1 minute read
La casa dei segni e degli sguardi
La casa dei segni e degli sguardi introduzione
Laboratorio di Progettazione 2 Interni A.A 2018-19 collaboratori Camilla Storti, Rossella Ferrini, Giulia Merone, Paria Bagheri
Trame progetto di Elena Di Raddo A.A, 2020.2021 Docenti S. Follesa / M. Marseglia. Il progetto sviluppa dei pattern con ispirazione al territorio toscano attraverso la rielaborazione dei segni tracciati dalla coltivazione degli ulivi, dei vigneti e del grano. La Casa dei Segni ha rappresentato un tema che per alcuni anni ha accompagnato i corsi di Cultura dell’Abitare al Master di primo livello in Interior Design. Obiettivo dell’esercitazione era la rilettura dei segni di un territorio e la sua applicazione nel sistema degli oggetti e nel sistema degli spazi dell’abitare, in una accezione ampia che dall’abitare domestico si allarga agli spazi pubblici e in particolare al sistema dell’ospitalità e del ristoro. Gli studenti dovevano individuare un luogo e un sistema di segni ad esso appartenente secondo tre filoni: i segni delle architetture, i segni del territorio, i segni delle culture materiali. Da ogni famiglia di segni venivano selezionati quelli che sarebbero divenuti oggetto di rielaborazione grafica poiché l’obiettivo progettuale era la riattualizzazione dei segni espressi dalla tradizione o dal contesto. Il passaggio successivo consisteva nella messa a punto di una palette cromatica espressa nel modello CMYK; ogni luogo, ogni tradizione esprime i propri colori, siano essi derivanti dalle risorse espresse dal luogo (materiali, ambiente naturale), siano il risultato di una elaborazione culturale espressa dal territorio (arte, culture materiali, tradizioni). Dall’incrocio tra segni e colori prendono forma le texture che vengono nel passaggio finale applicate al sistema degli arredi, al sistema degli oggetti o al rivestimento dei paramenti murari e delle pavimentazioni. La stessa esercitazione indagava al contempo il tema delle visuali (gli sguardi) partendo dall’assunto che il progetto dell’abitare possa essere elaborato tenendo in considerazione le viste primarie che si incontrano nell’attraversamento degli spazi o nel sostare al loro interno. Scopo principale dell’esercitazione era quello di favorire lo sviluppo di linguaggi estetici non omologanti e la consapevolezza di un ruolo determinante della diversità culturale nella costruzione di nuovi percorsi progettuali.