presentazione Oliver Elser
Curatore del Deutsches Architekturmuseum di Francoforte
La ricerca ed i contributi didattici dei laboratori curati da Riccardo Renzi sono una vera sfida sullo sfondo dell’attuale situazione a Berlino. Questo è ciò che li rende così attuali ed importanti. Perché è così? Una risposta breve è: i lavori degli studenti sono audaci e provocatori, rispetto alla discussione condotta finora in Germania che sta andando in una direzione completamente diversa. In concreto, ciò significa che una ricostruzione filologica delle quattro facciate originali di Schinkel è più che probabile allo stato attuale delle cose, mentre un’interpretazione contemporanea (almeno in parte) riguarderà poi lo spazio interno. Ma perché alla ricostruzione della Bauakademie manca il coraggio di rapportarsi alla situazione odierna in modo altrettanto radicale come faceva ai suoi tempi Karl Friedrich Schinkel? Il problema principale deriva dalla genesi del progetto. Dopo decenni, due iniziative che hanno tentato senza successo la ricostruzione. Nell’autunno del 2016 un piccolo gruppo di membri del Bundestag ha preso l’iniziativa e si è assicurato una risoluzione parlamentare di 62 milioni di euro tesa ad una ricostruzione intesa non come nuova
costruzione contemporanea. Ma il progetto è rimasto impigliato all’interno dell’azione politica ed all’improvviso si sono aperte alcune opportunità. Nel 2017, insieme a Florian Heilmeyer e Ulrich Müller, abbiamo scritto un articolo con alcune ipotesi che è stato pubblicato sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung, uno dei principali quotidiani tedeschi. L’anno successivo, il 2018, ha avuto luogo un concorso per individuare alcune soluzioni ed ipotesi per la ricostruzione dell’edificio, cui anche Riccardo Renzi ha preso parte, e i risultati sono stati discussi pubblicamente all’Accademia delle arti di Berlino (Akademie der Künste). Questo dibattito aperto, tuttavia, è andato in contraposizione rispetto alla linea politica, perché parallelamente si era sviluppato un interesse per la Bauakademie sostenuto da architetti e intellettuali. Da questa base si è sviluppato un movimento di resistenza inaspettatamente ampio della società civile quando, nel novembre 2019, lo stesso politico che aveva precedentemente guidato il processo di discussione è stato nominato futuro direttore della Bauakademie. Ne è seguito un aspro dibattito riportato su tutti