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Tracce Parallele Letizia Capaccio

Tracce parallele

Il progetto di tesi “Tracce Parallele” ha un duplice obiettivo, da un lato rivalutare l’attuale gestione dei rifiuti lapidei mutando una “risorsa negativa” in materia prima seconda, dall’altro riflettere il consolidato significato del marmo di “pietra” lussuosa e privilegiata, in favore di un contenuto “popolare”. L’attuale filiera produttiva è dominata da pratiche di approvvigionamento e lavorazione della roccia metamorfica errate, meglio dire, non programmate per prevenire la comparsa degli scarti ottenuti. Il paesaggio apuano mostra le tracce indelebili della cosiddetta “architettura negativa”, costruita da incoscienti azioni di sfruttamento dei litotipi, mentre le derive capitaliste e la visione della natura a semplice merce vendibile, esente da imperfezioni, hanno generato ingenti volumi di materiali di risulta. Se in epoche passate, l’immaginazione e il magistero esecutivo degli artisti sono state scusanti prevalenti per i profondi segni lasciati dall’escavazione sul paesaggio carrarese, ad oggi non possono e devono essere attuate scelte che incrementano lo spreco di una fonte non rinnovabile. Concretamente, nelle montagne metamorfiche la recisione di cime e speroni rocciosi, l’edificazione di strade di arroccamento e la presenza di notevoli volumi di rifiuti depositati presso i piazzali di cava o ravaneti, indeboliscono la saldezza di interi versanti e amplificano la nascita di fenomeni di dissesto geologici. L’insieme di questi fattori, presagiscono un futuro disastroso, ancor prima dell’esaurimento della materia, si giungerà ad un momento in cui le montagne risulteranno totalmente inagibili. “Tracce Parallele”, si prefigura come compito quello di incentivare una strategia economica di tipo circolare, donare valore a quella materia considerata scarto privo di valore, individuandovi una nuova identità attraverso la nascita del composito “alchite”. “Alchite” non vuole essere solo il frutto di una progettazione eco-e"- cace o uno spunto di riflessione circa le consuete logiche industriali, bensì vuole restituire un’ulteriore esperienza fruitiva della materia litica, agendo sulla sollecitazione sensoriale e sulla composizione di nuovi contenuti immateriali. La ricerca di nuove vocazioni, si traduce nell’impiego di un aggregato, meglio dire legante cementizio. Ecco che nel composito convivono due volti opposti, mentre il marmo detiene il ruolo di “pietra” lussuosa ed elegante, materia “status symbol” necessaria per esibire un potere sociale, il cemento è considerato “eminenza grigia del costruire” e uno dei Letizia Capaccio

Corso di Laurea Magistrale in Design

Relatore: Giuseppe Lotti Correlatore: Francesco Taviani (Studio Lievito)

Giugno 2020

sopra Campioni del composito alchite ottenute accoppiando sfridi lapidei e leganti a base cementizia

nella pagina successiva Cilindri in alchite, composti da faligne danneggiate e da cocciame lapideo alternato a strati di malta cementizia

pochi materiali in grado di comunicare un forte brutalismo formale. La somma delle due fa si che la prima ceda parte del suo significato costoso e acquisti la capacità espressiva propria della pasta cementizia, e viceversa la seconda si arricchisca di una connotazione più nobile. Il nome “alchite” sottintende il passaggio di contenuto simbolico tra i due elementi, di fatti come secondo il pensiero alchemico era possibile mutare il metallo in oro elaborando un elisir della vita eterna, così la

soluzione cementizia addizionata ad un minerale ricco muta la sua natura in “nobile”. Seguendo “il filo rosso della riflessione, delle suggestioni ottiche e tattili materiche”, ne succede l’elaborazione della collezione Racemo Stone, composta da uno specchio, un set di vassoi da tavolo e il porta libri. La definizione del contesto d’uso dei manufatti non è casuale, non sono stati concepiti per arricchire una sala qualunque della dimora, ma s’inseriscono con “prepotenza” all’interno di uno spazio definibile come “luogo-simbolo” dello status sociale dell’abitante o il punto di ricevimento degli ospiti, trattasi della sala da giorno. L’introduzione di alchite, impone un ripensamento delle antiche tradizioni, “all’alzata in argento o vetro, ai vassoi con il servizio di ca!è in porcellana eccessivamente decorato, o ai sfarzosi tavoli da pranzo”, subentrano complementi costituiti da “rifiuti lapidei” abbinati a malte cementizie. I tre arredi adempiono ad un secondo fine, esaltare parte dei momenti quotidiani svolti durante l’arco della giornata. Lo specchio identifica l’attimo della cura della propria immagine. Il suo componente di punta è il monolite, composto alternando le faligne o il cocciame lapideo con colate di malta cementizia, all’interno di uno stampo in polistirolo. La scelta di una silhouette cilindrica risponde alla necessità di voler elaborare una diversa percezione del composito. Lo studio

sopra Vassoio della collezione Racemo Stone con struttura in alluminio verniciato e inserto decorativo in cocciame lapideo e malta cementizia

nella pagina precedente Specchio della collezione Racemo Stone composto da una superficie con finitura cromata bifacciale e base in faligne danneggiate e malta cementizia, accompagnato dal secondo monolite tornito in cocciame triangolare e cemento

della struttura visiva della superficie tridimensionale e il processo di tornitura assegnato al blocco ha generato una deformazione dei residui lapidei, in irregolari segni grafici. Il vassoio corrisponde al momento del convivio. La serie di vassoi progettati, vuole accentuare l’impressione di volumi primitivi, pesanti e a primo colpo d’occhio quasi rudimentali, adottando dei basamenti cilindrici di di!erenti altezze, sormontati da un piano orizzontale. Per ciascun piano è stato concepita una lastra in alchite. Il porta libri si riconduce all’attimo dello svago e della lettura. Il prodotto funge da certificazione tangibile di una linea economica circolare, in cui lo scarto è rintrodotto nella filiera produttiva, trasformandosi esso stesso in un manufatto vendibile. Il blocco cavo, frutto della tornitura, induce l’utente a scoprire la superficie nascosta, motivandolo a so!ermarsi e a riflettere sul messaggio intrinseco di cui n’è portavoce: “tutto ciò che è stato lasciato alle spalle, si riappropria o rinvigorirà il giorno seguente in qualcosa di completamente irriconoscibile”. In conclusione, il progetto di tesi, non vuole avere la presunzione di essere una soluzione “certa” ed immediata alla questione dei rifiuti e tantomeno può totalmente sovvertire una convinzione sociale radicata del tempo, ma vuole rappresentare un tentativo, o meglio dire, uno strumento di comunicazione di valori intangibili. Non a caso, ciascun manufatto è accompagnato da un etichetta di garanzia caratterizzata da un codice AR, con cui l’utente può accedere ai diversi contenuti multimediali. La realtà aumentata annessa al sistema della Blockchain, rappresenta il canale migliore per stimolare lo sviluppo di scelte circolari.

nella pagina precedente Inserti decorativi in cocciame lapideo e malta cementizia

a destra

Porta libri della collezione Racemo Stone con lamiera in alluminio verniciata e corpo in cocciame lapideo e malta cementizia

Bibliografia

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“Questo tempo è gravido di avvenimenti (...) non lo sprecate. Quando ci libereremo dalla superstizione, dai pregiudizi, quando trionferà la verità, il diritto, la ragione, la virtù se non adesso? Quando risorgerà l’amore per la patria? Quando? Sarà morto per sempre? Non ci sarà più speranza? Io parlo a voi (…) Ora è il tempo (…) O in questa generazione che nasce, o mai. Abbiatela per sacra, destatela a grandi cose, mostratele il suo destino, animatela.”

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