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Entropica

Il progetto nasce dal bisogno di sensibilizzare il settore tessile industriale verso quelle opportunità che possono o!rire i materiali di scarto, non solo in virtù di un loro possibile utilizzo in altri ambiti, ma verso l’elaborazione di nuovi sistemi produttivi necessari per la creazione di filiere maggiormente sostenibili rispetto a quelle attuali. Attraverso un’approfondita ricerca, sono state analizzate, le potenzialità che questi scarti di produzione avrebbero una volta riutilizzati e i benefici scaturiti da una loro corretta gestione sia ambientale che in termini economici per le aziende. L’obbiettivo è stato quindi quello di creare un materiale partendo dall’uso di tessuti giunti a fine vita destinati alla distruzione, riportandoli alla loro forma primaria e manipolandoli il meno possibile, così da poter essere riutilizzati sotto forma di materia prima pura. Con l’obiettivo di sottrarli alla logica dell’usa e getta che oggi domina i sistemi produttivi moderni. Inizialmente abbiamo pensato di usare le fibre di questi tessuti solo come elemento di rinforzo unito ad una bio-resina, ma attraverso numerose sperimentazioni eseguite su vari campioni abbiamo notato che la fibra, oltre alle caratteristiche legate alla tecnicità e alle prestazioni, ha anche la capacità di cambiare ogni volta in un “caos ordinato”. Un mutamento che possiamo definire entropico, calcolato, che dà origine a motivi e texture che simulano altri materiali come ad esempio il marmo. In questo modo si ristabilisce quella consapevolezza, ormai scontata che l’utente ha della materia con cui è a contatto tutti i giorni, facendo però intendere che la materia è sì finita, ma se si vuole anche infinita. Entropica vuole essere anche un progetto che cerca di ristabilire quel contatto sempre più sottile tra industria e natura, ricostruendo una simbiosi tra i cicli industriali e naturali in modo da generare un’alternativa ai soliti ibridi mostruosi innescando quel processo di ri-evoluzione industriale. L’elaborazione del concept nasce dall’obiettivo di nobilitare e allungare la vita dei cascami e residui di lavorazione tessili, trasformandoli in una nuova materia prima seconda, così da sradicare la loro considerazione comune e dura a morire di rifiuto senza valore. Questa intenzione si traduce nella sperimentazione e ricerca di un nuovo materiale con i relativi ambiti di applicazione. Roberto Rubrigi Daniele Funosi

Corso di Laurea Magistrale in Design

Relatore: Giuseppe Lotti Correlatore: Francesco Cantini

Luglio 2019

sopra Campioni di bioresina e scarti post-consumo

nella pagina successiva Lo sgabello della collezione ‘Trame’. Il particolare disegno ottimizza l’uso della superficie, evitando sfridi di lavorazione

Le tre collezioni che prendono il nome di ‘Trame’, ‘Origini’ e ‘Suggestioni’, rivelano tre aspetti di Anachite: la storia, l’estetica e il fascino/emozioni trasmesse secondo forme e usi tra loro differenti, utili ad incentivare il settore industriale ad un approccio produttivo basato su sistemi economici a ciclo chiuso. Dal punto di vista formale, vi sono riferimenti all’arte di Donald Judd e alla visione del non-spreco di Paolo Ulian. Del primo è stato adottato lo stile minimale e puro da qualsiasi commento soggettivo, mirato a sottolineare l’imponenza estetica e cromatica della materia ; mentre del secondo è stato adottato il metodo progettuale osservabile nel vaso Vago di Ulian. ‘Origini’ vuole raccontare la genesi di Anachite, illustrando le mutazioni che la fibra subisce durante il suo ciclo di vita, da materia prima (utilizzata per il confezionamento di capi di alta moda), a scarto tessile, con l’obiettivo di dare a questa materia nuova identità, fedele al suo settore di nascita (moda). In questo caso, i ritagli e i cascami tessili ricavati dalla produzione di abiti si prestano ad un nuovo uso, quali bottoni e fibbie, risultando così parte dell’abbigliamento appena realizzato. ‘Trame’, vuole sottolineare l’appeal estetico del nuovo materiale Anachite, ponendo l’attenzione sulle texture superficiali date dalla disposizione delle fibre tra loro sovrapposte. La collezione si compone da uno sgabello e una linea di tavolini di di!erenti altezze, in cui i singoli elementi sono sagomati tramite taglio water jet da un’unica lastra, così da ridurre al minimo lo spreco di materiale. Ognuno di questi possiede una struttura auto-portante costituita da piani uniti attraverso l’uso di incastri, evitando in questo modo la presenza di elementi di giunzione come le viti. In conclusione, l’incontro dei pannelli verticali e orizzontali ricorda metaforicamente l’intreccio del tessuto. Infine, ‘Suggestioni’ vuole mostrare i diversi cromatismi prodotti dal contratto tra la sorgente luminosa e

Un dettaglio del tavolo ‘Trame’ in bioresina e scarti di lana pre-consumo

sopra Lampada della collezione ‘Suggestioni’ in bioresina e lana pre-consumo

la superficie del materiale sottoposta a rifrazione. La lampada è il frutto di una sperimentazione con la luce. Dopo una serie di tentativi, abbiamo notato come l’area illuminata, rispetto a quella in ombra possegga delle nuances di colori più vive e accese, valorizzando la natura cromatica dei singoli filati scelti. Da qui la volontà di progettare un oggetto “metamerico” contraddistinto da piani tra loro sovrapposti tali da creare punti di luce e altri d’ombra. In conclusione, Entropica e in particolare Anachite vogliono essere allo stesso tempo una riflessione, provocazione e rivoluzione. Il progetto non focalizza l’attenzione sull’elaborazione di prodotti fini a sé stessi e privi di “anima”, ma intende trasmettere un messaggio ben preciso: rivalutare quei materiali da noi considerati rifiuti, dimostrandone il loro potenziale inespresso. Da qui la nascita di Anachite e delle sue applicazioni, volte a promuovere un’azione di sensibilizzazione nei confronti di una gestione aziendale/ economica lineare in cui predomina il modello produci-consuma-getta. Il nuovo materiale, composto da scarti post/pre-consumo derivanti dai processi di lavorazione tessile e resti di capi demodé, vuole condurre le aziende ad attuare una strategia organizzativa più coscienziosa, in cui non esistono “rifiuti”, ma solo risorse. Qui la rivoluzione avviene a monte: bisogna programmare il ciclo di vita del prodotto dalla sua “nascita” alla sua “rinascita”. In conclusione, alla luce di quanto emerso, Entropica non vuole mostrarsi solo come progetto esecutivo, ma come potente mezzo di comunicazione.

sopra Accessori moda in bioresina e scarti tessili

nella pagina precedente Dettaglio della lampada illuminata

Bibliografia

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