Al confine fra Umbria e Toscana, su un promontorio dominato da una rocca medioevale, sorge Maria Santissima Assunta in Rasina, santuario mariano rinascimentale attribuito a Francesco di Giorgio Martini. Il tempo, che dall’architettura rimuove il superfluo, ha esaltato i caratteri primigeni di questo luogo definendo una condizione architettonica eccezionale e imprevedibile: la grande volta, che un tempo proteggeva la pianta centrale cruciforme, è oggi infranta. Questo traumatico evento ha modificato definitivamente la percezione dello spazio, la luce del sole ha invaso l’ambiente in origine oscuro dando forma
ad una condizione inedita. La tesi coglie l’occasione offerta dai resti e si interroga su come ridare vita al rudere in un contesto profondamente mutato rispetto a quello che lo ha visto sorgere.