Il granduca Cosimo I de' Medici | Monica Bietti, Emanuela Ferretti

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la biblioteca di cosimo i. i libri del granduca e i decoratori di carte Anna Rita Fantoni

già direttrice della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze

Giovanna Lazzi

già direttrice della Biblioteca Riccardiana di Firenze

The research on the catalogues of the Biblioteca Medicea Laurenziana revealed some personal manuscripts of Cosimo I and part of those he acquired for the Public Library. The personal manuscripts show the Grand Duke’s interest in mathematical sciences, architecture, geography, music and literature. Many of these works are dedicated to him and they contributed to the legitimacy of his power and show the relationships with personalities of contemporary culture. It was possible to identify at least 5 different provenances of the about 2,000 manuscripts which increased the catalogue of the Public Library. The analysis of illuminated manuscripts confirm the extraordinary unity of arts during Cosimo’s reign. Iconography is ispired by political propaganda and glorification of Medici family, widely experienced in frescoes. The decoration is close to the grotesques, it presents the same allegorical and symbolic meanings invented by the scholars and painted by the artists of the Vasari circle. Manuscripts illumination can be traced back to this area especially to painters as Cristofano Gherardi or Marco da Faenza etc.

La biblioteca di Cosimo I (Anna Rita Fantoni)

Questo mio intervento si ricollega alla mostra I libri del granduca Cosimo I de’ Medici (Fantoni, 2019) che la Biblioteca Medicea Laurenziana ha allestito dall’8 marzo al 18 ottobre 2019, per celebrare i cinquecento anni dalla nascita di Cosimo I e che ha permesso di individuare i manoscritti personali di Cosimo e una parte di quelli che il granduca acquisì per la Biblioteca pubblica. È noto che quando l’edificio progettato da Michelangelo fu aperto al pubblico nel 1571, sui banchi erano presenti più di 3000 manoscritti, due terzi in più di quelli che la collezione contava al momento del ritorno a Firenze da Roma, dove era stata conservata da papa Leone X. Tali incrementi sono per certo ascrivibili alla volontà di Cosimo I che portò a termine l’edificio ma anche si occupò di dotare la biblioteca di una ricca collezione libraria: nella mostra sono stati presentati i risultati dell’indagine effettuata sul primo catalogo della biblioteca pubblica, redatto nel 1589 da Giovanni Rondinelli e da Baccio Valori (Rondinelli, Valori, 1589). Sono stati individuati gruppi di codici di almeno cinque provenienze diverse, anche se non è stato possibile determinare, per ognuna di esse, il numero preciso di pezzi. Nella ricerca di codici un ruolo importante rivestì Baccio Baldini che fu, oltre che protomedico, anche bibliotecario granducale. Proprio per questo ruolo che ricopriva fu incaricato di effettuare sopralluoghi allo scopo di individuare manoscritti che potessero ampliare la collezione della biblioteca pubblica che era in fase di ultimazione. Nel 1567 infatti visitò la biblioteca di San Salvatore a Settimo, redigendo un elenco di 37 volumi, poi passati nella biblioteca pubblica (Lasinio, 1903). L’anno successivo individuò, nella biblioteca di San

anna rita fantoni, giovanna lazzi

pagina a fronte Fig. 1 BML Med. Pal. 51 c.1r Gianfrancesco Fortuna, Regole generali di architettura.


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