Sono Aldo Rossi e Maria Grazia Eccheli a ricordarci, non certo incidentalmente, l'origine dell'architettura, in un "dialogo maieutico" sulla decorazione. E ciò a venti anni di distanza dalla morte del maestro che, forse più di tutti, ha indagato le (talvolta segrete) genealogie dell'architettura italiana, facendone materia stessa del suo progetto.
Questo numero, nel quale lo stupore di una scena di fine estate si con-fonde con le magiche scenografie di Pier Luigi Pizzi, raccoglie alcune fra le architetture che ricercano la propria essenza nel già stato, cogliendone l'eredità, proponendosi come 'innesto' sul corpo di quanto pre-esiste e, comunque, manifestandosi come sua conseguenza critica: a Mantova Paolo Zermani compone una rinnovata geografia della basilica di Sant'Andrea, restituendo riconoscibilità e senso al suo spazio; a Firenze, Adolfo Natalini si confronta con i luoghi che da sempre raccolgono la storia della città e della sua Cattedrale; a Colmar, Herzog & de Meuron ...