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La moda che interpreta. Linguaggi sociali della cultura materiale

mento rilevante, probabilmente la moda in tutte le sue sfaccettature non potrebbe esistere (Cannon, 1998). La moda si caratterizza di velocità e vive una sua propria relazione –stretta quanto contraddittoria – con concetto di il tempo: non ha uno sviluppo lineare, ma fortemente costellato di diacronie che la rendono sia specchio del contemporaneo, che bacino di suggerimenti per il futuro. Con i suoi specifici linguaggi, la moda è in grado di raccontare chi siamo stati e dove stiamo andando, quasi come un orologio rappresenta lo spirito del tempo, talvolta cambiandone la percezione. La moda è ciclica e quindi ritorna, ma in nuove vesti incorporando continue citazioni, vive contemporaneamente passato e futuro, e questo la porta a riproporre circolarmente vecchie forme in modi nuovi. La moda, infatti, è sempre in procinto di diventare qualcos’altro. Copiare, incollare, ispirarsi, citare, riprodurre e rimescolare sono termini che da sempre appartengono al vocabolario della moda che interviene nel processo continuo di creazione di nuova cultura con la sua capacità di mettere in atto realtà differenti attraverso processi contingenti di assemblaggio e riassemblaggio di corpi, tecnologie, materiali, valori, temporalità e significati (Harrison et al., 2016). Cultura e creatività dunque convivono in uno stesso ecosistema all’interno del quale il background culturale genera creatività e quest’ultima, a sua volta, genera nuova cultura. L’elemento creativo deriva dal substrato culturale da cui trae gli stimoli da ricombi-

nare per poter intuire o immaginare nuove associazioni, nuove idee e nuovi processi. La moda da sempre reinterpreta le risorse che il mondo culturale offre, nutrendosi di contrazioni e dilatazioni temporali, ma anche di trasferimenti e sovrapposizioni, la moda inventa i suoi stessi linguaggi, proprio perché ha come presupposto un tempo che non esiste. Anna Maria Curcio, nella sua introduzione al saggio La Moda di George Simmel, infatti scrive:

la diffusione della moda non sembra obbedire ad un principio chiaro [...]. La moda è allora legata ai valori dominanti in quel momento particolare, ma li trascende, li rende vaporosi e al tempo stesso li annulla. è la metafisica delle cose, è [...] il confine labile ed illusorio fra la realtà ed il desiderio di essere, la vita ed il sogno (Curcio, 2015).

Il fashion system contemporaneo è dunque il risultato di un impasto tra tutto ciò che rappresenta il passato dell’umanità, le rivoluzioni, le grandi conquiste della società, per le quali il racconto della moda raccoglie tutti gli stimoli e li rimette in gioco. Per usare le parole di Simmel “tutta la storia della società si svolge nella lotta, nel compromesso, nelle conciliazioni lentamente conquistate e rapidamente perdute” (Simmel, 1910), pertanto nel XXI secolo la moda è lo spazio di una cultura condivisa (Frisa, 2015) che si configura come un linguaggio, come uno dei tanti modi in cui si manifesta la fisionomia di un’epoca. Si tratta di un processo di continua traduzione degli stimoli culturali e sociali, che si collegano ed accorpano in diversi linguaggi, viven-

ti e stratificati in forme interconnesse sul piano stilistico, estetico, etico (Calefato 2021). Lo scopo di questo volume è raccontare, tramite immagini, un’esperienza di progettazione della moda come linguaggio sociale, che dunque interpreta l’immaginario e la cultura visuale della società contemporanea. Il corpo vestito da questi foulard interpreta valori sociali, contiene le istanze del presente, esprime la storia recente dell’umanità.

Bibliografia

Calanca, D. (2002). Storia sociale della moda. Pearson Italia Spa. Calefato, P. (2020). La moda come traduzione culturale nel pianeta iperconnesso. ECHO, (2), 66-76. Calefato, P. (2021). Fashion as Cultural Translation: Signs, Images, Narratives. Anthem Press. Cannon, A. (1998). The cultural and historical contexts of fashion. Consuming fashion: Adorning the transnational body, 23-38. Curcio, A.M. (2015) introduzione a La moda, Simmel, G, Mimesis. Frisa, M. L. (2015). Le forme della moda. Il mulino. Harrison, R., Bartolini, N., DeSilvey, C., Holtorf, C., Lyons, A., Macdonald, S., ... & Penrose, S. (2016). Heritage futures. Archaeology International, 19, 68-72. Jenss, H. (2016). Fashion studies: research methods, sites and practices. Bloomsbury Publishing. Kawamura, Y. (2018). Fashion-ology: an introduction to fashion studies. Bloomsbury Publishing. Simmel, G. (2015). La moda. Mimesis. Prima edizione 1910

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Maria Claudia Coppola

Fenomeno effimero e caleidoscopico, inimitabile nella sua capacità di interpretazione e di sintesi delle istanze del contemporaneo, la moda è quella dimensione in cui si realizza il contatto tra immaginazione e realtà per soddisfare il bisogno di identità individuale all’interno di un contesto collettivo.

In questo senso la moda, intesa quale testimone e forza catalizzatrice delle vicende e dei sentimenti umani, agisce come cassa di risonanza di tutti quegli ideali e quei valori che provengono direttamente dal tessuto sociale, restituendole in forme concrete di espressione del sé. Il profondo legame tra essere e apparire è uno dei temi fondanti della moda come linguaggio sociale che parla di identità. Dietro la scelta di indossare un determinato vestito ed abbinarlo a quello specifico accessorio si cela infatti un processo di abile costruzione della propria rappresentazione nel quotidiano. Ad animare questo forte impulso è il desiderio, un sentimento che si soddisfa nell’acquisto dell’uno o l’altro capo mentre ci immaginiamo e ci proiettiamo in un determinato contesto.

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