oggi lo è il computer – affermava frequentemente anche questo.

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Luce

INS.: La luce è uno spettro ristretto delle onde elettromagnetiche. La percezione visiva del mondo esterno è impossibile senza luce. Luce ed ombra sottolineano, ma qualche volta anche cambiano l’impressione spaziale degli oggetti. L’occhio umano percepisce la luce riflessa dalle superfici sotto forma di colori e testure. Dal 1957 Schöffer si occupa intensivamente degli effetti lumino-dinamici, e converte totalmente lo spazio attorno alla scultura cibernetica dandolo un ritmo architettonico nuovo con sorgenti programmate di luce. La luce è anche un importante fornitore d’informazioni. Le luci emesse dalle torri cibernetiche informano lo spettatore per esempio del meteo, del traffico sulle strade e all’aeroporto, dell’ora del giorno, e dell’indice della borsa, creando un flusso d’informazioni stupefacenti e pulsanti, compressi nel fenomeno estetico, che rende evidente tutti gli aspetti di carattere metropolitano. Questa densità d’informazione è il simbolo del futuro. Schöffer presagiva quel fenomeno che entrò nella storia come la società dell’informazione.

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Il suono

Schöffer nei suoi scritti teoretici introduce al posto della musica tradizionale, la quale è limitata nel tempo e spazio, e di conseguenza accessibile per pochi, il concetto delle strutture sonore democratiche, udibili senza pausa alla scala urbana. Considerava sia il suono, come la luce fonti d’informazione. Il regno dei suoni è molto più ampio della sfera dei cosi detti suoni musicali. Schöffer anche in questo settore ha compiuto un lavoro pionieristico. Nella sua attività creativa ha coinvolto oltre che i suoni generati artificialmente anche i rumori e strepiti naturali. Un altro risultato molto importante di questa epoca era anche l’uso di effetti prodotti dai generatori elettronici di suono. Il rumore dei parti mobili delle sculture miscelato con il chiasso dalla città era la coulisse sonora naturale delle opere cinetiche e cibernetiche di Schöffer.

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CYSP 1 1956

La scultura titolata CYSP 1 fu realizzata nel 1956. Era la prima scultura basata sui principi della cibernetica. Percepiva l’intensità e il colore della luce ambientale con l’aiuto di fotocellule, e si accorgeva dei suoni urbani mediante (usando) microfoni. Convertiva i segnali fisici in primo luogo in quelli elettrici, poi secondo del programma del microcomputer installato nella scultura, in comandi di movimento. Era in grado di spostarsi, cambiando luogo, inoltre di attivare o fermare i diversi elementi mobili. L’alimentazione energetica era assicurata dalle batterie ricaricabili montate alla parte inferiore della struttura. Questa creazione strana fu prima della dimostrazione al pubblico il protagonista di un workshop della danza moderna. Maurice Béjart, il mago del balletto contemporaneo, e i suoi ballerini, innanzitutto Claude Bessy, la prima ballerina dell’Opera di Parigi, hanno ballato, nello studio di Schöffer e sul tetto dell’unità d’abitazione di Le Corbusier, insieme con la scultura cibernetica CYSP1 che rispondeva ai loro movimenti.

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TLC 1970

Il capolavoro di Nicolas Schöffer era il progetto della Torre di Luce Cibernetico creato per il quartiere Défense a Parigi. Tuttavia la TLC (Tour Lumière Cybernétique) non fu mai realizzata. Le cause del mancato successo sono state due: una è che il sostenitore principale, Georges Pompidou, presidente della Repubblica, nel frattempo morì, e l’altra causa è stata lo scoppio della prima crisi petrolifera, che toccò profondamente anche gli sponsor. L’altezza prevista era di 307 metri e superava l’altezza della torre Eiffel. Il suo funzionamento e controllo sarebbero stati gestiti da un computer centrale. Secondo il piano la TLC avrebbe raccolto una serie di dati messi dai sensori piazzati nella città. Dopo l’elaborazione e interpretazione digitale, questi dati avrebbero potuto influenzare il funzionamento di effettori sistemati sulla torre. Secondo i progetti a lungo termine di Schöffer simile torri collocate in tutto il mondo sarebbero state in contatto cibernetico tra di loro. L’idea era quasi un’anticipazione dell’internet dei nostri giorni. A causa degli effetti della luce, le dimensioni ottiche della torre hanno superato notevolmente le dimensioni di costruzione in acciaio. Un gesto, con cui Schöffer ha voluto rappresentare la superiorità dei valori intellettuali sopra di quelli materiali.

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SCAM 1 1973

Un modo possibile di oltrepassare i limiti tradizionali delle arti visive, cioè per esempio di eliminare le barriere spaziali, è rendere le opere mobili. Schöffer ha battuto esperimentando anche questa strada. L’opera intitolata SCAM 1 era una scultura chrono-dinamica, montata sul telaio di una macchina, e collegata col veicolo attraverso una piattaforma rotante. Schöffer ha impazientemente creato la struttura rotante intorno a un’asse verticale, molto prima della realizzazione del veicolo. Così non limitava la sua creatività, di essere costretto ad adattarsi a un veicolo già pronto. Il suo obiettivo era chiaramente quello, di ottenere una struttura di sopporto mobile, che formasse un’armonia discreta con la scultura. Lo stile moderato della carrozzeria passava perfettamente alla scultura. La realizzazione degli studi eseguiti dalla Società Renault era finanziata da Denis René, un gallerista d’arte Parigina. La scultura automobile è apparsa sulle strade di Parigi e Milano causando non poco confusione e casino al traffico. Lo spettacolo concepito da Schöffer ha affascinato gli spettatori.

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Chronos 8 1982

Sebbene l’enorme torre di luce progettata per Parigi non sia stata realizzata, però torri più piccole sono state costruite nelle varie città Europei e oltre mare con i principi simili. La torre cibernetica Chronos 8 è stata completata nel 1982. Fu costruita vicino alla stazione degli autobus di Kalocsa, non lontana della casa natale di Schöffer. Tempo: Dargay interview L’idea fondamentale delle sculture chiamate Chronos è sempre la stessa. Si tratta di una serie di lavori. C’è sempre una struttura progettata secondo il principio della sezione aurea, sulla quale ci sono montati motori, specchi e riflettori, che venivano organizzati in gruppi per svolgere compiti diversi. Schöffer ha creato le sculture in tale modo, che in teoria esse potessero essere collegati con una rete simile all’internet di oggi. Il compito della realizzazione della torre a Kalocsa è stato affidato a me da Schöffer. Tutto funzionava con elettronica. Questa torre è un modello simbolico dell’universo.

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Hydro Thermo Chronos dall 1983 al 84 Le informazioni pubblicate e disponibili sulle fontane intitolate Hydro-ThermoChronos, sono davvero scarse (pochissime). Sfortunatamente questi lavori non sono mai stati realizzati. Intervista Dargay Una volta abbiamo appena guardato un programma scientifico della televisione francese che presentava la Dorsale Medio-Atlantica, dove la placca euroasiatica sottoscorre alla placca nordamericana. Nonostante la pressione tremenda e le differenze della temperatura, divampa il fuoco, la lava erompe dalla crosta terrestre ed escono i gas vulcanici bollenti. Tutto gorgoglia con un impeto terribile. Allora lui si è alzato, poi è andato fuori. Non sapevo, dove era. Un’ora più tardi aveva un piano pronto. Proponeva di gettare acqua in alto, poi lanciare una fiamma del gas rovente nel getto d’acqua. Sotto l’effetto del gas cocente l’acqua si evapora, e poi i correnti delle minuscole particelle d’acqua nell’aria vengono illuminati (irradiati) con laser. Sarebbe uno spettacolo sconvolgente (impressionante) accompagnato da considerabili effetti sonori. Allora, in questo modo s’ispirava e otteneva le sue idee. Il controllo random è costituito da una combinazione di programmi concepiti dall’artista, e dalle reazioni ai segnali provenienti dall’ambiente. Gli effetti visivi vengono accompagnati dagli effetti acustici. Il complesso dei sensori è costituito da fotocellule e microfoni. Le fotocellule servono a percepire la luce del sole e l’ombra, inoltre a differenziare tra giorno e notte. I microfoni osservano i rumori dell’ambiente, che vengono trasformati e usati a controllare gli effettori.

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Lo sviluppo dell’arte cibernetica dopo il 1990 Un notevole aumento delle capacità (prestazioni) dei dispositivi elettronici ha determinato la direzione principale dello sviluppo negli anni ‘90. Dopo la fine del millennio scorso, il rapido sviluppo delle prestazioni del computer e l’aumento della velocità dell’elaborazione di dati grafici hanno indotto un’elevata domanda per la creazione degli spazi virtuali in tempo reale. Anche questo progresso conferma le capacità visionarie di Schöffer.

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Metaverse Art Social Network

Inserimento: Metaverso Il concetto ‘metaverso’ significa un universo al di là dell’universo realistico, cioè un universo parallelo. Il primo metaverso fu sviluppato da Linden Lab di San Francisco nel 2003 con il nome: Second Life. Il concetto fu nominato per la prima volta nel racconto di fantascienza di Neal Stephenson titolato Snow Crash nel 1992. Allora quasi nessuno poteva pensare, che entro un decennio quella finzione potesse diventare realtà quotidiana. Nel mondo virtuale di “ Second Life” si può vivere la vita come in quella reale. Chiunque può soddisfare la sua creatività, essendo in grado di costruire il suo ambiente, di progettare e creare oggetti virtuali, etc.

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Collaborative Industrial Cloud

L’emergere di mondi virtuali ha influenzato lo sviluppo dell’arte, ma anche della tecnica. L’industria sta cominciando l’utilizzo delle relative tecnologie. I media più avanzati di espressione d’arte cibernetica applicano intensamente (vivamente/ massicciamente) i più raffinati mezzi della tecnologia informatica, inoltre i sensori e dispositivi di visualizzazione (di display) più elaborati.

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Il museo di Nicolas Schöffer Kalocsa

La città di Kalocsa accoglie i visitatori nel nuovo museo che è stato costruito dove un tempo si trovava la casa natale di Schöffer. La torre Chronos 8 ricorda fieramente la carriera strepitosa del figlio della città, del fondatore di arte cibernetica, Nicolas Schöffer. Intervista Dargay Secondo me Schöffer sarà sempre attuale. Lui è il prototipo di artista ricercatore, esploratore.

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