Bauakademie. Attraverso lo specchio di Karl Friedrich Schinkel | Riccardo Renzi

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fra memoria e progetto

Schinkel fu in realtà un rivoluzionario dell’architettura, che trasgredì e trasformò senza esitazione la tradizione ogni volta che si trovava in contrasto col compito (L. Hilberseimer, 1931)

La possibilità di osservare analiticamente, di misurare, l’evoluzione di un contesto così delicato quale quello dell’Isola dei Musei di Berlino, in relazione all’operato di Karl Friedrich Schinkel ed in relazione al tema della classicità ed al tema del viaggio mediterraneo, ha permesso un quadro di ragionamenti posto al di là della convenzione fra tecnica, spazio, progetto. Ha coadiuvato il lavoro didattico nel definire un quadro di relazioni nel tempo, nel linguaggio, negli elementi costitutivi posti oltre la dimensione fisica del luogo. Ha guidato la ricerca di una dimensione panoramica con le lontane, a noi vicine, logiche italiane al tempo stesso ha permesso la costituzione da parte di ogni studente di un proprio quadro conoscitivo di un contesto non familiare. In questo senso l’esperimento didattico ha avuto l’obiettivo di costruire la conoscenza di un luogo di cui lo studente poteva avere inizialmente un’eventuale limitata comprensione o completamente ignorarne le connotazioni fisiche, le relazioni e le dinamiche. Dotati di strumenti per la costituzione di un proprio quadro conoscitivo gli studenti sono stati guidati attraverso l’analisi di determinati fattori: spazio, relazioni fra costruito, tipologie, caratteri degli edifici. Il metodo ha indotto un processo di osservazione-classificazione-comprensione.è Al ruolo del viaggio mediterraneo, così preponderante nella costruzione di un panorama di riferimento fecondo di elementi costitutivi per la definizione di un’idea di città per Berlino, la ricerca e la didattica hanno dedicato una rilevante attenzione. Nella cultura urbana secondo Horst Bredekamp si trovano connessioni anche in relazione a Berlino e Firenze oltre che nell’immagine greca e mediterranea della Berlino ideale. La cultura tedesca del diciannovesimo secolo, così come quella francese del diciottesimo con l’Accademia a Roma ed il mito del Grand Tour, e quella inglese del diciassettesimo grazie al ruolo svolto da Inigo Jones alla fine del secolo precedente, si sono forgiate osservando da vicino le realizzazioni e le definizioni teoriche dell’architettura italiana del rinascimento come matura rielaborazione di modelli classici. Più in generale assestandosi, grazie allo studio dal vero nel gran tour o nel viaggio, sul tema del rapporto fra architettura e paesaggio, fra architettura e luo-


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