Il volume è la silloge di tredici brevi saggi; attraversando diagonalmente gli artefatti e gli edifici, i luoghi e i tempi, i saperi e le discipline, si descrive un tragitto che solo in filigrana rivela una costellazione di spunti teorici a corredo della scrittura progettuale. Tra essi le polarità tra lunga durata e consumo, tra repertori storicizzati e loro inevitabile metamorfosi, tra costanza e motilità dei codici espressivi, tra l’aspirazione al disegno coerente e unitario e il comporre come pietà del frammento, tra innovazionismo utopico e poetiche delle relazioni situate e concrete.
Per certi versi occorre che i capitoli qui raccolti siano considerati come i parziali parerga di un’architettura fantomale, che resta futura ma alla cui possibilità di esistenza essi sono chiamati attivamente a concorrere. Un’architettura puramente in-potenza che non sarà probabilmente mai raggiunta o afferrata e a cui, tuttavia, ogni opera immaginata e costruita farà implicitamente segno. È in ragione di ciò che, volendo tr